36. APERTURA TOTALE
- Veramente hai pensato solo a me? - mormorò Daniel immobile con le mani sui fianchi, in piedi in mezzo alle sue gambe aperte.
Theo seduto sul divano lo guardava dal basso all’alto, si spostò più in avanti nella seduta e coi piedi agganciò le sue caviglie per impedirgli di scappare. I brividi ricoprivano Daniel già dalla testa ai piedi. Non si sarebbe di certo mosso da lì.
- E tu? Perché sei qua ora? Perché tutto questo silenzio? Perché oggi eri così amichevole con Alexis e mi hai invece ignorato? - chiese Theo in un tono straordinariamente delicato. Daniel rimase spiazzato dal modo in cui glielo stava chiedendo, prima era sicuro fosse furioso, quando l’aveva sentito brevemente per telefono ed anche quando si erano incontrati sul pianerottolo.
Invece ora era lì in attesa, con una delicatezza che aveva visto solo in Alexis.
“Allora nasconde dei lati che non immaginavo...” si disse Daniel sconvolto, mentre le mani si muovevano sulle spalle del compagno risalendo lentamente sul collo. Con una lentezza esasperante, mentre lo osservava pensieroso in piedi davanti a lui, continuò a carezzarlo sulla nuca, fra i capelli corti sempre in un taglio alla moda che riusciva a stargli ogni volta benissimo.
“Continua a sorprendermi, questo ragazzo... a farmi impazzire sempre di più...”
- Io dovevo essere sicuro della scelta che stavo per fare... non volevo essere in alcun modo influenzato da te... e poi...
Daniel si tolse le scarpe e salì a cavalcioni su Theo. Gli circondò il collo con le braccia, le mani del compagno si posarono invece sulla propria schiena, sotto la maglia, a diretto contatto bruciante con la pelle calda ora grazie a lui piena di brividi.
- E poi appena ho fatto sesso con lui già sapevo che era te che volevo, ma non sapevo come dirglielo e non volevo farlo soffrire. Non ci sono riuscito subito. Però lui aveva capito da solo... già sapeva...
Daniel mentre parlava fece scemare la voce avvicinando il viso, finì parlando sulle sue labbra, respirandosi a vicenda, immersi uno negli occhi dell’altro, ipnotizzati.
Non immaginava quanto emozionato fosse Theo, quanto il cuore gli battesse, quanto fosse teso in quella sospensione dove sembrava che le cose stessero andando realmente come aveva sperato tanto.
Daniel non lo immaginava, però lo sentiva teso sotto di sé, sentiva le sue spalle rigide, la schiena dritta, i muscoli pronti allo scatto.
Infilò di nuovo le dita fra i capelli, lo carezzò ancora posando delicatamente le labbra sulla guancia dove c’era la sua solita barba, risalì sull’orecchio dove sussurrò ricoprendolo di brividi: - Prima ero là a dirgli che anche se ci ho provato, non potevo stare con lui perché è te che voglio disperatamente.
Theo strinse gli occhi che gli bruciavano, sentiva il proprio corpo intorpidito dalla tensione tenuta a lungo, da quando aveva iniziato a parlare calmo ad ora non sapeva quanti minuti fossero passati, ma troppi. Gli sembrava di non aver nemmeno respirato e forse era così.
La frase finale mormorata all’orecchio lo riempì di scosse elettriche che lo percorsero lungo tutta la schiena già tesa di suo, chiuse forte gli occhi che gli bruciavano. Era completamente perso in un’emozione senza pari che non aveva mai provato, totalmente spiazzato.
Sentendo che non reagiva, Daniel lo richiamò senza muoversi, rimanendogli seduto sopra a cavalcioni, con le braccia intorno al collo.
- Theo? - provò a girare il capo verso di lui, ma lui lo strinse più forte a sé fermandolo, obbligandolo a rimanere così com’erano, intrecciati ed abbracciati stretti ancora un po’. Il volto nascosto contro il suo collo.
- Davvero? - chiese infine Theo trovando le forze per parlare. La voce era emozionata, tesa e fine.
- Cosa?
Daniel non riusciva a decifrare bene la sua reazione inaspettata, normalmente Theo era spumeggiante e spontaneo e lui stesso avrebbe voluto ribaltarlo ridendo pieno di gioia, ma l’emozione era davvero troppa, ora.
- Davvero sceglieresti uno come me?
Theo percepì nettamente il viso di Daniel rabbuiarsi a quella strana domanda, sentiva che voleva sfilarsi per guardarlo bene, ma non glielo permise ancora costringendolo in quella posizione ad incastro.
- Uno come te come?
- Uno troppo bello per essere vero... quel genere di persone che sogni da una vita e che appena incontri ti fai e poi abbandoni pensando di non poter avere di più, che sono buoni solo a delle gloriose scopate, a divertirsi e basta. Perché sembrano buoni solo per il piacere fisico ma sono privi di sostanza.
