3. LA FESTA DELL’ANNO

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3 ottobre 2021.
40 anni di Zlatan. 
Quella domenica il Milan giocò a Bergamo contro l’Atalanta, fortunatamente vincendo. 
Come di consueto, quando le partite complicate cadevano in date speciali dal cui esito dipendeva un evento importante e preferibilmente non rimandabile, i ragazzi fecero anche quella volta il loro dovere senza deludere nessuno, specie dio Zlatan. O papà Zlatan. O zio Zlatan. 
Insomma, lui. 
Nonostante i troppi problemi fisici che ultimamente ricorrevano, dava il suo contributo con le sue sfuriate spuntando in spogliatoio negli intervalli come se fosse il vice Paolo Maldini. In qualche modo ormai tutti lo vedevano così. Il vice Paolo Maldini.
Difatti quando quella sera vinsero, furono doppiamente contenti non solo perché era l’Atalanta, ma perché era il compleanno di Zlatan a cui avevano promesso di regalare quella vittoria per i suoi quarant’anni. 
Oltre che per meritare l’accesso alla sua festa speciale.
Simon quella sera fu particolarmente convincente nel suo discorso motivazionale e non ebbe bisogno di terrorizzarli psicologicamente. 
Disse solo che se volevano fare un regalo a Zlatan, allora bastava vincere quella partita, sottolineando cosa significava fargli un regalo per i suoi fantomatici quarant’anni. 
Sottolineatura che motivò e tramortì al tempo stesso i ragazzi i quali si immaginarono le conseguenze di una sconfitta proprio quella sera. 
Festa rovinata a parte, che probabilmente avrebbero fatto comunque, regalare una sconfitta col Milan a Zlatan per i suoi quarant’anni sarebbe stata l’idea peggiore dell’esistenza di chiunque. 
Fu così che per fortuna od impegno o per le parole giuste di Simon, molto mirate, il Milan vinse e questo fu la sola cosa che contò. 

Era la prima volta che ognuno di loro metteva piede a casa di Zlatan; ci aveva tenuto a fare da lui, col suo mega impianto e nella sua mega casa totalmente isolata, nella sua mega piscina, nel suo mega giardino ben coperto grazie ad un perimetro di fitte siepi alte e ad un muretto altrettanto sicuro. 
Simon ricordava ancora la paura di essere beccato dai curiosi quando aveva fatto l’isolamento del lockdown da lui, ma la verità era che aveva saputo benissimo che sarebbe stato pressoché impossibile essere visti. 
Tuttavia quella era un’occasione diversa.
Il mondo intero sapeva che Zlatan faceva 40 anni ed anche se non era una festa di dominio pubblico e tanto meno pubblicizzata, non era un segreto che l’avrebbe fatta. 
L’invito fu aperto a tutto il Milan, compresi Paolo Maldini e Frederic Massara e altri membri dell’area tecnica.
Non era una festa aperta a tutti, era una festa circoscritta all’ambiente rossonero, di conseguenza nessun altro oltre a loro era stato invitato. Nessuna moglie o compagna o figlio. 
Persino Helena, Vincent e Max erano in Svezia, li avrebbe raggiunti lui il giorno successivo per la festa con la famiglia. 
Era il modo di Zlatan di far vedere quanto tenesse alla sua squadra e quanto fosse grato per l’occasione che gli stavano dando per fargli fare come meglio credeva nel suo finale di carriera, con cui Simon sapeva avrebbe avuto problemi anche se non l’avrebbe mai ammesso. 
A 40 anni tutti si erano aspettati l’annuncio del suo ritiro, ma lui proprio in quei giorni aveva fatto delle interviste per l’occasione dove aveva apertamente dichiarato che stava benissimo e che non si sentiva di dover appendere le scarpe. 
Era anche il suo stile, finché tutti gli dicevano cosa fare lui non l’avrebbe mai fatto. 
Avendo più di una settimana di pausa poiché la prossima partita sarebbe stata il 16, per quella notte non ci sarebbero stati freni. 
