*Jacoby si trova davanti ad una delle peggiori notizie della sua vita, sicuramente della sua carriera di cantante. L'addio di Dave. In costante precario equilibrio non può viverla bene o non sarebbe lui, perché lui esagera sempre su tutto e vive ogni emozione come un uragano. Nella realtà non si sa di preciso cosa è successo fra i ragazzi e Dave quando ha deciso di lasciare per motivi di salute il gruppo, però si sa da dichiarazioni di Dave che Jacoby e Jerry non lìhanno presa bene perché per anni non lo hanno mai incontrato, al contrario di Tobin che invece lo vedeva. Che se hai sintomi psicotici non è detto che sei psicotico è comunque vero da un punto di vista clinico. Buona lettura. Baci Akane*
51. LA BOMBA FRA LE MANI
"Dai uno sguardo al mondo intorno a te
Riesci a vedere la disperazione?
Dai uno sguardo al mondo intorno a te
Riesci a vedere la vita che stai vivendo?
Qualcuno dice la verità,
qualcuno vive in una bugia"
Gli occhi corrono subito frenetici su Jacoby e noto che poco distante Tobin fa lo stesso. È come se tutti sapessimo che lo scoglio è lui e vorrei avere la prontezza per gestirla io, vorrei essere veloce, spigliato e trovare le parole giuste, ma il mio problema si vede in momenti come questi.
Quando dovrei parlare e non ci riesco.
La testa è una tabula rasa, la gola si annoda, non escono nemmeno dei suoni. Allora spero che Tobin faccia qualcosa, ma nemmeno lui è un grande fan del parlare, per questo siamo tutti felici che il frontman, leader e fondatore sia Jacoby.
- Che cazzo dici? Certo che torni con noi! Torni eccome! Che cazzo hai da fare di meglio? Dormire tutto il giorno? Correre? Che cazzo fai? - Jacoby parte subito in quarta, gli va anche davanti e lui rimane seduto sul divano a fissarlo come se si aspettasse questa reazione. Lo conosce bene.
Jacoby ha il tono della paura, quello che cerchi di mascherare con prepotenza, ma chi ti conosce bene sa cosa c’è dietro.
Dave alza la mano e lo ferma.
- Allora se vuoi che torni, tu devi fare quel che ho fatto io. Disintossicarti come si deve ed una volta per tutte. - Silenzio. Di quei silenzi pesanti.
C’è un lunghissimo secondo che intercorre fra le sue parole e la risposta di Jacoby ed io riesco a pensare che non è questa la richiesta giusta e non è la disintossicazione che risolverà i problemi di Jacoby.
Ma lui poi allarga le braccia ed inizia ad infiammarsi, la voce si alza subito come se l’avessero punto.
- Vaffanculo, cosa cazzo centro io? Io non sono un tossico, io bevo e mi faccio un paio di canne! Ho preso qualcosa con te questo giro, ma mi sono fermato subito, chiedi a Jerry! - Dave però punta il dito rimanendo seduto, come io e Tobin nel divano. Jacoby resta chiaramente in piedi.
- Io mi sono disintossicato giustamente perché sono finito in ospedale, tu anni fa sei finito in ospedale e non hai mai fatto disintossicazione come avete fatto fare a me! Che differenza c’è fra le due cose? E tutti sappiamo che sei fuori controllo, che ti ubriachi e non venirmi a dire che non ti fai perché non ti credo! Ti conosco bene! Quando inizi non hai freni! - Chiudo gli occhi, vorrei avere la forza di intromettermi, ma è come se sentissi i ronzii di Jacoby, la pressione sale, la voglia di gridare trabocca in me, di dire la verità, di spiegare che non è quello che crede di aver visto, che Jacoby ha bisogno di un altro aiuto, di quelli che non puoi obbligare ad accettare! Che se fai così peggiori tutto. E poi lo guardo mentre si strofina l’orecchio contro la spalla in quel suo tipico modo nervoso da chi sente e non riesce a controllarsi.
