7. SCARSO CONTROLLO

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La prima cosa che Alexis vide quando aprì gli occhi, fu la croce con le ali che Olivier aveva fra le scapole. Non troppo grande, ma nemmeno piccola. 
Trattenne subito il respiro e sbatté gli occhi sorpreso nel vederlo ancora nel letto, finora non era mai successo, si era sempre svegliato che lui era già in bagno. 
Dagli scuri chiusi filtravano alcuni raggi del primo mattino che gli indicavano un orario approssimativo e gli permettevano di vedere le sue fattezze, rappresentate nella fattispecie dalla sua schiena splendida e ben delineata. 
Dal respiro regolare di Olivier capì che stava ancora dormendo e non volendo rovinare quel raro momento che non gli sarebbe ricapitato facilmente, rimase immobile ad osservarlo mentre puntava lo sguardo sulle linee definite dei suoi muscoli, le scapole in rilievo, la spina dorsale inarcata nella zona lombare. 
Ogni tratto, ogni neo, ogni dettaglio di quel bel tatuaggio. 
Alexis memorizzò ogni cosa per poi andare col dito sulle linee della sua schiena, rappresentate dai diversi fasci di muscoli ora a riposo, ma che con un’osservazione accurata come la sua, si notavano bene. 
Fece attenzione a non toccare, ma immaginò di farlo e quando improvvisamente Olivier si girò cambiando posizione, Alexis ritirò il dito puntato verso di lui e rimase col pugno vicino al viso. 
Trattenne di nuovo il fiato e lo guardò colto in fallo, già nel panico. 
Olivier si voltò completamente verso di lui ed in un istante dal suo tatuaggio sulla schiena, si ritrovò il suo splendido viso dove la barba era un po’ più lunga del suo solito, ma sempre precisa e ben curata. 
Gli stava bene un po’ più di barba del solito. 
Le sopracciglia curate quasi come fossero disegnate da un artista. 
Il naso non propriamente regolare, ma che nell’insieme dei suoi lineamenti armoniosi risultava bello. 
Pensando che stesse ancora dormendo, si rilassò e tornò a sollevare il dito e spostando la mano verso di lui, continuò a tracciare nell’aria, a pochi centimetri dal suo viso, i lineamenti del suo volto sognando di poterlo carezzare. 
Arrivò alla bocca e a quel punto gli occhi azzurri di Olivier si aprirono calmi e pacifici. 
Alexis gli sorrise spontaneo, con la mente totalmente azzerata, dimentica della decisione della sera prima di studiarlo meglio e metterlo alla prova. 
Doveva fare l’indifferente e controllare le sue reazioni e vedere se ignorandolo Olivier reagiva in qualche modo. 
Ma ovviamente i suoi occhi ravvicinati ed il suo viso a portata di bacio, col suo dito proprio sulle sue labbra, quasi appoggiato sopra, gli fece scordare ogni cosa. 
Stava per ritirarsi e girarsi di schiena nascondendosi sotto le lenzuola, ma Olivier gli prese il dito e se lo portò alle labbra baciandoglielo. 
La sensazione che gli trasmise fu deleteria. Un’ondata di calore istantanea lo invase da capo a piedi, concentrandosi in particolare sul basso ventre e quando si rese conto di avere di nuovo un’erezione, Alexis si morse la bocca spalancando gli occhi. 
- Stai meglio oggi? - chiese Olivier con voce bassa e roca da appena sveglio. Questo lo fece rabbrividire ancora di più ed Alexis faticò a capire a cosa si riferisse. 
Per miracolo si ricordò che al momento di mettersi a dormire aveva tagliato corto come se nemmeno si conoscessero e fossero a letto insieme per caso, su suggerimento di Daniel e Sandro di ignorarlo. 
Poteva aver pensato che si fosse scritto con qualcuno che l’avesse fatto arrabbiare. 
Non avrebbe funzionato bene il suo piano se Olivier non pensava di essergli indifferente, ma probabilmente non avrebbe funzionato comunque perché in realtà non gli era per nulla indifferente. 
“Adesso come faccio a farglielo credere?”
Se lo chiese, ma la sua mano era ancora nella sua ed il dito era ancora sulle sue labbra morbide e calde e loro due, stesi sul fianco uno di fronte all’altro, così vicini nello stesso letto, sembravano una coppia di fidanzati. 