Paolo e Frederic così come altri membri dello staff avevano detto che sarebbero venuti a bere e festeggiare, ma non si sarebbero fermati molto per non rovinare la festa ai ragazzi i quali erano sempre in attesa dell’evento annuale per divertirsi e non vedevano sempre l’ora di poter togliere i freni almeno per una notte. Non che gli mancassero le occasioni per divertirsi per conto proprio in altre feste e locali, ma quella era diversa.
Quella festa rossonera che ogni tanto durante la stagione ricorreva, era come una sorta di anniversario di qualcosa e nessuno sapeva ben identificare di cosa si trattasse, ma sapevano solo che ci tenevano a farla e che era diverso dall’uscire e andare per locali. 
Quella era un altra cosa e l’aspettavano sempre impazienti. 
Normalmente si verificava in prossimità di qualche problema, solitamente di una delle coppie. Quella era forse la prima volta che nessuno ne aveva e che stavano tutti felicemente bene e molti di loro pure felicemente insieme. 
Divenne così una sorta di lode alla gioia. 

Simon non era mai stato uno che si sentiva a suo agio ai party, ma a quello ovviamente non avrebbe rinunciato, così come ormai non evitava tutte le altre che di tanto in tanto si verificavano. 
Sapeva che erano importanti anche occasioni come quelle per fare gruppo e legare, erano stati loro due a dare il via a quel tipo di tradizione. Tuttavia se avesse potuto scegliere avrebbe volentieri evitato di stare in mezzo a così tanta gente. 
Lui durante il lockdown isolato a casa era stato così bene. 
Suo malgrado era molto contento di vedere come gli altri erano felici e soprattutto come erano su di giri. 
Specie alcuni di loro. 

Una bicchierata, un boccone ed un tuffo in piscina.
Niente di che.
Così aveva detto invitandoli. 
Simon, perplesso, guardò la quantità di roba industriale sparsa ovunque, fra cibo e bevande, fra cui molte caraffe sospette di cose non ben identificate. 
‘Tuffi in piscina? Il 3 ottobre?’ aveva detto Simon sentendoglielo dire mentre invitava i ragazzi. 
‘Se fa troppo freddo faranno un tuffo in palestra...’ aveva risposto genialmente Zlatan, tutto orgoglioso e ridendo come un idiota. 
Simon aveva scosso il capo immaginando che avesse detto tanto per dire, ma ora nonostante l’ora tarda, vedere come i ragazzi togliendosi i vestiti rimanevano in costume con la seria intenzione di farsi veramente un tuffo in piscina, rimase esterrefatto. 
Doveva ammettere che erano 18 gradi e non faceva freddo, ma era comunque il 3 ottobre.
- Ma voi davvero gli avete dato retta e vi siete messi il costume? - chiese perplesso a Daniel che ancora rimaneva vestito mentre il suo compagno era già in acqua a schizzare come un bambino ai suoi amici dementi. 
- Non tutti. Io no per esempio. Ma appena potrà mi lascerà in mutande e mi trascinerà in acqua lo stesso. 
Simon rise scuotendo il capo notando infatti che qualcuno era in boxer, per fortuna nessuno si era denudato del tutto per evitare di trasformare la festa in oscenità davanti agli occhi di Paolo e Frederic, ormai di famiglia poiché sempre presenti ad allenamenti e partite. 
- Appena potrà in che senso? - chiese Simon che aveva in mano come Daniel una semplice birra. Daniel sorrise e lanciò un’occhiata dentro a suo padre che rideva con alcuni membri dello staff e Zlatan. 
- Finché c’è mio padre va tutto bene. Appena se ne va, me l’ha giurata. 
Simon si ricordò del problema a cui aveva accennato un paio di volte Theo sul fatto che Daniel non voleva far sapere assolutamente a suo padre che stava con lui, non aveva mai voluto metterci becco ed avrebbe continuato così. 
- Non credo che si tratterranno molto... - considerò guardando ancora il gruppetto degli adulti che bevevano un calice di vino e mangiavano qualcosa chiacchierando distesi ed informali con il padrone di casa e festeggiato. 
- Lo so, mi ha detto che veniva solo per un brindisi perché Ibra ci teneva... 
Simon sorrise in direzione del loro direttore, nonché padre di Daniel.
