*Entra in scena Ante e di conseguenza di contorno anche Rade. Lo specifico da subito, non approfondisco qua la loro storia perché avranno uno spazio dedicato a loro in una fic (lo ripeto a scanso di equivoci), ma quel che succede qua è importante perché dà il via alla loro storia, li sveglia, insomma. Solo Theo poteva pensare di provarci con uno come Ante. Gli farà saltare i denti o ci starà? Non resta che leggere! Buona lettura. Baci Akane*

23. BEATA INCOSCIENZA

theo ante

Non stavano insieme, no che non stavano insieme.
Ma comunque Rade era sua proprietà.
Ante non aveva mai pensato a lui in quel senso, tuttavia era geloso di lui, sempre, in ogni circostanza. Soprattutto possessivo. 
Chiunque gli vorticasse intorno in modo sospetto, rischiava la vita a prescindere. 
Una minuscola parte di sé seppellita sotto spesse coltri di acciaio inossidabile temprato a svariati gradi sotto lo zero, capiva che questo doveva aver poco a che fare con l’amicizia, ma non avrebbe mai approfondito. Era un paletto auto imposto. Una regola personale. 
‘Non incasinerai mai la vita della persona migliore che tu conosca!’
Rade era quella persona. 
Ante sapeva di essere un casino ambulante per quanto riguardava i rapporti personali. Sapeva anche di essere un pessimo amico, ma pazienza, si diceva. Un pessimo amico era un conto, un pessimo fidanzato era un altro. 
Rade, nella sua testa, era off limits. 
Non era chiaro se avesse mai provato qualcosa per lui, anche semplice attrazione fisica. Non sapeva minimamente se voleva fare sesso con lui. Ante non si era mai, ma proprio mai, posto il problema né alcuna domanda in merito. 
Probabilmente le risposte erano tutte affermative ed ovvie.
Sì, Ante era attratto da Rade.
Sì, ci avrebbe fatto sesso.
Sì, gli voleva bene e provava qualcosa per lui.
Ma essendo domande inutili, non se le era mai fatto, seppure dentro di sé, in quella famosa parte minuscola, le conosceva perfettamente. 
Perciò Ante in quel preciso istante, non si era ancora mai interrogato nemmeno a livello generico se gli piacessero i ragazzi o se volesse fare del sesso con qualche altro uomo.
Non volendo incasinare Rade, non si era posto il quesito.
Ma c’era un dettaglio non trascurabile, per capire l’esito della missione di Theo.
Era infatti assolutamente vero che nessuno, comunque, si era mai fatto avanti con lui in tal senso, convinti, come suggerito da Samuel, che tanto sarebbero finiti tutti senza denti se avessero osato provarci con lui. 
Peccato che Theo non fosse come gli altri e appena appurato che aveva bisogno di fare sesso con qualcuno, senza assolutamente implicazioni di alcun genere, aveva subito pensato a lui e non si era fermato neanche mezzo secondo a chiedersi cosa avrebbe fatto se Ante gli avesse spaccato la faccia reagendo male. 
Perché Theo, semplicemente, non rifletteva mai. Andava e faceva ciò che voleva, spesso faceva prima di capire quel che voleva. 
Lui delle conseguenze vedeva sempre dopo!
Eppure, paradossalmente, sarebbe potuto essere la ‘soluzione’ migliore per Ante. Avere qualcuno di così sfacciato che ci prova con te e ti obbliga a pensare a ciò che non avevi mai preso in considerazione. 
L’innesco.

