5. UN PICCOLO DRAMMA PER OGNUNO

libertà di amare

Fu come un flashback che con la complicità dell’alcool assunto da entrambi, divenne una fusione fra passato e presente.
Nel caso di Zlatan fu anche peggio, perché il giorno prima per registrare lo speciale sul suo compleanno, aveva visto il video di molte persone fargli gli auguri per i suoi quarant’anni e fra quelli c’era stato proprio Alexandre Pato.
Il suo ex. 
L’unico che avesse mai amato fino a quel momento. 
Proprio colui che quella fatidica sera di Maggio aveva sovrapposto a Brahim trovandolo somigliante fino a farselo per provocare Simon a scucirsi sui suoi sentimenti. 
Le proprie mani si posarono alla sua vita senza che nemmeno se ne accorgesse, mentre chiudendo gli occhi ricambiava l’intreccio di lingua capendo che aveva bevuto uno dei suoi magici cocktail. 
Zlatan si sentì ancor più ubriaco e per un fatidico momento il suo cervello venne totalmente devastato da uno tsunami e si ritrovò confuso sul periodo in cui era. 
Per un momento credette di essere addirittura nel 2011, quando si era appena messo con Alex ed erano proprio lì al Milan insieme. 
Poi Brahim si staccò sorridendo soddisfatto e totalmente assente, incapace di intendere e di volere per il non indifferente quantitativo di alcool ingurgitato fin lì. 

Il silenzio rotto solo dalle canzoni che ancora si susseguivano, rimase fino a che il solito Theo non scoppiò a ridere sfacciato, già sconnesso di suo, figurarsi quella sera. 
La sua risata allegra ed incosciente aiutò a stemperare la tensione tagliente che in un momento era salita da Simon, ma ad aiutarli a gestire quel momento complicato arrivò Daniel il quale mise una mano sulla bocca di Theo per impedirgli di aggiungere qualcosa di inappropriato alle sue risa già inappropriate. 
- Ragazzi, abbiamo deciso di farlo anche se ubriachi. Però è una nostra decisione. Da quello che succederà qua non devono nascere putiferi o la finiamo subito. 
Theo non si sorprese della sua estrema saggezza, si sorprese solo che potesse tirarla fuori dopo le cose che aveva bevuto e lo ammirò una volta di più. 
- No no, è vero... - fece Simon mentre Brahim tornava al proprio posto, vicino ad un pietrificato Sandro che ancora doveva capire cosa pensasse e provasse. 
Zlatan lo guardò meravigliato. 
- È un gioco che abbiamo deciso di fare consapevoli. Prendersela è da stupidi. Vi avevo avvertito che era suicidio farlo, ma lo faremo e il primo che se la prende per qualcosa sarà mio schiavo per un mese. 
Nella sua mente sarebbe dovuta suonare come una minaccia, ma alla fine risultò come una promessa allettante e tutti lo guardarono riaccendendosi di speranza, mentre la tensione andava definitivamente a farsi friggere e chiunque lì dentro respirasse sperava di diventare il suo schiavo. 
- È una promessa? - fece fuori dai denti Samuel rendendosi conto che fra tutti era l’unico che sicuramente non si sarebbe mai arrabbiato per qualcosa visto che era l’unico single. 
Realizzandolo si rese conto di quanto sfigato fosse. 
“Vorrei sapere perché non ho costretto Rafa a rimanere... oh cazzo, sì... aveva vomitato l’anima e Zlatan l’ha consegnato a zio Frank per riportarlo a casa... brutto idiota esagitato che non tiene l’alcool... potevo farmelo io, almeno mi sarei divertito. Fanculo, se non mi capita Theo quando giro io mi uccido!”

“Questa me la fa pagare cara...” pensò Zlatan vedendo Simon che prendeva la bottiglia dopo di lui nonostante avesse potuto chiedere di girare per ultimo.
Appena lo vide allungare il braccio verso il tavolino, capì subito che sarebbe stato un Simon ancor più vendicativo di quello che aveva visto prima in giardino. 
Ma di cosa si poteva lamentare? Aveva lavorato duramente per farlo sciogliere fino a trasformarlo in una persona umana, ora che lo era e che si vendicava come le persone appunto umano, cosa voleva? 
Aveva semplicemente ottenuto quel che aveva disperatamente voluto.
La sua missione personale dal gennaio 2020, dopotutto. 
Stava vincendo lui, in fondo. Si stava sciogliendo. 
Anche troppo. 

