*Dani e Theo hanno finalmente fatto sesso e come è normale, specie per un ragazzo alla sua prima volta con un altro ragazzo, chiede qualche sicurezza. Peccato che Theo non sia il migliore ad esprimersi e a pensare. Buona lettura. Baci Akane*
19. LIMITI MENTALI
Aveva ragione.
Dopo un’ora la risposta di Theo allo sguardo inquisitore di Daniel non fu migliore di quella che avrebbe dato a letto.
Erano tornati dal risveglio muscolare e dalla colazione, perciò erano di nuovo in camera per prepararsi per la riunione tattica che si sarebbe svolta durante la mattinata.
Così quando Theo si ritrovò il viso inquisitore di Daniel, le sopracciglia alte e le mani ai fianchi nella sua tipica posa d’attesa, il giovane francese sospirò e mordendosi la bocca rispose sorridendo.
- Senti... succederà quel che desideri!
Dalla sua faccia capì d’averla detta male. O d’aver detto proprio la cosa sbagliata. Così si affrettò ad aggiungere qualcosa nel disperato tentativo di correggere un tiro errato.
- Insomma, è quello che volevi che fosse. E sarà ciò che vorrai.
Pensava che così andasse meglio. Della serie ‘vedi tu, per me è uguale io mi adatto’.
Fu come sventolare un drappo rosso davanti ai suoi occhi.
- Dio, come sei idiota! Sapevo che non dovevo fare un cazzo con te! Per me sei morto!
Con questo uscì sbattendo la porta.
Theo rimase a fissare l’uscio grattandosi incerto la nuca.
- Ma cazzo, non gli va mai bene niente!
Ovviamente i limiti mentali erano una cosa difficile da superare, specie se si era da soli.
Alexis e Samu si stavano cambiando e preparando per la riunione che non sarebbe stata in tempi eccessivamente brevi, quando si ritrovò Theo piombare in camera con aria disperata e allucinata.
Bussò rumorosamente, Alexis aprì di corsa e lui entrò come un uragano, si piazzò in mezzo alla camera e a braccia spalancate e l’aria allucinata, lo guardò.
- Ma tu me lo devi spiegare, che non riesco più a capirlo!
Alexis ci mise un istante a capire.
- Daniel?
Theo annuì convulsamente sempre più fuori di sé, l’aria da pazzo.
- Ma è andata bene o male?
Dopotutto avevano passato l’intera notte insieme e a colazione non avevano emesso parola, ma non erano sembrati furiosi uno nei confronti dell’altro.
- E che ne so io? Vai a capirlo! Abbiamo scopato, finalmente, poi stamattina mi ha chiesto cos’era stato, io gli ho detto che era quello che voleva e lui mi ha detto che avevamo chiuso! Che cazzo vuole, lo sa?
Samu chiuse gli occhi coprendoseli con la mano, mentre Alexis impallidì sconvolto.
- Davvero gli hai detto così?
Theo annuì alzando le spalle senza trovarci nulla che non andasse.
- Sapevo che avrei sbagliato se avessi detto qualunque cosa, allora ho lasciato decidere a lui. E non gli è andato bene comunque! Secondo me è il primo a non avere le idee chiare!
Samu si coprì il viso anche con l’altra mano appoggiandosi drammaticamente al muro teatrale, innervosendo Theo che li guardò esasperato.
- Si può sapere che ho sbagliato?
A quel punto Alexis non sapeva nemmeno come dirglielo per essere carino come sempre.
- Tu... ecco... Dio Santo, Theo, tu hai sbagliato tutto!
Theo fece per ribattere infervorato e difendersi, ma poi si rese conto di cosa gli aveva detto e ci rimase male.
- Davvero?
Alexis sospirò e si strofinò il viso guardando in alto alla disperata ricerca di un illuminazione per fargli capire cosa aveva sbagliato. Quello aiutò molto il suo animo a capire che aveva sfiorato un proiettile e che se si fosse messo lui con Theo, avrebbe probabilmente sofferto un sacco. Quel ragazzo era tanto bello quanto insensibile.
- Theo... tu non... tu non puoi dire a qualcuno che fa sesso con un ragazzo per la prima volta, che è stato quello che lui voleva fosse... se uno fa sesso per la prima volta, specie se con uno del suo stesso sesso, sicuramente non è facile...
- Era la prima volta anche per me, non ho fatto tutti questi drammi! È stato dannatamente facile! Ed anche bello! E pure per lui, credimi che gli è piaciuto! - sbottò arrabbiato, bisognoso di puntualizzare il dettaglio. Samu a quel punto si buttò sul letto mettendosi a ridere.
