*Jacoby medita mentre Jerry fa foto nel deserto, cosa che hanno rivelato facevano davvero durante il periodo di permanenza a Las Vegas, e da lì nasce una delle loro belle riflessioni. La strada per completare la rinascita non è finita, ma Jacoby è a buon punto. Buona lettura. Baci Akane*

128. MEDITAZIONI

jacoby jerry

"(Se dovessi perdere tutto)…
Ho le spalle contro il muro
e adesso sto scivolando
Stavo tentando di contrattare con i pensieri
e la mia condizione e
Sto ancora tentando di attenermi
a quello che mi manca
Ma qualcosa mi sta staccando,
qualcuno ascolta
Stavo correndo dal fato senza un’ancora
Ma adesso sono nel posto sbagliato
nel momento sbagliato
Cerco di trovare una via di fuga,
cercando di arrivarci
Senza mai riposarmi,
tagliando la linea del freno
Ero sospeso da un filo
Con i piedi sopra il limite
Ho le spalle contro il muro
Finirà mai questo incubo?
Mi romperò prima di curarmi?
Se scivolo e perdo tutto,
niente potrà interrompere la caduta
(Se perdessi tutto,
niente potrà interrompere la caduta)"

BREAK THE FALL

- Sai, ripensavo a LoveHateTragedy... - dice dopo un po’ mentre continuiamo a camminare verso la zona indicata dalla mappa che praticamente dovrebbe essere dietro quell’altura gigantesca. 
- A cosa? 
Alza le spalle guardando la mappa nel mio telefono come se ne capisse qualcosa, poi gira a sinistra, ma io lo afferro e lo tiro con me a destra. Fortuna che l’ho memorizzata bene in testa quella cartina. 
- A come l’ho scritto, durante i tour di Infest. Quanto ci amavamo ed odiavamo insieme... ti facevo diventare matto, ero nel peggio di me perché ero in caduta libera, degeneravo di proposito e tu detestavi quel lato di me, quel mio modo di fare eppure... eppure non mi lasciavi un secondo, quando avevo bisogno. Quando ero fatto non volevo nessuno intorno, niente foto, niente video. Solo te. E tu lì, paziente. Però so che mi odiavi ed odiavi quello che facevo. Non ho mai capito come potessi farlo, infatti poi le canzoni parlavano di quello. Credo che mi amassi e mi odiassi contemporaneamente, vero? 
So che quell’album è su di noi, in quel periodo eravamo incasinati perché io sapevo cosa provavo e lo combattevo, non volevo provarlo, ma non potevo farne a meno e non potevo evitare di stare con lui e sostenerlo. È stato questo a fregarmi. Lentamente è diventato un circolo vizioso. Anche con Getting è continuata la cosa, poi, anche se cercava di essere sobrio a certi intervalli. 
- Sono sempre stato depresso, con alti e bassi. Ed ora mi chiedo: sono cambiato davvero o tornerò giù? 
Mi aggrotto e lo guardo. 
- Perché te lo chiedi? Ormai hai visto che affronti i problemi diversamente da prima che ti buttavi sulle pillole! - sospira ed io lo fermo per fare alcune foto da qua, lui si blocca paziente e continua senza fare minimamente caso a quello che faccio. 
- Beh, quando cadi tante volte ti rimane la fobia di cadere di nuovo, non importa quanto sei cambiato, ce l’hai comunque... 
Lo capisco. Lo so. Faccio qualche scatto, poi mi rialzo e gli vado davanti con l’aria di chi è sicuro di sé. 
- Ok, ma io non ce l’ho. Quando sei insicuro guarda me o chiedi a me. Io so che stai andando forte. Si può solo andare avanti, non indietro. 
- Sono andato indietro tante volte... 
Sostiene immediatamente senza muovere i suoi piedi, il sedere appoggiato ad una roccia particolarmente alta. Io scatto un’altra foto senza alzare l’inquadratura, verrà da sotto. 
Sorrido calmo. 
- Non sei andato indietro, ti sembrava a te. Hai ripetuto gli stessi sbagli, ma indietro non si torna. Ricorda che il tempo è una regola inamovibile di questo universo. Il tempo può scorrere solo in avanti. Non si può fermare, non si può riavvolgere. Capito? Se a te sembra di tornare indietro non è così, devi cambiare prospettiva. Stai comunque andando avanti, magari sbagliando come una volta, ma non torni indietro. Non si può tornare indietro. E ricorda le cicatrici ti ricordano il tuo passato, che è reale. E dal passato si impara gli errori, si impara a come non ripeterli. Prima o poi si impara. 
