*Finalmente è ora di usare le manette che Jacoby ha regalato a Jerry per il suo compleanno. Che a Jacoby piaccia il dolore fisico non è una cosa confermata, ma dedotta. Osservandolo e studiandolo mi sono messa in testa che debba avere il gusto per il dolore fisico, ma potrebbe essere assolutamente non vero. Buona lettura. Baci Akane*
60. REGALI DI VARIO GENERE
"Lo sai, mi piace quando sei in ginocchio
E io sono un drogato per il modo in qui mi soddisfi
Mi zittisci quando ingoi"
I ALMOST TOLD YOU THAT I LOVED YOU
I suoi polsi tirano istintivamente, stringe i pugni, ma non c’è verso di liberarsi.
- Spero non facciano troppo male. - Dico poi sul suo orecchio finendo per leccarlo.
Finalmente sono andati tutti via e lui è compiacentemente rilassato.
- Spero non farai troppo piano! - è la sua splendida risposta.
Io rido e scuoto la testa tirandogli il lobo coi denti.
- Lo farò come piace a me! - Il che non presuppone che sia come piace a lui. So che a lui piace il dolore, perché così si sente meglio, sa di essere presente, vivo. Però a me piace un altro genere di pratica.
Mi sollevo in piedi giù dal letto e lo guardo nudo legato al letto su cui prima lo stronzo ha fatto sesso con sua moglie, l’immagine di lui e Kelly che rotolano nel nostro letto si sovrappone ed in effetti qualche istinto omicida mi sale su.
I suoi occhi sono vivi e non vede l’ora che si cominci, in risposta io mi spoglio sfilandomi la maglia e successivamente mi tolgo i pantaloni insieme ai boxer. Rimango in piedi davanti a lui che si lecca le labbra.
Jacoby in questa versione è maledettamente sexy, ma non se ne rende proprio conto. O forse è a me che piace da matti.
- Vorrei sapere come ti è saltato in mente di fartela qua! - Ripeto incredulo che abbia osato. Lui ride.
- Speravo che poi avresti voluto usare le mie manette così! - Scuoto la testa e salgo sul letto, sopra di lui, a cavalcioni.
- Ma mi sa che avresti preferito che usassi un frustino... - Poi mi chino e sul suo orecchio torno a ripetere: - Sbaglio? - Lui rabbrividisce ed io sorrido consapevole che è un sì.
- E visto che non ce l’hai, come pensi di farmi contento? - Chiede sfacciato girando la testa verso di me, tira fuori la lingua alla ricerca della mia che però gli nego malizioso.
- Guarda che non sei tu il festeggiato, qua si deve fare quello che piace a me e averti a mia disposizione mi piace. Se il tuo effettivo regalo eri tu legato e nudo, ti ringrazio. Hai centrato i miei gusti! - Rispondo malizioso. Lui ride in modo erotico, erotica è la sua voce e pure il suo sguardo. Come fa lui il viso da sesso non lo fa nessuno. È da sempre il mio problema.
- Quindi devo farti arrabbiare di più? Scopare qua con Kelly non è stato sufficiente? - Scendo sul suo collo mentre con le dita pizzico i suoi capezzoli.
- Vorrei che ti impegnassi ad essere meno masochista, ogni tanto! - Ma mio malgrado gli mordo il collo e lui inizia a sospirare.
Oh beh se sospira posso fargli tutto quel che vuole.
Gemi, gemi ti prego... fammi sentire la tua voce...
Per questo scendo con il viso mentre mi struscio col corpo sul suo, avendo ben cura che la mia erezione vada contro le sue cosce. Gli tiro i capezzoli coi denti e sospira ancora. No, Jacoby, devi gemere. Gemere sul serio.
E così mi sposto sull’inguine, appena sopra la sua erezione, lì nella linea inguinale. E mordo come si deve, con le unghie che affondano dal torace in giù, graffiando i suoi tatuaggi.
Il suo corpo ricoperto di disegni tutti nel tema del doppio e dell’opposto parlano del suo tormento interiore, mentre il fatto che sono praticamente estesi su tutto il corpo parla del suo bisogno di sentire dolore per sapere di essere ancora vivo.
