LA LIBERTÀ DEI SENTIMENTI

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1. TROPPI DETTAGLI

La mente di Sandro era ormai piena di nozioni particolarmente shoccanti, non tanto per i temi d’argomento, quanto per i dettagli che Daniel si era sentito in bisogno di raccontargli. 
Il suo viso bordeaux rispecchiava perfettamente tale problema. 
Quando finalmente Daniel capì, gli diede alcuni minuti per assimilare per poi chiedergli pentito: - Troppi dettagli? 
Sandro spontaneo e senza rifletterci fece un’espressione talmente ovvia e disarmante che fece ridere l’amico invece di offenderlo. Questo lo aiutò a rilassarsi e stendere i nervi che si era ritrovato stranamente teso
I Foo Fighters irrompevano dalle casse di casa sua col loro rock eterno e potente, erano una manna dal Cielo, in quel momento. Soprattutto l’avere in comune con lui i gusti musicali. 
- Scusa, ma ne avevo bisogno, è successo di tutto in questi mesi, come hai sentito, e non potendo sfogarmi con chi lo facevo di solito... non voglio dire che sei la ruota di scorta, è solo che... beh, l’hai detto anche tu... troppi dettagli! 
Daniel aveva ripreso a parlare cercando di correggere dei tiri che continuava a sbagliare e a quel punto Sandro decise di fermarlo prima di sentire la propria testa esplodere. 
- Tranquillo, davvero. Capisco perché non volevi parlarne con chiunque... 
- Tu non sei chiunque... - gli fece notare Daniel ancora preoccupato che se la fosse presa. Sandro decise di provare ad essere più convincente e sorrise. 
- È tutto a posto, Dani, sul serio. Sono onorato che mi hai visto degno di una tale confidenza... e mi spiace per Ale... si riprenderà? 
Aveva notato ultimamente un’evidente depressione seguita da un allontanamento da Daniel. Per mesi erano stati quasi sempre appiccicati, ora erano diventati a malapena compagni. Si era chiesto cosa fosse successo e alla fine Daniel glielo aveva detto da solo. 
- Spero di sì... dice che fra un po’ tornerà ad essere sé stesso e di dargli solo un po’ di tempo. Te ne ho parlato anche perché così magari puoi dargli una spalla al mio posto.
Sandro annuì comprensivo, non avrebbe di certo mai voltato la schiena ad Alexis, né tanto meno a Daniel, i due con cui aveva legato appena arrivato al Milan.
Non era di certo una situazione facile, né comune. 
Daniel non si era semplicemente messo con un ragazzo, specie perché non erano una vera coppia. 
- Perciò cosa siete alla fin fine? - chiese poi per assicurarsi di aver capito bene. Daniel piegando le labbra all’ingiù e inarcando le sopracciglia, si appoggiò al divano di Sandro e fissò il soffitto riflettendo, mentre la musica di uno dei loro gruppi preferiti faceva da piacevole sottofono. 
- Non saprei, in rodaggio forse? Ci frequentiamo con l’intenzione di una relazione seria che per il momento però non è tale... siamo giovani e lui è volubile e soprattutto perso per mio padre e per me questa cosa è ancora uno scoglio, finché non saremo entrambi sicuri di noi stessi e uno dell’altro... insomma, può anche darsi che alla fine non decolleremo... 
- In pratica è una pre-relazione di prova senza un effettivo impegno, ma con l’intento di trasformarla in qualcosa di serio. 
Vedendo che Daniel si illuminava in un sorriso soddisfatto, capì d’averci azzeccato e osservandolo meglio notò che stava finalmente bene, in parte per avergliene parlato, in parte perché probabilmente la relazione con Theo andava bene, anche se era appena iniziata. 
- Hai capito alla perfezione... 
Daniel allungò le gambe avanti a sé e intrecciò le dita dietro la nuca, sentendosi sereno, poi chiese indagatore fissandolo coi suoi occhi azzurri dal taglio così particolare. 
- Sei rimasto shoccato? 