Quando Simon girò, pensò che avrebbe infilato la lingua in bocca a chiunque fosse uscito, non aveva un viso in mente, non pensava ci potesse essere qualcuno in grado di turbare più degli altri Zlatan perché lo conosceva e pensava sicuramente di non poter gareggiare con nessuno. 
Era geloso in generale, ma non si sentiva in competizione verso nessuno perché non credeva che ci fosse qualcuno anche vagamente alla sua altezza. 
In effetti aveva ragione, ma c’era uno lì nel gruppo per cui tutti avevano un po’ un debole. 
E quel qualcuno venne indicato dalla bottiglia.
Simon vide Theo inarcare un sopracciglio sorpreso e soddisfatto insieme. 
Rimase fermo con il suo asciugamano mollato in vita, unica cosa che gli impediva di rimanere completamente nudo. 
Accanto a lui, Daniel lo fissò subito e sospirò immediatamente, come rassegnato e consapevole di qualcosa che gli sfuggì sul momento, ma che in un secondo momento avrebbe capito bene. 
Probabilmente conosceva il suo ragazzo così bene da sapere che aveva sperato in quel risultato. 
Simon non pensava di essere desiderato da tutti come era convinto Zlatan, ma sapeva di non fare schifo. Tuttavia non era al centro dei suoi pensieri, piacere agli altri. Non come lo era per esempio per Olivier. 

In un istante si sentì gli occhi carichi di invidia di chiunque puntati addosso. Theo aveva decisamente voluto quello, un po’ come tutti in effetti, e siccome ultimamente era una persona fortunata, non si era nemmeno stupito tanto di essere stato accontentato dal Cielo che ringraziò fra sé e sé promettendo che sarebbe stato bravissimo da lì in poi. 
Theo e Simon si guardarono ognuno seduti al proprio posto, accanto sentiva Daniel che dopo il primo sguardo perforante sospirava e si appoggiava allo schienale come arrendendosi. 
Era un gioco, non potevano prendersela e confidava anche sul fatto che fino a quel momento non aveva mai mostrato gelosia. Poteva probabilmente farsi anche tutta la squadra che Daniel non gli avrebbe mai dato soddisfazione di ingelosirsi, perciò alla fine lo guardò e al suo movimento di mento come a dire ‘fallo’, si alzò con un po’ troppa foga e gioia, annodandosi meglio l’asciugamano alla vita. 
Samu e Brahim risero non facendocela più. 
- Bastardo... - sibilò il primo dei due, quello che poteva far sapere liberamente quanto lo invidiava. 
Theo gli fece il dito medio tutto gongolante e andò davanti a Simon porgendogli la mano.
Questi dopo aver guardato inequivocabilmente il suo torace nudo, realizzando che a separarlo da una completa nudità era solo un telo bianco, la prese come una principessa e si fece aiutare ad alzarsi.
Una volta in piedi, Theo attese di vedere il genere di approccio che voleva fare. 
- Se vuoi puoi bere, eh? - si ricordò per miracolo prima di fare qualsiasi altra cosa ciò che aveva detto poc’anzi.

