* Siamo alla fine di questo lungo viaggio che è nato dalla morte per poi finire nella rinascita. L'episodio descritto è successo veramente, durante il tour, dopo un concerto, Jacoby si è sentito male ed è svenuto dovendo poi ricvere una bella flebo per rimettersi in piedi, così ho voluto usarlo rigirandolo come sempre nell'ottica jacorry! Il resto dei ringraziamenti alla fine. Buona ultima lettura. Baci Akane*
144. LA VITA È BELLA
"Non fa niente se il mondo impazzisce
Se sopportiamo, se sopportiamo yeah
Il cielo sta crollando
e il mondo sta impazzendo
e noi cantiamo le nostre canzoni
e sopportiamo, yeah
Allora se tu corri, smettila
Una vita, una possibilità, comincia a vivere
Canta a squarciagola solo
per far sapere al mondo che
No, non siamo senza nome,
non siamo senza volto
Siano nati per la grandezza"
Se non lo uccido io campa cent’anni facendomi impazzire davvero.
- Je, tesoro...
Quando inizia così di solito ne ha combinata una delle sue, così io parto sempre prevenuto e mi giro male con uno sguardo che uccide, ma tale sguardo ha breve vita quando lo vedo barcollare tenendosi una mano sulla faccia, pallida per inciso.
Il concerto è appena finito, è andato tutto bene, ha corso e saltato come un canguro, gli altri sono già dietro a rinfrescarsi, bere e mangiare col consueto casino, ma la sua mano si tende verso di me ed io faccio appena in tempo a prendergliela e a tirarlo mentre lui invece decide che può mollare.
Molla di schianto, quasi mi rompe la schiena mentre cerco di accompagnarlo giù evitando che si spezzi le ginocchia.
Jacoby va giù come se gli avessero tagliato i fili, il mio braccio intorno al torace gli impedisce di andare giù di faccia e per fortuna non si fa male. Lo sposto sul lato e lo stendo a terra mentre sento vagamente la mia voce chiamarlo agitato. Penso che solo con lui possano sentirmi agitato.
La mano sulla guancia, i suoi occhi offuscati, mezzi chiusi, penso girati all’indietro. Pallido come un cadavere, freddo e sudato.
Oh Dio. Oh Dio Dio. Si sta sentendo male.
È male.
È proprio male.
Jacoby è svenuto, mi è svenuto fra le braccia.
Cazzo, cazzo cazzo, così d’improvviso, cazzo.
Io come mio solito non capisco un cazzo, infatti. Penso che qualcuno subentri al mio posto e che lo sistemi con le gambe in aria, gli fanno vento, gli bagnano il viso con acqua fresca.
Per fortuna questo stato dura poco, comunque un momento di troppo per i miei gusti. Per il semplice fatto che non doveva nemmeno succedere!
Jacoby si riprende abbastanza in fretta, ma quando fa per alzarsi di scatto vedendo il mio sguardo nel panico, indietro rispetto a chi lo ha soccorso, torna a stare giù perché non si sente le forze ed io chiudo gli occhi sollevandoli al cielo.
Tende la mano verso di me ed io scuoto la testa, non dovremmo fare i fidanzati davanti a tutta questa gente, ma lui è fuori di sé ed io non molto in me comunque, infatti arrabbiato sposto uno di quelli che mi sta davanti e gliela prendo cominciando a rimproverarlo:
- Jacoby! Perché se stavi male non me l’hai detto? Non si fa un palco stando poco bene! Cos’hai, la febbre?
Gli tocco la fronte e questo fa ancor più coppia, mentre lo faccio me ne rendo conto e non me ne frega proprio un cazzo. Lui fa il broncio e gli occhioni da cucciolone. Gli darei una testata.
- Non pensavo di stare male, ho sentito dei cali durante il concerto ma ho tenuto duro e basta.
- Sta arrivando il medico, intanto spostiamolo da qua e portiamolo in camerino sul divano. - dice l’assistente. Io annuisco e lo afferro da sotto un braccio, lo fa altrettanto dall’altro e mentre Jacoby brontola dicendo che può fare da solo e che non è un impedito, si fa sollevare di peso.
