* Dopo la festa organizzata dal nuovo produttore, James, che segue Jacoby come un ombra facendogli da baby sitter per farlo produrre buona musica, è tempo di appartarsi per lui e Jerry. La situazione comincia a complicarsi e per Jerry non è facile capire cosa fare perché potrebbe essere una sciocchezza od un futuro disastro, ma al momento Jacoby è in una situazione di serenità precaria e Jerry non è famoso per prendere le cose nelle sue mani e reagire in modo attivo. Buona lettura. Baci Akane* 

55. QUEL BUON PERIODO

jacoby jerry

"Allora guardami cadere dalla grazia
Guardami scavare il mio odio
Nel cuore di un’amante,
mi sento che non posso fuggire dal mio fato
Il mio cuore è un pugno inzuppato di sangue
La mia anima combatterà ancora"

MY HEART IS A FIST

In camera ormai non cerchiamo nemmeno di andare in due diverse. La condividiamo da subito e non sembra ci siano problemi. 
È quasi mattina, ma ci siamo divertiti molto. È stata una specie di festa di inizio del nuovo album. 
Jacoby entra ridendo e fa ancora casino, io sono felice che stia così bene, certi giorni è l’ombra di sé e penso abbia qualche astinenza. 
Mi dispiace vederlo in certi stati, però chiuderci qua serve sempre a riabilitarlo. Chissà se se ne rende conto che quando fa un album si disintossica per poi re intossicarsi di nuovo quando inizia il nuovo tour. Quanto pensa di andare avanti così?
- Che festa fottutamente bella! In gamba quel James! Non pensavo che quando ha detto ‘scommetti che ti diverti anche senza sballarti’ potesse riuscirci davvero! - Sorrido e scuoto la testa, ma le labbra si spengono e distolgo lo sguardo mentre mi spoglio facendo finta di niente. 
Tanto so che con lui è inutile. È attento a tutto quel che mi riguarda. 
- Ehi... - Fa poi così improvviso notando il mio cambiamento. 
- Cosa? - Chiedo fingendo che vada tutto bene. 
Jacoby mi si mette davanti con gli occhiali ed io rido, poi però se li toglie e piega la testa di lato aggrottato. 
- Che hai? - Fingi Jerry, fingi! 
I suoi occhi si stringono sottili, l’azzurro legge già tutto, così scrollo le spalle e mi tolgo i pantaloni. 
- Niente, è solo che... ti piace parecchio James, vedo... - Messa così sembro geloso. 
Un momento. Perfetto. Se pensa che sono geloso è perfetto. 
Lui si anima subito e malizioso salta sul letto e inizia a rimbalzare facendo la scimmia felice. 
- Allora sei geloso! Sei geloso di James perchè mi piace! - Appena lo dice non controllo lo sguardo. Forse non devo fingere di essere geloso, dopotutto. 
- Tu o li ami o li odi! - 
- Beh, me ne sto innamorando! - Lo sguardo si fa ancora più sottile, mi fermo in boxer soppesando l’idea di dirgli che lo sta usando, però Jacoby è uno stronzo e penso che meriti di essere torturato! 
- Allora sposalo! - con questo me ne vado al bagno sbattendo la porta. 
Ok, non ho dovuto farlo apposta. 
Che cazzo, perché deve dire certe cose? So che lo fa apposta, però mi irrita lo stesso! E comunque James gli piace e sono furioso perché lui lo sta facendo di proposito, ma lo sta usando in un certo senso, sta facendo una cosa che Jacoby odia... finirà male, finirà malissimo. 
No, devo avvertirlo in qualche modo. Se glielo dico ora rischio di rovinare tutto il processo di creazione, quello è capace di mandare a puttane il contratto intero... insomma, James è uno dei nostri produttori e per quel che ho visto è comunque bravo nel suo lavoro. 
Però il modo in cui sta usando Jacoby... 
