*Abbiamo lasciato Theo che si impone finalmente su Daniel e affronta addirittura il tabù di Casa Maldini. Vuole chiarire una volta per tutte quali erano le sue reali intenzioni e cosa prova, ma riuscirà per una volta ad esprimersi bene e a dire la cosa giusta? Buona lettura. Baci Akane*
28. LA COSA GIUSTA AL MOMENTO GIUSTO
Se Theo non avesse pensato che il consiglio di Alexis sarebbe stato la cosa migliore da seguire e non gli avesse dato tempo, si sarebbe imposto immediatamente, il giorno dopo probabilmente.
Gli avrebbe provato a spiegare quale casino aveva creato con le migliori intenzioni e magari non sarebbero arrivati a quel punto, ma aveva pensato che aveva ragione Alexis, che Daniel doveva calmarsi o non l’avrebbe mai ascoltato.
Forse era vero, ma lasciar correre tutto quel tempo aveva creato una voragine di dubbi in Daniel.
‘Se Theo non fa nulla, allora avevo ragione a dire che non gli interesso davvero.’
E a conti fatti, Theo non aveva fatto veramente nulla. Perché?
Perché non tirare fuori le palle?
Perché lasciargli gestire tutto come voleva lui?
Alla fine, se ci pensava bene, era lì che aveva sbagliato sin dal principio. Aveva sempre lasciato a Daniel il manico del coltello, gli aveva sempre fatto fare tutto come voleva.
A partire da quella famosa prima sera insieme a casa sua, quando dopo l’orgasmo che Theo gli aveva procurato con la mano, Daniel l’aveva poi lasciato sul più bello; così come tutte le volte successive, quando sempre il piccolo Maldini aveva deciso che lui lo volesse solo per suo padre. Oppure quando aveva voluto vendicarsi di lui tirandolo scemo.
Ma l’errore più grande l’aveva commesso quando gli aveva lasciato decidere cos’era stata quella notte di sesso fra loro.
Non gli aveva detto lui cosa voleva che fosse. Aveva lasciato decidere a lui.
Lì se l’aveva perso.
Invece di dirgli che sperava di vivere una storia insieme, di provarci veramente, gli aveva detto che gli sarebbe andata bene qualunque sua scelta.
Poi aveva lasciato che Daniel si isolasse e al ritorno a Milanello gli aveva permesso di evitarlo per tutto il tempo e poi addirittura di interrompere la discussione sul più bello.
Così realizzandolo in un estremo ed importante momento di lucidità, incrociò le braccia al petto, poi calmo e deciso, piegando la testa, disse: - Vuoi sapere cos’ho sempre sbagliato con te?
Vide gli occhi di Daniel attenti e fissi sui suoi, impossibile decifrarli, ma non si tirò indietro e cominciò.
- Ho sempre lasciato decidere tutto a te. Ti ho lasciato condurre. Non ho mai preso le cose nelle mie mani, non ho mai imposto le mie decisioni. Anzi. Non ho mai PRESO una decisione. Capisco che tu non voglia uno senza palle come me, incapace di decidere, di imporsi, di dimostrare che sa cosa vuole e soprattutto quanto.
Lasciò qualche secondo per permettergli di assimilare quella premessa.
Daniel sembrava colpito da quel suo atteggiamento sicuro, ma soprattutto dal suo discorso.
- E cosa avresti voluto aver deciso al mio posto? - chiese il più giovane con tono apparentemente pacato; Theo lo invidiava, riusciva a mantenersi calmo anche in una circostanza simile, ma dubitava ci sarebbero state grida con Paolo al piano inferiore.
Theo sciolse le braccia e gli andò davanti, gli toccò i capelli spettinati dalla fronte, gli si erano asciugati così senza che un pettine gli desse una forma e stava ancora meglio, scivolò sulla guancia e sul mento.
Poi con morbidezza e dolcezza, rispose: - Vorrei aver aver ricevuto da te lo stesso trattamento che ti ho fatto io quella sera a casa mia, quando tutto è iniziato. Invece mi hai lasciato sul più bello ed io te l’ho lasciato fare.
Daniel rimase colpito che la prima scelta che Theo rimpiangeva fosse quella; su tutto ciò che era successo fra loro, quella di certo non era una sua ‘scelta sbagliata’. Non avrebbe mai potuto obbligarlo a masturbarlo se non voleva.
Però non disse nulla e Theo continuò: - E vorrei non averti lasciato credere per così tanto tempo che fosse tutta una questione su tuo padre. È vero che se non fossi stato suo figlio non ti avrei notato, ma molto presto sei stato tu ad ossessionarmi. Tu ed i tuoi modi così decisi, il tuo carattere forte, la tua finta innocenza.
