*Convivenze forzate, non scelte di spontanea volontà, possono mettere a dura prova un equilibrio sempre labile. In aggiunta ci mettiamo anche l'ambiente molto stressante per un come sempre instabile Jacoby, ed abbiamo un quadro complicato. Oltre a Kane, uno dei due produttori per l'album FEAR, entra in scena un nuovo collaboratore destinato a diventare parte ufficiosa della band, tale Antony, il fratello di Tobin. È vero che Antony ha iniziato a collaborare con il gruppo da quell'album, ma ovviamente non so nulla di Kane, il suo personaggio è reale, ma totalmente inventato nei dettagli, gusti e rapporti. Mi serviva fosse così e basta. Di vero c'è la questione che Las Vegas isterizzava Jacoby e che sono stati in studio con loro, in quella città, per due mesi a fare l'album. Buona lettura. Baci Akane* 

126. QUANDO IL GIOCO SI FA DURO

jacoby jerry


Una volta pronti usciamo dalla camera, io porto il vassoio, ma Jacoby quando vede Kane intento col cellulare in mano -Tony ancora non si vede in giro mentre Tobin è al computer- prende la prima cosa che gli viene sotto mano, ovvero il cucchiaio della colazione, va da Kane, lo afferra per il bavero della felpa che indossa, lo strattona, lo gira verso di lui e solleva il cucchiaio come se fosse una lama affilata, poi con aria da pazzo furioso che non deve mimare perché ce l’ha di natura, ringhia: 
- Hai un fottuto problema con quello che hai visto? 
Kane impallidisce non penso per il cucchiaio, ma per la sua espressione da ‘adesso te lo infilo in gola e vedrai come si muore per cucchiaio’. 
Scuote la testa energicamente ed alza le mani avanti al viso, Tobin guarda senza capire e per nulla interessato ad intervenire, io metto giù il vassoio nella zona cucina mentre mi chiedo se devo disarmare il mio uomo focoso. 
- Pensi di dirlo ai quattro venti, fare stati su internet, sputtanarci?! - chiede ancora inferocito. 
- No ecco... no... no no no... nemmeno per idea... possa colpirmi un fulmine in questo istante se penso di sputtanarvi! 
Ed in questo reciso istante un rumore fortissimo e secco si leva improvviso, simile ad uno sparo. Kane salta e cade dalla sedia mentre Jacoby non lo tiene, spaventato anche lui dal rumore forte. 
Quando ci giriamo tutti col cuore in gola, vediamo Tony che compare con le mani alte in segno di scuse. 
- C’era corrente, ha sbattuto la porta... - dice colpevole di aver ucciso 4 persone così. 
Jacoby torna a guardare Kane a terra che probabilmente se l’è fatta addosso, io non so come faccio a non ridere perché la scena è comica, ma lui invece si china e ancora col cucchiaio puntato stile coltellaccio da macellaio, cosa che lo rende ancora più comico, mormora: 
- Questo suonava proprio come un fulmine, sai?! 
Kane così spiaccica la faccia ai piedi di Jacoby, terrorizzato non so bene più per cosa, forse il rumore gli ha fatto avere un ictus. 
- No no ti prego, non dirò mai niente a nessuno, abbi pietà di me, ti scongiuro! 
Non sembrava uno così pauroso, piuttosto sembrava spaccone ed incosciente, ma evidentemente Jacoby ha una elevata capacità di terrorizzare. 
- Ma che diavolo fanno? - chiede Tony, Tobin scuote la testa perché tanto è tutto piuttosto normale con Jacoby, io sospiro e spiego. 
- È entrato con la colazione e lo ha visto dormire abbracciato a me. 
- Sì ma eravamo nudi! - ringhia ancora Jacoby, Kane piagnucola. 
- Ti prego! - così decido che è ora di intervenire. 
- Dai, dai... mi sembra una persona aperta di vedute, cosa vuoi che dica? 
Arrivo e prendo Jacoby, lo tiro indietro dolcemente e gli prendo il cucchiaio posandolo in parte, infine vado a tirare su Kane. 
Lo prendo per le spalle e calmo lo sollevo, quando mi guarda ha l’aria di un condannato a morte che vede una speranza di sopravvivenza e scoppio a ridere: 
- Dai, fa solo rumore, non fa davvero male! 
Beh, non è proprio vero, ma è meglio che lui lo creda. 
Kane si aggrappa alle mie braccia come ad un ancora di salvezza e mi guarda come se fossi un salvatore, penso gli siano venuti i cuori al posto degli occhi ed una volta in piedi mi abbraccia grato di averlo salvato. 
Qua sono tutti sciroccati, uno sano non ce n’è!
