* Quello che è capitato a Dave ha aiutato a frenare Jacoby e a far sì che anche Jerry possa trovare un equilibrio con lui quando sono in giro per il tour, che era la cosa più complicata e distruttiva fino a quel momento sia per loro che per il loro rapporto. Finalmente con molta fatica riescono a trovare un modo per farla più o meno funzionare, ma sta per arrivare una delle peggiori botte emotive per Jacoby. In quel periodo il motto pre concerto era davvero 'time for annihilation' e non come per la maggior parte 'viva la cucaracha'. Buona lettura. Baci Akane* 

50. CON IMMANE FATICA

jacoby jerry

"Non so dove sono diretto
Ma sto andando troppo veloce,
penso di andare a schiantarmi
Sto per schiantarmi
Sto per schiantarmi,
schiantarmi
É il momento dell’annientamento,
È il momento di essere un criminale
Non c’è tempo per esitare
È tempo di essere un’animale"

CRASH

Ha l’aria assorta, tormentata, guarda di lato cercando delle parole che non gli vengono, la penna in mano, chino sul tavolino davanti al sedile. 
Gli faccio una foto, una delle miliardi di foto. Qua ha un’espressione così particolare che non posso esimermi. Lo nota e si rischiara guardandomi. 
- Cosa scrivi? - Chiedo dato che non siamo in sessione creativa, nessuna chitarra nelle mie mani l’aiuta a pensare a dei versi. Ormai è così che scrive versi. 
Lui alza le spalle. 
- Pensieri. Cerco di catturarli. - Annuisco sorpreso. 
- È utile, no? - Si stringe nelle spalle e si gratta la nuca con la penna dubbioso. 
- Non so, dicono che è un sistema di psicoterapia. - Con speranza:
- Pensi di andare da un terapista quando torniamo? - A momenti il tour finisce, saluteremo Tony e Dave si dovrebbe riunire a noi, speriamo che si sia rimesso e che possa rimettersi in gioco. 
- Vediamo... - Spero sempre che mi dica di sì. 
- Non vincerai mai la tua paura se non farai qualcosa di diverso da quello che fai ogni giorno. - A questa frase mi guarda piegando la testa interessato, aggrotta la fronte. 
- Cosa dovrei cambiare? - 
Inarco le sopracciglia e scuoto la testa, ma mi appoggio sui gomiti e mi sporgo verso di lui per guardare quel che ha scritto: 
- Non ne ho idea, immagino parlare con un esperto nel settore che ti possa smentire dicendo che non sei pazzo? - Lui però prima di farmi leggere si protende verso di me coprendo il quaderno e mi avvicina le labbra alle mie con un sorrisino sornione, gli angoli della sua bocca incurvati all’insù, deliziosi. 
- O che mi possa dire ‘ehi amico hai vinto un biglietto di sola andata per il manicomio?’ - Ridacchio e lascio che le nostre labbra si sfiorino, ma proprio in questo una porta si spalanca e da lì esce il poco delicato Tony. Ci separiamo di scatto e Jacoby in più chiude il quaderno. 
- Cazzo Tony! - Brontola Jacoby, non per lo spavento che sembriamo aver preso, ma per il fatto che era in bagno e noi lo pensavamo in camera, su di sopra. 
Il bus si muove placido, ogni tanto qualche scossone, ma ci culla nella nostra ultima tappa. 
- Scusate, stavo leggendo! - 
- In bagno? - Chiedo scettico. Lui alza il libro. 
- Leggo solo quando faccio la cacca... è interessante questo thriller! - Si siede con noi, lo scruto pensando che non abbia sentito e capito e visto, ma Jacoby prende il libro e lo lancia malamente via. 
- Vai a leggertelo su di sopra allora! - Così io lo guardo mentre si infila un dito nell’orecchio con una smorfia scocciata. Tony non se l’aspettava, ma Jacoby è quello più lunatico e così si limita a tirargli un po’ dell’acqua che stava bevendo, infine va a riprendersi il libro placido. 
- Mi piace leggere solo in bagno! - Però capisce probabilmente che stavamo parlando, così sale su di sopra ed io mi rilasso tornando a Jacoby che a momenti si perfora un timpano. 
Gli fermo la mano e calmo lo riprendo: 
- Non è che ogni volta che qualcosa che non va come vuoi ti devi fustigare... - Jacoby però scatta verso di me seccato con l’aria da pazzo: 
- Non è che lo faccio per hobby, ho le api in testa porca puttana! Tutte le volte che devo trattenermi dal dire o fare quel cazzo che voglio e che mi devo ricordare cosa cazzo posso fare o non fare mi parte l’ape! - Lo dice in modo buffo ed isterico e così mimo un insetticida: 
- E tu spruzzaci il veleno e uccidila! Non puoi maltrattare tutti perché non puoi limonarmi in pubblico! - sussurro piano sibilando divertito, anche se con un che di serio. Lui fa il broncio e torna al suo quaderno a scrivere rabbioso a caratteri cubitali: 
‘FANCULO IL MONDO! CHE BRUCINO TUTTI!’ 
- Anche io? - Jacoby mi fa il dito medio senza alzare la testa e la penna dal quaderno, così io prendo subito la macchina fotografica e gli faccio un altra foto, un primo piano al suo dito medio con la scritta ‘hate’. Ottimo, questa parla da sola! 
Diciamo che quell’equilibrio è difficile, ma non impossibile. Dopotutto ce la possiamo fare, se lui collabora. 