Lui mi guarda indeciso e speranzoso insieme, amo quando fa così, è pazzesco. 
- Lo credi? - annuisco e mi sporgo a dargli un dolce bacio sulla bocca. 
- Ne sono certo. 
Questa sua insicurezza durerà per sempre ma quello che mi piace, a parte che me ne parli, è che cerca di superarla. Ci riesce sempre, in qualche modo. 
Quando riprendiamo e svoltiamo l’angolo roccioso, ecco lo spettacolo che si srotola davanti a noi.
Lo spettacolo che l’altra volta vedevo in lontananza ora è qua, un insieme di pareti rocciose più o meno grandi che si innalzano e affondano in questo deserto che da qui pare ancor più sconfinato, in mezzo al nulla. 
Poi sollevi gli occhi e c’è il tramonto in pieno, il sole arancione colpisce queste rocce rendendole spettacolari e non penso dimenticherò mai questo momento. 
Lo spettacolo di scenario e luce e lui davanti a me che si ferma meravigliato, si toglie gli occhiali e si gira verso di me con i suoi azzurri sgranati, lucidi per la bellezza che vede. 
Io sorrido dolcemente e faccio quello che faccio sempre.
Immortalo questi momenti perfetti in modo che siano eterni.
È vero, il tempo non si ferma, ma con un piccolo trucco lo posso ingannare.
Per questo amo la macchina fotografica.

Decidiamo di accamparci qua e mangiare in attesa delle stelle, lui si siede sulla coperta che stende a terra e mentre girovago nei dintorni e faccio foto cercando tante angolazioni e dettagli che mi ispirino, lui medita. 
Lo fotografo ovviamente. 
Si mette con le gambe incrociate, le mani sulle ginocchia, chiude gli occhi e con l’aria più naturale e concentrata che ha, si perde dentro di sé.
Chissà cosa vede. Se avessi dei poteri entrerei nella sua testa, mi piacerebbe vedere cosa c’è... poi probabilmente impazzirei! Come si fa a sopravvivere nella sua testa? 
Chissà se prima ha sentito di nuovo quei rumori, quando gli sale la pressione. 
Dopo un po’ torno da lui in tempo per scaraventare via uno scarponcino piccolo che gli era salito nella coperta. Se lo sa altro che meditazione, fa tutta la strada di ritorno correndo!
Ridacchio e mi siedo silenzioso accanto a lui guardando le foto che ho fatto, mentre ormai il tramonto è finito ed inizia il crepuscolo coi suoi colori violacei che sfumeranno fino al blu scuro. 
La luna è già alta in cielo con le prime stelle, ben presto sarà uno spettacolo puro. 
Non lo interrompo e non faccio rumore, ogni tanto prendo qualche malaugurato ed incosciente insetto e lo scaravento lontano. Odio uccidere, sia pure insetti, se posso evito. 
La sua voce si leva roca e bassa, ma in questo silenzio completo e totale dove non ci sono rumori di sorta tanto che sembra di essere sulla luna, mi fa saltare. 
- Ho rivissuto l’ultima discussione con Kelly, proprio prima di partire per Las Vegas. Credo fosse convinta ci sarei ricascato visto che venivo qua. - introduce piano e calmo, ha quella faccia e quel tono che nessuno riconoscerebbe. 
Lo guardo calmo mettendo giù la macchina pronta per altri scatti più tardi, intanto apro lo zaino e tiro fuori per mangiare e bere. 
- Che ti ha detto? 
- Se ti facessi scegliere cosa sceglieresti? 
Non serve che specifichi su cosa. Io lo guardo perplesso e incredulo, lui fa l’aria grave ed annuisce: - Io le ho detto che non esisteva discussione su questo, lei ha insistito. ‘È un ipotesi! Se dovessi scegliere fra la famiglia e la musica? Sapresti rinunciare alla musica?’ 
Chiudo gli occhi, dopo tutti questi anni ancora non ha capito nulla di lui? Come è possibile? Non lo interrompo, rimane nella posizione meditativa, gli occhi aperti su di me mentre mi racconta calmissimo, ancora nella zona fluttuante.