- Ma i tuoi amici ti hanno abbandonato? - sapeva con chi girava solitamente Daniel e come evocati arrivarono con vassoi di cibarie e bevande varie che consegnarono anche al loro amico. Ne porsero a Simon il quale prese un pezzo di pizza e decise di andare a fare un giro dentro per vedere se erano ancora tutti vivi, consapevole che il problema non era quando c’erano i famosi adulti, ma appena quelli se ne sarebbero andati. 

La musica era stata scelta da Zlatan ed era elettronica, particolarmente forte e ritmata, proveniva da dentro e all’esterno si sentiva sufficientemente, anche se non superava certi limiti. 
Theo dal bordo piscina dove non sarebbe uscito facilmente poiché meravigliosamente calda grazie ad un sistema di riscaldamento interno a dir poco geniale, lanciò l’ennesima occhiata a Daniel con Sandro, Alexis e Rafa seduti nelle sedie di quell’ampio giardino sistemate in un’altra zona rispetto a loro, anche se non poi molto distanti. 
La musica era abbastanza bella, per i suoi gusti, anche se avrebbe preferito qualcosa di più dance e latino. C’era comunque bere senza limiti e cibo in abbondanza ed era una cosa più che ottima, anche se con la presenza dei grandi che impedivano loro di scatenarsi davvero e togliersi i freni che rimanevano faticosamente, non era proprio la stessa cosa. 
Dopo Daniel, lanciò frustrato un altro sguardo a Paolo nel salone di casa che si vedeva bene anche da lì per via di un’enorme parete a vetri comprendente la porta a cui si accedeva alla piscina, lì c’erano i famosi adulti. 
Aveva i primi due bottoni della camicia slacciata in modo molto informale ed addirittura le maniche arrotolate. Sembrava avere un po’ di caldo e rideva e scherzava un sacco con Zlatan e gli altri con loro, che al momento erano offuscati alla sua vista.
Doveva esserci Massara, mister Pioli e sicuramente tutti gli altri dell’area tecnica, ma nella sua mente c’era solo lui con quel calice di vino sexy in mano e quell’aria così diversa da quella seria e matura che manteneva a lavoro. 
Lo vedeva spesso perché era molto presente, ma non l’aveva mai visto ad una festa a divertirsi come se non fosse più il direttore tecnico. 
Era shoccato e faticava a non eccitarsi, però era fiero che riuscisse a mantenere tutto relativamente sotto controllo. 
- Vedi di non confonderti come tuo solito e non fare casini... - sibilò ridendo Samuel al suo orecchio, mentre gli si appiccicava dietro facendogli sentire quanto felice fosse quella sera. 
Theo spalancò gli occhi e si immerse sfuggendogli con un’aria schifata, riemerse vicino a Brahim che rideva sapendo perché l’aveva fatto. 
- Senti, va a mostrare la tua felicità a qualcun altro, troverai qualche giovane donzello che vuole provare le gioie del tuo... - la mano di Brahim arrivò in tempo a chiudergli la bocca. 
- Hai una voce così alta che ti potrebbero sentire persino in Spagna, se non vuoi litigare con Daniel sbandierando certe cose esplicite davanti a suo padre, mi ficcherei qualcosa da mangiare in bocca e starei zitto finché il Big Boss è qua! 
Brahim ancora sorprendentemente sobrio ne aveva sparata una sana e così Theo sospirando frustrato, andò verso il bordo della piscina interrata e si issò sulle braccia muscolose uscendo così come niente, come se fossero trenta gradi. 
Stare in acqua riscaldata da un impianto invidiato da qualsiasi centro termale era un conto, uscirne così senza nemmeno un asciugamano addosso era un altro. 
Con l’intenzione di prendere cibo e birra andò come niente fosse verso il tavolo che c’era lì fuori intorno cui c’erano Daniel e gli altri. 

Peccato che la sua intenzione non fu letta tanto bene dal suo ragazzo che vedendoselo parare davanti con solo il costumino bianco tutto gloriosamente bagnato che non lasciava niente all’immaginazione, bello come il sole, gli venne un colpo e stringendo istintivamente le gambe fissò stralunato la stessa vetrata che aveva appena fissato Theo. 