Alexis annuì non sapendo come uscirne e decise di lasciargli credere quello che voleva. Ci avrebbe pensato più tardi a come fargli credere di non vere effetto su di lui. 
- Puoi toccare quanto vuoi, non avere paura. - disse poi suadente, ancora basso e roco. Alexis spalancò di nuovo gli occhi guardandolo, capendo precisamente a cosa si riferiva e rimase basito e shoccato nel vedere che gli abbassava la mano portandosela sul collo e poi sul petto, permettendogli di toccarlo meglio aprendogliela addirittura per bene per accarezzarsi il petto. A quel punto Alexis aprì la bocca trattenendo il fiato e sentendosi in procinto di venire, sfilò la mano come se si fosse scottato. Ed in effetti era così. 
Stava per venire e sentendosi vicino all’esplosione, schizzò verso il bagno come un bambino colto in fallo. 
Completò bene l’opera da solo, non ebbe scelta, poi si gettò di nuovo l’acqua fredda addosso e si lavò, ma quando tornò in camera e lo guardò seduto sul letto col telefono in mano, Alexis avvampò di nuovo. 
“Come faccio l’indifferente se gli muoio ancora dietro? Daniel parla bene, voglio proprio vedere se è riuscito a fare l’indifferente quando Theo gli ha fatto lo spogliarello!”

- Non capisco come non ci riesci! - sbottò Daniel, ma non era severo bensì divertito perché in realtà aveva previsto che sarebbe andata così. 
Alexis, specie in quel periodo, aveva il controllo di un criceto ed aveva provato ad avvertirlo, ma senza successo. 
Il giovane era corso in camera loro di nuovo, ma non li aveva interrotti in nulla di intimo e nemmeno aveva interrotto il loro sonno.
Si erano svegliati da poco e stavano iniziando a prepararsi. 
In quel momento Theo gli passò davanti con solo i boxer addosso, uscendo così dal bagno dopo essersi preparato per primo. Daniel aveva ancora la tenuta da notte, era anche bello arruffato coi capelli corti sparati in tutte le direzioni. 
- Tu vuoi dirmi che riuscivi a fare l’indifferente a lui che ti girava nudo davanti? 
Non ricordava precisamente tutti i fatti, sapeva però che Theo l’aveva sedotto numerose volte facendolo impazzire. 
Theo si fermò davanti a loro immaginando che l’argomento fosse Olivier. Daniel era ancora seduto sul letto e Alexis su una sedia, raggomitolato. 
I due lo guardarono. 
- Parlate di me? - lo sapeva bene che era così e facendo finta di niente iniziò a carezzarsi il petto. 
- Dice che non capisce come ho fatto a non resistere... 
Theo non sapeva i dettagli, ma li poteva immaginare. 
- Si è fatto di nuovo accarezzare così? 
Così dicendo la mano sul petto scese sul ventre piatto e si infilò sotto ai boxer. A quel punto Alexis avvampò e rimase impietrito a fissarlo, mentre Daniel gli lanciava il lenzuolo fissando prima uno e poi l’altro. 
- Ma allora è questo il problema! Non c’entra Olivier! Tu sei in calore e basta! Non resisti a nessuno! 
A questo Alexis tornò in sé mentre Theo ridendo si tolse il lenzuolo di dosso. 
- Ma dai, che esempio è? Theo è gnocco, chi resisterebbe? Vuoi dirmi che quando eri arrabbiato con lui e ti seduceva, tu resistevi?
Ricordando quei gloriosi e complicati momenti, entrambi si guardarono complici con occhi che brillavano volendo in qualche modo tornare a quel periodo di qualche mese prima. 
Era stato strano, difficile e bello insieme giocare a sedursi e scappare sul più bello a vicenda. 
- Beh, non è che resistevi proprio... - fece Theo allusivo. 
- Ma piantala, ti ho lasciato sul più bello un sacco di volte... resistevo eccome! - puntualizzò piccato Daniel. Alexis alzò gli occhi al cielo sospirando esasperato, mentre si immaginava quel che non voleva. Un film porno con loro due come protagonisti.
