*Jacoby difende sempre Jerry a spada tratta in modo molto focoso e a Jerry piace molto. Sono molto diversi ed entrambi stanno facendo un percorso diverso nel quale si sostengono a vicenda, ma insieme hanno un equilibrio ed una forza che si vede subito. Infine arriva il grande fatidico momento di affrontare certi fantasmi, o forse IL fantasma. Ma non sarà solo, Jacoby. Mi sono praticamente vista tutte le interviste dei Papa Roach, di Jacoby e di Jerry ed in particolare ho notato che il più delle volte erano proprio loro due insieme, ma nelle interviste in coppia hanno una dinamica particolare che adoro. Jacoby si preoccupa di far parlare Jerry il quale se si incarta guarda Jacoby e quello corre subito ai ripari a completare le sue frasi. Sono meravigliosi. Buona lettura. Baci Akane*
92. SE UN DIO ESISTE
"Sto contando tutti i miei lividi
Non sto contando su me stesso
Ho fatto tutto questo sconvolgimento
Perchè ho pensato mi sarebbe stato bene
Mai attento a ciò che desidero
Mai attento a ciò che dico
Sempre elemosinando attenzione
Nel mio malato e contorto modo
Potevo raggiungere le stelle
C'è speranza per il senza speranza
Ora che lo so
Dammi la forza per continuare
La voce nel silenzio
Sta schiacciando la violenza
Mi sta dando un'occasione per aggiustare questi errori
Non smetterò mai, questo è tutto"
- No no, io voglio farla con lui! - Lo sento dire sostenuto mentre mi avvicino alla stanza dove ci devono preparare per l’intervista.
- Sì, ma chiedevano di uno più loquace... non so, magari Tony? -
- O Jerry o nessuno! Niente contro Tony o Tobin, ma ho detto che la facevo con Jerry ed è lui! Che cazzo significa uno più loquace? Tobin parla anche meno, forse! E poi che cosa hanno nella testa, merda? Jerry parla, solo che non dice cose inutili e non va a ruota libera! Ma guarda questi! Ora non voglio farla nemmeno io! Ma chi cazzo si credono di essere? -
Sospiro del manager, Jacoby è sul piede di guerra e a momenti inizia a spaccare tutto. Non so se è il momento giusto di entrare, volevo aspettare che la sceneggiata finisse, però sto qua dietro ebete a sorridere. È sempre bello quando mi difende.
- Sì, sappiamo tutti che Jerry dice quello che deve dire, ma non è comunicativo, capisci? -
Jacoby sbatte la bottiglia per terra che schizza, ok, sta cominciando a rompere le cose.
- Qua dentro solo io sono comunicativo ed ecco perché sono il fottuto frontman! Ma lui è Jerry, se si decide che è lui che viene con me, lui viene con me! Punto! Io mi trovo bene, ci capiamo, sa tutte le cose, io magari mi confondo su certe ma lui non dimentica un cazzo! È molto più affidabile di me! E poi basta dargli tempo ma ti parla anche lui! Ma che cazzo! Se non lo fai parlare non parla di certo, no? -
- Ma si blocca, a lui non piace parlare e si vede e... - Tenta di fargli capire, ma sento che prende a calci la bottiglietta e penso che a momenti comincia con lui.
- Io e lui ci capiamo al volo con uno fottuto sguardo, quando si incarta parto io, quando vuole parlare io lo faccio parlare! Lo copro se ha qualche problema! Ma ha bisogno di andare a parlare davanti agli altri, gli fa bene! È come se non mi facessero fare il frontman perché sono brutto! - chi gli ha detto che è brutto a sto imbecille? - Che cazzo significa, mica devi essere bello per essere il frontman! Devi saperci fare! Saper cantare! Lui è il mio fottuto chitarrista, non vado da nessuna parte senza di lui! - La sviolinata di Jacoby è una chicca, piego le labbra all’ingiù impressionato senza saper quando sia il caso si entrare. Alla fine il manager dice un paio di ‘ok’ e finalmente se ne va dicendo che manda il tecnico a microfonarci e prepararci.
