*Dopo le presentazioni dei due protagonisti, vediamo la loro prima seria interazione. Per quanto seria possa essere quello che avviene precisamente prima della pausa invernale nel dicembre 2020, dopo essere diventati campioni d'inverno. La cosa più bella che leggerete oggi è comunque l'interazione di Theo coi suoi due fedelissimi, ed in particolare con uno di loro. Samu e Brahim. Buona lettura. Baci Akane*
2. UN INENARRABILE FIGURA DI MERDA
- Non mi laverò più! - esordì Theo entrando negli spogliatoi di San Siro dove ormai già la maggior parte era a lavarsi e vestirsi dopo aver fatto un gran casino e festeggiato. Quella sera, con quella vittoria, erano diventati campioni d’inverno. Finivano il 2020, l’anno peggiore di sempre per la storia del mondo, in testa alla classifica. Un traguardo storico per il club rossonero abituato ad arrancare nei bassi fondi e, nel meglio che potesse capitare, a metà classifica!
- Spero proprio di sì invece! - rispose prontamente Samuel fissandolo con occhi sgranati e aria schifata.
- No! Non se ne parla! Mi ha abbracciato Paolo! - disse senza peli sulla lingua. Samuel arricciò il naso ancor più schifato togliendosi anche gli shorts dopo la maglietta ed i calzini. Era infatti ormai pronto per la doccia.
- Non starò mai vicino ad uno che puzza come una capra!
Così dicendo prese il bagnoschiuma dalla sua busta di plastica e glielo schizzò contro. Theo ridendo gli saltò addosso per restituirgli il liquido denso e profumato che, al momento, sembrava schizzo di sperma. Samuel gridò in modo poco mascolino, come un bambino piccolo, cercando di divincolarsi e in breve intavolarono una lotta all’ultimo sangue uno contro l’altro.
- Questa me la paghi! - disse Samuel con Theo montato sulla schiena nuda coperta di tatuaggi e tutto sudaticcio per la partita appena giocata.
- Me la paghi tu! Non posso lavarmi, mi ha abbracciato Paolo! - fece l’altro gridando a squarciagola mentre gli stava sopra come un koala troppo cresciuto.
- E cosa c’entro io con il tuo essere puzzolente?
Samuel girava su sé stesso cercando di farlo scendere, ma finì solo addosso al povero Brahim, il malcapitato di turno che, ovviamente, era sempre matematicamente dove erano loro. Al cento percento.
Ma se Samuel e Theo avevano una certa presenza fisica, Brahim a momenti nemmeno lo si vedeva dal basso dei suoi 171 centimetri!
Infatti finì per cadere come un fuscello, non senza essersi tirato dietro i due bambinoni che, incontrando un ostacolo, cioè LUI, rovinarono a terra rumorosamente e dolorosamente rischiando, fra l’altro, di rompere qualche osso al poverino.
Le risate intorno a loro si levarono a causa di una delle loro tipiche scenette, mentre c’era chi correva premuroso a controllare che Brahim fosse vivo, preoccupato per il povero malcapitato.
Theo e Samu si sgrovigliarono ridendo come matti, rimanendo seduti a terra vicino ad un dolorante Brahim, assistito da un dolce e premuroso Alexis, uno dei pochi lì dentro ad avere un buon cuore.
- Ragazzi, ma potevate ucciderlo! - disse ridendo il ragazzo dai capelli biondi ancora bagnati e spettinati per la doccia appena fatta. Loro due stavano per rispondere quando Rafael si buttò loro addosso come in un’ammucchiata di Wrestling, tirandosi dietro totalmente a caso Daniel e Lorenzo lì nei dintorni, uccidendo definitivamente il povero piccolo Brahim Diaz.
Il quale, comunque, morì ridendo. Perché lui rideva sempre e questo era sostanzialmente tutto ciò che contava.
- Ma Paolo chi? - chiese incuriosito Daniel, ancora a terra a carponi, dopo essere miracolosamente sopravvissuto.
Theo impallidì a quella domanda fatta proprio da lui. Solo lì realizzò un piccolo dettaglio.
- Eh? - fece finta di non capire il francese che comunque aveva sempre giocato in Spagna prima di approdare fra le fila del Milan.