Daniel chiuse gli occhi profondamente colpito dalle sue parole, da come si sentiva. Non aveva mai ascoltato veramente il suo stato d’animo, non immaginava provasse cose simili. Ma era anche vero che non ne avevano mai parlato, non si era mai aperto. Così a quel punto con decisione si sciolse da lui e prendendogli il viso fra le mani si separò il necessario per poterlo guardare. Theo provò a fare forza contraria ma vinse Daniel e quando si ebbero uno davanti all’altro, vide gli occhi del compagno lucidi. Anche questo lo colpì profondamente.
Non l’aveva mai visto in quelle condizioni.
- Perché non mi hai mai parlato di come ti sentivi? Sarebbe stato tutto più facile... non avrei mai cercato in Alexis quello che pensavo tu non avessi... e che invece hai...
Theo si aggrottò senza la forza di parlare, chiedendo con lo sguardo di cosa parlasse così lui proseguì dolcemente, sfiorandogli le labbra morbide con le proprie: - La profondità, l’anima, il cuore.
A quel punto a Theo cedettero gli argini e gli andò incontro in un bacio che cercò e trovò a labbra aperte, subito pronte a trovarsi con le lingue che sembravano in attesa solo di quello.
Ci fu una dolcezza infinita mentre la passione ed il calore delle volte passate era un bel ricordo, ma Daniel ebbe l’impressione che la terza volta sarebbe stata ulteriormente diversa.
Lo sentì riprendersi durante il bacio che proseguiva da alcuni istanti e lo capì da come gli prendeva la maglia e gliel’alzava. Daniel lo accompagnò nel togliergliela e altrettanto fece con lui. In quel breve istante in cui si spogliarono si guardarono, le mani sui rispettivi corpi caldi e sensibili, lisci. Si persero nei loro sguardi e decisero insieme che non era più ora di parlare.
Daniel gli lasciò un bacio lieve per poi scivolare giù da lui. In piedi si sfilò i pantaloni ed i boxer e rimanendo nudo si lasciò sfiorare con le mani. Theo stava per arrivare al suo membro, la bocca già aperta pronta a prenderlo del tutto, quando glielo negò indietreggiando bruscamente. Il francese lo cercò smarrito ed indispettivo e lui gli sorrise divertito facendosi rincorrere fino alla camera.
Il giovane proprietario di casa si alzò di scatto, incredulo della sua sfrontatezza, e mentre si spogliava alla velocità della luce e lo inseguiva, realizzò che aveva appena fatto una magia, quell’incredibile ragazzo. In un istante gli aveva cancellato quella pesantezza, quell’emozione totalizzante, quelle sensazioni bellissime ma paralizzanti.
In un istante l’aveva riportato alla sua tipica leggerezza e spontaneità. Se ne accorse nel raggiungerlo sul letto dove le lenzuola erano già volate e lui l’aspettava steso sopra ridendo. Fu così che senza più nulla ad appesantirlo e frenarlo, Theo si buttò letteralmente su di lui mordendolo sulla coscia e poi sul fianco.
Daniel squittì imprecando e provò a tirarlo per i capelli, ma essendo corti non ebbe successo. Theo riuscì a fare tutto ciò che voleva ed era la sua erezione, ora, che desiderava.
Ovviamente l’ottenne.
Non che Daniel lottò strenuamente per privargliene.
Dopo un primo brevissimo istante passato ad opporsi per gioco, si rilassò alzando le braccia in alto ed inarcando la schiena in un totale abbandono.
Theo lo sentì arrendevole, fu l’ultimo pensiero coerente che ebbe prima di divorarsi la sua erezione che divenne presto dura nella sua bocca. Le mani sulla nuca ad accompagnare i movimenti, il bacino a spingere alla ricerca di più.
Lo lasciò sul più bello per non farlo venire subito e risalì sul resto del suo corpo a stuzzicarlo coi denti e la lingua sulle altre parti erogene. Già alcune ne conosceva, altre le scoprì.
Daniel lo lasciò giocare col proprio corpo per un po’ assicurandosi che stesse davvero bene, poi quando capì che era ora di prendersi lui qualcosa, tipo un premio per la bella prova di maturità dimostrata, lo spinse malamente staccandolo a forza da sé, invertì le posizioni e poi una volta sopra prese totale possesso del suo corpo.
Il corpo che più in assoluto aveva desiderato come quello di nessun altro.
Aveva avuto alcune ragazze e gli era piaciuto abbastanza, ma non era paragonabile a quello, a ciò che gli trasmetteva il suo corpo mentre lo leccava e lo baciava, mentre percorreva tutti i suoi muscoli ed i suoi tatuaggi, mentre succhiava la sua erezione e lo faceva godere stuzzicando il suo inguine.