Sandro lo guardò di nuovo provando a rifletterci, ma con completa sincerità, disse: - Non direi... un po’ forse, perché non me l’aspettavo. 
- Ma non hai problemi coi gay? - insistette ancora imbarazzato nel parlarne. Sandro intenerito scosse il capo e si strinse nelle spalle rilassandosi anch’egli in una posa comoda accanto a lui. 
- Ma figurati!
Daniel sembrò convincersene sul serio tanto che di punto in bianco lo guardò con aria inquisitoria e come se gli fosse venuto in mente qualcosa, chiese: - E tu? 
Sandro spalancò gli occhi a quella domanda strana ed improvvisa. 
- Io cosa? 
Daniel in quell’istante captò immediatamente qualcosa che non avrebbe dovuto esserci, imbarazzo per essere stato colto in flagrante. 
- Non ti piace nessuno? 
Sandro si affrettò a negare con troppa decisione. 
- Oh no, non ho nessuna relazione del genere... 
Forse era stato troppo veloce nel negarlo e Daniel si girò anche col corpo verso di lui, piegando una gamba in mezzo a loro ed un gomito sullo schienale. 
- Ma ti piace qualcuno! - non glielo stava nemmeno chiedendo, in qualche modo l’aveva capito. Probabilmente da come aveva detto ‘ma figurati’ al suo ‘hai problemi coi gay?’ Forse gli era sembrato un ‘ma figurati, lo sono anche io!’ 
Sandro non voleva guardarlo per non dargliene conferma, ma capì che se non l’avesse fatto avrebbe capito comunque, perciò si sforzò di girarsi a sua volta e di ricambiare lo sguardo inquisitorio nella speranza di convincerlo. 
- No, nessuno! 
Daniel scoppiò a ridere di gusto per poi farsi improvvisamente serio e brusco: - Chi è? 
Sandro spalancò la bocca prendendo tutta l’aria che poteva per poi rilasciarla capendo di aver cercato una battaglia persa in partenza. 
L’aveva scoperto con una tale facilità da lasciarlo senza parole, sebbene non se ne capacitasse. 
- Non ci avevo mai pensato realmente prima, ma questo tuo racconto mi ha fatto partire con la fantasia e mi sono ritrovato a fantasticare su... 
Sandro non riuscì a finire la frase arrossendo vistosamente all’idea di dire il nome a cui aveva pensato.
Daniel, però, per nulla paziente, si protese verso di lui e sventolando la mano lo incitò a parlare: - Avanti, chi è?
Così Sandro non ebbe scelta che dirlo sul serio. 
- Io... pensavo a... Simon? 
- Anche tu!? - sbottò Daniel spontaneo. Sandro avvampò ancor di più. 
- Perché? A chi altri piace? 
Daniel spalancò gli occhi allargando le braccia. 
- Beh, tutti? - poi sembrò pensarci meglio e iniziò elencando: - Allora, sicuramente Ibra che fa tanto il duro, ma sicuramente lo apprezza molto... quei due formano una coppia perfetta, a modo loro, se ci pensi. Sono come i nostri papà! 
Sandro pensò a come gestivano alla perfezione la squadra tenendola unita e creando gruppo, come uno li motivava severo mentre l’altro lo faceva con più dolcezza, ma sempre con molto polso. 
Doveva assentire su quello, erano un duo perfetto. 
- Poi so che Theo quando doveva scopare con qualcuno per distrarsi da me aveva preso in considerazione Simon, ma alla fine ha virato su Ante. 
Dettaglio che gli aveva rivelato fra i ‘troppi dettagli’, lo stesso che gli aveva fatto partire la propria fantasia su sé stesso ed il bel danese dai capelli biondi e gli occhi azzurri.
Sandro annuì ancora e Daniel proseguì: - Ho sentito Samu tessere spesso le lodi di Simon e non in senso calcistico... - proseguì allusivo. - Alessio a mio avviso ha un rapporto molto bello con lui, un po’ troppo sospetto per i miei gusti, ma magari su questo sbaglio. 
