8. TROFEO

adorazione

Olivier si sedette al tavolo con Simon, Alessio ed altri che ancora non conosceva molto bene. 
Fino a quel momento era stato più con Theo, Alexis ed il loro gruppo, ma in quegli ultimi giorni che Alexis lo ignorava, si era staccato da loro ed aveva girato un po’ fino all’arrivo di Simon, la sua illuminazione. 
Il bel danese quel giorno aveva fatto la sua conoscenza ed era stato subito aperto e disponibile, aveva parlato con tutti ed aveva ricevuto tanti complimenti per la nazionale, per come erano quasi arrivati in finale giocando bene da autentica rivelazione del torneo. Nessuno aveva parlato del famoso salvataggio poiché in realtà era stato già un mese prima e probabilmente avevano già avuto tutti modo di fargli i complimenti, ma lui non avendolo mai fatto ed incontrandolo davvero per la prima volta in quel momento, decise di farlo lì e di approfittarne. 
Avevano anche tre anni di differenza, molto meno che con altri lì dentro se si escludeva Ibra. 
- Sei stato grande con Eriksen... - fece Olivier durante la cena, mentre la conversazione degli altri commensali aveva virato su altre cose che non riusciva a seguire.
Visto che gli parlava in francese, usò la propria lingua approfittando del fatto che così l’avrebbe capito solo lui. 
Simon gli sorrise cordiale ed annuì con un cenno di ringraziamento. 
- Non ho fatto nulla di speciale, in giro la mettono molto più eroica di quanto non è stata in realtà... 
Ad Olivier piacque molto la sua umiltà e capì che era autentica e non una finta per apparire socialmente accettabile. Non tutti erano realmente umili. 
- Beh, molti dei tuoi compagni sono andati nel panico, sei stato uno dei pochi a fare qualcosa di concreto prima dei soccorsi ed anche dopo, pensare a proteggere il tuo compagno dalle telecamere è stata una lucidità che non tutti hanno sempre. Di emergenze in campo simili se ne sono verificate, ma non è scontato che venga in mente di fare da muro contro le telecamere...
Olivier continuò a tessere le sue lodi, Simon non arrossì e non si imbarazzò, rimase sempre padrone di sé continuando a sorridergli ringraziandolo. 
Continuarono a parlare di altre emergenze simili e poi di come stesse ora Eriksen. 
- Mi ha colpito che eri forse l’unico girato a guardare, quando lo rianimavano. Tu ed i tuoi compagni stavate facendo muro, ma erano penso tutti di schiena e piangevano scossi o pregavano. Tu eri l’unico girato a guardare ed eri così padrone di te e della situazione... io non so se avrei avuto tanta forza e lucidità. 
A momenti gli avrebbe proposto direttamente di andare in camera insieme, ma sapeva di non potersela giocare così sfacciatamente. Doveva inquadrare meglio il tipo, di lui sapeva solo che era bellissimo e che aveva un portamento e dei modi da principe dei ghiacci. Sapeva che era umile, manteneva la padronanza di sé e non si scomponeva facilmente. 
Di fatto quelli così erano i più difficili da conquistare, ma quando ci riuscivi era come raggiungere una vetta fantastica. 
- Non potevo fare altro che guardare. In quel momento mi sono sentito di farlo. 
- Hai avuto dei nervi d’acciaio. Sei stato incredibile davvero. 
Simon alla fine sorrise ancora e chinò un’ultima volta il capo finendo di mangiare e tornando al discorso dei compagni italiani con cui era seduto. 
Parlarono cercando di coinvolgerlo, insegnandogli certe parole o frasi in italiano che stava imparando e traducendo i discorsi che stavano facendo. 
A fine cena si spostarono tutti nell’area relax, suddivisa in tre parti principali: la sala tv, la sala del camino e la sala biliardo, spesso gettonata per qualche partita serale dove in molti si divertivano. Altri erano fissi nei tornei alla playstation. 
