4. DISCESA AL PARADISO

krebic

Acciaio. 
Rade guardò il viso scolpito e livido di Ante mentre lo fissava insensibile e pensò d’avere davanti un muro d’acciaio inossidabile. Nulla l’avrebbe mai scalfito.
Il ghiaccio si poteva sciogliere, il mare in tempesta si poteva placare, ma l’acciaio non lo scalfivi. 
Preso in contropiede, non aspettandosi quella reazione, a Rade vennero le lacrime agli occhi e rimase immobile, congelato lì nel letto accanto a lui. Non riusciva a distogliere gli occhi dai suoi, ma nemmeno lui lo faceva. Non batteva ciglio, mentre a lui bruciavano, invece. 
- Ma che stai dicendo, Ante? 
Non gli venivano le parole, il mondo si stava sgretolando mentre si rendeva conto d’aver capito di desiderare Ante e forse amarlo e poi l’aveva perso in un unico giorno. 
Si sentiva bloccato, mentre sprofondava nelle sabbie mobili e non aveva idea di come uscirne, di come reagire, di cosa dire. 
- Hai capito bene, pretendi che ti dica tutto, ma sulla base di cosa? Perché diavolo dovrei? Sei stato tanto male perché ho fatto una cosa per conto mio senza dirtelo? E allora? Ti sembra normale? 
Sperava solo di star sognando.
“Sarebbe perfetto. Vi allontanate e tu non avrai più alcun problema. Non dovrai nemmeno spiegargli cosa ti prende. Così finisce tutto. Rincara la dose, litiga con lui di brutto e tutto finirà. Per te è la soluzione migliore. Sii razionale. Hai una fidanzata che sposerai. Non devi metterti in testa strane idee con lui...”
Ma la sua bocca, come quella di Ante, andò per conto proprio. 
Seguendo le emozioni invece che la logica. 
E le emozioni lo portarono a spingerlo via violentemente in una pericolosa e leggendaria ondata di rabbia. 
Lo spinse di lato così forte che lo fece finire per terra, giù dal letto, coi piedi per aria. 
Dopo di questo Rade si alzò e come una furia cieca si fermò in mezzo alla stanza e gli gridò forte e disperato: - IO TI AMO, STRONZO! 
Senza aggiungere altro, Rade si girò con tutta l’intenzione di andarsene e chiuderlo per sempre fuori dalla sua vita. 

“Fermalo, fermalo Ante, FERMALO ORA O LO PERDERAI PER SEMPRE!”
All’idea di perderlo per sempre, quel muro d’acciaio inscalfibile si sgretolò permettendo all’Ante umano e bisognoso di amore di alzarsi e afferrarlo per il braccio. 
Appena si sentì prendere per il gomito, Rade si girò e gli diede un pugno che però Ante parò di riflesso, troppo abituato alle risse. 
Rade, sbilanciato in avanti, venne preso prontamente per il polso, tuttavia senza arrendersi tentò ancora di respingerlo facendolo cadere all’indietro e sfilandosi dalla sua presa. 
Di nuovo Rade si voltò per andarsene ed aveva preso la maniglia della porta, quando Ante, reagendo totalmente d’istinto, non vide altra scelta per non farlo andare via. 
Consapevole che se l’avesse fatto uscire, l’avrebbe davvero perso. 
Si mise a carponi e con la faccia verso il pavimento a pochi centimetri, gridò disperato: - TI PREGO NON LASCIARMI! 