Non riesco a finire il pensiero che mi piomba dentro Jacoby nudo, mi prende brutalmente per le spalle, mi gira e mi mette con la schiena al muro, poi si inginocchia e mi toglie i boxer, l’unica cosa che mi rimaneva addosso. 
La sua bocca finisce subito sul mio membro e non ho nemmeno tempo di pensare e capire. Lui è lì che mi fa il pompino della buonanotte, ma so che è solo un preludio per dopo. 
Scuoto la testa cerco di ragionare, ma è proprio difficile. 
- Jacoby... se fai così non rimane niente per dopo... - E così ridendo smette di succhiare spostando la bocca sul mio inguine, cosa che mi fa sussultare. 
- Beh, vorrà dire che dopo ci penso io... - Gli sta venendo la fissa dell’attivo. Non che mi dispiace, in realtà è questione di abitudine... 
Lascio andare la testa all’indietro e finisce che spingo il bacino nella sua bocca mentre risucchia in quel modo che mi fa impazzire.
James è bello che andato, così come ogni mio proposito. 
Jacoby non si ferma finché non mi fa venire, così ingoia ed è anche peggio, perché riesce a sconvolgermi quando lo fa. Mi eccita ancora. 
Si alza e mi bacia subito trasmettendomi il mio sapore amaro ed io arriccio il naso. 
- Cazzo Jacoby... - Le sue mani scivolano sui miei fianchi. 
- Rimedio subito... - Mormora sulla mia bocca, poi va all’orecchio e lo prende fra i denti. 
Ogni notte siamo insieme, ogni notte. 
Il giorno è un’altra cosa. Non litighiamo e non facciamo gli estranei, però facendo canzoni per lui è una lotta interiore fra sé e quel che deve uscire. 
Perché la maggior parte di quel che vuole tirare fuori è come un macigno enorme, per lui è una lotta fare un testo. Ed è una lotta non potermi rubare un bacio davanti a tutti. 
Per cui vive per la notte, dove siamo io e lui e tutto va bene. 
Ogni problema è cancellato dai nostri orgasmi. 
- Sai, prima quando ho detto che mi sto innamorando intendevo solo che mi piace. Quando scopro una persona e questa mi piace, per me è un innamoramento... ma non intendo in senso erotico o sentimentale... tu sei l’unico! - ridacchio e scuoto la testa. 
- Oh certo, l’unico dopo le puttane che ti fai quando non vengo con te perché odio che bevi e ti fai! - 
Jacoby ridacchia malizioso, mi accende in questo modo così semplice e mi fa diventare secco e freddo. È un contrasto che solo lui riesce a creare. 
- Allora pensi di punirmi per questi miei modi? - 
- No dico, se io ti tradissi tu come reagiresti? - Jacoby si ferma e piega la testa smettendo di giocare a strusciarsi su di me nudo e toccarmi e leccarmi. Ci pensa anche. 
- Ti ucciderei! - Alzo gli occhi al cielo sgusciando via dal bagno verso la camera. Lui mi segue allargando le braccia. - No sul serio! Penso che mi farei tutti quelli che conosci per vendicarmi! Ti sputtanerei anche! No, decisamente reagirei di merda! - 
- Perché sei un esagerato. - Dico calmo mentre arrivo al letto e controllo un’ultima volta il telefono. 
- Certo che lo sono, ma mi ami per questo! - Gli faccio il dito medio e mi stendo nel letto facendo finta che per stasera io sono a posto. Lui mi guarda perplesso. 
- Sei davvero geloso di James? Oppure vuoi punirmi tardi per le stronzate che faccio da fatto? - Alzo ancora gli occhi al cielo girandomi dall’altra parte. Odio quando parla di sé in questo modo, odio quando si definisce tranquillamente un fatto ed odio quando sminuisce quel che faceva. 
- Solo perché io non ho mai reagito da fidanzato non significa che non mi dia fastidio. - Jacoby si stende con me chiudendo la luce, mi si appiccica alla schiena abbracciandomi sotto il piumino caldo. 
