5. UNA BOCCATA D’ARIA FRESCA

ibrahimtheim

Brahim capì presto cosa intendeva Theo quando diceva che era bello ‘scopare', ma lo era anche ‘essere scopato’. Quando aveva messo a confronto le due volte, quella con Daniel dove era stato attivo e quella con Ante dove era stato passivo, aveva detto che erano belle entrambe e molto diverse. 
Non aveva capito bene, Brahim, sentendosi poco convinto sul fatto che avere una cosa, grande in certi casi, infilata nel posteriore potesse essere piacevole. 
Sapeva che c’era chi preferiva essere passivo, ma pensava che dipendesse dal genere di persone che si preferiva, per ognuno c’era un tipo. Nel suo caso, infatti, gli piacevano quelli virili e mascolini che ovviamente non erano passivi, di conseguenza non aveva scelta che esserlo lui. Ma aveva sempre pensato che fosse più una non scelta, una sorta di resa. Se ti piacevano quel genere di uomini non potevi che adattarti, insomma. 
Aveva avuto un po’ paura di farsi solo male e non sentire nulla di bello, ma ora capiva il discorso di Theo e cosa aveva inteso nel dire che ogni tanto era bello anche averlo dentro. 
La grandezza e le movenze decise di Zlatan gli permisero di raggiungere subito il punto di piacere dentro di sé che lo fece schizzare alle stelle in un esplosione di brividi inaudita, partì dalle sue parti basse e si espanse a macchia d’olio lungo la schiena inarcata per arrivare alla nuca tesa all’indietro fino a raggiungere ogni terminazione nervosa. 
Il dolore venne surclassato dal piacere nel preciso momento in cui il suo membro duro iniziò a premere ripetutamente e con forza quel magico punto dentro di sé. 
Stordito e ubriaco di piacere era venuto senza bisogno di toccarsi, per fortuna dentro la maglia larga di Theo che aveva addosso la quale gli permise di non sporcare il divano di Milanello. Con un angolino remoto del suo cervello immerso nell’orgasmo, si rendeva conto d’aver quasi rischiato un casino colossale. 
“Mi sa che Theo questa maglia me la regala!” pensò divertito abbandonando la parte superiore del corpo sui cuscini della seduta. Poco dopo lo sentì venire dentro di sé in una sorpresa inattesa. Si sentì inondare e per poco non temette che fosse lui poi a sporcare il divano. 
Brahim si alzò di scatto issandosi sulle braccia e torcendosi per guardarlo, ma lo vide ancora abbandonato ad un godimento che lo rendeva estremamente eccitante. Brahim si leccò le labbra malizioso e soddisfatto imprimendosi quell’immagine nella mente. 
Zlatan a torso nudo, i boxer abbassati alle cosce, i capelli sciolti sulle spalle, il volto preso dal piacere, quell’espressione così rilassata e preda di un orgasmo probabilmente perfetto.
Sperava di averlo aiutato a stendere i nervi ma a guardarlo sembrava di sì.
Quando rilasciò i muscoli tesi fino a quel momento per i colpi dati sempre più veloci ed intensi, capì che sì, ora i nervi erano calmi. 
Sorrise ancora malizioso e mentre lui usciva, Brahim temendo di sporcare davvero il divano si alzò stringendo le natiche per trattenere il suo sperma ancora dentro. Si mise in piedi barcollando ancora stordito del piacere intenso appena provato, ma a quel punto rilassò completamente ogni parte di sé sentendo poco dopo tutto il liquido denso e ancora caldo che lo solleticava sulla pelle sensibile delle cosce. Si morse il labbro sempre con quell’aria perennemente maliziosa e lo guardò piegando la testa di lato, una mano sul fianco, l’altra abbandonata giù, in attesa di una sua reazione, di capire come stesse, se l’avesse aiutato e se sarebbe successo di nuovo. 
Specie perché lui le risposte le aveva appena trovate tutte, per sé stesso, e non aveva più alcun dubbio né bisogno di test e prove varie. 

