*Capitolo conclusivo non solo della fic, ma anche della saga intera. Vediamo il POV di Noel, vediamo cosa succede a lui mentre ascolta dopo anni dalla loro rottura, la canzone che ha fatto per lui, per scusarsi. E vediamo perché ci mette tanto tempo a scrivere Blue Moon Rising con cui gli risponde. E vediamo cosa succede quando si incontrano dopo 15 anni di totale assenza. Non ho scritto più su di loro, non escludo di farlo. Spero la serie vi sia piaciuta e che io sia stata decente. Grazie di avermi seguito e soprattutto chi ha commentato. Buona lettura. Baci Akane*
2. IN NOEL
/Noel/
“E così è venuto allo scoperto.
E che stile.
Come sempre, del resto, trattandosi di lui.
A parte ‘Come back to me’ la quale è stata scritta esclusivamente per poter cantare ‘torna da me’, quella che è una pugnalata che mi straccia l’anima è ‘For what it’s Worth’.
‘A mia mia difesa, tutte le mie intenzioni erano buone E il paradiso conosce un posto da qualche parte per il malinteso’
(Malinteso? Lo chiami malinteso scambiare l’amore fraterno con quello carnale? Era solo questo?)
‘Sai che ti avrei dato il sangue se fosse bastato’
(No, non lo so, non l’ho mai saputo, non me lo hai mai detto, non ho mai capito un cazzo di te Liam!)
‘Il diavolo è alla mia porta fin dal giorno in cui sono nato’
(Questo è vero ma forse ti ci sei un po’ convinto da solo...)
‘È difficile trovare un tramonto nell’occhio di una tempesta
Ma io sono un sognatore per vocazione e so che col tempo ci metteremo alle spalle questa cosa’
(Questa frase mi colpisce. È difficile trovare qualcosa di bello in una tempesta, bello come il tramonto. Ma lui lo vuole vedere. Non è che c’è questo tramonto nella tempesta. C’è solo la tempesta, nessun tramonto. Ma lui lo vede lo stesso, il tramonto, il bello. La speranza di ritrovarci e ricominciare. Il tramonto è nei suoi occhi.)
‘Per quello che vale scusa per averti ferito Sarò il primo a dire: “Ho fatto i miei errori” Per quello che vale lo so che è solo una parola e le parole tradiscono Talvolta perdiamo il nostro cammino Per quello che vale’
(Qua cado dalla sedia. Figurativamente. Però soffoco e questo per davvero. Non avrei mai pensato di sentirgli dire queste parole, sia pure che le canta. Liam non ha MAI comunicato in nessun modo ed ora non solo lo fa, ma si scusa anche ed ammette che ha sbagliato. Solo io posso sapere quanto sia incredibile e quanto sia vero, perché non lo direbbe mai solo per finta e mettersi in mostra, lui preferisce dare di sé un’immagine da stronzo cattivo, ci tiene perché si considera vero, non vuole rinnegare i suoi sbagli e le sue origini. Ha le sue idee strambe, ma lui è tutto strambo. Perciò se si scusa non è per fare scena. Non ha mai fatto qualcosa per fare scena. Dio. Mio.)
‘Dietro l’obiettivo è un’immagine avvelenata quella che dipingi’
(Davanti ai riflettori e ai media rendo il nostro rapporto insanabile. Davanti ai riflettori. Per finta.)
‘E non fingere di essere sempre alla ricerca di santi Perché sono stato crocifisso solamente per essere vivo’
(Il solito vittimismo. Dice a me che lo sono ma poi si vede come Gesù Cristo)
‘Da qualche parte nell’incrocio di questa guerra sussurrata Sembra che io abbia dimenticato proprio quello per cui stavo combattendo’
(Per cosa? Per noi? Per il gruppo? Per un rapporto? Per la musica? Per cosa combatti realmente? Ti sei messo a fare musica seriamente come mai hai fatto in vita tua e per cosa? Per me? Per noi? Per chiedermi scusa e ritrovare NOI?)
‘Ma sotto la mia pelle c’è un fuoco dentro Ancora brucia’
(Mi ama ancora davvero? Dopo tutto quello che c’è stato, l’odio che ci siamo buttati, il dolore che abbiamo subito, i suoi tentati suicidi per colpa mia?)
