*Jacoby e Jerry si sono rimessi ufficilmente insieme, ma per gli altri passi da fidanzati Jacoby vuole aspettare per fare le cose 'come si deve', come non hanno mai fatto. Questo potrebbe essere un problema per Jerry il quale inizialmente non è d'accordo col suo ragazzo. Buona lettura. Baci Akane*
96. FARE LE COSE PER BENE
"Ti mando via finché mi implori di restare
Solo per il brivido della caccia, tu mi hai
Fottuto la mente da tutte
le cose che abbiamo fatto
Ma non scorderò mai che ho bisogno di te,
il mio farmaco
Non ne hai mai avuto abbastanza?
Ne abuso, ne sono malato,
non riesco ad accattivarlo
Come una droga mi serve per un altra sistemata
Sono una falena ad una fiamma
e brucerò per il suo inferno
Ferite da guerra perché ho perso la lotta
Ogni volta che prendo fiato,
è come se stessi per perdere la vita
Chi se ne frega, perché sono così disfunzionale?
Così irrazionale?
Non so cosa fare
Allora ti mando via
finché mi implori di restare
Solo per il brivido della caccia,
tu mi hai intossicato
Fottuto la mente da
tutte le cose che abbiamo fatto
Ma non scorderò mai che ho bisogno di te,
il mio farmaco"
In camera c’è uno di quei silenzi che ti feriscono le orecchie, appena varchiamo la soglia lui si zittisce improvvisamente, come se qualcuno lo stregasse.
Io lo guardo e lo vedo concentrato e pensieroso a mangiucchiarsi l’angolo interno della bocca, quando lo fa le labbra sono più a cuore e ho voglia di baciarlo di nuovo. ridacchio, ora posso farlo.
Deciderci è stata una liberazione. Beh era un passo che doveva fare lui, ma è una liberazione anche per me.
Si toglie la giacchetta bagnata e le scarpe, lo faccio anch’io mentre il ronzio del silenzio crea probabilmente un suono simile a quello che sentiva prima lui.
- Cosa ti ha fatto decidere o capire che era ora? L’inizio dell’avvicinamento alla tua famiglia? - Da quella volta Jacoby ha continuato a migliorare molto impercettibilmente, se ne è uscito con ‘Scars’ che doveva avere più importanza ed ora eccoci qua insieme dopo non so nemmeno quanto di stop ed indecisioni.
Lui si gira e smette di spogliarsi, non riesce a fare due cose insieme e se pensa e parla, non può asciugarsi e spogliarsi. Io però posso ascoltarlo ed asciugarlo, così vado in bagno e prendo un telo, glielo metto in testa e l’asciugo avendo cura anche del collo e della gola, lui sorride addolcito, gli piace quando lo faccio.
- Quello mi ha dato un calcio in culo. Da quella volta ho capito che niente è impossibile e che dipende tutto da me, lo devo volere e lo posso fare. - Sorrido anche io come fa lui, abbiamo questo modo di guardarci, capirci e sorriderci.
Gli lascio l’asciugamano in testa e gli abbasso la zip della felpa che ha sotto per togliergliela, il colletto si è bagnato. Gliela sfilo e lui si lascia fare.
- Come va coi ronzii e quelle cose? - Piega la testa di lato in un ‘nì’ e così mi prendo il suo asciugamano e me lo passo sulla testa, lui si apre i jeans e si siede sul letto aspettando a toglierseli. Io lo guardo in piedi mentre mi asciugo calmo, lo sguardo penetrante e tranquillo, voglio sapere tutto, spero che non si tenga mai più niente per sé.
- A volte bene... altre... -
- Quando li senti? - Lui fa un sorrisino colpevole.
- Quando penso od ho a che fare con persone con conti in sospeso, persone con cui so che devo chiarire delle cose o fare delle cose che non ho mai voluto fare, ma so che è ora. - Sento il mio sguardo illuminarsi.
- Me per esempio? - Butto l’asciugamano su una sedia e mi prendo il colletto della maglia da dietro e me la tolgo sfilandomela dalla testa.
Lui fa l’aria colpevole e sorride annuendo.
- Te per esempio. - Poi alza gli occhi e come se dicesse a sé stesso ‘ok, ok, sputo tutto fuori’, continua. - E Dave. E poi vorrei chiedere a James se è davvero così impegnato con la sua band che non può nemmeno chiamarmi o fare un salto una volta... e poi... - Mi aggrotto e lo fisso come se avesse appena fatto la rivelazione del secolo, come se parlasse del gusto del gelato.