- Hai detto che non ti laverai perché ti ha abbracciato Paolo... mica intendi mio padre, vero?
Ovviamente Daniel non era stupido, anzi.
Theo, anche lui per terra a poca distanza dal giovane Maldini, avvampò realizzando, appunto, che era figlio di Paolo, il suo idolo di sempre e attuale direttore tecnico del Milan.
- N... noooo...- disse allungando la o finale in un inequivocabile ‘certo che sì!’ Non sapeva dire bugie, specie se con gente imparentata a Paolo Maldini. E lui, per l’appunto, ne era il figlio. Il figlio!
Daniel Maldini. Il figlio di Paolo. Il terzino che aveva da sempre ammirato essendo lui nel suo stesso ruolo. Il motivo per cui aveva accettato di venire al Milan dopo aver giocato e vinto col Real Madrid. Non che l’avesse fatto da protagonista, ovviamente, ma comunque i due mondi erano ben diversi. Tranne che per un dettaglio.
Paolo Maldini dirigeva il Milan, non un altro club.
Daniel a quel punto gli scoppiò a ridere in faccia dimostrando scarsa sensibilità, procurando un trauma emotivo al povero terzino milanista che rimase lì seduto a terra con l’aria di un tenero cucciolo maltrattato. Ormai non sapeva più come rimediare per non perdere la faccia. Quella era bella che andata.
- Dai, perché non me lo hai detto? Posso organizzare qualcosa da me! Vuoi che ti porto qualcosa di suo? Non glielo dico, lo faccio di nascosto, sai? Non è la prima volta che me lo chiedono, lo faccio volentieri!
Se in un primo momento Theo ebbe l’istinto di rifiutare e scappare a gambe levate da quell’enorme inenarrabile figura di merda, ci ripensò e finì per strisciare verso il ragazzo di diciannove anni che aveva il viso tanto, ma tanto identico a quello del padre. Gli prese le mani e mentre rosso come un pomodoro ed emozionato all’idea di toccare consapevolmente le mani del figlio di Paolo - il fatto poi che ci giocasse insieme da mesi non era la stessa cosa - rispose con enorme sfacciataggine:
- Lo faresti davvero?
Daniel, ritrovandosi il suo viso a due centimetri dal naso, si bloccò e si sforzò di non sfilare le mani imbarazzato. In un attimo capì come doveva essersi sempre sentito suo padre alle prese coi fanatici tifosi.
- Q-quale parte? Regalarti qualcosa di suo o invitarti a cena da me?
Theo per un momento soppesò l’idea, molto seriamente, di andare a cena da lui e si immaginò a casa di Paolo con lui in abiti informali a conversare amabilmente come niente fosse.
Per poco non gli uscì sangue dal naso e scuotendo il capo convulsamente, lasciò di schianto Daniel il quale, sollevato dal non finire violentato da Theo per colpa di suo padre, si alzò in fretta per evitare di ritrovarselo di nuovo addosso.
- Il regalo...
Daniel sorrise divertito, tornando a ridersela come prima, ed annuì.
- Andata!
Theo saltò in piedi incredulo di poter avere qualcosa di Paolo Maldini per davvero e tornò ad appiccicarglisi addosso.
- Tu sei serio?
Daniel annuì iniziando a maledirsi. Theo non sembrava in un primo approccio così ossessivo, anzi... era allegro e casinista, ma ossessivo no. Non gli dispiaceva in quelle vesti, ma lì così fanatico e appiccicoso era davvero inquietante.
- Certo che lo sono! Ti porterò qualcosa di suo... ormai dopo le pausa invernale, ma lo farò!
Theo annuì felice di sentirglielo dire e ancora al settimo cielo e con aria sognante esclamò: - Ed io in cambio ti... ti... - poi si fermò e si aggrottò guardandolo perplesso. - Cosa vuoi in cambio?
Daniel, del tutto spontaneo, rispose immediatamente:
- Che tu non mi afferri più in quel modo inquietante!
Così Theo tornò nella sua crisi mistica e di nuovo rosso come un pomodoro, capendo d’aver di nuovo fatto un’altra inenarrabile figura di merda, annuì e biascicando un impacciato:
- Perdonami mi controllerò!