‘Il primo uccello che vola si prende tutte le frecce Permette di lasciare il passato con tutti i nostri dolori Costruirò un ponte tra di noi e inghiottirò il mio orgoglio’
Liam che inghiotte il suo orgoglio lo devo ancora vedere, ma se lo fa davvero... se lo fa... cosa sarei disposto a fare io per noi?
Lui ha realmente fatto un primo passo, si è abbassato a chiedermi scusa, ci spera ancora, vuole ancora un noi. Ma che noi potremmo avere?
Sono ancora convinto che sia sbagliato ed impossibile vivere in questa società.
Forse potremmo rimettere in piedi il gruppo e tornare a fare musica insieme, non lo so sinceramente.
Non ci siamo lasciati perché non potevamo più fare musica insieme, dopo anni che lo fai non è che smetti di riuscirci.
Semplicemente ci siamo lasciati perché non ne potevamo più, lui voleva amarmi, io non potevo.
Semplice così.
Perciò cosa crede? Cosa chiede?
Di tornare insieme?
Sarebbe impossibile.
Non ci potremmo rivivere insieme in nessun modo, non alla luce del giorno, non nel modo che vorremmo realmente.
E Dio solo sa se non ci ho provato con tutto me stesso a bloccare questa blasfemia in noi, ma riconoscere che una cosa è sbagliata non ti impedisce di provarla lo stesso.
Se lo rivedessi, se ricominciassimo saremmo in grado di controllarci e non viverci più in quella maniera oscena?
Potremmo avere un rapporto normale, di fratelli e compagni di band, fare il nostro lavoro?
Potremo lo stesso?
Io non lo so, non credo.
Passo gli anni a farmi queste domande, mentre mi vengono a riferire che prima di quell’album solista Liam si è quasi ucciso ed ha visto Dio finendo quasi all’altro mondo.
Ma non ho la minima idea di cosa rispondergli. Sarà incazzato perché non gli ho risposto subito, perché non mi sono più fatto vivo. Perché lui ha fatto dei passi avanti considerevoli eppure io mi sono limitato al silenzio.
Anzi.
Abbiamo continuato a provocarci e ferirci in pubblico usando i media.
Cosa crede che possa essere?
Cosa vuole da noi?
Vuole tornare come? Per fare cosa?
L’unico compromesso accettabile che vedo possibile sarebbe viverci come vogliamo disperatamente ma in completo segreto.
Solo se lui fosse disposto a mantenere il segreto nella nostra relazione, allora penso che potremmo tornare insieme. Forse funzionerebbe.
Sul tornare a fare musica insieme non lo so nemmeno, sarebbe un passo difficile.
Credo che io e lui possiamo vivere bene insieme solo di nascosto, di notte, senza che nessuno veda e sappia. Se la gente ci continua a vedere come nemici sarebbe più facile. La società non saprebbe, non rovinerebbe nulla.
Dio, cosa devo fare?
Mi ci vogliono due anni per fare questa canzone.
Una sola canzone. Non un album.
Una canzone.
Blue moon rising è la mia risposta a lui e il giorno in cui esce io vado dove tutto il nostro mondo ha realmente avuto inizio.
Quando quel giorno spaccai tutta la bettola in cui vivevo perché LUI aveva osato propormi di entrare nel suo gruppo. Il giorno in cui, infine, accettai di legare la mia vita alla sua.
Lì ha avuto tutto inizio.
I nostri sogni, le nostre speranze.
Guardo l’appartamento abbandonato, l’edificio è fatiscente, sta in piedi per miracolo. Presto sarà buttato giù e ricostruito.
Penso che sono stato l’ultimo affittuario.
Lo specchio è rotto ma sta in piedi, qua dove ci siamo guardati e parlati per la prima volta. Ricordo ancora le mie dita sulle sue spalle nude, dopo che l’ho medicato.
Il vaso rotto contro la porta.
È vecchia e cade a pezzi, ma se guardo bene c’è il segno che ho lasciato. Sorrido e mi accendo una sigaretta mentre qua è semi buio e sa di polvere, muffa e schifo.
Qua ci vedevamo e facevamo testi e canzoni. O meglio io facevo, loro davano un minimo contributo.
Un rumore alle mie spalle, dall’ingresso, mi fa girare in tempo per vedere il ragazzino raggiungermi in una falcata, senza toccarmi tiene una sigaretta spenta fra le dita e le labbra, si avvicina alla mia, al mio viso ed io colmo la distanza, lascio che appoggi la punta spenta alla mia accesa ed aspiriamo insieme, in questo modo la sua sigaretta si accende.
