*Jacoby affronta una volta per tutte Kelly, uno scoglio bello grande nel suo percorso di rinascita. Ma mattone dopo mattone, lentamente butta giù il muro ed è finalmente ora di uscirne. Anche Jerry ha il suo percorso personale e non si tira indietro, così è ora di svagarsi e concedersi una vacanza insieme per rilassarsi e realizzare a che punto sono. Buona lettura. Baci Akane*
111. FUORI DAL MURO
È come aver sfiorato un proiettile.
Non è una passeggiata vivere così, ma fa parte dei famosi compromessi accettabili, va bene se è per avere quello che vogliamo davvero.
Quando saluto la famiglia Shaddix, Jacoby ha quell’aria da condannato a morte, io gli faccio l’occhiolino e gli faccio il segno del telefono, lui annuisce e va.
Sicuramente avranno il millesimo round in macchina o meglio a casa all’insaputa dei figli.
Una volta soli io e Jessica riordiniamo e ci rilassiamo un po’ davanti ad un film a basso volume che nessuno di noi guarda.
- Non ce l’hanno facile... - Mi fa lei introducendo qualcosa di cui farei volentieri a meno di parlare.
- Sono in crisi matrimoniale ancora prima di sposarsi. Io li conosco da prima che la loro storia si facesse e credimi, quando si sono sposati, a parte il fatto che erano troppo giovani, abbiamo tutti detto se erano impazziti. Non sono mai andati abbastanza d’accordo, non sono mai stati quella coppia che dici ‘in un modo o nell’altro andranno avanti’. - Jessica mi ascolta ed annuisce perché lei non li conosceva all’inizio.
Parliamo un po’ di come erano e le spiego. Per me Jessica è un’amica, sto bene con lei per quello. Abbiamo gli stessi gusti su moltissime cose e non ha un carattere opposto al mio ed irritante, non mi dà contro. Con una così puoi essere amico e conviverci per sempre senza problemi, ma non l’amerai mai perché dell’altra persona ami quello che tu non hai, perché cerchi di completarti. Cerchi nell’altro le tue mancanze. Mentre in un amico cerchi le somiglianze per rinforzare quello che già hai.
- Vorrei davvero aiutarli in qualche modo, ma se mi dici questo forse... - Mi stringo nelle spalle e con amarezza concludo per lei fissando lo schermo senza capire cosa mi trasmette.
- Non c’è nulla da aiutare. A volte qualcosa non può semplicemente funzionare. Se posso essere sincero... quando tradisci tua moglie tanto come ha fatto lui, al di là dei problemi con le dipendenze... credimi, che non esiste amore in questo. Per questo parlare di ricostruire mi fa ridere. Ricostruire qualcosa che non c’era? Se ami non tradisci, puoi tradire una volta in un momento di debolezza, le crisi capitano a tutti, mai dire mai. Ma nel modo in cui lo faceva lui... ed io l’ho visto, so di cosa parlo. - Lei non mi interrompe perché mi vede sorprendentemente deciso e preso dall’argomento, prendo il telecomando e cambio canale su una pubblicità idiota, ma non so cosa cerco.
- Non so se lei lo vuole per la famiglia o perché c’è qualcosa in lui che amava prima... - Sollevo gli occhi al cielo esasperato ed infastidito.
- Il Jacoby che ha conosciuto lei non è mai stato bene! Anche io l’ho conosciuto così. Era già andato e negli anni è solo peggiorato! Ma non stava bene, non c’è stato un momento in cui stava bene. Questo è il Jacoby a posto! Perciò se non si trova con lui ora significa che non ci si troverà mai, che non c’è niente che possano fare e prima lei lo capisce e lo accetta e meglio è. Possono andare d’accordo e convivere per il bene della famiglia anche senza essere la coppia perfetta ed affiatata. Ci sono moltissime coppie così! - Jessica mi prende la mano e me la stringe calmandomi, io fingo che funzioni e le sorrido lasciando su un vecchio film con un attore che adoro, ma il volume è sempre basso.
- Non è facile ammettere quando è finita sul serio. Prima lei era convinta che fosse colpa delle sue dipendenze, vedendo che ne è uscito ha voluto riprovarci. Forse amava il Jacoby spezzato e non sapeva di non poter amare quello a posto. Ora lo sta vedendo, ma dopo tutto quello che ha combattuto lei per lui, ammettere che semplicemente non deve e non può andare... eh, non è facile. - Il suo punto di vista mi calma davvero, è esterna e dice delle cose vere. Io la vedo dal punto di vista dell’amante e poi di Jacoby.
Il tormento che gli sta dando l’allontanerà sempre più.
