9. NELLE SUE MANI

adorazione

Il giorno dopo erano tutti sorrisi e zucchero, ma non ancora versione coppia, anche perché in effetti non avevano propriamente fatto nulla ‘da coppia’. 
Però Alexis smise di scappare e fare il prezioso e si mise palesemente e sfacciatamente a morirgli davanti, avendo un piano ben preciso in mente. 
Alexis nonostante fosse una persona notoriamente malleabile e accomodante, per l’occasione avendo un’idea precisa su come fare con Olivier, voleva gestire lui la situazione. Il suo scopo era spingere il suo partner a saltargli addosso dandogli l’illusione di prendere l’iniziativa, mentre invece era lui a portarlo dove voleva, cioè nel proprio letto.
Era una cosa difficile da fare e non riusciva a tutti, però Alexis ci voleva provare. Non era sicuro di potercela fare, ma avrebbe tentato. 

Di diverso avviso era Theo, che sapeva meglio di lui invece quanto potesse spuntarla su chi gli piaceva; l’aveva capito dal momento in cui aveva visto Daniel in crisi per colpa sua, mesi prima. Per un pelo era riuscito a ‘vincere’ e solo grazie a come sapeva farci a letto, probabilmente. Di questo lui era convinto, così come che la sua relazione con Daniel fosse basata sul sesso e su quanto riuscisse a farlo impazzire col proprio corpo. 
Quando Daniel ne avrebbe avuto abbastanza, probabilmente si sarebbero lasciati. Ad avvalorare questa sua tesi c’era il fatto che il giovane Maldini insisteva nel non chiamarsi ‘il suo ragazzo’. 

Alexis era davvero convinto di avere tutto sotto controllo e di sapere cosa stava facendo, era convinto che sarebbe bastato continuare ad adorarlo come piaceva tanto ad Olivier, per avere il resto di lui e finalmente fare un bel po’ di buon sesso, come tanto desiderava. 
Non aveva idea che stava in realtà solo giocando col fuoco senza le dovute protezioni. Convinto di avere un fiammifero fra le mani, non aveva capito di avere in realtà della dinamite. 


