134. L’IMPORTANTE È MIGLIORARE
Lo zigomo comincia a battere la grancassa e si espande su tutto il cranio, mai ricevuto un pugno in vita mia.
Dopo un paio di bibite e stronzate annuncio che ho bisogno di imbottirmi di qualche antidolorifico e stendermi, così Jacoby dice agli altri di rimanere che farà lui da infermiere, le battute si sprecano e lui è libero di congedarsi con un chiassoso:
- Siete solo gelosi perché volete trombarvelo anche voi! Invece sarò io a possedere il suo bel culo sodo! - e fra le risate di tutti, anche di qualcuno lì vicino, qualche commentino poco consono di qualcun altro in fondo che ignoriamo ed il mio imbarazzo, ce ne andiamo.
Una volta fuori esita qualche istante prima di prendermi la mano, non siamo sempre così appiccicosi e sdolcinati, ma vista la giornataccia avuta e quello che è successo prima...
- Non voglio che ti freni se non serve. - dico prendendogli la mano io. Lui mi guarda sorpreso.
- Sicuro? I ragazzi sono dentro, non ci salveranno sempre il culo! - così rido attirandolo a me fino a mettergli il braccio intorno al collo.
- Non avremo sempre bisogno di essere salvati! - annuisce e rimane agganciato a me, poi gli riprendo la mano e camminiamo così. - E poi mi pare che alla fine non te la cavi male a proteggerti da solo! - commento riferendomi al pugno che ha rifilato e a tutti quelli che stava per rifilare. Io ridacchio.
- Vero? Ho un secondo lavoro assicurato se come cantante fallisco!
- È impossibile che fallisci come cantante! - ridendo e scherzando, mano nella mano, arriviamo a casa.
Una volta dentro mi metto subito in tenuta notturna che consiste in boxer e canottiera, in casa non fa freddo.
- Senti, non so se riesco a fare qualcosa, ho un male... - dico ingoiando una pillola di antidolorifico.
Lui arriva e poco gentilmente mi spinge buttandomi sul letto, come non avessi detto nulla.
- Ehi, è questo il tuo concetto di cure? Sei un infermiere terrib... - ma non finisco la frase che mi fa stendere bene, mi gira la faccia di lato e mi mette sullo zigomo un canovaccio con dentro un sacchetto ghiacciato probabilmente di piselli surgelati.
Il sollievo non è immediato ma dopo qualche secondo arriva. Non lo vedo da qua perché sta dall’altra parte rispetto a dove ho girato il viso, non mi tocca, non parla ma il suo respiro pesante mi dice che mi fissa attento. A parte che il suo sguardo lo sentirei anche completamente cieco.
- Meglio? - chiede.
- Ne sai qualcosa? - faccio io immaginandolo. Lo sento ridacchiare e trafficare, penso si spogli per dormire.
- Ne ho ricevute parecchie sia da bambino che da ragazzo! Prima mio padre, poi quando se ne è andato altri bulli di scuola che alla fine hanno capito che non conveniva! - rido.
- Ti difendevi bene, eh?
- O fai così o sei fottuto... - ricordo la canzone di quest’album chiamata ‘Fear Hate Love’ riassume la sua infanzia e tutto il suo essere. Uno che è terrorizzato, odia ed ama allo stesso modo.
Che tipo...
Comincio a rilassarmi e poco dopo smette di parlare, nel buio le sue dita cominciano a carezzarmi leggere sul petto fino ad alzarmi la canottiera, la sua lingua si sostituisce e disegna lieve ricoprendomi di brividi. Si concentra sui capezzoli scendendo sull’addome e poi nell’inguine che lentamente scopre ed io lo aiuto.
- Sai, in realtà non sei male come infermiere... - commento roco godendomi la sua lingua prima sull’inguine e poi dritta sull’erezione.
Sospiro.
Oh per niente male...
Rimango fermo con la testa, il ghiaccio mi intorpidisce lo zigomo che non mi fa più così tanto male, forse è anche merito dell’anti dolorifico, comunque fra questo, quello e Jacoby, il tutto funziona.
I brividi si espandono come un’energia benefica, sento ogni centimetro di pelle bruciare piano piano con la sua bocca che avvolge la mia erezione e succhia facendomela diventare dura.
Mentre lo fa alza la mano verso il mio viso, infila il dito nelle mie labbra, glielo succhio mentre il piacere si innesca e sale, poi me lo toglie per farlo rispuntare nella mia apertura dove spinge dopo avermi fatto piegare le gambe e dargli tutto l’accesso che desidera. E che io desidero lui si prenda.