Si tocca insistente la cicatrice sulla testa.
- È diverso e poi sono finito in ospedale anni fa, da allora non mi faccio di continuo! E poi la cosa ti sconvolgerà, ma riesco a frenarmi! Io posso benissimo continuare a fare qualunque cosa mentre smetto di bere e fumare! -
- Jacoby, ti ho dato delle pasticche e tu le hai prese! E ti ho anche fatto tirare e tu l’hai fatto! - Per me è come un pugno allo stomaco, sapevo che quando litigava con me andava a fare cose che non volevo sapere, ma questo non ha cambiato che lo abbia fatto.
Capisco Dave, ma come fa a non capire la reale situazione di Jacoby?
È diverso, è maledettamente diverso.
Jacoby prende sempre più fuoco, sembra che Dave butti benzina. Dov'è l’acqua?
Dà un calcio al tavolino che lo ribalta, per fortuna è vuoto.
Lo guardo impallidendo, si dà colpi sulla cicatrice, ma non sembra funzioni, Dave alla fine lo indica.
- Ti sembra la reazione di uno sobrio? Di cosa ti sei fatto prima di venire? Davvero pensi che Jerry ti parerà sempre il culo? Prima o poi si stuferà, prima o poi si stuferanno tutti! Devi andare in disintossicazione, questa è la mia condizione! - Sembra fermo e deciso, Jacoby sta per gridare qualcosa, ma poi vedo che punta ad un vaso e penso che se lo stia per dare addosso per fermare quell’esplosione che deve avere in testa e non gli fa capire che dice e che dovrebbe fare.
Così istintivamente mi alzo e faccio quello che non pensavo di avere la forza e la capacità di fare.
Mi intrometto e prendo in mano la situazione. Metto una mano sul pugno stretto di Jacoby e appena lo tocco si spegne immediatamente.
- Il problema di Jacoby non è con alcool o droga, sebbene di certo non aiutino. - Dave si aggrotta sorpreso di questa mia mossa che mai avrebbe pensato di vedere. Nemmeno io pensavo di riuscirci. Mi sforzo mentre il cuore batte forte e lo sento in gola e mi sembra di non avere abbastanza fiato.
Queste sono emozioni che non sono in grado di gestire ed odio trovarmici in mezzo e vorrei che Jacoby facesse lui ma so che è proprio questo che lo fa impazzire tanto. Io scappo proprio da quello che lo schiaccia.
Le emozioni. Quelle forti. Tuonanti.
- Che stai dicendo? - Chiede senza capire. Mi metto davanti a Jacoby e lo lascio, poi continuo calmo:
- Lui ha un problema con l’alcool e le altre cose di cui in tour finisce per farsi, ma non è quello il suo problema principale. Se si disintossicasse non risolverebbe il suo reale problema, quello che lo porta a bere e stordirsi e fare cagate. E poi fidati che anche se non sembra è in controllo, ormai. Il suo non è uno stordirsi impulsivo ed incontrollato, lo fa coscientemente e volontariamente ed è in grado di fermarsi se risolvesse questo suo reale problema profondo. - So che così non aiuto, sto cercando di non tradire la fiducia di Jacoby, ma a questo punto non si può più nascondere quel che ha, anche se nemmeno io so bene di cosa si tratta.
- Ma di che cazzo parli, si può sapere? - Chiede Dave, Tobin mi guarda allibito.
- Non sono cazzi tuoi! Io mi controllo, non tornerò più al punto di finire in ospedale! Ho preso qualche pasticca e tirato a volte, fumo canne, bevo e scopo con chi cazzo mi pare, ma non è questo il punto! -
Jacoby si mette davanti a me di nuovo per non farmelo dire, sento che trema e si vede bene, come una crisi d’astinenza, ma non è così. Dave a questo punto si alza, non ne può più.
