*Jacoby ha la bella idea di fare un'altra figlia per riaggiustare il suo matrimonio con Kelly, che è quello che fanno sempre tutte le coppie in crisi... fare figli! Però Jerry non la prende bene, ma questa volta oltre ad impuntarsi, glielo spiega. Ma la verità è che non molla, non sta ancora mollando la presa. Buona lettura. Baci Akane*
90. COMBATTERE CON TUTTE LE FORZE
"Se tutto quello che ho ora è
senza conseguenze
Vorrei andare a toccare la fiamma?
O vorrei correre verso l'uscita?
[...] Ho combattuto questo ogni notte
Sembra che io sia già stato qua
Dove sto guardando nei tuoi occhi
E il mio riflesso mi sta guardando
E il diavolo è tutto ciò che vedo
[...] Ne ho abbastanza di te perchè hai preso abbastanza da me
Le bugie di cui vivevo sono diventate tutto ciò che credevo
Ma la verità è che il diavolo in te è me
Il diavolo in te è me"
Un giorno durante il tour Jacoby arriva come un bisonte, spalanca la porta della mia camera, e solo lui sa come ha fatto ad avere la mia seconda chiave anche se non dorme con me e non è ancora il mio amante. Ma entra ed io sono nudo che cerco vestiti per dormire. Stanotte ci fermiamo qua, il tempo non è tiranno, è l'ultima tappa del tour europeo, siamo a Londra, Brixton, e poi passeremo al tour asiatico dopo una breve pausa.
Così le consorti sono venute a trovarci, succede ogni tanto.
Jessica aveva impegni, così sono l'unico solo. Mi irrita sapere che lui è qua con Kelly, così lo guardo truce e non mi muovo rimanendo bello nudo.
- Jerry ho un cazzo di problema! -
Esclama furioso.
- E sarebbe? - poi mi guarda e realizza che sono nudo, così tossisce, arrossisce, miracolo, e mi guarda in faccia mordendosi la bocca.
- Il mio giocattolo non funziona! - impallidisco.
- E cosa vuoi da me?! -
Lui parte come se gli avessi chiesto i dettagli, cosa che non voglio...
- Con Kelly non si drizza! Non abbiamo mai avuto problemi, cazzo! Non ci amiamo ma sessualmente abbiamo sempre fatto le nostre cose, insomma lo sai, il sesso è il sesso, no? Ma da quando siamo tornati insieme non sono più riuscito ed io non so, ho paura di essere impotente... Sai con la questione di rimettermi a nuovo forse mi sono bloccato sessualmente... - uno normale penserebbe che lo fa apposta, ma io so che non è così. Lui è davvero preoccupato!
Però io mi indurisco, divento altero e mi metto le mani sui fianchi rimanendo nudo e a distanza, lui si sforza ancora di non guardarmi giù.
Io, lo ammetto, godo. Ma sto per godere ancora di più.
- E cosa ci posso fare io? - chiedo calmo. Lui gonfia il petto e poi lo spara.
- Vedi se funziona! - so che vuole che lo prepari, sa che con me funziona. O almeno funzionava quando lo facevamo...
Sospiro, scuoto la testa e rimango sulle mie, non so cosa si aspettava onestamente. O anzi lo so. Si aspettava che me lo facessi e tutto tornasse come prima, ma questa non è una vera scelta.
- Jacoby, non torneremo a scopare perché ne hai sessualmente bisogno! - si aggrotta e fa il broncio.
- Ma io non... - una mano alzata e lo blocco.
- Voglio che torniamo insieme perché ne sei convinto. - silenzio. Si vede che ci rimane male e ci sperava, ma dentro di se sa che ho ragione. Si tocca l’orecchio, segno che i ronzii si fanno sentire. Lotta interiore, pressione alta.
Mi avvicino fino a sfiorarlo e gli metto la mano sul pacco, sopra i pantaloni di tuta, sento chiaramente il suo membro morbido, lo stringo attraverso la stoffa e massaggio, stringo, strofino e schiaccio ed in breve, col mio sorriso malizioso stampato a breve distanza dal suo ebete, lo sento che diventa duro e reagisce. Lui trattiene il fiato, apre la bocca in attesa o in mancanza di ossigeno, sconvolto ed eccitato in ogni particella. È sempre un libro aperto su certe cose.
