*Sono ancora in questa improbabile festa clandestina e si stanno, chi più chi meno, scolando imprecisati bicchieri di birra, clandestina anche quella ed importata da zio Ibra, e Dani ed Alexis hanno un po' bisticciato. Contemporaneamente Theo aveva un piano che cercava di attuare, peccato che fra un sorso e l'altro se lo dimentichi. Qual era il piano? E chi se lo ricorda più? Guarda che begli occhioni ha Daniel! Buona lettura. Baci Akane*

5. IL DISASTRO

dani paolodanitheo

Qualcuno aveva preso possesso delle casse e spodestato il telefono di Samu, mettendo un po’ di rock di quello movimentato. In effetti, pensò per un assurdo momento il giovane Maldini, quel genere da ‘spaccotutto’ era perfetto in quanto rispecchiava il suo stato d’animo. 
A Daniel sembrò di venir colpito da un pugno allo stomaco nel vedere l’oggetto di ogni problema di quella assurda serata completamente imprevista. 
Sembrava impossibile che proprio lui gli si fosse seduto vicino, eppure era lì.
Theo con un sorriso furbo ed una birra in mano, mezzo steso, la testa sulla sua spalla, la gamba allungata verso l’altro lato. 
“Che diavolo ci fa proprio lui qua?”
Daniel lo guardò da sopra la propria spalla, immobile, e notò che gli rideva tutta la faccia, anche gli occhi. Che erano pure belli. Quello lì di francese aveva ben poco. Appena si ritrovò a pensarlo, spostò in fretta lo sguardo come scottato e andò visivamente alla ricerca di Alexis nella speranza che non fosse lì nei paraggi a notare la scena. 

Mentre lui faceva questo senza dire niente, la mente di Theo proponeva al suo proprietario la stessa domanda. 
“Theo che diavolo ci fai proprio qui?”
Theo aveva cominciato cercando Alexis, come suggerito da Samu, decidendo di lasciar perdere l’assurda prova di bacio con Brahim che al momento sembrava troppo preso da Sandro, così aveva finito sedendosi con Daniel proprio dopo averlo riconosciuto. 
- Che succede? Non ti diverti? - chiese con la mente estremamente poco lucida. Ormai l’alcool in circolo non era poco, perciò le inibizioni erano ancora più scarse di quando aveva fatto danni da sobrio.
La prospettiva, ora, era anche peggiore di sempre. 

Daniel non ne aveva idea, immaginava dovesse essere ubriaco, ma non voleva per nulla mettersi in una situazione peggiore di quella in cui era già e non sapeva come rimediare. 
- Onestamente? No! - rispose schietto e diretto. Il giovane aveva un certo caratterino che gli impediva di essere diplomatico e non dire quel che pensava, ora sperava che facendo lo scorbutico se ne sarebbe andato risparmiandogli qualche ulteriore guaio, ma Theo lo guardò meravigliato. Daniel non sapeva che da vicino il suo viso iniziava a sovrapporsi a quello di Paolo. Pericolosamente. 
- Perché? Vorresti andartene? 
Daniel con una smorfia scontenta annuì pensando alla discussione coi suoi amici, sollevando la spalla per levare la sua testa da lì.
- Sì... - rispose ancora sinceramente. Theo seguì l’indicazione tacita della sua spalla e si raddrizzò a sedere e a quel punto vide il suo bicchiere vuoto appoggiato davanti a sé nel tavolino. Senza rifletterci glielo prese, si alzò ed andò a riempirglielo barcollando per poi tornare a buttarsi nel divano sempre con poca grazia. Nel darglielo qualche goccio glielo rovesciò e Daniel ridacchiò. 
“Dio, è così ubriaco!” pensò divertito invece che continuare a stizzirsi. Per qualche motivo Theo ubriaco lo trovava comico. 
- E perché non vai? 
Daniel sospirò stringendosi nelle spalle con amarezza, tornando malinconico.
- E chi vi copre se viene mio padre? 
Ma appena lo citò si maledì perché lesse un guizzo di pura eccitazione negli occhi di Theo e capì che aveva fatto di nuovo male. 
“Se la smettessi di nominare mio padre davanti a lui forse andrebbe meglio!” Rifletté seccato distogliendo lo sguardo, a quel punto decise di bere per scacciare quella sgradevole sensazione.
Quella che gli sottolineava il fatto che Theo volesse suo padre e non lui. 
Non era un problema, non era attratto da Theo, ma era un fastidio essere voluto solo perché era figlio di qualcuno. Non aveva mai avuto problemi di quel genere, suo fratello Christian sì, ma lui no. Fino a quel momento. 
Tuttavia prima di ora nessuno ci aveva provato con lui solo perché figlio di Paolo.
Non che lui si fosse mai accorto, per lo meno. 
Gli chiedevano cose su suo padre, informazioni oppure oggetti o autografi, cose così erano normali e le trovava divertenti anche perché a parte qualcuno, non esageravano perché capivano che se lo facevano poi non avrebbero più potuto nemmeno rivolgergli la parola e perdere la parola di Daniel Maldini, se eri tanto interessato a Paolo, era idiota. 
Però che ci provassero con lui perché appassionati a suo padre era la prima volta. Senza rendersene conto, con un’altra bella canzone rock di ultima generazione messa probabilmente da Davide, accettò il fatto che aveva tanto testardamente negato. 
Theo ci provava con lui. 
- Dai, non è così... - fece poi Theo appiccicandoglisi abilmente nel divano, fianco a fianco, spalla a spalla. Daniel non si mosse pensando che se l’avesse fatto sarebbe stato maleducato. O convincendosi che rimanesse lì per quello, per non risultare stronzo e non perché dopotutto quel contatto non era poi così male. 
- E com’è? - chiese abbattuto, confuso, infastidito da non sapeva più bene nemmeno cosa. Forse che non gli dispiacesse essere corteggiato da un compagno, ma al tempo stesso che lo facesse non per lui ma per suo padre. Poi di mezzo c’era anche il piccolo non trascurabile dettaglio che sempre la stessa persona era l’oggetto dell’amore infinito di un suo caro amico che stava rischiando di non parlargli più. 
Theo sorrise guardandolo da quella vicinanza intossicante, una spanna probabilmente a separarli. Si fece guardare a sua volta. 
C’era un fondo di dolcezza da qualche parte, o per lo meno con lo sguardo confuso dall’alcool, ci vide qualcosa in quello così caldo e seducente  di Theo che mentre lo pensava e lo provava, si disse che aveva DECISAMENTE bevuto troppo. 
- Noi ti vogliamo qua perché sei un nostro compagno. Ci piaci perché sei tu. 