- Ebbene perché non lo dimostri? Odio quando tieni dentro certe cose e fai finta di niente, perché cazzo non parli? Pretendi che capisca da solo? Tu non fai niente ed io penso che non te ne fotte, che non siamo niente! Poi quando sto male spuntano i ti amo e penso ok, non vuole che mi uccida, ma non vuole comunque stare con me sul serio, altrimenti sarebbe geloso e me lo direbbe! - Jacoby parte in quarta coi suoi discorsi, io mi giro solo con la testa oltre la mia spalla ed incontro la sua bocca quasi sulla mia, i suoi occhi vicini. 
- È questo il problema? Che non dimostro la gelosia? - 
- Il problema è che non dimostri nessuno dei tuoi cazzo di sentimenti, Jerry! Il fottuto problema del cazzo è che non parli, non dici nulla, non mi fai capire un fottuto cazzo ed io devo indovinare! Come faccio a capire che ti dà fastidio che vado con le puttane quando mi faccio? - 
- E smettila di dire che vai a puttane quando ti fai come se fosse una sciocchezza, perché invece lo odio! Devi capire che è grave quel che facevi ed io lo odio! - Sbotto sempre rimanendo di schiena rispetto a lui, ma con lui attaccato alla mia vita. 
- E perché cazzo non me lo dici mai?! - Ed eccolo lì il punto. Lui non riesce a fare a meno di parlare, io invece non riesco a farlo. Ma come mai stiamo insieme? 
- Perché sei incasinato e aspetto che ti rialzi, che risolvi le cose più gravi! È inutile che faccio il fidanzato geloso se sei pieno di enormi problemi nella tua testolina! - Lui fa il broncio, mi giro meglio verso di lui e mi guarda torvo, col broncio infantile. Nudi uno davanti all’altro, sotto le coperte. 
- Forse non si può sempre stare qui ad aspettare passivi che le cose succedano o cambino... - Spalanco gli occhi e lo fisso meglio convinto che si sia fatto, cerco di capirlo ma sembra in sé, sebbene i suoi occhi siano sempre un po’ svaniti da quando va su e giù dai suoi vari stordimenti. 
- Lo dici a me? - Alza le spalle e si allontana, così mi giro del tutto e mi tiro su con le spalle sulla testiera del letto, lo guardo mentre si mette supino e mette le mani dietro la nuca senza guardarmi. 
- Non so, se vuoi qualcosa da me dovresti provare a prenderla in modo più violento. La tua filosofia è di aspettare che io decida di curarmi, ma forse dovresti usare metodi più drastici. Sai, così tu accetti tutto e giustifichi tutto e metti delle pezze dove io distruggo, ma sembra che in realtà non te ne importa. Io non riuscirei a fare come fai tu, io farei un disastro, ucciderei! E penso quindi che non te ne importi davvero... - è un ragionamento che ha senso ed è tipico degli egocentrici. Pensano che tutti ragionino come loro. 
Sospiro e cerco le parole giuste, con calma come mio solito. Guardo il suo viso mentre fissa il soffitto. 
- Sono fatto diversamente, io penso che tu devi volerlo, deve succederti qualcosa. Io credo che tu hai dei ricordi, dei demoni da cui scappi, che non vuoi affrontare. Ma non posso chiederti di che diavolo si tratta, devi averne tu voglia di raccontarmi e affrontare. Come il discorso di tuo padre... devi andare a trovarlo e guardarlo di nuovo in faccia, ma devi essere tu, io non posso dirti... - 
- E se non lo facessi mai? - Silenzio. Si gira verso di me e si mette a sedere di scatto voltandosi bene, l’aria turbata, arrabbiata insieme. - Se non lo facessi mai tu rimarresti lì in attesa per sempre a sopportare tutto? Questa cosa da luna di miele mentre componiamo e inferno mentre siamo in tour... - 
- Sei tu che ti fai questo, io non c’entro! Non ti posso legare! Un giorno ti stuferai di disintossicarti e poi intossicarti di nuovo. Di cadere e risalire di continuo e di continuo. Prima o poi ti stuferai e deciderai di affrontare quel che devi, che ti blocca, che ti fa impazzire così! - Lo dico chiaramente usando anche più parole di quel che vorrei, perché per lui mi devo sforzare anche io. Non posso pretendere che lo faccia solo lui. 