- Ma mi pare che funzioni tutto bene comunque... - lo dico per tranquillizzarlo, vittorioso che faccia fatica a trombarsi gli altri, specie lei.
Jacoby ansima e spinge la lingua sulla soglia delle labbra in attesa della mia, piega la testa di lato ed abbassa istintivamente gli occhi sulla mia così vicina ora. Gli viene proprio duro, sta per avere un orgasmo.
Soddisfatto gli bacio leggero la bocca, lo sfioro lieve, lui è completamente abbandonato, le mani sui miei fianchi si stanno muovendo verso i miei glutei ed a questo punto lo lascio, lo spingo e indico duro col capo di andarsene. Se non ha un orgasmo completo è un miracolo. Lui stralunato mi guarda incredulo che io l’abbia fatto sul serio e fermato sul più bello, barcolla sembrando che debba cadere, ma sta in piedi e si guarda l’erezione dritta che lo fa sembrare un maniaco. Sorrido soddisfatto e mi mordo il labbro.
- Finché non decidi seriamente non avrai più di questo. - Con questo mi giro e lo ignoro. Jacoby non ha la forza di dire nulla, ma dopo un po’ sento la porta che si chiude ed io mi rilasso imprecando mentre la mia mano corre a completare un lavoro che ho trattenuto a stento.
Dopo mezz’ora un suo messaggio.
'Grazie! Credo d'averla messa incinta! Mi hai eccitato così tanto che è venuta anche lei!'
Stronzo! Ridacchio e scuoto la testa.
'Fottila ancora allora visto che non avrai altri buchi per molto!' E so che ride soddisfatto di aver avuto la ripicca. Giuro che se non si sbriga a decidere lo ammazzo!
Dopo i concerti in Inghilterra poco prima di Natale abbiamo una pausa di un mese, poi riprenderemo con un altro tour.
Il ritorno a casa è con le famiglie che ci hanno seguito nell’ultima tappa europea.
Così Kelly e Jacoby sono seduti insieme e amoreggiano, lui è un agnellino che fa la metà delle cose che vorrebbe fare, è snervante.
I bambini per questo giro li hanno lasciati a casa, immagino che in periodo di rodaggio Kelly abbia chiesto del tempo con lui.
Quando ci sono Jag e Mak, Jag viene più di Mak, mi piace. Jacoby sta dimostrando di essere un padre fantastico, lo ha coinvolto per il video di Still Swinging, sta venendo fuori quel lato di cui era terrorizzato e sta vedendo che ha dei buoni frutti. Con Makaile ha da lavorarci ancora, ma dalla faccia soddisfatta di Kelly penso che la trombata di stanotte sia stata epica e quindi per un po’ sarà serena.
Il viaggio è una tortura, di norma non amo volare tanto, ma Jacoby ha il potere di distrarmi e tranquillizzarmi nonostante il mio malessere. Oggi ho lo stomaco che va su e giù e cerco di non darlo a vedere per non preoccuparlo.
Devo dire che vederlo mano nella mano con Kelly non mi aiuta a stare meglio. Pensa te, una trombata magica ed ogni problema viene spazzato via... sì, ma per quanto?
Quando mi dice che è rimasta incinta non mi stupisce molto, ma rispondo duramente, più freddo di quel che avrei voluto. Sto diventando incapace di mentire e nascondere, ero così bravo a farlo. Immagino che l’auto terapia funzioni.
- Ecco come si aggiustano i matrimoni rotti! Trombi, fai figli e tutto passa, no? Classica mentalità di coppia! - Jacoby mi fa la faccia corrucciata.
- Tu ne hai due o sbaglio? - Lo dice retorico e preso in contropiede, così dice la prima cosa che gli passa per la piccola testa che si ritrova.
Lo fisso male.
