*Nel periodo di convalescenza di Jacoby, mentre stava diventando matto nell'attesa di sapere se avrebbe parlato ancora, Matt Shadows degli Avenged Sevenfold va a trovare Jacoby e gli dà il suo sostegno, dicendo che anche lui è stato operato alle corde vocali ma che è tornato a cantare. I due sono amici/conoscenti e qualcuno li shippa insieme. Non potevo non approfittarne e scriverci qualcosa. Buona lettura. Baci Akane* 

84. QUALCOSA DI PREZIOSO

matt jacoby jacoby jerry

"Mattone dopo mattone ho costruito questo muro
Ti ho tagliato fuori per rompere la caduta
Verserò i miei peccati
Ti mostrerò i miei scheletri
Uno ad uno gettiamo le nostre pietre
Carne e sangue e ossa rotte
Brucia i peccati
Abbiamo tutti i nostri scheletri
Abbiamo tutti i nostri scheletri
Ho perso me stesso nelle mie dipendenze (e non sto bene)
Non c'è fede nella paura o nell'auto distruzione (e non sto bene)"

SKELETONS

Chi davvero sorprende tutti è Matthew Sanders, altrimenti conosciuto come Matt Shadows. 
Un giorno mi contatta ed io sono in una tipica giornata in famiglia. 
Inizialmente non lo riconosco, non ho il suo numero e non ho idea di come abbia fatto ad averlo, probabilmente tramite le nostre etichette. 
Quando si fa riconoscere mi viene quasi un colpo, ma in un secondo momento ricordo che lui e Jacoby sono amici, anche se non di quelli che si sentono sempre e fanno un sacco di cose insieme. Ricordo qualche concerto od evento realizzato insieme ai nostri due gruppi, si sono fatti anche una foto. Ero geloso ovviamente. 
In breve mi chiede se è possibile andare a trovare Jacoby, ha pensato che passare tramite me sarebbe stato più facile, così io lo accompagno volentieri. 
Non gli chiedo nulla anche se dentro di me vorrei sapere mille cose, mentre la frenesia e la gelosia torna prepotente. 
Quando ci troviamo davanti all’ospedale dall’entrata sotterranea per non rischiare occhi curiosi di troppo, cerco di impormi di non fare domande indiscrete anche se ne sono maledettamente pieno, ma alla fine la mia bocca si muove da sola. 
Questa è la malattia di Jacoby.
- Non pensavo vi sentiste molto... - Dico sorpreso. Lui ride ed annuisce.
- Infatti ho chiamato te. Se ci sentivamo mi avresti trovato già qua! - Risposta logica. Rido nervoso ed annuisco mentre gli faccio strada verso gli ascensori per salire al reparto.
- Quando ho saputo che si era fatto operare ed ho sentito che è terrorizzato... - Questo l’ho rivelato io stesso. - Ho subito cercato un modo per contattarlo, ma visto che non può parlare è inutile una chiamata, così ho chiamato l’etichetta ed ho avuto il tuo numero. - 
Matt oltre ad essere un eccellente cantante, è un gran bel ragazzo. 
- Come mai questa visita comunque? - Chiedo mentre ci chiudiamo in ascensore. Sorride e si stringe educatamente nelle spalle. 
- Io sono stato operato alle corde vocali per dei noduli, ero terrorizzato come lui, so le tenebre che sta passando, oltretutto ho sentito le sue recenti interviste, ha tentato il suicidio mesi fa, no? La moglie lo ha lasciato, la sua vita è un disastro... volevo solo dirgli di persona ‘mi senti? Sto parlando e canto anche. Senza problemi. Lo sai che sono stato operato qualche anno fa?’ - Sorrido, mi immagino la faccia di Jacoby. 
- Piangerà. - Dico serio. Matt mi guarda pensando che scherzo ed io annuisco deciso. - Oh fidati! - 
- È così emotivo? - Spalanco gli occhi e lo fisso sicuro. 
- 200 percento! Ed anche impulsivo. - Matt si chiude gli occhi con le mani. 
- Combinazione deleteria! - Annuisco deciso sospirando stanco a pensarci. 
- Distruttiva! - Matt ride e mi dà una pacca sulla spalla perché evidentemente sa di cosa parliamo.
- Coraggio, quelli così quando si rimettono e rinascono diventano le persone migliori di questo mondo. - Quando lo fanno. Sorrido dolcemente, senza controllarmi. 