Ad Ante, in un primo momento, partì l’antipatia ed il fastidio verso Theo che aveva osato parlare con Rade in quel modo, al punto che quando gli si mise vicino a fare la doccia, lanciandogli un cenno apparentemente felice in sua direzione, gli venne voglia di spiaccicargli quella bella faccia che si ritrovava contro le piastrelle. 
Come osava parlare a Rade e poi venire da lui così come niente fosse?
Per cosa, poi? 
E cosa aveva osato dirgli in modo così cospiratore? 
- Come va? - fece Theo in un primo approccio giusto per tastare il terreno.
Ante era di sicuro uno dei più belli lì dentro. Era croato, aveva i capelli corti, biondi e gli occhi azzurri, la pelle chiarissima e l’aria da assassino. 
Decisamente un bel tipo.
In effetti aveva tutto al posto giusto, aveva un bel viso, una bellezza dura e maschile, un corpo muscoloso e qualunque cosa si potesse desiderare in un ragazzo, ma ciò che l’aveva fatto decidere per lui era il colore dei suoi occhi.
Azzurro.
Un’altra sfumatura rispetto a quella di Paolo, color cielo, o Daniel, che era più un mare in tempesta, ma comunque di azzurro si trattava.
A quanto pareva era il suo punto debole. Specie considerando che l’altra opzione era Simon. Anche lui biondo ed occhi azzurri.
Occhi azzurri, appunto. 
Ante lo raggelò, suo malgrado alzò le spalle borbottando un ‘ok’. 
Theo vacillò. Era difficile, così. Come poteva pensare di farcela se non gli dava nemmeno mezzo spiraglio? Capì le parole di Samu.
Inaccessibile. 
Ecco perché. 
Tuttavia non era ancora detto visto che non l’aveva ancora realmente respinto, con uno così bastava essere chiari. In effetti non avrebbe avuto nulla da perderci. 
“Saprò parare un pugno sui denti, no? Non sono mica fatto di cartapesta! Per il resto non è che perdo un amico, io e lui a malapena ci parliamo!”
Non aveva realmente idea della differenza abissale di temperamento fra loro. Erano entrambi muscolosi più o meno alla stessa maniera, ma l’indole era diametralmente opposta.
Ante sembrava sempre in procinto di attaccare alla gola chiunque avesse intorno, Theo invece rideva e scherzava con tutti. 
Avrebbe cercato di fare conversazione, ma improvvisamente si rese conto di non avere niente da chiedergli o dirgli. Non perché non ci fossero argomenti, non sapendo nulla uno dell’altro ce ne sarebbero anche stati, però non avevano mai comunicato in alcun modo, di conseguenza questo rendeva completamente impossibile una chiacchierata informale sotto la doccia. 
Per questo motivo, non sapendo proprio come parlare con lui e cosa dirgli, Theo si mise a fissarlo.
Fissarlo con insistenza. 
Non in viso, non gli interessava molto quello sebbene fosse ben messo in tal senso. 
Si mise a fissare il suo corpo, in particolare la sua dote fra le gambe, ma anche le retrovie. 
Ciò che più poteva interessare a qualcuno che voleva far sesso con una persona. 
“Sicuramente è attivo, non mi metto nemmeno a discutere su questo... sarà strano farselo infilare piuttosto che infilarlo... finora a parte Daniel, ho scopato solo con le donne. Sarei capace di essere passivo?”
Mentre si chiedeva esattamente questo genere di cose, continuava a fissare impunemente ed insistentemente il suo pene che era rigorosamente a riposo, non avendo avuto stimoli di alcun genere. 

Anzi.
Uno ne aveva.
Lo stimolo di prendere quel tizio che gli stava guardando il cazzo e appenderlo a testa in giù.
Che diavolo voleva, ora, improvvisamente da lui?
Ante iniziò presto ad innervosirsi, non che fosse stato particolarmente pacifico fino a quel momento.
Fra il nervoso di prima, provocato sempre da Theo che aveva osato parlare con Rade, e questa strana fissa col suo pene, adesso aveva proprio voglia di ucciderlo. 
- Problemi? - ringhiò improvvisamente a denti stretti. 

Theo si riscosse e sollevò lo sguardo, poi chiuse l’acqua avendo finito la doccia in contemporanea ad Ante che sembrava in procinto di riempirlo di pugni.
Non si impaurì e non si perse d’animo e sentendosi eccitare dopo la visione ai raggi X del suo membro non duro, sperava non per molto, rispose sfacciato, come sempre a cervello disinserito: - Oh, no no scusa... stavo solo ammirando... 
Gli sfuggì, ma fu una perfetta preparazione a quel che aveva in mente. 

Fu lì infatti che Ante capì il genere di interesse che aveva nei suoi confronti. Fu come un bagno nell’acqua gelida del polo nord. 
“Punta a me e non a Rade?!”
- Ammiravi il mio cazzo? - chiese senza peli sulla lingua per essere sicuro al cento percento d’aver capito bene.