Zlatan lo guardò con ancora un ginocchio sul divano e l’altro piede a terra, Brahim lo fissava malizioso e divertito senza un minimo pentimento, dubbio o paura, anzi, con una tale soddisfazione ben evidente in viso da sconvolgerlo.
Al buio quasi totale i loro occhi si erano ormai abituati e lo vedeva sufficientemente. 
Vedeva cosa gocciolava fra le sue gambe e non gli sembrava minimamente imbarazzato, anzi. 
“Che aria da combinaguai...” pensò divertito.
- Era la prima volta con un uomo... - constatò senza bisogno di conferma. Brahim annuì. 
Zlatan si alzò e mentre cercava la maglietta si sollevò i boxer, nel frattempo il compagno fece altrettanto coi suoi che erano finiti per terra, quando li trovò non se li infilò usandoli invece per pulirsi le gambe. A coprirgli l’inguine ci pensò la maglia enorme che dubitava fosse sua visto che ci stava dentro due volte. 
- Come fai ad essere così sereno? - chiese Zlatan avviandosi insieme verso il piano superiore delle camere. 
- Non dovrei? - chiese senza capire. 
- Te la sei proprio goduta dall’inizio alla fine, perfino lo sperma dentro ed addosso ti piace! 
Brahim rise spontaneo e Zlatan guardandolo si rese conto ancor meglio che era una persona positiva e solare. Così diverso da Simon che invece vederlo ridere realmente era davvero un dono raro. 
- Oltretutto sei anche venuto... e non era scontato visto la mia stazza ed il fatto che era la prima volta... - con questo si indicò con un’occhiata eloquente il proprio inguine, coperto dai boxer e dalla maglietta. 
Finirono di salire le scale arrivando al piano delle camere e cominciarono a percorrere il corridoio lentamente, continuando a parlarne senza un solo briciolo di imbarazzo. Come fosse normale e frequente farlo. 
- Non sono né imbarazzato né pentito. È stato bellissimo e basta... ora ho trovato le mie risposte, prima avevo dubbi, ora ho solo certezze. 
Si fermò così davanti alla porta della sua camera e lo guardò prima di entrare con un sorrisino sempre malizioso adorabile. 
- Ne sono contento. Non ho mai incontrato uno che nonostante fosse la prima volta e volesse capire il proprio orientamento, se la godesse a pieno e non avesse rimpianti od imbarazzi... 
Brahim lo prese chiaramente come un complimento e si allungò con un braccio tenendo i boxer sporchi nell’altra, gli cinse il busto perché al collo non ci arrivava e gli appoggiò felice la testa sul torace. 
“Non è il mio genere, non quello che voglio ora, ma per stanotte è stato davvero utile. Un’ottima parentesi, uno sfogo perfetto. Una boccata d’aria fresca. Mi serviva.” 
- Grazie. - sussurrò Brahim. - Quando vuoi. - aggiunse. 
Zlatan ricambiò l’abbraccio e gli baciò affettuoso la testa, colpito che con lui fosse stato così facile e meravigliato che l’indomani non ci sarebbe stato un minimo di imbarazzo fra loro. 
Spontaneo e naturale come respirare. 
Davvero una persona incredibile, pensò. 
“Spero trovi il ragazzo giusto per lui...” 
- Grazie  a te... - non specificò di cosa, lui sapeva. 
Dopo di questo, Brahim entrò in camera e lui tirò dritto verso la propria stanza tornando ad irrigidire i muscoli facciali. 
“Ed ora che dovrei fare con questo qui?”


Appena Brahim mise il piede dentro la propria camera, non accese la luce ma aiutato dal russare di Theo si orientò come i pipistrelli arrivando al bagno dentro cui si chiuse. Come prima cosa buttò via i boxer, ma la maglia la mise in ammollo nel bidet. 
“Non è che gliela voglio ridare, me la tengo, ma non posso certo metterla in valigia così incrostata di sperma... almeno lo sciacquo via, poi a casa la laverò per bene... “ pensando questo, si infilò nella doccia per una sciacquata veloce sotto l’acqua calda per togliersi via la stessa cosa che stava togliendo dalla maglietta. 