Non lo sapeva. Theo non sapeva realmente ciò che diceva. Sentiva la propria bocca muoversi e la propria voce uscire, ma non era sicuro se dicesse ciò che pensava realmente. 
Sapeva che era cominciata diversamente, ovvero perché Daniel era figlio di Paolo e gli somigliava. Fra l’altro era iniziata da appena qualche ora. 
Eppure adesso stava cercando di tirare su un abbattuto e triste Daniel convincendolo che era voluto perché era lui e non il figlio di qualcun altro. 
Però se doveva essere onesto non sapeva se era sincero. Si chiedeva cosa gli importasse di convincerlo di qualcosa che forse non era vero, non per quanto lo riguardava per lo meno. Insomma, se se lo faceva era perché figlio di Paolo dopotutto. Allora perché insistere nel cercare di farlo stare meglio? 
“Perché comunque mi dispiace che stia male a prescindere dal motivo per cui lo voglio!” 
Si rispose subito in un estremamente raro momento di lucidità che però durò pochissimo. Il tempo di vedere di nuovo il viso di Paolo sovrapposto a quello di Daniel. A quel punto voleva solo farlo sorridere, perché il sorriso di Daniel era così bello, così simile a quello di Paolo. Anzi, identico. Così come lo erano i suoi occhi azzurri, grandi ed allungati verso il basso.
Quando Daniel lo fece sorpreso che ci tenesse tanto e cercasse di tirarlo su dicendogli quello che aveva bisogno di sentire, anche se non era tanto sicuro che fosse vero, per Theo fu un autentico disastro. 
Fu come se il Big Bang esplodesse distruggendo e ricreando tutto ed in quel caos apocalittico la sua bocca finì autonomamente e inavvertitamente su quella di Daniel. 
Fluida, delicata, sensuale. Si premette sulla sua, la prese fra le proprie e gli succhiò il labbro inferiore facendogli sentire il proprio sapore di birra che dopotutto era uguale al suo. 

