* Ammetto che sarebbe un finale perfetto, ma non siamo alla fine. Dave è tornato da Jacoby su sua richiesta e apparentemente va tutto bene, ma non basta un abbraccio e una bevuta insieme, bisogna parlare, rituffarsi in un doloroso passato e vedere di sistemare le cose. Eppure nonostante siano diventati uomini maturi ed abbiano capito dagli errori come crescere, ci sono ancora quei bambinoni pronti a far casino come una volta. Perché l'amore è importante, ma l'amicizia anche. Quando Jacoby parla del suo tentato suicidio sono particolari presi dalle interviste che ha fatto lui stesso. Anche nella realtà, su stessa rivelazione dei diretti interessati, Jacoby e Jerry non hanno visto Dave per molti anni da quando si sono lasciati con la band, ma poi di punto in bianco hanno ripreso come niente fosse dimostrando che qualunque problema avessero avuto poi l'hanno risolto. Buona lettura. Baci Akane*

100. IL RITORNO DELLE NOTTI INDIMENTICABILI

jacoby jerry

"Ci sono le tenebre dentro a questa mente incrinata
Chiuso dentro a questo manicomio ho finito
Tutti i miei segreti sono sicuri,
quindi se evochi il destino
Puoi leggere attraverso
le linee della mia lingua?

Stai suonando dischi rotti
È come se si ripetessero
Conosco le parole che stai cantando
Prima ancora di parlare
Posso vedere esattamente dove sei
Non hai bisogno di nasconderti al buio"

TRAUMATIC

È come tornare indietro nel tempo, come se gli anni non fossero mai passati e noi 4 più qualche altro infiltrato parliamo di musica e facciamo progetti. 
Ci siamo appropriati della zona divano, Jacoby di tanto in tanto andava a fare gli onori da festeggiato facendo il suo solito chiasso, spaccando qualcosa come suo solito, facendo scoppiare una bomba di risate ovunque, poi tornava e stavamo qua insieme a parlare di questi cinque anni e di quelli futuri, di cosa ha fatto Dave per dimagrire così, di cosa vuole fare, di chi è la sua nuova compagna. 
Non si parla di quel giorno, loro si sono solo abbracciati e basta. Hanno pianto. Poi erano a parlare e bere ogni informazione. 
Dopo un po’ di ‘vita di Dave’ si passa a Jacoby. Dave con uno schiaffone dei suoi sulla sua nuca, esordisce così: 
- Che cazzo mi combini tu invece? Il suicidio? Sul serio? Ti sei bevuto il cervello? - 
Per un momento mi soffoco mentre decido che non berrò più quando loro due sono nei miei paraggi. 
Di solito quando uno tenta il suicidio poi non se ne parla, se non con una certa delicatezza. Dave però in questo non è per niente cambiato e Jacoby ride gettando la testa all’indietro. 
- Penso di sì, amico. Non ero in me, non ero in me per un cazzo... - 
- Ma eri fatto?! - perché si sentono le interviste, Jacoby parla del suo tentato suicidio apertamente, ma ovviamente certi dettagli li risparmia. 
Jacoby scuote la testa.
- Troppo facile così. No no ero in me. Alti e bassi come sempre, stavo attraversando un periodo di merda, mio padre era rispuntato ed io mi ero distrutto, avevo... pensa, avevo litigato anche con Jerry... - Dave fa l’aria sconvolta e mi guarda mentre annuisco grave. - Lo stavo distruggendo, così ci siamo allontanati e per un po’ non ci parlavamo nemmeno... - 
Dave scuote la testa ancora shoccato.
 - Non vi immagino a detestarvi... - Alzo le spalle e Jacoby mi guarda per vedere se voglio dire qualcosa, come nelle interviste. 
- Ecco, no... non è che ci detestavamo, ma lui mi aveva tagliato fuori perché mi vedeva star male per lui, preoccuparmi troppo, no? Ed io mi sono arrabbiato perché non volevo mi tagliasse fuori. E nulla, io... - Tossisco. - Quando mi arrabbio divento il gelo. Cosa che a lui manda fuori di testa, lo sai... - Dave ride ed annuisce dando una manata alla gamba di Jacoby che ricambia. 
