26. ZONA ROSSA

danitheo

Non solo Theo, ma anche tutti gli altri non sapevano che Daniel era di ritorno in squadra, sebbene per allenamenti a parte, ma comunque lì con loro. Perciò quando se lo vide arrivare negli spogliatoi ai loro orari, per poco non gli venne un colpo. 
Gli cadde il telefono e fu solo grazie a Samu che non finì schiantato per terra, perché glielo prese al volo. Poi vedendo il suo volto cadaverico, seguì la direzione del suo sguardo shoccato. Quando vide Daniel entrare, fischiò senza trattenersi. Theo lo sgomitò, ma era tardi, il nuovo arrivato sentendolo si girò e gli sorrise, Samu pronto gli saltò addosso e lo abbracciò salutandolo. 
- BENTORNATO DANI! - esclamò facendo così notare in un attimo a tutti che era tornato. - Sei di nuovo fra noi? Non lo sapevo! Che bello, come stai? 
Era da molto che le loro strade non si incrociavano nemmeno per sbaglio, normalmente comunque la fisioterapia veniva eseguita nel centro sportivo perciò finivano per vedersi, ma nel caso di Daniel aveva sempre accuratamente scelto orari diversi da quelli dei compagni per evitarli tutti. Dunque era davvero da molto che non vedeva nessuno. 
- Sì sto bene, ricomincio con allenamenti a parte, ma sarò lì fuori con voi... - spiegò cercando disperatamente di non guardare Theo nemmeno per sbaglio.
Ci riuscì.
Sapeva che era lì, sapeva benissimo dove stava la sua sedia ed il suo armadio, per questo entrando aveva fissato da tutt’altra parte. 
- Dai, sono contento che sei tornato! Si sentiva la tua assenza! - mentì Samu. Non tutti la sentivano o meglio, andava d’accordo con tutti bene o male, ma non era lui l’anima dello spogliatoio. Daniel era più un contorno, al momento. Aveva il suo gruppetto composto da Alexis, Sandro, Rafael il quale comunque passava da uno all’altro come un ranocchio, ma a dire la verità che Daniel ci fosse o meno solo alcuni di loro l’avevano notato. 
Theo era fra questi. Samu aveva sentito la sua mancanza perché l’aveva sentita lui. 
Il francese in disparte, fermo ancora sotto shock, incapace di muovere mezzo passo allo stesso modo in cui Daniel fu incapace di lanciare mezzo sguardo in sua direzione. Sorrise imbarazzato poi furono salvati dall’arrivo degli altri che lo salutarono e li distrassero.
Samu tornò da Theo e gli diede una manata sulla schiena per spingerlo ad andare da lui, ma scosse il capo con un’aria depressa prorompente. 
- Perché no? 
Theo, amareggiato, mormorò:
- Non vedi che non mi ha nemmeno guardato? Credo mi odi e mi odierà per sempre. 
Samu lo guardò senza parole. Lo conosceva da più di due anni ormai, non l’aveva mai sentito e visto in quelle condizioni. Arreso in partenza. 
Quando l’aveva visto puntare Ante e poi andare a letto con lui, aveva pensato che fosse guarito da quella parentesi strana con Daniel, che non ci fosse stato poi così male, che fosse andato finalmente oltre e che adesso si sarebbe divertito con lui a fare a gara a chi si faceva più ragazzi. Ma improvvisamente il fulmine a ciel sereno gli aveva fatto capire che si sbagliava. 
Probabilmente nemmeno Theo stesso aveva immaginato per sé una reazione simile nel rivedere Daniel.
Di fatto nonostante Ante non aveva superato un bel niente. 
- Ma è solo imbarazzato... e poi guarda che bene che sta così! - lo stuzzicò cercando di tirarlo su e farlo tornare quello entusiasta e battagliero di sempre. Theo lo guardò con occhi carichi di qualcosa che non sapeva definire, una via di mezzo fra il dolore e la speranza. Annuì. Daniel non si era ancora tagliato i capelli corti e li aveva un po’ più lunghi del suo tipico taglio.
- Sta da Dio... - sussurrò piano. Samu impressionato da quella sua reazione inattesa inarcò le sopracciglia e lo lasciò andare tornando al posto a finire di cambiarsi. 
Di certo nessuno si era aspettato il suo ritorno così fra capo e collo dopo tutto quel tempo di assenza totale, ma da lì a reagire in quel modo ce ne passava. Vero era che anche Daniel l’aveva totalmente ignorato ed in amore vinceva chi fuggiva, ma pensava che Ante fosse servito a qualcosa. 
“Mah, chi li capisce quei due...” 
Appena Alexis arrivò, puntò dritto a Daniel che ormai era quasi pronto e lo salutò con dolcezza ed entusiasmo abbracciandolo, il compagno sembrò rilassarsi e solo vedendolo con lui Samu capì che il piccoletto era veramente teso. 
“Non sembrava... è bravo a mascherare, ma a quanto pare Alexis rivela ogni trucco! Che talento che ha quel ragazzo!” pensò ridacchiando. 