- Deve solo lasciar perdere ed accettare le cose come stanno. Lui può darle la Luna, ma non tutto il firmamento. Che accetti la Luna, possono essere molto felici lo stesso. Non ci sono certo paragoni col Jacoby di prima... credimi, a volte mi chiamava disperata perché non sapeva come calmarlo. Capisci cosa dico? Persino i suoi fratelli l’hanno lasciato perdere ad un certo punto. Lui... - Cerco le parole e lei si protende verso di me, mi carezza la guancia e sorride dolcemente. Fingo ancora di calmarmi per questo ed alzo le spalle con aria disillusa, concludo. - Lui era davvero morto molto prima che tutti noi lo conoscessimo. È quasi nato morto. Ora finalmente è rinato. Possiamo solo accettarlo così com’è. È una persona meravigliosa, basta cercare di cambiarlo. - Questa mi sfugge e con un guizzo spaventato negli occhi la guardo sperando di non essermi spinto troppo oltre. Lei sorride ancora e mi bacia le labbra, ricambio come so fare bene. Non mi ha mai sentito trasportato dalla passione, per cui lei pensa che questo sia io. Una persona calma, normale. Che questa sia dolcezza, per me.
Ma non è così. Lei non lo saprà mai. Nessuno lo saprà mai.
- Sei una persona meravigliosa anche tu, Jacoby è stato molto fortunato ad averti come vero amico. Tante band si distruggono perché non ci sono legami veri all’interno. La differenza da quelle che resistono per anni è questo. Il legame, quello vero. E fra di voi c’è. - Queste parole mi piacciono e sorrido con più convinzione, così l’abbraccio e mi stendo sulle sue gambe rilassandomi, poi prendo il telecomando ed alzo il volume.
Ha ragione, la differenza la fanno i legami. Sempre.
- E niente, alla fine ne abbiamo riparlato di nuovo, con calma, io e lei da soli, e mi sono deciso a spiegarle quella mezza verità. Sai, in realtà non volevo ferirla, speravo di potermi sforzare... ma alla fine per ‘sforzarmi’ ci ho messo un secolo e poi mi sono sentito una merda... -
- Ho capito, ma una trombata ed una gravidanza... io non so, se non è destino questo! - Esclamo mentre la macchina si muove placida per le strade ancora deserte di queste 4 di mattina.
La nostra luna di miele comincia così, fra 2 giorno faremo il concerto di capodanno coi ragazzi e la scusa ha retto molto bene. Ovviamente abbiamo detto a Tony e Tobin di non farsi vivi con le nostre mogli per nessuna ragione al mondo.
Guido io perché Jacoby se può evita di guidare, la meta stabilita alla fine è uno chalet in montagna in mezzo alla neve, in un paio di ore dovremo arrivarci.
- Sai, per come è nata Brixton penso che lei dovesse esserci. Sai, intendo nella mia vita. Perché davvero è arrivata in un modo pazzesco. Non riuscivo più a toccare Kelly e nemmeno dopo ci sono riuscito. Quella volta tu mi hai eccitato e sono andato a scopare con lei nonostante non ci riuscissi e... e penso che dovesse proprio nascere. Per me, credo. Come hai detto l’altro giorno, perché lei è la mia rinascita. - Sorrido dolcemente mentre lo sento parlare di Brixton. Adesso mi piace guardare foto e video di loro due, mi rivedo quelle che ho fatto a casa mia.
- Cosa le hai detto a Kelly? - Chiedo anche se di solito non vorrei sapere, ma sicuramente è un punto fondamentale nella vita di Jacoby.
Il paesaggio scorre buio intorno a noi, i fari illuminano la strada a curve costeggiata da alberi che ci porta in montagna, guido con calma e sicurezza, muniti di catene nelle gomme e tutto il necessario per ogni evenienza. Spero di non fare una luna di miele alternativa.
Il riscaldamento funziona perfettamente, il pieno è fatto, macchina revisionata completamente e quasi nuova. Che deve succedere?
Mentre lo penso, Jacoby inizia a raccontare e mi dice che alla fine ha dovuto ammettere che ha dei problemi che però non sa spiegare, non sa da cosa dipendano.
- Le ho detto che le voglio bene da matti e che non voglio che ci lasciamo, ma in questa mia rinascita mi sento diverso e non riesco a sforzarmi di essere l’uomo che so tutti vorreste. Sono quello che sono, so che non sono perfetto e che certe cose non vanno... e non so che dire... spero possa avere pazienza, che possa accettarmi come sono. Con blocchi e diversità. Io li amo tutti, solo che sono un’altra persona da prima. Però capisco se a lei non basta. -
- Come pensi la prenderà? - Si stringe nelle spalle e sospira alzando un piede scalzo sul sedile, si abbraccia il ginocchio e si mette ad esplorare le canzoni della mia chiavetta nello stereo che rimanda con ordine tutte le cartelle delle mie preferite.