- Dio, quanto ti amo, Theo! Non lo immagini nemmeno! Se mai dovessi annoiarmi verrò da te!
Theo gli fece il dito medio ignorandolo per poi avvicinarsi inquietante ad Alexis, per capire di che diavolo parlava.
- Perché far scegliere a lui era sbagliato? - insistette. Alexis scosse il capo immaginando un Daniel furioso bisognoso di uno sfogo e di un amico, a maggior ragione in assenza di Lorenzo. Con Sandro e Rafael non si era confidato su certe cose e loro non sapevano proprio tutto, perciò sicuramente aveva bisogno di lui. Iniziò a raccogliere le proprie cose per sbrigarsi ad uscire.
- Tu forse non sei normale, ma la gente in generale quando si concede per la prima volta ha bisogno di sicurezze. Ha bisogno di sapere cosa prova l’atra persona, cosa vuole, perché l’ha fatto... se dici che per te è uguale, significa che in realtà non te ne frega niente... e dirlo come l’hai detto tu è una presa per il culo! Paradossalmente era meglio dire che era stata solo una scopata e basta. Lui l’avrebbe accettato meglio. Ma così... Theo, così per te stare con lui o meno è assolutamente uguale. È come se non ti importasse nulla, anzi peggio... non so, non riesco a spiegartelo meglio di così! Samu, a te la palla!
Con questo Alexis sgattaiolò fuori lasciando quell’esemplare di essere vivente nelle mani di Samu, che ormai steso sul fianco si reggeva la testa con la mano, il gomito piegato e l’aria di chi si sentiva al cinema.
- Sarei una palla, ora? - ribatté Theo ancora interdetto su tutto quanto. Samu rise scuotendo la testa.
- Sei proprio un caprone insensibile, non vai bene per uno con le idee così chiare come Daniel...
Theo si sedette sul bordo del letto con il broncio.
- Se ha le idee chiare perché non le ha condivise?
- Perché doveva testarti, ed ha fatto bene. Hai dimostrato di non sapere cosa vuoi e che comunque non te ne importa.
- Non è vero che non me ne importa...
Theo cercava di capire per primo la situazione, sé stesso, Daniel... ma non era facile, era troppo presto, troppo a caldo.
- Se te ne importava avresti cercato di convincerlo che volevi provarci davvero. O che ti serviva tempo per riflettere. A te andava bene tutto, avresti fatto scegliere a lui perché tanto ormai avevi avuto ciò che volevi davvero, scopare con lui. Ma così è come non volere niente.
- Non è così... - tentò ancora Theo amareggiato, sentendosi una persona orribile ora che Samu glielo spiegava così semplicemente. L’amico a quel punto, diretto e amaro, alzò la mano fra loro e sparò crudo e nudo, la sola lingua che Theo poteva capire.
- Tu non sai cosa vuoi o avresti lottato per averlo. Sapevi solo di voler scopare almeno una volta con lui, e l’hai ottenuto. Per il resto boh, non ne hai idea, Theo. E questo è molto peggio che dire a qualcuno che era solo uno sfizio. Specie se invece quella persona ci teneva. E da quello che ha detto Alexis mi sa che Daniel ci teneva...
Solo lì, solo a quel punto Theo capì cos’era successo, cosa aveva fatto. Solo lì si ritrovò davanti allo specchio e vide la propria orribile immagine. Capì che a quel punto era un vero problema e quanto lo era. Specie perché in realtà non era vero che non gli importava di Daniel, che era uguale continuare o meno e che non contava se lo feriva. Capì che non era per niente uguale smettere di vederlo, toccarlo baciarlo.
Si rese conto solo a quel punto che non aveva mai pensato a suo padre nemmeno un istante dalla sera precedente, quando avevano discusso prima di fare sesso.
Sembrava che il cervello dovesse uscirgli dal cranio, mentre martellava le pareti. Daniel strinse gli occhi forte massaggiandosi le tempie facendo forse peggio, rannicchiato in un angolo del bagno vicino alla sala conferenze messa a disposizione della squadra da parte dell’hotel che li ospitava.
Se ne era andato dalla camera impulsivamente senza sapere dove nascondersi, sperando di non incontrare nessuno, bisognoso di pensare e riflettere.
Ma forse stava peggiorando la situazione, sentendosi un idiota patetico, lì rannicchiato sulla tazza di un water più pulito della sua macchina. Il profumo di cloro indicava che le pulizie erano avvenute da poco, ma il suo cervello non registrava niente se non il silenzio di quel bagno.
Non voleva piangere, si stava sforzando di non farlo, mentre si sentiva un idiota patetico ad aver sperato in qualcosa, dopo aver ceduto a Theo.
