11. MOLTO INTERESSANTE
Avevano appena fatto la doccia ed erano in asciugamano, tutti i compagni ormai andati, loro due apparentemente soli.
Alexis continuava a zoppicare e Daniel, notandolo, disse: - Dovresti farti vedere la coscia da uno dei... - ma non finì la frase perché in quel momento entrò Theo.
Non era in divisa, era in accappatoio.
Il signorino si era fatto una nuotatina in piscina con Samu e Brahim, infatti c’erano anche loro con lui che facevano chiasso ridendo e gridando come bambini. Ma Daniel aveva notato solo Theo e Alexis se ne era accorto. Ridacchiando si affrettò a vestirsi, mentre dentro di sé quella confusione emotiva esplodeva rendendolo pesante e difficile.
Non poteva affrontarli ora, non insieme, non in quel momento.
- Sai, forse hai ragione... - disse infilandosi le ciabatte. Daniel nemmeno lo guardava.
- Mmm? - fece perso che ancora fissava sfacciato Theo.
Alexis ridacchiò buttandosi un asciugamano piccolo sulla spalla.
- Credo che andrò subito dai fisioterapisti a farmi vedere.
- M-hm... - rispose l’amico senza rendersi conto di cosa gli aveva detto e tanto meno che se ne era andato.
Theo aveva ovviamente notato la presenza di Daniel lì nello spogliatoio, seduto nella panchina con l’asciugamano alla vita.
Aveva fatto la doccia, il suo giovane corpo di diciannovenne era lucido di acqua, i capelli bagnati e lui lì, seduto, immobile a fissarlo impunemente, diretto, sfacciato.
Gli occhi così simili a quelli di Paolo, anche se di una tonalità un po’ più scura, ma il taglio così uguale al suo, i lineamenti così simili eppure diversi nei dettagli, nei particolari.
Era lui, era Daniel, non Paolo.
Ed ora lo stava fissando senza paura, diretto, sfacciato.
A Theo venne subito duro.
Gli piaceva sempre più.
Dopo la settimana senza vederlo si era chiesto con ossessione come sarebbe stato rivederlo, poi in allenamento se l’era trovato davanti, ma non avevano avuto praticamente contatti, niente di che. Non si erano nemmeno parlati. Daniel l’aveva ignorato come ce l’avesse ancora con lui, troppo preso da Alexis, appiccicato al suo fedele Lorenzo e ad altri compagni del suo giro.
Ora invece stava lì, mezzo nudo, bagnato, a fissarlo.
Theo ne era turbato ed eccitato insieme. Era come se lo sfidasse a fare qualcosa, come se gli chiedesse di dimostrargli se lo voleva ancora, se voleva lui o suo padre.
Ma all’idea di distinguere le due cose, andò di nuovo in confusione e di nuovo come quella sera non si rese più conto se volesse Daniel perché così simile a suo padre oppure in realtà perché era semplicemente lui stesso.
“Non essere stupido, ti ha attratto perché era figlio di Paolo e te ne sei reso conto improvvisamente dopo mesi.”
Ma mentre ci pensava rimanendo in piedi con l’accappatoio senza fare niente di particolare, né vestirsi, né calcolare i suoi amici, i suddetti in un maestoso quanto curioso silenzio si affrettarono a vestirsi per andarsene alla chetichella. Ridacchiando e scambiandosi occhiate significative, divertiti come due bambini delle elementari.
Del resto Theo e Daniel si guardavano come se non ci fosse nessuno lì, come se il mondo non esistesse, come se Samu e Brahim fossero svaniti nel nulla.
Davanti ad uno sguardo simile, c’era poco da fare.
Daniel era come ipnotizzato da Theo, non se ne rendeva conto. Lo stava squadrando da cima a fondo e prima di accorgersene era lì a mangiarselo, ricordandosi di come era stata quella sera a casa sua. Con la camicia aperta, i pantaloni slacciati.
Theo capendo a cosa pensava, catturato a sua volta dai suoi occhi così concentrati e seri, infilò il dito nella propria cinta dell’accappatoio e tirò fino ad aprirselo.
Avevano fatto diverse volte la doccia insieme, ma non si erano di certo mai guardati, non si erano mai interessati uno all’altro.
Però l’altra sera la mano di Theo aveva toccato l’erezione di Daniel e l’aveva fatto venire e per poco non aveva fatto il resto.
L’aveva lasciato sul più bello, insoddisfatto.
Duro, dritto.
Quasi come ora.
Daniel scivolò con lo sguardo nel suo inguine parzialmente coperto. L’accappatoio era aperto ma ancora addosso e gli lasciava intravedere abbastanza, desiderandolo.