Appena Jacoby è solo, entro e raccolgo la famosa bottiglietta che ha preso ampiamente a calci, ha il broncio mentre si sistema i capelli allo specchio. Io faccio un sorrisino, faccio finta di non aver sentito nulla, mi avvicino e approfittando di questo istante da soli gli carezzo lieve con due dita la guancia come a pizzicarlo, ma senza stringere.
Lui mi guarda sorpreso attraverso lo specchio e gli faccio l’occhiolino. Non so se capisce che ho sentito, ma non si scompone molto, torna a sistemarsi come se non avessi fatto nulla e lui non mi avesse appena difeso a spada tratta.
È sempre bello quando lui ti difende. Tanto bello quanto devastante invece quando ti attacca.
Avere un Jacoby in forma smagliante è pesante quanto averlo in crisi. Me ne rendo conto un giorno che cerco di riposare prima di un concerto, quando mi sveglia con una pallina da baseball che mi arriva sulla fronte facendomi un male bestiale.
Mi sveglio male e arrabbiato, ma la sua risata mi frena dall’uccidere. Non è nella mia indole, ma l’avrei ucciso se non mi avesse subito preso il viso fra le mani e baciato la fronte ridendo.
Ma tu guarda sto imbecille!
- Scusa Je! Non volevo! Ero nell’altra stanza ma la palla ha rimbalzato nel corridoio, nello stipite e ti è finita proprio in fronte! Cazzo se lo facevo apposta non ci riuscivo! - Ride un sacco e così l’arrabbiatura scivola via.
Mi massaggio la fronte che mi fa male e faccio un’aria poco convinta.
- Perché non vai a tirare a basket? - è come coi bambini quando cerchi di distrarlo, ma in risposta mi arriva con un fazzoletto bagnato fradicio e me lo piazza in fronte dove mi verrebbe un bernoccolo enorme se non mi controbilanciasse con qualcosa di fresco.
Ovviamente me lo spiaccica senza grazia su tutta la fronte e su metà faccia bagnandomi completamente anche i capelli, perché non ha mezze misure e la delicatezza non è nata con lui, però è carino che abbia queste attenzioni. Dio, ne farei anche a meno a volte.
- Jay, mi anneghi! - Lo sento ridere ancora e scuoto la testa.
- Stai buono o ti viene il corno e già così sembri uno splendido unicorno, ma se ti viene il corno poi lo scoprono tutti e ti rubano! Invece sei solo mio! - Alle sue sparate sempre fantasiose che non so come cazzo gli vengono mi metto a ridere anche io.
- Ah sì? Non avevo idea di essere tuo! Quando mi sono perso il dettaglio? -
- EHI JACOBY TI SEI INFILATO LA PALLINA NEL CULO? - Qualcuno di là lo aspetta per i lanci con la pallina. Ma chi diavolo ha pensato di dargli corda? Tony, scommetto!
- VAFFANCULO, HO UCCISO JERRY, STO NASCONDENDO IL CORPO! - Strilla sgraziato assordandomi... continuo a ridere e Jacoby mi obbliga a stendermi.
- Cos’è devo fare il morto sul serio? - Lo sento ridere, non posso vedere perché mi sta accecando con questa enorme pezza bagnata. Così lo sento.
Mi bacia velocissimo le labbra poi mi toglie il fazzoletto e mi asciuga con le maniche della sua maglia, lo fa con una straordinaria cura e lo guardo stordito e meravigliato.
- Meglio? - Ma non so se intende per il bacio o per l’acqua bagnata, nel dubbio sorrido dolcemente e ricambio il bacio con un altro fugace sull’angolo della guancia.
- Adesso sì! - Lui ne fa uno simile al mio ed osservo bene i suoi occhi tutte le volte che sorride. È meravigliosamente vero ogni sorriso che fa. Ci sono tracce di buio e tristezza, ma sono sempre di meno.
- La luce sta tornando a combattere le tenebre. - Mi sfugge il pensiero ad alta voce, con lui è quasi normale ormai e lui ne è felice.