Theo si sarebbe ucciso la bocca a forza di mordersela e tirarsi le pellicine fino a farsi sanguinare. Brahim gli tirò uno schiaffo sulla nuca per farlo smettere, non disse nulla, ma quando lo rifece per l’ennesima volta brontolò: 
- Vai a parlarci e basta! 
Non serviva dire il soggetto.
Theo si allenava col gruppo, ma la sua testa era totalmente concentrata su Daniel in parte che faceva esercizi con un preparatore atletico che si dedicava interamente a lui. 
Era come se nemmeno fosse lì. 
- E cosa gli dico? - chiese amareggiato. - Non mi guarda nemmeno... 
Brahim fece un sorrisino. 
- Sta bene così... - disse commentando anche lui il suo stile un po’ più trasandato del solito. 
- Molto... - commentò sospirando. Brahim ridacchiò e lo spinse. 
- Parlaci a fine allenamento... non puoi continuare così e lo sai. 
Era vero, lo sapeva, ma parlargli per dirgli cosa? Aveva sempre detto che appena si sarebbe fatto vivo di nuovo gli avrebbe parlato per spiegargli che l’aveva frainteso, che poteva anche essere serio con lui. Ma adesso che lo vedeva evitarlo in quel modo si chiedeva se fosse servito a qualcosa.
Quando Daniel si fissava su una cosa, aveva il sospetto che non potesse assolutamente cambiare idea. 

Si stavano preparando per la partitella finale quando Alexis si sentì afferrare il braccio all’improvviso. 
Si voltò saltando per la sorpresa e ancor più sorpreso si ritrovò nel vedere la faccia seria di Theo. La prima cosa che fece fu cercare forsennato Daniel sfilando via subito il braccio, come se facessero qualcosa di sbagliato. 
Si sentì sollevato nel vedere che Daniel era in un’altra zona dell’esterno a fare stretching ed esercizi di manipolazione con il fisioterapista. Erano visibili anche se lontano rispetto a loro e non li stava guardando. 
- Ti devo parlare. - sibilò Theo serio. 
- Adesso? - chiese allucinato Alexis. 
- Sì... perché non so se è il caso che lo costringo a parlarmi... cosa dici? 
Non servì essere più specifico, Alexis capì subito di cosa parlava e perché lo diceva. Tornò a guardare istintivamente Daniel che veniva schiacciato a terra dal terapista, aveva notato che non aveva mai guardato Theo nemmeno per sbaglio, mentre aveva riso e scherzato con lui e con gli altri del suo gruppo solito. 
- Normalmente ti direi di aspettare che lo faccia lui quando sarà pronto... - mormorò piano, ma poi si intristì ricordandosi del loro dialogo del giorno prima. Daniel aveva bisogno di capire quanto Theo fosse sbagliato, di viverlo a pieno, sbatterci il muso insomma. Perciò decise di permetterglielo. 
- Ma credo che con lui se vuoi qualcosa devi lottare con tutte le tue forze. 
A quello Theo ebbe un deja-vu su un consiglio praticamente uguale sempre sullo stesso soggetto e si illuminò.
- Non devo aspettare le sue lune? 
Alexis ricordandosi la stessa cosa, sorrise ed annuì guardandolo con confidenza. 
- Proprio così... ricordi cosa ti ho detto?  
- Daniel ha un carattere troppo forte, non devo farmi surclassare! 
Alexis strinse gli occhi, non gli pareva di aver detto esattamente quelle parole, ma il senso era comunque quello. 
- Sì, qualcosa di simile, dai! 
I due si misero a ridere. 
- Tirerò fuori le palle allora! 
Le aveva, aveva solo paura di perderlo qualunque cosa facesse, ma era chiaro ormai che se non avesse fatto nulla per paura di perderlo... beh, l’avrebbe perso davvero!
- Grazie. - disse poi stringendogli la mano sulla spalla. 