Non era nemmeno stupito che facesse pesi a torso nudo. Era stupito che avesse su gli shorts. 
Ma non era un problema, perché mentre faceva finta di fare qualche macchinario con lui, era totalmente catalizzato sulla parte del suo corpo che mostrava. 
Le spalle, le braccia, i bicipiti, i pettorali, gli addominali.
Quelle parti erano più che sufficienti per morire felice. 
Ad Alexis bastava guardarlo per stare bene, il cervello spento e gli ormoni di nuovo a mille. 
Tante speranze per poi aspettare ancora. Quando si sarebbe deciso? Cosa doveva fare per farsi sbattere da lui? Insomma, lo stava adorando da due giorni, ormai. 
Perché ancora non gli saltava addosso?
- Mi aiuti col bilanciere? - gli chiese poi Olivier dopo una più che soddisfacente serie per le braccia da seduto. 
Alexis si riscosse senza preoccuparsi di nascondere la propria condizione. 
Una condizione che si vedeva tanto sul suo viso sognante quanto sul suo inguine in tensione. 
Annuì e lo raggiunse guardando come preparava i pesi nella sbarra del bilanciare e come poi si stendeva nella panca, preparandosi con le mani sul manubrio, in procinto di sollevare e fare l’esercizio. 
Prima di farlo, però, si fermò e sollevò lo sguardo su Alexis fermo ben lontano. 
- Devi avvicinarti, così non mi aiuterai se ho bisogno. 
Alexis respirò sofferente. Non voleva dare spettacolo, erano in palestra ed era già abbastanza eccitato così. 
Si avvicinò di più stando attento a non mettersi troppo sopra di lui. 
- Ma tanto sei ben più forte di me, se hai bisogno di aiuto non sarò di certo io a potertelo dar... - non riuscì a finire la frase che Olivier gli prese le gambe divaricate e le tirò facendolo sistemare precisamente sulla sua testa. 
- Oddio... - si lamentò allucinato Alexis al contatto e alla posizione. Abbassò lo sguardo e lo vide occhieggiarlo steso sotto di sé tutto soddisfatto. 
Poi coi suoi occhi azzurri ben accesi prese il bilanciere, lo sollevò ed iniziò a fare i sollevamenti. 
Alexis si dimenticò presto la bocca aperta, con le dita pronte a reggere il manubrio in caso di necessità, cosa che sapeva non si sarebbe verificata. Non a giudicare da come si gonfiavano bene i suoi bicipiti che in quel momento sembravano esplosivi. 
Probabilmente la bava ce l’aveva davvero e se l’avesse sfiorato, sarebbe venuto nei pantaloni. 
Olivier mentre sollevava, disse soddisfatto. 
- Tocca sa vuoi. 
“E di nuovo...” Alexis pregò il cielo che non entrasse qualcuno perché stava per abbassarsi i pantaloni e infilarglielo in bocca, altro che toccare. 
Ma invece toccò perché sì, lo sapeva bene che lo voleva. Lo voleva eccome. 
Gli sfiorò i bicipiti che guizzavano in tensione dimenticando il proprio compito. La sua pelle era imperlata di sudore e lui voleva leccarla tutta e vedere quanto era salato. 
Seguì i guizzi dei suoi muscoli che si gonfiavano e rilasciavano, scendendo sulle spalle tese e poi sulla clavicola. Facendolo si piegava sulle gambe per arrivare ai suoi pettorali, i suoi capezzoli in rilievo.
Alexis sospirò mentre si sentiva vicino a venire ed in quel momento Olivier mise da solo giù il bilanciere e senza farlo allontanare, allungò le mani sulle sue cosce flesse accanto alla testa, infilò le dita sotto i suoi shorts e gli cercò l’erezione gonfia che pulsava. Appena la toccò attraverso gli slip sportivi, Alexis strinse le mani sul suo petto e dopo pochi secondi schizzò nella stoffa.
Olivier lo sentì bagnarsi e sorrise soddisfatto sfilando subito una mano per correre a masturbarsi sotto i pochi vestiti che aveva. 
Non se lo tirò fuori, ma lo fece senza grossi problemi e Alexis, ipnotizzato dal suo corpo e dalla sua mano che si muoveva sotto la stoffa, gemette ancora preda del piacere che invase il suo cervello ormai spento da un pezzo. 
Appena il piacere smise di offuscargli la ragione, Alexis si raddrizzò e smise di palparlo sul petto, guardandosi intorno terrorizzato di aver dato davvero spettacolo. 
Solo quando vide che per fortuna non era successo, sospirò e si coprì la faccia volendo sparire. 
“Forse mi sono sopravvalutato. Questo qua mi fa impazzire, siamo solo passati al livello successivo di follia. Così facendo se mi chiedesse qualunque cosa io non esiterei ad accontentarlo... altro che controllarlo. È lui che controlla me prendendosi ciò che vuole. Sono così debole. E non posso proprio contrastare tutto questo.”

Olivier si alzò a sedere soddisfatto e si girò a guardarlo vedendolo in uno stato allucinato, capendo che si era appena reso conto di essere totalmente nelle sue mani e di non poterci fare proprio nulla. 
L’esaltazione e l’eccitazione tornò a scorrere potente in lui, mentre sorrideva contento d’aver trovato quello che aveva cercato tanto. 
Adesso Alexis era totalmente nelle sue mani e lui avrebbe sempre avuto quello che voleva. 