- Io non le ho fatte per mettere delle pezze e tenere mia moglie al mio fianco! - Ma sto parlando istintivamente anche io, non so perché devo prendermela, non so nemmeno cosa voglio e cosa spero di ottenere. Sapevo che dovevo condividerlo con lei, lui è stato chiaro. Prima di tutto la famiglia e lei fa parte del pacchetto. Non potrebbe riavere i suoi figli a cui tiene, ed è giusto così. Lui è padre prima di ogni cosa, quelle creature non possono soffrire perché sono nati da un padre stronzo.
Jacoby fa quello che deve fare per loro, ma mi irrita. Mi irrita da morire. Quante famiglie sono felici e vanno bene anche se i genitori sono separati? Esiste la collaborazione, i figli poi lo capiscono quando vedono che i genitori riescono ad andare d’accordo!
No, Kelly è tornata convinta che lui si sia pentito e a modo suo l’amasse oppure alla disperata ricerca dell’uomo di cui si era innamorato... e lui non ha saputo ferirla ancora allontanandola.
Come le spieghi che non l’ha mai amata? Che quel Jacoby che lei amava non è mai esistito perché è sempre stato tutto un costante casino che si giostrava fra istinto e ragione?
Ogni cosa che faceva era una lotta fra quel che doveva e quel che voleva. Kelly è arrivata perché ‘lui doveva’, io perché ‘lui voleva’.
Jacoby è sconvolto sentendomi parlare in questo modo, non mi ha mai visto così stizzito e sul piede di guerra. Abbiamo litigato spesso, ma questa è una reazione davvero atipica per me. Sono acido da morire e non riesco a trattenermi.
- Non ho messo una toppa, - Inizia incredulo.
- No, ci hai messo il tuo cazzo! - Replico durissimo, il sangue mi ribolle nelle vene come non mi succedeva da molto e sebbene mi ripeta che sono cose normali in questi casi, sono furioso.
- è successo e basta! - Continua cercando di non urlare perché le famiglie sono dall’altra parte, amabilmente riunite in uno dei giorni di festa di questo periodo natalizio. Amelia e Jagger sono amici, sono sempre felici di fare qualche cena tutti insieme, così come Jessica e Kelly visto che di solito vengono insieme nelle tappe dei nostri tour.
E così noi siamo in cantina a cercare qualcosa da bere dalle scorte di Jacoby, mentre loro di sopra aspettano che torniamo.
- Cazzo Jacoby! Vi eravate lasciati! Lei è tornata perché ha saputo che hai tentato di ucciderti, ha sentito l’album che sembrava pieno di canzoni su di lei ed invece la metà almeno erano su di me e poi stavi per perdere la voce! Capisci che la circostanza in cui è tornata è un enorme e gigantesco senso di colpa? Cosa credi di poter ricostruire? E poi perché? Non la ami! Perché darti tanto da fare? Non riuscivate a scopare ed hai fatto di tutto per riuscirci! - Jacoby rimane esterrefatto e shoccato dalla mia reazione sempre più focosa e sempre meno gelida, mi fissa senza parole e poi si infila senza aver ancora attivato il cervello.
- Io devo fare quello che devo per tenere unita la famiglia, lei ci vuole riprovare e cosa le devo dire? Voglio la mia famiglia ma non mi interessi tu? Sai cosa le ho fatto in tutti questi anni insieme? L’ho usata per i miei porci comodi, perché mi serviva una moglie vicino! Andiamo! Mi chiede una cosa nella sua vita e guarda caso è stare ancora con me! Io devo fare quello che posso per... - Alzo le mani e lo fermo rigido mentre sento la testa esplodermi.
- È tutta una messinscena da sempre e continua ad esserlo e lei lo sa! Come fate ad insistere e continuare a tutti i costi? Me lo spieghi? Non hai mai voluto quello e non lo vuoi ora! Anche ora la strumentalizzi per avere quel che vuoi davvero, il rapporto coi tuoi figli, essere felice con loro, renderli felici! - Esclamo esasperato. Comincia a toccarsi l’orecchio e a girare la testa di scatto, ecco di nuovo i suoi fottuti ronzii... beh, non se l’asciugherà così! Ho sempre fatto il meglio per lui, ho sempre messo lui davanti. Se ora cedo lui andrà in una strada in cui non potrò più seguirlo.
