*La parte della rinascita doveva essere lunga ed intensa almeno quanto quella della morte, perciò ho voluto di proposito scrivere molti capitoli romantici e fluff su questi due, posto che nessuno è un capitolo messo tanto per riempire. C'è sempre un piccolo passo in avanti di Jacoby e non scordiamo anche le difficoltà di Jerry, che anche lui ha affrontato. È vero che Jerry ad un certo punto ha deciso di esporre e mettere in vendita alcune delle sue foto, che è una delle sue varie passioni. E se non ricordo male fu proprio Jacoby a spronarlo in questo progetto. Buona lettura. Baci Akane*

117. ATTRAVERSO I TUOI OCCHI

jacoby jerry

Gli metto l’altra mano sulla guancia e mi sporgo verso di lui appoggiando la fronte alla sua, lo guardo così da vicino mentre il fuoco continua a scaldarci e ad illuminarci di un caldo colore arancione. 
- In quei momenti voglio che ti ricordi delle cose che ti hanno fatto bene, di quello che ti fa felice e voglio che fai quello, ok? Non so se i buchi si chiudono o rimangono sempre aperti, però so che non si deve mai smettere di combattere e questo me lo hai insegnato tu. - 
- Una vita di lotte? - 
- Con delle meravigliose pause di pace. - Sottolineo io sapendo che di pause di pace ne ha avute. Lui chiude gli occhi, lascia cadere una lacrima traditrice ed annuisce, poi li riapre. 
- Voglio andare da un terapista vero. Jason ed il gruppo di sostegno mi hanno aiutato e continuerò, ma voglio andare da un terapista vero. - Quando lo dice mi si apre qualcosa, è come se si spalancassero le dighe delle cascate. L’acqua prepotente mi investe e mi sembra di sentire anche le campane di una qualche sonata solenne ed una lirica in mezzo. 
Sorrido mentre stringo gli occhi cercando di non piangere, ci metto un po’ con la mano intrecciata alla sua e l’atra sulla sua guancia. Ci metto un po’ a ingoiare il magone che però resta ben evidente. Apro gli occhi e con voce bassa e tremante mormoro: 
- Sai Jacoby... forse non si guarisce mai del tutto da certe cose, ma si migliora. Si migliora sempre e questo è un fatto certo. Le cose che mi stai insegnando tu... nemmeno in una vita intera da solo potrei impararle. Se solo tu potessi vederti con i miei occhi... - Lui sorride dolcemente, adulto, con tutta l’esperienza che l’ha forgiato facendolo soffrire e per un momento si vede coi miei occhi, vede tutti i passi in avanti, tutte le cose buone che ha fatto e capisce che è arrivato ad una nuova fase della sua vita. Una fase importante, bellissima. 
Così mi abbraccia forte nascondendo il mio viso nel suo collo e si fa forte per me trasmettendomi tutta la sua sicurezza che a volte vacilla e quando vacilla ce l’ho io per lui. Mi abbandono fra le sue braccia forti e massicce mentre la sua bocca morbida mi bacia l’orecchio e la tempia e mi culla davanti al fuoco. Mi culla ed io mi abbandono mentre la mani si infilano sotto la sua felpa a cercare il contatto con la sua pelle. 
Di più, ne ho bisogno di più. 
Gliela alzo e ci separiamo perché gliela devo togliere. La sua pelle ambrata dal fuoco, coperta di tatuaggi, si mostra a me, poco dopo la mia per lui perché mi tolgo anche io la maglia, mi sfilo i pantaloni ed i boxer febbrile, fremendo per queste emozioni violente che non voglio, non voglio proprio contenere e nascondere. Lui si lascia fare silenzioso e statico, lascia che prenda io l’iniziativa, lo finisco di spogliare ed una volta nudi mi sembra di esplodere ed impazzire fino a che... fino a che mi abbraccio a lui salendogli sopra a cavalcioni, lo stringo e lui mi tiene a sé, le sue braccia intorno alla mia vita, le mie intorno alla sua testa.
Il mio viso sul suo collo, il suo contro il mio. 
