*Sono nella fase creativa e Jacoby lavora a gomito con Jerry e James in particolare, anche se è un lavoro di squadra e tutti ci mettono del loro. I testi di The Connection sono i più personali e disperati di sempre per Jacoby, sono un tuffo nell'abisso. Questa volta oltre che la musica e Jerry, Jacoby usa un altro sistema parallelo, infatti è tornato a parlare col prete che ha rivisto nella chiesa il giorno che ha tentato il suicidio. Jacoby è il più stacanovista del gruppo, è una cosa che hanno sempre detto tutti, è come una macchina che andrebbe avanti all'infinito a cantare, scrivere e perfezionare le canzoni. James nel periodo che è stato il suo co produttore lo ha aiutato tantissimo in particolare nella stesura dei testi. Che Jacoby dopo il tentato suicidio si sia riavvicinato alla Chiesa e si è fatto aiutare da un prete, è vero. Buona lettura. Baci Akane*

75. BASTA NON ESSERE SOLI

jacoby jerry

"Se ti senti come se il tuo mondo stesse cadendo intorno a te
O senti come se questo mondo ti controllasse
L'unico modo è stare su, ma se cambi lo devi volere
E se non lo farai, sicuramente sarai spacciato
Va bene se ti abbatti per sfondare
Sarò qui se hai bisogno che ti ricordi
Non sei il primo e tu non sei l'ultimo
Peggiora solo se stai vivendo nel passato
Apri gli occhi e vedrai
Credo ancora
A volte devi perdere tutto
Per scoprire che sei sempre stato un cieco che corre
Devi mantenere su la testa
Quando il mondo non molla
A volte devi lasciare tutto
Per scoprire cosa non vuoi lasciare indietro
Devi mantenere su la testa
Quando il mondo non molla
Quando ti senti come se tutti sono fuori per prenderti
A-M-A te stesso, ti proteggerà
E quando la polvere si deposita e hai le tue rotture
A-M-M-A-Z-Z-A tutto il dolore
Ti farà liberare, tutti come me
Raggiungi solo il cielo mentre sali in mare
Non sei il primo e non sei l'ultimo
Peggiora solo se stai vivendo nel passato
Anche se fa male come l'inferno
Dobbiamo sanguinare
E anche quando combattiamo per l'aria
Continuiamo a respirare
Anche se ti sei perso
Hai ancora me
Anche se ti odi
E non hai ragioni
Io ci credo ancora"