- Oh, dannato stronzo! Sai che io preferisco prendermi a pugni ed insultarmi piuttosto che uno mi ignori! - Si giustifica, poi riprende fra le risa degli altri, con noi c’è Tony che ha sempre ammirato Dave in quanto era il batterista che seguiva prima di doverlo sostituire. Tony era uno dei nostri fan. 
- Comunque, poi Kelly mi ha lasciato definitivamente portandomi via i figli, io sono tornato a farmi dopo un periodo di disintossicazione... insomma, ero al devasto, mi stavo odiando perché per l’ennesima volta ci ero ricaduto ed avevo fatto piazza pulita intorno a me, mi sentivo solo, non trovavo un motivo per ricominciare per l’ennesima volta ed io... io ero completamente fuori... e soffrivo sempre più... sai, di quelle cagate mentali... - 
- Allucinazioni? - Si ricorda bene Dave. - Ma ti sei mai fatto curare da uno strizza cervelli? - Jacoby alza le spalle e continua. 
- All’epoca ero così andato che non c’erano più i ronzii di quando andavo sotto pressione, ma mi sentivo strappare dalla mia coscienza. Come quando ti incanti, sai? E non sei lì in quel momento con la testa. Ecco, mi capitavano tanti di quelle cose lì ed in uno di quelle poi mi hanno portato davanti ad una corda. - Dave sospira impressionato, specie perché dice delle cose sconvolgenti in modo estremamente normale. - Sono tornato in me, ho avuto quello che si chiama ‘momento di lucidità’ e mi sono fermato e mi sono chiesto per cosa dovrei vivere, non vedevo niente e nessuno, vedevo che tutti mi avevano abbandonato, io ero caduto per l’ennesima volta, la mia testa non reggeva, non trovavo ragioni per vivere. Non ce n’erano. E poi ho preso carta e penna ed ho scritto quella che poi ho trasformato in ‘Before I die’. - Dave annuisce rimembrando il testo della canzone che parla di lui in procinto di uccidersi che decide invece di vivere un giorno ancora per una persona che ama, con cui ha rotto e che pare lo abbia abbandonato. 
- È per Kelly, giusto? - Lo chiede con aria circospetta e Jacoby istintivo e spontaneo come un idiota, sposta gli occhi immediatamente su di me ed io li alzo al cielo. La cosa non sfugge a Dave mentre Tobin e Tony scoppiano a ridere come due adolescenti.
In un istante Dave capisce tutto ed io do un pugno a Jacoby nella rotula facendolo ululare, mentre gli altri ridono ancora. 
- Alla fine vi siete decisi eh? Pensavo di essere pazzo a vedere certe cose, mi sentivo seriamente malato! Ma era chiaro... insomma, eravate dipendenti uno dall’altro! - Dave continua con la tesi e a momenti si mette a saltellare, Jacoby sta per rispondere ma gli metto la mano davanti alla bocca. 
- Se lo fai parlare ancora vedete che riesco anche ad uccidere! - ridono tutti, me Jacoby mi morde la mano, io gli do un pugno in testa, lui mi dà una manata in faccia che però devio prontamente e così la manata finisce in faccia a Dave che reagisce spingendolo giù dal divano con una bracciata. 
Insomma, in un attimo sono a terra a fare wrestling come se non fossero mai cresciuti! 
Si torna indietro nel tempo per un momento, ma poi li guardo mentre si contorcono a terra e vedo due adulti maturi, realizzati e finalmente senza più rimpianti. 
Gli invitati intorno stanno andando e rimaniamo praticamente solo noi cinque che non abbiamo intenzione di muoverci.
Da terra Jacoby viene interrotto dagli amici che lo salutano, così si scioglie da Dave e si mette a salutare alla porta tutti. 
Jessica e le nostre consorti sono andate via prima dicendo che ci lasciavano alle nostre cose da uomini poco cresciuti, classica mossa da mogli. 