Era scappato da una porno star per finire nel set di altri due che non erano da meno. 
Come poteva sopravvivere?
“Forse è vero, ho solo gli ormoni impazziti. Cosa che comunque può essere risolta solo con una scopata.” 
Mentre i due parlavano ancora di chi aveva sedotto e abbandonato chi e chi aveva resistito meglio, Alexis stufo si alzò sbottando: - Ci sarà qualcuno che mi tromba, no? Così impazzirò davvero! 

I due ragazzi si fermarono e lo guardarono, ma non riuscirono a rispondere perché il loro amico se ne era andato sbattendo la porta esasperato. 
Rimasti di nuovo soli si guardarono perplessi. 
- Forse ha ragione. Deve solo trombare e basta. Che lo faccia con Olivier o qualcun altro ha poca importanza... - decretò Theo stiracchiandosi e facendo guizzare i suoi piacenti muscoli per lo più tatuati. Daniel li guardò malizioso e affamato allungò il braccio verso di lui, infilò il dito nei suoi boxer e lo tirò verso di sé bloccandolo fra le sue gambe. 
Theo sorrise contagioso, allegro come sempre. 
- Dici? Secondo me se va con Olivier finirà per perdere la testa per lui. 
L’ombra dello strano momento della sera prima era sempre in agguato, ma Daniel lo combatté abbracciandolo come aveva fatto Theo con lui in una posizione simile ma invertita. 
- Magari anche ad Olivier piacerà Ale e si innamoreranno, no? - tentò Theo distratto dalle mani di Daniel che si erano infilate sotto la stoffa dei suoi boxer in microfibra alla volta dell’esplorazione delle sue natiche perfette. 
- Se succedesse davvero e si innamorassero, sarei felicissimo per loro. Ma ho qualche dubbio, per me Olivier resta un narcisista cronico che sta giocando con lui. Non vuole nulla di speciale se non farsi ammirare. Non credo voglia nemmeno scoparselo. 
La sua sentenza era sempre quella, netta e precisa, ma le dita che si infilarono nella sua fessura mandarono totalmente in tilt Theo che si disinteressò completamente alla storia di Alexis ed Olivier, spingendo Daniel fino a costringerlo a stendersi all’indietro sul letto. 
Sentendolo ridere, gli salì sopra tuffandosi sulla sua bocca, facendola immediatamente sua, cancellando chiunque non fosse lui. 

Una volta fuori dalla camera e riuniti al gruppo, con un’azione combinata dei suoi amici, Alexis riuscì quanto meno ad evitare Olivier. Non per sua volontà, ma per forza maggiore. 
Nessuno dei ragazzi lo lasciò mai solo e grazie a questo poté ritornare in binario e riprovare col suo piano. 
Non aveva bisogno di sentirlo da nessuno per sapere che dietro c’era un ordine di Daniel. Sapeva benissimo che era testardo e che pur di dimostrare che aveva ragione, metteva sotto perfino Ante e Rade, i quali non avendo nemmeno recuperato i messaggi della sera precedente, si erano limitati ad eseguire gli ordini di Daniel che aveva finito per coinvolgere persino Rafa pur di portare a termine la missione. 
Rientrarono a Milano che Alexis ed Olivier non si erano più parlati né erano rimasti soli o vicini. 
Una volta a Milanello, però, il problema si ripresentò abbastanza in fretta, specie nel momento in cui tornarono ad essere compagni di camera. 
Problema arginato con Daniel che organizzò un torneo alla playstation giù nella sala comune, mettendo sotto anche gli altri compagni ed obbligando Alexis a partecipare dall’inizio alla fine.
Passata così gran parte della serata se non proprio tutta, non lo lasciò nemmeno andare subito in camera sua costringendo tutti a stare ancora insieme anche di sopra. 
Gli altri davano corda a Daniel anche se erano sia perplessi che divertiti insieme per il fatto che sembrava una principessa da salvare dal male puro e dalla contaminazione. 
Ci scherzarono su e quando videro che Alexis si era praticamente addormentato lì con loro, lo accompagnarono in camera constatando con divertimento che oltre ad essere ancora un sonnambulo che si muoveva senza capire cosa stava facendo, Olivier già dormiva. 