WON'T LET UP

Di canzoni da scrivere ne ha molte nella testa, tanti concetti e frasi che ha detto e pensato in questi giorni da panico, ma gli serve il giusto input con la melodia, così lavoriamo davvero molto.
Jacoby si aggrappa con tutto sé stesso a questo album e a queste canzoni, sembra che le ritenga lui stesso come l’ultimo salvagente o così gli fa credere James. 
Non ha torto, sta venendo fuori un testo più bello dell’altro e lui è bravo ad aiutarlo a sistemare tutto, però mi irrita perché lui vede solo un modo per fare soldi e non si può di certo farglielo notare. 
Lui direbbe ‘guarda cosa sta tirando fuori? Non è un peccato che se le tenga o che non le scriva?’
Non ha torto no, però lui ha tutto questo da scrivere perché prima ha vissuto tutto quello. 
- Sta facendo un lavoro eccezionale, è una macchina. Non ho mai visto nessuno lavorare tanto su un nuovo album, non si prende pause, non si ferma mai. È pazzesco. - annuisco a James, chissà perché siamo sempre noi due a preparare thé o caffè per le varie pause. Forse perché Jacoby ha scoperto che cucinare è terapeutico e si è buttato nell’arte culinaria, oltre che canora. 
Metto il filtro per cinque. 
- Se tutto va bene presto possiamo iniziare a registrare. - Dico come se fosse quello il concetto. 
James mette su l’acqua che intanto si scalda, anche quella in una brocca per cinque. 
- Sì ma io intendo che ha una lena nel lavoro e poi è estremamente professionale e concentrato. Mai visto niente di simile. Ho lavorato con gente che ama questo lavoro e che si impegna molto, ma lui potrebbe andare avanti per una settimana senza fermarsi mai! - Ridacchio. 
- Ad un certo punto crolli comunque... - Lui ride. 
- Sì certo. - Si siede sul tavolo e mi guarda sistemare le tazze per tutti, ovviamente personalizzate. - Che testi, che profondità, che dolore. Questo album sarà un tuffo negli abissi. Pensavo che gli album precedenti fossero dolorosi, ma questo... - non trova le parole, gli brillano gli occhi mentre ne parla, poi continua stringendosi nelle spalle. - Pensa che peccato se non fosse più riuscito a scrivere, se avesse per qualche ragione mollato tutto questo come voleva. Non dico uccidersi, chiaro che sarebbe stato brutto, ma intendo... molti che arrivano al suo livello o si uccidono o lasciano la musica, questa vita e spariscono proprio dalla scena, cambiano vita. - Mi viene in mente Dave. Annuisco. - Pensa che peccato se l’avesse fatto lui. Senti quello che scrive? - Annuisco ancora. 
- Però questa magnificenza l’ha pagata cara... non so se ne valeva la pena... - Lui mi guarda come se stessi bestemmiando e me ne sale una per davvero, ma me la mangio perché non sono uno che ne dice. 
Lo guardo incrociando le braccia al petto, appoggiandomi con il fondoschiena al ripiano. 
- Andiamo, questi magnifici testi che tira fuori pieni di dolore sono per l’inferno che lo sta affondando. Se ne uscirà vivo sarà un miracolo. Sai il dolore che sta passando? Penso che se gli avessero chiesto di scegliere fra questo dolore e delle canzoni superlative, credo avrebbe decisamente mollato la musica per una vita normale ma serena e felice. - James si imbroncia in modo infantile, spontaneo forse per la prima volta e in disaccordo. 
- Però sarebbe stato un peccato. Il mondo avrebbe mancato qualcosa di meraviglioso. - 
- Che va a scapito della sua pelle. L’altro giorno l’ho preso per i capelli! Sta andando a parlare con un prete. Un prete, capisci? È al capolinea quell’uomo! - James si zittisce perché mi sente alterato, si mangia la risposta e per fortuna l’acqua è pronta, la verso sul filtro e mentre l’acqua si colora di nero, aspetto che faccia effetto. Il silenzio che si è creato fra noi è pesante e per fortuna gli suona il telefono, è ben felice di uscire. 
Sospiro e scuoto la testa. 
Quell’idiota. Pensa solo alla musica. 
Poco dopo entra Jacoby e mi viene un colpo, lo guardo come se fosse un fantasma. Avrà sentito? Non voglio che si prenda l’ennesimo colpo, potrebbe vivere male questa cosa di James, come un tradimento. 
Lui sorride e mi fa una carezza affettuosa, da quando è ‘tornato’ è più sé stesso, il sé stesso calmo che cammina in bilico su un filo di lama sottile. 
Sembra che cerchi di stare calmo ed evitare le emozioni per non cadere di nuovo, ma un Jacoby che evita le emozioni non è il vero Jacoby. Spero che possa tornare a quell’esplosione di sentimenti vissuti così coinvolgente. Rivoglio quella luce. 
- Adoro sentire come mi difendi. Ma dopotutto quel che ha detto lui credo che lo pensi mezzo mondo. Mi ha fatto leggere delle lettere di alcuni fans che sono arrivate all’etichetta. Sai quanta gente vive per quel che scrivo, perché si sente capita, compresa. Come quei gruppi di sostegno di cui parlava John, dove la gente parla e condivide il proprio demonio e gli altri si sentono meglio solo ascoltando perché cazzo, qualcuno ha passato le stesse cose. Le mie canzoni hanno lo stesso effetto. Io posso parlare a miliardi di persone che stanno di merda proprio come me, posso aiutarle, dar loro un messaggio. Sto cercando di fare questo. Quel che ha detto non è brutto, anche se è bellissimo quello che hai detto tu. - Rimango inebetito dalla sua maturità e dalla sua calma, poi noto al suo polso un bracciale di perle in legno scuro che culmina con una croce orizzontale invece che nel classico senso, se non guardi bene non capisci che è una croce. 
So che quasi ogni giorno va in quella chiesa, parla con quel prete e poi torna qua. Lo vedo lentamente meglio, ma è sempre un fantasma che cerca di capire la sua nuova dimensione, come un morto appena trapassato che non ha realizzato in cosa consiste l’aldilà. 
Però di sicuro non gli sta facendo male. 
Percepisco un nuovo Jacoby in procinto di sbocciare, lo guardo negli occhi con attenzione e mi dimentico la caraffa di caffè in mano che devo ancora versare nelle tazze. 
Rimaniamo a fissarci per un momento infinito, io perso in questa sfumatura di azzurro che non avevo mai notato o forse non aveva mai avuta. ha dei riflessi dorati, ma li noti solo se gli sei vicino e forse deve avere il sole che gli colpisce le iridi, come ora che gli arriva di lato. L’occhio colpito ha questo riflesso, l’altro che è in ombra non ce l’ha. 
Sembra si stia trasformando. Sorrido un po’ sollevato, un po’ speranzoso, poi mi prende la caraffa e contemporaneamente mi dà un bacio sulla guancia, parte la consueta scarica elettrica come tutte le volte che mi tocca o mi sfiora, poi versa il caffè da solo.
È come essere tornati indietro a quando ci eravamo conosciuti, quando stavamo flirtando per la prima volta, quando ci piacevamo e lo stavamo appena capendo. Quel periodo è stato bello e spensierato, non avevo idea in cosa mi stavo impantanando. Forse possiamo tornare a vivere quel periodo, riprendere da lì e rifare tutto, ma questa volta bene.
Se questo prete fa quello che dovrebbe fare un terapista e funziona... beh, potrebbe andare per il verso giusto, finalmente.
Mi brillano gli occhi e sento un’emozione sconvolgente, non mi sono mai sentito così. Quando mi dà due tazze da portare si vede che tremo, lui mi guarda e mi fa l’occhiolino. Cos’è quella? Una luce alla fine del tunnel?
La luce è lontana, ma mi pare di scorgerla. 

