*Finalmente torna il momento per Jacoby di tornare in tour, su un palco a cantare per la gente. È la prima volta in pubblico dopo il grande cambiamento ed è come un nuovo inizio ufficiale. Jerry nel frattempo prende una posizione netta nei suoi confronti, deciso ad ottenere ciò che vuole in un modo o nell'altro. I particolari sulle case discografiche dei Papa Roach sono corrette, mentre James, il loro co produttore e aiuto paroliere precedente è stato da me 'manipolato' a piacimento per esigenze di copione, non so se è così come l'ho messo io... Buona lettura. Baci Akane*
87. UNA VERA RINASCITA
"Ci siamo innamorati ma poi siamo andati in guerra
Ora sono il nemico, sono alla tua porta
E' vero, Sono l'unico a combattere per te
Pensavamo che potevamo attraversare la tempesta
L'inferno si è rotto e poi sei caduto dalle mie braccia
Sì è vero, non potevo tenerti su
Mi amerai fino a far male?
Mi lascerai mai al mio peggio?
Rompi questo ciclo
Rompi questa maledizione
Amami fino a far male
Abbiamo tutti quello che meritiamo
Dimmi ho la tua parola?"
È molto strano ritrovarsi di nuovo in volo con lui verso un nuovo concerto.
Abbiamo saltato alcune date, ma ricominciamo dall’Europa ai primi di novembre, non è male considerando che si è fatto due mesi di ospedale e che ha incominciato a cantare da qualche settimana. Ha fatto salti da gigante e penso che sia pronto, ma sono in ansia perché spero che regga e che non risenta, non vorrei sia troppo presto ma con noi viaggia un eccellente vocal coach e un assistente è stato iper istruito su come ci si deve comportare in ogni evenienza e cosa Jacoby deve assolutamente fare e non fare e cosa può eventualmente prendere.
Sostanzialmente deve evitare droghe, alcool, dolci e qualunque cosa stressi le sue corde vocali e la sua gola.
Il vocal coach è stato addestrato a puntino sul massaggio delle faringi che deve fare giornalmente, Jacoby sa come non deve prendere freddo nella gola e cosa non può fare.
Insomma, speriamo in bene, non possiamo proprio fare altro.
Lui è eccitato e nervoso insieme, penso che finché non sale sul primo palco sarà intrattabile infatti è carico, non sta fermo e zitto un secondo, canta e scalda la voce di continuo come se fossimo ad un’ora dall’inizio, poi ognuno si lamenta dicendo che ha bisogno di riposare e lui si arrabbia e li insulta, qualcuno lo manda a cagare, prevalentemente Tony che vuole riposare.
- Senti, mettiti le cazzo di cuffie come fa Tobin! - Sbraita seccato. Sospiro e guardo Tony implorante che mi capisce e brontola mettendosi delle cuffie.
In seguito Jacoby si rimette a scaldare la voce e fare gli esercizi.
La vocal coach riposa come gli altri della crew visto che quando si scende si inizia a lavorare, vorrei riposare anch’io, abbiamo fatto una bella alzataccia. La prima tappa sarà in Bielorussia, non è una tappa americana. Abbiamo molte ore di volo, vorrei davvero riuscire a chiudere occhio, ma prima quando ho fatto cenno di mettermi le cuffie e riposare Jacoby mi ha guardato male, non è servito dicesse nulla.
Almeno si mettesse a giocare e fare scherzi idioti per smorzare la sua tensione, sarebbe più sopportabile.
- Hai sentito James? - Chiedo di punto in bianco ricordandomi di lui che non l’ho visto e sentito da quando Jacoby è finito in ospedale, in realtà da quando abbiamo completamente concluso con il disco.
Jacoby finalmente si ferma dal passeggiare per l’aereo cantando, si siede vicino a me nel comodissimo sedile e si mette a bere dell’acqua. Fa un’aria un po’ delusa.
- No... mi ha scritto di guarire e rimettermi e di fargli sapere se avevo bisogno di qualcosa, una spalla su cui piangere od uno sfogo, poi si è corretto dicendo che sapeva che non potevo parlare e che scherzava, ma che era disponibile comunque e di tenere duro che da queste cose ne sono tutti usciti. - Mi aggrotto e guardo davanti a me sentendo il messaggio.