Si voltò, si sfilò la divisa in fretta e furia e corse nel box delle docce sotto le risa di molti, fra cui i suoi due sadici e fedeli amici, Samu e Brahim che avevano assistito interessati alla scena.
Furono loro, infatti, a dire a un perplesso Daniel: - Vedrai che se lo conosci meglio finirai per innamorartene!
Daniel, grattandosi la nuca, piegò la testa di lato dubbioso. Quel lato fanatico era davvero tanto inquietante. A parte quello, sembrava un ragazzo allegro e solare, era anche piuttosto carino, ma lì ricordandosi di una cosa si affrettò a tornare da Lorenzo, Sandro e Alexis e proprio a quest’ultimo sussurrò piano senza essere sentito da altre orecchie:
- Non oserei mai, lo sai...
Alexis avvampò come prima aveva fatto Theo all’idea di toccare il figlio di Paolo.
- Scemo! - brontolò senza riuscire ad aggiungere altro, a quello Daniel, Sandro e Lorenzo risero di gusto.
Alexis aveva un certo debole per Theo, come tendeva ad averlo casualmente per tutti i francesi, e Daniel essendo suo amico lo sapeva perfettamente!
In realtà quella non era la prima volta che Theo si rendeva conto di avere strane reazioni in presenza di Daniel, c’erano state altre volte in allenamento che aveva realizzato, o per lo meno ci era andato molto vicino, che lui era il figlio di Paolo, ma la sua testa aveva subito zittito quella considerazione strana.
Qualcosa del tipo:
‘Ehi, lo sai che non avete troppi anni di differenza? Sono solo 4 dopotutto...’
E poi...
‘Ha un viso davvero identico al padre, gli occhi sono così uguali, i tratti del viso... persino il ciuffo sulla fronte gli sta come a lui alla sua età... anche se ora devo dire che Paolo è qualcosa di pazzesco!’
Ma aveva appunto sempre fortemente zittito tutto per benino, ignorando che QUELLO era il figlio di Paolo.
Fino a quel giorno, dopo la partita che li aveva visti trionfare prima del nuovo anno. Erano in testa alla classifica per un pelo, grazie al suo goal dell’ultimo minuto. Era stato un eroe.
Tuttavia in pullman, di ritorno da San Siro e diretti verso Milanello per recuperare le rispettive macchine e tornarsene tutti a casa, era seduto come sempre in fondo con Samu e Brahim e c'erano tutti che facevano cagnara cantando e battendo le mani. Lì la sua testa non era più in grado di zittire la vocina ed ora gli stava cantando qualcosa, ma non i cori da stadio insieme agli altri.
Cantava:
‘QUELLO È IL FIGLIO DI PAOLO, IL TUO IDOLO! È PROPRIO SUO FIGLIO! IL FIGLIO DELL’UNICO UOMO CHE FINO AD ORA TU HAI REALMENTE DESIDERATO E CHE TI HA SPINTO A TROVARTI UNA RAGAZZA FISSA FOTONICA COME ZOE PER CALMARE I BOLLENTI SPIRITI TUTTE LE VOLTE CHE PENSI A LUI E LO INCROCI! CIOÈ TU GIOCHI COL FIGLIO DELL’UOMO CHE DESIDERI, CAPISCI?’
Ecco cosa cantava la sua testa. Insistentemente. E lì, dopo che si fu spiaccicato contro il finestrino anteriore insieme a tutti per vedere i tifosi ammassati nelle strade con i fumogeni rossi per festeggiare gli eroi, nel ritrovarsi Daniel davanti gli si appiccicò casualmente appoggiandosi completamente a lui, un braccio intorno al collo, l’altra mano a reggere il cellulare e filmare la scena troppo bella.
Daniel parve non accorgersi di chi era quello attaccato al suo sedere, Theo non si ricordava più della promessa di non essere troppo appiccicoso, o meglio appiccicoso in modo inquietante, e così alla fine vinse la sua testa e lo fece di nuovo.
E per fortuna che Paolo non viaggiava con loro! Era sceso in campo e li aveva salutati ed abbracciati, specie lui, però no, alla fine era andato via per conto suo.