Daniel da lontano decise di girarsi a guardarli proprio in quel momento, come avesse un radar per i momenti sbagliati, e vedendoli cospirare sorridendosi e toccandosi, un’ondata di fastidiosa gelosia lo invase e fu peggio non riuscire ad identificare l’origine specifica. 
Era per Alexis o Theo? 
“Vaffanculo!” 
Iniziava ad odiarsi. 

Rivederlo dopo tanto tempo, rivederlo dal vivo, era stato traumatico, ma aveva mascherato molto bene la propria condizione. 
Aveva ingoiato l’agitazione e nascosto la tachicardia, era anche riuscito a non guardarlo quasi per tutto il tempo. Quando aveva deciso di farlo, l’aveva visto confabulare con Alexis, perciò dopotutto sarebbe stato meglio non guardarlo.
Daniel aveva sperato di non sentire particolari effetti, ma ovviamente era presto. Non vederlo per nulla era un conto, riuscire a starci davanti e sopravvivere era tutt’altro. 
- Ciao! - esclamò una voce dolorosamente familiare alle sue spalle. Daniel impallidì, ma riuscì a girarsi con un’espressione del tutto normale e controllata. Sembrava a posto. 
“Che bravo!” pensò fiero di sé. 
Alla fine dell’allenamento, dopo due ore che erano nella stessa zona del mondo, lui si degnava di salutarlo. Tirava fuori le palle e gli parlava.
- Solo due ore, dai... è un record... - disse acido il più giovane invece di salutarlo e fare finta di nulla. Non poteva. Ci aveva provato per due ore a fare finta che non esistesse, ma aveva concluso che invece esisteva e non poteva ignorarlo. Specie se non lasciava in pace Alexis.
Alexis era una sua zona. Come le zone rosse, arancioni o gialle. Ogni regione ne aveva una. Lui aveva Alexis. Alexis era una sua zona. Theo aveva Samu e Brahim. Lui aveva Alexis. Una volta anche Lorenzo, ma attualmente non era lì perciò non poteva più considerarlo una sua zona. 
Poteva farsi Ante, se voleva. Ante era zona bianca. 
Non gli stava proprio bene che andasse con altri, ma siccome glielo aveva detto lui, non poteva di certo recriminare.

Theo impallidì sgranando spontaneamente gli occhi, mentre avanzavano davanti a tutti verso gli spogliatoi. Daniel era partito prima degli altri che ancora si stavano abbeverando e togliendo le pettorine della partitella. Theo l’aveva lanciata per aria al volo e gli era corso dietro senza prendere da bere. 
- Cosa stai dicendo? - disse cadendo fintamente dalle nuvole. 
- Mi parli solo dopo due ore che sono qua. Pensavo non avresti più avuto il coraggio di farlo... ci hai messo solo due ore a tirare fuori le palle! Un bel record per te! - continuò sferzante senza riuscire a frenarsi.
I due intanto erano arrivati negli spogliatoi, ancora vuoti ma probabilmente per poco. 
- Io?! Sei tu che mi hai totalmente tagliato fuori! Cercavo solo di rispettare la tua volontà! 
Daniel rise rumorosamente.
- È molto facile così, sai! - fece infine tagliente prendendosi il colletto della maglietta e sfilandosela via da sopra la testa. Theo sgranò gli occhi shoccato da quella reazione inaspettata, stava per soccombere, altro che non farsi surclassare. Lo stava seppellendo. 
Theo lo vide togliersi i pantaloni della tuta con cui aveva fatto gli esercizi in campo e con essi si tolse anche gli slip sportivi per una doccia veloce. Spalancò gli occhi e lo fissò distraendosi per un momento, poi scosse la testa e tornò sul suo viso livido di rabbia. 
Fece peggio, era ancor più attraente di sempre così inferocito! 
- E no, eh! - sbottò d’un tratto asciutto. Daniel lo fissò stupito, fermandosi con l’asciugamano buttato in spalla. 
- No cosa? - chiese sostenuto. Theo allargò le braccia e alzò il dito con fare da maestro furioso. 
- Non la butterai tutta su di me la colpa! Ti sei isolato, mi hai bloccato. Io ti ho cercato ma quando ho visto che mi avevi bloccato ho capito che dovevo lasciarti un po’ di tempo per riprenderti! Sei tu che mi hai tagliato fuori! Rispettarti non è scappare od essere codardi! Oltretutto mi avevi detto di dimenticarti e andare con altri! 
Daniel scosse la testa e si avviò con il bagnoschiuma in mano verso la zona delle docce; sentendo le voci dei compagni raggiungerli in prossimità della porta, Theo gettò tutto all’aria di nuovo e nudo come un vitello appena nato lo raggiunse prendendo al volo solo l’asciugamano. 
Avrebbero avuto circa qualche minuto prima di essere invasi sotto le docce. Theo si precipitò sotto quella vicino alla sua e riprese battagliero, sentendo la rabbia salire. 
Prima era lui quello che scappava, poi lo accusava di averlo fatto. No, facile così. 
- Sei tu che sei scappato da me! Le cose si sono fatte complicate e ti sei isolato! E poi dai la colpa a me! - replicò senza mollare l’osso. Daniel, già bagnato, lo fissò con due lame d’acciaio al posto degli occhi e lo fucilò. Theo in tutta risposta gli prese la boccetta e se ne versò abbondantemente nella mano per poi passarsela addosso. 