Aveva tenuto così tanto duro ed alla fine si era concesso e non aveva significato nulla, ma l’aveva saputo che sarebbe potuta andare così. Che per lui era solo uno sfizio e basta. Quello che gli bruciava non era quell’eventualità, bensì il fatto che lui non volesse assolutamente nulla.
Se gli avesse chiesto di provare a stare insieme gli avrebbe detto di sì, quando dentro di sé per Theo sarebbe stato uguale anche non fare più nulla ed essere solo amici. Come poteva essere tanto indifferente per qualcuno che invece fino alla sera prima aveva fatto il matto pur di averlo?
Come aveva potuto farsi prendere in giro in quel modo?
La porta sbatté indicandogli che qualcuno era entrato di corsa, dopo di quello sentì che tutte le altre dei bagni interni iniziavano ad aprirsi a raffica, sbattendo.
Alla fine giunse a quella in fondo, la sua, ed il visino dolce e preoccupato di Alexis fece capolino. Appena lo vide sospirò di sollievo guardando in alto come a ringraziare il Cielo, infine si precipitò in ginocchio davanti a lui e lo abbracciò di slancio senza dire nulla.
Daniel, sorpreso della sua reazione, rimase rigido qualche istante, senza parole, fino a che iniziò ad ammorbidirsi e rannicchiarsi contro il suo collo, accettando quell’abbraccio tanto spontaneo, caldo e bello.
- Ero così preoccupato che non sapevo dove eri, poi ho pensato che per nasconderti magari avresti scelto uno dei bagni del corridoio... - spiegò come se fosse necessario.
Avrebbe mandato via chiunque ma non lui. Non disse nulla, limitandosi ad afferrare la sua maglia e premersi sopra. Non voleva piangere e stava riuscendo nel suo intendo di riprendersi. Ora respirava meglio, si sentiva sempre un patetico idiota, ma era un patetico idiota che non piangeva e che respirava.
- Sono così stupido... - iniziò piano, sommesso. Alexis scosse il capo mentre le mani gli proteggevano la testa tenendolo contro di sé, i brividi lungo tutto il corpo, gli occhi stretti, concentrato nel disperato tentativo di controllare tutto e non perdere il controllo.
Non doveva, non in quel momento, era tassativo rimanere in sé.
- Non sei stupido, è solo che volevi che per lo meno dimostrasse di sapere cosa voleva. È il minimo...
Daniel non si stupì che sapesse già tutto, avendo passato la notte con Samuel, probabilmente Theo era andato a raccontare in cerca di spiegazioni. Sapeva anche che gli aveva di sicuro detto già tutto lui.
- Mi sarebbe andato bene che mi dicesse che voleva solo togliersi lo sfizio e che a lui bastava rimanessimo amici. Quello che mi brucia è che non vuole nulla, in realtà. Ma proprio nulla. Stare con me, essere amici, scopare, non parlarci più per lui è assolutamente uguale! Come può non volere nulla? Sono come chiunque altro? Non sono nessuno? Alla fine ha fatto tutto quello per cosa? Io non riesco a sopportarlo, sono furioso!
Daniel iniziò a sfogarsi tirando fuori tutto quello che l’aveva dilaniato, che si agitava dentro e a quel punto Alexis lo separò da sé prendendogli il viso fra le mani, poi rimanendo inginocchiato a terra, un po’ più in basso rispetto a lui che era seduto sulla tazza del water, lo guardò apprensivo, dolcemente e sicuro.
- Non sapere cosa vuole non significa che non vuole niente... sì, ha le idee confuse, ma non significa che non prova o non vuole...
Cercò di mostrare le cose sotto una certa luce, una migliore da digerire. Ed anche se in quel momento lui aveva avuto in mano le sorti di Daniel, anche se avesse potuto benissimo remare contro Theo, Alexis aveva solo avuto una cosa in mente, essenziale.
Far stare meglio Daniel, lui e la sua felicità. E se credere che Theo non provasse nulla era così terribile, allora avrebbe fatto quello che era giusto.
Daniel non sapeva se quello che stava dicendo Alexis era vero e nemmeno se lo potesse aiutare, ma i suoi occhi così dolci e caldi iniziarono a farlo sentire meglio e così chiudendo i propri appoggiò la fronte alla sua e sospirando rimase a sincronizzarsi con lui e col suo animo così buono e corretto.
- È solo uno stronzo, adesso che mi ha scopato può andare a fare in culo, se mi guarda e mi parla di nuovo lo uccido. - disse alla fine, rimanendo lì in conforto con la fronte sulla sua.