Rade aveva la mano stretta nella maniglia e la stava per aprire, ma qualcosa lo fermò.
Si bloccò dando le spalle ad Ante, realizzando che ad averlo fermato era stato il suo tono disperato. 
Quando si voltò sorpreso, i suoi occhi spalancati si fissarono ancor più shoccati su Ante. Non lo fissava, guardava il pavimento ed era come inginocchiato ai suoi piedi in una prostrazione di preghiera profonda. 
Fu lì che si rese conto che quel muro d’acciaio non c’era più. Non aveva idea di come gliel’avesse tolto, ma in qualche modo c’era riuscito. 
Si voltò del tutto facendo un passo e fermandosi davanti a lui, ancora prostrato a terra. 
I pugni stretti lungo i fianchi, l’animo in subbuglio. Non sapeva proprio come fare. Non ne aveva idea. 
Sapeva solo che in qualche modo doveva rimediare e così, di nuovo, si abbandonò alle emozioni. Si lasciò cadere in ginocchio davanti a lui e prendendogli le spalle, lo sollevò aspettando che alzasse il volto.
Quando ebbe i suoi occhi azzurri addosso, li vide opachi e spenti, nascosti dietro ad un terrore che non riusciva a comprendere. 
Aveva ancor meno idea di prima di cosa dirgli e di come parlargli, la mente era vuota e il petto era preda di sentimenti in subbuglio, ma senza rifletterci oltre Rade piegò la testa di lato, si avvicinò e adagiò leggero le labbra sulle sue, convinto che si sarebbe ripreso e l’avrebbe morso e picchiato. 
Uno come lui reagiva male a certe cose, ma in fondo aveva fatto sesso con Theo, no? Forse non aveva mai capito nulla, di lui. 

Quando Rade mise le sue labbra sulle proprie, fu come se accendesse un interruttore e la luce si accese finalmente per la prima volta nella sua vita. 
Il mondo oscuro intorno dove aveva lottato contro ombre e mostri da una vita, finalmente svaniva diventando un bel paesaggio rilassante. C’era luce, intorno a sé. E c’era dolcezza sulle sue labbra. 
Ante si abbandonò al bacio e si sollevò spontaneamente andandogli incontro, lo prese a sua volta per le braccia e schiudendo la bocca, gli andò incontro con la lingua trovando la sua. Si intrecciò a lui e le emozioni esplosero, positive, belle, benefiche. 
Così tanto che decise di non poterne fare a meno. 
Continuò a spingere su di lui fino a farlo stendere per terra e metterglisi sopra. Non aveva più importanza cosa aveva sempre deciso e voluto, rischiava di ferirlo di nuovo come aveva appena fatto e forse si sarebbe pentito per sempre, ma adesso non c’era una forza al mondo in grado di fermarlo.
Tanto meno Rade voleva che smettesse, infatti spostò timidamente le mani dalle spalle lungo la vita ed i fianchi, circondandolo e carezzandolo per tenerlo su di sé.
Questo funse da innesco, non che ne avesse realmente bisogno visto che lo era già abbastanza. 
Il bacio divampò e dopo averlo divorato sulla bocca, scese a farlo sul resto del corpo. La lingua bruciava e le labbra erano affamate. Raggiunse il collo a lo succhiò alzandogli la maglia per proseguire nella discesa al paradiso. 