- Ti ha scritto così e basta? - Lo guardo e storce la bocca annuendo. - Pensavo fosse venuto a trovarti, infatti me lo aspettavo alle prove a dare un’occhiata. Capisco che era solo il produttore dell’album e che non è tenuto a seguirci anche dopo il lavoro, ma... - Jacoby alza le spalle e piega la testa di lato.
- Beh, ha un gruppo suo e molti altri impegni, fare quest’album con noi non è stato facile... oltretutto non mi lasciava un secondo, non so come faceva a fare tutto. Chissà quanto lavoro e cose arretrate avrà. - Jacoby lo giustifica ma si sforza di capirlo, però non posso certo dargli contro e gettare benzina sul fuoco, anzi nel suo caso è meglio mettere acqua.
- Ma sì sarà come dici, se gli avessi scritto ‘ti prego vieni che sto per buttarmi dalla finestra’ credo sarebbe corso... - Non mi è mai piaciuto come persona, sono convinto che con Jacoby ha fatto tanto l’amico ma non lo era, c’era un interesse dietro. Ha visto il suo genio ed ha fatto il necessario per sfruttarlo. Musicalmente parlando è eccezionale, un ottimo cantante, musicista, produttore e scrittore, nulla da dire. Se l’album è così buono molto è merito suo. Però spesso essere un professionista coi fiocchi non c’entra con l’essere una persona cristallina e lui non lo so, non lo è.
Me lo ha più o meno detto... non sarebbe un peccato se si perdesse e smettesse di fare musica uno come lui? Una miniera di emozioni come lui va sfruttata a pieno. Il tesoro di Jacoby sono le sue emozioni, anzi, il modo in cui vive le emozioni e le cose. Se smette di viverle in modo così devastante, non è più una miniera per fare canzoni e cantarle?
Mi sono fermato su questa riflessione, su cosa intendesse fra le righe James. Non vorrei che ora che si sta rimettendo in piedi James non lo veda più interessante come prima, è vero che si è prodigato molto per tenerlo ‘vivo’ e ha cercato di fargli capire che ci si può divertire senza distruggersi, ma era in un ambito creativo, è un po’ diverso in realtà.
Sembrava innamorato di lui, perfino poi dopo Metamorphosis James è stato parecchio con noi, ci seguiva in alcune date, era un membro aggiunto.
Ero gelosissimo, ma sapevo che gli stava dietro perché lo considerava ‘una miniera’, che poi non penso intendesse di soldi ma di successo o forse di... non so, è qualcosa di ambiguo perché penso che James avesse una sincera adorazione per Jacoby, ma forse un interesse con un doppio fondo.
- Che pensi? - Chiede Jacoby richiamandomi dai miei pensieri contorti. Mi distraggo e lo guardo stupito.
- Niente... - Lui sorride con aria da pazzo.
- Ehi per chi mi prendi? Avevi l’aria da pensatore contorto! - Mi metto a ridere e appoggio la testa continuando a guardarlo mentre l’aereo continua placido il suo volo.
- Pensavo a James... sembrava innamorato di te sia quando facevamo lo scorso album sia questo e poi persino in qualche data del tour... insomma, ero convinto che... - Jacoby si illumina in quel suo modo malizioso che mi fa morire e mi mette una mano sulla coscia vicino all’inguine facendomi raddrizzare di colpo sul sedile.
- Adoro quando sei geloso! - Ma gli prendo la mano e la tolgo deciso con uno scatto indispettito.
- Devo ricordarti che hai deciso di non fare nulla finché non scegli cosa fare una volta messo definitivamente in piedi? - Fa subito il broncio e cerca di liberare la mano che però non gli lascio così attacca con l’altra e veloce me la mette sul pacco prima che possa intercettarlo, appiccica la bocca al mio orecchio e ci infila la lingua malizioso.
- Ehi, ma nel frattempo devo sapere quali sono le mie possibili scelte... - Gli tolgo anche l’altra mano e lo spingo via spostandomi nel sedile per non farmi attaccare ancora.