Il fuoco ci abbraccia, ci culla. I nostri bacini nudi a contatto, io seduto sul suo, le nostre erezioni schiacciate una sull’altra. Mi muovo su di lui permettendo alle nostre eccitazione di salire, i piaceri si innescano come delle scintille mentre le nostre bocche giocano insieme, si fondono e poi tocca alle lingue in un bacio erotico che continua tutto il tempo che ci va. Anche quando poi le nostre mani scivolano fra i nostro corpi allacciati per masturbarci a vicenda, anche quando poi le mani masturbano le nostre erezioni unite. Anche lì. Sempre. 
Poi ci respiriamo addosso perché siamo troppo eccitati, ansimiamo guardandoci febbrili, vogliosi. Il desiderio sta per esplodere e lo spingo all’indietro, si appoggia sulle mani spostando la schiena, io mi sollevo un po’, gli prendo l’erezione dura, lui mi guarda mentre continuo da solo, si lecca le labbra incredulo, eccitato. 
Finalmente riesco ad infilarlo dentro, un movimento deciso e mi siedo sopra, finalmente entra e quando entra mi inarco tutto dritto su di lui, mi guarda completamente fuori di sé dal desiderio. 
Un paio di movimenti e non resiste così, mi spinge brutalmente all’indietro prendendomi per la vita e mi ritrovo con la schiena a terra sul tappeto, le gambe larghe intorno alla sua vita, lui a schiacciarmi col suo corpo possente. Una spinta entra meglio, la seconda è tutto in me. E poi inizia a muoversi e a farmi suo. Inizia a spingermi in alto su in uno spazio dove non abbiamo bisogno di gravità perché siamo io e lui la nostra gravità. Il piacere diventa presto folle e con folle intendo che nemmeno questa posizione va bene, tanto che mi fa girare e mettere sulle ginocchia perché così entra meglio ed io lo sento di più. Lo sento come ne ho bisogno. Lo sento come lui deve stare. 
Mi prende più forte e deciso, più veloce. Il mondo va fuori orbita, non so nemmeno dove siamo, il fuoco è un vago contorno erotico. Quando arrivo all’apice mi sollevo sulla schiena e mi appoggio al suo petto, la nuca all’indietro sulla sua spalla, abbandonato a questo violento piacere che mi scuote tutto il corpo mentre finisco per macchiare il famoso tappeto. Non me ne accorgo nemmeno. 
Poco dopo Jacoby mi spinge di nuovo giù e aumenta le spinte per inseguire il suo piacere che arriva mentre si butta di su me e si appoggia tremando e tendendosi, la sua voce che geme mi sconvolge e mi ricopre di brividi mentre lui mi avvolge con le braccia forte togliendomi il respiro. Le labbra ansimanti sul mio orecchio a mormorare che mi ama. 
Ti amo anche io, penso di dirglielo mentre sconvolto lo sostengo su di me, mentre si libera nel suo caldissimo piacere che poi scivola giù sulle mie cosce. 
Le sue labbra sul mio orecchio, calde. E poi il fuoco ancora acceso. La macchia sul tappeto sotto di noi. La penombra nel resto della sala. 
I nostri respiri alterati, i cuori che vanno come matti. La pelle sudata e scivolosa, i nostri odori addosso, i nostri sapori. 
- Mi vedo coi tuoi occhi e mi sconvolge quel che vedo. - Sorrido e giro la testa alla ricerca della sua bocca, rimanendo così come siamo a carponi uno appoggiato all’altro. Lui esita prima di baciarmi. - E tu ti vedi coi miei occhi? - Mi fermo e lo guardo da vicino, le labbra si sfiorano. Annuisco. 
- Tu come sempre esageri, non sono tutte le cose che vedi tu! - Così sdrammatizzo e su noi che ridiamo, le nostre labbra tornano a sfiorarsi e poi ad unirsi in un bacio divertente e dolcissimo. 

Non sono proprio tipo da stare molto comodo abbracciato a qualcuno, di solito mi ci posso anche addormentare ma poi devo andare per conto mio durante il sonno. 
Però mi piace chiudere gli occhi con questo soffice e caldo bestione che attaccato alla mia schiena mi abbraccia come se potessi scappare da un momento all’altro.
Dopo la lotta per i piedi, i suoi gelidi dovevano scaldarsi sui miei caldi, alla fine ha vinto lui, finalmente si è addormentato e poco dopo anche io. 