Sarà normale fare così? ok, Jacoby è stato aggressivo, ma aveva un cucchiaio in mano! Come fai a fartela sotto in questo modo? 
Gli batto le mani sulla schiena mentre mi stringe come se dovesse soffocarmi. 
- È... è che... è che ho paura di essere picchiato! Da piccolo ero bullizzato ed ora quando sono aggressivi con me io me la faccio sotto! 
Chiudo gli occhi aspettando paziente che mi lasci. Non so se crederci, mi sembra solo che voglia fare sceneggiate per rallegrare l’atmosfera. 
- Ok. Ok... non importa... lo tengo buono io... ora rilassati... 
Ma lui continua a stringermi ancora e non ho tempo di pensarlo che Jacoby lo afferra per il collo, da dietro -per miracolo non per i capelli- e lo strattona mettendolo violentemente a sedere. 
- HA DETTO BASTA! 
- No beh quello l’hai detto tu, io ho detto...
Ma uno sguardo truce di Jacoby mi fa capire che è al limite, di nuovo. Alzo le mani e sospiro stanco ancora prima di cominciare. 
Kane e Jacoby si fissano male, uno è furioso, l’altro è un miscuglio di smorfie che non capisco bene. 
Penso sinceramente che la prima reazione di terrore sia stata sincera, ma poi vedendo che era divertente ci ha marciato. Peccato che si è appena messo nel libro nero di Jacoby. Sarà bello, visto che dobbiamo lavorare insieme minimo due mesi! 
- O-ok... fate pace e stringetevi le mani, poi mettiamoci a lavorare... -
Quei due non intendono ascoltare, Kane tende la mano, ma Jacoby vorrebbe mordergliela. 
Per fortuna la porta di fuori si apre in questo momento ed arriva Kevin e tutto si ferma immediatamente.
Kane si normalizza, dà una pacca veloce alla spalla di Jacoby e come se non fosse appena successo niente, cambia drasticamente come uno schizofrenico diventando un figlio perfetto che va a salutare suo padre. 
Qua c’è sotto qualcosa. Kane non è per niente sano. 
Jacoby mi guarda stranito mentre i due si salutano ed io ricambio perplesso scuotendo la testa in segno di ‘non ho idea di cosa succeda’. 
Ripensandoci anche ieri sera con suo padre Kane aveva l’istinto di fare certe cose sconvenienti, ma poi faceva retromarcia appena suo padre si intrometteva. Poi quando Kevin è andato via, Kane ha tirato fuori la parte più idiota di sé. Non capisco se vuole fare colpo su Jacoby abbassandosi a quello che pensa debba essere il suo livello, o se cerca solo di non infastidire suo padre. 
Però è strano, è costruito, non è spontaneo. Non so, è come se... lo guardo nell’approccio professionale all’uomo più grande, mentre parlano un po’ del programma di oggi e un flash mi attraversa la mente. 
È come se cercasse di continuo di essere accettato da chi ha intorno e dipende da chi c’è in quel momento. Di volta in volta c’è una personalità che prevale sull’altra. Per lui quando c’è suo padre, conta solo essere approvato da lui e fa il figlio lavoratore serio e coscienzioso. 
Mentre se non c’è e per esempio siamo noi, vuole fare colpo su Jacoby e quindi fa l’idiota perché pensa che lui sia così. Un pazzo schizzato sopra le righe. 
Eh no caro, Jacoby è molto più complesso di questo. Se cerchi di metterti sul suo piano per stargli dietro, impazzisci! 
- Ci scusate un attimo? Mettetevi pure a vostro agio, iniziamo subito! 
Tobin si alza e va a recuperare basso e chitarra mentre torna poi spingendo la tastiera che sistema nella sua postazione, al computer col software che gli serve per la prima fase di creazione. 
Non è una registrazione vera e propria, ma chiaramente quando troviamo qualcosa che funziona lo incidiamo così alla buona, poi se ci piace ci lavoriamo su e quando è pronto lo ritocchiamo e lo registriamo seriamente più tardi. 
- Non mi piace quello! - mi ringhia Jacoby piano. Io rido. 
- No, non me ne ero accorto! - sussurro io. 
- Seriamente, è costruito! Non è spontaneo! Non so, è falso, non è sincero! E poi ti ha puntato! - lo fisso come se fosse pazzo, sono abituato alle sue follie, ma questa le supera!
- Come fai a dirlo? - lui scuote la testa e fa un’espressione strana. 
- Non so, lo sento! 
Di solito ci azzecca con le sue sensazioni. Non so nemmeno cosa dire, ma ad un certo punto suonano alla porta e Tobin si anima. 
- Oh è arrivato! - tutti noi lo guardiamo senza capire. 
- Chi?! - chiediamo in coro. 
Tobin prima di aprire ci guarda come se fossimo noi quelli scemi. 