“Cazzo sto abbracciato al figlio di Paolo!”
A quel punto, precisamente lì, andò tutto in malora!
L’impennata fra le gambe fu impossibile da ignorare, appena se ne rese conto impallidì e spalancando gli occhi scappò tornando indietro come se fosse appena stato colpito da un attacco di diarrea.
Notandolo, Samu si era precipitato al suo inseguimento nel corridoio del pullman, proprio pensando stesse male.
- Ehi, che succede eroe? Vogliono vedere te spiaccicato contro il vetro! - disse l’amico prendendolo per il collo da dietro. Theo si fermò ormai arrivato ai sedili, si girò furtivo e lanciando lunghe occhiate a Daniel, ansimando come se avesse appena finito la partita, lo sparò tutta d’un fiato non riuscendo proprio più a trattenerlo e tanto meno ignorarlo.
- Ho un cazzo di problema, Samu! Sono nella merda! Nella merda più incredibile! Che non immagini nemmeno quanto grande! - cominciò prendendola larga. Samuel, preoccupato che si stesse davvero cagando addosso, si staccò subito facendo due passi indietro schifato.
- Dai, resisti, adesso scendiamo e vai in bagno!
Theo gli tirò la sciarpa che aveva precedentemente abbandonato nel sedile.
- Che cazzo hai capito! Sono nella merda perché voglio farmi il figlio di Paolo!
Non a caso l’aveva definito col suo ‘titolo’ e non l’aveva chiamato per nome.
Samu si fermò aggrottandosi, si dovette ripetere l’informazione tre volte, alla terza capì di chi parlava.
- Daniel? - chiese sorpreso. Theo rosso come un peperone annuì con aria da cucciolo colpevole. - Ma perché?
- Perché è il figlio di Paolo! - sibilò attirandolo brutalmente seduto al sedile vicino a sé per non gridare.
- Ma lo è da sempre!
Theo voleva dargli una testata.
- Ma dai, dici sul serio?
- Cretino, ci giochi da mesi! Te ne rendi conto ora che è il figlio del tuo idolo? E poi non immaginavo che volessi proprio farti Paolo, credevo fosse più una passione da fan...
Troppe informazioni insieme, ma Samu sembrava riuscire a starci egregiamente dietro. Era sorpreso e shoccato, ma ce la faceva.
Theo sospirò sconsolato e si strinse nelle spalle appoggiandosi drammaticamente all’indietro, lo sguardo perso sul soffitto del pullman.
- Lo so, ma che ti devo dire? Avevo bloccato il concetto forse per evitare di rischiare di saltargli addosso... ma stasera lui si è comportato per la prima volta da figlio di Paolo ed io... ormai è finita! Voglio farmelo! Proprio sul serio!
Samu era ancora sconvolto per il fatto che volesse farsi un ragazzo, non trascurabile il concetto che volesse il figlio di Paolo e quindi Paolo stesso.
- Capisco perché tu non puoi farti Paolo... ma davvero lo vuoi? Ma quindi sei bisessuale?
Sapeva che si divertiva con le ragazze, Zoe era decisamente una con cui stavi per fare tanto buon sesso e basta.
Theo alzò le spalle sminuendo la cosa, guardandolo brevemente per parlare della parentesi: - Sì beh, in realtà desidero sessualmente solo lui, ma non l’ho capito da tanto... prima era più una cosa ambigua...
Samu lo guardò perplesso ed interessato, come se quello fosse proprio il posto ed il momento adatti per parlarne.
- Ambigua come?
Theo pareva della stessa opinione, infatti gli rispose: - Sai, ogni volta che lo vedevo mi eccitavo e dovevo scopare con qualcuna...
Samu piegò la testa di lato inarcando un sopracciglio eloquente.
- Beh, sì... direi che te lo vuoi fare...
Theo alzò ancora le spalle come se non fosse gran che alla fine.
- Ma adesso tengo a bada la cosa con Zoe...
Si era messo con lei non da molto, ma prima aveva sempre avuto qualche altra ragazza, mai la stessa per due volte di fila, tuttavia Samu cadeva proprio dalle nuvole sul suo lato omosessuale.