Olivier guardando i ragazzi organizzare una partita a biliardo, si fece un bel film porno con lui che piegava Simon sul tavolo verde approfittando di insegnargli a giocare, non sapendo che era qualcosa di già fatto. Stava ugualmente per proporsi con l’intenzione di coinvolgere il bel danese, quando vide intromettersi Ibra il quale mise una mano sulla schiena di Simon; a quel gesto notò il compagno rabbrividire in modo impercettibile, ma netto. 
Olivier lo notò perché stava vivisezionando la sua nuova preda, ma nessuno probabilmente l’aveva visto. 
Il contatto fu brevissimo e si risolse in un istante, i due si scambiarono un’occhiata, fermi nella zona di divisione delle tre stanze principali, una più spaziosa dell’altra. Era un’occhiata complice e apparentemente insignificante per la maggior parte, nessuno faceva infatti caso a loro e se qualcuno l’avesse fatto non avrebbe notato nulla, ma lui che stava proprio cercando di infilarsi nei pantaloni di Simon, lo vide. 
Vide anche il sorrisino malizioso di Ibra, mentre Simon scuoteva il capo come a dire ‘sempre il solito’. 
Fu davvero una frazione di secondo, il tutto durò pochissimo, ma quando Ibra senza dire nulla andò verso il corridoio e le scale, Olivier spalancò gli occhi nel vedere che Simon salutava dicendo che era stanco dopo il primo giorno di ritorno dalle ferie e che andava a letto. 
I ragazzi lì intorno che non avevano ancora deciso a quale torneo partecipare, lo salutarono dicendo un ‘a domani’ e ‘buonanotte’ in tutte le lingue, infine Simon fece per seguire la scia di un Ibra che non si era fatto notare di proposito. 
Olivier, a quel punto, basito e shoccato, ma soprattutto convinto di aver visto male e interpretato ancor peggio il tutto, fece per inseguirlo. Fu una mossa istintiva, ma fu proprio a quel punto che una mano lo afferrò per il braccio e lo fermò.
Era una stretta gentile e docile che riconobbe subito.
Quando si girò, vide un mortificato Alexis che gli sorrideva facendo ‘no’ con la testa. 
Doveva aver visto l’intera scena da fuori e probabilmente aveva capito le proprie intenzioni. 
Olivier lo guardò stupito alzando un sopracciglio. 
- Vuoi morire? - sibilò Alexis a denti stretti e avvicinando la bocca al suo orecchio. 
Olivier lo guardò corrugando la fronte, convinto d’aver ancora capito male, che non potesse realmente essere come stava capendo. 
Impossibile, non osava nemmeno pensarlo. 
Ma il compagno di camera annuì dandogli conferma con uno sguardo fin troppo significativo.
- Ehi, giocate? - li richiamarono in quel momento alcuni dalla sala biliardo. Alexis convinto che il suo compito fosse finito e che quello gli bastasse, lo lasciò ed annuì allegro avviandosi a raggiungerli. A quel punto però Olivier lo prese al volo per il braccio allo stesso modo che aveva appena fatto lui e tirandolo con poca delicatezza, lo trascinò verso le camere per un degno approfondimento di quella storia che ora voleva tassativamente sapere. 
Non esisteva che quello andasse a giocare a biliardo dopo avergli lanciato quella bomba. Era già shoccato di suo per averlo solamente pensato nel guardarli, ora che ne aveva conferma, non poteva essere sufficiente quel poco sotto inteso. 
Una volta in camera, chiusi dentro al sicuro, Olivier lo lasciò ed allargò le braccia impaziente ed interrogativo. 
- Quindi? - lo intimò rimanendo fermo in mezzo alla stanza. 
Alexis finalmente dopo un attimo di riflessione, sputò fuori la storia.