L’acqua scorreva su di loro dandogli un notevole sollievo, specie per il caldo della giornata di allenamento. 
C’era un completo silenzio intorno a loro nel locale delle docce vuoto, i loro compagni ormai avevano finito da un pezzo, anche Zlatan aveva finito parecchio prima di loro, forse proprio perché aveva notato l’aria che tirava fra loro. O magari perché voleva andare dal suo Simon e approfittare dei giorni di ritiro che rimanevano insieme. 
Tuttavia era un silenzio particolare, ma Olivier lo sapeva perché uno chiacchierone come Alexis non diceva nulla. Perché era totalmente assorbito dal suo corpo e dalla visione che gli stava regalando sotto la doccia, davanti ai suoi occhi che non ne avevano mai abbastanza. 
Mai. 
Olivier così, consapevole di averlo ancora in completo controllo, decise di continuare a testare il suo livello per nutrire così il suo smisurato ego affamato. 
Prese la boccetta del doccia schiuma e la porse ad Alexis. 
- Mi insaponi? - Alexis pensando che intendesse la schiena come l’altra volta, tese le mani e lui gliene versò in abbondanza. 
Quando però vide che non si girava per dargli le spalle, Alexis spalancò gli occhi sconvolto.
Stato allucinato che durò poco, perché appena abbassò gli occhi sul suo corpo, non esitò troppo ad avventarsi per ‘lavarlo’. 
Olivier sorrise compiaciuto e appena le sue mani non più così tanto timide iniziarono a scivolare sulle sue spalle e poi sui suoi pettorali, il piacere tornò a salire. 
Quel benessere psico fisico mentre le sue dita lo insaponavano scendendo sul suo corpo, sulla sua pelle e su ogni centimetro, come se fosse incapace di farlo da solo. 
Questo lo eccitò subito di nuovo, ma non era il solo perché Alexis era di nuovo nelle stesse condizioni. 
Lo insaponò lento ed ovunque, godendosi quel piacere che traeva nell’accarezzarlo, specie col sapone addosso. 
Passò sotto le braccia, gli addominali, le gambe fino ad accucciarsi davanti a lui; per un momento alzando la testa e ritrovandosi il suo pene davanti, pensò che glielo avrebbe preso in bocca di sua iniziativa, ma invece eseguì la sua richiesta e rialzandosi gli insaponò l’inguine.
Compiaciuto di questa dedizione, Olivier glielo lasciò fare mentre in pratica lo masturbava.
Un bel premio, dopotutto, no? 
Un premio che si meritava davvero. 
Decidendo di dargliene ancora un altro po’, Olivier prese Alexis fra le mani, lo cinse e gli spalmò il sapone col proprio corpo strofinandosi su di lui.
A quel punto, sentendolo morire fra le sue braccia, con l’erezione che insaponava la sua mentre se lo teneva stretto addosso, Olivier leccò le sue labbra. 
Il viso bagnato e senza sapone, trovò piacere nella sua lingua che si infilò in bocca e a quel punto Alexis gli venne incontro intrecciandosi a lui, alzando le braccia intorno al collo e baciandolo senza più remore ed incertezze. 
Il piccolo belga venne di nuovo poco dopo, ma non fu il solo. Olivier si unì alla sua gioia sentendolo così assorbito, così malleabile e pronto a tutto per lui. 
Il nuovo numero nove del Milan era contento, mentre lo baciava tenendoselo stretto fra le braccia. 
Quel ragazzo era davvero perfetto per lui e presto gli avrebbe dato un sacco di altri premi. 

Quella sera Alexis non aveva più le forze per fare nulla dopo un doppio orgasmo ravvicinato e crollò sul letto mentre Olivier si preparava per la notte. Uscito dal bagno nudo come suo solito se lo ritrovò nel mondo dei sogni e gli sorrise dolcemente pensando che fosse tenero in quel crollo psico fisico che indicava quante forti fossero state le emozioni di quegli ultimi due giorni. 
Non lo svegliò, si limitò a baciargli la fronte e rimboccargli le lenzuola per poi chiudere le luci e mettersi a letto. 

Alexis non aveva ancora detto nulla ai ragazzi sebbene avessero capito da soli che finalmente era successo qualcosa, non ci voleva un genio nel vedere che il modo in cui stavano appiccicati era diverso da prima. 
Theo, Brahim e Samu ne erano contentissimi, mentre Daniel e Sandro avevano le loro riserve ed erano perplessi, volevano dettagli che Alexis eludeva, come se si vergognasse improvvisamente. Già solo da questo i due amici capirono che stava succedendo qualcosa di particolare e che non erano passati semplicemente alla fase successiva. 
Ante era totalmente indifferente alla cosa, mentre Rade cercava informazioni da Daniel e Sandro, curioso ormai di quella interessante telenovela. 

