*Le cose si scaldano, nel senso che i due non fanno che provocarsi a vicenda e pure proteggersi l'un l'altro. O meglio. Jerry protegge Jacoby, Jacoby cerca di uccidere Jerry, ma non intenzionalmente. Jerry è deciso a non mollare la presa, intende tornare con Jacoby ma sul serio e non per cose poco serie, facili parentesi da un orgasmo quando capita. Lui vuole che faccia sul serio, mentre Jacoby ancora ha paura, però al tempo stesso vuole godere con lui di tanto in tanto. Chi cederà per primo? Ci sono alcune scene che ho preso dalla realtà, come per esempio l'intervista di Jerry durante la quale appare Jacoby e gli fa il dito medio, oppure quando Jacoby in concerto passa il microfono a Jerry, quando mima orgasmi e pompini con il microfono, quando si butta per terra per cantare o ancora quando Jacoby crea un trauma cranico a Jerry! Buona lettura. Baci Akane*
89. UN PUNTO A TESTA
"Guerra intorno a me
Sono in piedi nelle prime linee
Sto combattendo per la mia anima
Ho camminato in una strada solitaria auto distruttiva
Ho letto i segni di pericolo ma
Ero troppo cieco per vedere
Ho sentito il dolore finchè ho creduto
Ho uno scopo
Questa è guerra
Questa è guerra
Dal giorno in cui sono nato
Morirei solo per vivere, solo per sanguinare
Combatterò
Per la mia vita
Trasformare le mie tenebre in luce
Questa è guerra, è guerra intorno a me
Guerra intorno a me"
In breve inizia una specie di lotta fra noi due. Chi seduce meglio l’altro mentre l’altro deve resistere.
A volte sono io, altre lui, ma il mio sedurre lui è sempre un breve accenno perché so che lui approfitterebbe e non vuole fare altro.
Quando lo fa lui è sempre subdolo ed esagerato.
Come quando ci stiamo rilassando dopo le prove del giorno, mi prende la chitarra e lecca il manico fissandomi. Così. Come se fosse normale leccare le chitarre. Non lo fa col basso di Tobin o le bacchette di Tony. Lo fa con la mia chitarra.
Io lo guardo male, molto male, ma poi la volta dopo mi vendico toccandogli il culo mentre gli passo dietro che è chinato in avanti ad allacciarsi la scarpa, nei dintorni non c’è nessuno o non l’avrei mai fatto, passo lo tocco piano e delicato e me ne vado vedendo che si alza di scatto e mi guarda con l'aria battagliera ed il dito medio. Sta diventando il nostro saluto ovviamente. Quando provoco io me lo fa lui, quando provoca lui glielo faccio io se non desta troppo sospetto.
In un’intervista a me e Tobin dove ci chiedono di Jacoby e dell’ispirazione del nuovo album, non capisco come mai queste cose che riguardano lui le chiedono sempre a me, non è un caso, succede sempre. Forse perché pensano che siccome sono con lui dall’inizio dei tempi io devo saperne di più, gli sono più amico, non so cosa pensano gli intervistatori.
Fatto sta che rispondo sempre esaustivo perché effettivamente so tutto.
Quando sto parlando di lui e del suo periodo lui passa in questo momento, proprio a caso. Gli occhi mi si illuminano involontariamente, quando rivedo l’intervista dopo me ne rendo conto.
Concludo dicendo che la sua voce è bella come prima e che ora sta meglio anche se il cammino è lungo, qua lui passa e mi fa il dito medio perché è il nostro saluto.
Quando lo guardo i miei occhi sono più comunicativi di prima.
Rivedendo le nostre interviste ora me ne rendo conto. Prima ero mono facciale, non riuscivo a tirare fuori modalità d’espressione, ora quando lo guardo o ci guardiamo a vicenda c’è qualcosa di diverso nei miei occhi e nel mio sguardo. Brillo e mi illumino, c’è intesa, ci capiamo al volo e mentre prima si vedeva quando parlando uno completava l’altro, ora si vede anche da come si agganciano i nostri occhi.
In altre interviste insieme si nota questo e nonostante tutto non vedo perché dovrei cambiare. Anche se si vede che siamo più complici e legati di prima non facciamo cose esagerate e speciali. Non siamo di quelli sempre abbracciati a sbaciucchiarsi per fare fan service o per esibizione, anzi.
È la seconda tappa del tour che Jacoby fa questa cosa ed è davvero un colpo basso.
Siamo sempre qua a provarci uno con l’altro in modo sottile e non per mettersi in mostra, ma oggi stiamo suonando Scars come abbiamo fatto venticinque mila volte. Ma oggi lui me ne deve una perché prima gli ho toccato l’orecchio mentre si stava facendo i capelli e l’ho fatto nel modo che gli piace, ha un punto debole nell’orecchio destro e se glielo tocco in un certo modo gli viene un’erezione.