In due ce la caviamo, poi intorno ci sono anche altri in caso diventasse un morto davvero.
Comunque parla di continuo, anche se continua a farsi aiutare per benino a camminare, meno male che non era impedito.
Una volta sul divano lo lascio che si stenda e gli tirano su le gambe, mi rendo conto d’averlo stretto forte solo quando sento le mani indolenzite. Mentre si adagia senza guardarmi mi acchiappa trattenendomi per il braccio, così mi siedo per terra davanti a lui. Fingo di essere stanco e di aver bisogno di stare giù, così lui mi lascia perché vede che sono qua proprio davanti alla sua testa, gli do la schiena ma sto qua. Gli danno da bere un caffè forte extra zuccherato e acqua, io mi prendo una birra fresca e cerco di respirare anche per lui. Tutt’intorno parlano di lui e di quello che può essere stato e che sicuramente è stato un calo di zuccheri e cose così, il mondo intorno sfuma mentre stringo gli occhi ed appoggio la nuca sul divano, proprio vicino alla sua testa. Lui fa altrettanto spostandosi fino a toccarmi con la propria e così mentre tutti gli altri intorno parlano di lui senza calcolarlo, io giro il capo leggermente per potergli sussurrare:
- Sei un idiota, non devi farmi preoccupare.
Lo sento ridacchiare.
- Scusa, non l’ho fatto apposta, - poi aggiunge: - ma sei adorabile preoccupato per me!
Gli do la famosa testata, gli prendo il lato senza fargli male e lo sento ridere per poi lamentarsi e calmarsi. Distrattamente prendo un asciugamano nel tavolo vicino e gliene tiro uno, piano piano si pulisce dal sudore e finalmente arriva il medico con una valigetta. Arriva scherzando, ma si capisce è professionale. Io mi alzo e mi faccio in parte, non dico nulla, lascio che se ne occupino gli altri ed in un attimo gli infilano un ago in vena ed una flebo gigantesca piena di cose che sicuramente gli mancano.
Gli fa anche un prelievo che farà analizzare, ma è sicuro che sia una carenza di sali, zuccheri e vitamine.
Gli dice di farsi un mix di quello anche l’indomani e di stare in assoluto riposo per due giorni, poi di farsi rivedere per l’ok a tornare sul palco.
Il sì di Jacoby non sembra molto affidabile ed infatti il dottore poi si gira verso qualcuno che veda di lui e dopo averli vagliati tutti, si ferma su di me.
- Ok, non fategli fare niente per due giorni almeno e assicuratevi che faccia anche quest’altro domani. Poi speditelo ad un altro controllo. Vi manderò i risultati per mail.
Io annuisco.
- Non si muoverà da quel divano.
Non quello ovviamente, ma è sicuro che non lo faccio muovere. Questa è una promessa.
Qualcuno fa un sorrisino, Jacoby mi fa anche l’occhiolino e so cosa pensa. Che sarà bello rimanere inchiodato ad un divano da me. Io vorrei dargli un’altra testata, comunque poi il dottore va via dopo aver dato ulteriori istruzioni su come fare con la flebo, quando finisce non serve togliere l’ago ma basta chiudere il tappo e fissarlo al braccio con un cerotto di carta per poterlo riutilizzare domani. Io ascolto attentamente tutto e dopo di questo sospiro stanco sentendomi io mancare per un momento, sia a livello emotivo che fisico.
Mi lascio cadere di nuovo per terra dove ero prima e da lì Jacoby alza il braccio e me lo mette intorno al collo, lo fa scendere sul petto, sono ancora tutto sudato e bagnato ma sta lì e questo gesto è tenero e dolce e non ha un’accezione da bambino monello o adulto maniaco.
È semplicemente un gesto tipico suo che mi piace.
Siamo in mezzo a molte persone, i tour li facciamo sempre con qualche altro gruppo con annessi vari ospiti nostri e loro, per cui qua nei dintorni girano molte persone nel dopo concerto, anche se in camerino siamo solo io, lui ed i ragazzi della nostra band, l’assistente è uscito con il dottore ed Antony è a distruggersi da qualche altra parte con qualcun altro, Tony dopo una raccomandazione a gesti verso Jacoby, va anche lui a fare festa come è giusto che sia. Tobin vedendo il braccio di Jacoby sul mio petto capisce l’andamento e con un sorriso comprensivo esce senza dire nulla, tirandosi dietro la porta.