Mentre l’acqua faceva il suo dovere lasciandogli una piacevole sensazione avvolgente che in qualche modo gli ricovava Zlatan, ripensò a quanto bello era stato farsi prendere e gestire a piacimento da lui.
Come l’aveva preso di peso e sollevato cambiandogli posizione come aveva voluto. Oppure come si erano saltati addosso senza farsi un solo problema, né esitare. 
Dirselo, metterlo in chiaro e farlo, senza poi complicazioni, pretese o imbarazzi.
Era stato perfetto, così come perfette erano state le sue spinte, il suo pene grande che però non l’aveva sfondato come ogni tanto aveva temuto sarebbe successo guardandolo sotto la doccia negli spogliatoi. 
Aveva spesso fantasticato sul fare sesso con lui, ma aveva sempre pensato che gli avrebbe potuto fare solo male. Invece si era buttato ed era stato ricompensato. 
Si carezzò i glutei piccoli e sodi, un po’ gli dolevano, doveva ammetterlo. Un bel po’. Passò poi al basso ventre e sorrise con calore e soddisfazione ricordando come la sua bocca era sparita sull’inguine. Era stato un piacere immediato, ma ad aver capito subito che era quella la sua cosa, che lo era sul serio e non erano solo visioni assurde, era stato il bacio. Si sfiorò le labbra e sospirò sognante, pensando se l’avrebbero rifatto. 
Non lo voleva necessariamente, non provava nulla, era stato solo una splendida scopata, però si rese subito conto che una volta iniziato sarebbe stato difficile fermarsi ed aspettare la prossima. 
“E perché mai dovrei aspettare? Posso benissimo trovarmene un altro. Sono stato così bravo ad acchiappare l’inafferrabile Zlatan... chi mi ferma più? Lui era la cima più alta, e non solo letteralmente, anche figurativamente. Eppure ci sono riuscito! Bene, sotto a chi tocca, non ho minimamente intenzione di smettere, perché dovrei starmene buono e passivo in un angolo in attesa che qualcuno mi si prenda?”
Con questi pensieri risoluti, chiuse il rubinetto ed aprì l’anta del box doccia per poi lanciare un urlato poco virile e per fortuna non forte. 
- Theo! - il suo amico stava lì in piedi con le braccia conserte e l’aria che era un misto fra il curioso e il rimprovero. - Da quanto sei lì? 
- Hai finito di toccarti? 
- Che ne sai che mi toccavo? E poi non lo facevo, ormai ho già dato, mi sono ampiamente soddisfatto, bello! 
Con questo lo spinse via come una regina alta e di presenza e non come un nanetto da giardino, poi prese l’asciugamano avvolgendosi. 

Theo voleva rimproverarlo per la maglietta che gli aveva rubato e che ora giaceva nel bidet, ma si dimenticò subito per la realizzazione delle sue parole. 
Infatti capendolo si accese illuminandosi del suo tipico entusiasmo. 
- Che cosa hai fatto e con chi senza avvertirmi e consultarmi prima? 
Non aveva idea di con chi fosse stato, l’aveva a malapena visto sparire fuori dalla camera mentre dormiva; si era svegliato con un tonfo, come una porta che sbatteva e l’aveva fatto in tempo per vederlo sgattaiolare fuori. Pensando che non riuscisse a dormire e che fosse in cerca di una tisana rilassante, si era girato dall’altra parte per nulla interessato all’idea di fargli compagnia. Lui riusciva a dormire eccome. 
Gli mancava Daniel che ancora non era convocato per le partite ufficiali, ma poteva solo allenarsi con loro evitando certi esercizi troppo rischiosi per il suo recente infortunio. 
Era in lutto, insomma, perciò quando era così preferiva dormire. 
Poi l’aveva sentito rientrare e l’aveva visto infilarsi in bagno senza più uscire. Realizzato che si faceva una doccia, l’aveva trovato strano. Se non riuscivi a dormire di notte non ti facevi una doccia poiché ti svegliavi ancora di più.