Così gliel’ho fatto e lui mi ha fulminato con lo sguardo, mi ha insultato e stava per rincorrermi per molestarmi, ma è arrivato qualche tecnico a darci informazioni e così lui si è fermato stizzito ed ho visto che scacciava delle mosche. La cosa mi fa ridere, prima mi agitava molto ma lo vedo sempre meglio in questo senso. Se riuscisse ad arrendersi nei miei confronti sono sicuro che non avrebbe più problemi di pressione di alcun genere quando sta con me. È che lui fa questa lotta con sé stesso che lo obbliga a fermarsi ad un certo punto, ma non vorrebbe. Se poi subentrano persone è finita.
Però fa parte del mio piano per fargli capire che non può andare contro sé stesso. Lui continua a non fidarsi tanto di sé, ma mi fido io per lui. Lo vedo che è diverso, perché prega in ginocchio ogni volta prima di salire sul palco, prima non lo faceva, prima si stordiva con qualche merda. Sono sicuro che ormai è sulla buona strada.
Così sale sul palco con quella di dovermene una e lo scemo ha la bella idea di usare la nostra canzone. Mentre siamo in concerto mi lascio completamente andare, sono totalmente disinibito, mi sfogo, divento matto perché è il mio modo per tirare fuori quel che di solito nascondo e trattengo.
E lui lo sa, adora guardarmi mentre mi scateno con la chitarra.
Così su Scars che ho un pezzo vocale di supporto da fare in appoggio alla sua voce, me lo ritrovo come un’anguilla attaccato a me, unisce la testa alla mia, i microfoni e le bocche si toccano mentre entrambi cantiamo ognuno il proprio pezzo, che è lo stesso.
Quando me ne accorgo è tardi per fare qualunque cosa e comunque non potrei fare nulla perché siamo in pieno concerto davanti al pubblico. È un istante velocissimo, come lo fa poi scappa e va per il resto del palco a continuare la canzone.
Io non ho scelta che reggere e fare finta di nulla, ma lo guardo con uno sguardo assassino mentre riesco anche a sentirmi carico ed eccitato.
È stato pazzesco fare una cosa simile, osare così tanto davanti a tanta gente. Il massimo sono degli abbracci particolari che mi fa lui a tradimento, come quando quel paio di volte mi ha abbracciato da dietro oppure mi ha baciato sulla guancia, ma non ci sono state moltissime cose così perché sa che non sono un tipo fisico ed espansivo, sebbene lui lo sia. Ecco se lui fosse preso da uno espansivo e pazzo come lui si verificherebbero di continuo quelle scene da gay che si baciano durante il concerto come fanno spesso certe band che hanno lo stesso modo di vivere la musica in modo quasi sessuale e di condividerlo davanti al mondo.
Io non sono così, lui lo sarebbe, anzi, per lui musica È sesso e per me lui è sesso mentre canta. Però per fortuna io non sono così, non riesco e lui lo sa e non è mai andato oltre.
Oggi ho sentito dei brividi d’eccitazione incredibili perché un istante, un solo istante, ho pensato che potesse baciarmi ed io invece di irrigidirmi ed allontanare la testa, l’ho tenuta attaccata alla sua e l’ho girata impercettibilmente come ad invitarlo.
Grazie al cielo non l’ha fatto, penso che poi me ne sarei pentito. Insomma, va bene che lo voglio, ma non davanti a tutti.
Una volta di nuovo nel backstage e finito il concerto esco e gli faccio il dito medio, lui ridendo come uno stronzo esaltato mi afferra il polso e mi succhia il dito che gli mostro così gli mordo la spalla. Finisce che andiamo nel nostro camerino circondandoci con un braccio intorno alle spalle.
- Ti è piaciuta la mia mossa? - Mi sussurra basso e suadente, non so quanto lui sia davvero cosciente di quel che provoca negli altri, di quanto riesce a piacere. Sa che piace, ma non capisce, secondo me, quanto.
Per mia fortuna.
- Sei un pezzo di merda! - Lui ride sguaiato gettando la testa all’indietro, è luminoso, distrutto ma luminoso. È bellissimo vederlo così vivo. Da quanto non lo vedevo così vivo a godersi ogni momento senza aver bisogno di altro, senza cercarlo?
- Beh Scars è la nostra canzone, no? Cercavo un gesto da fare sempre nei live in quel pezzo ed ho pensato che questo potesse essere adatto. Non lo è? - Chiede innocentemente, invece è tremendamente provocante. Gli do un pizzicotto al fianco morbido.