Girovaghiamo nel backstage in attesa di iniziare, è l’ultimo concerto per questo tour, è strano sopravvivere ad un tour con Jacoby. Anzi, è strano vederlo sopravvivere!
Questa volta in ospedale ci è finito Dave. Riusciremo mai a finire un tour tutti insieme interi? 
- Sai che dovremmo fare The fire almeno una volta? - quando lo dice sto bevendo e per poco non mi soffoco, nei paraggi Tobin e Tony ci guardano senza capire perché non hanno sentito, io mi ricompongo a fatica e lo guardo male. 
- Non faremo MAI The fire. - Lui così fa l’aria da finto innocente spalancando i suoi occhi truccati che evidenziano troppo l’azzurro chiaro. 
- E perché mai? Non è bella quella canzone? Non ti piace? - Sa bene che ci sentono, cioè non so se ci ascoltano, ma ci sentono. Assottiglio gli occhi. Ma che stronzo. 
- Fai già abbastanza canzoni tranquille, non farai quella! - E con questo il discorso si chiude. Jacoby ride e si tocca il corpo come se cercasse qualcosa, poi fa l’aria da ‘cazzo ho dimenticato qualcosa’ ed io sospiro alzando gli occhi al cielo. - Che hai scordato ora? - Perché è bravo a perdere o dimenticare... 
- Gli occhiali! - Così gli do un calcio mentre si gira ridendo, si mette a correre per la stanza ed io scuoto la testa. Almeno è rilassato, oggi. Altre volte è isterico ed elemosina dell’alcool per rilassarsi. Mi chiedo come faccia ad essere così teso ogni volta che deve salire su un palco, lo fa da anni e se lo mangia tutte le volte. Sembra nato per starci su. Eppure è sempre ansioso. 
Ha capito come usare a proprio vantaggio per divertirsi la cosa che non possiamo far capire del nostro rapporto. Ha individuato i miei punti deboli e li usa. Una volta mi ha preso la chitarra dalle mani, l’ha leccata e poi me l’ha ridata. Sa che mi fa impazzire quando lo fa e lo ha fatto davanti ad un sacco di gente. Volevo ucciderlo, ma chiaramente Jerry non reagisce, così ho dovuto fare finta di nulla. 
Un giorno lo ucciderò, però sono contento che cominci ad imparare un po’. 
Arriva il richiamo, è ora di iniziare. Ci raduniamo, ci abbracciamo insieme, Jacoby parla, urla di rito, il motto che è diventato ‘time for annihilation’ al posto di 'viva la cucaracha’ e via sul palco. 
Quando ci mette piede si rianima, non che prima fosse morto. 
Jacoby come di consueto diventa una bestia, si mangia il palco, si butta sulla folla e nuota, li incita in un sacco di modi, interagisce tanto e canta come un treno. Oggi è davvero perfetto, non ha una stecca, non cala una volta sola, la voce è sempre al meglio, come se non fosse l’ultimo giorno di un tour come sempre intenso. 
Incredibile e basta. 
Più lo guardo e più mi rendo conto che è questa la sua vita, su un palco, microfono in mano a far sua la folla. Non c’è altro che possa fare. Non per la sua voce, che comunque mi fa impazzire come il primo giorno anche se ora è addirittura meglio. È proprio per come si anima, per tutto quello che dà, per come si fa amare alla follia dagli altri. La sua terapia migliore è proprio sul palco a cantare, se per qualche ragione dovesse smettere non durerebbe una settimana. 