Nel dormiveglia i pensieri di questa lunghissima ed infinita giornata, le poche ore di sonno e le molte cose fatte pesano sulla mia testa, ma le cose successe si mescolano scivolando nel mio subconscio e mi accompagnano in un sogno dove io sono il terapista di Jacoby e lui mi racconta tutte le cose che mi ha già detto oggi. Il secondo sogno che faccio sono io che vivo gli episodi che mi ha detto oggi lui ed alcuni altri che mi aveva raccontato in passato. 
Io che vivo le sue cose, poi sogno insetti e finisco per agitarmi, quando mi sveglia bruscamente brontola con una riga di parolacce che non afferro bene, ma mi fa capire che parlavo nel sonno e mi agitavo. 
Sospiro, mi scuso e torno a dormire subito.
Il terzo sogno è sempre con lui, ma su un futuro, suppongo. Od una realtà alternativa? 
Siamo noi due che viviamo insieme come una coppia a tutti gli effetti e abbiamo 5 figli, i nostri. Nel sogno suppongo che li abbiamo adottati, non saprei, però ci sono. E facciamo comunque parte di una band, ma non ci sono problemi se stiamo insieme. 
Cazzo, è proprio un sogno. Ma un sogno maledettamente bello. 
E poi prima di andare a dormire nello stesso letto ogni giorno delle nostre vite, lui mi salta addosso e facciamo l’amore insieme. 
Su queste immagini così nitide e vivide tanto che mi eccito sul serio, un’ondata di calore estremamente sospetto si mescola e mi riporta in superficie. 
La sensazione che vivevo nel sogno continua mentre mi sveglio piano e mugolo di piacere, dunque non era solo il sogno?
Il calore e l’eccitazione salgono, si concentrano nelle mie parti basse. Spingo il bacino, un senso di bagnato, il rumore di una bocca che succhia. 
Qualcuno mi fa un pompino. 
Qualcuno, uno a caso eh? 
Faccio un sorriso beato, allargo le braccia sui lati e spingo ancora verso la sua bocca sospirando di piacere fino a che vengo, poco dopo risale sulla mia dopo essersi pulito con aria furba e soddisfatta. 
I suoi occhi azzurri mi danno un buongiorno malizioso e divertito mentre la sua bocca mi trasmette un po’ del mio orribile sapore. Arriccio il naso.
- Buongiorno... - Mormora roco con la sua voce da orgasmo. 
- Mmm... se tutti i buongiorno fossero così... - Dico ancora beato con gli occhi mezzi aperti. 
- Beh, non era gratis! - Commenta ironico. Io così scoppio a ridere, ha questo potere Jacoby. Di farmi ridere di gusto ogni volta, qualunque cosa dica o faccia. 
Così alla fine lo spingo, lo stendo supino e scivolo giù sotto le coperte che scendono insieme a me. Incontro la sua erezione già bella dritta e mentre faccio un apprezzamento spontaneo, lui ride erotico. Questo mi spinge a ringraziare per il buongiorno e per la sua voce. 
Il suo bel cazzo duro nella mia bocca ci sta poco, in realtà, perché il suo amico di sotto era già pronto ed in attesa della mia lingua. Ci lavoro poco e mi sposto per farlo esplodere. Non ho una gran passione per quel sapore a meno che io non sia completamente fuori di me ed eccitato da morire, allora lì arrivo a fare le peggio cose. 
Lui ridacchia mentre mi fa risalire, mi cinge il collo con le braccia e mi sistemo bel bello sopra di lui, comodo a cavalcioni, le nostre erezioni estremamente soddisfatte a contatto e schiacciate, i corpi in attesa di una bella doccia che subito faremo insieme in un ennesimo splendido round. 
-  Buongiorno. - dico quindi. 
- Molto buono! - Risponde lui impossessandosi impaziente della mia bocca. Il bacio è più lungo del primo e le sue mani scendono dalla mia nuca alla mia schiena e poi al mio sedere, stringe le mie chiappe e si infila dentro con una delle sue dita. Io rido sulla sua bocca, gli succhio la lingua e continuano con questo buongiorno semplicemente perfetto che voglio sia il più lungo possibile. lui, il suo corpo, ogni parte di lui così come la mia. Siamo uno dell’altro. Lo saremo sempre. 