- La sta già combattendo! E mi pare non stia andando male! - Annuisco e ridacchio. - Vieni giù a fare due tiri prima che spacco tutto quanto? - L’appartamento che ci hanno dato a disposizione in questo festival è spazioso e ci contiene tutti, ha una cucina con salotto e due camere matrimoniali. Il bagno è uno solo per tutti, però ce lo facciamo bastare. Ormai siamo abituati a guardarci nudi.
Rimango indeciso sul da farsi, volevo riposare e lui capendolo mi prende per la ‘gola’.
- Faccio un caffè e andiamo? Dai, c’è il sole e giù c’è un campetto ed un canestro delizioso ed è vietato l’accesso ai non addetti o a chi non ha il permesso! - Se non gli dico di sì mi tormenta tutta la vita.
- Ok, ok... ma voglio il caffè... - non so perché non può fare le cose senza di me, a volte penso di essere la sua missione. Lui deve fare in modo che il mio piccolo misterioso mondo chiuso si apra ed emerga. Vuole che mi vedano tutti. A volte lo lascio fare, non sta facendo un brutto lavoro.
- Ok. TONY FAI IL CAFFÈ! -
Così scoppio a ridere chiudendomi la faccia con le mani.
- VAFFANCULO! - Grida Tony dall’altra stanza.
- VAFFANCULO TU! NON HAI UN CAZZO DA FARE, FAI IL CAFFÈ E POI ANDIAMO A GIOCARE A BASKET! - Oddio ma come fa? Ti prego, non è costruito, lui è davvero convinto quando fa così!
Continuo a ridere mentre Tony dall’altra parte si lamenta insultandolo.
- MA CHI TI CREDI DI ESSERE, IL MIO CAPO? FOTTITI JACOBY! - Io rido e Jacoby vede che mi sto scompisciando così continua illuminandosi con un sorriso da perfetto monello che adoro.
- SONO L’ESSERE PIÙ FOTTUTAMENTE IMPORTANTE DI QUESTO MONDO! IO STO ANCORA NASCONDENDO IL CORPO DI JERRY! - Continua con quell’assurda storia per tenerlo lontano! Ma Tony sa di noi? Ogni tanto non so chi sa cosa... so che Tobin lo sa, volevamo dirlo a Tony ma alla fine l’abbiamo fatto? Sembra sempre tutto così normale fra noi che non ricordo.
Alla fine Tony si lamenta e brontola ma poco dopo sentiamo il profumo del caffè e così Jacoby alza vittorioso i pugni al cielo facendomi ridere ancora. Non so come fa, se mi vedono da fuori, se ci fosse una videocamera al di là di quando è affettuoso con me e mi ruba qualche bacio, scoprirebbero che io effettivamente con lui sono diverso. Sono rilassato, rido tantissimo e mi scompongo anche a fare cose idiote che di mio non farei mai. Io separato da lui sono tutt’altra persona. Composto, serioso, tranquillo e soprattutto non idiota.
Ha un potere immenso su di me.
Quando siamo giù abbiamo trascinato anche Tobin che ancora dorme infatti non azzecca nessun passaggio.
Jacoby ha la palla e cerca un sostegno in Tobin che però sta sbadigliando ed è totalmente marcato da Tony che non lo molla.
- Fanculo, voglio cambiare le coppie! - Grugnisce davanti a me che lo marco a mia volta impedendogli di andare a canestro.
- Fanculo tu! Jerry è mio! - Ribatte Tony con istinti suicidi. Appena lo dice Jacoby si distrae e lo fissa come se avesse appena fatto un terribile affronto.
- FOTTITI LUI È MIO! - Lo dice del tutto spontaneo, sicuramente ha staccato il cervello e visto che vorrei dargli la palla in faccia per farlo stare zitto, gliela prendo facilmente e lo scarto, Tony scatta mentre io esco dall’area per poi girarmi e fare un passaggio lungo ed alto al mio partner che salta, la prende e segna con un urlo degno di Jacoby in Broken Home.