Ma Simon non avrebbe bevuto. Oh no.
Theo era perfetto, dopotutto. 
Così il suo volto serio, levigato nel ghiaccio della vendetta fino a quel momento, venne attraversato da un sorrisino malizioso e prendendogli il viso fra le mani con fare dominante e sicuro, prese possesso delle sue labbra aprendogliele subito ed invadendole con la lingua. 
Theo dopo un primo momento di stordimento, lo afferrò per la vita e ricambiò approfittando di quell’occasione per baciarlo come si doveva.
Non si risparmiò, ma non fu eccessivo ed invadente. 
La sua lingua si muoveva sapientemente risucchiandolo in una dimensione che colpì e sorprese Simon perché finì per piacergli e per ricambiarlo più a lungo di quel che avrebbe pensato di fare inizialmente. Erano un bello spettacolo e sapevano di esserlo, un po’ per il fatto che uno fosse vestito e l’altro praticamente nudo, un po’ perché erano i due più desiderati del gruppo.
Il bacio fu decisamente lungo, per essere fatto per gioco, e si staccarono solo quando si alzarono i fischi polemici e maliziosi di quasi tutti. Questi permisero non solo di staccarsi, ma anche di stemperare la tensione che per un momento si era materializzata. 
Quando Theo si separò e lo lasciò risedersi, aveva un’aria molto soddisfatta, mentre lui era estremamente imbarazzato, più di quel che avrebbe voluto e pensato. 
Inizialmente era partito sicuro e con l’unica volontà di irritare Zlatan per ripagarlo con la stessa moneta, ma era finito per prenderci fin troppo gusto. 
- Ti è piaciuto, eh... - gli disse Zlatan con la sua voce bassa e roca, voltando appena il capo verso di lui, rimanendo seduto rigido e dritto in poltrona. Simon non rispose visto che non glielo stava chiedendo e nemmeno alludendo. Glielo stava proprio dicendo. 

Per un momento i fischi, gli applausi e le battute maliziose si sospesero pensando che si stesse per scatenare la terza guerra mondiale e Theo si ricordò delle pene che aveva patito per farli rimettere insieme e di quanto si era ripromesso di non farli mai lasciare perché erano genitore uno e genitore due. 
E poi finiva lui per farli litigare. 
Giusto da ubriaco poteva mettersi in mezzo, visto che da sobrio non l’avrebbe mai fatto. 
Ma gli era piaciuto, eccome se gli era piaciuto. Lo sapeva che sarebbe stato bello, farlo.
Quando si risedette di tonfo vicino a Daniel, rilasciò il nodo dell’asciugamano alla vita che iniziava a stargli di nuovo stretto. Il gesto non passò inosservato sotto lo sguardo attento del suo ragazzo che però non disse nulla fingendo indifferenza. 
Theo si chiese stralunato, in mezzo all’eccitazione che era cominciata per colpa del bel Simon, se Daniel fosse almeno un po’ geloso. Non voleva provocarlo, non l’avrebbe mai fatto, ma si chiedeva se avesse mai avuto un certo tipo di reazione da parte sua. 
“Significherebbe che mi reputa suo e solo suo. È ciò a cui aspiro. Perché io voglio non solo essere solo suo, ma voglio anche che lui sia solo mio.”
- Ammetto che è stato bello. Non pensavo che lo sarebbe stato. - a quella ammissione candida e tranquilla, Theo guardò Simon che rispondeva a Zlatan, non sapendo se sentirsi offeso o cosa, ma le risate degli altri e le prese in giro di Brahim e Samu attutirono il colpo. 
- È un mezzosangue francese e spagnolo, dev’essere devastante... - ricordò a tutti Samu aggiungendo una certa acquolina all’idea di provare ora lui per testare le sue ormai famose doti di baciatore. 
- Confermo, lo è... - alla sparata di Daniel gli altri risero, tutti lo invidiarono e Theo lo guardò illuminato e al settimo cielo di ricevere non solo dei complimenti simili, ma anche di essere ritenuto improvvisamente il trofeo del suo ragazzo. 
Perché questo nella sua testa era. 
Il trofeo di Daniel.
Il prossimo seguendo il giro impostato da Zlatan e Simon, fu Alexis il quale girando si imbatté in quello che era il suo desiderio segreto nonché la più grande paura di qualcun altro. 
Daniel fissò il collo della bottiglia che puntava su di sé ed imprecò mentalmente rimanendo rigido come un statua di sale. 
Fermo, seduto nel divano, mantenne gli occhi azzurri sull’oggetto pensando peste e corna del destino che doveva per forza aver letto negli animi di tutti decidendo chi accontentare e chi no. Non sapendo che per accontentarne uno, faceva torto ad un altro. 
“Ha scelto lui, il destino. Ha scelto di far felice lui e non me. Ed io ora che cazzo dovrei fare, eh? Se lo rifiuto lo ferisco ma lo salvo da mesi di paranoie e sofferenze, mentre se lo accetto ora magari lo faccio contento ma poi appunto starà male, perché lo conosco e so che starà male.”
Daniel tentò di guardare Alexis per capire cosa provasse e quali fossero le sue intenzioni prima di fare qualunque cosa, ovvero bere oppure accettare. Magari avrebbe bevuto lui. 
Tuttavia gli bastò poco per capire che invece era proprio il risultato sperato. 
“Non che avessi dubbi che ci sperava. Lo conosco bene.”
Daniel sospirò.
“Però non c’è solo Alexis a cui devo pensare.”
Pensò infine muovendo la mano sul ginocchio scoperto di Theo accanto a sé, seduto comodamente fra lui, Olivier ed Alexis. 
Theo al contatto inatteso sussultò, ma Daniel non lo guardò in modo diretto. 
- So che ho detto io che era un gioco e che dovevamo accettarlo senza fare gli idioti, ma qua c’è di mezzo troppo. E per uno stupido gioco non ne vale la pena. 
Così dicendo, dimostrando di avere molta forza di carattere come sempre per ritornare sulle proprie stesse parole, Daniel si allungò e prese la brocca del mojito o qualcosa che ne aveva il sapore oltre che il grado alcolico, e la versò nel bicchiere. Infine come da regolamento risaputo e non detto, lo bevve. 