- Simon sta con Ibra. Ricordi che il primo giorno ti dissi che alcune coppie non l’avresti mai detto? Loro sono una di queste... non so i dettagli, ma se vuoi sopravvivere ti consiglio di non vorticare troppo intorno a Simon. Per lo meno non con quell’intenzione. 
Sentendo le sue parole, Olivier passò dallo shock alla malizia in due secondi, realizzando una cosa che gli era subito saltata all’occhio ascoltandolo. 
- Però hai notato che lo puntavo, eh? Ero discreto, non avevo fatto ancora nessuna mossa perché lo studiavo... come hai fatto a capirlo? 
Significava che lo aveva guardato per bene e a lungo. 
Alexis avvampò capendo cosa intendeva e si strinse nelle spalle girando la testa, mise il telefono sul comodino aprendo il letto distratto. 
Il suo colore di viso era uguale a quello della barba: rosso. 
- Beh, avevi due occhi da predatore. 
Olivier alzò un sopracciglio ancora fermo e soprattutto ancora vestito. 
- Non credo, non poi così tanto. So controllarmi. Lo stavo studiando. Lo volevo, ci avrei provato, ma volevo capire come fare. 
Alexis sospirò insofferente cercando di arrampicarsi sugli specchi, non sapeva come rispondergli senza scoprirsi troppo ed ora Olivier voleva che lo facesse. 
Avevano giocato abbastanza e se Alexis era ancora interessato a lui o meglio, se ancora lo adorava come i primi giorni, era ora che gli si buttasse fra le braccia e che la smettesse di giocare e fare il prezioso, perché rischiava di perdere il suo interesse. 
Un interesse che esisteva solo nel momento in cui uno lo adorava, per l’appunto. 
Oppure se eri una specie di trofeo da vincere, come nel caso di Simon. 
- Non so, ho visto qualcosa. Non importa, basta che non ti metti contro Ibra... 
Olivier ridacchiò. 
- Non sono così matto da mettermi contro di lui. Grazie della dritta che mi hai dato in tempo...
Così dicendo, aspettando che Alexis lo guardasse di nuovo sollevato per l’apparente resa, si prese il colletto della maglietta e se la tirò via. 
Alexis tornò a fissarlo trattenendo il fiato, dimenticando che stava attaccando il cavetto al telefono. 
Lo guardò con spontaneo shock ed apprezzamento e questo tornò a farlo sentire meglio. 
Finalmente l’ordine si stava ristabilendo. 
Quel tipo non doveva osare tirare la corda. Se lo voleva era disponibile, ma doveva dargli quello che voleva per poterlo vincere. 
Olivier vedeva sé stesso come vedeva anche Simon. Un trofeo. 

Per Alexis, lui era effettivamente un trofeo.
Nell’esatto istante in cui si tolse la maglietta, la propria mente tornò ad azzerarsi. Era in astinenza di quegli spettacoli, specie perché non aveva ancora potuto ammirare uno spogliarello completo, di solito l’aveva beccato già nudo o usciva così dal bagno in cui spariva vestito per poi uscire senza nulla addosso. 
Era la prima volta che si spogliava guardandolo, assicurandosi che l’ammirasse.
Perché era esattamente questo che voleva, essere ammirato mentre gli donava quello spettacolo. 
Alexis senza rendersene conto si sedette sul proprio letto e continuò a guardarlo mentre improvvisamente nessuno diceva più nulla. 
Non poteva dirgli che era stato Theo a notare che l’aveva puntato, per questo non sapeva come rispondergli. Non è che se ne era accorto, l’aveva fatto il suo collega ed onore a lui perché a quanto pareva era proprio vero. 
Del resto fra predatori ci si riconosceva, probabilmente. Lui non era bravo in quel genere di cose. 
La bocca era asciutta, ma i suoi occhi erano totalmente catalizzati sul suo corpo, come sempre perfetto e meravigliosamente abbronzato. 