Daniel inghiottì a vuoto, rimanendo sempre fermo e impassibile anche se con sempre più difficoltà. Theo proseguì.
- Vorrei aver preso il controllo tutte le volte che mi seducevi e mi lasciavi sul più bello. Avrei voluti averti preso e sbattuto sul muro e fatto un pompino e scopato tutte le volte.
Daniel si sentì scaldare violentemente per quella dichiarazione che non aveva niente a che fare con la poesia ed il romanticismo. Forse proprio per questo così eccitante. Sentì la propria erezione reagire sotto i pantaloni morbidi della tuta. La sfumatura delle sue iridi divenne più intensa e lucida.
Theo, a vicinanza sempre più millimetrica, poteva sentire il suo respiro. Poteva vedere quanto gli brillavano gli occhi. Quanto si stava emozionando ed eccitando.
- Vorrei averti detto che speravo di avere una storia con te, se anche tu volevi. Ma che ero pronto ad accettare anche un rifiuto perché ti rispetto e mi piaci. Perché certe cose non si possono imporre. Il sentimento, l’attrazione, la voglia reciproca non la puoi imporre.
Daniel non respirava più, ma non se ne stava rendendo conto. Le mani di Theo dal viso erano scese sul collo, le dita immerse sulla sua nuca spettinata, il pollice sulla guancia che scivolava sul mento e poi sul labbro.
- Vorrei non averti lasciato tutto quel tempo ad isolarti da solo, a tagliarmi fuori. Vorrei non averti permesso di non parlarmi oggi e nemmeno di interrompere la nostra discussione. Ma finalmente ho fatto una cosa giusta, ho fatto una cosa che volevo fare. Sono venuto qua ed ho detto quello che volevo disperatamente dirti dalla nostra notte insieme.
Theo avvicinò le labbra alle sue fino a sfiorarle, ma si fermò un istante prima di toccarle.
- Volevo dirti che ho fatto un casino perché sono un idiota, ma vorrei tanto provare a stare con te, perché mi piaci davvero.
Daniel a quel punto lasciò uscire un sospiro perché sentiva gli girava la testa tanto da svenire, chiuse gli occhi e si abbandonò.
Le sue labbra lo sfiorarono, si fusero insieme, si schiusero e la lingua era calda e umida quando si infilò alla ricerca della sua. Si intrecciarono in un bacio calmo di cui avevano avuto un estrema gola, un enorme bisogno. Un bacio serio, sentito. Voluto.
Daniel mise le sue mani sui suoi fianchi e si appoggiò a lui, alla ricerca del suo calore. Avrebbe voluto respingerlo, ma non si ricordava più perché. Ora voleva solo accettare quel bacio e gli veniva da piangere perché alla fine gli credeva. Credeva a quello che gli aveva detto, o voleva credergli per lo meno.
Improvvisamente voleva dargli quella possibilità, voleva provare a farla funzionare. Improvvisamente sì.
Theo gli prese il viso fra le mani e lo tenne a sé in quel bacio lungo ed ubriacante, al termine del quale gli fece scivolare il volto sul suo collo, al sicuro e al caldo.
Infine abbracciandolo gli chiese con le labbra all’orecchio:
- Perché Alexis è zona rossa?
E quello. Quello sì che ebbe la portata di uno sparo.
Alexis aveva appena mangiato lasciando tutto in disordine in cucina. Si sentiva un po’ uno stronzo a lasciare tutto un cesso per quella poverina dell’agenzia che veniva ogni mattina a pulirgli casa e sistemare tutto; se sua madre l’avesse saputo l’avrebbe disconosciuto da figlio, ma facendo il calciatore e avendo soldi, si era impigrito.
Non aveva impegni per il resto della giornata, sarebbe rimasto sul divano a recuperare qualche serie TV che non avrebbe minimamente seguito perché avrebbe pensato a quello che aveva detto Theo.
“Perché sono off limits? Io che c’entro? Non è una questione fra loro? Alla fine ho qualche speranza davvero?”
Buttato sul divano, sotto un plaid rosso in microfibra, si sfiorò le labbra ripensando a quella specie di bacio nel letto di Daniel, quella famosa sera. A come si era avvinghiato a lui, come gli si era strofinato addosso. Non era andato oltre, anche se comunque quel che aveva fatto di sicuro non era normale.
Poi se ne usciva con ‘zona rossa’ o quel che era.
Non capiva, Daniel lo confondeva sempre più. Solo Lorenzo lo capiva sempre, ma adesso che non era lì era tutto più complicato.