Sandro non ne aveva idea, ma non voleva interromperlo. Alessio era un altro molto discreto, sapevano poco della sua vita privata anche se andava d’accordo con tutti. 
- Rafa ha assolutamente un’adorazione per Simon, ma me l’ha anche detto chiaramente. Gli ho detto di provarci, ma non credo l’abbia mai fatto e considerando che Rafa è uno che non pensa mai prima di fare, significa che lo intimidisce in qualche modo! 
Si fermò per pensare al resto della squadra e non contento aggiunse: - Poi c’è Matteo che lo venera, lo segue come se fosse Gesù. 
- Finito? Non ce ne sono altri? No perché ci sono anche molti altri compagni di squadra, sai... hai dimenticato Gigio, Davide, Fikayo, Hakan... - avrebbe citato tutti gli altri rimasti se Daniel non gli avesse tirato il cuscino per zittirlo; Sandro, ridendo, glielo restituì allo stesso modo e così si misero a scherzare un po’ sulle coppie improbabili deviando il discorso, mettendo insieme gente altamente impossibile fino a che Daniel, stendendosi di lato e mettersi ancor più comodo, tornò sul discorso principale. 
Lo fece introducendolo con un colpetto di piede sulla gamba. 
- E allora? Ti piace, eh? 
Sandro spalancò gli occhi perdendo di nuovo il fiato per il brusco ritorno al discorso imbarazzante. 
- Non so, forse... mi sono solo venute fantasie su di lui durante il tuo troppo dettagliato racconto di omosessualità complicata... 
Lo definì in modo fantasioso per sdrammatizzare e Daniel ridacchiò guardandolo dalla posizione supina in cui era. Sandro era di nuovo arrossito e non lo guardava più. 
- Beh, prova a passarci del tempo insieme... non dico di fare come Theo e buttarti a capofitto senza pensarci, ma...
- Credo d’aver avuto altre simpatie speciali, ma non ho mai avuto il coraggio di vederle così e non è mai successo nulla... 
Lo interruppe sentendo improvvisamente un immenso bisogno di parlarne, fino a quel momento non aveva mai provato quella necessità, ma ora pareva impossibile tenerselo dentro. Era come se Daniel raccontandogli tutto avesse tolto un coperchio che lui nemmeno sapeva d’avere. All’interno della scatola c’erano cose di cui scopriva l’esistenza solo in quel momento e per quando imbarazzato, sembrava avere davvero bisogno di parlarne. 
- Non è mai troppo tardi per guardarsi in faccia e comprendersi... - disse infatti Daniel come se gli leggesse nell’animo il resto di ciò che non era riuscito a dire. 
Si sentì meglio come per magia e lo guardò con un sorriso grato per averlo capito senza esagerare nei consigli non richiesti o troppo invadenti. 
- A volte serve la persona giusta o la situazione e l’ambiente più congeniali. O magari abbiamo solo bisogno di crescere un po’, maturare e trovare coraggio. Non c’è un’età, non è che lo devi capire a dieci anni o quindici... 
Daniel era solo un anno più piccolo di lui, aveva ancora diciannove anni e lui ne stava per fare venti fra pochi giorni. Non c’era molta differenza, erano praticamente coetanei. Daniel era stato solo un po’ più precoce rispetto a lui, ma magari avevano caratteri diversi. 
“Beh, lui ha avuto Theo, dubito si sarebbe mai accorto di niente se quel treno non si fosse avventato su di lui da solo... è diverso quando ti ci trovi dentro. Io adesso mi sto facendo le prime domande da solo, non è facile...”
- Penso che prima o poi se qualcosa deve succedere in qualche modo succederà, no? - concluse infine Sandro, lanciandogli un’occhiata speranzosa. Daniel gli sorrise dolcemente e in quello i suoi occhi azzurri che da qualche giorno erano tornati limidi, gli diedero coraggio. 
Non era facile, ma non impossibile. 