In realtà Alexis non sapeva come spiegare cosa succedeva, poiché dopo il primo istante in cui si era illuso di essere lui a gestire Olivier, si era reso conto che era totalmente il contrario e che era caduto nella sua trappola come un ingenuo. Ma non era questo ad imbarazzarlo tanto, quanto la consapevolezza che quello che si era innescato fra loro era strano. 
Era più una sorta di dipendenza vicendevole e gli fu presto chiaro, così tanto da non poterlo spiegare ai ragazzi preferendo per questo rimanere sempre vago, dicendo che finalmente si erano decisi e che Olivier era un sogno. 
“Come gli dico che lui ed il suo corpo è la mia droga e che mi può comandare in qualunque modo che io non riesco a negargli nulla? Allo stesso modo io ed il modo in cui l’adoro e faccio di tutto per lui è la sua droga. Siamo dipendenti uno dall’altro ma in un modo difficile da spiegare, forse morboso, sbagliato in qualche modo. Criticabile di sicuro. Ma finché c’è uno scambio vicendevole di piaceri e favori, va tutto bene. Oltretutto è davvero da appena due giorni che succede questa cosa. Non abbiamo nemmeno ancora fatto sesso fino in fondo. È molto mentale questa cosa. Poi ovviamente se ci tocchiamo godiamo, ma se pensi che al massimo ci siamo strofinati o masturbati...”
Alexis capiva che la situazione era strana, ma non poteva ridimensionarla. Non voleva proprio. 