Portate le dita ai fianchi sotto gli elastici, si abbassò in avanti tenendo le gambe dritte e mettendo così in evidenza il suo sedere perfetto. Si tolse tutto in una volta e si voltò una volta dritto, girando su sé stesso come se si stesse facendo ammirare meglio, volontariamente. 
Alexis si leccò le labbra. 
Gli sembrava vagamente d’aver ricevuto la benedizione di qualcuno per buttarsi su di lui, ancora non era chiarissimo cosa volesse Olivier, ma aveva il sospetto che lo stava per scoprire. 
Decise di non fargli domande né prendere iniziative, ma di assecondare e basta. 
Olivier si mosse sinuoso, nudo davanti a lui. 
Alexis notò abbassando gli occhi che la sua abbronzatura era davvero perfetta, visto che non c’era il segno bianco del costume. Lo vedeva nudo da giorni, ma solo ora lo notava e la sua bocca si mosse da sola. 
- Prendi il sole integrale... 
Voleva sapere dove, ma Olivier sorrise fermandosi davanti a lui, si carezzò il ventre piatto dove gli addominali erano scolpiti. C’erano tutti i cuscinetti. 
“Una tartaruga perfetta...” 
Gliela stava facendo vedere, mentre le sue dita aperte si carezzavano risalendo sui pettorali, soffermandosi sui capezzoli turgidi. 
Alexis si succhiò il labbro inferiore, assetato. 
I suoi occhi incollati sugli addominali e sull’inguine dove le linee dei suoi muscoli erano accentuate a mostrare degli allenamenti che l’avevano reso perfetto e sexy. 

Olivier notò che stava guardando quella linea così marcata del suo inguine con le vene che iniziavano a vedersi per l’eccitazione del modo in cui lo guardava. 
Dio, come adorava essere fissato così. 
Ammirato.
Adorato. 
Alexis se lo stava mangiando con gli occhi, gli piaceva da matti e questo gli stava facendo venire un’erezione senza bisogno di essere nemmeno sfiorato. 
- Vuoi toccare? - chiese piano. Alexis non alzò gli occhi per vedere se fosse serio. Era come se non aspettasse altro. 
Senza più esitare né tirarsi indietro, sollevò la mano e con la punta delle dita lo sfiorò proprio lì dove l’aveva fissato con insistenza. 
Un po’ titubante rimase sulla linea accentuata del suo inguine e scese fino a fermarsi proprio prima di arrivare alla sua erezione. 
Olivier lo lasciò fare senza forzarlo e vide che prima di toccarglielo, risalì sui suoi addominali, toccandoglieli a piene mani. Risalì ancora sui pettorali. Le proprie mani ora erano abbandonate lungo i fianchi, non serviva più invitarlo a toccarlo, lo faceva da solo. 
Quando lo sentì carezzarlo così intensamente e pieno di desiderio, Olivier chiuse gli occhi abbandonando la testa all’indietro. 
Era il suo piacere più grande, non il fatto che lo toccasse ma il modo. 
L’intenzione. 
Quello che c’era dietro quel tocco. 
Il desiderio di Alexis, la sua ammirazione. 
Stava godendo del suo corpo. 
Schiuse le labbra sospirando, lo sentì scendere dal torace e girare intorno alla vita, andando giù sui glutei e Olivier sorrise mordendosi il labbro. 
Non glielo stava nemmeno leccando, ma era già eccitato, sarebbe venuto a breve. 
Le mani di Alexis raggiunsero i suoi glutei, li presero e li strinsero assorbendo la consistenza soda, così come tutta la tonicità dei suoi muscoli. 
Sentì il suo respiro corto contro la pelle sensibile dell’inguine davanti cui stava e risollevando il capo lo vide ipnotizzato dalla sua erezione alta e dura che gli pulsava davanti al viso. 