Bella. 
Morbida. 
Calda.
Strana.
Piacevole. 
Oh sì, molto piacevole. 
Così sconvolgente e piacevole che quando si separarono, qualche istante dopo, non più di pochi secondi, Daniel sperò con tutto sé stesso che Theo non fosse così ubriaco da baciare suo padre al suo posto. Che non l’avesse fatto per quello. Ma la confusione nel suo viso parlò chiaramente e quando realizzò che non aveva avuto la minima idea di che cosa aveva appena fatto, anche lui realizzò la stessa cosa. 
“Che cazzo ho fatto?” 
Anche se non l’aveva propriamente fatto lui, sapeva che alla fine sarebbe risultato colpevole alla stessa maniera. 
Appena lo comprese si girò subito a cercare Alexis nella speranza che non avesse visto nulla, ovviamente in quei casi le cose non vanno mai come si desidera e, sempre ovviamente, trovò il suo amico in mezzo alla gente, insieme a Lorenzo e Rafael ed altri. Di tutti solo Alexis l’aveva notato e lo fissava con occhi sbarrati e le famose lacrime pronte a scendere. Agghiacciato dalla scena. Su tutti quelli che avrebbero potuto vederli, l’unico era stato lui, ovviamente. Perché era sempre così. 
- Merda! - esclamò Daniel alzandosi di scatto, facendo cadere Theo dritto sul fianco al suo posto ed insieme anche il bicchiere di birra che si rovesciò per terra.

La nebbia che albergava in Theo venne diradata quando vide Daniel inseguire Alexis e fu allora che si ricordò il piano iniziale di provarci con lui e non con Daniel. 
“Oh merda, ho baciato Daniel. Ho baciato il figlio di Paolo. Cioè sono morto!”
Se ne rese conto solo lì e pensandolo steso sul divano di schianto, tutta la birra bevuta quella sera, che non era poca, gli tornò su e prima di vomitare sulla Playstation 5, corse in bagno sfiorando una caduta colossale di faccia. 
Il disastro era partito!