Jacoby riesce ad occupare gran parte della mattina perché tanto rompe finché non mi convince a fare un pupazzo di neve fuori, niente passeggiate. 
Così da uno diventa una famiglia di pupazzi di neve metallari, infatti li agghindiamo con accessori vari nostri che naturalmente non lasceremo lì, a Jacoby non manca la fantasia e si dimostra incredibilmente bravo anche con le mani e la neve. Penso potrebbe riuscire a fare qualsiasi cosa. 
Passiamo un sacco di tempo fuori perché poi la neve è della durezza perfetta per costruire pupazzi, non li facciamo troppo grandi ma ci mettiamo molti dettagli e mentre la sensazione di essere un bambino troppo cresciuto scompare, mi ritrovo a dargli corda come se avessimo undici anni. 
Quando finiamo il capolavoro inizio a scattare qualche foto e dopo dei pupazzi fotografo anche Jacoby, il mio soggetto preferito di sempre. Lui ormai è abituato e fa dei gran sorrisi o delle grandi smorfie che mi fanno ridere, così dopo un po’ stufo di farsi immortalare prende la macchina ed inizia con mille selfie a noi due insieme. 
Il paesaggio è comunque molto bello e ci accorgiamo che andando un po’ più in basso c’è un altro punto di vedetta del lago che ieri non abbiamo potuto vedere perché lo scemo si è messo a fare lo scemo. 
Così decidiamo di andarci perché della mappa che troviamo è indicato un chilometro nella direzione che non abbiamo considerato ieri. 
Dopo che troviamo i nomi a tutti e 4 i pupazzi di neve metallari, ognuno appartenenti a diversi cantanti o chitarristi famosi preferiti, arriviamo alla famosa veduta del famoso lago e mi ritrovo come lui senza fiato e voce. È maledettamente bello sentirlo senza parole. 
Lo guardo pensando stia anche male ma vedendolo meravigliato gli scatto l’ennesima foto e lui mi tira un pugno nel braccio imbottito del giubbotto da neve, non sento nulla. 
- Se non la pianti di fotografarmi pubblico tutte le foto! - Con questa minaccia gli mostro la lingua e mi metto a fotografare il lago, alcune di queste vengono molto belle e gliele mostro, è una cosa che faccio abitualmente.
Quando fai foto belle ti viene da mostrarle alla persona più importante, con la quale stai di più e quindi condividi più cose. 
- Belle, dovresti pubblicarle, sai? Cioè metterle in vendita. Perché non ti compri un dominio e non metti in vendita alcune di queste? Meritano proprio. So che non le condividi con nessuno, ma è un peccato. Hai... hai una visione delle cose interessante, a volte fai foto a dettagli che per me non hanno senso, ma tu ci vedi chissà cosa. Dovresti pensarci, amico! - Lo dice seriamente mentre rimane appoggiato coi gomiti allo steccato di questo piedistallo sospeso nel vuoto per permetterci di vedere una parte di questo splendido lago dove tutt’intorno è pieno di alberi innevati. 
Anche oggi il cielo è azzurro, ma c’è un freddo che ti congela le sinapsi, però io riesco ad avere stupidamente caldo mentre sorrido accarezzando l’idea che mi ha dato. 
- Non ci ho mai pensato. Davvero credi che siano belle da metterle in vendita? - Alza le spalle. 
- Se non altro mostrarle, potresti provare a fare una mostra, no? - Mi incita continuando con questa idea che mi coccola seriamente entrandomi sempre più in testa, così alla fine mi ritrovo ad annuire quasi sognante con gli occhi che mi brillano. 
- Penso che lo farò. È una bella idea! - Lui sorride soddisfatto e contento, sinceramente contento per aiutarmi ed incitarmi in questa mia passione che va al di là di lui e della musica, poi prende la famosa macchina e ci facciamo altri selfie insieme con il lago alle spalle. Alcune di queste vengono molto bene e la luce dei nostri occhi, nei nostri sorrisi parla benissimo per noi. Se qualcuno vedesse queste foto avrebbe poco da fraintendere. Penso che a volte si parli meglio stando in silenzio.