Oh, sì che lo voleva.
Proprio come quella sera.
Una consapevolezza improvvisa. Crudele.
Ingestibile.
Daniel si alzò e lo raggiunse camminando piano, senza nemmeno rendersene conto.
Adesso viveva cogliendo le occasioni, ma aveva giurato che non l’avrebbe più fatto con lui fino a che avrebbe voluto suo padre.
Perché lo stava facendo?
Lo voleva così tanto, tutto d’un tratto?
Un piccolo assaggio e diventava un’ossessione?
Finché non tocchi, non sai cosa vuoi e quanto lo vuoi?
Theo rimase immobile mentre le dita di Daniel presero un lembo dell’accappatoio, lo scostò. Gli occhi sul suo membro ora più eccitato. Si leccò le labbra voglioso, immaginò come potesse essere toccarlo, voleva farlo ma non era giusto.
Non si sarebbe mai perdonato.
Theo era in fissa con suo padre, non con lui. Era quasi come avere i suoi scarti, in un certo senso.
Non poteva approfittare così, non era fatto in quel modo.
Tornando dolorosamente e faticosamente in sé, Daniel lasciò la stoffa e si mosse all’indietro ritornando sul suo viso. Un viso tanto bello quanto sconvolto dalla sua scelta di non toccarlo nemmeno.
Di nuovo l’aveva fatto desiderare e poi l’aveva abbandonato così sul più bello, totalmente insoddisfatto.
Gliel’avrebbe pagata, prima o poi.
Daniel comunque non disse nulla, si voltò, si tolse l’asciugamano dalla vita mostrandogli solo i suoi glutei sodi e si vestì come se Theo non fosse minimamente lì.
Non si parlarono, non ebbe la forza di dire nulla. Del resto non sapeva cosa dire.
Voglio te, non tuo padre? Ma era vero? Poteva mentire solo per farselo?
Comunque alla fin fine sarebbe stato solo il figlio del suo idolo, tutto ciò a cui poteva ambire.
Ma era vero?
Quell’atteggiamento passivo aggressivo, quel suo essere così forte e deciso, le idee chiare, sfacciato ed impavido.
Una forza di volontà tale.
In quel momento più che mai Theo iniziò a distinguere molto bene il padre dal figlio e ciò che vedeva, mentre Daniel se ne andava col borsone d’allenamento in spalla, gli piacque non poco.
“Interessante...” si disse compiaciuto guardandolo con un sorrisino, leccandosi le labbra.
“Molto interessante!”
Era il 31 dicembre e l’occasione era un brindisi con gran parte della società del Milan e tutti i giocatori arrivati una volta finiti gli allenamenti mattutini. Era una bicchierata per gli auguri delle feste appena passate al posto del normale pranzo di natale che quell’anno, per via delle molte restrizioni, non avevano potuto fare.
Perciò erano praticamente tutti lì.
Tutti.
- Il mio problema è l’approccio, arrivare al letto insomma... poi credo che una volta che siamo lì sarà tutto più facile... anche se non l’ho mai fatto!
Brahim stava mettendo sotto torchio Samu per capire come facesse a farsi subito chiunque volesse senza nemmeno mezza fatica, quando lui invece a parte che parlare con qualcuno che gli piaceva, non riusciva a fare di più.
- Se il problema è l’approccio posso darti lezioni, ma ognuno ha il suo metodo. Dipende da come sei fatto. O sei sfacciato come me e ti poni come una puttana, mettendo in chiaro che sarà solo sesso e niente altro, nessun impegno insomma, oppure fai come Theo.
Brahim si scostò e guardò Theo lì con loro, interessato.
- E come fa lui?
Samu alzò le spalle continuando a parlare come un guru.
- Te lo lavori piano portando la preda alla follia.
Theo che lo guardava curioso per capire come lo vedesse il suo amico, rise. Con lui non riusciva a fare diversamente.
- È questo che sto facendo secondo te? Lo sto portando alla follia?
Samu annuì, non serviva dire di chi si parlava, ma Brahim tornò a guardare Daniel alle prese con una conversazione fitta con il padre.
- In un attimo gli hai aperto un modo a cui non aveva mai pensato...
- Come fai a dirlo che glielo ho aperto io?
- Piuttosto non è il contrario? - fece invece Brahim senza peli sulla lingua, dicendo semplicemente quel che gli passava improvvisamente per la testa.
- Cioè?
- Cioè mi pare che sia Daniel che fa impazzire Theo... e non credo nemmeno lo faccia con intenzione! Credo sia un suo talento naturale!