- Io ho detto che sceglierei la musica e lo farei perché ‘se tu mi fai scegliere fra te e la musica significa che mi vuoi vedere impiccato a quella corda! Ed io, sinceramente, di morire non ho intenzione!’ 
Silenzio, la risposta fa un grande effetto, io lo so che è così, però è incredibile sentirglielo dire.
- La musica mi ha salvato, non lei. Non è solo che ho un debito enorme con la musica, ma è proprio perché lei è l’unica che mi è sempre rimasta costantemente vicino, non mi ha mai tradito o voltato le spalle. Anche noi ci siamo lasciati diverse volte e quando ho cercato di farla finita eravamo in rotta, tanto che ero fuori di me! Ero cieco, non vedevo niente, nessuno! Però la musica sì! Ero là, più pazzo che mai, ed ho pensato di scrivere una lettera d’addio. Invece stavo scrivendo una canzone! 
Before I die. Per questo è la mia preferita.
- Non voglio accusare nessuno, era impossibile starmi vicino, perfino io volevo uccidermi perché mi odiavo e non riuscivo a stare con me stesso. Ma sai... la musica c’era ancora e tu sei venuto a cercarmi, mi hai trovato e... - scuote la testa e chiude gli occhi. - Ed io scrivevo una canzone, capisci? Poi tante cose... Dio, voi ragazzi che mi siete stati incollati come le mosche con la merda... Dio che per ridarmi la famiglia mi ha tolto la voce per due mesi... lo so che senza quell’operazione Kelly ed i bambini non sarebbero tornati! Però capisci? Tu sei arrivato in tempo perché io dovevo scrivere una canzone! 
Capisco perfettamente il punto, rabbrividisco e mi emoziono ogni volta che ne parla. 
- La musica è la tua vita, non esiste niente che viene sopra e chiunque ti chiede di scegliere, non merita la tua decisione. Perché se ti ama e ti conosce, sa cos’è che ti fa andare avanti ancora ed ancora ed ancora! - annuisce con gli occhi che brillano e si illuminano mentre lo dico. 
- Lei non lo capisce! Lei dice che se io non fossi mai diventato un cantante non mi sarei distrutto e tutto il resto è una conseguenza della musica! Non è così! Mi sarei ucciso prima di salire su un palco! Non... non sono mai stato bene, ma lei non mi ha mai visto stare bene e non sa che quello di prima non ero io vivo, ma io versione zombie! 
Si sfoga un po’ fino a concludere che lei non ha chiesto niente, alla fine, e forse non ha capito la sua risposta, ma non è pronta a lasciarlo andare e forse non lo sarà mai. 
- Le ho detto che rispetterò sempre la sua scelta e che le voglio un bene dell’anima e farò sempre tutto quel che posso per renderla felice, che se lo merita, lo meritano i nostri figli, ma non posso fingere di essere qualcuno che non sono mai stato. 
- Avete più fatto sesso? - scuote la testa. 
- Non me lo ha più chiesto. Quello credo sia stato l’ultimo tentativo di... non so, riavere quello che lei pensava dovesse avere da me... qualcuno che non sono mai stato e mai sarò... io non sono un uomo normale e facile da amare ed avveleno chi mi sta vicino... ma questo sono io! Un uomo fottuto dalla merda della vita, ma sto provando a stare a galla. La vita mi ha fatto a pezzi e ci ho provato da solo, ma sono andato ancora più a fondo. Ora mi aggrappo alle cose positive della vita, te, la band, la musica, i miei figli. Se a Kelly questo non basta non la tratterrò. Non so cosa sceglierà, non so se lei sarebbe in grado di scegliere davvero. Non so come fa a rimanere lo stesso, non la amo come voleva, non sono chi desiderava che fossi... 
Sorrido incredulo che non lo veda, ma è normale, lui non ha mai avuto un’autostima particolarmente forte.
Nel frattempo ho preparato i sandwich e mangiamo lasciando che la luce del cielo cali, lasciando il posto alle stelle che riempiono il manto scuro come se fossero a pochi metri dalle nostre teste. 
Impossibile avere paura se ci sono delle stelle così ad illuminare le nostre notti, capisco l’amore di Jacoby per loro. Sono la luce nelle tenebre. Non è il sole, che splende solo di giorno. Sono le stelle la vera forza nel buio. 