Aveva intuito con la parte animalesca di sé che aveva combinato qualcosa, perciò non potendo aspettare che uscisse aveva invaso arbitrariamente la sua privacy come faceva sempre. 
Brahim rise divertito uscendo dal bagno, a quel punto accese la luce grande e cercò dei boxer di ricambio.
Theo prima di seguirlo notò che i suoi erano finiti nel cestino. 
- Ma si può sapere che ci hai fatto sui vestiti? Ci hai pisciato sopra? - chiese senza il suo solito filtro. 
- Pisciato no... - rispose schietto e tranquillo Brahim con un’occhiata eloquente mentre si metteva boxer puliti e gli lanciava addosso l’asciugamano che si era tolto. 
Theo lo prese spalancando gli occhi shoccato.
- Cioè l’hai proprio fatto sul serio del tutto fino in fondo? Con tanto di schizzi? E siete venuti tutti e due? Anche tu? Con la prima volta che lo prendevi nel culo? Ma poi con chi l’hai fatto? UN MOMENTO, COS’HAI FATTO ALLA MIA MAGLIA? NON TE LE PRESTO PIÙ E QUELLA LA BRUCIO, NON DISTURBARTI A LAVARLA! 
Finalmente prese fiato e smise di parlare a macchinetta, Brahim in risposta continuò a ridere e si mise un’altra maglietta, delle sue questa volta, che però non era larga come quelle di Theo ma semplicemente giusta.
- Zlatan. - disse a quel punto come se sganciasse una bomba con estremo orgoglio. 
Theo spalancò ancor di più gli occhi sempre più sconvolto. 
- CHI?! 
- Se non la pianti ti sentono tutti, a momenti ci vengono a bussare gli altri! 
Si stava divertendo molto e ridendo di gusto si buttò sul letto da cui era scappato un’ora prima. Incrociò le gambe e rimase seduto a guardarlo in attesa del resto della raffica di domande che in realtà gli aveva già abbondantemente fatto. 
Theo, ovviamente, non ancora contento, chiuse la luce grande e si buttò sul suo stesso letto mettendosi nella stessa posizione a gambe incrociate davanti a lui. 
- E allora? Voglio i dettagli! Come ci sei riuscito? Hai avuto due palle assurde! Oddio anche io in realtà l’anno scorso mi sono appiccicato alle sue chiappe belle sode approfittando della partita di biliardo... però non sarei riuscito ad andare oltre. 
- Vabbè, ma non era un Maldini, era ovvio che non ti attizzava... 
Theo gli diede una pedata in faccia senza fargli male, Brahim ridendo si lasciò cadere all’indietro e rimase così, con le spalle sulla testiera del letto, incrociò le braccia e si mise a spiegargli per bene la scena, senza tralasciare un solo dettaglio. 
L’amico ascoltò senza perdersi una parola, immaginando tutto quanto fino a che, alla fine, piegando le labbra all’ingiù con ammirazione annuì. 
- E bravo il nanerottolo! Vedi tu che sorprese riservano i piccoletti? 
Brahim a gambe piegate con Theo seduto nel mezzo in totale agio uno con l’altro, sembrava ancora estremamente soddisfatto di sé. Nella famosa pace dei sensi. 
- La sola cosa che mi mancano sono le coccole... - disse facendo una faccia involontaria da cucciolo, ma Theo, ridendo, gli si gettò addosso tirando su le coperte, mentre si stendeva vicino e se lo caricava sopra come se fosse veramente un cucciolo. 
- Quelle te le posso dare io... 
Lo sentì sorridere e accettare il suo abbraccio un po’ esuberante e prepotente che poi divenne più quieto mentre gli teneva la nuca con la mano. 
Brahim era leggero, non sembrava di avere nessuno addosso. Guardò in alto e rifletté per un momento su quanto simili erano stati in quell’approccio. Quasi che fossero veramente fratelli. 