Ad alzare il livello arrivò la Spagna. 
Avendo un’amichevole estiva contro il Valencia, Alexis ed Olivier finirono facilmente in camera insieme e ancor più facilmente finirono in un letto matrimoniale. 
Ansia. Alexis lo sapeva. Non solo era nell’aria, ma era la cosa più logica. 
Volendo avrebbero potuto farlo anche a Milanello nonostante i letti singoli, erano comunque in camera insieme, ma quella volta era diverso. 
Era stato come un crescendo e mentre il livello si alzava, loro finivano in un comodo letto matrimoniale. Era ovviamente perfetto, non si poteva discutere. 
Per quello l’ansia del farlo con lui arrivò a livelli tali che pur non sapendo come spiegare quel che accadeva fra loro, decise di superarla e chiedere consiglio all’unica persona che riteneva utile e degna di tale confidenza. 
Avrebbe potuto richiamare una riunione urgente del gran consiglio, ma avrebbe attirato l’attenzione di Olivier e non voleva insospettirlo. Oltretutto sapeva di non avere tempo, perché quel bel gruppo di scemi, specialmente tre di loro, erano molto dispersivi e avrebbe finito per non riuscire a spiegarsi e soprattutto per non ottenere alcun consiglio utile. 
Così senza rifletterci molto, in prossimità della cena e dopo essersi sistemati nelle rispettive camere, Alexis andò dall’unico con cui aveva già fatto sesso nella sua intera vita. 
L’unico che sapeva avrebbe potuto aiutarlo.
O forse l’unico che pensava gli potesse interessare realmente.
O magari l’unico da cui sperava ancora di ottenere qualcosa, anche se non sapeva cosa e non coscientemente. 
Per chiedergli di parlargli da solo ed urgentemente, lo fece tramite messaggio. Daniel che probabilmente l’aspettava al varco, si fece trovare pronto e scaricando Theo con una scusa plausibile che non potesse incuriosirlo né farlo stare crudelmente sulle spine, gli diede appuntamento in una delle ale dell’enorme e splendido albergo riservato interamente a loro. 
Erano lontani dall’area relax, quella più gettonata dai ragazzi, e dal ristorante dove a breve si sarebbero trovati tutti a cena. 
Daniel aveva saggiamente optato per il terrazzo sul tetto raggiungibile dall’ultimo piano dell’hotel. 
Varcata la soglia in fondo al corridoio dove si vedeva attraverso il vetro rinforzato uno spiazzo sistemato proprio per i clienti che volevano godere di una vista speciale fumandosi una sigaretta, Alexis raggiunse Daniel che era già arrivato da qualche minuto. 
Appoggiato alla ringhiera, aveva il telefono in mano ma guardava il paesaggio. 
Valencia era sul mare delle Baleari e ovviamente Olivier aveva preso una camera con vista. La stessa che avrebbero goduto loro due in quei minuti di solitudine e di confidenza. 
Varcò la soglia e si fermò a guardare la schiena ricurva di Daniel che si stagliava su un mare al tramonto.
Rimase estasiato per la bellezza dell’insieme della scena e si ricordò di come si era sentito nel guardare Olivier contro il mare notturno di Nizza. 
Il mare stava diventando un protagonista della sua estate, ma la sensazione che ora fosse diverso da come si era sentito con Olivier e da come probabilmente si sarebbe sentito quella notte in camera a guardare lo stesso mare, solo notturno, era ben netta in lui. 
Desiderava come un matto Olivier e lo faceva sentire bene, euforico, eccitato e pieno di un desiderio mai provato. 
Ma Daniel sarebbe sempre rimasto quella persona speciale, il suo primo amore. Un amore che anche se messo ormai da parte, non si sarebbe mai realmente estinto. 
“Potrò amare qualcun altro e avere altre storie, ma Daniel sarà sempre Daniel.”
Avvicinandosi alle sue spalle, gli sorrise e toccandogli la schiena lieve si beò del brividi che lo percorsero. 
Daniel sentendolo si girò di scatto e con aria risoluta ed impaziente, lo puntò subito col dito. 
- L’hai fatto o no? Sii sincero! - sbottò subito senza nemmeno salutarlo.
Alexis spalancò gli occhi irrigidendosi prima di appoggiarsi accanto a lui. Si strinse nelle spalle e poi imbarazzato scosse il capo. 
- Fatto fatto no... abbiamo fatto qualcosa, ma se parli di sesso vero e proprio, no... 
Daniel annuì come se fosse d’accordo. Non sapeva con cosa, ma era così. 
Si appoggiò alla ringhiera, gomito a gomito, e guardando il mare al tramonto, evitò con cura il viso di Daniel. 
- Allora sei in ansia perché stasera lo farete per la prima volta ed hai paura? 
Alexis non si stupì nemmeno che sapesse già tutto e ridendo stemperò la tensione che gli era venuta. 
- Sai già tutto, mi togli il gusto di confidarmi! 
Daniel rise e lo spinse con la spalla. 
- Ci conosciamo bene. 
Un anno, pensò. Era passato solo un anno, ma sembrava molto di più. 
- Non voglio farne una questione di stato ed indire tutta la sacra rota, ma avevo bisogno di un piccolo incoraggiamento... 
Daniel a quel punto lo guardò diretto e da lì vicino Alexis sentì il suo sguardo inquisitore. Sapeva che se si sarebbe girato a ricambiare, gli avrebbe letto troppo dentro, così rimase a fissare l’orizzonte. 
- Tu lo vuoi fare, no? - non si capiva se fosse una domanda od un’affermazione. Alexis ridacchiò ed annuì. 
- Certo che voglio. È solo che ho l’ansia... l’ho fatto una volta sola con un altro ragazzo ed era con te... 
Solo dicendolo si rese conto di quanto strano suonasse tutto quello e fece una smorfia. 
Daniel a quel punto cambiò posizione e si mise col gomito sulla ringhiera ed il resto del corpo rivolto verso di lui, in attesa che si voltasse e si decidesse a guardarlo. 