Oggi sentivo che parlava con James delle lettere che ha letto dei fans e vuole fare una canzone per loro, che li spinga a non mollare. 
Ho sentito quel che diceva e mi ha riempito di orgoglio, dice che quando tutto ti crolla addosso e stai per mollare, di tenere duro, ma se vuoi un cambiamento, un miglioramento, lo devi volere con tutto te stesso e batterti per averlo, dare tutto te stesso con violenza e forza. Dice che non sono gli unici a stare male e non sono i primi e non gli ultimi, di rimanere in piedi e provare, che lui dopotutto ci crede ancora di potercela fare. Di non vivere nel passato, perché è peggio. A volte bisogna perdere tutto per vedersi sul serio, ci si rende conto di essere stati ciechi. A volte devi lasciare andare tutto per capire quello che non vuoi davvero abbandonare. 
Quando tutto va contro di te ed il mondo non molla e cerca di affondarti, ama te stesso, questo ti proteggerà. Bisogna ammazzare il dolore per liberarsi. Ha scritto delle parole bellissime ed i discorsi che facevano erano belli, positivi. Sembra un miracolo continuo. 
‘Anche se fa male come l’inferno Dobbiamo sanguinare E anche quando combattiamo per l’aria Continuiamo a respirare’
Il mio pezzo preferito. 
Anche oggi ha lavorato fino a tardi e perfezionato le parti cantate sulla base del testo che mi sembra ormai pronto, quando lo fa di solito ha bisogno di una chitarra che lo accompagni con la base stabilita per la canzone, altrimenti non gli riesce bene senza musica. Così ovviamente mi trattengo sempre io. Però cerca di non esagerare per non strapazzarmi troppo, a volte lo fa volentieri anche Tobin e poi James suona la chitarra ed infatti i testi poi li lavorano insieme anche per questo. Diciamo che tutti lo fanno visto che Jacoby lavora tantissimo, come ha detto James. 
Ora però che è tardi, James è andato a casa e gli altri hanno ceduto le armi. Io e lui siamo rimasti soli fino a tardi, stasera. 
È da quando ci siamo lasciati che cerchiamo di evitare questo, ma ora eccoci qua, distratti, avventati. 
Dopo l’ennesimo giro vocale mi lascio andare allo schienale della poltrona e alzo le braccia sgranchendomi le dita che mi dolgono, infine mi strofino il viso, mi bruciano gli occhi da morire. Ok, sono stanco. 
- Ok, non la faccio più! Credo che vada abbastanza bene, anche se c’è ancora... - Rido e riprendo il manico della chitarra pronto a ricominciare, ma lui getta la penna e chiude il quaderno. 
- No no davvero, ti ho rotto i coglioni abbastanza! Va a dormire! - Così mi metto a ridere mettendo volentieri in parte la chitarra. 
- Senza la mia tisana non dormo bene. - 
Così Jacoby scatta in piedi come una molla e corre a farmela, io lo lascio andare e riprendo il quaderno dando una scorsa ai testi. Quest’ultimo probabilmente si chiamerà ‘Non mollare’ o qualcosa del genere. 
È davvero incredibile quello che ha scritto oggi. 
- Bisogna sanguinare anche quando combattiamo per l’aria. Continuare a respirare. - Ripeto impressionato ad alta voce. 
- Ti piace quello? - Chiede mentre si aggira per il salotto in attesa che l’acqua del bollitore sia pronta. Cammina stiracchiandosi e crocchiandosi la schiena ed il collo, tira anche le braccia. 
Jacoby ha ripreso le buone abitudini: ginnastica al mattino, cibo sano e nutriente che si cucina da solo, lavora tantissimo sulle canzoni, va a parlare col prete tutte le volte che può. E non vede nessuno. Solo noi qua dentro ed il prete. È come se si fosse isolato. È praticamente quel che fa sempre solo che non vede per niente Kelly ed i ragazzi, nessun amico, nessuna festa, nessuna distrazione di nessun genere ed in più ci sono queste sedute dal prete. 
Chissà se gli fa il lavaggio del cervello, cosa gli dice? 
Sono un po’ preoccupato, ma con lui è normale. 
- Sono merito delle tue chiacchierate col prete? - 
Jacoby fa un sorrisino strano, si stringe le braccia nelle spalle e poi corre in cucina perché sente che l’acqua sale. Mi mordo il labbro, mi aggrotto. 
So vagamente in cosa crede la chiesa, crede nel sacro vincolo del matrimonio. 
Non dico che se lui torna con Kelly sia un problema per me, dico che potrebbero allontanarlo da me ulteriormente. È anche vero che siamo compagni di band e, tecnicamente, abbiamo deciso di non stare più insieme perché ci destabilizziamo. Come sempre. 
È meglio amarsi da lontano. 
Cosa gli avrà raccontato della sua vita?