Sospirò chiedendosi cosa fosse successo nelle prime scene dell’episodio appena passato. Stava per fermare e mettere indietro quando suonarono alla porta.
Sorpreso, visto che non aspettava nessuno, andò ad aprire e ritrovatosi davanti il viso sconvolto di Daniel, il viso di uno che stava per scoppiare in lacrime, lo guardò inebetito.
- Dani? - chiese shoccato sia dal ritrovarselo lì che dal suo aspetto.
- Scusa, sei impegnato? - mormorò roco il suo amico. Alexis ancora sotto shock scosse il capo e si fece da parte.
Daniel allora entrò piano e come un fantasma si fermò in salotto, si sedette nel divano come se fosse un automa e non sapesse veramente cosa stesse facendo. Si prese la coperta rossa ammassata e se la mise sulle gambe, rimanendo seduto in punta, rigido.
Lo sguardo quasi vitreo, ma pieno di lacrime sull’orlo di uscire.
Alexis preoccupato spense la televisione e gli si sedette vicino, gli prese le mani e dolcemente, lo chiamò: - Dani, cos’è successo? Me ne vuoi parlare?
Daniel a quel punto girò lentamente gli occhi sui suoi, di colori simili ma comunque diversi.
Guardò prima le sue mani, poi guardò lui e mordendosi il labbro che gli tremava, lasciò che una lacrima gli scivolasse lungo la guancia, silenziosa.
- Ho fatto un casino con Theo... credo d’averlo perso... ed è solo colpa mia. Ha ragione lui questa volta...
Già solo il fatto che Daniel dicesse che qualcun altro aveva ragione era shoccante di per sé, se lo diceva di Theo era da lasciarci le penne. Non ci scherzò su, ma Alexis capì quanto fosse sconvolto.
Gli prese il viso con una mano mentre l’altra teneva le sue strette sulla coperta. Gli asciugò la guancia.
- Dai, non sarà così grave...
Daniel guardò in alto nel disperato tentativo di calmarsi e riuscire a parlare, fece una smorfia, prese un respiro profondo e dopo alcuni tentativi, riscaldato dal suo contatto e dalla sua vicinanza, riuscì a parlare.
- Mi ha detto che ha sbagliato a lasciarmi fare tutto a modo mio, avrebbe voluto fare certe cose diversamente e quella volta non voleva dire che per lui era uguale cosa dovevamo essere, ma non sapeva come dirmi che voleva avere una storia con me e che avrebbe capito se io non avessi voluto e avrebbe accettato la mia risposta, perché l’amore non lo imponi. - spiegò tremante, riuscendo a malapena a parlare. Alexis era sorpreso, Theo era stato apparentemente perfetto.
- E tu cosa gli hai detto? - chiese non capendo cosa potesse aver sbagliato quella volta Theo.
Daniel proseguì ancora sotto shock.
- Ci siamo baciati. Poi mi ha chiesto perché ho detto che tu sei zona rossa.
Daniel si schiarì la voce e sfilò le mani dalle sue, prese la coperta dalle gambe e se la mise sulla bocca come a proteggersi in un gesto infantile e tenero insieme. Cercò di farsi forza e con la voce spezzata e le lacrime che scivolavano, proseguì disperato: - Gli ho gridato oggi che tu sei off limits, che non ti doveva parlare perché sei zona rossa e mi ha chiesto perché...
Alexis non respirava.
- Ed io ho detto che non lo so, l’ho detto impulsivo. Mi aveva mandato fuori di testa vedervi insieme e non so... non so perché ti giuro... non ho saputo dargli una spiegazione più accettabile. Mi ha detto di tornare quando avessi avuto una risposta degna.
Con questo Daniel si coprì il viso del tutto con la coperta, appoggiandosi all’indietro nel divano. Alexis lo lasciò nascondersi. Rimase inebetito, incapace di capire cosa significasse tutto quello.
Cioè lo sapeva ma non poteva accettarlo. Sarebbe stato davvero troppo.
Impossibile.
Vero?
Eppure in che altro modo spiegarlo, allora?
Insomma, c’era solo quello. Non poteva essere altro.
Alexis rimase fermo immobile vicino a lui, vedendolo teneramente nascosto dietro alla coperta. Anche se aveva modi e lati caratteriali adulti, come per esempio aveva le idee chiare (quasi sempre) ed aveva un carattere deciso, alla fine in quel suo scappare quando diventava tutto troppo ingestibile, era lì che si vedeva la sua giovane età.
Alexis sorrise teneramente. Forse aveva capito male. Forse Daniel era confuso ma non provava proprio quello che sperava, che provava anche lui.
