142. BISOGNA GODERE

jacorry

"La pioggia arriva dopo una siccità infinita
Per lavar via i resti di tutti i tuoi dubbi
Spero che mi vedi guardar fuori
Non è come me, da preoccuparsi
Ma quando ti vedo svanire nel buio
Ti lascio una luce accesa
Attraverso le lunghe notti, sarò proprio
Lì per te, se vai troppo lontano
Ti lascio una luce accesa
Per te"
/LEAVE E LIGHT ON/

Mi sveglio per primo apposta e silenzioso scendo dal letto dopo avergli lasciato un bacio sulla guancia. 
Jacoby dorme della grosse; dopo il concerto di stanotte, molto liberatorio sicuramente per tutti, è crollato di brutto. 
Ha sputato fuori l’anima, ha fatto uno dei migliori concerti della sua vita, forse, caricando la folla come un matto, cantando benissimo e partecipando un sacco ed io poi gli sono andato dietro perché quando fa così è coinvolgente. 
Sono contento che il tour sia arrivato ora, è un mese, poi avremo un altro di pausa a casa e poi un altro mese di tour e poi un altro mese di pausa, è stato deciso così, poi nel 2015 ci saranno molte più settimane di fila e meno pause rispetto ad ora, faremo anche il tour insieme agli In this moment e ai Five Death Punch in autunno del prossimo anno. Il 2015 sarà bello pieno e parteciperà sempre con noi anche suo fratello Bryson che fino ad ora ha lavorato con noi come responsabile creativo della band solo in certi momenti. 
Nel 2015 sarà quasi sempre con noi. 
Per ora mi godo Agosto e Novembre dove saremo solo noi base più Antony che ormai è parte del gruppo. 
Ci ho pensato molto stanotte mentre l’ho visto crollare molto prima di me, come se gli avessero staccato dei fili. 
La questione di Kelly lo ha angosciato molto e per mesi, perché era iniziata molto prima che ci scoprisse, lei era strana da prima ed il mio alimentare le sue preoccupazioni non voleva peggiorare il suo stato d’animo, ma solo ora ho capito che non avrei dovuto. 
Io devo essere la sua oasi, alleggerire la sua anima troppo pesante perché troppo piena di emozioni e sentimenti. 
Anche io sono preoccupato per Kelly, ma esserlo in due non serve. Non devo alimentare le sue ansie, devo cancellargliele anche se sono pure le mie. 
Perché altrimenti poi crolla e lo so. 
Così esco piano di mattina presto e prendo una bella colazione che mi faccio incartare e quando torno in camera sempre silenzioso, lui dorme ancora come un sasso, ma ci sta un bel risveglio.
Così torno a spogliarmi e con un sorrisino malizioso penso a quanto non stiamo insieme come si deve per un motivo o per l’altro e soddisfatto mi infilo sotto le lenzuola dal fondo, silenzioso e leggero gli sfioro le gambe con le dita, risalgo le cosce e gliele lecco arrivando all’inguine dove gioco con la lingua. Jacoby geme nel sonno e così ridacchiando gli prendo l’erezione moscia ed a riposo e ci penso io soffiandoci sopra e leccandolo piano piano risalendo sulla punta. Faccio l’operazione per un po’ fino a che lo sento gemere ancora nel sonno e la sua erezione reagisce lentamente ma inesorabilmente. 
Sorrido soddisfatto mentre l’avvolgo fra le labbra ed inizio a succhiare stringendo bene, mi accompagno con la mano su e giù sul suo cazzo che diventa sempre più duro nella mia bocca. 
I sospiri si trasformano in gemiti e le sue mani raggiungono la mia nuca attirandomi a sé mentre punta i piedi, allarga le gambe dove sono sistemato e spinge il bacino verso la mia bocca. 
Gemi, gemi per bene. Mi piacciono i tuoi gemiti.
Jacoby mi accontenta senza che glielo chieda, perché sa che mi piace la sua voce al risveglio mentre geme e così mi masturbo mentre gli faccio questo bel lavoretto di bocca, perché mi fa morire, mi fa impazzire la sua voce e probabilmente io sto facendo morire lui perché questa è una di quelle cose che lui adora, essere svegliato con la mia bocca sul suo cazzo. 