Kelly sarà andata su a dormire e per qualche miracolo penso anche i suoi figli. 
Mentre aspetto che finisca i convenevoli ripenso a Makaile, lo vedo meglio con lui, ora. 
Jacoby si sta adattando a lui, sta entrando in punta di piedi nel suo mondo e lentamente fa breccia. Penso che fra qualche tempo andranno benissimo. 
Quando vedo anche suo padre alla porta mi viene male. 
Jacoby fa sempre un’espressione rigida e seria, quasi solenne quando lo ha davanti. Costantemente, oserei dire. 
Sorrido fra me e me. Il signor Shaddix è uguale, rigido alla stessa maniera, non osa, non sa cosa può o non può e nel dubbio non fa nulla, aspetta Jacoby. Tutti aspettiamo Jacoby, sempre. 
Ma poi di solito ne vale sempre la pena. 
Lo vedo stringergli la mano, fare un cenno con la testa e parla, poi una pacca sulla spalla imbarazzata e suo padre va via. 
Per il resto non capisco come ci stava tutta questa gente qua, ma finalmente se ne vanno, rimaniamo noi con della musica nello stereo che fa da sottofondo basso per permettere agli inquilini di dormire. 
Vedo Dave con la coda dell’occhio trafficare con il suo stereo, non so cosa faccia, mi concentro su Jacoby che dopo suo padre rimane sulla porta con aria pensierosa, si prende del tempo per tornare da noi. Ha uno dei momenti ‘alla Jacoby’, mi chiedo cosa sia meglio fare e mentre me lo chiedo, dalle casse parte ‘It’s like that’ dei Run DMC col suo ritmo forte e coinvolgente durante un rap che si mescola all’R&B. 
Roba di cui io non sono fan.
Io. 
Appena comincia, vedo Jacoby voltarsi e da che aveva quell’aria lontana e malinconica, a che ha la faccia da pazzo.
Ha proprio quel tipo di sguardo. Quello di cui si deve avere paura. 
- Oh cazzo, siamo nella merd- ma non riesco nemmeno a finire che da qualche parte vola la palla da rugby e finisce prontamente nelle mani di Jacoby che la prende al volo.
Ancora Dave che ha un talento per trovare le palle da rugby. 
Mi copro la faccia con la mano. 
- No ragazzi, siamo in casa, non credo che... - Ma la palla mi arriva addosso e se non la prendevo era in testa, così non ho scelta. 
- Avanti Je! - Gracchia Jacoby, in un attimo vedo Tobin e Tony sparpagliarsi per casa e richiamare il tiro, io vorrei sapere perché sono circondato da un branco di eterni bambini, mio malgrado sospiro, scuoto la testa, guardo in alto e mi rassegno. 
Do un colpo alla palla con l’altra mano e scusandomi in anticipo con Kelly, la lancio a Tobin il quale la prende e si mette a correre perché è questo il bello quando ci giochi in casa. Lanciarla mentre ti muovi. 
In un attimo ci mettiamo tutti a correre per il piano terra spazioso di Jacoby, facciamo lanci che riceviamo saltando ostacoli e rilanciando in modo acrobatico, all’ennesima figata di Dave, Jacoby pensa bene di buttarsi mentre gli arriva la palla, peccato che si butta sul tavolino e non sul divano. Sbaglia proprio mira e la palla la prende, certo. Ma anche il tavolino, dove ci finisce sopra e lo spacca completamente. 
Per un momento ci fermiamo tutti per capire se sia vivo e quanto grave sia, forse è ora di smettere e nascondere il corpo del reato, un po’ sono queste le facce degli altri, ma nessuno parla. Facciamo un passo cauto verso di lui che sta a terra in mezzo ai rimasugli del tavolino. 
- Jacoby? - Chiamo piano. 
- Fanculo, è stata una figata! - Poi si alza in piedi saltando e tenendo la palla in mano si mette a scappare fuori di casa gridando: - NON MI PRENDERETE, VADO IN META FOTTUTI BASTARDI! - Lo grida con la sua solita aria da pazzo schizzato ed anche se fuori piove ed è un pantano nel giardino, siamo tutti quanti a corrergli dietro perché in realtà siamo dementi come lui.