Rade accompagnò la sua testa su di sé, sentendo i brividi esplodergli. Ante iniziò a divorarlo e bruciarlo, ogni atto che faceva su di lui era carico di rabbia e fuoco e non c’era più il freddo acciaio a proteggerlo, ma era lava pura. 
Mano a mano che la sua bocca scendeva sul proprio corpo i brividi aumentavano esplodendo sempre più.
Arrivò senza esitare sul proprio inguine e si tese un istante realizzando cosa stava per succedere, ma improvvisamente all’idea che smettesse si sentì impazzire. 
- Se vuoi che mi fermo dillo ora che poi non ci riuscirò più... - mormorò contro il suo inguine sensibile. 
In risposta Rade tornò a mettergli le mani sulla nuca dove i capelli biondi erano rasati corti. 
- Guai se ti fermi... - rispose ubriaco di piacere. 
Piacere che esplose quando Ante gli prese l’erezione in bocca e succhiò. Divenne presto duro ed eccitato e abbandonato sul pavimento si inarcò godendo intensamente. 
Sarebbe venuto, se non fosse stato per il suo compagno che, interrompendosi, si sollevò leccandosi abbondantemente e volgarmente la mano per poi lubrificarsi da solo. Rade ci mise qualche istante per capire cosa stava facendo, ma fu chiaro quando alla stessa maniera, grezzo e senza dolcezza, gli tolse del tutto i pantaloni e i boxer per poi alzargli le gambe e perdersi con la bocca nella sua fessura. 
Rade avvampò sentendosi togliere il fiato immediato alla sua lingue che lo leccava e lo preparava con le dita. Alzò stralunato il capo per guardare e oltre a vedere la sua nuca sparita fra le proprie gambe ed in particolare fra le natiche, notò che Ante con l’altra mano continuava ad occuparsi di sé stesso, sempre bagnandosi e strofinandosi. 
Stava per succedere, fu un lampo. Glielo aveva detto senza mezzi termini, ma sentire che lo faceva veramente, in quella maniera poi, senza romanticismo e delicatezza, lo terrorizzò ed eccitò al tempo stesso. 
Per un attimo non seppe più cosa pensare né se pentirsi del permesso, ma poi la sua erezione si mise a pulsare e scalpitare mentre le sue dita lo penetravano accompagnate dalla sua lingua in quella parte così sensibile. Era la cosa più piacevole che avesse mai provato, forse meglio ancora di un pompino, si disse sconnettendosi fra i brividi striscianti e crescenti. 
La sua lingua si alternava alle sue dita e arrivò a non capire nulla fino a che lo vide alzarsi in ginocchio e accostarsi toccandolo col suo corpo forte e tonico.
Si guardarono, Ante era affamato ed eccitato, non l’aveva mai visto così vivo ed acceso e non di rabbia. 
Non dissero comunque nulla né persero altro tempo, Ante gli prese le cosce e con forza bruta gli sollevò il bacino mettendogli le gambe intorno alla vita. Rade istintivamente le allacciò ritrovandosi con la parte inferiore del corpo avvinghiata a quella di Ante, mentre quella superiore, testa e spalle, rimanevano a terra. 
Infine, veloce e deciso, lo penetrò senza dargli nemmeno il tempo di capire e realizzare. 
Non fu lento, né particolarmente delicato. Ma fu esattamente come Rade se l’era immaginato in quegli ultimi giorni. 
Perfetto, sé stesso. 
Eccitante e meraviglioso, virile come non mai. 
Ante iniziò a muoversi tenendogli con forza e decisione i fianchi e i glutei per manovrarlo a piacimento, entrando ed uscendo da lui, rimanendo dritto sulle ginocchia. 
Era meraviglioso. 
Rade era già intossicato da lui e da quei modi di fuoco puro. Già totalmente perso nei brividi, alzò le braccia e trovando la porta sopra la sua testa, spinse con le mani contro di essa aiutandolo a venirgli incontro per facilitargli le penetrazioni. 
In un attimo tutto esplose e il dolore che per un momento aveva inevitabilmente provato, divenne piacere; sentì il suo membro dritto e duro premere dentro di sé in quel punto così piacevole. Ubriaco di godimento gli chiese di continuare e spingere lì ed Ante, come se avesse bisogno di essere ulteriormente alimentato, bruciò ulteriormente. 

Non stava pensando a nulla, il suo cervello era totalmente spento, il desiderio stava esplodendo e finalmente c’era pace, dentro di sé.
Quel fuoco che divampava era benefico e positivo e sapeva che stava facendo la prima cosa giusta della sua vita. Anche se forse, dopo, se ne sarebbe pentito. 
Ante continuò a penetrarlo e affondando sempre più forte, cambiò poi le posizioni adagiandolo del tutto per terra; stendendosi sopra, continuò a tenere le sue gambe avvolte alla propria vita. 
I movimenti furono di nuovo perfetti e quando lo vide venire, poco dopo lo fece anche lui. 
Quell’orgasmo fu perfetto, il migliore della sua vita. 
La sensazione provata con Theo tornò amplificata più che mai e diversa in qualche modo. Facendo sesso con lui aveva capito che il sesso con gli uomini era ‘la sua cosa’, ma farlo ora con Rade gli fece capire che era lui in particolare ‘la sua cosa’. 
La pace continuò a scorrergli dentro, mentre si sentiva lentamente rigenerare.