Così poi mi ritrovo con la sua bocca sul mio membro duro e le dita dentro di me che mi penetrano. Il piacere doppio e combinato mi copre di brividi fino nella nuca, quando partono lì è la fine, non capisco più niente, mi tolgo il sacchetto di ghiaccio, apro le braccia larghe e spingo col bacino verso di lui, premo le spalle, la nuca e i talloni contro il materasso e ansimo chiamandolo. Credo di essere una visione non da poco in questo momento, socchiudo gli occhi e lo cerco e lui in questo momento smette di succhiare e penetrarmi con le dita, si solleva e mi vede, mi succhio il labbro inferiore in questa posizione che sembro in croce. Una croce di piacere. Potrebbe legarmi.
- Oh merda... - impreca vedendomi. Io sogghigno capendo che deve piacergli.
Apro la bocca e tiro fuori la lingua.
- Dottore, mi serve la medicina...
Di norma non sono questo genere di persona, ma fra l’antidolorifico e gli ormoni sparati a mille, non capisco più nulla ed il mio auto controllo è bello che andato.
Credo che sia il suo colpo di grazia perché mi ordina roco di mettermi storto con la testa sul bordo laterale del letto, così eseguo senza discutere, lui si mette in piedi proprio sopra la mia testa, lo vedo al contrario rispetto a come sono io, si prende il suo membro, se lo massaggia un attimo davanti ai miei occhi, io con voglia apro la bocca e tiro fuori la lingua in attesa che me lo dia. Con un desiderio irragionevole aspetto che si decida e lui mi carezza il viso con il suo cazzo ancora troppo morbido, ma adesso ci penso io.
Dopo che mi tortura un po’ così, gli prendo le cosce all’incontrario per come siamo uno sull’altro, me lo attiro meglio addosso e finalmente lui ridendo come lo stronzo che ogni tanto è, mi accontenta e me lo infila dentro.
Finalmente lo sento sulla lingua, nel palato, in tutta la bocca. Lascio la testa a penzoloni per giù mentre lo zigomo riprende a battermi, la posizione è terribile per uno che ha preso un pugno in faccia, alla fine è un infermiere terribile ed io sono un paziente ancor più terribile, ma per succhiare il suo cazzo questa posizione è terribilmente erotica.
Spinge contro la mia bocca come se già mi scopasse, sono suo e risucchio il suo piacere che si ingrandisce, la sua splendida voce geme e nell’aria si levano questi meravigliosi suoni, come osa avere questa voce, gemere così? Adesso ho bisogno che mi possiedi completamente e non solo la bocca.
La mia mano corre a masturbarmi, sono ancora duro ed eccitato da prima, non vedo l’ora di venire. A volte mi basta il suo cazzo e la sua voce e vengo così. Come faccio?
Alla fine sono così esasperato ed al limite che scivolo via da solo, mi ribalto e mi volto. Mi metto a carponi dandogli il resto di me che sporge dove è lui.
Jacoby impazzisce a questa posizione e non se lo fa ripetere. Gli basta questo, non devo chiedere ‘prendimi’, non lo devo implorare.
Mi afferra per i fianchi e con una spinta vigorosa mi è dentro ed io, sollevato e grato all’universo, mi rilasso e mi lascio totalmente andare al piacere più profondo e sconvolgente che cresce e si mescola al dolore, agli antidolorifici e ai brividi di piacere che riprendono da dove si erano interrotti, più potenti e meravigliosi di prima.
Quando arriva al punto di massimo piacere mi tendo e gemo più forte soffocandomi contro il materasso, lui però non si soffoca per nulla. Geme anche lui poco dopo e ben più forte. Cazzo lo sentiranno tutti se sono arrivati. Ma chi se ne fotte!
Sentirlo che mi viene dentro mentre grida così è come un orgasmo mentale ed è fottutamente incredibile!
Oh cazzo.... Cazzo sì che ora sto bene!
Accoccolato sul mio petto come se fosse il mio enorme Labrador, che poi io ho un Cane Corso ma lasciamo perdere, dopo un po’ di dolci carezze e svariati baci, Jacoby se ne salta su:
- Ehi Je...
- Mm?
- Hai preso un pugno al mio posto! - dice improvviso come se avesse scoperto l’acqua calda.
- Me ne sono accorto... - rispondo paziente, ridacchiando divertito.
- No dico... hai preso un pugno per me! - ribadisce convinto e testardo ancora appoggiato a me.