- Come come? Dave?! - Non l’ha mai più tirato fuori da quando ci ha litigato. Mai più.
Lui fa l’aria di chi si sente colpevole e vedo che si tocca l’orecchio, così mi apro i jeans e me li tolgo, questo lo distrae e smette di tormentarsi.
- Sono contento se vuoi riallacciare con Dave, prenditi il tempo che ti serve, quando vuoi rivederlo ci vengo anche io. - Dico tranquillo come se questa fosse una cosa normale.
Lui sospira e mi guarda, vedo che smette di toccarsi e poi di punto in bianco alza un dito con fare da ‘io ho un obiezione’.
- Io però non voglio farlo ora. - Mi giro alla ricerca del mio borsone per qualcosa con cui dormire.
- No no, certo.. va bene. Quando vuoi, tanto non c’è fretta. Ha aspettato molto... -
- No, voglio dire... non voglio fare sesso con te ancora. - Quando lo dice per poco non inciampo sulle ciabatte mentre andavo a recuperare la mia valigia a mano, rimango in piedi e lo guardo come se fosse matto, allora mi avvicino e gli tocco la guancia e la fronte.
- Hai preso troppa acqua, lo sapevo! Tu e la tua fissa dell’acqua! Un giorno ti verrà una febbre da cavallo! - Lui ride e mi prende le mani che lo toccano su tutta la faccia.
- Piantala, sono serio! - Così mi siedo accanto a lui che ha ancora i pantaloni mentre io sono in boxer e lo guardo paziente.
- Sei mica stato violentato da piccolo? È questo che ti ha sempre tormentato? Ti ha fatto questo tuo padre? Guarda che certe cose non si possono perdonare... la fissa del sesso per uno che è stato violentato è un meccanismo comune, ho letto che... - Jacoby getta la testa all’indietro e ride rumorosamente.
- NO NON È NEMMENO QUESTO! -
- Però nel cercare di rimettersi in piedi e affrontare i fantasmi c’è un momento in cui guardi a quel che ti è capitato e dici ‘ok, è successo, vediamo cosa posso fare ora’. E quindi se sei stato... - Jacoby si avventa sulla mia faccia e mi tappa la bocca facendomi finire giù con la schiena, mi si mette sopra col busto e piega solo una gamba appoggiando il piede sul letto.
- Smettila di dire stronzate, non sono stato violentato! - Poi ci ripensa. - Beh, mio zio mi ha limonato, il primo bacio con la lingua è stato suo... ed ero adolescente... forse questo può aver segnato la mia confusione sessuale... - Spalanco gli occhi mentre lo dice, sinceramente shoccato.
- Che cazzo, Jacoby! - Mi tolgo la sua mano dalla bocca per sgridarlo. - Tu hai vissuto cose traumatiche e le dici così come niente! Ti sembra normale che tuo zio ti limona a 13 anni? - Lui ride e torna a tapparmi la bocca nascondendo il viso contro il mio collo. Sinceramente divertito, fra l’altro. Ed io sono serio.
- Fammi parlare, ti prego! Se mi fai ridere non riesco a parlare e poi sai che ho il disturbo dell’attenzione e... - Ed infatti sta per partire.
Alzo le mani ai lati della testa in segno di resa e le lascio lì, così mi toglie la mano dalla bocca e appoggiato su un gomito, mi guarda da sopra pensieroso.
- Sto bene, non sono stato violentato. So che tu questo discorso della spiritualità lo guardi con sospetto, ma io la vivo a modo mio. Non prendo tutto quel che ti impone la religione, non mi reputo religioso, solo una persona spirituale. Mi affido ad una forza maggiore per affrontare le dure prove e sto meglio. - Sta divagando, come suo solito.
- Cosa c’entra col non voler fare sesso con me? Mi fai aspettare mesi, ti decidi a rimetterti con me sul serio e mi dici che non vuoi scopare? - Lui ridacchia ancora divertito, ora vorrei dargli una testata. - Ti stai vendicando? Vuoi torturarmi? Ci stai riuscendo! - Ora sono anche troppo lanciato, l’autoterapia funziona bene anche con me. Jacoby si diverte molto, lo stronzo.
Mi appoggia un dito sulla bocca.
- Jason è una sorta di amico confidente. -
- Io non ti vado bene? - mi ignora.