- Non ti stai mettendo troppo in mezzo? - chiese Theo una volta finalmente soli in camera, già coi vestiti volati in una parte del pavimento. 
Daniel gli lanciò un’occhiata per capire se fosse geloso o seccato, ma gli parve tranquillo. 
- Non andrò oltre questo, penso che l’abbia ignorato abbastanza. A forza, ma il risultato è quello che conta. Adesso la palla tocca ad Olivier. Vediamo come reagisce e capiremo che tipo è una volta per tutte e cosa vuole da lui. 
Daniel gli rispose senza risparmiarsi in dettagli, mentre si toglieva la maglietta e si sfilava i pantaloncini, riponendoli sulla sedia senza piegarli, ma nemmeno lanciarli all’aria. 
Theo, ora steso, lo guardò che si univa a lui dall’altro lato con aria risoluta. 
- Hai proprio le idee chiare. Sei convinto di avere ragione, vero? - chiese quindi accogliendolo fra le sue braccia per la buonanotte consueta a cui ormai erano abituati. 
Daniel si adagiò fra le sue braccia e intrecciò le gambe alle sue. 
- Ormai mi conosci. 
Theo sorrise e gli baciò la tempia abbassando la mano ad infilarla sotto i suoi boxer, l’unica cosa rimasta su. 
- Per me questa volta ti sbagli, Olivier potrebbe andare bene per lui... 
- Li vedi davvero bene insieme? - Daniel iniziò a ricambiare i baci e le carezze spostando la bocca sul suo collo e mettendosi su di lui. 
- Alexis ora ha bisogno di qualcuno che gli faccia girare la testa. - rispose mentre lo lasciava vagare sul suo corpo con la bocca che lo ricopriva di baci e scie umide, rendendogli difficile l’atto di pensare. 
Daniel però fu il primo a non ricordarsi come si mettevano insieme due parole di senso compiuto, colpa del suo inguine nel quale si immerse smettendo di fare conversazioni.

Alexis qualcuno che gli faceva girare la testa l’aveva già trovato, ma non sapeva ancora con chi aveva a che fare. 
Olivier capì che lo stava evitando, anche se lo vedeva sempre con qualche amico e mai solo, come se lo dovessero controllare. 
Non si era fatto alcuna idea precisa di lui, sapeva solo che gli moriva dietro e che ora, da due giorni circa, era strano e con tanti sbalzi d’umore che lo facevano a tratti sbavare sul suo corpo e ad altri scappare come avesse il pepe nel culo. 
Sapeva di fare effetti strani agli altri ed anche se un po’ era divertito da questo suo comportamento e dal suo nascondersi dietro gli amici per resistere, dall’altro iniziava a stufargli quel gioco che gli era piaciuto tanto all’inizio, quando Alexis era stato in procinto di cedere così facilmente a lui e svenirgli solo guardandolo nudo. 
Non che avrebbe mollato, voleva comunque qualcuno e finché non l’avrebbe trovato avrebbe ancora giocato con Alexis, ma se lui intendeva continuare a scappare, allora non avrebbe avuto scelta che trovarsi qualcun altro. 
Non era uno che rincorreva. Mai. 
Al massimo accettava una corte serrata per premiare chi la faceva. 
Ma rincorrere no, mai fatto. Non avrebbe di certo iniziato ora. 
Fu così che il mattino successivo al loro ritorno a Milanello, Olivier assecondò il gioco di Alexis e lo ignorò.
Si limitò ad un freddo saluto al mattino, per il resto non gli rivolse altra parola. 
Intenzionato a continuare così fino a che Alexis non gli sarebbe tornato ad adorarlo in quel modo tenero e carino dei primi giorni, trovò il compito particolarmente facile grazie al ritorno in squadra di Simon Kjaer. 
Conosciuto di fama, specie dopo gli Europei dove la Danimarca aveva disputato un ottimo torneo capitanata da lui, Olivier aveva ben in mente come chiunque altro il modo freddo e competente con cui aveva gestito la situazione critica di Eriksen a Giugno. 
Ma sapere chi fosse, averlo visto attraverso uno schermo o aver guardato come tutti i video del soccorso prestato al suo compagno che l’aveva reso particolarmente famoso, era una cosa. Vederlo di persona e ritrovarselo davanti, fu un altra cosa. 