- NO STRONZO NON VALE MI HAI DISTRATTO, NON SI FA! - Tony salta e viene ad abbracciarmi per la bella azione fatta, Jacoby ovviamente fa il geloso e non se ne rende nemmeno conto, mette le mani al collo di Tony ed io devo tirare Jacoby prima che lo uccida. In tutto questo Tony, che sta per morire, ride.
- Jacoby, lascialo! - Mi fa anche alzare la voce, ma tu guarda quanto è scemo questo! Jacoby non lo lascia, così chiamo in aiuto Tobin che non so nemmeno se è ancora fra noi.
Ma a fermarlo non sono io. A fermarlo è una voce.
- Questo è il Jacoby che conosco! - Quando lo sente, si ferma immediatamente e si gira, ha una faccia strana, incerta. Sa chi è ma non è sicuro di esserne felice.
Quando lo vede è anche peggio perché si impietrisce proprio.
Spalanca gli occhi e ho l’impressione che stia per svenire.
Penso che questo è uno di quei famosi momenti in cui sai che non dimenticherai quel che vedi e la sensazione che ho nel vedere la sua faccia estremamente espressiva, mi fa rabbrividire.
Sembra stia guardando un fantasma.
Mi giro a vedere chi è e non serve che parli.
Lì davanti a lui ci sono i suoi due fratelli, Trevor e Bryson, con un uomo intorno alla sessantina circa ad occhio e croce, segnato, serio, in piedi accanto a loro, capelli ben corti, dei baffi curati, senza barba e gli occhi più azzurri che abbia mai visto.
In un attimo riconosco la morte in quegli occhi, è la stessa che ho visto per anni in quelli di Jacoby.
Rabbrividisco guardando il viso di quell’uomo e per un momento ho una sorta di esperienza mistica in cui mi sembra di finire in un futuro dove Jacoby è vecchio.
- Papà...?! - Lo dice perché non ne è nemmeno sicuro che sia lui, anche se a giudicare dalla faccia penso proprio che lo sia.
È come se improvvisamente tutti i mesi di progressi venissero spazzati, perché il riflesso nei suoi occhi è lo stesso di quell’uomo a diverse decine di metri di distanza. La stessa luce che c’era fino a quest’estate.
Tremo dentro di me totalmente destabilizzato mentre le emozioni prendono il sopravvento fino a farmi sentire male, così male che sto per svenire, ma non mi muovo, non faccio niente.
Mi ritrovo a pregare a qualcuno in cui non credo, ma penso di aver detto fra me e me una cosa tipo ‘se esisti è il momento di dimostrarlo.’
Non so se sto per assistere a qualcosa di positivo o di terribile.
Potrebbe essere tutto e niente con Jacoby.
I problemi con suo padre, dopo che se ne sono andati di casa, derivano dal fatto che lui non li ha mai cercati, mai, in un sacco di anni. Come se loro non fossero suoi figli.
Mentre quando è stato male e pensava di morire li ha cercati, ma li ha fatti venire da lui. È diverso. Jacoby lo ha rifiutato in quell’occasione perché era comodo in punto di morte cercare una riconciliazione per morire in pace. Ma non funzionava così.
Però poi si è rimesso e non si è fatto vedere e sentire, Jacoby lo ha cancellato di nuovo.
Ed ora lui è qua. Ha preso un aereo con gli altri due figli, si è fatto portare da lui, l’ha cercato fino a trovarlo. È venuto lui qua, in una giornata di ‘lavoro’ per Jacoby, a vedere cosa fa per vivere, cosa è diventato, per vederlo nel suo ambiente naturale.
È la prima volta in tutta la loro vita che suo padre lo cerca sul serio, e non sta decisamente morendo.
Mentre le emozioni tuonano nelle mie vene e mi fanno tremare le mani che metto sbrigativo in tasca, lo guardo impossibilitato a muovermi ed intervenire.
Non so cosa succederà da qui in poi. Spero solo di avere la forza di raccoglierlo dopo, per l’ennesima volta. Eppure so che se ora cade, sarà per sempre. Ma non smetterò mai di tentare, mai. Non potrei smettere.
Spero solo che alla fine il Dio che prega Jacoby ogni santo giorno, esista sul serio.