- Con nozioni religiose. Nei suoi consigli infila cose che hanno a che fare con Dio e la fede, io di quel che dice prendo quello che mi può servire o che mi sembra sensato e cerco di applicarlo. -
- Sta cercando di trasformarti in un prete. Ti farà prendere i voti! Ecco perché non vuoi scopare nemmeno con Kelly! - Sono davvero arrabbiato per questa cosa e finisce che mi infila il dito in bocca per zittirmi di nuovo, io non ho scelta che succhiarglielo visto che lo muove su e giù. Eh certo, non vuole scopare ma mi fa succhiare il suo dito che muove come se fosse il suo cazzo. Lo odio.
Così deciso che mentre cerca di dare un senso alle sue cazzate, gli tocco i fianchi e la schiena con le mani. Percorro leggero i tatuaggi e lui si morde la bocca in difficoltà, si concentra e ricomincia.
- E insomma, dice che l’atto del fare l’amore non va buttato via per un momento d’eccitazione. Solo per svuotare le palle, -
- Me lo immagino a dirlo così... - Commento divertito. Jacoby continua ad ignorarmi e mi rimette il dito in bocca.
- Per sfogarsi, perché si ha voglia. Fare l’amore è un unione fisica e spirituale e va vissuta al momento giusto, con la persona giusta. -
- Che cazzo ne sa un prete? - Scoppia di nuovo a ridere perché mi tolgo di continuo il suo dito dalla bocca e sono stizzito e polemico da morire.
- Ha senso. Ho sempre fatto sesso prima di capire cosa fosse. Ero arrapato e lo facevo, ero pazzo e lo facevo, dovevo calmarmi e lo facevo, ero fatto e lo facevo... anche le volte che l’ho fatto con te, era un... non so, bruciare le tappe. Non abbiamo sempre bruciato tutte le tappe per poi prenderci pause di continuo? - Sospiro perché ad un certo punto capisco che ha anche ragione. Che palle.
Smetto di interromperlo e mi concentro sul suo dito e sulla sua pelle.
- Voglio provare ad aspettare il momento giusto, a vivere questa storia con te, nella nostra seconda vita, nel modo perfetto. Ci si piace, ci si corteggia, ci si frequenta, ci si bacia e ci si coccola e quando il rapporto diventa serio e profondo e capisci che vuoi stare con lui per sempre, quando non ci son secondi fini dietro il voler fare l’amore, quando non lo fai solo perché sei arrapato o ti annoi o di solito in quel momento due scopano... ecco, quando arriveremo a quel momento, si fa sesso. - Sospiro frustrato. In realtà penso sia bellissimo farlo come dice lui.
Però aspettare quanto?
- Io so già che voglio stare con te tutta la vita, anche tu lo sai. - Tento ancora. Lui allora sorride dolcemente e mi carezza il viso.
- Certo. Però ora scoperemmo perché due a letto di notte scopano. Due che stanno insieme. Non voglio sbagliare più niente, voglio vedere cosa si prova a fare le cose come vanno fatte, come avrei sempre voluto. - Sospiro di nuovo, meno frustrato. La mano finisce sotto i suoi pantaloni aperti e si infila nella fessura delle sua natiche, lui ridacchia.
- Questo è un esempio di quello che non dovremmo fare. - Il mio dito insiste e lui piega meglio la gamba dandomi miglior accesso, gli occhi si accendono di malizia e la sua mano scivola fra le mie gambe, sotto la stoffa fine dei boxer aderenti. - Ma forse il concetto di coccole comprende questo? Voglio dire, siamo nel 2013 dopotutto... una volta le coccole era tenersi per mano e ci si baciava quando contemplavi di sposarti... -
Questo mi fa ridere e mi fa passare la voglia di saltargli addosso e di sedurlo, così scuoto la testa e sfilo la mano, poi gli prendo la sua dalle mie gioie e intreccio le dita.
- Ok, hai ragione. Facciamo le cose per bene questa volta e vediamo cosa si prova. - Ora è lui ad essere contrariato, mi fissa male e stralunato.
- Ma mi hai sentito? - io così faccio il finto innocente.
- Certo! E sono d’accordo! Non bruciamo le tappe. Quando ci sentiamo pronti ad unirci spiritualmente e fisicamente e non abbiamo ‘altro’ di mezzo, lo faremo! Magari sarò io a sedurti per una volta e a spingerti a farlo, chi lo sa... - Jacoby fa una di quelle facce comiche spontanee del tipo ‘eh figurati, sogna pure caro!’
È convinto che cederà prima lui, ma penso proprio che lo stupirò.