Una cosa ben diversa. 
Nessuno, però, l’aveva preparato su un dettaglio specifico, gli avevano solo riempito la testa sul fatto che tutti lì in squadra si sarebbero fatti un giro su di lui ed Olivier ci aveva riso su, pensando che non potesse davvero esserci uno così. 
O meglio sapeva che quelli che facevano girare la testa a tutti c’erano e gli piaceva essere lui, quel tipo. Tuttavia sapeva che in generale non erano frequentissimi quelli così. 
Solo una volta che lo vide coi suoi occhi, capì che non avevano esagerato. 
“Perché è arrivato solo ora e non sono suo compagno di camera?”
Fu la sola cosa che si chiese, cancellando subito Alexis e decretando, al suo sorriso splendido e radioso e alla sua stretta di mano solida, che sarebbe stato assolutamente lui il vincitore del premio speciale ‘amante di Olivier Giroud’.
Simon era alto, carnagione chiarissima ma in quel momento abbronzata per le vacanze che aveva appena fatto dopo gli Europei, aveva gli occhi azzurri ed era biondo. Oltre a questo ed al suo fisico evidentemente perfetto con alcuni tatuaggi specie sulle braccia e sulla schiena, era semplicemente bello.
La bellezza solitamente era soggettiva, in molti sapevano farsi belli o esserlo in qualche modo, magari col fascino, lo stile, i modi od il carattere. O magari tenendosi bene, come lui. Però in pochi erano semplicemente belli.
Lui lo era. 
A quello si aggiunse l’alone di eroismo che ormai vorticava intorno a lui dopo la questione di Eriksen, il modo in cui aveva mantenuto il sangue freddo gestendo una situazione molto difficile e brutta. 
Come tutti aveva in mente le foto che avevano fatto il giro del mondo, con Simon che consolava la ragazza in lacrime di Eriksen. E, sempre come tutti, aveva voluto ardentemente sostituirsi a lei. 
Ad aggiungersi a tutto quello, che già di per sé era sufficiente per farglielo volere, ci fu il fatto che parlava francese. 
Cioè non come lingua madre, ma come una delle probabilmente tante lingue secondarie. 
Era un fattore non trascurabile poter parlare con lui, anche se non necessario per quello che voleva farci. 

Bastarono gli allenamenti del primo giorno, per far capire più o meno a tutti che Olivier aveva puntato Simon.
Così, d’improvviso, come niente fosse. Come se avesse senso. 
Ma tutti sapevano che il senso l’aveva eccome, perché tutti avevano almeno una volta avuto pensieri impuri su di lui, ma solo uno quei pensieri aveva potuto realizzarli e se Olivier voleva rimanere vivo, era bene che qualcuno si prendesse la briga di informarlo prima che gli volasse la testa dall’altra parte. 
Simon ed Ibra non erano una coppia classica che si notava subito, anzi. Perciò pensare che lo capisse da solo era ovviamente fuori discussione. 
Considerato anche quanto ci avevano messo ad aiutarli per fargli far pace e farli tornare insieme, fu Theo questa volta a prendere in mano la situazione e afferrando il braccio di Alexis, lo tirò dentro una delle stanze dell’area relax e lo spinse brutalmente contro il muro, dopo la conclusione degli allenamenti, e puntandogli incattivito il dito contro terrorizzandolo, ringhiò a muso duro: - Vedi di aprire quel culo per Olivier e di darglielo o ti sfondo il cranio! Con tutto quello che ho faticato per far tornare insieme quei due, non intendo lasciare che l’ultimo arrivato mi distrugga tutto il duro lavoro! 
Come se fosse merito suo. In effetti in un certo senso lo era. 
Alexis lo guardò pensando scherzasse, ma dalla paura che gli stava trasmettendo capì che era serio. A quel punto andò in confusione e allargando le braccia, sbottò indispettito ed esasperato. 
- Insomma, mettetevi d’accordo! Prima dite che devo fare il prezioso, ora che mi devo buttare fra le sue braccia! E poi perché, si può sapere di che diavolo parli? Fra chi non si deve mettere in mezzo? 