Theo colpito dalla sua schiettezza e lieto che non ci girasse intorno facilitandogli il compito di proporgli del sesso, annuì sorridendo malizioso e senza il minimo timore. 
Poteva essersi scavato la fossa da solo, ma non era preoccupato di quello. Come se essere preso di mira per le proprie tendenze non fosse un problema, per lui. Era in grado di gestire le situazioni, era estremamente sicuro di sé. 

Ante lo capì in quel poco tempo con lui e dopo uno scambio di sguardi perplesso per conto suo e contento per l’altro, non fece nulla. Borbottò qualcosa in croato e prendendo le proprie cose, si avvolse nell’asciugamano uscendo dalla zona delle docce.

Theo si morse il labbro fissandogli il sedere, poi cercando lo sguardo di Samu che trovò subito, gli fece l’occhiolino vittorioso e andò anche lui.
Era vivo!

Rade, poco distante da loro, in uno stato allucinato, imbarazzato e sconvolto, lo capì all’istante. 
Se Theo dopo quell’approccio sfrontato era ancora vivo, significava che aveva speranze. 
Dunque stavano così le cose? Ante era gay, o comunque disposto a far sesso con gli uomini, e lui non l’aveva mai minimamente immaginato né saputo?
Eppure, chiaramente, non era tutto lì.
Certo il non sapere qualcosa di così importante di uno dei suoi migliori amici lì dentro era sconvolgente, ma lo era di più sapere il concetto in sé. 
Nella fattispecie che Ante si sarebbe forse fatto un altro ragazzo. 
Questo shoccò il bosniaco più di ogni altra cosa e lo gettò nel panico più totale, senza saperne il motivo. Non subito, anche se ci mise comunque poco a comprendere. 

Theo negli spogliatoi non era vicino ad Ante, il quale era invece accanto a Rade. A distanza e senza parlargli né dirgli niente, continuò a fissarlo ammiccante e malizioso. 
Non c’erano molti equivoci nel modo in cui lo faceva con tanta insistenza, Theo era molto espressivo, soprattutto nello sguardo. 
Quando voleva comunicare desiderio, sapeva perfettamente farlo ed in quel momento Ante sradicò ogni dubbio residuo sulle sue reali intenzioni. 
Ci stava provando con lui.
Non era male quel metodo, poteva benissimo fargli capire che non c’era trippa per gatti e bloccare sul nascere ogni intenzione imbarazzante. 
Ante si rese conto di essere in quel bivio, un bivio molto comodo e facile da percorrere. Poteva girarsi di spalle, coprirsi e lanciargli uno sguardo truce dei suoi, sarebbe bastato per fargli capire che doveva smettere. Sicuramente Theo non era del tutto suicida. Un po’, visto che gli era venuto in mente di provarci con lui e lo stava pure facendo, ma non del tutto, dato che aveva trovato questo metodo non invasivo. 
Eppure, una volta percepita la presenza di Rade accanto a sé, mentre si stava asciugando con lo sguardo fisso di Theo sulle sue parti basse, Ante sentì qualcosa. 
Anzi, pensò a qualcosa.
Un’immagine gli balenò per la mente, improvvisa come un fulmine che colpisce senza nemmeno un temporale. 
Si vide lui e Rade fare sesso.
Fu una scena netta e precisa dove c’era lui che prendeva il suo compagno di squadra ed amico, lo sbatteva poco romanticamente contro il muro, lo piegava in avanti come quella sera di un anno prima aveva fatto con Simon sul tavolo da biliardo per fargli vedere come si tirava con la stecca. In quella visione, però, finiva per penetrarlo da dietro. 
Pensandolo ebbe un’impennata improvvisa e Theo, notandola con sorpresa, lo fissò colpito e ammirato. Si leccò le labbra sfacciato toccandosi le parti basse con la scusa di sistemarsele nei boxer, ma ci mise sfacciatamente più del necessario. 
Ante continuava a fissare Theo per non guardare il vero oggetto della sua prima ed improvvisa fantasia erotica omosessuale e capiva che sembrava che l’erezione gli fosse venuta dura grazie al compagno francese e non a quello bosniaco.

Questo infatti fu quello che percepì Rade accanto a loro che non si lasciava sfuggire nemmeno un passaggio, finendo ovviamente in crisi esistenziale. 

In realtà non era così, la sapeva solo Ante la verità, mentre per Theo fu la risposta che cercava. 
Un ‘sì, ci sto!’
Tanto gli bastò.