La festa è consueta e normale, come è normale che alzi un po’ il gomito, io sto sempre nei paraggi e quando diventa appiccicoso cerco di ricordare a me stesso che non posso abbandonarlo perché altrimenti andrebbe a fare qualche cagata in giro. Soffro nel sentirmelo addosso davanti a tutti, ma da ubriaco non ricorda che non deve fare certe cose ed io subisco da bravo, così le cose vanno meglio del solito, paradossalmente. 
Tutti ridono, la maggior parte non è messa meglio di lui, perciò mi rendo conto che posso stare anche un po’ più rilassato. 
Grazie a questo Jacoby non esagera, non beve oltre un certo punto, si butta sul cibo e seppure rimanga alticcio e particolarmente comico, non si devasta troppo. Ad un certo punto è lui ad abbracciarmi stritolandomi il collo starnazzando: 
- È ora di portare a dormire il bambino... - Voglio ucciderlo, però sono commosso nel vedere che si gestisce tanto bene anche da ubriaco, o meglio non ha esagerato perché non gli sono andato contro e gli sono rimasto vicino lo stesso. 
All’ultimo giorno di tour pare che io e lui finalmente troviamo il nostro famoso compromesso. Anche se mi piacerebbe che la smettesse di farsi di qualunque specie di veleno. Ma diamo tempo al tempo. Ora inizio ad essere fiducioso e glielo dimostro a letto, nel nostro albergo. 
Finalmente Jacoby torna in sé ed è felice e se lui è in sé e felice, lo sono anche io. Tantissimo.
Chissà se le cose da qui possono finalmente solo migliorare? 

Appena torniamo a casa, il tempo di rivedere le nostre famiglie e di superare il trauma del passaggio da un mondo all’altro, per non parlare del senso di colpa nel sentirsi incredibilmente capace nel baciare Jessica dopo Jacoby -ma questo mi era già capitato in tour- decidiamo di andare a trovare Dave per vedere come sta e se è pronto per ricominciare. Adesso ci prendiamo un po’ di vacanza durante la quale Jacoby si butterà incredibilmente giù per i suoi problemi in casa a fare dei ruoli che non sente o di cui ha paura, poi però l’idea è di tornare in quella magica casa fatata e rimetterci a fare un altro album. Abbiamo molte canzoni che avanzano dal precedente, alcune sono solo imperfette o incompiute, ma non dovremmo metterci molto per sfornarne un altro. 
Da un lato quando Jacoby è a casa sono tranquillo perché anche se non gli piace e si tortura perchè è terrificato dall’essere padre, è sotto controllo. Kelly fa da generale e con lei lì è incredibilmente difficile che si faccia o che beva. 
E poi sembra che stiamo lentamente trovando un equilibrio, se sa di poter contare sul nostro rapporto che non deve soffocare sempre o troppo, spero che la sua rinascita possa consolidarsi. 
Non è che non beve per niente e non fuma canne, però lo fa di meno, è molto più in controllo di sempre e la cosa mi fa essere ottimista per la prima volta. 
Al di là di tutto, la maggior parte dei problemi per lui derivano dal tour Perché la vita da tour è complicata, piena di stress e di tentazioni e quindi conclusa quella in linea di massima inizia la parte migliore. Anche se poi la parte migliore è quando c’è il processo di creazione, specie ora che ci isoliamo in una casa senza distrazioni di sorta. 
Lì Jacoby si rilassa completamente e si tranquillizza. Cambia come il giorno e la notte. 

Per questo, quando arriviamo da Dave e ci dice che non tornerà più con noi, è un fulmine a ciel sereno. 
Quando ce lo dice sento in un istante come se una casa intera mi crollasse addosso e non è per me, è per lui.
Guardo immediatamente Jacoby vicino a me, è la prima cosa che faccio, e so in un nano secondo che sta per scoppiare una di quelle tempeste con terremoto annesso e forse anche tsunami. Di quelle da cui non ne esci integro.
Ed in un attimo tutti i miei pensieri positivi, il mio ottimismo, i faticosi passi in avanti si sgretolano sotto i miei piedi perché su questo so di non sbagliarmi. 
Se poteva subire un duro colpo impossibile da sopportare, questo era proprio l’addio di Dave.