- Jerry, è esattamente per questo che non volevo riprendere la storia con te! Perché so che ti faccio soffrire tutte le volte che devo fare il marito, e per essere il padre devo essere anche il marito! Non dire che non te lo avevo detto! Lo vedi che avevo ragione a non tornare con te? Tu ne soffri ed io non posso assentarmi da certi doveri! Cazzo! - Esclama con un botto alzando gli occhi al cielo, i pugni chiusi, gira su sé stesso e respira sperando in qualche modo di calmare quel rumore che gli fa spaccare la testa in due.
Mi dispiace, ma in questo momento mi ha dato una di quelle mazzate terribili.
È vero quel che dice, ha ragione, ma non posso arrendermi.
Mi calmo, mi fermo prima che ricominci a farsi male per riappropriarsi della propria testa che lo fa diventare matto ad ogni lotta fra mondo interiore e mondo esteriore.
- Lo so che devo condividerti. - Dico poi calmandomi e ricordandomelo. - È solo che vedo lo sforzo ipocrita che fate entrambi per rimettere insieme dei pezzi che non potranno mai più essere incollati. Non si tratta di vivere con delle cicatrici. Ormai lì non ci vanno più nemmeno dei punti, mi capisci? - Lui si placa, smette di girarsi intorno e respirare come un cavallo imbizzarrito e mi guarda annuendo, sembra calmarsi. Così mi avvicino, mani aperte in gesto di calma. - Non arriverete dove sperate, non ci sarà più una famiglia felice, avete fatto un’altra figlia e l’amerete, ma non servirà a fare una famiglia felice. Questo non significa che non potrete essere felici voi 2 come persone ed insieme ai vostri figli. - Si aggrotta e non capisce, così sospiro e guardo intorno cercando delle parole migliori.
Calma Jerry. Stai facendo un casino. Con lui non ho mai avuto problemi a parlare, invece ora è un disastro.
Jacoby mi prende le mani sentendomi in difficoltà, sa che ho problemi ad esprimermi quando sono agitato.
Il sangue smette di scorrermi impazzito e di annebbiarmi il cervello, così ci riprovo più piano, guardando i suoi bellissimi occhi azzurri.
- Ho paura che questi disperati ed inutili tentativi di costruire una famiglia felice ti portino via da me e non voglio. Perché so che una cosa nata storta non potrà mai morire dritta. Non siete mai stati una vera famiglia perché lei è sempre stato uno specchietto per le allodole e a lungo andare la verità è venuta fuori. E non potrai mai renderla ‘la tua famiglia’ perché non lo è e non lo sarà mai. Potrai solo fingere per sempre, ma lo senti... senti quando non sei amato. Allo stesso modo in cui senti quando lo sei. - I suoi occhi si riempiono di lacrime e mi affretto a mettergli le mani sulle guance con premura e continuo con dolcezza. - Non vi siete mai amati, lei ti amava, tu no. Ci riprova in nome di quell’amore che provava per te, ma ad un certo punto è andata via perché ha capito che non l’amavi ed ora succederà la stessa cosa, anche se ti sforzi più di prima. Lei capirà che non la ami e non puoi amarla. Punto. Devi pensare a quel momento, a come gestire quel momento. Io volevo che lo gestiste ora, non tornare a provare l’ennesima volta la solita cosa che non porterà mai a quello che sperate. Ci avete già provato 2 volte coi figli come ‘costruzione di amore e famiglia’ ed il risultato sono 2 figli infelici. Ora stai aggiustando le cose e sono sicuro che ci riuscirai ancora meglio, ma continuare a fare figli per tenere unito un matrimonio finito è inutile. Dovreste accettarlo ed avviarvi ad una soluzione nell’ottica di marito e moglie che non si amano. Una storia è finita, ci sono dei figli di mezzo, dovete fare in modo di renderli felici lo stesso. Trovate una soluzione che non sia fingere un amore che non c’è e non ci sarà mai. Quanti divorziati hanno una famiglia felice lo stesso? Sta a voi riuscirci! Eravate amici prima di essere marito e moglie, ricordi? - Jacoby lascia cadere delle lacrime capendo che ho ragione, so che lo sapeva ma aveva bisogno di sentirselo dire. Piange perché lo sta accettando e mi piace da morire come vive tutte le sue emozioni così a pieno senza privarsi di nulla.