Ad Ante no, per Ante non era sufficiente. Era un problema.
Un nuovo enorme problema.
Non aveva mai pensato al sesso con un altro ragazzo fino a quel momento, solo perché Theo gliel’aveva sfacciatamente chiesto. Ma la verità appena appresa brutalmente e senza scelta era che sì, ci sarebbe stato a fare sesso con un altro ragazzo. 
Ma con Rade!
Il ragazzo dagli occhi azzurri lanciò una breve velocissima occhiata al compagno oggetto del proprio desiderio, mentre si vestiva con difficoltà visto che non riusciva a far stare decentemente l’amico nei vestiti. Fu ovviamente peggio, perché Rade lo stava fissando con sguardo sconvolto nel mezzo delle sue realizzazioni ed Ante imprecò in croato distogliendo subito lo sguardo. Si infilò in fretta e furia la maglia, prese la giacca leggera, il borsone ancora aperto con tutto alla rinfusa e letteralmente scappò dallo spogliatoio di Milanello come se ci fosse la peste nera, altro che il covid! 

Theo, che nel frattempo si era affrettato a vestirsi, lo seguì a ruota senza nemmeno salutare anima viva, con un chiaro interesse per quello che avrebbe fatto di lì a poco. 

Rade, rimasto lì nella sua sedia, ancora mezzo svestito, fissò la porta che si chiudeva dietro di lui. 
Cosa diavolo era appena successo?
Ma soprattutto, perché se Ante voleva fare sesso con un ragazzo, non gliene aveva mai parlato, né fatto alcun cenno? 
Valeva così poco almeno come amico? 
“Sì, come se fosse questo il punto principale della mia delusione. Perché non sono così amico da spingerlo a parlarmene. Certo. 
Non è che invece mi brucia che non abbia pensato a me per trombare con un altro ragazzo, no!”
Ed ecco l’innesco. 


Ante non sapeva bene cosa voleva, solo allontanarsi dalla fonte della sua impennata. Non aveva avuto in mente una soluzione, né un seguito.
Era appena uscito dal centro sportivo e si era inoltrato nel parcheggio per recuperare la macchina, quando Theo lo raggiunse con facilità, vista la sua risaputa velocità. 
- Ehi! - lo richiamò deciso. Ad Ante venne un colpo, il cuore improvvisamente in gola con l’assurda idea che a rincorrerlo fosse stato Rade per chiedergli spiegazioni. 
Non avrebbe potuto evitare di ferirlo. Appena vide però che ad affiancarlo era lui, si rilassò notevolmente. L’interessato lo notò e lo prese per un buon segno. Gli sorrise e gli indicò con un gesto del capo di andare via: - Andiamo da me? 
Chiaro, senza peli sulla lingua, esplicito e soprattutto senza mezzo problema. 
Ante, profondamente colpito dalla facilità con cui lui stava vivendo quella situazione, annuì senza nemmeno rendersene conto. Poi imprecò, sempre in croato. 

- Ottimo. Seguimi. - aggiunse Theo prendendolo per un ‘sì’.
Dopo di questo saltò in macchina con la gioia che straripava.
Finalmente la sua distrazione, si disse il francese correndo per la periferia di Milano realizzando quanto facile era stato in realtà. Avevano sopravvalutato la difficoltà, quando Samu e Rade l’avevano avvertito. Meglio così. Evidentemente la sua teoria che finché non si provava qualcosa non si sapeva l’esito effettivo, era proprio vera. 

Ante, dal canto suo, perfettamente consapevole di cosa avrebbero fatto a casa di Theo, non ci pensò minimamente a scappare e piantarlo in asso.
Al contrario, l’eccitazione rimase mentre se la toccava attraverso la tuta che per fortuna era sufficientemente comoda. I boxer stringevano, quelli sì, ma presto se ne sarebbe liberato. Così come si sarebbe liberato di quell’assurda tensione che gli dava l’idea di esplodere. 
Confortato dal semplice fatto che sarebbe stato Theo a liberarlo e non Rade. 
Perché anche in quelle condizioni lui si ricordava la sua regola numero uno. 
- Non incasinerai mai la vita della persona migliore che tu conosca! - si ripeté.
E non l’avrebbe fatto.