Aveva la bocca aperta, ma non osava prenderglielo e succhiarlo. Glielo stava per mettere dentro, ma quando se lo prese in mano per indirizzarglielo, si sentì esplodere in un’ondata di calore incontrollato e facendo un passo indietro, si masturbò davanti a lui.
Solo per il fatto che Alexis ora lo guardava mentre lo faceva sfacciatamente, stralunato ed eccitato a sua volta, Olivier venne.
Venne notando quanto duro fosse il suo stretto nei pantaloncini estivi, con quel rigonfiamento notevole. 
Sorrise e schizzò per terra, fra i suoi piedi, per poco non sul suo viso. 
Olivier chiuse gli occhi abbandonando la testa all’indietro e lasciando che i sospiri di piacere riempissero la stanza. 

Adesso era chiaro quello che voleva da lui. 
Alexis lo capì all’istante, mentre fino a quel momento era stato tutto tremendamente confuso. 
“È un narcisista pazzesco. Aveva ragione Daniel. Quando ho smesso di morirgli dietro lui si è disinteressato a me ed è tornato a sedurmi quando me lo sono di nuovo mangiato con gli occhi. Ed è venuto solo perché lo accarezzavo apprezzando il suo corpo come fosse quello di un dio.”
Il punto era che pur sapendolo, sapeva non si sarebbe più potuto fermare. 
“Per averlo completamente è facile. Basterà continuare ad adorarlo in questo modo. Mi si darà senza riserve.”
Pensandolo, si infilò la mano nei pantaloni che tiravano troppo, si prese l’erezione dura e dolorante e finalmente trovò sollievo davanti agli occhi velati di piacere di Olivier. 
Venne anche lui macchiando per terra, vicino a dove l’aveva fatto lui, abbandonandosi poi all’indietro sul letto sfinito come se avesse corso un sacco di maratone. 
Gli occhi chiusi, le braccia larghe, l’erezione felicemente abbandonata fuori dai pantaloni. 
In quell’estasi mai provata, lo sentì avvicinarsi e chinarsi su di lui, una mano sul letto e poi le sue labbra che finalmente sfioravano le sue in un bacio lieve, un assaggio di quel che sarebbe presto stato. 
Se stava sognando non voleva assolutamente essere svegliato. 

Ale: ‘Aveva ragione Dani.’
Dani: ‘Ho sempre ragione. Su cosa?’
Ale: ‘È un narcisista.’
Theo: ‘Avete trombato?’
Sandro: ‘Come fai a dire che hanno trombato se dice che è narcisista?’
Samu: ‘Puoi fare solo una cosa con un narcisista, trombarci!’
Ante: ‘Che logica è?’
Brahim: ‘Ha molto senso, invece... ‘
Theo: ‘Se ti metti ad adorare un narcisista quello ti tromberà per premiarti’
Samu: ‘E poi perché si eccita ad essere guardato con la bava alla bocca’
Dani: ‘Addirittura la bava...’
Rade: ‘Ma quindi alla fine l’hai fatto o no?’
Ante: ‘Che cazzo te ne frega?’
Brahim: ‘Vi scrivete anche se siete vicini?’
Rade: smile col gocciolone.
Ante: ‘Fatti i cazzi tuoi!’
Ale: ‘E che dovrei dire io che vi fate tutti i cazzi miei?’
Samu: ‘Sei tu che ci fai fare i cazzi tuoi!’
Dani: ‘Insomma, che è successo?!’
Ale: ‘Si è spogliato davanti a me, gli ho sbavato di brutto davanti, si è fatto toccare ed è venuto senza che glielo prendessi in bocca!’
Samu: ‘VISTO CHE SBAVAVI?!’
Theo: ‘LO SAPEVO!’
Dani: ‘Ma sapevi cosa? Sono io che ho detto che era narcisista! Tu dicevi che facevano una bella coppia!’
Ale: ‘Davvero?’
Ante: ‘Toccato come?’
Rade: ‘Adesso chi è che si fa i cazzi degli altri?’