Si scosta di qualche centimetro rimanendo in piedi davanti a me e mi guarda come lo guardo io, serio.
Non so quanto stiamo qua in silenzio a fissarci seri, poi un piccolo vago sorriso prende forma in noi, nei nostri visi. Il mio tira. Non sono mai stato abituato a sorridere e ridere, ma con lui a volte ci sono riuscito così tanto che mi sentivo grottesco.
Lui ha sempre avuto un sorriso strafottente, eccitante.
Ritrovarci dopo dieci anni facendo in silenzio il nostro tipico gesto di accenderci la sigaretta a vicenda, è qualcosa che scatena in me delle emozioni assurde.
- Solo perché tu vedi unicamente la tempesta, non significa che il tramonto non ci sia realmente. - Dice lui con la sua voce bassa e roca.
I nostri visi sono invecchiati, specie il mio, ma mi fa impressione il suo. È sempre stato il piccolo, giovane e bello. Adesso è sempre bello, io lo vedo bello, affascinante. Ma ci sono i segni degli anni, ha sempre un filo di barba come piaceva a me, i capelli però sono corti. Noto gli occhiali scuri al collo della maglietta, la giacca in pelle aperta.
Sempre lui, non è davvero cambiato.
Ed è bene così.
I suoi occhi grigi mi scaldano.
- Ti dico che sei tu che vedi il tramonto, qua c’è solo la tempesta. -
Liam cammina verso la finestra sbarrata, da cui però le travi sono mezze cadute e si vede fuori il sole che, guarda caso, tramonta.
Caso un corno, sapevo che sarebbe venuto in questo orario proprio per citare i nostri versi.
- Nah, guarda che fuori il tramonto c’è davvero! - Io ridacchio e scuoto la testa continuando a fumare quel che resta.
Non so spiegare ciò che provo, come mi sento.
So solo che prima ero sospeso e nervoso insieme, pensavo non sarebbe venuto, non avrebbe capito, che per orgoglio non avrebbe sentito subito la canzone. Non sarei tornato ogni giorno. O oggi o mai più.
Invece ora è qua, forse non vedeva l’ora di sentire la mia prima canzone dopo il suo album di due anni fa.
Il ragazzino mi distrugge emotivamente proprio come ha sempre fatto, basta la sua presenza.
- Ricordi come ha avuto tutto inizio? - Chiede poi sembrando tranquillo, come che niente lo toccasse. È sempre impossibile capirlo, non riesce ancora a comunicare nonostante abbia fatto passi in avanti. Ora si spiega nelle canzoni ed è sobrio, si capisce che lo è. Da tossico non sarebbe mai riuscito a scrivere delle canzoni come quelle.
- Spaccando tutto? - Dico ironico, ricordando proprio quel giorno. Sapevo che avrebbe capito il messaggio.
- Sei sempre stato esagerato nelle tue reazioni. Solo perché ti ho chiesto di unirti alla mia band, prima di accettare hai fatto un disastro come se ti avessi chiesto di donarmi un rene. - Il ragazzino sembra incapace di chiudere la bocca, io non riesco nemmeno a pensare, figurati ad articolare tante frasi di fila.
Più sto con lui, più l’emozione mi schiaccia.
Ho questa esplosione in me, pronta ad uscire come faceva un tempo.
Un grande litigio esagerato, io e lui che ci tiravamo contro cose, silenzio per qualche tempo e poi lui che mi dava un contentino, io che me lo facevo bastare, noi e i baci, gli abbracci.
Mentre ci ripenso torno ad avere un’erezione, ma faccio finta di nulla.
- Sei cambiato molto, tu invece... - Fa lui vedendo che non apro bocca. - Sei snob, sembra che frequenti la regina! Come se non venissi da questa merda qua! - Dice allargando le braccia. - E poi mi rinfacci cose che davvero, fratello... davvero? Io che rovino le canzoni degli Oasis quando le canto? Se non fosse stato per me saresti ancora qua a cercare di fare il cantante senza riuscirci! Se ora tu puoi fare cose da solista e cantare, è perché sei diventato qualcuno con gli Oasis e loro li devi a me! Può non piacerti, puoi pensare che io mi sono messo a cantare solo per invidia nei tuoi confronti, anche se non è così, però il punto è che se non era per me e la mia voce, tu non avresti avuto la fama avuta con gli Oasis e ti potevi scordare di cantare da solo le tue stramaledette canzoni! - Mentre parla si agita e si avvelena, eccolo lì il vero Liam.