Questa volta mi sono fermato per miracolo.
Non vedo l’ora di farlo mio.
L’altra mano sulla sua guancia, l’attiro a me e lo bacio. Le nostre bocche si uniscono di nuovo e le lingue si intrecciano in un gioco dolce e tranquillo. Siamo stesi nel letto, i piedi per terra, lui mezzo sopra di me, le mani allacciate. Noi così sereni e rilassati senza mille pesi in meno.
Che bello ricominciare da qua.
Maledettamente bello.
Se ripenso a tutte le pene patite fino ad ora e guardo avanti da qua, non riesco nemmeno a crederci della prospettiva che si profila all’orizzonte.
La paura che qualcosa arrivi a rovinare di nuovo tutto è alta, però mentre mi bacia in questo modo anche quella scema via.
Sono fra le braccia della persona che amo da sempre ed amerò per sempre, ho affrontato qualunque cosa, persino il suo tentato suicidio. Posso affrontare tutto, ormai.
Il risveglio è la cosa più dolce da un sacco di tempo a questa parte.
Mi sveglio per primo, di solito è lui a svegliarmi uccidendomi con qualche entusiastica idea del cazzo.
Ora sta ancora dormendo sul fianco rivolto verso di me, dalle persiane filtra un po’ di luce mattutina, io prendo la mia macchina, tolgo il flash per non disturbarlo e gli faccio un’altra foto, poi col dito, leggero leggero, percorro i tratti rilassati e sereni del suo viso.
Prima quando dormiva aveva delle rughe di tormento che lo solcavano anche mentre dormiva. Ora non ci sono più.
Ha dei tratti particolari, da disegnare. Se fossi capace, gli farei mille ritratti, invece mi limito a fargli foto.
Le sopracciglia così arcuate, il naso dritto con la punta leggermente all’insù, le labbra. Queste labbra così particolari. Quello superiore è sottile, mentre quello sotto è più pieno, ma quello che mi fa impazzire della sua bocca è la linea. Ha una linea sensuale.
Gliele sfioro con le mie, le dita poi scivolano sul collo, percorro i tatuaggi, le braccia, il fianco e lo scopro dal lenzuolo guardando le sue gambe piegate, i boxer rovinano il mio percorso, ma con la lingua inizio a giocare col suo orecchio mentre le dita si infilano sotto la stoffa.
Coccole, diceva. Cosa sono queste se non coccole?
Ad ogni angolo del suo corpo.
Jacoby sposta la gamba sopra e rotea il bacino lasciando per sotto tutto l’accesso che voglio, per sopra rimane fermo rivolto verso di me perché gli piace la mia lingua sul suo orecchio, così rido perché è sveglio. La mia mano si infila bene sotto i suoi boxer e gli prendo l’erezione già dura.
- Mmmm... ma che bel buongiorno... - Mormora con la sua voce particolarmente bassa e roca.
Ciao, se mi parli così mi uccidi.
A questo punto lo metto del tutto supino, gli alzo le mani ai lati della testa, gliele prendo con le mie, gli salgo sopra ed ho cura che i nostri bacini si strofinino uno sull’altro attraverso le stoffe dei boxer.
Apre gli occhi piccoli ed assonnati ma maliziosi come i miei, infine vado a succhiargli la bocca con quelle curve provocanti e lui, beato, si lascia fare. Scendo a succhiargli il mento e poi il collo, piega la testa e mi concede tutto quello che voglio.
Mi muovo sensuale su di lui e lui geme.
Oh, sì, fammi questo regalo.
Regalami la tua voce che geme appena svegliato.
Lo fa ancora perché ci stiamo eccitando da morire, gli mordicchio il capezzolo e si inarca verso di me cominciando a sospirare.
È la fine. La mia. Ma anche la sua.
Mi sollevo e mi sposto leggermente indietro, dritto su di lui mi tiro fuori l’erezione e mi masturbo guardandolo con un bisogno impellente, lui fa la stessa cosa steso sotto di me, ci guardiamo e gemiamo presi dalla visione uno dell’altro.
E veniamo, ovviamente. Oh se veniamo.
Beh, devo dire che questo ‘fare le cose per bene’ non è male.
Quando faremo l’amore sul serio penso sarà impareggiabile.
Sfiniti ed ansimanti, e pure sporchi di noi, mi stendo su di lui e lo bacio. Le sue mani sulla mia nuca, io sono suo, lui è mio. È un bellissimo nuovo inizio.