- Ma io mi sono rotto di essere sedotto e poi abbandonato! O ti decidi o non avrai più niente, nemmeno un piccolo assaggio come prima! - Jacoby mi guarda come se fossi impazzito, convinto che scherzo. Eppure sa che non scherzo così.
- Dai, mica sei serio? - Io lo guardo indispettito ed annuisco mettendo le mani avanti pronto a pararlo se torna a toccarmi, sembra intenzionato a mettermi ancora alla prova e così rispondo sicuro ed arrabbiato.
- Pensavo che dandoti assaggi e stuzzicandoti ti sbrigassi a deciderti, ma vedo che puoi andare avanti anche secoli se non cambio tattica! O scegli o non avrai mai nulla! - Punto!
Jacoby impallidisce shoccato e mi guarda come se avessi bestemmiato, in un attimo capisce che è tornato al mondo e che è un mondo davvero difficile. Ma non intendo coccolarlo e viziarlo ancora!
Adesso bisogna usare le armi a dovere.
Penso di non essere mai stato così risoluto, di solito un po’ di moine e cedevo, però capisce che sono al capolinea e che sono serio. Così gli sollevo il mento imbronciato e sorrido.
- Io ti voglio. E ti voglio seriamente. Sono disposto a condividerti con la famiglia e a fare i sacrifici che si devono fare, ma non sono disposto ad averti a metà, un quarto o a volte. Se decidi di tornare con me, torni con me seriamente. Con tanto di promesse solenni! - Sembro io la moglie, invece Kelly è tornata praticamente subito tutto considerato. Sta di più a decidere cosa fare con me che lei a cosa fare con lui.
E poi ci si chiede qual è il vero rapporto?
Lui assottiglia lo sguardo e indurisce la bocca che vorrei baciare, ma non lo faccio e annuisce con un fare dolcemente infantile.
- Ho capito, hai ragione. - Sospira e si appoggia al sedile accanto al mio demoralizzato. - Che mondo difficile! - Lo dice sincero e spontaneo e così scoppio a ridere, penso che la mia risata gli piaccia infatti mi guarda e si rischiara, dopo di che, finalmente, si mette comodo e chiude gli occhi.
Grazie al cielo finalmente si è messo a dormire! Pensavo di dover passare 15 ore così!
Il resto del viaggio lo fa comunque da nevrotico, in camera in albergo finisce con me ovviamente, ma il problema non si pone finché non scende dal palco.
Prima è proprio in un altro mondo, stressa infinitamente la sua vocal coach che la faranno santa, fanno moltissimi esercizi e non vorrebbe nemmeno mangiare per paura di non dar fastidio alle corde vocali, ma per fortuna la sua presenza ha davvero senso e lo fa mangiare.
C’è un po’ l’incognita di come sarà sul palco, un conto sono le prove, un altro è un concerto vero.
Prima di salire siamo tutti qua dietro nel backstage dove ci siamo solo noi del gruppo e i tecnici che vanno e vengono, naturalmente assistenti che si preoccupano di portare quel che serve prima e dopo.
Come sempre c’è un’atmosfera carica. È da molto che non saliamo su un palco, sono emozionato anche io ma faccio i soliti esercizi, ognuno fa le sue cose prima di cominciare, i vocalizzi di Jacoby mi accompagnano per i miei stretching, mi allaccio bene le scarpe, lui si guarda un’ultima volta allo specchio e si sistema i capelli, ha di nuovo il trucco negli occhi ma non è troppo eccessivo.
- È la prima volta col tuo nuovo look. - Commento rendendomene conto solo ora. Lui mi guarda come se se ne ricordasse solo ora.
- Grazie per avermelo ricordato! - Dice polemico. Io ridacchio.
- È un bel cambiamento da nero a biondo... -
- Non penso nemmeno che sappiano che ero biondo in origine! - Ricordo la sua prima immagine.
- Non eri nemmeno truccato... - Alza le spalle e si guarda ancora con ossessione.
- Non posso togliere proprio tutto, no? - Jeans normali, una cintura, una maglia abbastanza comoda senza maniche con delle scritte. Questo è lui oggi, pochi ciondoli e cianfrusaglie e non quel nero ossessivo.