- Non l’ho fatto seriamente apposta, è capitato! - sminuisco senza capire bene cosa intende.
- Dai smettila! - grugnisce infastidito.
- Di far cosa?
- Ti butteresti sotto un treno per me sul serio?
A questo punto solleva la testa e si torce tutto per guardarmi in viso così da vicino.
- Proprio un treno? Un pugno non ti basta? - sdrammatizzo ridendo, lui mi afferra la bocca con le dita e stringe seccato.
- Piantala, ti amo così tanto, non ho mai avuto nessuno che si mettesse fra un pugno e la mia faccia! È così carino e romantico! Io non vivrò mai abbastanza per rendere quanto ti amo, mi hai commosso! - dice cose bellissime col tono di chi sta insultando e non so come dovrei sentirmi!
Cerco di rispondere se mi lascia la bocca...
- E tu ti stavi per buttare stile kamikaze contro tutti e 4 insieme senza pensarci un momento... quello non era suicidio? Però l’avresti fatto per me, giusto? - rispondo calmo e indulgente, lui si ferma, ci riflette e poi risponde energico:
- Puoi scommetterci cazzo!
- E allora grazie anche a te! - concludo sorridendo.
- Macché grazie, quando ci si ama ci si butta sotto il treno senza pensarci!
- Ce l’hai coi treni, eh?
- Darei la vita per te!
- Stai di nuovo esagerando!
- Piantala! - e così dicendo mi sommerge con tutto il suo dolce peso, mi ha fatto meno male il pugno allo zigomo!
Lo zigomo diventa subito livido ed il giorno dopo chiunque mi vede mi dà il numero delle violenze domestiche per denunciare il marito che mi maltratta. Il marito ovviamente è Jacoby... per qualche assurda ragione anche chi non sa di noi è convinto che siamo una coppia, perciò ad un certo punto mi sorge spontanea una domanda.
- Ma che senso ha nasconderlo? - e ai miei pensieri come sempre dà voce Jacoby. La voce nella mia testa, come al solito.
Io ridacchio e scuoto la mia stringendomi nelle spalle.
- Non chiederlo a me, amico!
- A questo punto diamoci dentro, no? Diamo spettacolo! No perché mi irrita che la gente pensi che ti ho picchiato io! Come possono pensarlo? Io mi butterei... sai, hai presente il famoso treno? Ecco, lì sotto per te! Come possono anche solo per scherzo pensare che sia io ad averti picchiato? Seriamente! Adesso ti prendo e ti scopo davanti a tutti! Ma scherziamo? Io che ti faccio male?
- Beh... certe volte quando mi scopi forte... non è piacevole da subito... - sussurro piano e malizioso avvicinando la bocca al suo orecchio perché stiamo confabulando visto che non siamo soli. Lui rabbrividisce e si illumina di un sorriso malizioso, poi prima che io possa anche solo pensarlo, mi acchiappa il viso con le mani e mi lecca tutta la guancia, l’altra, non quella tumefatta per fortuna. Grazie al cielo supremo in cui crede Jacoby... no perché se mi baciava sulla bocca davanti a questi che non sanno di noi...
Gli altri ridono pensando che Jacoby l’abbia fatto per dimostrare che mio marito mi ama, così finisce che ci chiamano proprio marito e moglie. Il fatto di essere la donna non mi infastidisce, anzi, non mi tocca.
In realtà mi piace che la gente noti che abbiamo un rapporto diverso e che ci consideri amici speciali, è ovvio che nessuno pensa stiamo davvero insieme. Prima la cosa mi avrebbe messo in crisi, ora mi piace e la vivo rilassato.
È proprio vero che la vita ti cambia anche se non vuoi... ed io l’ho voluto con tutto me stesso, questo cambiamento.
Davvero.
Quando finalmente arrivano Kane e Kevin, Kevin fa l’ennesima battuta sul telefono per i maltrattamenti, Kane impallidisce e si blocca, rimane di ghiaccio.
- Questo è per colpa mia? - perché lui sa che dopo il litigio suo con Jacoby, io sono andato a farlo ragionare senza successo, sa che ci ho litigato anche io, che poi Jacoby è scappato, io ho discusso anche con Kane e poi per lui la storia si è interrotta lì.
Per cui si può immaginare che poi io abbia rincorso Jacoby e che abbiamo litigato e lui mi abbia picchiato.
Così scoppio a ridere immaginando anche solo con tutta la fantasia che possiedo che lui mi picchi.