Gli asciugo le lacrime e gli bacio lo zigomo salato, è una persona meravigliosa con tutti questi suoi difetti ed errori. Sbaglia di continuo tutto, poi fra mille cagate ne fa una giusta e diventa ancora più bello di prima.
- Riuscirai a far felici i tuoi bambini, riuscirai anche con questa che viene. Sarai un padre meraviglioso, potrai cominciare da subito come avresti voluto con gli altri due. E con loro aggiusterai perché sei padre al di là dell’essere marito. Non ti serve Kelly per essere un padre, per essere una famiglia coi tuoi figli. Non pensare che se con lei non va, è tutto finito. - Non voglio che si lascino, voglio che siano consapevoli che è inutile provare e fingere di essere qualcosa che sanno entrambi non sono e non saranno mai.
Perché questi tentativi lo portano sempre più lontano da me, perché sa che mi feriscono e non vuole farmi sentire così e quindi per proteggermi mi allontana ed io non voglio.
Lui mi guarda in questo miscuglio meraviglioso di emozioni, carico di dolore, consapevolezza e qualcosa che non definisco.
- Sono un disastro, qualunque cosa faccio la sbaglio sempre. Non so nemmeno perché continuo a provarci sempre lo stesso! - Sorrido divertito.
- Perché sei testardo! E riuscirai ad essere il padre che vuoi proprio grazie a questo. - Poi mi faccio serio ed aspetto che mi ascolti meglio, dallo sguardo che mi regala capisce e mi aspetta. Così aggiungo calmo e sicuro. - Jacoby, tu meriti di essere felice con chi ami davvero, questo non significa rinunciare a qualcosa. Non esiste solo il bianco ed il nero per essere felici, ci sono le sfumature. Puoi essere un padre meraviglioso ed avere vicino a te chi ami davvero e chi ti ama. Non voglio lasciare la mia famiglia, non lo farò mai. E non voglio che tu lasci Kelly... voglio solo che la smettete di provarci a tutti i costi e che tu rinunci a me per una cosa che non ha senso provare. State insieme, fate i genitori, tornate amici, aiutatevi a vicenda, ma siate consapevoli. E quando sei con me... goditi tutto l’amore che voglio darti e che meriti, perché non sei un disastro che non merita amore e felicità. Sei umano, sei un essere umano meraviglioso, ed io ti amo e voglio amarti. - Finalmente glielo dico in modo che definire perfetto è dire poco.
Era il momento giusto, dopo i mille tentativi di rito. Lui sorpreso mi guarda incredulo che io dica questo e voglia davvero questo per lui.
Amarlo? Lui essere amato?
Così sancisco questa volontà avvicinando la bocca alla sua, la schiudo e lui tremante mi aspetta, ancora piangente, shoccato, sconvolto e pieno di emozioni congelate e sospese per questo.
Questo nostro bacio.
Non torneremo insieme così, voglio solo fargli capire quanto ci tengo e quanto voglio che scelga me senza rinunciare a niente.
Si può fare, basta volerlo. Ed io lo voglio.
Quando mi accoglie fra le sue labbra il paradiso è lì a portata di mano, potrei allungare il dito e toccarlo, ma consapevole che deve essere lui a toccarlo per primo, mi separo e gli bacio poi la fronte, infine lo abbraccio e aspetto che si calmi. Mi si accoccola nel petto e sta lì senza dire e fare altro.
Pensa. Ha tanto da pensare. E forse di sopra ci hanno dato per dispersi.
Ma posso fare di tutto nella mia vita, tranne che smettere di tentare con lui. Se mi arrendo ora me ne pentirò per sempre. Combatti Jerry, combatti per lui.