- Lo so. - E a Matt questo non sfugge dal sorrisino di rimando, ma per fortuna non dice nulla e le porte si riaprono. A momenti metto i manifesti. Dall’essere ermetico al dirlo a tutti in ogni modo. Jerry, stai impazzendo. Jacoby ti manca troppo! 

Quando arriviamo in camera, le nostre teste sono sfiorate dalle ciabatte che volano dove prima era la porta ed ora ci siamo noi. Abbasso Matt di riflesso e poi ci rialziamo in tempo per vedere il culo di Jacoby un po’ flaccido e bianchissimo, la camicia da notte è tipica da ospedale e si apre dietro, lui è di schiena in piedi rispetto a noi. 
- Dove sono finite le tue mutande? - Chiedo prima di ogni cosa, già geloso della visione che Matt ha avuto di sto stronzo imbecille che ora uccido. 
Si gira coi diti medi davanti alla faccia ed una smorfia indispettita, ma quando vede Matt rimane di sasso con la faccia ebete ed io sospiro e scuoto la testa alzando gli occhi al cielo paziente. 
- Beh, guarda un po’ chi ho raccolto per strada? - Non proprio, ma quasi. Matt scoppia a ridere e allenta la tensione, così lo guardo e lo invito ad entrare al posto di questo muto imbecille che rimane ancora lì come uno stoccafisso. Odio la sua faccia shoccata e sorpresa, perché deve essere così? Come osa? 
Il secondo dopo Jacoby plana su Matt e lo abbraccia forte come un koala che a momenti spacca la schiena all’albero. Tengo Matt per non farlo cadere, non si aspettava questa reazione dopo la sfuriata dove noto ha ridotto la camera un cesso. Lascio i due ad amoreggiare mentre raccolgo sforzandomi di non prendere il lenzuolo da terra e attorcigliarglielo intorno al collo e strozzarlo. 
Come osa fare questo con me qua? 
I due non parlano, si abbracciano e basta e se non la smettono li butto giù dalla finestra. Matt ha una strana influenza su di lui. 
- Volete che vi lasci soli oppure possiamo provare a fare conversazione insieme? - Dico acido come di rado sono, con Jacoby quando mi fa arrabbiare, ma di norma so trattenermi con gli altri. 
Matt si stacca capendo che sono infastidito e mi guarda sorpreso, si scusa, ma Jacoby fa il gesto del caffè ed io gli tiro le ciabatte che ho recuperato, lui ride e si siede nel letto tirando su le gambe nude e bianche che a momenti mostrano tutto quel che gironzola nel mezzo. Gli metto il lenzuolo sopra. 
- Così blocchi la crescita di Matt. - Brontolo mentre lui ride. 
- Non è una brutta idea... - Commenta lui divertito. Jacoby in risposta fa il bacio da idiota ed io gli metto il quaderno con penna e pennarelli spiaccicato sulla faccia, sempre seccato. 
- Fai meno il ruffiano! - Rispondo seccato. 
Jacoby fa la lingua, poi mi siedo anche io nel letto perché c’è solo una sedia occupata da Matt. 
- Siete una coppia a tutti gli effetti! - Esclama Matt, io lo guardo spaventato, Jacoby si mette a ridere ma gli tiro uno scappellotto. 
- Non puoi fare rumore con la gola! - Gli faccio notare. Sospira seccato alzando gli occhi al cielo. - E non fare l’impertinente, sai che ho ragione! - Jacoby fissa esasperato me e poi Matt indicando me. 
- Sta dicendo che sono un rompicoglioni. - Matt ride. 
- Lo fa per il tuo bene. Davvero, sembrate una coppia di vecchia data. - Ribadisce capendo che scherza. Spero. 
Jacoby fa prima il gesto del grazie nei miei confronti, si china col capo, poi fa il pugno con l’aria da pazzo. 
- Ha detto che lo sa e mi ringrazia, ma lo stesso a volte sono da strozzare. - Continuo a tradurre senza farci caso. Matt guarda stupito. - Tu invece sei facile, no? Uno che parla 25 ore su 24 che deve stare completamente zitto, credi sia facile? - Jacoby alza gli occhi al cielo ed indica sé stesso. - Lo so che non è facile, era retorica! Lo dico a te, lo dico! Però non è facile nemmeno farti stare zitto! Sicuramente hai parlato di nascosto. - Jacoby fa le braccia conserte e si gira di lato verso Matt, dandomi il profilo come per escludermi. 
