22. FACENDO IL PUNTO

theo

- Ti prego, Samu! Io non so cosa devo fare! 
Lo implorò Theo per l’ennesima volta, tirandolo per il braccio e piagnucolando. 
Samu sbuffò alzando gli occhi al cielo.
- SAMU! 
Theo gli tirò la ciabatta che lo colpì sulla faccia, ma essendo morbida ed imbottita non gli fece male. Samu sbuffò e gliela ritirò di rimando, scocciato. 
Stavano per cominciare una strenue lotta coi cuscini, quando Brahim arrivò in salotto col vassoio ed i caffè. Questo li quietò subito tornando all’argomento che ultimamente era quello principale. Specie dopo che Daniel era tornato a passare un periodo alla squadra giovanile del club.
- Perché se ne è andato? - chiese infatti Theo, Samu alzò di novo gli occhi. 
- Forse ha solo bisogno di tempo. - rispose Brahim calmo. 
- Per cosa? Mi ha detto che gli piaccio, che mi vuole, vuole una storia con me... lui è convinto che io non voglio nulla, ma mi sono solo espresso male come mio solito! Non è così come pensa... è tutto frutto di un equivoco, ma se non mi permette di parlargli come faccio a chiarire? Lui è scappato e mi ha anche detto di andare con qualcun altro per dimenticarlo e lasciarlo in pace!
Theo tornò nel panico e Samu gli diede una manata sullo stomaco che gli fece quasi vomitare l’anima, ma almeno lo zittì. 
- Senti, smettila. Punto primo: Alexis ti ha detto di dargli un po’ di tempo, che si calma e poi di spiegargli bene. Fai come ha detto. Lui lo conosce bene, no? 
Theo sospirò scontento. 
- Sì... immagino comunque di non avere scelta... gli ho scritto che quando può ho bisogno di parlargli che dobbiamo chiarire delle cose importanti, ma credo abbia bloccato il mio numero. Non gli arrivano i messaggi.  
- E poi punto secondo: te l’ha detto lui stesso, no? Dimenticalo, va con altri! Comunque in amore vince chi fugge, sii meno assillante, fagli vedere che te la spassi in giro e vedrai che poi torna lui da te... 
Fu quella infine la perla di Samu. Theo lo guardò di sbieco seduti nel divano del salotto di Brahim, venuti a trovarlo a casa poiché era ancora infortunato. 
- Dovrei trombare con qualcun altro? 
Samu alzò le spalle in segno d’assenso. 
- Forse è proprio quello che dovrei... almeno capirei che cazzo voglio da lui!
I due amici non gli chiesero come pensava di capire cosa provava per Daniel andando con altri, si limitarono a dargli corda capendo che non c’era una vera e propria soluzione ad una situazione simile. 
- Potresti provare con Christian... sai, forse il terzo Maldini è quello che fa per te! - disse poi Samuel per sdrammatizzare. 
Theo ci mise qualche secondo ad elaborare la sua sparata e che intendeva il fratello maggiore di Daniel; quando la capì Samu era già scappato ridendo, dicendo che aveva un impegno importante ‘dei suoi’, così li definiva gli incontri sessuali occasionali. 
- Deficiente... - grugnì a scoppio ritardato una volta rimasto solo con Brahim. Avrebbe potuto rincorrerlo per prenderlo a calci, ma decise di concentrarsi sull’amico sano, riprendendo le sue eterne elucubrazioni su Daniel.
- Io non sono in fissa con loro, è solo un caso che mi piaccia anche il figlio... non è che devo avere per forza un Maldini! Insomma! Certo se non era suo figlio non l’avrei mai notato, ma è da un sacco di tempo che non penso al fatto che Daniel è figlio di Paolo. Significherà pur qualcosa! 
Brahim passò la mezz’ora successiva a confortarlo con una pazienza eterna, dicendogli che sicuramente stava maturando in quel senso e che era una cosa positiva che non pensasse sempre a Daniel in quanto figlio di Paolo, ma a Daniel in quanto suo compagno di squadra. Compagno per poco, probabilmente. 
- Ma senti... ora che non c’è quel demone disturbatore... tu che sei sempre quello più sensato... ti sembra una buona idea far ingelosire Daniel?
Brahim rispose sincero e calmo: - Daniel geloso? Potrebbe essere una di quelle cose da non scatenare, sai... tipo quel fenomeno naturale nel quale non vorresti imbatterti mai... 