Non sapeva bene come risolvere la situazione, sapeva solo che doveva tentare. Che di nuovo toccava a lui fare qualcosa e consapevole che avrebbe sbagliato come era successo fino a quel momento, Theo ci provò lo stesso.
Dopo averlo cercato senza successo per tutto l’hotel, l’attese nella sala conferenze messa a loro disposizione, dove avrebbero fatto la riunione tattica di squadra. Quando finalmente lo vide arrivare a riunione quasi iniziata, Theo fece per alzarsi e andare da lui, ma lo fermò Samu che indicò il mister in procinto di iniziare a parlare.
- Non è proprio il momento... - sibilò coscienzioso.
- Ma dopo lui scapperà ancora... - rispose allo stesso modo.
- Non potrà scappare per sempre.
Comunque Samu sapeva che Theo non aveva ancora le idee chiare su come comportarsi con lui. Prima in quelle condizioni aveva combinato un disastro, non imparava mai dai suoi errori, invece di schiarirsi le idee e capire per bene cosa provava e cosa voleva, lui andava e si buttava a caso.
Così non funzionava con uno come Daniel.
Per quanto giovane aveva un carattere molto forte e deciso. Occhieggiarono entrambi verso l’ultima fila e videro Daniel accompagnato da Alexis sedersi insieme. Lo sguardo di Alexis era strano ma ricambiò il loro e gli fece un cenno che non capirono. Poi notarono la mano di Daniel cercare di nascosto quella di Alexis che non la respinse. Theo si aggrottò trovandolo strano, Samu si accese d’interesse.
“Cazzo, le cose si fanno intriganti... vuoi vedere che ora Daniel si mette con Alexis per ripicca o perché trova Alexis più maturo di Theo e quindi il nostro piccolo belga ci fotte tutti?”
Tornando al mister che iniziava a parlare senza che il proprio cervello registrasse una sola mezza parola, si chiese se in quell’assurda eventualità avrebbe potuto nutrire qualche speranza.
Non osava nemmeno immaginarlo.
Sapeva di non poter ambire in alcun modo a Theo se non come ad un amico. Se si era fissato prima con Paolo e poi con Daniel significava che il suo genere era di un certo tipo.
Quale, poi, non gli era chiaro.
“Forse quelli impossibili che non lo ricambiano o che peggio nemmeno lo considerano... magari per essere notato da lui dovrei fare lo stronzo ed ignorarlo, respingerlo insomma...”
Provò a pensarci e capì subito che non ne sarebbe comunque mai stato capace, perciò a quel punto tanto valeva lasciar perdere qualunque immagine mentale che poteva solo ferirlo.
Le loro dita intrecciate fra i sedili vicini della sala, mandarono totalmente in tilt Alexis che non capì mezza parola delle tattiche proposte dal mister. Parlava loro della squadra che avrebbero affrontato quel giorno, il Bologna, ma in quel momento Alexis non ricordò nemmeno i giocatori principali a cui fare attenzione.
La sua completa attenzione era totalmente concentrata unicamente su Daniel e sulla mano stretta alla propria, su come le loro dita erano intrecciate e su quel calore che emanava il suo amico.
A volte Daniel era incomprensibile anche per lui, in certi casi il solo a capirlo era Lorenzo, ma non poteva di certo scrivergli per chiedergli spiegazioni. Di sicuro non l’avrebbe interrotto e non gli avrebbe chiesto nulla.
Una cosa aveva capito di lui in quei mesi di amicizia serrata. Daniel era imprevedibile, da lui ti potevi aspettare di tutto.
Non avrebbe mai chiesto il motivo di tutti quei gesti, ma se li sarebbe tenuti tutti stretti dentro di sé, l’avrebbero riscaldato tutte le volte che ne avrebbe sentito la mancanza, poiché aveva appena capito, nel modo più imprevedibile possibile, che provava qualcosa per Daniel.
Note finali: Theo non è il massimo nella comunicazione verbale, per di più è uno che prima si butta e poi forse pensa, perciò nel momento in cui deve dare qualche risposta circa le sue intenzioni, finisce per fare danni senza volerlo realmente. Non è un cattivo ragazzo, ha solo qualche difetto, ma saprà crescere, maturare e soprattutto riscattarsi. Nel frattempo, piccolo colpo di scena su Alexis. Come si evolveranno le cose adesso che Daniel è ferito e furioso con Theo e cerca affetto e, forse, vendetta? Nei capitoli successivi ogni cosa avrà il suo approfondimento e si capirà meglio, sia Theo, che Daniel, che Alexis. In tutto questo io continuo ad adorare tutte le volte che ho inserito Samu! Grazie a chi mi segue. Baci Akane