Theo rispetto a chiunque altro era nettamente su un altro pianeta, non solo su un altro livello.
Probabilmente se ne era accorto da come lo divorava, ma a Daniel non interessava. Quando lo sentì vicino all’apice gli si tolse da sopra come prima aveva fatto con lui, si girò e si mise a carponi premendo il viso e le spalle sul letto, sporgendosi coi glutei alla ricerca di qualcosa che ora voleva. Anzi, pretendeva.
Theo si morse il labbro e lo guardò sorpreso, eccitato e malizioso.
“Alla faccia delle idee chiare... penso che un giorno sarà lui l’attivo!” pensandolo rise da solo, ma prima di fargli chiedere che diavolo avesse da ridere proprio in un momento simile, si occupò della sua apertura, iniziando a prepararlo a dovere in modo da non fargli male. Era la terza volta, sarebbe andata ancora meglio.
Si prese il tempo necessario senza affrettare niente. Quando si sentì soddisfatto da un punto di vista ‘clinico’ lo prese per i fianchi, si tirò su in ginocchio dietro di lui ed entrò in una spinta decisa e possente.
Dovette darne più di una e aggiungere un po’ di saliva, ma alla fine fu dentro e riuscì a muoversi agevolmente.
In un attimo il mondo sfumò intorno a loro, la stanza, il letto, ogni lacrima, parola precedente.
In un attimo ci furono solo loro due, nudi, uno nell’altro a spingere e unirsi in un amplesso che li portò entrambi all’orgasmo.
Un orgasmo che arrivò ad avvolgerli con un’esplosione dei sensi. Si persero e per un momento nemmeno si accorsero di essersi sciolti e stesi uno sull’altro.
Quando ripresero il controllo erano lì insieme a carezzarsi, abbracciati, ansimanti e sudati.
La mente rinacque dalla nebbia del piacere in cui era finita e come se non avessero nemmeno smesso di parlare per ore l’amore, Theo rispose a Daniel: - Tendiamo a nascondere le nostre debolezze perché ci insegnano ad essere forti e nel farlo nascondiamo il nostro meglio...
Daniel, steso a pancia in giù sopra di lui, addolcito, si issò sul gomito per guardarlo con una morbidezza negli occhi sconvolgente.
- Non nascondermi mai il tuo meglio, va bene?
Theo sorrise allo stesso modo, con la dolcezza che non aveva mai voluto mostrare.
- E se poi non sono più sexy?
Daniel ridendo gli morse leggero il labbro inferiore che lo aveva fatto impazzire sin da subito.
- Finché hai quella bocca è difficile!
Insieme risero e passarono dai morsi ai baci e fu di nuovo dolce e morbido.
Giusto.
Ognuno al proprio posto. Ogni scelta fatta, finalmente, era veramente perfetta.
C’era un momento ideale per parlare, quando si vedeva tutto più chiaramente, come se la mente avesse una sorta di rivelazione e vedesse un segreto a lungo celato e comprendesse i misteri dell’universo.
Quel momento era dopo il sesso, verità risaputa.
Dal momento che fino ad ora avevano sempre fatto del sesso un po’ particolare, in stati d’animo non proprio sgombri da pensieri e problemi, quello fu il primo davvero utile per permettere ad entrambi, ma in particolare a Daniel, di capire un fattore essenziale.
Si stavano per addormentare dopo aver giocato un po’ uno col corpo dell’altro, nella totale beatitudine dei sensi del post sesso, quando Daniel riaprì gli occhi, sempre con la guancia appoggiata sul comodo pettorale ben allenato di Theo, e come se avesse perfettamente senso, disse: - Io però non sono pronto per una relazione seria e normale con te!
Dicendo questo, fu come se desse un pugno fortissimo ai sacri gioielli di famiglia di Theo, infatti questa fu la reazione del giovane steso sotto di lui.
- CHE?! - gracchiò stridulo tornando immediatamente nel mondo dei vivi, malamente e buttando nel cesso tutte le meravigliose sensazioni consumate fino ad ora.
Daniel si alzò di nuovo sul gomito a guardarlo come prima, serio e deciso come era tipico suo.
- Hai capito bene, voglio stare con te e mi piaci da impazzire, ma sinceramente non sono pronto ad una vera relazione seria e normale con te!
Theo aveva l’improvvisa ed insana voglia di chiudere le mani sul sul collo e stringere fino ad ucciderlo, suo malgrado con un eccellente controllo, fissandolo come un caccia negli occhi, chiese spiegazioni.
- Definisci relazione seria e normale!
Cosa che in effetti aveva bisogno di sapere non solo secondo Daniel, ma in generale, visto che non ne aveva mai avuta una.