Daniel seccato della sua libertà se la riprese e la usò allo stesso modo. I due si misero ad insaponarsi fissandosi in cagnesco uno davanti all’altro.
- Mi stavo leccando le ferite, è legittimo oppure è da codardi?  
- Cosa dovevo fare? Mi hai bloccato, Dani! - ruggì. 
- Innanzitutto sai dove abito! - replicò subito l’altro trovando molto più facile litigare con lui invece che parlargli in modo normale. Theo iniziò a lavarsi l’inguine senza rifletterci. Daniel lo fissò nel panico, ma lo nascose bene facendo altrettanto. 
- Certo che so dove abiti. E so CON CHI! Non ci verrò mai da te! E so che se ci venissi, se osassi farlo, probabilmente mi uccideresti e sai che ho ragione! Casa tua è una zona rossa, per me!  
- E se è per questo anche Alexis lo è! 
Appena lo disse Daniel impallidì e liberò un’espressione shoccata senza poterla trattenere. Imprecò e gli diede la schiena sperando di poter cancellare in qualche modo quella frase. 
Ovviamente era tardi e la bocca di Theo si mosse senza che il suo cervello si attivasse. 
- Sei geloso di noi? 
Su questo entrarono i primi compagni, fra cui Samu e Brahim che assistettero alla spruzzata di acqua da parte di Daniel in faccia a Theo. Aveva preso il manico della doccia e glielo aveva girato in viso, poi aveva girato il rubinetto aprendo solo l’acqua fredda. 
A questo Theo lanciò un urlo che lo sentirono anche al parcheggio e mentre tutti si giravano a vedere che succedeva, Daniel chiuse l’acqua, prese l’asciugamano e se lo avvolse andandosene da lì. 


Note Finali: le foto scelte sono: Daniel, per far capire un pochino lo stile con cui si presenta agli allenamenti con cui me lo immaginavo. Theo in quel periodo se non ricordo male aveva i capelli neri, semplici, taglio solito. Per tutto l'allenamento aveva più o meno quell'espressione corrucciata.
Daniel è il classico ragazzo poco più che adolescente ma non ancora maturo, preda di esperienze nuove mai vissute, emozioni sconvolgenti e reazioni contrastanti. Rappresenta sempre il classico giovane che vive cose nuove e che si lascia trasportare dall'impulso tipico di quell'età. Io poi me lo sono immaginata con un carattere sì forte, ma dalle idee confuse. Risultato devastante.
Theo è sempre quello che fa guai anche se respira, che va a tentativi ma senza mai ponderarli prima. Non bisogna dimenticare che comunque anche se lui è un po' più grande di Dani, è alla sua prima esperienza omosessuale, che per di più non è facile per il fatto che il soggetto in questione è il figlio del suo grande idolo (e sogno erotico). Anche qua, risultato devastante.
Riusciranno mai a trovare un punto di incontro e capirsi? Ai posteri l'ardua sentenza.
Grazie a chi segue!
Baci Akane