Poi le lenzuola volano via brutalmente e sempre brutalmente lui mi afferra per la nuca tirandomi i capelli, mi solleva, con le gambe mi spinge di lato, mi sale sopra, mi afferra le gambe e se le mette sulle spalle, poi soddisfatto e bello sveglio, con uno di quei sorrisini che mi fanno impazzire, mi entra dentro brutalmente. 
Da lui voglio questo, altrimenti sarei io a condurre il gioco come piace a me. Se lo stuzzico so come va a finire e lo faccio proprio perché mi piace la brutalità, non sempre ma spesso sì.
La sua erezione dura mi entra dentro con una spinta forte e decisa che in un primo momento mi lacera, Jacoby impreca e si ritira un po’, lascia scendere della saliva dove poi rientra più facilmente. Io ridacchio con uno sguardo da ‘ma che gentile’ e lui mi dà uno schiaffo sulla coscia.
Non serve che dica ‘se volevi la brutalità bastava chiedere’, sa che mi piace. 
Poi si muove meglio e più facilmente dentro e fuori, si china su di me schiacciandomi col suo corpo, le gambe aperte per lui ed il suo cazzo che mi fa suo mentre la mano lavora febbrile nel mio, mi premo contro il materasso, la nuca all’indietro, gli occhi chiusi e l’aria abbandonata a chiedere di più e lui a darmelo. 
Kelly non esiste più. Qualunque pericolo, niente più. 
Questo è il nostro mese e lui spinge sempre più forte ed a fondo fino a che vengo, vedendomi macchiare sul mio ventre bianco, si eccita del tutto e raggiunge l’orgasmo anche lui. Queste sono le classiche cose che lo mandano fuori di testa, ce ne sono un paio. 
Lo sento mentre mi riscalda, è una sensazione sconvolgente e bellissima, me la godo e mi rilasso per un momento mentre si ferma teso dentro di me, infine si accascia sopra, uscendo. Con la mano mi tira via lo sperma e malizioso come uno stronzo si fa guardare mentre si lecca il palmo e si succhia le dita, poi mi obbliga a baciarlo. 
Sono quelle cose assurde che fai solo quando sei preda di tutti i brividi del mondo ed i sensi sono impazziti e non capisci proprio un cazzo.
C’è un momento preciso in cui puoi fare di tutto davvero. 
- Buongiorno... - mormora roco mentre una scarica torna ad attraversarmi per riportarmi nello stato di coscienza 
Così mi riscuoto e allungo il braccio oltre il bordo del letto, afferro il sacchetto che avevo appoggiato sul comodino e glielo sventolo davanti al viso beato e felice appena svegliato. 
- Buongiorno! Se hai fam forse ti nutrirà meglio un croissant ed un caffè, piuttosto che il mio dolce seme! - lo prendo in giro e lui ridendo mi succhia il mento. 
- Ma anche tu non sei male da sgranocchiare! - ridendo lo spingo e me lo tolgo da sopra, mi metto sulle ginocchia, tengo sollevato il sacchetto e gli do un bacio, poi glielo consegno e vado in bagno  ripulirmi. 
Questi sono i risvegli migliori e saranno tutti così per tutto il mese e poi anche a Novembre. 
Godere dei momenti, dei giorni, delle ore, dei mesi.
Godere di quello che hai quando lo hai senza tormentarsi con quel che non va e che non puoi sistemare nemmeno fra mille anni luce. 
Godere di quello che hai, tutto qui. 
È questo che faremo. 
Quando esco dal bagno nudo ma pulito, lo vedo mangiare tutto sporco di zucchero a velo e di crema e sorridendo vado a fare colazione anche io, inizio pulendogli la bocca con la lingua e lui sorride felice e radioso. 
Eh sì, bisogna proprio godere ed in questo ormai siamo bravi. 


Jacoby si ingozza che sembra non mangi da un secolo, la cosa tragica è che ormai sono abituato a questo e non mi fa più vomitare. 
- Come è andata con Kelly? - chiedo senza rifletterci molto. In realtà lo so perché mi tiene aggiornato su tutto, ma si mette a tossire e sembra soffocare così inizio a dargli dei colpi sulla schiena. 