- Credo d’averle dato un bel colpo. Non ha detto nulla, sta rimuginando. Vedremo se vorrà lasciarmi non la posso fermare, ma spero non mi porti via i bambini. Onestamente con loro va tutto bene. Capisco l’altra volta, ero un padre terribile, ma adesso non può rimproverarmi su questo. - Lo vedo molto calmo su questo e lo guardo sorpreso brevemente. Guarda con gli occhi lo schermo del navigatore che fa da stereo e da computer di bordo, scorre i titoli degli artisti, ma non sembra seccato o turbato. Nessun segno di psicosi.
Meravigliato ed impressionato, glielo faccio notare:
- Ti vedo bene, però... - Lui si stringe nelle spalle semplicistico aprendo la cartella dei Pink Floyd. Non sono i suoi preferiti, ma io li adoro. Non il genere. Come genere preferisco Metallica o gruppi più duri. È Gilmore che mi fa impazzire, lui lo sa e mette sempre quelle canzoni se siamo soli.
L’assolo spettacolare di chitarra di Sorrow fa da sfondo a quest’alba rosata sulla vallata innevata che costeggiamo.
Spettacolare è dire poco.
È come se la neve nella valle e Sorrow si sposassero perfettamente, c’è qualcosa di perfetto in questa associazione. Prima di parlare ascolta i secondi iniziali dove Gilmore fa il suo spettacolo magico e solo dopo, con l’arrivo degli altri strumenti e della voce, risponde a me.
- Mi sento bene, in effetti. Come se un altro enorme peso si fosse tolto. Piano piano le cose stanno andando a posto e non avrei mai pensato di poterci riuscire. A dire tutto quello che avevo dentro alle persone a cui dovevo dirlo. A sistemare, anche. Kelly è sempre stata un enorme scoglio, per me. Perché l’ho sposata solo per... diciamo sopportare il fatto di non poter vivere con te come una coppia, come avrei sempre voluto. E mi sentivo in colpa, capisci? - Annuisco. Capisco bene. - Ma dirle finalmente che non provo esattamente quello che ho sempre finto, anche se le voglio molto bene... insomma, mi piace. So che non è bello quello che ho fatto e che le ho detto, ma è la fottuta verità ed al diavolo. Vada come vada, sarò me stesso. -
E niente, la nostra piccola luna di miele inizia nel migliore dei modi!
Dopo un’altra curva lo spettacolo è da togliere il fiato, così mi fermo in una rientranza al bordo della strada dove c’è uno steccato, scendiamo e ci appoggiamo alla macchina accesa e calda.
Davanti a noi la vallata è piena di neve e siamo in piena alba che si apre sugli alberi che risalgono la montagna.
Un bianco rosa. Mai visto niente di più bello, e di cose belle ne abbiamo viste.
Prendo così la macchina e faccio qualche foto, lui sta qua e mi aspetta silenzioso, osserva la bellezza senza fiato che ci sta davanti.
Una volta avrebbe riempito questo momento di parole e fatto qualche cosa di idiota, ma ora è uno di quei momenti dove stai in silenzio e ti godi il panorama e rifletti su qualcosa di importante.
È decisamente un altro Jacoby, ma io me ne sto innamorando ancora di più.
Non pensavo di potermene innamorare di più, eppure sta succedendo e non so nemmeno come esprimere quel che mi fa provare quando se ne sta così appoggiato in silenzio a fissare uno spettacolo della natura. L’aria seria, rilassata, pensierosa. Gli occhi pieni di quel che vede. Perso in un altro mondo dove potrei bussare per farne parte, ma anche così va bene, anche così è perfetto.
Mi appoggio vicino a lui dopo avergli fatto foto, poi gli prendo la mano che non è coperta dai guanti. Sono entrambe fredde ed intirizzite dal freddo, un braccio lo circondo intorno alle sue spalle, lui si appoggia a me, l’altra mano tiene le sue insieme. Si lascia fare, si abbandona, appoggia la testa alla mia spalla e stiamo così.
Poi, da dentro, sentiamo ‘Outside the wall’ partire nella ripetizione casuale della cartella dei Pink Floyd e sorrido. L’ascoltiamo.
‘Da soli o a coppie
Quelli che veramente ti amano
Camminano sù e giù fuori del muro
Alcuni mano nella mano
Alcuni riuniti in gruppi
I cuori teneri e gli artisti
Resistono
E quando ti hanno dato tutto di se stessi
Qualcuno barcolla e cade
Dopo tutto non è facile
Sbattere il proprio cuore contro
il muro di un pazzo bastardo’
Sorride e poi è lui a dirlo.
- Siamo usciti dal muro, vero? - Io annuisco.
- Tutti e due. - Confermo. Entrambi dietro ad un muro personale, spaventati dal mondo, dalle emozioni, da noi stessi, dalle nostre follie.
Ed ora eccoci qua al di là ad ammirare un panorama spettacolare mentre ci diciamo qualunque cosa senza più una sola paura.
- Si sta davvero bene. -
- Fottutamente bene! - Sorrido, gli bacio la testa col cappuccio alzato e stiamo ancora un po’ così.
Proprio una luna di miele fantastica.