Ma forse sì. Comunque di sicuro non avrebbe avuto un’occasione migliore di quella. Sicuramente il solo sistema per schiarirsi le idee, spesso era provare.
O forse, provando, te le incasinavi di più.
Alexis decise che era ora di vedere di sé stesso, ora. Che era veramente la sua unica possibilità.
Gli prese la coperta, la tirò leggermente fino a scoprirgli il viso pieno di lacrime, gli occhi stretti, le mani a pugno sulla fronte.
Gliele prese, le allargò, si chinò e lo baciò.
Daniel dal buio dei suoi occhi chiusi e della coperta, si ritrovò scoperto e dopo un istante, le sue labbra sulle proprie. Non come quella sera, in una situazione caotica nel suo letto. Fu un vero bacio.
Inizialmente lieve e dolce, così come era Alexis, poi gli prese il mento con due dita, gli sollevò il viso e con un accesso migliore, gli schiuse le labbra succhiandogliele.
Ben presto Daniel si ritrovò ad accettare quel bacio inaspettato e forse voluto. Si ritrovò a rispondere aprendo di più la bocca e cercarlo con la lingua, trovò il suo viso con le mani e si alzò per andargli incontro con più sicurezza e convinzione. Con prepotenza lo spinse all’indietro fino a farlo appoggiare con la schiena, si sedette su di lui a cavalcioni e approfondì il bacio forse più voluto di quello che avrebbe mai immaginato.
Daniel si era acceso, il calore l’aveva invaso prepotentemente, si sentiva avvampare pieno di un desiderio che gli faceva sentire di essere finalmente al posto giusto.
Sconvolto e confuso, pensò che adesso fosse nella merda, perché non aveva più la minima idea di come distinguere fra Alexis e Theo. Perché più lo stava baciando, più aveva le sue mani sui fianchi a cercare sotto la maglia la sua pelle calda e sensibile, più ne aveva voglia. Non sarebbe riuscito a staccarsi, a smettere, ma contemporaneamente aveva indelebile la propria gioia nel sentire Theo dire la cosa giusta nel momento giusto, finalmente. Quel bacio, quell’abbraccio, quella speranza che forse poteva avere una storia, la storia che aveva sperato.
Ed ora? Ora stava lì a baciare Alexis e forse lo faceva perché era questo che la vita ora gli stava offrendo e lui si era ripromesso di accettare tutto. Prendere tutto. E lo prendeva.
O forse perché certe cose non le vedevi finché non si creavano determinate situazioni, proprio com’era successo fra lui e Theo che dopo mesi si erano accorti di essere attratti.
Forse a volte serviva qualcosa, qualcosa doveva cambiare, qualcosa doveva capitare che ti faceva aprire gli occhi che ottusamente non volevi aprire per mille ragioni diverse.
Daniel corse con le mani sotto i pantaloni di Alexis con la frenesia di chi sa che una volta interrotta la magia, non avrebbe più avuto il coraggio di riprovarci perché sarebbe caduto in un caos senza precedenti.
Alexis trattenne il fiato spalancando gli occhi, sentendo la sua mano cercare la propria erezione, ma non lo fermò. Lo sentì sollevarsi sulle ginocchia per abbassarsi un po’ i pantaloni, sentì le loro erezioni unirsi mentre Daniel iniziava a muoversi e strofinarsi nella mano che stringeva entrambi i loro membri eccitati ed uniti.
Iniziarono a gemere nelle bocche fuse insieme ed aperte. Dove le lingue giocavano distratte dal piacere che Daniel stava dando lì in basso.
- Oh... oh Dio, Dani... - mormorò Alexis nel panico, vicino all’orgasmo. Daniel scivolò con le labbra nel suo orecchio, glielo leccò e gemette aumentando i brividi. Vennero insieme in un’esplosione che sporcò entrambi i vestiti.
Si era controllato, visto che Daniel avrebbe voluto penetrarlo, ad un certo punto.
Sconvolto di come si era sentito in un attimo, di quell’esplosione, gli si accasciò sopra come privo di vita, ansimandogli contro il collo.
Alexis, dolcemente, scivolò con le mani sulla sua schiena dopo aver preso la coperta abbandonata in parte e ricoprì entrambi. Non disse nulla, ma rimase lì ad assaporare quel piccolo sogno, incapace di immaginare se ce ne sarebbero stati poi altri.
- Più forte! - ringhiò Theo girando il capo e torcendosi verso Ante, i pugni stringevano le lenzuola stropicciate sotto di sé. - Più forte! - ripeté furioso.
Ante pensava di andare sufficientemente forte, ma lo accontentò senza dire nulla, capendo che non stava bene.