Quando torna alla vita è di mille colori, trinca di brutto una coca cola intera e poi spara un bel rutto di quelli raffinati che non finiscono più. Dopo che ha allietato con un nuovo modo di cantare, il signorino mi risponde: 
- Bene. - è qua che rido scuotendo la testa. Lo vedo divertito solo perché rido ed io ne sono sinceramente impressionato perché ho nominato Kelly e l’ho fatto per vedere la sua reazione. Stava soffocando, ma è rinato. Sorprendente la sua capacità di ripresa. 
- Ti va di approfondire? 
Lui alza le spalle e riprende a mangiare come un maiale. 
- Bene, insomma, dopo la prima parte del tour siamo tornati a casa e sembrava diversa, di nuovo. Forse si è abituata all’idea, credo le ci volesse un po’. 
- Dopotutto la sua vita è stata una menzogna, sfido chiunque. - ammetto ragionevole e calmo mangiando anche io ma con decenza e di meno. 
Jacoby annuisce e dopo essersi divorato il suo piatto, fissa il mio come se fosse il mio Cane Corso a casa. Così sospiro, do un’ultima forchettata e gli do il resto, lui tutto contento lo prende e ricomincia a mangiare. 
Non so come fa, è un pozzo senza fondo davvero. 
Quando è tornato a casa ci siamo sentiti un po’ di meno perché è venuto normale, nel senso che lui tornava a casa dopo la cosa con Kelly per la prima volta, lei aveva avuto molto da sola a cui pensare. Abbiamo allentato un po’ circospetti ma mi ha accennato che stava andando bene, ora volevo approfondisse però penso che se non è a stomaco super pieno non è proprio in grado. 
- Sì insomma, ero fottutamente terrorizzato, ma devo dire che è andata bene... non mi ha detto nulla. Quando siamo con le pesti è spettacolare ed anche io sono su di giri. Penso che sembriamo una vera famiglia, insomma, quel che conta è che loro non percepiscano nulla. 
Non è facile fare questa cosa. 
- Quel che conta è che volete la stessa cosa per loro. - sottolineo io preciso, lui annuisce e poi si stringe nelle spalle. 
- Credo che ci siamo. Forse è presto per dirlo, vedremo quando verrà in qualche tappa con noi però... boh, penso di poter tirare un respiro di sollievo? 
Lo guardo sorpreso mentre finalmente finisce di ingozzarsi e beve la mia acqua. È normale tutto questo e sono assurdo se dico che quando non ce l’ho vicino a fare così mi manca. Infatti quando siamo a casa la mia vita è così normale. 
Mi piace la normalità e la calma, adoro le mie figlie, sto bene con Jessica. Non potrei chiedere di meglio nel complesso e vedo che con Kelly è andata sorprendentemente bene, quindi non mi lamento più. 
Però Jacoby mi manca quando non è con me. Anche se quando è con me poi ci sono volte che lo strozzerei. Come ora, per dire, che si alza lasciando tutto un cesso ed è la zona tavolo del bus, cazzo. Qua viviamo tutti insieme fino alla prossima tappa! 
- Ehi, davvero lasci tutto così? - chiedo alzandomi dietro di lui e ordinando al suo posto senza nemmeno rendermene conto. Lui si ferma, si gira e con un sorrisino torna indietro dandomi un bacio sulla bocca. 
- Grazie amore! 
Dio, quanto lo odio. Perché mi fa fare sempre tutto quello che vuole. 
Dopo che riordino in fretta, lo raggiungo su uno dei divani, gli altri sono tutti su di sopra e c’è un bel momento di tranquillità quaggiù fra di noi. L’autista guida con calma nella notte, gli altri hanno già mangiato, noi siamo venuti dopo perché prima facevamo altro. Dobbiamo sfruttare i momenti quando si può e visto che ormai tutti sanno, non ci sono grossi problemi se io e lui di tanto in tanto spariamo. 
Mi siedo e si stende giù appoggiando la testa sulle mie gambe, il posto non è gran ché, ma penso stia comodo solo perché può mettere la testa su di me ed io non commento di certo. 
Gli carezzo il capo senza farci caso in una sensazione splendida e rilassante. Fa il cagnolone grosso che si fa fare le coccole, sembra il mio che si appiccica ai miei piedi pur di starmi vicino. 