- Fottiti. -
- Oh in effetti quello mi manca parecchio... - Risponde malizioso con quell’aria da ‘scopami’. Subito lo faccio.
No Jerry, no.
Stai buono.
- Vuoi? - Chiede poi uno di quelli che gira qua intorno e che si occupa di far avere tutto quello che serve alle band e a tutti quelli che hanno accesso al backstage nel dopo concerto. Di solito in quel tutto è compreso alcool, droga, fumo e ragazze.
Questo porge a Jacoby una canna, lui la guarda e si tende poi scuote la testa. Di solito era un rito. La cosa peggiore è spezzare la routine, l’abitudine. Così come l’orgasmo del dopo live, l’ubriacarsi, lo stordirsi. In parte lo faceva per ‘tenere buona la testa’, in parte perché dopo i concerti si è eccitati e viene spontaneo caricarsi con altro, cercare un modo per continuare quell’euforia ubriacante. O sei contrario per principio come me o ci dai dentro, certe etichette non aiutano perché vogliono che gli artisti siano così e quindi incitano questi atteggiamenti.
Jacoby però scuote la testa e ringrazia.
- No grazie sono a posto. -
Un enorme senso di soddisfazione mi coglie, sorrido fiero di lui e lui lo nota rilassandosi in un sorriso migliore.
- Allora altro? - Insiste il tipo, con altro si intende dorghe, alcool o donne, porge una bottiglia di non so cosa e non voglio nemmeno saperlo. Jacoby torna a tendersi, vedo che piega la testa come quando sente quei maledetti ronzii per colpa della pressione, si oscura e a questo punto mi intrometto secco e gelido.
- Ha detto di no, sei stupido o cosa? Vattene e se torni a chiedergli se vuole qualcosa ti ritrovi senza un fottuto lavoro! Cazzo! - Lui così impallidisce e si agita spaventato.
- No no facevo solo il mio lavoro... -
- Sì sì vi conosco so cosa fate e perché, ma se lo fate ancora con lui sarà l’ultima cosa! Si è operato alle corde vocali vogliamo che smetta di cantare a vita? - Per non dire che è stato per morire per queste merde! L’hanno gettato in un tunnel di merda dove non riusciva ad essere più lucido e a sentire nulla.
L’ho appena visto felice e sé stesso e questo deve farmi girare i coglioni e rovinare tutto.
Il tipo se ne va spaventato e così sbuffo portandomi alla bocca la lattina di energy drink fresco, non noto subito che lui mi sta fissando.
Lo guardo ed impallidisco perché vedo appena che mi abbraccia la testa e mi stampa un bacio sulla guancia esuberante.
- Amore, mi hai commosso! Sei stato eccitante da morire! Vorrei farti un pompino ma penso che non sei d’accordo! - La butta sullo scherzo perché è il suo modo di fare, ma per fortuna che lo fa così io mi rilasso e rido. A volte sdrammatizza per mettermi a mio agio.
- Sono contento che hai rifiutato. - Dico poi scrollandomelo di dosso e riprendendo a bere insieme a lui. Lui sorride con quella luce fiera negli occhi, la stessa che c’è nei miei.
- Anche io. Mi sento meglio ora! - Sorridiamo ebeti, totalmente innamorati uno dell’altro e di questo momento perfetto. Jacoby è definitivamente sulla strada giusta. Che sia merito di quel prete o di chi sia non importa. È bellissimo vederlo così.
Poco dopo arrivano altri a disturbarci, ma sono gli altri della band e collaboratori vari. La festa si anima e tutto continua a muoversi per il verso giusto. Sono proprio felice.
Fare finta di nulla non è facile, perché lui comincia a divertirsi con questo discorso, mi mette alla prova, mi provoca insomma. Sa che per me fare resistenza è difficile e così ogni tanto mi gira nudo davanti agli occhi o indossa quei maledetti occhiali da riposo, lo odio, come osa indossare quei cazzo di occhiali?
Mi fa un sesso che non ti dico.
Oppure quando mi lecca la chitarra... Oh seriamente. Che bisogno ha di leccare la mia chitarra?
Ma l'apoteosi arriva quando decide di usare il microfono come se fosse un cazzo che succhia. Lo fa davanti al pubblico e mi fa perdere la nota... Lo fulmino con lo sguardo ed in risposta si butta a terra si stende ed inizia a cantare una parte di una delle canzoni gemendo... Certo doveva sussurrare con le mani al microfono, ma lui lo fa come se avesse un orgasmo...
Quando finiamo ed andiamo nel backstage la prima cosa che faccio è tirargli l'acqua, lui ride e ricambia.