Le sue dita lo carezzavano dolcemente sulla spalla scendendo lungo il braccio e risalendo per ripetere lo stesso percorso. 
I brividi lo inondavano, una pace ed un benessere psicofisico lo invasero. 
Era uno di quei rari momenti perfetti. 
Dopo un tempo indefinito passato così, stesi ora sul letto sotto le coperte e uno sull’altro, Ante finalmente parlò e non perché forzato. 
- Ho sempre avuto una sola regola. Non devo incasinare la vita della persona migliore che conosco. 
Rade sapeva di essere una di quelle persone e che aveva esitato tanto per quel motivo, non serviva sentirglielo dire, ma volle chiedergli un’altra cosa, con dolcezza e delicatezza. 
- Perché pensi di incasinare la vita degli altri? 
- Perché sono una testa di cazzo! - sbottò subito, non scherzava ma Rade rise lo stesso. 
- Non lo sei, reagisci solo male alle cose, ma perché sei troppo impulsivo. Quel che conta è che tu sappia sistemare le cose e rimediare... 

Ante rimase a rifletterci, colpito da come in un istante gli avesse risolto anni ed anni di severe convinzioni auto inflitte. 
Forse era per quello che aveva perso la testa per lui da subito. Perché lo capiva e lo correggeva con semplicità dandogli l’illusione che tutto fosse meno brutto e complicato.
- Sin da piccolo ho fatto un gran casino con le persone che tenevano a me. Ho sempre avuto brutte compagnie e facevo tutte le cazzate che facevano loro, finendo per mettere nei guai quelli che invece cercavano di aiutarmi e che mi coprivano pensando di fare il mio bene. Andavo a fare il bulletto perché era così che facevano tutti. Per non essere bullizzato, dovevi bullizzare. È così che va laggiù. 
Rade si sollevò sul gomito per guardarlo in viso mentre ne parlava, meravigliato. 
- Prima le mie sorelle, poi quei pochi amici sani che avevo ed infine i miei genitori. Li ho feriti tutti, mentre loro cercavano solo di aiutarmi a mettere la testa a posto. Un mio amico è finito dentro per colpa mia, avevo rubato una cosa con la mia banda e lui mi aveva coperto; era minorenne perciò non ha avuto gravi conseguenze, ma la sua vita poi è stata segnata per questo. 
Gli occhi di Ante divennero duri e cupi, vergognandosi amaramente di quella parte specifica. Non la poteva cancellare, ma parlarne a voce era catartico in qualche modo. 
- Da allora ho giurato che non avrei mai e poi mai rovinato la vita della persona migliore che conoscessi. Per questo ho sempre tenuto sotto controllo i miei legami in modo da non farli diventare troppo stretti od importanti. Non ho mai avuto una relazione vera e profonda, non ho mai amato nessuno. 
A quel punto arrivò la parte più difficile e sospirando arrendevole, abbassò gli occhi azzurri che fino a quel momento erano rimasti fissi sul soffitto, come a leggere da un libro la propria storia. Li posò su quelli dolci e scuri di Rade che lo guardavano paziente. 
- Quando ho capito che mi piacevi ho cercato di tenerti distante, ho cercato di evitare di rinforzare il nostro rapporto, perché sapevo che sarei finito per farti soffrire. Hai visto come faccio, per difendermi ferisco gli altri, attacco, reagisco male. È un riflesso incondizionato. Sono cresciuto così per sopravvivere e lo faccio sempre, a maggior ragione con chi amo di più perché non voglio contaminarlo... 

Rade sorrise con gli occhi lucidi e si allungò baciandogli delicato le labbra. 
- Anche nel mio quartiere era così, ma io ero dalla parte di chi veniva bullizzato. A lungo ho subito fino a che non sono riuscito a reagire per sopravvivere. Ti capisco, so che è come dici, ma a volte l’indole è la cosa più forte. 
Lo disse arrossendo, vergognandosi di non essere mai stato capace di essere così ‘forte’ da poter essere spietato con gli altri se non per difendersi quel tanto che bastava da non soccombere. Forse troppo poco per potersi considerare un duro, come tutti i ragazzi, specie a quell’età, si sentivano di dover essere. 
- Per questo sei la persona migliore che io conosco ora. Perché hai sempre avuto la forza di rimanere te stesso pur difendendoti. Non ti sei piegato alla vita e guarda dove sei ora... è una bella rivincita, no? 
Rade, colpito dal suo punto di vista, si sentì meno imbarazzato e debole ed alzò la spalla guardandolo di nuovo con più serenità. 
- Immagino di sì. Ma anche tu hai avuto la forza di uscire da quel vortice negativo. Hai usato un metodo un po’ drastico, ma per fortuna se due persone sono destinate, non c’è verso di non legarsi, non trovi? 