- Tu ti fai amare proprio perché non sei ‘un uomo normale’! - cito le sue consuete frasi preferite. - Sei diverso, sei unico, sei rotto e spezzato, come dici sempre. Sei fottuto. Ed è questo che è bello di te. Sono le nostre imperfezioni a renderci unici e a far innamorare gli altri. - Jacoby mi guarda attento e colpito dalla mia rivelazione, che se gli avessi detto che la Madonna è dietro l’angolo e ti aspetta per una partita a carte, non avrebbe comunque questa faccia. 
Scuoto la testa e ridacchio spingendolo col ginocchio, lui si dondola e fa un sorrisino buffo, infantile, il classico sorriso da bambino. A volte rivedo quel bambino che è dovuto crescere in fretta e da solo e che l’ha fatto male.
- Questa la devo ricordare. Le nostre imperfezioni ci rendono unici e fanno innamorare gli altri. - Sorrido ed annuisco. - Per questo mi amano tutti alla follia, io sono il re degli imperfetti! Penso di avere un record di imperfezioni! - e così finisce pure che rido mentre il momento serio confidenziale passa. 
Un po’ di cavolate, faccio un paio di altre foto in questo scenario da favola, forse il più bello di questo deserto sotto il cielo stellato, poi torno da lui e mi stendo a pancia in su. Ci copriamo con l’altra coperta e guardiamo un po’ in alto, appoggio la testa sulla sua spalla, il suo braccio intorno a me, le mani intrecciate. Riesce ad essere sempre così romantico e dolce che poi lo divento anche io. E noi riusciamo a stare bene insieme senza dover sfociare per forza sul sesso. 
- Pensi che riuscirò a non uccidere Kane? - mi chiede dopo un po’. Ridacchio. 
- Prima mi hai fatto paura. Non  ti ho mai visto geloso, sai? 
Alza la testa verso di me per guardarmi mentre ci pensa. 
- Davvero? 
- Davvero. Tu geloso sei terrificante! Spero che Kane molli l’osso! - dico sincero. Lui grugnisce tornando a guardare il cielo tempestato di splendide stelle. 
- Non voglio picchiarlo.
- È positivo! - rispondo ironico. 
- No dico seriamente. È il nostro produttore. Però ehi, non sono un santo!  
- No dai, io pensavo che avessi bevuto una pozione e fossi diventato un angelo! - continuo sempre ironico mentre lui mi pizzica il fianco con la mano che sale e scende sul mio corpo, riempiendomi di brividi di piacere e rilassamento. 
- Tu piuttosto come fai con Antony? So che sei geloso, lo sei stato altre volte di altri, lo so... e poi quando mi facevo quelle ragazze da ubriaco... ma come fai a controllarti così bene? 
Alzo le spalle e piego le labbra all’ingiù mentre cerco di capire come faccio.
- Non è nella mia natura espormi... a volte vorrei dire chiaro e tondo ‘se non smetti di guardarlo ti uccido’, ma non sono io... però rodo, rodo tantissimo e questo mi fa peggio perché tu arrivi, fai la tua sceneggiata e ti sfoghi. Io invece ingoio e poi sai... fa effetto cancro fino a che non esplodo, ma poi devasto, di solito. - lui ride ricordano i momenti in cui è successo. - Non ridere! 
- No è solo che sei eccitante quando esplodi! - lo sapevo. 
- Se flirti con Antony per farmi esplodere di proposito, potresti pentirtene! 
Qua lui mi guarda con occhi accesi sempre da questa posizione stesa ed uno sull’altro. Troppo accesi quei cazzo di occhi. Vedrai che me ne combinerà una. Ok, sarò pronto, brutto stronzetto!
Mi dà un po’ di tregua dove decidiamo di evitare di parlare di queste cose ,prima che gli vengano su idee più strane di quelle che già ha, poi improvviso fa: 
- Voglio scrivere. - sorrido, la meditazione ha funzionato, lo sapevo. Passa come sempre di palo in frasca, ma non mi sorprende. 
- Vuoi tornare? - annuisce. 
- Ti dispiace? - scuoto la testa. 
- Scherzi? 
Così semplicemente ci rialziamo mentre rimango basito della nostra capacità di stare bene insieme anche zitti, e nel suo caso è una cosa pazzesca. Oppure la nostra capacità di confidarci e parlare di cose serie e profonde. 
Quando trovi questa sincronia, questo benessere totale nello stare con l’altro, penso che hai raggiunto una sorta di vetta. 
Sai che qualunque cosa succeda andrà bene.