A quel punto Theo si innescò. Un po’ stufo delle lune complicate di Daniel, un po’ per la curiosità di vedere dove sarebbero andati a finire se l'avesse stuzzicato di nuovo.


Purtroppo per Daniel, l’esperienza con la primavera non era andata come aveva sperato ed oltre a non aver avuto una splendida prestazione, si era infortunato.
Paolo l’aveva rassicurato sia da padre che da esperto di calcio, dicendogli che era normale non giocando con un gruppo non riuscire ad inserirsi facilmente dall’oggi al domani. Era anche normale infortunarsi nel passare da zero a cento in poco tempo, il suo corpo non era abituato a giocare novanta minuti, di conseguenza non aveva retto lo stress e si era infortunato.
Per Daniel era stato un segno. 
Il destino lo voleva a casa lontano dai problemi. Con problemi intendeva Theo e Alexis. 
Non era tanto un dramma la questione con Theo presa singolarmente. Non stava bene, ma per lui era semplice. 
Theo non sarebbe mai stato la persona in grado di dargli quello che lui voleva, ovvero una relazione seria e normale. Non era un ragazzo da portare a casa, in particolare LUI non l’avrebbe mai portato a casa. 
Era disposto a scoprirsi con suo padre e dirgli che aveva tendenze e presentargli il suo ragazzo, ma se fosse stato Theo non l’avrebbe mai fatto.
Era sempre stato cotto di suo padre e a prescindere da quello, non era serio, affidabile, né soprattutto aveva le idee chiare. Stare con lui o meno era uguale, glielo aveva detto chiaramente. Perciò sicuramente non era la persona con cui avere un rapporto. 
Non stava bene per lui, ma era una cosa superabile.
Il vero problema era sopraggiunto quando aveva baciato Alexis. 
Sapeva che in certi stati d’animo si cercava calore fisico nonostante le sofferenze dovute ad una delusione amorosa, ma con Alexis aveva avuto la netta impressione di essere andato ben oltre. 
La consapevolezza che l'aveva baciato quando lui gli aveva detto di aver abbracciato, consolato e consigliato Theo, gli scavava nel cervello. 
Quella non era stata una semplice e normale ricerca di calore in un momento di debolezza e sofferenza. Quella era stata un’altra cosa. 
Aveva reagito ad un rapporto fra Alexis e Theo, gli aveva dato fastidio.
Ma era stato per Theo o per Alexis? 
Era stato un momento di gelosia, ma verso chi dei due? 
Alexis era suo amico, il suo confidente, il suo consolatore. Theo non doveva azzardarsi a rubarglielo.
Era così?
Una gelosia per un amico non sfociava in un bacio, Daniel ne era consapevole e nei giorni seguenti all’infortunio, non fece che pensarci e ripensarci, poi come sempre la probabile soluzione gliel’aveva data Lorenzo in una delle sue consulenze a distanza. 
‘Alexis è il classico fidanzato che ti porteresti a casa e presenteresti a tuo padre. Ha le caratteristiche che vorresti avesse Theo. Ma ricordati che comunque non è lui.’
Questo era stato come un pugno allo stomaco e invece che aiutarlo, l’aveva fatto chiudere ed isolarsi ancora di più, troncando ogni contatto e rifiutando di vedere anima viva per tutto il periodo dell’infortunio.
Sperava in questo modo di trovare una soluzione, alla fine.
Adesso vedeva il problema, ma non significava che fosse in grado di risolverlo.


Theo non aveva mai messo in discussione l’opinione da esperto di Samuel.  
Fra Simon ed Ante chi era quello più accessibile ad un paio di incontri sessuali fini a sé stessi? 
Ovviamente Ante. 
O meglio, ovviamente non Simon. Questa era stata la reale risposta di Samu, ma Theo l’aveva semplificata nella sua testa con un ‘ovviamente Ante’. 
Per quanto istintivo e suicida fosse, Theo capì subito che con uno come Ante doveva farsi un minimo piano, anche se non voleva stare lì a perderci tempo. Aveva bisogno subito di qualcuno con cui scopare. 
Però doveva capire un po’ che tipo fosse. Almeno un po’, insomma. 
Nel giro di un allenamento gli fu chiara solo una cosa. 