- Con questo mi ha appena dato conferma che ha provato a parlare da solo. Se non lo uccido io... - Jacoby mi fa poi pat pat sulla testa. - E non dirmi di stare buono! - Jacoby alza il dito medio ed io lo precedo. - Tecnicamente non hai parlato, ma a te non serve la voce! Ti fai capire bene! - 
- Tu lo capisci bene. È incredibile il vostro modo di stare insieme e comunicare. Non vi servono le parole! - Matt è inebetito. - A me capita ogni tanto di capirmi al volo con uno sguardo con Brian, però è raro arrivare a certi livelli. - Silenzio. Cioè Jacoby smette di fare gesti e facce ed io non traduco perché ho appena realizzato cosa intende, così faccio spallucce e ridacchio imbarazzato. 
- Non so quanto tempo sei con Brian, io con lui ci sono da quasi venti anni... alla fine succede che capisci ogni sua intenzione, gesto e sguardo. Lo conosco così bene che so cosa pensa e cosa vuole dire, mi basta poco poi... - 
Jacoby interviene indicando me e poi gli occhi. 
- Sì, è vero, sono un ottimo osservatore. Preferisco stare zitto ed ascoltare. - Poi rido. - A parte ora che sono costretto a parlare per lui. - 
- È una bella terapia. - Dice Matt, annuiamo tutti e due in sincronia. 
- Sì, mi aiuta ad aprirmi, cosa che non mi fa affatto male. Anche solo il parlare per il semplice gusto di farlo, è una cosa che non mi piace fare, però chiaramente ora o lo faccio o lo faccio. - 
Jacoby non ha ancora aperto il quaderno eppure di cose ne ha ‘dette’, gliele ho tradotte tutte io. Andiamo avanti così ancora un po’, ogni tanto Matt ha fatto qualche domanda a Jacoby, lui mi ha guardato ed io ho risposto al suo posto. Succede questo da un po’, in realtà. Quando vengo con qualcuno degli altri od incontra amici o parenti e fanno domande, Jacoby invece di scrivere mi guarda ed io rispondo al suo posto sapendo cosa dire. 
Solo ora che Matt è impressionato da questo me ne rendo conto.
- Comunque sono qua per dirti una cosa importante. - Fa a questo punto Matt. Jacoby si fa attento ed annuisce, magari pensa a qualche collaborazione, lo conosco.  - Io sono stato operato alle corde vocali per dei noduli alcuni anni fa, ma ho ripreso al cento percento la mia attività di cantante senza precludermi nulla. Mi sono fatto seguire da vocal coach preparati, faccio uno stile di vita assolutamente sano. Niente zuccheri, alcolici, fumo, droghe, qualunque cosa stressi le corde vocali. Però accorgimenti a parte fidati. La tua voce tornerà. So che è dura stare zitto per tutto questo tempo e per assicurarsi che tu lo faccia ti tengono qua 2 mesi con terapie di ogni genere, mi ha detto Jerry, però poi darà tutto il suo frutto. Devi stare tranquillo. - Sospira dopo aver ascoltato attento, annuisce e poi alza il mento. Io traduco la domanda. 
- Quando è successo? - Matt risponde, poi approfondisce e così il tempo passa, anzi vola in una conversazione dove Jacoby non deve aprire una sola volta il quaderno, gli basta fare qualche gesto o guardarmi. 
Ho parlato per lui dicendo che era terrorizzato, che questo duro colpo viene dopo il periodo peggiore della sua vita, che sua moglie l’aveva lasciato ed ora stanno cercando di tornare insieme, ma è tutto incerto e non sapere se la cosa più importante, che è la sua voce, torni è davvero complicato. Parlo di lui e di quel che sente Jacoby consapevole che è proprio come dico io, Matt guarda lui ed ascolta me perché annuisce e fa le sue espressioni tipiche da ragazzino spaventato. 