Dimostrazione che non è mai davvero cambiato, si è solo ripulito e rimesso in piedi, ma questo nemmeno la morte e Dio lo cambiano. E forse è meglio così.
Rido spontaneo piegandomi in due, lui così si zittisce e mi fissa come se fossi pazzo, quindi butta la sigaretta e la spegne stizzito.
- Si può sapere che cazzo hai da ridere? Pensavo mi avresti insultato, credevo avremmo litigato visto che è sempre stato l’unico modo di comunicare per noi... - Io mi raddrizzo e mi asciugo le lacrime.
- Non fraintendere. Voglio ancora sbattere la tua testa contro il muro per tutte le stronzate che dici, ma mi aspettavo che mi provocassi perché mi hai visto teso e rigido. -
- Che cazzo dici... io penso davvero che... - Annuisco e lo fermo con una mano, ma sono calmo e rilassato, ora. Come per magia. Improvvisamente vedo tutto chiaro.
- Lo so, ma hai capito che non avevo la minima idea di come affrontarti, che ero bloccato. E sei sempre stato il solo capace di sbloccarmi e farmi reagire. - Liam smette di tentare di irritarmi o di tenere su la sua aria da pezzo di merda e mi si avvicina di nuovo, mani in tasca, testa piegata di lato, sorrisino strafottente, sguardo che ti risucchia e ti fa perdere.
No cazzo, come fa a non essere realmente mai cambiato?
Non so come mi fa sentire.
Ma so che vorrei baciarlo proprio come l’ultimo giorno che l’ho visto.
Ricordo quel bacio all’aperto, nel tentativo di essere nascosti per farlo davvero, e non per gioco o per forma.
Voglio baciarlo ancora.
- Provo ancora le stesse cose di allora. -
- L’odio smisurato? - Risponde provocatorio. Io gli do uno scappellotto sulla testa, come ai vecchi tempi, lui ride. Che bella risata. Sembra rilassato, sembra stia bene.
- L’amore malato. - Dico allora senza paura. È esattamente questo che è. Lui si irrita e si rabbuia.
- L’amore non è mai malato e nemmeno un crimine. È solo amore. Non è né bene né male. - Sbotta. È il solito testardo. Non cambierà mai, ma volevo capire se anche lui provava le stesse cose. Ancora. Dopo tutto questo tempo.
- Comunque viviamo nella società e scordati che io smetta di fare musica. E pure tu dovresti continuare, stai diventando discreto come cantautore. Hai un futuro, tutto sommato. - io forse corro troppo dando per scontato certe cose. Liam mi fissa sbattendo gli occhi, perso.
- Wow, un momento, di che diavolo parli fratello? - Io sorrido superiore.
- Dobbiamo sottostare alle regole del mondo anche se il mondo non capisce un cazzo. - Ripeto ancora. Lui si aggrotta irritato e annuisce e poi scuote la testa, alza le spalle e gesticola nervoso iniziando a camminare.
- Ma che cazzo dici, si può sapere? Cosa c’entra cosa si deve fare, il mondo? Noi non ci vediamo da dieci anni, lo sai? Ti sembra normale ora rivedersi così e parlare... di cosa? Delle regole della società? Di continuare a fare musica? -
Io sospiro, torno ad irritarmi. Non ero più abituato a sopportarlo.
- L’unico modo per vivere NOI alla luce del giorno è smettere con questa vita, scappare in un posto dimenticato da Dio e dalla civiltà e cambiare identità. -
Il nostro bel progetto prima di decidere di farla definitivamente finita. Per lo meno il suo.
Laim si ferma a qualche metro da me, mani in tasca, dondola sulle punte perché è nervoso e vuole spaccare lui tutto l’appartamento, ora. Ma sta fermo rigido e mi fissa con la mascella contratta.
- Perciò se sei ancora dell’idea di avere un NOI, dobbiamo farlo di nascosto. In rigoroso silenzio. - Liam spalanca gli occhi e cerca di trattenere l’emozione, leggo incredulità e stupore. Forse non pensava che fossi qua davvero per proporgli questo.