Brahim: ‘Toccato è generico in effetti...’
Sandro: ‘Sei un maniaco, se vuoi un porno vai su pornhub!’
Brahim: ‘I porno preferisco farli con te...’
Theo: ‘Dai, toccato come?’
Ale: ‘L’ho accarezzato. Gli addominali, i pettorali, il culo. Non il suo bel pisello in tiro!’
Dani: ‘Stento a crederci...’
Ale: ‘Beh, l’inguine, ma non gli ho mai toccato il cazzo, lo giuro!’
Samu: ‘Ed è venuto così...’
Ale: ‘Devi capire che lo toccavo come se fosse un dio sceso in terra... non sai com’era bello il suo corpo sotto le mie dita... tonico, sodo, i muscoli così...’
Rade: ‘GRAZIE HAI RESO L’IDEA!’
Ante: ‘Attento tu con questa idea!’
Da qui in poi Ante e Rade li persero per ovvie ragioni. 
Sandro: ‘E quindi poi che hai fatto?’
Brahim: ‘Ma guardalo che curioso!’
Sandro: ‘Tu invece non sei interessato, no?’
Brahim: ‘Se vuoi farti i cazzi di qualcuno, fatti il mio!’
E anche qua persero Sandro e Brahim per ovvie ragioni. 
Theo: ‘Insomma?’
Ale: ‘Insomma poi mi sono fatto la stessa cosa (scimmietta che si copre il viso con le mani) e basta. Mi ha solo sfiorato la bocca, ma non è successo altro.’
Dani: ‘E che diavolo significa?’
Samu: ‘Se vuoi il resto sono disponibile!’
Ale: ‘Grazie ma ormai ho Oli in testa... lo terrò a mente però.’
Samu: ‘No idiota, è quello che intendeva Oli con questa cosa!’
Ale: ‘Oh.’
Theo: ‘Però avevo comunque ragione in qualche modo!’
Dani: ‘tu dicevi che potevano essere una bella coppia e che Oli poteva interessarsi seriamente ad Ale! Io invece dicevo che quello era solo narcisista! Se Ale vuole farsi Oli basta che gli sbavi davanti e quello gli dà tutto, ma quello non è essere coppia!’
Ale: ‘Non discutete per me e soprattutto non serve scrivervi se siete seduti vicini...’
Samu: ‘No ma lasciali che mi sto divertendo...’
Dani: ‘No è per mettere in chiaro che avevo ragione io!’
Theo: ‘Insisto che sarebbero una bella coppia!’
Dani: ‘Se quello non fosse innamorato di sé stesso!’
Ale: ‘Però ho deciso di farmelo proprio così.’
Samu, Dani e Theo insieme: ‘Cioè?’
Ale: ‘Adorandolo, me lo prenderò tutto. Almeno sfogo i miei dannati ormoni che mi stanno facendo impazzire! Ne ho bisogno!’
Samu: ‘Non ti giudico, fratello, ma ti invidio e ti applaudo. Hai la mia benedizione!’
Era ovvio che l’avesse. Dani e Theo non si pronunciarono più, probabilmente stavano discutendo per poi finire a rotolare sul letto e fare pace. 
Samu, l’unico rimasto, gli chiese altri dettagli su com’era toccare quel corpo divino. 


Note: A parte che adoro le dinamiche di Dani e Theo, ma finalmente comincia la cosa fra Oli e Ale! Dopo che li ho fatti girare intorno, è ora di arrivare al dunque e anche se il quesito di Dani resta valido (Ale non è in grado di avere una relazione esclusivamente sessuale senza innamorarsi ed Oli essendo un narcisista non può amare solo che sé stesso), anche Theo potrebbe avere ragione (alla fine sarebbero comunque una bella coppia). Ma chi avrà ragione su Olivier? Saprà provare qualcosa per qualcun altro o è veramente solo narcisista? Baci Akane