Zoe era stata un ripiego e a quel punto capì. Lei era stata il ripiego di Paolo così come anche Daniel all’inizio.
Ora aveva perso la testa per lui, ma se pensava a come era cominciata e alle sue avventure varie, in effetti c’era da capire cosa fosse una vera relazione seria e soprattutto normale.
Daniel non sembrava turbato dalla domanda, ma nemmeno esitava circa la sua rivelazione.
Rispose subito: - Presentarti come il mio ragazzo a tutte le persone importanti della mia vita, a chiunque io voglia far sapere che sono gay.
- Cioè ti vergogni di far sapere che stiamo insieme?
Theo iniziava a scocciarsi e a ricaricarsi di rabbia, ma Daniel si mise a giocare col suo capezzolo rigirandoselo fra le dita, nel mentre ridacchiava.
- Non direi che mi vergogno, ma non sono pronto a farlo sapere a nessuno. Alexis lo sa da solo, Samu e Brahim suppongo lo sappiano, l’ho detto a Lorenzo, ma non voglio che lo sappiano altri, possibilmente. Non per il momento.
E quello era il punto più facile.
- Se è segreta, non è una relazione normale... - concluse Theo pensando che fosse quello il punto. Daniel annuì soddisfatto, poi si allungò verso le sue labbra e lo baciò, a quel punto disse il resto: - E non intendo presentarti a mio padre come il mio ragazzo. Non voglio che metti mai piede in casa mia e che tu e lui state da soli se non per questioni calcistiche a Milanello.
Theo a quel punto si alzò a sedere lanciandolo giù e scrollandoselo di dosso come con delle briciole, Daniel cadde sul fianco e rimase lì appoggiando la testa alla mano e piegando il braccio sotto di sé.
Era vagamente divertito e per nulla preoccupato, ma sicuro di quel che diceva e voleva. Le idee estremamente chiare, come sempre.
- C’è qualche altro paletto? No perché forse è meglio che me lo scriva, sai! Potrei dimenticare qualche preziosa regola e poi apriti cielo se ti incazzi, me la fai pagare cara!
Daniel si azzardò anche a ridere, mentre lui era visibilmente e seriamente arrabbiato.
Come passare dalle stelle alle stalle. A dir poco.
Solo lui aveva sempre avuto quel potere, non che Theo stesso fosse da meno visto come l’aveva fatto stare male dopo la loro prima volta insieme.
Forse una piccola vendetta, dopotutto, ci stava, no?
Daniel non cambiò direzione, proseguì dritto smettendo di ridere, alzandosi a sedere a sua volta. Piegò le gambe sotto di sé e gli si avvicinò aspettando che si calmasse. Sembrava un toro impazzito.
Quando capì che stava respirando in modo pseudo normale, rispose calmo e pacato, ma sicuro di sé: - Sono troppo giovane, è la mia prima relazione vera, ma non sei una persona come gli altri, Theo. E la nostra storia non è per nulla semplice. Tu eri perso per mio padre e suppongo ti piacerà sempre. Prima di tutto devo essere in grado di superare questo concetto che mi fa ancora infuriare e morire di gelosia.
Theo alzò le spalle non sprecandosi a negarlo. Daniel continuò: - Io adoro mio padre, ho uno splendido rapporto con lui ed un giorno non avrò paura di dirgli che sono gay e che ho un ragazzo. E vorrò presentarglielo. Ma quel giorno non è oggi.
- Può benissimo essere domani, se preferisci. Mica ho fretta.
Theo era serio, anche se sembrava scherzasse. Daniel ridacchiò e gli prese il mento fra le dita. Guardò la sua bocca farsi a cuore e lo baciò senza cambiare idea.
- Ne sono contento, perché non avrei cambiato idea. Però non so quando e se succederà. Ho visto appena adesso che sei una persona profonda, da qualche parte. Ci serve del tempo per conoscerci meglio e viverci bene. Nel frattempo non sentirti in obbligo di consacrarti a me.
Note Finali: penultimo capitolo della fic. Appena scrissi questo capitolo divenne subito il mio preferito e non vedevo l'ora di metterlo. Di solito prima di identificare il preferito bisogna aspettare un po' che si elabori la fic intera, ci vuole un po' a capire, ma con questo mi sono subito resa conto d'aver messo il mio meglio ed il mio peggio insieme (ma come sono modesta, wow, sorprendente!). Comunque qua questi due che stanno insieme solo nella mia testa hanno dato tutto ciò che avevano e mi sono piaciuti tanto, spero che siano piaciuti anche a voi. Il prossimo sarà l'ultimo capitolo perciò gli sproloqui finali li lascio là (dove spiegherò il motivo della mia scelta riguardo loro.) Grazie dell'attenzione e delle letture. Baci Akane