Sorrido dolcemente. È ancora un bambino innocente in qualche angolo di sé.
Spero che non cambi mai, anche se significa sopportare le sue stronzate.
Forse sono masochista.
Liam a questo punto annulla la distanza e mi salta letteralmente addosso, per la sorpresa lo prendo ma indietreggio e mi ricorda quella volta che ci hanno fatto la foto. Ci stavamo divertendo così tanto, mi è saltato addosso e mi ha abbracciato. Ridevamo come ora. Eravamo felici come ora.
- Ragazzino, così finiamo di sotto... e non so se il sotto ci terrebbe comunque! - Così dicendo, sia pure divertito, scende dalle mie braccia e lo lascio a malincuore, ma lui no.
Lui mi prende il viso fra le mani e mi guarda. Ha tutta l’intenzione di baciarmi e ricominciare da dove ci eravamo interrotti, ma poi si ferma. Non lo fermo io. Non avrei mai avuto la forza di fermarlo.
- Che c’è? - Faccio quindi. Un’ombra si dipinge sul suo viso che era appena stato così felice.
- Sono terrorizzato. - Fa quindi. Questa è come una doccia ghiacciata. Non ha mai detto una cosa simile.
Mi viene in mente Stop crying your heart out. Le parole che ho scritto per lui. Non disperarti, non avere paura. Le parole che poi mi rigirava a me nei live.
- Non sai quanto sono stato male per te, Noel. - Ammette. Sentirglielo dire è shoccante. Potrei non riprendermi più, è peggio delle scuse attraverso la canzone.
Gli carezzo il viso con una mano, l’altra sul suo fianco. Piego la testa e mi perdo nei suoi occhi spaventati, così sinceri, così senza filtri e maschere.
Una pena si apre in me, capendo quanto davvero deve essere stato male per ammettere ora, ad un passo da ciò che ha sempre voluto, che è terrorizzato.
- Mi dispiace, ragazzino. - Lo chiamo ancora come l’ho sempre chiamato, anche in questi anni di lotte mediatiche. Sempre ragazzino. - Anche io sono stato male. Non possiamo cancellare quello che è stato. Possiamo provarci ora a farlo come si deve e andarci piano. - Liam si aggrotta cercando di capire cosa intendo, siamo sempre uno fra le braccia dell’altro e guardarci da vicino e vorrei non farlo finire mai.
- Andarci piano? -
- Riprendiamo a vederci ogni tanto con calma, in segreto. Solo io e te, nessuna pressione. Vediamo come va, senza aspettative. Facciamo quello che ci va, viviamo come viene. E poi, in caso, potremo anche dirlo in pubblico che ci siamo riavvicinati. E se ci va potremo anche parlare di riprovare con gli Oasis. Ma facciamo con calma e senza impegno. -
- Potrei non superare mai il blocco per il dolore della tua perdita. Se questa volta va male di nuovo io non... non ne esco vivo, Noel. Ho una fottuta fifa nera. - Ammette ancora, la voce gli trema. Io così con calma e serenità, una mano sempre sulla sua guancia, gli bacio l’angolo della bocca.
Lui si ammorbidisce e si rilassa e ricambia.
Dove la nostra follia malata ha avuto inizio. Ricordo quel giorno, quei baci sugli angoli delle bocche, il preludio di qualcos’altro di sbagliato.
E meraviglioso.
- Non sono ancora riuscito a smettere di amarti, Liam. Vediamo solo come va senza impegni, ok? - Liam annuisce rivelandosi il ragazzino di un tempo, bisognoso di protezione, quello che invece si proteggeva da solo dal mondo di merda in cui viveva.
Se ho mai fatto qualcosa per lui è stato prendermi le botte di nostro padre al suo posto e non lo rimpiango.
Appoggia così la testa sulla mia spalla, nasconde il viso nel mio collo e credo che pianga, ma non si farà vedere, così lo lascio fare senza dire nulla. Mentre ricordo quel giorno in cui è esploso ed è andato fuori di testa, quando non voleva smettere con me.
- Piangi tutto il tuo cuore disperato, Liam. Dopotutto sei ancora in piedi. -
Sarebbe bello tornare con gli Oasis e scrivere il seguito di Stop crying your heart out. Un seguito dove alla fine la disperazione e le lacrime hanno avuto un senso. Chi lo sa. Magari un giorno.”