Samu entrò in bagno spalancando la porta seccato. Quasi la scardinò tornando a sbatterla.
- Si può sapere perché diavolo non hai aspettato a stare male? Stavo per portarmelo in camera! Dannazione, Theo! - esclamò scocciato mentre si dirigeva verso il rumore del vomito. Da uno dei bagni spuntò un preoccupato Brahim che si chiedeva se parlasse sul serio e soprattutto di chi. 
- Ma sta vomitando... - disse con una vocina colpevole. Dopotutto l’aveva chiamato lui. 
- Lo so! Ma è solo ubriaco perso! Quello ha bevuto senza mangiare, cosa pensava succedesse? 
Per Samu non era grave, ma comunque era corso in bagno a dargli man forte. Aveva bisogno di fare sesso, quella sera. Per colpa di Theo ovviamente.
E lui no, glielo impediva. Sempre lui in mezzo!
Come faceva a non saltargli addosso se non gli permetteva di sfogare i bollenti spiriti altrove? 
- È peggio! - ruggì Theo disperato, la voce roca che a momenti non si sentiva rimbombava all’interno del water dove vomitava tutta la birra ed i succhi gastrici. 
Il mondo girava se alzava la testa, girava e la nausea cresceva, perciò aveva imparato a stare con la testa china nella tazza, la fronte appoggiata sulle braccia che stringevano a loro volta il water e lui che parlava all’interno, come se loro fossero lì dentro e non alle sue spalle. La mano di Brahim che gli carezzava preoccupato la schiena, l’aria da cucciolo mortificato ed ansioso. 
Samu appoggiò il gomito allo stipite per capire di cosa parlava. 
- È peggio cosa? 
- Ho baciato Daniel. 
Silenzio. Samu si ripeté l’informazione mentre perfino Brahim che non ne sapeva niente capiva che non era una buona cosa e impallidiva staccando la mano dalla sua schiena, come se continuando a toccarlo si sarebbe potuto infettare e diventare scemo come lui. 
Samu però dopo qualche treno capì cosa aveva detto e impallidendo gli afferrò la nuca e tirandolo per i capelli gli sollevò la faccia per farselo dire meglio. 
- TU COSA?! 
Ma Theo non resistette al gesto tanto traumatico e tornò giù a vomitare. Al termine della gettata ripeté gridando stridulo e disperato. 
- HO BACIATO DANIEL, CAZZO! 
Samu chiuse gli occhi alzando le pupille al cielo e si coprì il viso con le mani, stralunato. 
- Cristo Santo, Theo, ma quanto hai bevuto? 
Era evidente, visto che lo stava vomitando. 
- E ti ha visto qualcuno? 
Theo alzò le spalle. 
- Non credo, ma Daniel ha cercato qualcuno e gli è corso dietro.  
Per Theo la scena non era chiara, ma l’aveva descritta comunque inginocchiato per terra. 
- Cazzo, vuoi vedere che sta con Lorenzo, Sandro o Alexis? Ti immagini se sta con Alexis? 
Theo fece il tentativo di alzare la testa, ma sentendo la nausea risalire si disse che era meglio tornare a guardare il suo vomito nella tazza. 
- Tu dici? 
- Sandro non penso, stava amabilmente chiacchierando con me, quando la freccia umana si è schiantata contro il bagno a vomitare.
Brahim asserì senza saperne molto, intuendo da solo di cosa si parlava. Finalmente Samu lo aggiornò e lui dopo aver ascoltato tutta la storia, spalancò gli occhi con aria di allarme e di ‘oh caro amico mio, non ti invidio per nulla’.
Molto eloquenti le sue espressioni. E sincere. 
Theo con fatica provò a girare la testa appoggiando la guancia sulla propria mano, sempre sulla tazza del water. Aveva le lacrime agli occhi per lo sforzo e il viso sporco di muco e saliva. Uno spettacolo osceno che di sicuro non attizzava più tanto Samu. Meglio così, si disse. 
Gli occhi neri di Theo si posarono disperati e lacrimosi sull’amico Brahim, accucciato vicino a lui a dargli supporto, questi non eluse lo sguardo e gliene concesse uno comprensivo. 
- Ti sei cacciato nei guai... - ammise. Theo così chiuse gli occhi e scosse la testa sentendosi al momento così svuotato e a pezzi da non riuscire nemmeno più a disperarsi. 
- Forse però hai cacciato più nei guai Daniel di quanto non te ne sia cacciato tu con lui... - fece poi Samu ripensando all’informazione di Daniel che correva dietro a qualcuno subito dopo il bacio. Se non era Sandro, restavano due opzioni: Lorenzo ed Alexis. Ma Lorenzo sapeva che erano amici fin da piccoli, perciò tendeva ad escluderlo.
- Dio che disastro che sei, amico mio! - esclamò poi divertito, prendendo tutte le salviette che riusciva in una mano e spiaccicandogliele sulla faccia sporca. 
Theo se le prese e si pulì piano, i movimenti rallentati, la testa gli girava da matti, le braccia pesanti. 
- Dici che non è così grave, forse? 
Samu non era né positivo né negativo. Era semplicemente uno che diceva quello che pensava. 
- Magari non verrà mai alle orecchie di Paolo e non ti truciderà... resti il suo pupillo, per ora... 
Brahim comprese cosa diceva. 
- Non credo arriverà mai alle orecchie del capo... 
Non riusciva a chiamarlo per nome. 
- Non credo che in effetti Daniel abbia fretta di dirglielo. Se rimane un episodio isolato potrebbe non succedere nulla. Resta che forse Daniel non ti rivolgerà la parola se l’hai fatto litigare col moroso... 
Non lo riteneva gay e nemmeno fidanzato, era giovane ed i giovani spesso non si conoscono fino ad un certo livello, ma non era nemmeno detto che non lo fosse. Theo al momento riusciva a preoccuparsi solo di una cosa per volta e alzando le braccia con estrema difficoltà perché erano pesantissime, li guardò con aria da cucciolo implorante. 
- Hai finito di vomitare? - chiese Samu prima di afferrarlo, constatando che era stato così bravo da non vomitarsi addosso. Theo annuì, così i due amici uno per braccio lo aiutarono ad alzarsi, una volta in piedi se lo issarono entrambi sulle spalle, uno per parte, e lo aiutarono prima a sciacquarsi per bene viso e bocca e bere dell’acqua dal rubinetto, poi ad uscire. 
La serata di Theo sembrava appena finita. 
Sembrava. 


Note Finali: adoro da matti le interazioni di Theo, Samu e Brahim, ridevo da sola mentre le scrivevo. In generale adoro tantissimo Theo e mi sono divertita ad 'inventarmi' Dani che nel corso della fic tirerà fuori un caratterino non da poco. In generale penso che Theo così ubriaco sia esagerato, nel senso che si sarà anche ridotto così nella sua vita, ovvimente, come tutti insomma, ma non penso che dopo qualche bicchiere a stomaco vuoto sia possibile. Però me la sono immaginata così da scrivere! XD 

Ho voluto mettere la foto di Dani e Paolo per mostrare questa somiglianza di cui parlo, sebbene qua ovvimente hanno un po' di anni di differenza, si vede che sono padre e figlio. Specie Paolo da giovane era molto simile a Dani. Da piccolo Dani aveva gli occhi più azzurro chiaro, crescendo penso si siano un po' scuriti anche se rimangono belli, ad ogni caso il taglio è identico a quello del suo bellissimo padre. 

E ovviamente la sensazione di distruzione atomica nel momento in cui si alza la testa dal water durante una vomitata da ciocca, è pura esperienza personale. Non me la sono inventata quella parte. Eh no.