Sta in silenzio e continua a riflettere. Pensa ai demoni che non mi vuole dire, pensa a suo padre, pensa alle sue guerre continue, alle sue fughe e a tutto quel che lo massacra. Alle sua cadute e risalite. 
E so che scriverà un sacco di canzoni stupende in questi mesi chiuso qua dentro. E ne uscirà pulito e a posto. E poi tornerà il ciclo distruttivo, perché in mezzo al mondo lui non ce la fa, non riesce. 
- Non puoi essere sempre tu quello che si sacrifica e si fa da parte, sopporta tutto e aspetta. Quanto aspetterai? Quanto si può sopportare così? - Alzo le spalle. 
- Per questo non ci consideriamo veri amanti... o comunque non una vera coppia. Non trovi? A queste condizioni è impossibile. - Tira fuori il labbro pensieroso, triste. 
- E cosa siamo? - Sorrido addolcito e mi sporgo verso di lui, chino il capo e lo incrocio col suo, poi quando le labbra si sfiorano gliele lecco. 
- Jacoby e Jerry. Due che si amano e che non possono fare a meno uno dell’altro, due che insieme si fanno bene a vicenda e separati stanno di merda. - Lui fa un piccolo sorriso. 
- Solo due che si amano? - Come se fosse poco. Annuisco e così schiude le labbra e me le consegna dolcemente, arrendevole e collaborativo. 
E così ho evitato il discorso James. Dovrò dirgli qualcosa lo stesso, ma non posso ferirlo ora. Sarebbe un colpo che non potrebbe superare. 
Gli prendo il viso fra le mani e continuo a protendermi verso di lui mentre lento si stende ed io mi metto sopra, le lingue giocano insieme mentre i nostri corpi si trovano e si strofinano caldi, l’elettricità ricomincia, le erezioni si danno piacere così come le nostre bocche che scendono sulla nostra pelle. Lento, piano, dolcemente lo faccio mio. Completamente mio. 
E lui si rilassa sotto di me, si stende, si lascia girare e si abbandona alla mia bocca sul suo corpo, la mia lingua nei suoi angoli che lo fanno gemere, le mie dita che lo forzano. Abbandonato e rilassato sotto di me, piega la gamba di lato e si succhia l’indice, quello di solito è il segno. 
risalgo sul suo corpo, mi accosto, mi fermo sull’orlo e sul suo orecchio glielo sussurro. 
- Ricorda che comunque ti amo, anche se non avessi ancora la forza di uscire da queste tenebre e abbracciare la luce. Ti amo comunque. - è un bel casino e forse ha ragione che una persona non dovrebbe aspettare passivo e sopportare tutto questo, ma l’idea di perderlo mi fa impazzire e così preferisco aspettare fino al suo prossimo momento di lucidità. 
È questo il nostro rapporto. 
Lentamente entro in lui che si apre a me con sollievo, come se non ne potesse più. Apre la bocca, chiude gli occhi e sospira con quella sua voce bassa e roca che mi farà sempre impazzire. I suoi lineamenti sensuali di natura, le sue due piccole lacrime tatuate agli angoli degli occhi, altri disegni sul resto del suo corpo forse non perfetto, ma bello per me. 
Lo faccio mio e lui si lascia coccolare, si lascia possedere, mi si consegna e mentre lo fa mormora: 
- Portami con te. Portami sempre con te. Sempre. - Ed io, ovviamente, lo farò.