Ante rise spontaneo a quell’idea romantica, non stupendosi di quanto fosse sentimentale e ottimista. Per questo aveva capito da subito che sarebbe stato la parte pulita di sé. Alla fine lo guardò negli occhi e in quella luce lui si arrese, capendo che ormai non avrebbe di certo avuto più la forza di seguire quella sua stoica e stupida regola. Non con lui.
Forse dopotutto aveva ragione. 
Il destino in qualche modo esisteva ed era la cosa più forte del mondo. 


A Zlatan bastò uno sguardo per capire che non solo avevano fatto pace, ma avevano anche trombato e si erano finalmente messi insieme. 
Aveva passato ben cinque minuti della notte a parlare con Simon sull’eventualità di aver sbagliato leggermente ad essersi intromesso in quel modo, ma poi aveva deciso che ci avrebbe ripensato il giorno dopo, sapendo che quella notte sarebbe successo qualcosa. 
“O si ammazzavano rompendo totalmente i ponti, ma penso che mi sarei ritrovato qua Rade in lacrime, o scopavano selvaggiamente mettendosi insieme. Per fortuna ha vinto la seconda!”
Consapevole che aveva giocato parecchio d’azzardo, non perché l’avesse voluto ma semplicemente era il suo modo spontaneo di fare, si sentì sollevato nel vedere che era andata bene. 
- Per le prossime volte, ti prego... fra il fare ed il non fare, astieniti, ok? Non è che devi per forza dare un parere o metterti in mezzo o aiutare, anche perché il tuo concetto di aiuto abbiamo capito che è diverso da quello degli altri... 
Simon non lo stava deridendo, era serio nel consiglio che gli stava dando, ma era consapevole che tanto non sarebbe servito perché avrebbe ovviamente fatto di testa sua. 
“Diversamente non sarei io, se dessi retta a qualcuno. Tanto poi alla fine ho sempre ragione!”
In risposta Zlatan si limitò a dargli un pizzicotto al sedere, accolto da Simon con uno sguardo gelido ma un atteggiamento del tutto impassibile per non farsi notare dagli altri nei paraggi. 
- Tanto sai che farò come diavolo mi pare, no? 
Simon guardò in alto brevemente, sospirò e annuì. 
- Era mio dovere provarci. 
- Tranquillo, che tanto odio fare da consulente matrimoniale... l’ho fatto con loro solo perché avevo un legame particolare, ma non ho smania di rifarlo con gli altri. Perciò la prossima coppia è tutta tua! 
Illudersi faceva bene all’anima. 
 


Note Finali: Il titolo non è un errore, poichè cito la discesa al paradiso di Ante nelle sacre zone genitali di Rade durante il capitolo che diventa un parallelismo con il suo arrivo in un paradiso mentale, emotivo, spirituale e quant'altro. Fic conclusa, spero vi sia piaciuta, è stata breve perché ogni storia si scrive da sé e questa è venuta così. Fra l'altro questa è solo la mia idea di quel che potrebbero essere loro, così è come li vedo io ma naturalmente nella realtà solo loro sanno come sono. Sicuramente salta all'occhio che sono arrivati insieme, hanno legato subito in modo assoluto e che se ne sono andati via praticamente insieme, quasi come che Rade non ce la facesse più a star lontano da Ante. Fra l'altro per andare dove? Sempre in Turchia. 
Bene, adesso vi lascio e vi do appuntamento, per chi lo volesse, nella fic successiva della serie 'Milan on fire':  'La libertà dei sentimenti', ma per avere qualche anticipazione andate nella mia pagina su FB, là chiacchiero. Altre fic esclusivamente su Ante e Rade non ce ne sono, ma presenzieranno in alcune delle prossime su questa serie perché i vari personaggi finiranno per fare gruppo, perciò ci saranno incursioni nelle fic sugli altri. Grazie dell'attenzione. Baci Akane