Appena affondo meglio unghie e denti, lui finalmente geme.
Oh, bravo. Gemi...
Continuo e lui non mi delude.
La mia bocca poi si chiude sulla sua erezione, lo bacio e lo lecco fino a che lo succhio.
Lo succhio bene, fino in fondo alla gola, tirando deciso, risucchiando. Lo sento crescere contro la mia lingua ed arrivare fino giù, e spinge col bacino, quasi come volesse scoparmi lui. Ridacchio mentre mi stacco, mi mancano le sue mani sulla mia testa, lui che mi tira i capelli e grezzo e violento cerca di prendere il sopravvento.
Scendo giù continuando il percorso, mi perdo con la bocca fra le sue natiche, faccio mia la sua apertura, mi ci perdo con la lingua e poi con le dita, fino a che non entrano agili e lui si contorce tutto dal piacere, ancora di più quando ne metto due. Geme quando ne infilo un terzo e mi rendo conto che il senso di lacerazione l’aiuta a sentirsi bene mentre il dolore fa il suo corso.
Poi mi domando cosa possano sentire gli altri nelle camere accanto, ma non me ne frega un cazzo, devo sentirlo gemere.
Ti prego, gemi, Jacoby.
Fammi sentire la tua voce. Ti prego.
Smetto di dargli piacere da dietro, una delle cose in assoluto più belle per un uomo, lui mi guarda torvo da sopra mentre mi sollevo e mi metto a cavalcioni sulle sue spalle, mi lecco la mano e mi strofino l’erezione davanti al suo viso, l’accarezzo fino a che lui chiude gli occhi, si abbandona ed apre la bocca. Tira fuori la lingua in attesa ed io gli appoggio il mio cazzo proprio lì sopra. Il calore bagnato mi fa sospirare, poco dopo gli sto scopando la bocca e lui stringe e succhia e muove la testa venendo incontro ai miei movimenti.
Mi prendo alla testiera dove sono le sue mani, stringo le sue, intrecciamo le dita mentre il mio corpo diventa un’onda perpetua che finisce nella sua bocca.
Prima di venirgli in bocca, esco e mi torturo da solo, ma prolungando il mio piacere so che poi sarà incredibilmente bello.
E so che per dargli il suo, di piacere, devo cercare di fargli più male.
Così alzo le sue gambe, mi sistemo nel mezzo e senza ancora liberarlo entro veloce, prima che il mio piacere cali troppo.
Avvolge subito le gambe intorno alla mia vita, chiude gli occhi, getta la testa all’indietro e parte ancora coi gemiti.
- Oh, sì cazzo... sì... ti prego, fottimi così... più forte... - Tira i polsi legati cercando di farsi male, così mentre lo penetro e lo faccio mio, gli do un forte istintivo schiaffo sulla coscia per dirgli di non cercarsi ancor più male. Questo gli piace, geme e con uno sguardo estremamente erotico, mi implora.
- Ancora... - Di norma non mi piacciono questo genere di cose e di norma non vado oltre, anzi. Sono uno molto classico, ma lui... quel che mi fa lui non me lo fa nessuno. Mi fermo altero, turbato dal mio desiderio di farlo felice e lui sa come convincermi, visto che inizia a chiamare il mio nome gemendo. Sa che amo il suono della sua voce, specie mentre pronuncia il mio nome.
Oh cazzo... e così gli do un altro schiaffo forte mentre continuo a muovermi, lui geme di nuovo, si spinge contro di me, tira i polsi ma non per liberarsi. Adora che io abbia il controllo e che lo stia accontentando ed è estremamente curioso di vedere come procederò, consapevole che può fidarsi e che non se ne pentirà. E così mi distendo su di lui mentre spingo più forte e veloce, le mani si serrano intorno al suo collo e stringo un po’, la sua eccitazione sale immediata e poco dopo viene addirittura.
Non posso capire cosa significhi per lui sentire in questo modo il suo corpo, averne possesso, esserci dentro completamente. Il dolore è l’unica cosa che gli dà questa cosa. Per me è scontato, mi sento sempre nel mio corpo, ogni sensazione, ogni momento sono io.