- Ti stai aprendo piano piano, vedrai che lo apprezzeranno. - Alza le spalle ancora e si gira verso di me.
- Me ne fotto se non lo fanno. Questo sono io! Basta maschere! - Sorrido ricordando come eravamo arrivati a quell’immagine da rock tipico che avevamo prima. Le case discografiche di prima ognuna ci ha imposto un look... per i primi 3 c’era la DreamWorks che ci voleva nel tipico look nu Metal, poi abbiamo cambiato e ci sono state quelle convinte per un look metal e lì Jacoby è andato a nozze... prima aveva un taglio semplice ma la tinta nera, poi è arrivato il resto, un taglio più tipico, dei vestiti di un certo tipo, il trucco... gli piaceva, ci si ritrovava. A me hanno imposto il tipico look metal, capelli lunghi e pezzetto. Nemmeno a me è dispiaciuto, ma quando siamo passati a quest’ultima, la ESM, che ci hanno lasciati liberi di conciarci come volevamo è stato meglio. Qua ho capito la differenza fra le major di prima e quella più piccole ma indipendenti.
Lo vedo più rilassato di quel che pensavo, prima degli altri concerti era anche spesso fatto o già cominciava a bere prima di salire sul palco.
Ora è sobrio e concentrato, è teso perché deve usare la voce dopo l’operazione, però non lo vedo in ansia da prestazione com’era prima. È diversa quest’ansia da quella di prima.
Ci guardiamo un istante, cerco di capire quanto è carico e quanto preoccupato, ma sorride, prende un respiro profondo e poi fa un sì con la testa che mi fa capire che andrà tutto bene.
Lo spero.
- Andiamo a spaccare tutto! - Dice poi dandomi una manata sul braccio che mi fa un male cane per poi rifilarmi un bacio sulla guancia e scappare.
Stronzo.
Ma poi mi giro, sorrido e lo seguo.
Salire quassù per lui è come una liberazione. Sembrava una bomba ad orologeria pronta ad esplodere, invece in quel pacco non c’era una bomba, ma un'opera d’arte.
Appena prende il microfono in mano, calpesta il palco e la musica parte insieme alle luci ed agli applausi e alle grida della gente, lui rinasce ed è come se qua, su questo primo palco, Jacoby ci rinascesse completamente. Prima aveva cominciato la metamorfosi, qua la completa.
Lo guardo che corre, canta e salta come un matto con la luce nel viso ed una presenza scenica che non gli è mai mancata.
È sempre lui, ma oggi c’è qualcosa di più e non si tratta del fatto che canta maledettamente bene e che ha tutte le forze di questo mondo, come non sempre riusciva ad averne ormai.
È solo che semplicemente è felice mentre canta, non lo fa per buttare fuori i suoi demoni, è solo perché cantare è la sua vita. L’averlo quasi perso lo ha terrorizzato e suonandogli accanto ricordo quanto era spaventato nei mesi precedenti, convinto d’aver finito di cantare e perso la voce.
Perdere quel che conta ti fa capire quanto sia importante e se sei fortunato, quella cosa non la perdi del tutto.
Spero di non aver perso Jacoby con questa rinascita, ma se per stare così me ne devo privare mi sta anche bene. Vederlo felice, presente, vivo e luminoso che canta per amore e non per dolore... è splendido.
Non voglio altro, ora come ora. Solo che rimanga così, che non smetta mai di essere così, che continui questa rinascita, che non perda mai la fede e non importa che io la condivida o no.
Prima pregava, cosa che non ha mai fatto. Di solito al posto di pregare beveva e fumava canne. Oggi ha pregato. E guardalo come va.
È caduto ogni volta che si ripuliva, però ora è diverso, me lo sento. Non sono io che ci voglio credere, lo vedo. Lo so.
Adesso è la volta buona e lo so perché non ha mai cantato con questa gioia dentro. È sempre energia e potenza e seduzione, ma ora è anche gioia.
Stiamo arrivando, Jacoby. Ce la stiamo facendo. Ora devi solo continuare così.