Theo, pensando di parlare con un idiota integrale, gli prese la maglietta e lo attirò a sé sibilando a mezzo centimetro dal suo viso: - Ibra e Simon! Quello ha puntato Simon e se non l’hai notato, sei da ricovero! 
Ci stava andando davvero pesante, ma per lo shock di una svariata serie di cose, Alexis non se la prese. 
Primo fra tutti il fatto che Theo non era davvero mai stato così arrabbiato. E poi ultimo ma non ultimo... 
- Olivier punta a Simon?! Ma quando è successo? Dio mio, ma è arrivato oggi! Come ve ne siete accorti? 
Non che negasse la possibilità che fosse così, trattandosi di Simon era abbastanza credibile. Solo che lui proprio non l’aveva notato. 
Theo lo lasciò e alzò gli occhi al cielo scuotendo la testa, sospirò e si strofinò i capelli sempre più corti ma ancora con un po’ di cresta ben sfumata. 
- L’ha guardato tutto il giorno come se fosse un bignè alla crema. Quello se lo mangia, se non facciamo qualcosa. O per lo meno proverà. Solo che qualcun altro mangerà lui. Sai cosa succede se Olivier ci prova con Simon davanti a Ibra? 
Alexis spalancò gli occhi ed impallidì terrorizzato. 
- Oddio non deve succedere. Lo impediremo con tutte le nostre forze! Stasera gli dico di tenerselo nei pantaloni! 
- Non devi dirgli questo, dagli il culo e basta! Ti devi sacrificare per la squadra! Nessuno vuole Ibra incazzato e soprattutto nessuno vuole che quei due litighino di nuovo! Genitore uno e genitore due devono stare insieme per sempre, ne va del bene del gruppo! 
Alexis si era perso qualche dettaglio della sua sfuriata, o meglio il senso dietro certi ordini, ma decise di assecondarlo senza fargli troppe domande se non una. 
- Se vuole uno come Simon figurati se ora si accontenta di uno come me. Al massimo potrebbe accettare te in cambio di Simon... 
Non era una vera proposta, solo una considerazione. Theo lo guardò come se fosse idiota. 
- Non farti sentire da Dani. - sibilò solamente, ancora arrabbiato non si sapeva bene per cosa. 
Alexis sospirò e scosse la testa che gli stava scoppiando. 
- Scherzavo. - borbottò. - Comunque resta il fatto che se ora punta a Simon io potrò farci poco... non sono di certo alla sua altezza... e poi che ne è stato del capire meglio le sue intenzioni eccetera eccetera? 
Theo lo scacciò come fosse una mosca, poco interessato ora a quelle sciocchezze. Alzò le spalle e indicò la porta dietro di sé, come a dirgli di uscire dalla stanza in cui si erano infilati e di muoversi con la nuova missione. 
Lo fece con un’aria da militare severo ed Alexis annuì sospirando ancora poco convinto della possibilità di riuscita della sua missione.
Non che gli dispiacesse. Improvvisamente preferiva l’idea di tornare a buttarsi su Olivier, molto meglio quella che cercare di fare l’indifferente. 
Fu così che uscirono dalla stanza insieme ed una volta diretti verso l’area ristoro per la cena, Theo tornato improvvisamente sé stesso, allegro, amabile e socievole, disse mettendogli un braccio intorno al collo. 
- Tu ti sottovaluti troppo. Hai un’autostima sotto i tacchi. Vedi che devi imparare da Olivier ad essere più sicuro di te. Hai molti punti in tuo favore. Pensa solo che Daniel era indeciso fra ME e TE! 
Con questo puntualizzò la cosa mostrando il proprio corpo con un movimento della mano. Lo fece con ironia, ma Alexis capì che a modo suo lo pensava davvero e stava cercando di aiutarlo a considerarsi un po’ di più di come stava facendo. 
Alla fine gli sorrise cercando di incoraggiarsi da solo e arrivati alla sala ristorante, si sciolsero apparendo normali e come niente fosse appena successo. 


Note: Sebbene la fic sia tecnicamente su Alexis ed Olivier, si capisce quanto io adoro Theo e Daniel, ma li devo inserire tutte le volte che posso. E quindi Alexis dovrà sacrificarsi per non far litigare i genitori. Che sacrificio. Alla prossima. Baci Akane