- Cosa intendevi dicendo che forse ci siamo? - chiedo poi ricordandomi di quel che diceva prima. Lui apre i suoi occhioni azzurri che da sotto si vedono meglio ed ha una luce che è sempre più bella da vedere considerando come stava mesi fa. 
La sua risalita è stata lenta ma costante ed ha lavorato bene. 
Trattengo il respiro mentre lo dice. 
- Credevo che questa cosa di Kelly fosse il colpo di grazia, ti ho visto andare nel panico ed ho pensato che potevo perderti se lei ci ricattava con Jessica e le tue figlie. - sorvolo sul fatto che abbiamo pensato potesse farlo davvero, quanto dovrebbe essere stronza? È una donna, ok, ma non può arrivare a tanto, dopotutto la conosce da una vita. 
- Invece? - chiedo calmo. 
- Invece forse era giusto. Era quello che ci voleva. Non glielo devo nascondere, non devo fingere. Le ho fatto un giuramento, a casa, dopo che mi è tornata a parlare per dirmi quando pensava di venire in tour. 
Lo guardo sorpreso, questo non me lo aveva detto. 
Le luci soffuse intorno a noi ci trasmettono una bella sensazione in qualche modo, come se ci cullassero nella notte. 
- Che non fingerò più. Non farò rivelazioni anche perché tu non farai mai coming out e poi sono cazzi nostri. Però non fingerò. Farò esattamente quel che mi sento sul momento. 
Ancora non respiro nel sentire questo, lo immagino mentre gliene parla serio e determinato, mentre lei shoccata forse non lo riconosce più dal disadattato che era, iper agitato e distruttivo. 
- E lei? - chiedo in un sussurro mentre le mie dita esitano sulla sua fronte. 
- E lei ha detto solo di ricordarmi della richiesta che mi ha fatto. Di farmi sentire sua moglie davanti al mondo. Insomma, penso che vuole che le faccia dei complimenti o flirti con lei in pubblico, non saprei bene. Però diciamo che è una cosa che posso fare. Però non... non farò finta di essere innamorato e felice se in un certo momento non lo sono. La porterò con me quando vuole, le farò fare la moglie di Jacoby Shaddix e tutte le cose che vuole. Ma sono deciso a mettere dei paletti, sai. A non calpestarmi più per niente e nessuno.
Smetto di carezzarlo, la mia mano si ferma e lo guardo meravigliato mentre sento gli occhi bruciare. Lui mi guarda da sotto e fa un sorrisino imbarazzato. 
- Mi voglio troppo bene, ora, per maltrattarmi ancora! 
So che intende a livello morale. 
Non piango, no. Però sono felice. 
Sono davvero felice di sentirgli dire questo, non ci credo nemmeno che lo stia dicendo, che sia arrivato a questo livello.
Se ripenso alle cose che ha passato io... non lo so davvero. 
Notando la mia commozione si solleva e si gira verso di me, con un sorriso mi bacia ed io lo trattengo con una mano sulla guancia, chiudendo gli occhi. 
È uno di quei momenti da ricordare, ma ormai me ne sta dando molti. 
- Sai sono molto contento di come hai gestito tutto questo, non so se te l’ho detto ma io ero nel panico e non sapevo cosa fare e tu sei stato perfetto e tutt’ora lo sei. Le decisioni che prendi per il tuo bene e non solo per quello degli altri mi rendono così orgoglioso di te. Sei la dimostrazione che si può. Si può rinascere sul serio. - Jacoby torna ad accoccolarsi questa volta sulla mia spalla e chiude gli occhi mentre gioca con le mie mani ed io glielo lascio fare. Per tutto il tempo che siamo con gli altri non facciamo cose così e a lui viene da fare il buffone o comunque sempre qualcosa. Però quando siamo soli poi è così. 
Ne ha bisogno. Ha bisogno anche di questo. È come se ricaricasse le batterie e lo facesse con me. Questo Jacoby è un mio privilegio e sono contento che sia così. Sono geloso anche se non lo mostro. E possessivo. Molto. Questo lo rende più mio. 
- Da solo non sarei arrivato da nessuna parte. 
- Da soli nessuno arriva da nessuna parte. - sottolineo. - Vuoi andare a dormire? 
- Stiamo ancora un po’ qua... 
E così ci stiamo. Finalmente insieme, è così bello.