Vedendolo non solo bere di per sé al posto di baciare Alexis, ma anche tracannarsi tutto quanto in una volta, Theo lo fissò stralunato e preoccupato. 
- Ehi, vuoi finire a vomitare? 
Gli tolse il bicchiere di mano quando ancora rimaneva un dito di roba e glielo mise giù, Daniel ancora in sé alzò le spalle. 
- Mi ero ripreso da quanto bevuto prima. 
- Questo lo credi tu... - ribatté protettivo Theo circondandogli la testa con il braccio e attirandolo a sé per baciargli la fronte in segno di ringraziamento. Alla fine aveva capito che l’aveva fatto anche per lui e non poteva certo negare che gli avesse fatto piacere, ma non voleva perderlo per una sbronza colossale. 

Simon sorrise in loro direzione, ricordando il discorso interrotto qualche ora prima dove Daniel aveva accennato a delle preoccupazioni circa Theo e suo padre delle quali non aveva poi approfondito, ma vedendo come in realtà quel ragazzo particolare riusciva alla fine a fare sempre la cosa giusta quando contava, nonostante i vari danni che faceva in mezzo perché troppo precipitoso, pensò che tutto sommato non dovesse preoccuparsi molto. 
In qualche modo i suoi figlioli adottivi se la sarebbero cavata. 

Olivier totalmente all’oscuro delle loro questioni precedenti al suo arrivo al Milan, rimase di stucco a quella reazione, realizzando su due piedi ed a tradimento che c’erano cose importanti che non conosceva. 
Improvvisamente, nonostante non se ne fosse interessato fino a quel momento, sentì il desiderio di saperle tutte e per bene. 
Appuntandosi che avrebbe colmato le sue lacune, mise una mano sulla gamba di Alexis, avvolto come un involtino nell’accappatoio giallo canarino che si era messo dopo la piscina. 
Sapeva che ci era rimasto male, glielo lesse in faccia, ed era infastidito che stesse così per qualcun altro che non fosse lui stesso, ma in quel momento la cosa migliore per lui era che tutti facessero finta di nulla lasciandolo digerire quella piccola umiliazione di cui solo loro sapevano le motivazioni. 
Gli dava fastidio. Gli dava decisamente fastidio. Ma non l’avrebbe fatto capire a nessuno e sorridendo si sporse e girò la bottiglia che finì per puntare Rade, il quale vedendosi indicare scattò sul posto, quasi come se si svegliasse da un torpore in dormiveglia solo in quel momento. 