- E quale cazzo è il punto? Perché a me sembra che questa sia proprio la reazione tipica di un tossico! Non devi finire in overdose per ammettere che hai un problema! Di che diavolo parla Jerry? -
È stupito per il fatto che io di solito non racconto palle e non indoro una verità amara, perciò se dico una cosa del genere significa che è vera, ma non riesce a capire.
Jacoby scuote la testa terrorizzato all’idea che si sappia. Forse più lo sanno e più è reale.
- No, non... -
Ma Dave ha l’aria di uno che non mollerà e sento Jacoby come una pentola a pressione, se avesse un punto di rottura ora non so se basterebbe un po’ di semplice psicoterapia. Il terrore che si spezzi sotto questa enorme pressione che sta avendo mi invade e così gli prendo il polso e lo stringo fortissimo, poi sperando che basti, lo dico:
- Jacoby ha una nevrosi. - silenzio, quello strano silenzio che si crea quando pensano tutti di aver capito male.
- Nevrosi?! - Ripete Dave convinto di non aver sentito bene. Annuisco mentre Jacoby si paralizza e si zittisce, la mia mano sempre stretta sul suo polso, spero capisca che è per il suo bene. Almeno credo che si sia fermato tutto, qualunque cosa gli stesse per succedere.
- Sì, lui sotto pressione sente dei ronzii, è una cosa legata alla sua infanzia. Ha sintomi da nevrosi, non significa essere nevrotico però... -
- A me questo sembra una psicosi... - Tobin decide di parlare per dire proprio la cosa sbagliata, lo fulmino con uno sguardo di ghiaccio e lui alza le mani e fa l’aria di scuse, rimanendo seduto e di nuovo zitto.
- Jacoby è pazzo, è questo che stai dicendo? E si stordisce per non sentire le voci? -
- Lui non sente le voci, lui sente dei ronzii, sono... - Ma non riesco a finire che Dave mi parla sopra shoccato e accusatore.
- E tu sapevi che era pazzo e non hai mai detto niente? Hai sempre assecondato i deliri di un folle solo perché è un bravo cantante e ti fa fare la vita che hai sempre voluto? - Quando lo dice è in me che qualcosa si spezza, sto per colpirlo, sento che mi sale su una di quelle bombe che non ho mai avuto nemmeno, ma Jacoby mi precede e lo colpisce per primo con un pugno in viso.
Dave è più grosso, ma Jacoby non è mingherlino. È sufficientemente forte. E poi il fattore sorpresa lo fa finire sul divano, a poca distanza da Tobin che rimbalza.
- Non osare insultare Jerry! In tutto questo inferno è il solo che ha sempre capito e mi ha aiutato come poteva! - Dave però si rialza, io non ho il tempo di pensare, di capire, di reagire che il pugno del batterista colpisce Jacoby che finisce a terra, si gira col sangue sulla bocca, sorride grottesco e mi guarda con l’aria di chi non è qua.
- Vedi, adesso c’è silenzio finalmente e posso pensare! - Chiudo gli occhi e scuoto la testa, non era esattamente la cosa migliore da dire per convincere che non è psicosi vera.
Dave ride istericamente e lo indica guardandomi.
- E ti sembra a posto? Ma tu davvero pensavi che potesse gestirsi? L’hai viste tutte le stronzate che ha fatto? Quel giorno poteva uccidersi, dannazione! Come puoi assecondare i suoi deliri? Davvero è pazzo e a te sta bene? Cazzo, non ci credo. - Per un momento penso che Jacoby torni a picchiarlo, ma il colpo al sopracciglio ha lasciato il segno, infatti il lato del suo viso sanguina. Si alza e gli va davanti, lo guarda e scuote la testa con amarezza.