Cioè io mi sento seriamente idiota, ma devo ammettere che non mi divertivo così da una vita. 
Così siamo qua a corrergli dietro sotto la pioggia fitta, nel pantano del terreno, lui che grida, noi che ci diamo indicazioni del tipo ‘vai di là, io gli taglio la strada’ e cose così. 
Jacoby riesce a fare tutto il giro del giardino prima che Dave si tuffi letteralmente di lato e l’afferri in un placcaggio perfetto. 
Poi naturalmente si buttano anche gli altri, Tobin nel farlo mi coinvolge e mi schiaccia sotto di sé e mi ritrovo nel grumo fangoso di imbecilli.
Ma ridiamo tutti. 
- E A VINCERE SONO I FOTTUTI BASTARDI! - Grida Tony divertito di questo gioco che da quando c’è lui non abbiamo più fatto.
Era una cosa tipica di Dave e Jacoby e rifarla è stato come suggellare una pace che serviva per ricominciare da capo come si deve. 
Servono tante cose per rimettersi in piedi e voltare pagina, ma piano piano Jacoby ci sta arrivando a tutto ed io non sono mai stato così fiero di lui.
Ci sgrovigliamo e rimaniamo ormai seduti per terra nel fango, sporchi come delle latrine, bagnati di pioggia che continua a scendere, a ridere come scemi. 
- Dovremmo lavarci... - Azzardo, ma Jacoby gattona verso di me e mi si siede addosso abbracciandomi. 
- Basta stare qua, la pioggia ci pensa da sola! - Scuoto la testa sentendomi il suo peluche da come mi mette la testa sul suo petto e mi carezza. 
- Certamente, poteva mai essere che tu stavi lontano dall’acqua? - 
- Visto che è un labrador? - Si inserisce Tony. - Palla, acqua... è un labrador! - Dave e Tobin scoppiano a ridere concordando che è davvero un labrador, specie perché è iperattivo.
Ovviamente Jacoby si mette ad abbaiare e a leccarmi la faccia che spero la pioggia abbia già provveduto a lavare. 
- Cazzo di cane! Vai a leccare e mordere gli altri! Non vedevi Dave da una vita, vai a mordere lui! - E così detto fatto, mentre Dave cerca di proteggersi e pararlo, Jacoby si lancia su di lui, lo stende letteralmente ed inizia a morderlo nella pancia che ora è diminuita drasticamente, Dave gli tira un calcio ed in un attimo si mettono a fare i cani randagi. 
- Sono aperte le scommesse. - Comincia Tobin divertito, Tony scommette su Dave, io su Jacoby perché so che la sua idiozia non ha fine. Alla fine però vince Dave perché mette la faccia di Jacoby nel fango tenendolo giù per la nuca e quando sta per soffocare, il fenomeno da baraccone si arrende e Dave alza le braccia in alto in segno di vittoria. 
Questa è una di quelle notti che non devono finire mai, quelle notti infinite che rimarranno per sempre nelle nostre memorie insieme ad altre.
Con questi ragazzi ho molti ricordi, uno più bello dell’altro, e sono tutti lì insieme nello stesso palazzo della memoria. 
Ricordi che si susseguono belli, divertenti, pazzi e toccanti. Da piangere. 
Come quello di prima. 
Oh, come si fa ad averne abbastanza di questa vita?
Guardo Jacoby mentre ci penso e vedo il suo splendido sorriso illuminato dalla luce di casa che mostra quanto è felice, quanto è semplicemente felice. E ricordo i suoi sorrisi che non arrivavano mai agli occhi, i sorrisi simulati, i sorrisi forzati.
Niente paragonabile a questo.
Penso che sia incredibile che da una persona venga tanto odio per la vita quanto amore. 
Ma oggi ha vinto l’amore e penso proprio che continuerà così per molto, molto tempo. Spero anche per sempre. 
Di cose da imparare da lui ne ho ancora molte, le berrò tutte, non sarò mai sazio.