- E quindi? - esortò col suo piglio curioso e frenetico Brahim, avvicinando il viso a quello di Theo fin quasi ad entrargli in un occhio. 
- E quindi cosa? Ti ho già detto tutto, non c’è altro! 
Theo cercò di riprendere possesso del proprio campo visivo senza molto successo, così dovette mettergli una mano sulla faccia e spiaccicarlo lontano da sé. 
- Non è vero, ci sono moltissimi dettagli che rimangono! State insieme ma siete in prova e non dovete considerarvi propriamente impegnati uno con l’altro, ma che diavolo significa? Se volete trombare con altri potete farlo, ma se uno di voi due chiama, l’altro deve correre sempre, non importa che fa. Capisci che è una situazione incasinata? Non siete trombamici perché fate questo con lo scopo di stare veramente insieme quando vi sentirete entrambi pronti... 
Brahim non si sarebbe interrotto se Theo non avesse spostato la mano dalla faccia alla bocca per zittirlo. 
- Ehi, io sono pronto! È lui che è convinto che io non lo sia, pensa che ho un debole per suo padre... insomma, finché è geloso di lui e non riesce a presentarmelo serenamente, non passeremo alla fase ‘relazione vera’. Ma è una sua convinzione, io sono pronto e so cosa provo e cosa voglio! Ma gli lascio fare come vuole, tanto so che si innamorerà di me! 
Non che poi Theo parlasse di meno. Brahim si tolse la mano dalla bocca spingendolo per sedersi sopra le sue ginocchia come fosse un bambino. 
- Ma tu conosci già suo padre e lo vedi praticamente ogni giorno! Che cazzo dici Theo? 
Infatti Brahim lo stava fissando come se fosse rimbecillito, ma Theo a quel punto lo gettò giù dalle proprie gambe alzandosi e scrollandoselo di dosso come un cagnolino piccolo e fastidioso che chiede troppe attenzioni. 
- Certo che non hai nemmeno un neurone lì dentro! Me lo vuole presentare in qualità di fidanzato, ma finché non riesce a superare questa gelosia non lo farà. Vuole rinforzare il nostro legame e vedere se migliora... per ora il sesso è favoloso e c’è intesa in generale, ci divertiamo tanto insieme e stiamo benissimo, ma litighiamo anche tanto e per essere all’inizio di una storia non promette bene. Insomma, ci vogliamo andare piano. 
Brahim, per terra in ginocchio ai suoi piedi, lo guardò proprio come un cagnolino:  - E lo fate scopando come conigli? 
Theo a quel punto provò l’impulso di pestarlo con un piede, ma per fortuna si trattenne per evitare una denuncia per crudeltà sugli animali e scuotendo il capo sospirò alzando gli occhi al cielo, poi si andandosene lo scacciò via con una mano. 
- Oh, io ci rinuncio! 
Ma Brahim, per niente contento di essere stato scaricato così, lo seguì gattonando, chiamandolo a gran voce: - N-no... Theo? THEO? I DETTAGLI! VOGLIO PIÙ DETTAGLI, DANNAZIONE! 
Rimase a gridare al vento perché Theo se ne era ormai andato. Quel pezzo di stronzo del suo migliore amico non poteva capire quanto fosse dipendente dai dettagli morbosi della sua vita sessuale, ma non perché fossero i suoi o quelli di Daniel, bensì perché erano su una tematica che ormai andava molto in voga nel suo cervello e gli interessava parecchio ed in modo sospetto. 


NOTE FINALI: so per certo che Daniel è pieno di amici personali al di fuori del calcio da cui non si separa mai, ma non volendo invadere anche la loro esistenza ho deciso di fare come se tutto il loro mondo si concentrasse all’interno del Milan. Da lì il motivo per cui Daniel avendo bisogno di sfogarsi con qualcuno sceglie Sandro e non un amico fidato del suo giro. 
E poi sì, sono tutti gay, scontato, ovvio, da sempre e per sempre. 
Alla prossima. Baci Akane