- Sei un bastardo! -
Esclamo, lui sa a cosa mi riferisco e mi fa la lingua, gli altri sono per i fatti loro e così Jacoby mi risponde piano e seducente con quel suo tono maledettamente erotico:
- Non hai gradito la mia performance? - mi dice con aria furba e fintamente innocente. A me girano i 5 minuti e me lo spingo al bagno dove lascio che la porta si chiuda alle spalle.
Una mano sul petto, lo spingo contro un muro e con l'altro lo punto col dito severo!
- Sai bene che non dipende da me! Se non la smetti finisce male! - in realtà è quello che vuole, che sia io a decidere per entrambi, ma questa volta lo sto portando a decidere in mio favore usando un metodo passivo aggressivo. So che mi vuole e mi ama. Capirà che dobbiamo stare insieme mentre mi nego a lui, ma se mi provoca va che lo annego!
Lui fa un'aria accesa ed interessata che mi fa letteralmente morire.
- Ma dai... Sembra interessante! -
Ride mentre lo dice, ma è una risata erotica.
Avvicino il viso al suo fino a sfiorarlo, lui apre la bocca e si prepara ad accogliermi, trattiene il fiato, la lingua sulla soglia per me, io faccio finta di baciarlo ma poi mi separo.
- Se non ti sbrighi a decidere di noi, impazzirai! - e con questo lo lascio insoddisfatto di me. Jacoby rimane inebetito a fissarmi, incredulo che lo abbia provocato ed abbandonato, ma ben contento proprio di questo, me ne vado via.
Per quanto lo voglia non devo cedere, sedurlo sarebbe facile, vuole fare il necessario per sopportare questa separazione formale. Ma non è un vero lasciarsi, è un ripiego ed io sono stufo, voglio tutto, non metà.
Ma ormai so che è vicino.
Sarebbe bello avere a che fare ogni tanto con una persona normale, ma si parla di Jacoby, suppongo che la sua bellezza sia la sua follia. Me lo sono sempre detto. Ma ora, cazzo, vorrei solo avere a che fare semplicemente con una persona normale.
Mi tengo la fronte che mi sembra voglia scoppiarmi e lo guardo truce mentre mi siedo tramortito.
Jacoby si tiene la nuca.
- Si può sapere perché diavolo correvi? - Lui mi fa una smorfia.
- E perché diavolo tu eri fermo lì in mezzo? -
- Cristo santo Jacoby, ero fermo, l’hai detto tu! -
- Senti, io correvo e basta. Ho bisogno di correre ogni tanto. Mi annoio e correre mi fa bene! -
- Ho capito, ma perché poi ti sei messo anche a saltare così come una scimmia! - Lui alza esasperato gli occhi al cielo e sbuffa.
- Oh andiamo, ci siamo solo scontrati, mica siamo morti! - E così, sospirando, tolgo la mano ed aspetto.
I suoi occhi mi fissano, si sgranano e poi inizia con una sfilza di imprecazioni fantasiose che non so nemmeno ripetere.
- Fanculo Jerry! Sanguini! -
- Ma va?! - Dico seccato senza tenermi il sopracciglio lasciando liberamente che il sangue scivoli.
Fa il broncio, prende una delle sue bandane dal polso e me la mette sulla ferita con l’aria di chi sembra lui quello ferito.
- Mi dispiace... - Mormora poi meravigliato e shoccato per avermi fatto davvero male. Non so come diavolo fa, ha questo potere di smontarmi. Ci riesce tutte le volte.
E così mentre mi tiene la nuca con una mano e la fronte con l’altra, io non ho più voglia di avere a che fare con una persona normale.
Per il resto del tempo mi riempie di ‘scusa’ come se questo bastasse a farmi chiudere la ferita al sopracciglio.
Ovviamente mi fa anche da infermiera, il tipo di infermiera che dà un bacio sulla ferita dove ha appena praticato una garza con cerotto in carta.
Ridacchio rimanendo qua a farmi fare.
- Oh ma che metodo alternativo di cure... - Commento malizioso. Lui ride e torna a baciarmi la ferita ormai coperta.
- Funziona? - Piego la testa dubbioso con una smorfia incerta.
- Mmm... non saprei... - Così scoppia a ridere e mi bacia anche l’occhio, l’altro occhio, il sopracciglio e la guancia facendo ridere anche me.
- Sì, così funziona, grazie! - Ed in un attimo mi stritola come se fossimo fidanzati. Questa cosa proprio non la può capire, ma non è una questione di capire. Lui lo sa. È semplicemente che con me vuole fare queste cose. Stop. Ed io, razza di cretino, gliele lascio anche fare. Merda.