In effetti l’aveva immaginato da come gli aveva chiesto, anzi preteso, di raggiungerlo a casa.
Se aveva avuto voglia di fare una sveltina, perché non direttamente dopo gli allenamenti, come avevano fatto qualche altra volta?
Aveva notato il suo litigio con Daniel, cosa che in effetti era saltata all’occhio a tutti, ed ora quella richiesta perentoria.
Non solo.
Quando era arrivato, gli aveva aperto in boxer ed era andato subito in camera, si era buttato sul letto e si era tolto quel che restava. Ante non aveva avuto tempo di spogliarsi del tutto, non aveva nemmeno pensato ai preliminari.
- Dai... - aveva detto subito Theo, impaziente. Ante si era solo abbassato i pantaloni ed i boxer mentre lui si era messo a quattro zampe sul bordo. Ante aveva cercato di prepararsi da solo, in piedi dietro di lui, finendo assurdamente per stizzirlo.
- Che cazzo c’hai? - gli ruggì Theo contro, seccato.
- E che cazzo c’ho!? Mica sono una macchina, no? Non mi tira in un attimo! - aveva risposto brusco e infastidito. Theo, sbuffando, si era girato e mettendo la testa verso il suo inguine, glielo aveva preso sbrigativo in bocca ed aveva iniziato a succhiarlo.
Ante aveva apprezzato quell’improvvisa e volgare modalità e si era eccitato dopo poco; Theo fra l’altro era anche molto bravo, doveva ammetterlo.
Quando finalmente l’aveva sentito duro, Theo si era girato tornando come prima.
Ante gli aveva dato uno schiaffo sulle natiche protese verso di lui e si era chinato per lubrificarlo e prepararlo come al solito, ma a quel punto Theo gli aveva detto di sbrigarsi e basta.
Così aveva capito che stava veramente male e qualunque cosa fosse, non ne avrebbero parlato.
Uno perché non erano in confidenza, due perché Ante non era tipo da chiedere a qualcuno come stava, specie se era ovvio che era uno schifo.
L’aveva accontentato e l’aveva penetrato praticamente a freddo.
Aveva fatto difficoltà, sicuramente Theo aveva avuto più male, ma a quanto pareva gli era andato bene così.
Aveva presto chiesto di sbrigarsi, di andare più forte e così lui aveva fatto ben volentieri trovando in quel sesso particolarmente brutale, qualcosa di non ancora provato prima. Era bello, era quasi il suo mondo, il suo modo di essere. Lo rispecchiava molto.
Ante ci si trovò molto bene e lo accontentò andando più forte e veloce, mentre affondava quasi con furia, senza riserve, senza alcun riguardo.
Theo gemette sempre più rumorosamente, fino a che riuscì a venire. Poco dopo anche lui ebbe il suo orgasmo.
Fu forse la volta più veloce in assoluto.
Ante uscì da lui e si salì sul letto stendendosi di schiena ansimante per il ritmo folle raggiunto. I sensi confusi, ma la mente non era annebbiata. Si sentiva fisicamente benissimo, il sesso con Theo era sempre meglio.
Si girò a vedere come stava Theo: lui si era messo meglio sul letto buttandosi di schianto a pancia in giù, la faccia premuta sul cuscino.
Non vide il suo viso, non gli chiese nulla, non lo toccò. Rimase solo lì, in silenzio, e lo coprì con le lenzuola.
Del resto sarebbe stata una domanda inutile.
Era ovvio che il sesso non era servito a nulla ed era ancor più ovvio che stava malissimo.
Note Finali: con me le cose non possono mai essere semplici altrimenti non mi divertirei a scrivere. Sono riuscita di nuovo a complicare le cose. Cosa prova Daniel realmente? Gira ormai tutto intorno a questo. E Theo avrà detto la cosa giusta al momento sbagliato, cioè troppo tardi?
Sono sincera, non ho idea di dove viva Alwxis, mi immaginavo un appartamento extra lusso o qualcosa di simile. Penso che tutti i calciatori abbiano la donna dell'agenzia che viene a pulire, ma in realtà sono cose che mi immagino io da persona comune, povera che si fa tutto da sola. Suppongo che la vita da ricchi sia quella in cui non alzi un dito! XD Va bene, la smetto. Appuntamento fra quattro giorni. Vediamo come la sbroglia Daniel. Le foto finali scelte sono perchè mostrano l'intimità che c'era fra questi (Dani e Ale si sa, ma Theo e Ante, se non fosse stato per i molti fattori che mi hanno spinto a metterli con altri, sarebbero stati un gran bella coppia. Molto hot!) Baci Akane