Lui non aveva pensato un secondo a saltare addosso o meno  a Daniel, l’aveva voluto e fatto, anzi, prima l’aveva fatto e poi l’aveva realizzato. 
Brahim aveva nutrito pochi dubbi ma li aveva sondati subito senza paura. 
- Magari siamo veramente fratelli... sicuro di sapere chi è tuo padre? - chiese Theo seguendo quell’assurdo pensiero. Brahim sopra di lui, accoccolato come un tenero cagnolino, rise. 
- Ma certo che lo siamo, hai dubbi? 
- Ormai nemmeno uno! E dì un po’, adesso che pensi di fare? Samu è convinto  che Ibra sta con Simon perciò credo che al massimo abbiano litigato... non si lascia facilmente uno come lui... mi dà l’idea che sia difficile mettersi con lui, ma una volta che ci sei... - Theo citò alcuni degli strambi discorsi del loro amico, spesso ne avevano parlato così come parlavano delle altre probabili coppie, attuali o future. In altre parole facevano gossip come delle pettegole.
- Non ho idea se stiano veramente insieme, ma parlava di qualcosa che aveva a che fare con l’amore, quando l’ho beccato di sotto. E sono uscito da qua perché avevo sentito la sua porta sbattere. 
Le loro camere, infatti, confinavano e non era strano sentire rumori provenire da quella accanto. 
- Beh in ogni caso qualunque cosa sia, penso che non si risolva in fretta conoscendo lo smisurato orgoglio di entrambi, ma ti consiglio di non metterti mai fra due compagni di squadra... 
Theo era in vena di consigli e Brahim di sentirne, oltre che di parlare, perciò proseguirono uno steso sull’altro per il resto della notte.
Parlarono di ipotesi di relazioni fra Ibra e Simon, del fatto che sicuramente non sarebbe successo di nuovo e che Brahim non intendeva mettersi in mezzo a nessuno ma che non voleva di certo fermarsi ora che aveva finalmente trovato il suo campo. 
A quel punto Theo non poté esimersi dal chiederlo. 
- E chi punti ora? Cercherai ancora solo trombate oppure qualcos’altro? 
Brahim sollevò il capo mettendosi a pancia in giù su di lui, piegò un braccio appoggiando il gomito accanto alla testa di Theo, poi guardandolo pensieroso vagliò i nomi dei famosi scopabili a cui pensava da settimane. 
- Beh, sai... Sandro lo trovo interessante... 
- Ma non è il genere che ti sbatte sul muro di prepotenza... - gli fece notare Theo. - Mi sembra molto gentile e timido...
- Avevo fretta, volevo solo scopare per capire se i miei dubbi erano certezze. Non avevo tempo di lavorarmi il partner, avevo bisogno di uno pronto a portata di mano che mi sbattesse subito, per questo ho scelto lui, ma non è necessario che siano come lui i miei futuri partner! 
Theo ridacchiò al modo in cui ne parlava, ma rendeva perfettamente l’idea. Anche perché con Zlatan era stato né più né meno quello. Uno scambio di favori, una boccata d’aria fresca, una prova, una parentesi, uno sfogo. Nulla di più. 
- Adesso non hai più fretta? 
- Se capita un’altra come stanotte con qualcuno perché no... ma se dovessi scegliere, trovo Sandro molto ma molto interessante... 
Con questo, Theo si sentì finalmente soddisfatto e senza aggiungere altro, annuì complimentandosi. 
- Benvenuto nel club, fratello! 
Brahim sorridendo ringraziò a si accoccolò di nuovo sul suo comodo petto caldo, cercando di immaginare come sarebbe stato dormire insieme a Zlatan il resto della notte. 


Note Finali: io davvero me li immagino sti due quando ne scrivo e rido un sacco, sono capaci di queste scemate ed altro. Spero che leggere sia divertente quanto lo è stato per me scrivere e spero di non essere scesa troppo nei dettagli nella scena hot con Zlatan, ma mi è uscita così, è colpa del mio uomo ideale (Zlatan appunto). Alla prossima. Baci Akane