- Fino ad oggi che Daniel ha osato ricordarti che è suo figlio... - concluse lui capendo il punto della situazione. Theo così tornò a guardarlo tragico, in piena crisi esistenziale.
- Io non so cosa fare, finirò per farmelo... sai quando mi parte l’ossessione... io però non posso, capisci? È suo figlio! E poi non mi vuole di sicuro!
Samu non poteva dirlo così su due piedi, ma stava di fatto che non era una grande idea farsi il figlio del grande capo. Specie poi se questo era il tuo idolo.
- No direi che è meglio dirottare su qualcun altro...
Theo scosse il capo sconsolato, sempre più disperato.
- Non so se Zoe basterà... io voglio proprio lui, capisci?
Samu però sembrava sapere bene quale fosse la reale soluzione al suo problema e alzando il dito con fare da grande maestro, richiamò la sua attenzione serio.
- No, non dico lei. Io dico qualcuno che gli somigli, che ti ricordi Daniel o che comunque dirotti i tuoi desideri. Una specie di parafulmine... Zoe va bene, ma in certi casi se vuoi un uomo devi farti un uomo! Credimi, io lo so! - eh sì che lo sapeva!
Samu riusciva a farsi chiunque essere di sesso maschile ed era anche molto bravo a coprire le sue tracce, un vero esperto.
Theo lo chiamava ‘puttana’ in modo amichevole, ma rispecchiava ciò che era. Amava il sesso e gli uomini, cosa che nascondeva come tutti dietro ad una fidanzata di tanto in tanto, giusto per tenere buona la sua adorata famiglia e le troppe voci che provenivano facilmente dai media o dai fan.
Theo fissò Samu pensando che scherzasse, ma lui a questo punto lo guardò seriamente, annuendo mentre si strofinava il pizzetto sul mento in stile dottore.
- Sì sì caro mio, ti ci vuole un cazzo, ma non quello di Daniel o la tua vita potrebbe essere finita... io direi piuttosto qualcuno che te lo ricorda.
- Già voglio farmi Daniel perché mi ricorda Paolo, che senso ha cercare uno che mi ricorda Daniel?
Samu alzò le spalle come se non fosse un problema.
- Nessuno, ma sono convinto che funzionerà! Fatti uno che ti fa pensare a Daniel!
I due così sospirando insieme si misero a guardare i compagni che ormai si apprestavano a scendere dal pullman, ormai arrivati a Milanello. Brahim non ritrovando più i suoi due amici, andò da loro come se si proponesse involontariamente ed entrambi fecero una smorfia nello stesso momento e dello stesso tipo.
- Nah! - fecero insieme.
- Lui è troppo fratellino! - proseguì deciso Theo, Samu concordava. Brahim nel vedersi respinto senza saperne il motivo. Li guardò stupito.
- No cosa? - chiese in spagnolo, la lingua che i tre parlavano fra di loro. Brahim aveva sentito solo il ‘no’, non aveva capito il resto. I due sorrisero e scossero la testa.
- Niente, niente...
Con questo si alzarono ancora pensando a chi potesse essere il fortunato prescelto dell’eroe del momento, ma proprio scendendo notarono Daniel mettere il braccio intorno ad un sorridente Alexis, quel dolce tenero pasticcino belga che parlava un vago italiano pieno di francese dentro.
Uno così tanto dolce e tenero da dispensare sempre baci e abbracci a tutti.
I due si fermarono dal scendere e si guardarono in perfetta sincronia, con lo stesso genere di sguardo da lampadina accesa, carichi di malizia.
- Mmm... - fecero insieme.
- Mmm cosa? - chiese di nuovo dietro di loro Brahim curioso, ovviamente non aveva idea di che cosa parlavano, ma continuava a chiedere senza avere risposte.
- Lui! - dissero loro ignorando il povero amico all’oscuro dei loro piani.
Già, lui poteva andare. Erano amici, erano sempre insieme, parlavano tanto... non erano simili né fisicamente né caratterialmente, ma erano comunque quasi una cosa sola tanto che a volte potevano pensare che uno fosse l’allungamento dell’altro.
Sì, decisamente lui!
Alexis Saelemaekers era la persona giusta di sicuro!