Quando Ante vide che la bottiglia girata da Olivier puntava a Rade, lo guardò immediatamente seduto accanto e fissandolo con cattiveria pura, lo trapassò da parte a parte con le lame affilate che aveva al posto degli occhi. 
- Oh, il dio dei baci... un francese doc... - cominciò Samu giusto per prendersi gioco di un evidentemente geloso Ante. 
Rade lo fissò indeciso se fare come Daniel o accettare il bacio.
- Ehi, anche io sono francese! - saltò su Theo. 
- Non doc! 
- E poi non serve essere francesi per saper baciare bene... - si lamentò Brahim colpito nel suo piccolo orgoglio. 
- Ti sta bene? - chiese Olivier ad Ante in modo estremamente diretto e senza giri di parole. 
Ante, sorpreso dall’atteggiamento di Olivier che non voleva creare casini, si ricordò delle proprie intenzioni di baciare Theo o Simon con quella scusa perfetta, desiderio che sperava si sarebbe realizzato, così alzò le spalle e col capo indicò di farlo, come prima aveva fatto Daniel con Theo. 
Ovviamente non guardò, ma contò i secondi che ci misero ad infilarsi la lingua in bocca, provando un enorme fastidio di quelli cosmici.
Quelli per cui un tempo avrebbe preso il coltello dai pantaloni che si portava sempre dietro per abitudine sin da piccolo, usandolo contro il malcapitato che lo irritava. 
Alla fine domò i suoi pericolosi istinti omicidi e si limitò a guardare il suo ragazzo una volta riseduto, era rosso in ogni centimetro di pelle e lo fissava con aria di scuse. 
- Eh, direi che il francese doc ci sa fare, ma l’avevamo capito da come Alexis l’adora da quando è arrivato.... - Samu non ne risparmiava nemmeno una. Non sarebbe comunque stato nel suo DNA. 

Dopo di lui, fu il turno di Theo il quale ripresosi dal bacio epico con Simon, girò la bottiglia sapendo che la fortuna non gli poteva regalare il secondo round, che comunque avrebbe apprezzato molto. 
Nella più totale ignoranza di chi non sapeva quanti in quel momento stavano trattenendo il respiro con gran speranza, lasciò le spalle di Daniel che aveva tenuto fino a quel momento per girare la bottiglia, la quale con enorme suspence si fermò su Sandro.

Sandro saltò di sorpresa, vergognandosi di come segretamente avesse sperato in quel risultato. 
Ultimamente stava riscoprendo Theo, cosa che in un anno di sua presenza al Milan non era mai accaduto. Probabilmente girando con Brahim e diventando parte del loro gruppo attivamente, aveva conosciuto meglio un ragazzo che in un modo o nell’altro finiva per piacere a molti. 
Non si rese conto di quanto questo desiderio istintivo ed incontrollato unito a quell’esperimento apparentemente innocente avrebbe avuto future ripercussioni. 
Sia Sandro che Theo guardarono prima i rispettivi compagni. Sandro guardò anche il suo amico che guarda caso sedeva in mezzo ai due imputati. 
Brahim rise dicendo: - Sperimenta il francese-spagnolo, potremo fare una classifica di miglior baciatore, anche se in questo caso dovremmo tutti baciare tutti per poi dare dei voti e stabilire... 
Il vortice delle sue parole si persero quando Sandro guardò poi Daniel in attesa anche del suo permesso. Era suo amico e non voleva rovinare le cose con lui, sebbene ricordasse il suo bel discorsetto iniziale. 

Daniel, uno dei pochi vestiti perché si era rimesso i propri abiti quando era uscito dalla piscina e si era asciugato, si ritrovò così inquietantemente fissato a distanze ravvicinate da entrambi i suoi due gargoyle che aveva uno per lato. Da uno il suo ragazzo dall’altro il suo amico. Mise a fuoco Theo per primo ma la sua testa ormai era sempre più persa nel mare della sbronza colossale in cui stava annegando.
Nella sua mente il problema maggiore che si stava formando era: “Se ora che giro io mi torna ad uscire Alexis non posso bere ancora, vado veramente in coma etilico... “
Theo non ricevendo cenni, gli toccò la guancia col dito richiamando la sua attenzione e a quel punto il suo sguardo perso in un universo parallelo, si girò lentamente sul suo ragazzo che gli stava chiaramente chiedendo il permesso di baciare qualcuno, non capiva chi fosse e non riusciva a mettere a fuoco chi indicava la bottiglia. Ma quando notò che anche Sandro, alla propria sinistra, lo fissava ansioso, realizzò che dovevano baciarsi loro due e quasi come se fosse un sollievo, gli sorrise sospirando e diede la benedizione toccando entrambe le loro teste con le mani. 
- Fate, fate pure... vi benedico... - biascicò facendo ridere gli altri che capivano che era ormai ubriaco. 
- Avevi smaltito, eh... - brontolò Theo preoccupato per lui, Daniel gli fece una smorfia rimanendo appoggiato dietro, sfinito e sfatto, e per chiudergli la boccaccia che lo irritava per le verità che osava dire, spostò le mani dalle teste alle nuche ed una volta lì, li unì facendoli baciare proprio davanti a sé.