- Ma vedo che hai trovato una seconda famiglia che non ti lascerà mai. Se non ti hanno abbandonato ora... e credimi che quando un gruppo rimane così unito e sopporta di tutto in questo modo, significa che è amore vero. Hai qualcosa che non tutti i cantanti possono vantarsi di avere. Spesso i gruppi sono disuniti, i litigi sono facili, i rapporti si rompono con uno schiocco di dita. È normale. Non durano i matrimoni, voglio dire, figurati dei rapporti che non sono così forti. - Pensiamo entrambi a Dave quando ci guardiamo fugacemente, poi pensiamo al fatto che ci amiamo, ma è vero che i matrimoni stessi non durano. - Il rapporto che hai con la tua band è la cosa più preziosa di questo mondo e lo dico perché so che quando questo rapporto c’è non solo è raro, ma è davvero speciale. Non fartelo mai scappare. - Le parole di Matt sono davvero molto belle e gli occhi di Jacoby brillano, poi mi guardano ed io sorrido, poi lo indico. 
- Visto? - Matt ride ed annuisce. 
- Pensavo esagerassi! - Jacoby ci guarda asciugandosi una lacrima, interrogativo, così gli spiego. 
- Prima gli ho detto che avresti pianto perché sei emotivo e lui non ci credeva. - Jacoby ride e si butta su di me di testa, io la paro come si fa a football e lo strofino con le nocche, Jacoby mi dà un pizzicotto e in un attimo siamo qua a ridere e a sbilanciarci tanto davanti a qualcuno che non è dei nostri. E certe cose non le facciamo nemmeno davanti a loro, in realtà. 
Matt osserva divertito e non si perde nulla. Quando se ne deve andare abbraccia forte Jacoby e gli ripete di tenersi stretto tutto, ma in particolare la band. E di stare tranquillo che tornerà a cantare. Jacoby annuisce con gli occhi lucidi e gli dà un bacio sulla guancia che mi monta un immenso fastidio, ma non faccio nulla.
Accompagno Matt all’ascensore dove poi mi dice che non serve che lo accompagno di sotto, prima di andare però si ferma e guardandomi serio dritto negli occhi conclude: 
- Tu e lui avete un dono raro. Il vostro rapporto. Non ho mai visto un’intesa simile, una capacità di capirsi così tanto. Non ho bisogno di sapere i retroscena per immaginare che sei stato tu a recuperare Jacoby quel giorno che voleva impiccarsi. Sbaglio? - Faccio un sorrisino colpevole e lui si illumina dandomi un’amichevole e dolce carezza sul braccio. - Lui è fortunato ad averti. Tenetevi stretti. - 
- Sono io fortunato ad averlo. Senza di lui sarei incapace di provare emozioni. Se ne provo e sono felice è grazie a lui. È stata dura, tutto con lui lo è stato. Sempre. Però la cosa incredibile di Jacoby è che pensa solo di prendere, non sa quanto dà. - Mi sbilancio pur non sia il mio stile, lui non si stupisce di quello che dico e si intenerisce, l’ascensore finalmente arriva e lui si mette in mezzo fermandolo. 
- Ha un cuore enorme. Ma anche tu. Siete due belle persone. - Annuisco imbarazzato e lo ringrazio. - Buona fortuna ragazzi! Fammi sapere come procede! -
Così lo saluto e se ne va. Rimango inebetito a ripetermi le sue parole e le sue impressioni, come se sapesse di noi o se avesse un occhio diverso nel guardarci. 
Ha percepito e captato quel fra le righe che stiamo sempre attenti a nascondere. Jacoby è molto fisico, vorrebbe mettere in piazza tutto di noi, da sempre, come fa con ogni cosa della sua vita. Però non l’ha mai fatto perché sa che io non voglio ed è riuscito a scendere a patti per me. Non siamo una coppia evidente. Eppure lui l’ha visto. 
Quando torno in camera Jacoby è steso nel letto e combatte con il vassoio del cibo facendo mille smorfie su quel che gli hanno portato. 
- Non solo mangi presto come le galline, ma anche cose schifose scommetto! - Dico interpretando immediatamente la sua faccia. Jacoby fa un ulteriore smorfia e si getta all’indietro, io rido, mi chino su di lui e gli bacio la fronte, lui sospira e sorride per il bacio che concedo senza aver prima chiuso la porta. 
Tutti gli enormi passi che lui ha fatto, non voglio rimanere indietro. Devo farne anche io di passi. Di più. 
- Matt ha ragione, vedrai che tornerai a cantare prima di quel che immagini! Fra poco hai una visita importante, ti diranno se puoi riprendere a parlare un pochino al giorno. - Annuisce con gli occhi che brillano mentre io guardo cosa dovrebbe mangiare stasera e gli rubo i grissini mettendomi nella sedia ora libera. 
- Vedrai che andrà tutto bene. - E questo è ormai un mantra.