- Mio fratello! L’ho chiamato per le tastiere! Abbiamo deciso di mettere più armonizzazioni! Ci servirà questo strumento, io lo so usare ma visto che devo fare già il basso... e poi magari anche per le seconde chitarre... ma ve lo avevo detto di coinvolgerlo in questo album, no? 
Noi ci guardiamo perplessi per capire se qualcuno l’aveva sentito. 
- Beh, se borbotti quando parli come facciamo a capire? - si lamenta Tony. 
- Probabilmente l’ha detto ma in due parole invece che dodici e così non abbiamo capito! 
Tobin si alza nelle spalle ridacchiando colpevole. 
- Beh sì, ho detto ‘ci facciamo aiutare da mio fratello?’ E voi avete detto ‘sì!’ 
Mi viene in mente quando è successo, ma Jacoby era in fase nevrotica ed io cercavo di tenerlo buono; Tony capisce sempre la metà delle cose che gli dicono. 
Antony entra tutto felice e sorridente con un bagaglio a mano, si illumina di luce propria vedendo Jacoby, Kane torna da noi, guarda specificamente me, mi fa l’occhiolino pensando di non essere notato da nessuno ed io e Jacoby, che abbiamo invece notato entrambi gli sguardi, ci lanciamo un’occhiata eloquente e stanca. Molto stanca. 
La mia per lo meno. La sua è isterica. 
Sembra dica ‘io ammazzerò!’ 
Sarà lunga, sarà molto lunga. Lunghissima. 
Perché Antony adora Jacoby e a quanto pare Kane adora me. Ed entrambi siamo gelosi se qualcuno gira intorno ai nostri fidanzati. 
Oltretutto siamo a Las Vegas e Jacoby è isterico di suo. 
Ed io voglio saltare la fase della creazione e passare subito a quando siamo in tour. Voglio il tour. Fanculo! 

In un attimo io ho  Kane attaccato a me, mentre Jacoby ha Antony. 
La cosa sarebbe comica se non ci innervosisse molto. 
Io sono uno abituato ad essere lasciato in pace, ma come posso dire ‘evapora’ al mio produttore? 
Kane è comunque molto bravo se devo essere sincero, porta suggerimenti e parti attive nelle canzoni, ma è sempre a guardare come muovo le dita sulla chitarra e a fare complimenti. 
- Ma da quanto suoni? - mi chiede. 
- Beh, molto tempo... ho iniziato poco prima di unirmi a lui! 
Kane guarda Jacoby che con mezzo orecchio ci sente mentre Antony strimpella a caso con la chitarra acustica senza staccare gli occhi da lui. Adoranti, sottolineo. 
- Davvero?! Non da quando eri piccolino? Cioè tu suoni così bene solo da... cosa, 17, 16? - alzo le spalle piegando le labbra all’ingiù, so che è strano ma è proprio così. 
- Evidentemente la chitarra aspettava che io la prendessi in mano! 
Si dice quando una cosa aspettava solo te. 
Kane ride e mi batte la mano sulla spalla per l’ennesima volta e per l’ennesima volta Jacoby strappa una pagina del blocco che ha davanti. 
- Sentite, così non riesco! 
Antony e Kane lo guardano mentre gli altri due lo ignorano ed io mi pregusto il resto. 
- Non riesci a fare cosa? Mica suoni! È il momento di suonare, ora, dopo di scrivere! 
Kane sputa veleno e lo fa proprio con lui. A questo anche Tony e Tobin lo guardano mentre è Antony ad intervenire. 
- Il suo strumento è quello più importante, la voce! Se esce un bel riff e lui ci vocalizza sopra, allora la canzone parte. Se non ci riesce siamo bloccati anche col resto! 
Antony, sia benedetto. Kane guarda il fratello di Tobin e cominciano a discutere su cosa sia più importante all’inizio e per fortuna che si è intromesso il piccolo. 
Jacoby ed io ci guardiamo un po’ più sollevati, lui mi fa una smorfia ed io sorrido, poi mi allontano da Kane per avvicinarmi a Jacoby, gli propongo un riff e lui ascolta attento con aria di nuovo seria e concentrata, si mette la mano sulla bocca, chiude gli occhi e lo ascolta mentre lo ripeto di nuovo provando qualche nota in più, lui fa un vago ‘sì’ con la testa e dopo un po’ ad occhi chiusi comincia a vocalizzare.
Tobin si fa subito attento e ci guarda, anche gli altri due smettono di discutere e vedo Antony che ci indica e sussurra a Kane 
- Ammira! Sono bellissimi quando creano! Loro fanno sempre così! Sembra come che solo Jerry sia capace di tirare fuori la sua voce e solo la sua voce sia in grado di cantare sui suoi riff così bene! 