Che aveva un rapporto molto strano e stretto con Rade. Per il resto era tipo un muro di cemento armato ed aveva l’inquietante impressione che al di là di quel muro ci fosse lui con un coltello fra i denti. 
Non era la persona più amichevole, aperta e serena del mondo. Tanto meno non era allegro. 
O meglio, rideva, capitava. Ma tendenzialmente solo con Rade. 
“Staranno insieme?” si chiese interdetto, infastidito nel non sapere se infine valesse la pena provarci o meno. 
“Beh, c’è solo un modo per saperlo. Glielo devo chiedere, così una volta per tutte la pianto di perdere tempo.”
Poi guardandoli meglio, si corresse. 
“Chiederò a Rade. Lui sì che anche se dico la cosa sbagliata non mi ammazza. Ante sì. Con Ante ho una sola occasione, non la posso sbagliare, ne andrebbe della mia stessa sopravvivenza.”
Fu così che prima di passare per Ante, arrivò da Rade al quale chiese esplicitamente e senza mezzi termini l’informazione indiscreta che gli interessava sapere. 
Non andò per il sottile, non ci girò intorno, non fu diplomatico. 
Fu il solito Theo privo di tatto che si buttava a capofitto senza minimamente riflettere. 
- Senti, devo chiederti una cosa. - fece improvvisamente alla fine degli allenamenti, mentre si dirigevano tutti negli spogliatoi. 
Un pomeriggio, si era dato di tempo. Uno solo, per capire come fare con Ante. Se non ce l’avesse fatta ci avrebbe provato comunque. Oppure avrebbe rinunciato e sarebbe passato a qualcun altro. 
Rade lo guardò sorpreso, quasi spaventato per quello scatto improvviso. 
Alzò le spalle e titubante gli fece cenno di chiedere pure. 
Theo si avvicinò a lui senza però toccarlo. Diede un’occhiata intorno per assicurarsi che non ci fosse in particolare una certa persona, poi disse piano: 
- Tu ed Ante state insieme? 
A quella domanda Rade inciampò e saltellò per non cadere, attirando lo sguardo inquisitore e assassino di Ante più avanti a loro.
Theo lo salutò con un sorriso da schiaffoni mentre teneva Rade per un braccio aiutandolo a raddrizzarti. 
Ante assottigliò lo sguardo ed in quel momento Theo vide quel famoso coltello fra i denti pronto ad essere usato per uno squartamento. 
Per fortuna svoltò l’angolo all’interno dell’edificio ed in quell’esatto istante, Theo che ancora gli teneva il gomito lo tirò fermandolo fuori. Lo mise poco delicatamente contro la parete esterna e allargando le braccia, gli chiese esplicito, senza peli sulla lingua: - Tu e lui state insieme o no? Non voglio creare casini! 
Rade in un attimo, di mille colori in viso, capì le intenzioni di Theo e nel panico più totale si concentrò convulsamente nel negare qualcosa che non doveva assolutamente essere messo in discussione. 
Pena la morte. 
- Sei matto? Insinuare una cosa simile di Ante? Vuoi che ti uccida? 
Theo si aggrottò e si irrigidì, mani ai fianchi, aria perplessa. Non capiva quella risposta. 
- Nel senso che state insieme ma non potete assolutamente farlo capire a nessuno? 
- No! - si affrettò Rade avvicinandosi al compagno per non farsi sentire, - Nel senso che non stiamo insieme! È suscettibile su certi argomenti! 
Theo voleva chiudere la pratica in meno tempo possibile, ma non riusciva ad afferrare bene il concetto. 
- Insomma, è omofobo? 
Sarebbe stato un grande ostacolo. 
Rade ci pensò e scosse il capo per poi stringersi imbarazzato nelle spalle. 
- No, non credo... però non mi sembra una persona con cui parlare di certe cose... - vedendo la continua e crescete perplessità di Theo, Rade decise di essere più esplicito.
- Chiederesti ad un assassino serial killer efferato se è gay? 
Theo capì illuminandosi.
- Non parlate di certe cose! 
Rade annuì sollevato che capisse e pensando d’aver sistemato la questione, lo superò per entrare nell’edificio verso gli spogliatoi; Theo lo seguì rasserenato ed allegro e con la sua tipica incoscienza, disse: - Ma non significa che non andrebbe con un altro ragazzo! 