Suo padre non li stava minimamente calcolando, notò con sollievo. 
- Sei scemo? - sibilò a denti stretti. Era pronto a respingere il suo gran bel didietro che pensava si sarebbe spalmato su di sé per bagnarlo, ma Theo lo guardò con la bocca schifosamente piena di una pizza ben pigiata dentro e senza farsi capire disse qualcosa tipo ‘eh?’ Con aria stranita di chi non aveva idea del perché fosse tanto allarmato. 
Daniel vide la sua ‘innocenza’ nelle intenzioni appena fraintese e si pentì d’essere scattato così come un idiota, ma deviò subito indicando l’ennesima birra. 
- Quanto vuoi bere davanti a mio padre? - salvato in corner, pensò. Non voleva trattarlo male gratuitamente, ultimamente le cose fra loro andavano sorprendentemente bene e voleva continuassero così.
Theo alzò le spalle ed in risposta, dopo aver ingoiato tutto il pezzo intero non sapeva nemmeno lui come, si piegò su Daniel e si scrollò come un cane fradicio. I capelli bagnati sgocciolarono alla grande su di lui il quale sibilò un’imprecazione domando davvero a stento l’impulso di rincorrerlo e vendicarsi.
Quanto lo voleva fare.
E quanto voleva mettersi in mutande e giocare in acqua con lui e divertirsi come facevano gli altri. 
- Fantademente! - brontolò piano ma chiaro citando Star Wars. 
Theo, che non lo conosceva, rise rumorosamente lo stesso correndo poi verso la piscina, dove si sedette sul bordo immergendo le gambe mentre tracannava un’altra birra, tornando a ridere contagioso e schizzando i suoi soliti amici sempre con lui. 
Era così bello vederlo ridere e divertirsi. 
Frustrato, sospirò tornando ai suoi compagni che lo guardavano in un misto fra il divertito ed il compassionevole. 
Alexis era quello compassionevole, ovviamente.
- Doveva per forza invitare anche gli adulti? - brontolò Daniel a denti stretti. 
- Dovresti fregartene, anche se scopre che siete particolarmente amici che te ne frega? - Rafael era stato messo recentemente a parte della loro situazione e anche se ora sapeva tutto, non capiva e non condivideva le scelte di Daniel. Perplessità di cui, naturalmente, aveva subito reso partecipe il suo amico. 
- Non conosci mio padre. Con me è iperprotettivo e iper asfissiante. Se capisse che ho un’amicizia speciale mi tormenterebbe fino a sapere tutto... 
Gliel’aveva già spiegato, ma sapeva che Rafa aveva il cervello come un groviera. 
- Anche noi siamo amici, ti ha mica fatto storie? 
Daniel sospirò già stressato di suo e roteò gli occhi in cerca di aiuto che non arrivò perché Sandro rideva in direzione di Brahim che faceva l’idiota mentre Alexis cercava Olivier con lo sguardo. 
- È diverso, lui è troppo bravo a capire e analizzare. Soprattutto per quel che mi riguarda. Capirebbe subito che con Theo è diverso. Specie perché finora non ci siamo mai cagati. 
- Per colpa tua. Fai questa scena davanti a lui da quanto? 
- Da qualche mese... 
- Almeno otto, giusto? 
Daniel rimase stupito che ricordasse certi dettagli della loro storia, ma non commentò. 
- Ormai è così. Non posso improvvisamente far vedere che siamo così tanto ‘amici’, dovevamo esserlo subito. Adesso capirebbe che gli ho voluto nascondere qualcosa e cercherebbe di capirlo con successo assicurato. Tu non lo conosci. 
Rafael sospirò spazientito e confuso, non era convinto di capire, ma Daniel era sicuro, così decise di lasciarlo stare. 
- Ragazzi, andate da loro se volete, io vi raggiungo appena mio padre leva le tende... 
- No, se vado con Brahim in acqua faccio anche io una figura di merda... quello non si controlla ed io non è che sono tanto bravo, invece... - spiegò Sandro distogliendo lo sguardo da un Brahim bagnato in piscina che rideva insieme agli altri due fedeli compari. 
- E tu con Olivier? 