- Amico, Jacoby non ha mai alzato un dito su di me nemmeno quando era strafatto e con la ciocca violenta... in quei momenti poteva divorare chiunque tranne me! Per questo mandavano sempre me a fargli da baby sitter!
È riduttivo dire che gli facevo da baby-sitter. Jacoby gongola per la mia risposta finalmente degna, finora ho solo scherzato sui maltrattamenti presunti, ma finalmente parlo! Sento il suo pensiero limpido e cristallino: ‘era ora!’
Kane si avvicina per assicurarsene e guarda bene il mio livido bluastro.
- Cazzo, amico, ma è un bel colpaccio! Chi te lo ha dato? - così racconto, come ho fatto con gli altri, la versione più breve.
- Eravamo fuori e ci siamo imbattuti in un gruppo di idioti, Jacoby ha fatto fight club, mi ha difeso bene finché...
E qua interviene lui perché non può stare troppo tempo zitto.
- Finché non ha usato la sua faccia per metterla fra me ed un pugno destinato al mio viso! È stato così romantico e coraggioso! Ha detto che darebbe la vita per me, si butterebbe sotto un treno in corsa, non esiste che mi lascia da solo alle mie battaglie!
Lo sapevo che l’avrebbe detto, doveva farlo.
Il fatto che scherzi così con Kane mi tranquillizza, però, infatti non lo fermo. I due si guardano e per un momento sembra tutto sospendersi, ci chiediamo come reagirà, ieri si erano lasciati male, il fatto che Jacoby abbia fatto questo primo passo è importantissimo.
Così Kane sorride e risponde a tono, continuando lo scherzo.
- Ma dove si comprano i Jerry? Se vado ad un supermercato ne trovo uno oppure devo ordinarlo on line?
La risposta mi fa ridere, ma scuoto la testa e guarda dall’altra parte imbarazzato. Jacoby mi stritola il collo con un braccio e mentre il mondo svanisce perché mi toglie completamente l’ossigeno, lo sento dire orgoglioso.
- Eh no amico, Jerry è uno stampo unico su misura per me! Il buon Dio mi ha fatto e poi vedendo la cagata cosmica combinata, ha creato Jerry per correggermi! Perciò non ne troverai mai uno così!
Tutto orgoglioso di questo. Gli altri continuano ridendo mentre Kevin chiama a sé gli altri collaboratori, chi per noi, chi per altri motivi e lavori, visto che sta promuovendo anche altri gruppi intanto.
- Ma se sono nato prima io... - lo correggo subito. Lui si ferma, ci riflette, realizza che è vero e in risposta mi tappa la bocca ,così se per miracolo ero vivo, ora posso morire in pace!
Le risate esplodono in un unico istante e l’atmosfera si colora, anche se per me sta diventando seriamente tutto nero.
- Se non lo lasci il tuo stampo unico muore e se è vero che non ne trovi un altro in giro... - Jacoby per fortuna ascolta Kane, per questa volta, e si ricorda che mi sta stringendo sotto il suo braccio, così mi lascia e mi guarda ansioso.
- Tesoro, non volevo ucciderti, stai bene?
Ok, ora i colori li vedo anche io e sono molto belli!
Sospiro di sollievo per la vita che torna ed annuisco.
- Adesso sì!
- Tutto bene? - chiede poi Kane ma non rivolto a me, rivolto a Jacoby. Torno a trattenere il fiato, anche gli altri guardano i due che si fissano di nuovo semi seri, poi Jacoby non muta l’espressione, annuisce piano. Kane gli tende la mano, Jacoby la guarda e per un momento sembra che tutto si sospenda, anche se non è vero.
Infine prende la mano e la stringe.
- Tutto bene. Tabula rasa? - dice dimostrando di voler voltare pagina e ricominciare e so che lo fa per me, perché non vuole farmi impazzire. Ci vuole provare davvero e Kane forse, forse, in un angolino di sé, è sufficientemente maturo da capire che ha esagerato, che è stato un perfetto coglione e che deve rimettere le cose a posto.
O forse suo padre gliene ha date così tante che non si potrà sedere per un mese.
In ogni caso conta che non sembra voglia rompergli più le palle.
Le loro mani si stringono davanti a tutti, ogni sguardo consapevole, ma quello che conta è il loro, diretto, maturo e serio in questo gesto simbolico.
Speriamo di poter lavorare serenamente queste settimane di incisione che rimangono.
La prospettiva non è male finalmente... non ci resta che incrociare le dita!