Naturalmente non è così, ma mi piace l’impressione che diamo.
Antony adora Jacoby, ma non penso che ci sia altro dietro, penso razionalmente di poter stare tranquillo, ma Kane penso che voglia stuzzicare seriamente, non so cosa pensa di ottenere. Sta facendo un gioco pericoloso. 
Dopo un po’ di tentativi, Tobin si intromette e si mette a suonare la tastiera su quel che facciamo noi e Tony usa le bacchette sulla superficie dura accanto ed ecco che si inizia con una nuova canzone. 
Nel giro di un attimo Tobin parte a trascrivere, registrare pezzi e metterne su di altri, usa il sintetizzatore come nessuno e va tutto bene finché Kane non decide di prendere la mia chitarra con un ‘scusa posso?’ Per farci un altro pezzo che secondo lui ci sta bene, appena lo fa immediatamente uno degli strumenti si tronca di netto ed è chiaramente Jacoby che fissa male Kane. 
È troppo spontaneo per mascherare quel che prova. 
Ridacchio e spingo Jacoby con la spalla dondolandomi verso di lui, lui si rianima e torna a vocalizzare su quello che sta suonando Kane, sebbene sia riluttante. 
Beh, devo dire che è divertente. 
E lo è anche quando Antony chiede: 
- E questo ci sta secondo te? - guardando Jacoby come se gli altri non ci fossero, sta all’incirca funzionando in un delicato equilibrio quando Kane poi mi restituisce la chitarra, si alza, mi mette le mani sulle spalle, si piega su di me come se fosse la mia ragazza e chiede: 
- Caffè? - sembra lo chieda solo a me, ma Jacoby prende e schianta la penna che ha in mano, sfiora la sua testa e lui lo guarda impallidendo. Secondo me lo sottovaluta o vuole vedere dove è finito il vecchio Jacoby. 
Questi grugnisce ‘sì grazie’ ed esce fuori in terrazza. 
Gli altri sono abituati, Antony sta per raggiungerlo quando Tobin gli fa un cenno di venire lì ed aiutarlo con la trascrizione delle parti che andavano bene. Non so quanto Tobin sappia di quello che succede intorno, perché quando si crea lui non esiste più per il mondo. Però questo mi aiuta. Io mi alzo apparentemente calmo, guardo Kane e spegnendo il tipico sorrisino di circostanza che ho avuto tutto il tempo, dico piano a denti stretti: 
- Vorrei sapere a che gioco stai giocando! 
Kane fa finta di non capire. 
- Non volete caffè? - sorrido amaro, scuoto la testa. 
- Sì grazie, volentieri. Cinque minuti e torniamo. - infine esco e raggiungo Jacoby fuori. 
Il fresco ci schiaffeggia e rabbrividiamo stringendoci nelle spalle, mi unisco a lui sulla ringhiera, appoggiato coi gomiti, le braccia strette sul petto. Non è che sia estate... 
- Così ti ammali... - dico attaccandomi di proposito a lui. Lancio uno sguardo dentro, non posso proprio abbracciarlo da dietro, Antony ci lancia sguardi di continuo e siccome non vedo Kane è meglio evitare. Ormai lui sa di noi, ma non voglio comunque esibirmi ancora. 
- Lo odio! A pelle! Sarà bravo nel suo lavoro e verrà fuori un album eccezionale, ma lo odio!  
- Perché i migliori sono i più stronzi? - chiedo poi riferendomi a James! Jacoby si gira con occhi sgranati e l’aria esasperata e da pazzo che mi fa ridere. 
- DIMMELO TU! - io così rido e nel farlo lo rilasso subito. 
- Devi concentrarti solo sulla musica, escludi tutto e tutti e concentrati solo su quella. Vedrai che tirerai fuori qualcosa di perfetto coi testi! - Lui sospira stanco ancora prima di iniziare la parte più stressante, chiude gli occhi ed appoggia la testa un istante brevissimo contro la mia spalla, mentre davanti a noi la città è bella sveglia in questo paesaggio grigiastro e freddo di febbraio. 
- Tu però stagli lontano! 
- Anche tu! 
E se lui si riferisce a Kane, io no. Lui mi guarda, fa l’aria divertita e maliziosa che mi fa impazzire e mi fa l’occhiolino. Lui adora vedermi geloso perché non sono davvero pericoloso, mentre lui sì che lo è. E lo sa! 
In questo momento vorrei dargli un pugno in questo bel faccino e poi riempirlo di baci, ma non faccio niente di tutto questo, gli do un’ultima spallata e poi indico con la testa di entrare. 
- Dai che ci ammaliamo! 
Rientriamo. Sarà complicato, ma non impossibile. Spero. Chi lo sa.