Sentendo il suo nome, Alexis avvampò andando in blackout e quella fu la sua risposta, capendo perché gli stava ben distante. 
- Dio, ma vedi tu mio padre quanto deve rompere le palle? - brontolò allucinato Daniel, mentre Sandro rispondeva: - Se ti sente Theo direbbe... 
- ‘Lui non rompe mai le palle, lui è Dio e può stare dove vuole...’ - lo scimmiottò con una smorfia gelosa che fece ridere gli altri. 
- E Ibra direbbe ‘c’è solo un Dio!’ - aggiunse Rafa imitando l’accento slavo ed il vocione di Zlatan, aggiungendo così altre risa e aiutando a distendere un po’ i nervi tesi di Daniel.  

Ante si era trascinato Rade in acqua consapevole che l’acqua della mega piscina spaziale di Zlatan fosse riscaldata, per evitare gli schiamazzi infantili aveva deciso di evitare la zona degli idioti sebbene facessero più parte del loro gruppo, unendosi ad altri che avevano optato come molti per la piscina. Non tutti si erano fidati, qualcuno non aveva voluto rischiare una polmonite e avevano preferito spargersi un po’ in casa ed un po’ in giardino a chiacchierare, mangiare e bere. 
Con loro c’erano anche Olivier ed alcuni altri. 
Rade parlava amabilmente con loro in quella che era una conversazione totalmente normale. 
Con loro c’erano anche Pierre, Fikayo, Mike e Frank, tutti accomunati dalla lingua. 
Rade non era francese ma capiva comunque abbastanza la loro lingua, così fra i vari mali aveva optato per quello minore e fra il francese scolastico arrugginito, l’inglese e l’italiano, il gruppetto nell’angolo ovest della piscina, si capiva abbastanza bene. 
Andò tutto alla grande fino a che Ante si appiccicò strategicamente a Rade iniziando a molestargli il didietro. Dapprima attraverso il costume, poi prepotentemente sotto. 
Dal fianco passò anche molto abilmente ad appiccicarsi alla sua schiena e mentre nessuno ci fece caso perché erano da sempre come un’unica entità e spesso erano abbracciati o a toccarsi con sorrisi poco fraiàntendibili, il cervello di Rade smise di funzionare e quel po’ di francese che ricordava venne totalmente spazzato via in un istante. 
Ad un certo punto Rade si mise a sorridere ed annuire senza capire più un cazzo di quel che gli dicevano, mentre la mano di Ante stava dentro il costume a prendere le misure delle sue natiche, della sua fessura e pure del suo interno. 
Bordeaux in viso, resistette fino a che non sentì la propria erezione premere in modo troppo evidente e per non dirgli davanti a tutti di smetterla di molestarlo, sgusciò fuori come un anguilla borbottando qualcosa a proposito di un bagno.
Appena fuori acchiappò subito l’asciugamano che aveva provveduto a portarsi e senza assicurarsi che Ante lo seguisse, sparì in casa per una seconda porta che non li avrebbe fatti passare davanti al gruppo degli adulti fra cui il big boss. 
Una volta raggiunto il bagno che conoscevano bene perché erano già stati a casa di Zlatan, Rade nemmeno chiuse la porta aspettando l’ingresso del suo ragazzo idiota e maniaco.
Ingresso che fece senza troppi complimenti appiccicandosi alle sue natiche di nuovo, ma questa volta facendo volare via i costumi. 
Non si dissero nulla, Rade nemmeno lo sgridò per lo spettacolo offerto che sperava di essere riuscito a limitare. 
Dopo gli avrebbe fatto una filippica, ma sul momento la priorità l’ebbe la sua erezione già dura che gli entrava dentro dandogli una certa dose di sollievo. 
Una gran dose. Di quelle che non andò troppo per le lunghe e che non previde preliminari di alcun genere. 
La cosiddetta ‘sveltina’, molto efficace e utile quando si era in calore come lo erano loro. 
Ante in un paio di spinte sempre più possenti e vigorose, gli venne dentro assicurandosi poi con la mano che anche il suo compagno raggiungesse la sua gioia. 
Rade non tardò molto ad unirsi a quella festa. 