- È facile giudicare quando non sai proprio un cazzo della vita degli altri e tu, fottuto Dave, non sai proprio un cazzo della mia! Sai perché lui sa e tu no anche se tu mi conosci da prima? Perché lui si è accorto da solo che avevo qualcosa che non andava! Tu te ne sei accorto? Scommetto di sì, è impossibile non accorgersene quando ho le mie follie, ma fanno ridere, no? Per cui perché cazzo fermarle? Lasciamo che faccia il pazzo, tanto è divertente, se poi c’è qualcosa dietro chi se ne fotte? Che si droghi, che beva pure! Che muoia anche! Perché tanto lui è pazzo, ma fa ridere e sono cazzi suoi! No Dave, no... - Silenzio, la sua voce diventa un sibilo velenoso che non ho mai sentito, parla con disprezzo e nei suoi occhi leggo tutto l'odio che ha provato da sempre per tutti quelli come lui che hanno sempre visto e non hanno mai teso una mano. Quanta gente ride e lo incita e vuole che lui faccia follie per divertirsi?
Lui è schiavo dei suoi modi, ma perché qualcuno l’ha reso schiavo. Nessuno l’ha fermato. Nessuno gli ha permesso di liberarsi.
E forse ha sbagliato lui più di tutti, ma capisco da dove derivi questo odio e questo disprezzo e capisco che decisamente quel che ha dentro Jacoby è ben più grande e complesso di quel che avevo osato pensare.
Jacoby si avvicina al suo viso fino a sfiorarlo, poi conclude col sibilo di prima pieno di odio:
- No Dave, non puoi giudicarmi. Perché sta troppo bene a tutti che io sia così pazzo. Fanculo, vuoi andartene? Mi sta bene! Ti auguro ogni bene! -
Con questo Jacoby se ne va sbattendo la porta. Chiudo gli occhi un istante, scuoto la testa incredulo di come sia finita. È davvero così? Non c’è altro da fare?
Ecco cosa succede quando mi metto in mezzo, ma se non lo facevo penso che avrei perso Jacoby.
- Jacoby ha dei demoni che nessuno di noi immagina, ha avuto problemi seri nell’infanzia che l’hanno segnato. Avere sintomi psicotici non lo trasforma in uno psicotico, però ha bisogno di aiuto. Questo genere di aiuti non li puoi imporre, perché il terapista ha bisogno di collaborazione da parte del soggetto. Ci ho provato mille volte, ma non l’ho mai convinto. Capisci cosa voglio dire? La sua paura più grande è di realizzare che è pazzo sul serio. Hai idea di che cosa significa capire che sei davvero pazzo? No, perché non è un problema che ti ha mai sfiorato il cervello. Lui convive da sempre con cose che noi non immaginiamo e stordendosi un po’ le ferma. A volte esagera, altre riesce a fermarsi in tempo. Se lui avesse un ambiente tranquillo che non lo mette costantemente sotto pressione per ogni cagata, potrebbe gestire ancora meglio tutto questo. Deve trovare un modo per esorcizzare i suoi demoni, così non avrà più bisogno di stordirsi. Ma così, Dave... così lo stavi per spedire al creatore. La sua mente non è spezzata, ma quanto sta a farlo? -
- Ma non puoi riuscirci così... ad aiutarlo, dico... - Dice Dave sotto shock nel sentirmi parlare così tanto e dire queste cose. Alzo le spalle e mi faccio indietro, apro le braccia in segno provocatorio.
- Pensi che un trattamento sanitario obbligatorio funzioni? Io credo che lo spezzi definitivamente. Tu sei disposto a rischiare la sua vita, la sua mente sul serio? Finora sente ronzii sotto pressione che ferma stordendosi o ferendosi. Fin dove vogliamo arrivare? - Con questo me ne vado.
So che gli ho scaricato una bomba pronta ad esplodere, ma quella bomba l’ho avuta fra le mani io da solo da anni. Era ora che la portassero un po’ anche loro.
Me ne vado alla ricerca di Jacoby, col terrore dentro che possa andare a schiantarsi. E non so se rivedrò Dave.
Non ne ho proprio idea.
Ma ora come ora, nella mia testa, c’è solo Jacoby.
Spero di fare in tempo.