Theo da un lato si sentì deluso, non era geloso nemmeno da ubriaco, ormai non sapeva più che fare, ma non si sarebbe perso d’animo né dato per vinto. 
Ritrovandosi prepotentemente la bocca di Sandro sulla propria, cercò di prendere il controllo abbassando la pressione, ma sentendosi fin troppo eccitato per via della mano del proprio ragazzo sulla nuca che lo costringeva a baciare un altro, gli partì la fantasia erotica della cosa a tre e con essa partì anche l’amichetto fra le gambe, sempre coperto per un soffio dall’asciugamano ancora mollo.

Sandro non se la cavò meglio, sempre per via della mani di Daniel che gli faceva baciare Theo e non aiutò nemmeno la consapevolezza che a momenti l’asciugamano si sarebbe tolto del tutto lasciandolo nudo proprio mentre lo baciava, vista la posizione protesa verso di lui e storto. Occhieggiandolo di nascosto poteva quasi vedere il suo inguine lì sotto il telo bianco che lo copriva male e sciolto. Come osava? Come poteva fare il porno star in quel modo davanti agli occhi del suo ragazzo? Ragazzo che fra l’altro non mostrava nemmeno gelosia?
“Nudo, è praticamente nudo. Adesso viene via tutto. È nudo e mi bacia.”
E lo era, in realtà. 
Era nudo, per la verità 
Sandro si eccitò e si perse nella bravura della sua bocca che assorbiva la propria, nella sua lingua che giocava sapientemente e nell’emozione strana che gli partì nelle parti basse. 
Anche lui aveva l’accappatoio ed improvvisamente non gli sembrava chiuso tanto bene, ma capiva vagamente che non poteva muovere le mani per coprirsi meglio o avrebbe messo i cartelli al neon che dicevano che si stava eccitando. In mezzo a tutto quanto realizzò che quella voglia strana di baciare Theo, non era niente di buono. 
Ma il bacio lo fu comunque. Buono e bello.
Incredibilmente sconvolgente ed emozionante, molto più di quel che sarebbe dovuto essere. 
Fortunatamente nessuno lo notò ed evitando lo sguardo di Brahim una volta che si furono separati, entrambi guardarono preoccupati Daniel che sembrava addirittura essersi addormentato. 
- Allora? Aveva ragione Simon? - chiese curioso il suo ragazzo appendendosi al suo braccio e tirandolo a sé. 
Sandro avvampò dandone facilmente conferma. 
Theo era dannatamente bravo a baciare. Anche troppo.
Ed ora invidiava dannatamente Daniel. Anche troppo. 
Ed in modo sbagliato. 


Note: e da qua mi diverto! Ovviamente ho adorato scrivere il capitolo perché ho l'età mentale di un adolescente e quindi gli faccio fare pure a loro gli adolescenti, ma si sa che in gruppo, specie se con certi elementi infantili, si torna tutti piccoli! Adesso lo posso finalmente dire, quando avevo iniziato a scrivere la fic, Sandro e Theo non avevano dato cenni di essere una splendida coppia, così avevo ormai già stabilito un certo percorso che in corso d'opera ho modificato realizzando quanto belli sono i santheo. Ma non anticipo niente, perché in realtà questo significa tutto e niente. Potrei lasciare Sandro crogiolarsi nella sua passione segreta per Theo oppure potrei fare tanti casini. Chi lo sa che succederà? Alla prossima. Baci Akane