Rade di nuovo inciampò, questa volta nel gradino d’ingresso. Theo lo riprese al volo per il braccio, ridendo. 
- Hai problemi di equilibrio? 
Rade lo guardò di nuovo rosso in viso, sfilando il braccio, più per capire se fosse serio e cosa gli passasse per il cervello. 
- Vuoi provarci con lui? - sussurrò sconvolto all’ipotesi. 
- Tu non ci hai mai pensato? - poi si corresse capendo che non tutti magari pensavano a quello. - Beh, se siete solo amici... 
Rade si affrettò a negare subito, mentre l’imbarazzo e la paura per qualcosa che non conosceva nemmeno, si facevano strada in lui. 
- No che non ci ho mai pensato. Siamo amici e basta. Perché ti vengono strane idee in testa?  
Per Theo le strane idee erano farsi Ante, per Rade invece era insinuare che loro due stessero insieme. 
- Ante è nella lista degli scopabili. 
Facile e veloce.
- Oh. - rispose preso in contropiede Rade. - Immagino che lo sia... 
Ora il suo viso era bordeaux ed aveva un gran caldo anche se faceva un gran freddo. 
Ormai erano negli spogliatoi ed Ante li fissò immediatamente male, avendo notato la loro assenza per fin troppo tempo. 
Theo gli fece l’occhiolino e lasciò il compagno andando alla propria postazione. Samu lo guardò con un sopracciglio alzato, convinto che si stesse scavando la fossa da solo.

Era deciso comunque a non salvarlo, quella volta. Doveva imparare a cavarsela da solo. Oltretutto poteva essere bello vederlo davanti ad un rifiuto brutale, sicuramente non era abituato ai no. Quelli di Daniel non facevano testo, perché non erano dei veri no. Quello di Ante sì che sarebbe stato sicuramente un no. 
“Ci sono degli intoccabili, ma è appena arrivato in questo mondo.” quello dei gay, “Lo capirà da solo.” Poi il suo cervello aggiunse disperato: “Certo che il mondo gay ha acquistato un bel bocconcino!”
Che lui non avrebbe mai assaggiato.
La vita era crudele. 
- Mi spieghi come pensi di proseguire? Non ti darò consigli, sono solo curioso. Mai nella mia esistenza mi è saltato per l’anticamera del cervello di provarci con uno come Ante. Inaccessibile. Tu invece non ti perdi minimamente d’animo, sei estremamente sicuro di farlo. 
Samu non riusciva a non pensarci, glielo chiese divertito ed interessato. Provarci con una persona buona e gentile era un conto, al massimo ti rifiutava in modo buono e gentile.
Uno come Ante era veramente una missione suicida. 
Poteva andare bene, c’era una possibilità su cento. Ma se andava male l’avrebbe demolito. 
Come faceva a non averne paura? 
Theo fissò il suo amico dopo che aveva fissato Ante parlare duramente con Rade. Doveva avergli chiesto di cosa avevano parlato e lui doveva avergli risposto ‘niente’. Brutta mossa. 
Dopo averli persi nelle docce, Theo si affrettò a spogliarsi e raggiungerli. 
Prima di andare alzò le spalle con aria divertita. 
- Oh, sai come sono... io improvviso tutto sul momento! 
- E di solito sbaglia al cento percento... - bisbigliò Samu fra sé e sé. Suo malgrado si sbrigò a seguirlo. Quello spettacolo non se lo sarebbe perso.
Era ovvio non se lo sarebbe sbattuto sotto la doccia davanti a tutti, ma sicuramente avrebbe avuto il primo approccio da cui dipendeva l’esito della missione intera. 
Poteva assistere ad un autentico capolavoro, il pugno di Ante sul bel musetto di Theo. Robe assolutamente da non perdersi! 


Note Finali: ed ecco l'ingresso in campo di Ante Rebiiiic! Ho un'idea di lui che mi fa ridere anche se non è un'idea comica, ma il modo in cui si approccia Theo ad Ante mi fa sbellicare. Serial killer con un coltelli fra i denti! Poi magari non è assolutamente così, ma mi piace da matti! Tramite quel che succede qua con Ante, ci sarà il via per una fic dedicata tutta ad Ante e Rade, un'altra bella coppietta. Anche quella ovviamente scritta che aspetta il suo turno per essere pubblicata (ormai ci siamo quasi). Grazie a che segue la fic. Buona lettura. Baci Akane