Torneranno per andare in albergo, ormai Jacoby deve finire la flebo prima di muoversi e così sanno che mi occuperò io di lui.
C’era gente, è vero. E gli ho preso la mano, mi sono messo qua, ho fatto il fidanzato preoccupato e non me ne sono nemmeno reso conto.
Ci ripenso ora e non sento niente di male in tutto questo.
Mi sento strano, sarà anche l’adrenalina probabilmente che non mi fa capire cosa ho fatto, però non penso sia stato un dramma.
- Sai che nonostante tutto adoro che tu faccia il fidanzato davanti a tutti? Tenerti la mano mentre ero moribondo è stato bellissimo.
Ridendo mi giro verso di lui, ora posso farlo che siamo soli, e lo guardo da vicino con occhi vispi, i suoi sono stanchi e segnati ,ma ridono comunque.
- Te ne sei accorto, pensavo fossi catatonico! - scherzo perché con noi è meglio così. Jacoby ride anche se è parecchio stanco.
- Mi accorgerei della tua mano sulla mia fra mille. Appena l’ho sentita ho avuto una scarica che mi ha permesso di stare subito meglio.
Funziona così l‘adrenalina, ma poi chiede il conto. Sempre. Sorrido smettendo di ridere ed anche lui si fa più serio. Appoggio il mento al divano, vicino al suo viso rivolto verso il mio e ci guardiamo da vicino, disfatti e più rilassati.
- Mi sono preoccupato molto, non trascurarti. Vediamo da cosa è dovuto il calo però ti prego, prenditi cura di te. Fanculo la dieta se devi stare così. Tu bruci tanto sul palco, non puoi permetterti di mangiare di meno. Ti amo anche cicciottello!
Lo dico spontaneo e non per scherzare, anche se suona come un gioco. Lui infatti ridacchia cogliendo la palla al balzo.
- Sono muscoloso, non cicciottello!
Fa anche molta palestra, si sta mettendo in forma ed è robusto, ma non grasso.
- Sì beh ma non preoccuparti, ti amerei anche se fossi una palla che rotola! - dico poi io deciso. Lui ride per poi rubarmi un bacio protendendosi verso di me.
Accolgo la sua bocca morbida che adoro e mi rilasso prendendogli la mano, l’appoggio sotto le mie labbra e lo guardo negli occhi fisso ripensando a un po’ di cose.
- È stato bello lasciarsi andare fra tutte queste persone. Un conto è quando so che ci sono solo i ragazzi, un altro è quando intorno ho una massa informe di persone.
Jacoby annuisce e sorride.
- Ti è piaciuto? - annuisco.
- Non dico che voglio farlo sempre e mettere i manifesti, ma amo quando ci concediamo qualcosa ogni tanto, qualcosa che per noi è tanto. Come quando fai Scars davanti a me, o quando prendi e mi abbracci a tradimento o quando fai cose con me sul palco. Non è che voglio che tu fai il koala con me e fai l’appiccicoso, è solo che quando capita che ci concediamo qualcosa mi piace, mi piace molto anche davanti agli altri.
Pensandola da un punto di vista esterno non penso che sembriamo una coppia, se non ci conoscono. Chi ci conosce e ci vive sempre sì, sicuramente lo capisce. C’è una sorta di dinamica protettiva fra noi due. Oltre che per il fatto che ci sopportiamo più a lungo di chiunque altro.
Mi piace avere questa cosa con lui. Non so come chiamarla, ma è nostra e mi piace.
- Sai, a parte tutto abbiamo vissuto la cosa in modo molto spontaneo, non c’è stato un momento in cui mi sono tirato indietro perché pensavo che non avrei dovuto.
Ripenso anche a quando va a casa, so che con Kelly è un po’ un’altalena, nel senso che quando fa cose con la famiglia intera gli piace, al di là di quello sono ognuno un po’ per conto loro. Kelly vorrebbe riuscire ad essere un’amica per lui, però diciamo che non si lamenta rispetto a com’era prima.