Theo fece il broncio a Brahim in modo infantile, non apprezzando la luce in cui l’aveva messo e preferendo quella in cui l’aveva messo Samu. Tuttavia invece di rispondere in modo sagace per smentire l’idea che fosse lui ad impazzire dietro a Daniel, si perse a fissarlo insistentemente ed anche in modo inquietante. Tanto da non accorgersi di rimanere solo.
Nel perdersi nel mondo dei Maldini una domanda tornò presto a tormentarlo. Una domanda che aveva messo a tacere per giorni ma che ora, vedendo padre e figlio insieme per la prima volta, si rese conto che non era trascurabile.
“Sono davvero molto legati... e se Daniel ha già detto a Paolo di me? Sembrano quel genere di padre e figlio che si dicono tutto... o se non l’ha fatto, magari potrebbe dirlo... dopotutto Paolo non mi ha ancora cagato, ero il suo preferito fino al 23 Dicembre! Ed ora? Ora non mi calcola... potrebbe già avergli detto che ho cercato di saltare addosso al suo piccolo gioiello! Potrebbe odiarmi! Potrebbe star progettando la mia vendita. Potrebbe... “
Ma all’ennesimo ‘potrebbe’ vide proprio Paolo staccarsi dal gruppo di suo figlio per raggiungerlo, vedendolo solo.
A Theo venne un’impennata improvvisa, spalancò gli occhi e si fece aria con i pantaloncini allargandoli il più possibile, contemporaneamente si abbassò la felpa che indossava sperando di coprire abbastanza il proprio inguine.
A prescindere da quello che provava e voleva da Daniel, sicuramente era ancora perso al cento percento da Paolo e su questo non ci pioveva!
Appena l’ebbe davanti, il cuore prese a battergli così forte da non fargli sentire nulla delle sue parole, solo il suono della sua voce calma e maschile. Così sicuro di sé, così tranquillo in ogni suo gesto e modo.
Paolo dovette ripetere e alla seconda volta, Theo riuscì a sentire e fu peggio perché gli aveva appena detto che lo avrebbe premiato come giocatore del mese di Dicembre, annuncio che sarebbe stato rivelato comunque ai primi di Gennaio.
- Faremo oggi la foto anche se siamo al 31 Dicembre, ma lo annunceremo circa a metà Gennaio, perciò sai che devi tenertelo per te...
Theo annuì come se un arcangelo gli avesse appena rivelato che avrebbe partorito il figlio dell’Altissimo.
Era un premio che veniva assegnato all’interno del club una volta al mese, al giocatore migliore di quel periodo.
Era bello riceverlo per la prima volta, ma era ancora più bello ricevere qualunque cosa da Paolo. Doveva accontentarsi di un premio, ma avrebbe di gran lunga preferito altro.
Dopo i suoi sogni ad occhi aperti dove il suo cervello si spense totalmente e di conseguenza in seguito alla foto della consegna del premio che avrebbero pubblicato il mese successivo, con la stretta di mano che Theo non si sarebbe mai più lavato, si ritrovò a rispondersi da solo alla domanda che prima si era fatto.
“Se ce l’aveva con me non mi avrebbe premiato, no? Sembrava il solito, quando mi incontra è sempre così carino e gentile... non penso che se Daniel gli avesse detto che cercavo di farmelo perché sono innamorato di lui, mi avrebbe trattato così bene...”
Era ancora spossato e perso su una nuvoletta, quando quei pensieri si formarono nella mente cercando di riportarlo coi piedi per terra.
“Certo però potrebbe sempre farlo da un momento all’altro... se Daniel si confida col padre io sono finito!”
Con quest’altro pensiero, Theo finì bruscamente a terra stile caduta libera, fortemente traumatizzato.
“Ok, devo parlargli. E seriamente!”
Così pensando, col panico che cresceva strisciante in sé, prese il telefono e scrisse un messaggio a Daniel dicendo che doveva seriamente parlargli di una cosa importante e che giurava di non provarci con lui.
Daniel, dall’altra parte della sala, guardò Theo che aspettava un suo assenso, così gli fece il cenno di andarsene da lì e il giovane stringendo le labbra con gli occhi carichi di un caos apocalittico che distinse anche da così lontano, annuì suo malgrado.
Note Finali: È vero che relativamente a quel periodo (dicembre 2020, il 31 dicembre avevano fatto una bicchierata di Natale a Milanello, al posto della consueta cena che si fa di solito ogni anno in quel periodo con tutti. E lì Paolo e Theo avevano fatto la foto del giocatore del mese di Dicembre, ufficializzato poi più avanti a Gennaio. La foto è proprio quella incriminata.