- Quindi cosa vuoi che ti dica precisamente? Se era un consiglio pratico sessuale Samu era più indicato... 
Fra tutti era quello con più esperienza, ma sentendo una specie di astio o durezza, Alexis si decise a girarsi e lo guardò preoccupato che ce l’avesse con lui. 
O forse sperandolo. 
Ma aveva due occhi sottili mentre lo fissava scrutandolo, lo dilaniava quando lo faceva. 
- No, non è un consiglio... non lo so cosa voglio, Dani. Voglio farlo, è la sola cosa che so. Ma mi sento così... così strano... 
Daniel sospirò mentre lui esprimeva liberamente un caos confuso. Fece attenzione a non toccarlo. 
- Sono contento che vai oltre e che te la senti di buttarti su altri. So che non sei innamorato e che non succederà nulla se non del buon sesso ed è proprio quello che ti servirà. Voglio che vai avanti, Ale. Perciò se cercavi questo da me, te lo voglio dare. 
Alexis aveva sperato fino all’ultimo in una sfuriata contrariata, in una negazione, in qualcosa, ma vedendo che invece era onesto mentre glielo diceva, che lo pensava sul serio, sorrise un po’ malinconico ed un po’ più sollevato. 
Dopotutto non si poteva tornare indietro ed in camera l’aspettava il dio del sesso. Non avrebbe potuto chiedere di più.
Se lo ripeté cercando di convincersene per non fargli vedere che aveva un po’ voglia di piangere, ma probabilmente lo sapeva. Era Daniel, dopotutto. 
Non lo toccò mai, ma gli sorrise sereno ed incoraggiante. 
- Olivier mi manda fuori di testa, non so come fa, ma è come se mi ipnotizzasse... penso che potrei riuscire a fare qualunque cosa, con lui. 
Daniel rise malizioso.
- Allora approfittane e prenditi tutto quello che riesci, non pensare a niente. Buttati e basta. 
Alexis sentendolo inarcò un sopracciglio. 
- Theo ti ha convinto? - ricordava quel dialogo in chat e sapeva che Daniel non era stato tanto convinto di loro due, al contrario di Theo, eppure ora sembrava convinto. 
Daniel rise gettando la testa all’indietro. 
- Quando si mette in testa una cosa finiamo tutti per essere influenzati da lui... ha una capacità di trasporto unica... - senza saperlo rispecchiò quello che sarebbe stato lo stato del Milan da lì ad un anno o due. Totalmente dipendete e trascinato da Theo. 
- Ma tu ne sei davvero sicuro? - insistette Alexis nell’ultimo tentativo, rimanendo davanti a lui in una posa uguale, ma a debita distanza. 
Il vento caldo si alzò scompigliando i loro capelli corti e mosse le magliette. 
Daniel lo guardò serio concentrando lo sguardo per captare ogni più piccola cosa nascosta. 
Alexis sapeva che gliele stava leggendo tutte, ma non ci provava nemmeno a mascherarle. 
- Sono convinto che è quello che ti ci vuole, che ti farà bene, perché so che sarà proprio quello che ti serve. Una distrazione completa in grado di strapparti da quello che hai vissuto questo inverno. Olivier ti farà girare la testa e ti farà dimenticare di me e ti farà sentire di nuovo vivo, felice e desiderato. 
- Olivier mi vorrà finché lo adorerò, se dovessi smettere di farlo, mi scaricherà senza pensarci troppo... 
- Per questo ti dico di prenderti quello che ti serve da lui ora che te lo vuole dare. È questo che ti serve. 
- Non una storia, uno che si innamori di me? - chiese stupito capendo cosa stava dicendo, deluso nel sentirglielo dire. Daniel scosse la testa. 
- Avrai anche quello, ma se incontrassi ora uno che ti ama, non lo noteresti mai. Non ti innamoreresti, te lo faresti scappare. Adesso hai bisogno di qualcuno che non ti faccia pensare a quello che è successo. A me. E che ti faccia sentire bene e vivo. 
Con Olivier sarebbe andata bene perché nessuno voleva una storia e nessuno avrebbe dato un briciolo d’amore all’altro, ma si sarebbero dati esattamente ciò che ad entrambi sarebbe servito in quel momento. 
Svago e divertimento. Vita pura. 
Alexis, capendolo finalmente, sorrise ma non più deluso e malinconico. Però non lo toccò e non si avvicinò cercando un contatto che fino a qualche tempo fa avrebbe disperatamente provocato. 
Dopo un po’ si voltarono entrambi verso il mare dove il tramonto era quasi finito, il vento si abbassò e si dissolse come se portasse via con sé ogni pensiero contorto o triste o vecchio, per lasciare in cambio novità e speranze. 
- Goditelo. Quelli come lui bisogna afferrarli quando li hai per le mani. Finché sei consapevole di tutto, andrà bene. 
Alexis capì che Daniel era stato contrario perché preoccupato del fatto che lui potesse prendersi per Olivier in reazione ad una fuga dalla delusione ancora un po’ viva nei suoi confronti, ma capendo finalmente quello che aveva bisogno di sapere, si era tranquillizzato dandogli la sua preziosa benedizione. 
Ovvero che non voleva buttarsi su Olivier per dimenticare lui e quindi innamorarsi e prendere tutto il pacchetto completo, specie perché in quel caso avrebbe sofferto e basta visto che parlavano di un narcisista cronico. 
Alexis voleva semplicemente tornare a sentirsi vivo, una persona vera e soddisfatta nel corpo e nella mente. Questo cercava da Olivier. 
Soddisfazione che avrebbe ricevuto di sicuro. 


Note: ci tengo solo a sottolineare che il modo in cui viene descritto Olivier è solo quello in cui lo vedono loro, ma è l'opinione di chi non lo conosce bene, perciò non fatevi ingannare da quel che scrivo in certi passaggi. (Non vorrei che qualcuno che legge e gli piace Oli ci rimanesse male) Alla prossima. Baci Akane