Jacoby è molto più spontaneo e felice con me e con i ragazzi nel tour risputò a quando fa cose con lei o se lei viene in tour con noi e fa la sceneggiata, però lo può sopportare. Non lo vedo più sull’orlo di uno scoppio, so che può farcela.
Con la famiglia è diverso, sta meglio, adora Mik, Jag e Brix ed è un padre meraviglioso.
Ripenso all’ultimo album che abbiamo fatto, Croocked Teeth. È il primo album non personale. Ci sono delle canzoni riferite a momenti particolari passati della sua vita, ma non è un album su uno stato d’animo presente. Questo dice molto, moltissimo. È stupendo.
Significa che sta bene.
Ripenso a quando gli ho chiesto come mai faceva dei testi o su situazioni sociali o su cose passate successe e non faceva qualcosa che rispecchiava il suo presente.
La sua risposta mi ha commosso profondamente, anche quello è un momento che non dimenticherò:
‘ Perché sto bene e non ho niente di brutto o angoscioso su cui scrivere. Ne sono uscito. ‘
Ed ecco che Croocked Teeth è diventato il mio album preferito.
L’album del suo star bene ed io lo so e me ne rendo conto per come canta, non solo per cosa.
È anche così bello stare serenamente con lui senza pensare a cosa dire e cosa fare, essere spontanei e lasciarsi andare ogni tanto senza l’ansia di nulla.
Viversi così.
Con ogni fantasma affrontato e superato, convinti che supereremo tutto una volta di più.
Convinto che andrà davvero tutto fottutamente bene, un giorno di più.
Stringo la mano nella mia, ammorbidisco lo sguardo agganciato al suo, sa a cosa pensavo ma non serve che diciamo nulla.
In silenzio, senza dire niente di particolare, mi protendo e lo bacio rimanendo un po’ di più su di lui.
Non potremmo amarci di più.
- Je, sono felice, lo sai?
Sorrido.
- Lo so ma non ne ho mai abbastanza di sentirtelo dire.
- Sono felice.
Lo ripete ed io lo bacio di nuovo.
- La vita è bella.
Detto da lui che l’ha sempre odiata tentando il suicidio, vale più di mille parole.
Ma ha ragione, la vita è proprio bella, oggi.
FINE
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NOTE FINALI:
E così è finita. Spero che sia piaciuta a chi ha avuto il coraggio di imbattersi in essa e sguirla fino alla fine. Sono consapevole che è molto lunga e che la pubblico da tanto, ma soprattutto che era su una coppia forse meno gettonata di altre e che quindi ha avuto meno seguito di quello che avrei sperato. Ma la storia era importante, non perché trattava l'ennesima coppia (per me) gay che fra varie difficoltà riesce a stare insime. Ma bensì per il genere di storia raccontata all'interno di quella d'amore.
Jacoby muore e rinasce. È un viaggio nelle tenebre che una persona reale ha vissuto davvero e di come si sia tirato su, ne sia uscito e sia rinato arrivando alla luce. Forse ci sono tante storie così, ma mai abbastanza.
Come sempre io ho preso eventi reali e li ho trasposti in chiave slash a seconda dei miei gusti e delle mie idee, aggiungendo cose sicuramnte inventate. Ma la base rimane, la base di un uomo distrutto dalla vita, che ha tentato addirittura il suicidio, depresso cronico, nemico della vita, che finalmente riesce a tirarsi su, a riemergere in superficie, ad andare avanti, ad essere felice.
Quello che mi piace è che l'ha fatto realmente, la parte inventata non è quella della rinascita, che poi è quella più importante.
Ho scelto la canzone di Croocked theet che più mi sembrava perfetta per finire la storia, visto che è l'album che pubblicano nel periodo dell'ultimo capitolo. Ho scelto la foto che più mi piaceva di loro due, anche se l'ho usata parecchie volte, ma come vedete alla fine ho messo un gruppo di altre foto che mi sembravano particolarmente perfette per concludere, oltre che le mie preferite.
Ringrazio chiunque abbia letto fino alla fine e spero che sia piaciuta. Adesso è ora di lasciarli in pace a vivere la loro splendida vita con l'augurio che vadano avanti così per sempre.
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