Per tornare all’altra però ci misero un po’ di più. Il tempo di riprendersi e ricomporsi. E discutere sul perché non si potesse fare certe cose in pubblico. 
Giusto qualche regoluccia al volo, insomma. 

Alexis aveva la bavetta alla bocca, Olivier dopo un po’ uscì dalla piscina avvicinandosi al tavolo intorno cui erano seduti loro. 
Andò proprio esplicitamente da lui versione dio del mare tutto bagnato e splendido più che mai, gli sorrise facendogli l’occhiolino, prese la birra che aveva in mano bevuta a metà e la fece sua allo stesso modo in cui dopo avrebbe preso lui. 
Leccando il collo della bottiglia dove poco prima aveva messo le labbra Alexis, per poi bere a sua volta. 
Sempre guardandolo negli occhi con mille promesse, rigorosamente in boxer molto mini e soprattutto bianchi anche quelli - forse era il colore dei francesi - che erano ormai trasparenti grazie all’acqua, appiccicati come una seconda pelle in una visione simile a quella appena offerta da Theo. Anch’essi mostrarono quel che ormai era evidente per tutti e che in effetti avevano tutti già visto molte volte.
Specie quello con la bavetta alla bocca che gli stava davanti. 
Non disse nulla ad Alexis. 
Non disse nulla a nessuno, in effetti.
Si limitò a recuperare l’asciugamano e avvolgerselo alla vita per poi fargli l’occhiolino prima di entrare, ispirato dai due che avevano già occupato un bagno. 
Non un gran dramma, la casa era grande e avrebbero di certo trovato un altra stanza dove infilarsi, diversamente avrebbero potuto aspettare che i due slavi finissero col bagno.
Alexis fissò sconvolto Daniel e gli altri che totalmente zittiti e sconcertati per lo spettacolo porno offerto da Olivier, avevano simpatizzato troppo con il loro amico senza più trovare il filo del discorso, ormai bello che perso. 
Alexis infine non aggiunse nulla. Si limitò ad alzarsi ed in perfetto silenzio, sempre di mille colori in viso ma al tempo stesso famelico come se fosse a digiuno da mesi, corse dentro a cercare Olivier. Sempre dalla porta secondaria che non li faceva passare davanti agli adulti ancora dentro nel salone a rompere troppo le scatole. 

Adulti che Daniel guardò insofferente alzando gli occhi al cielo.
- Quando cazzo se ne vanno, porca troia? 
Il suo limite era davvero vicino. 
Come quello di Sandro che mandando tutti al diavolo si alzò e andando verso la piscina, lanciò un fischio esplicito a Brahim 
Daniel così guardò in alto allucinato senza aggiungere niente, mentre Rafa rideva di gusto alzandosi e togliendosi la maglietta, decidendo così che aveva fatto l’amico abbastanza e che era ora di divertirsi con gli altri. 
In quattro secondi netti, Brahim sparì in casa sulla scia degli altri prima di lui e Rafa si sostituì a lui, mentre Daniel, dopo uno sguardo imbronciato alla piscina e a Theo che rideva luminoso e sexy come sempre, brontolando quanto volesse morire, prese il telefono e finse di avere affari urgentissimi di cui parlare con chissà chi, isolandosi da chiunque respirasse per evitare di fare una strage nella quale ci sarebbe andato di mezzo suo padre. 
Ancora una volta essere figli del grande unico e solo immenso Paolo Maldini, era davvero ma davvero difficile. Specie se eri Daniel Maldini, forse l’essere più testardo sulla faccia della terra. 
 


Note: Mentre mi invento cose mi chiedo quanto siano impossibili e lontane dalla realtà, ma poi me ne frego e scrivo comunque. So che le feste e le serate in giro le fanno, ma dubito siano esclusive all'ambiente rossonero, ma chissene? Come dicevo all'inizio, anche nelle fic con altre coppie protagoniste ci sono inserimenti e piccole evoluzioni o semplici camei, diciamo, degli altri personaggi. In questo capitolo ci siamo un po' fatti una panoramica delle varie situazioni degli altri, ma appena il gatto (Paolo) si deciderà ad andarsene, i topi balleranno. Alla prossima. Baci Akane