Però poi lui è diverso, lui è un’altra cosa e ho deciso di non provare a capirlo, solo aiutarlo.
Quando viene, smetto di stringere nel suo collo e niente più schiaffi, mi sospendo di nuovo prima di venire per liberargli i polsi, poi mi stendo su di lui, nascondo il viso contro il collo che prima ho stretto, le sue mani sulla mia schiena. È qua che per me inizia il vero piacere. Le spinte diventano più profonde e sentite, lui mi tiene forte a sé, forte, più forte.
E tutto sparisce mentre esplodo dentro di lui e lui mi accoglie con la sua dolcezza e passione.
Inconcepibilmente bello.
Siamo stesi insieme da un po’ ed i nostri sapori sono ancora addosso.
Dopo un po’ però Jacoby si scioglie dalle mie braccia e apre il cassetto del comodino, da qui tira fuori un altro pacchetto.
Rimango basito a guardarlo.
- Che cosa... - Lui sorride orgoglioso della sorpresa riuscita, si mette sulle ginocchia e mi intima poco gentilmente di mettermi su anche io. Lo faccio e prendo il pacchetto.
- Buon compleanno, amore! - è sempre così dolce anche se io non ne sono molto capace.
- Ma quindi le manette? - Fa un sorriso malizioso che adoro.
- Era solo per metterti in imbarazzo davanti agli altri. -
Scuoto la testa.
- Tu sei scemo... - E così dicendo apro il pacchetto dove dentro c’è un bracciale. È oro bianco con del filo nero intrecciato in mezzo, crea dei bei giochi e rispecchia i miei gusti.
Rimango sorpreso e lo guardo.
- È molto bello, grazie... - Dico meravigliato.
- Non mi piaceva dartelo là davanti agli altri, perché poi non potevi ringraziarmi bene! - Dice spontaneo. Io rido e lo abbraccio cercando subito le sue labbra. In qualche modo riesce sempre a stupirmi.
- Sei una creatura meravigliosa, voglio che mi fai un altro regalo, puoi? - Chiedo poi stringendolo ancora, le labbra sul suo orecchio.
Annuisce.
- Tutto. -
- Voglio che tu faccia di tutto per amarti ed essere felice. - Lui non fa battute e non cerca di sminuire nulla, sta così contro di me, il suo viso nascosto. silenzio.
Poi un annuire leggero col capo.
- Farò di tutto. - E questo è il mio regalo più bello per oggi. Lui e questa promessa sincera. Spero che si avveri.
Jacoby si sta ingozzando a colazione, oggi è felice e contento, è sceso dal letto cantando qualcosa e mi ha riempito di baci, come avrebbe dovuto fare ieri.
- Ma stanotte ho sentito rumori strani e pure dei gemiti... guardavate un porno? - Chiede James fissando me e Jacoby perché deve aver identificato il rumore proprio nella nostra stanza.
Io mi metto a tossire e divento cianotico, Tobin che non capisce niente mi batte la schiena come se fosse tutto ok, Tony non è ancora fra noi e Jacoby continua a mangiare come niente:
- Provavamo le manette. - Con questo mi alzo e vado a sputare il boccone nel lavandino, James mi guarda senza capire, io guardo male Jacoby e lui non mi calcola, sembra tutto felice di questa geniale risposta.
- Volevi imitare la bambina dell’esorcista? - Chiede James pensando che ovviamente scherzi. Jacoby però lo guarda serio ed ovvio.
- No no... le abbiamo usate! È andato alla grande! Mi dispiace se ti abbiamo disturbato, domani facciamo più in silenzio! - E così James si mette a ridere pensando che scherzi e che qualunque cosa sia stato quel rumore, non glielo dirà mai.
Questa me la segno. Ha usato la verità per scherzare. Se l’avessi detto io mi avrebbe creduto, ma Jacoby può dire tutto quel che vuole, non dirà mai la verità, secondo gli altri. È un continuo scherzo, no?
Beh, per una volta va bene così!