*Jacoby ed il suo percorso personale di rinascita sono ad un punto importante, un punto nodale. Quel punto che determina se è una vera rinascita od uno dei tanti mille tentativi che poi ti faranno ricadere. È ora di riflettere sul concetto di perdono e rinascita. È ora di capirlo, di abbracciarlo. Niente anticipazioni specifiche questa volta! Sono molto fiera di questo capitolo! Baci Akane* 

99. SE DEVE SUCCEDERE È ORA

jacoby jerry

"Niente cambierà mai
Se non ti alzi e non dici niente
Aspettando giorni migliori
Ma non si presenteranno se non fai nulla
Dentro in profondità fa male che non posso farci nulla
I miei occhi sanguinano, sono incollati allo schermo
I titoli sono mostri che tutti onorano
Chiudi un occhio se ti fa male vedere quello che vedo
Entrambi gli occhi hanno assistito a questa catastrofe
Siediti all'altare, fammi una promessa
Non arrenderti, no
Non c'è resa

Affronta la verità nei demoni che vediamo
Punta il cielo, dimmi cosa credi
Metti giù le tue armi, metti giù le tue armi
Se sei stato calciato a terra, ritorna in piedi
Ora non tornare indietro, non c'è nessun ritiro
Quando ci sentono correre, sanno che stiamo venendo

In piedi!
Vai!"

NOTHING


La pausa mi scoccia, ma mi godo la mia famiglia, uscite in montagna come piace a noi, in giro sempre col cane che adoro e non vedo mai abbastanza.
Cose da family man, insomma.
Jacoby non ha mai chiesto di vederci, però mi tempesta di foto e video di quello che fa, per lo più con la famiglia. 
Non mi mostra e non mi parla di Kelly, così una volta gli chiedo come va, lui dice che è enorme, tutto qua. 
Qua gatta ci cova, per essere uno che mi racconta anche la consistenza della sua merda, il fatto che sia evasivo proprio su sua moglie mi rende a dir poco sospetto. 
 Mi appunto di parlargliene di persona. 
Per il suo compleanno organizza una festa dove invita amici, band e famiglia. 
È uno di quei momenti in cui sai che potrebbe succedere di tutto perché vedi gente arrivare da ogni porta e macchina e ti chiedi incredulo ‘ma quanti ancora devono venire?’ 
Quando vedo suo padre mi scappa il telefono di mano, per fortuna lo scemo era vicino a me e me lo prende al volo, i suoi riflessi servono a qualcosa. 
Me lo prende e me lo mette in mano, poi mi dà una forte pacca sulla spalla e ridacchia.
- Sto cercando di lavorare come si deve! - Poi semplicemente va da lui. 
Shock? Sì grazie, ma considerando che si tratta di Jacoby si può star certi solo di una cosa. Che anche dopo anni che ne hai viste tante, lui riuscirà ancora a sconvolgerti. 
Troverà sempre un modo.
Lo guardo ebete mentre si avvicina, gli va incontro e gli dà la mano in modo adulto e formale, da uomini. Non sono affettuosi nemmeno nel buco del culo, ma penso che piano piano faranno miglioramenti. 
Vorrei sapere che si dicono, ma il casino che c’è è considerevole.
Siamo qua a casa di Jacoby, non ha nemmeno pensato di affittare un locale, un capannone.
L’ultima volta che l’ha fatto si stava per buttare dall’impalcatura. 
Cerco qualche viso familiare disperatamente e mi imbatto in una Kelly enorme che con aria di mal sopportazione sta per andare su per le scale, probabilmente a rinchiudersi in camera con dei tappi per le orecchie.
Impreco, non volevo di certo incontrare proprio lei, ma mi vede e si illumina in un bel sorriso, così le vado incontro e l’abbraccio perché è così che si fa. 
- Da qualche parte c’è Jessica che ti cerca, suppongo... - Dico come prima cosa, le due sono amiche così come lo sono inevitabilmente con le mogli degli altri due del gruppo. 
Lei annuisce. 
- Jacoby l’altro giorno mi ha detto ‘ehi tesoro, per il mio compleanno ho invitato un paio di amici, pensavamo di stare qua, tanto possiamo stare in giardino, non ti romperemo le palle...’ - Si ferma e guardiamo fuori dalla finestra. - Peccato che piova. - Conclude laconica facendomi ridere. 
- Tipico suo non controllare le previsioni! - 
- Tipico suo considerare ‘qualche amico’ cento persone! - rido ancora più forte. 
- Ho visto suo padre, sono sconvolto... - Lei a questo punto si addolcisce e si appoggia ad uno sgabello alto in un angolo fermandosi a parlare di questo con aria interessata. 
- Sì, mi ha raccontato di quando sono venuti in tour lui e i suoi fratelli... - Sono in giro anche loro, ovviamente. - Tu c’eri? È stato vago quando mi ha raccontato... - Come sempre quando vuole sapere qualcosa di lui la chiede a me. Io mi stringo imbarazzato nelle spalle e le racconto vagamente senza certi dettagli, lei ascolta impressionata. 
- Poi mi ha detto ‘pensavo di chiedere anche a mio padre se gli andava di passare’. Solo questo. Lui fa e sconvolge e sembra che sia tutto normale quel che fa, invece sono cose pazzesche. - Rido ancora ed annuisco, capisco bene di cosa parla. - E per inciso ci sono anche sua madre col signor Rotch. - Piego il capo.
- Normale, lo immaginavo. - 
- Sì, ma non penso li abbia avvertiti che avrebbero potuto vedere anche il signor Shaddix! - rido ancora e scuoto la testa. 
- No hai ragione, non penso. - Poi mi distraggo con la sua pancia. - Comunque ti vedo bene, come va la gravidanza? Jacoby dice tutto ok... - annuisce e si carezza il ventre gonfio. 
- Pare che il principe avrà una principessa, alla fine! - quando lo dice faccio un’espressione buffa da ‘alleluia’, perché sappiamo bene quanto volesse una femmina. Andava in giro dicendo ‘voglio una principessa! Voglio una fottuta principessa!’
- Ma se prende da lui diventerà un maschiaccio probabilmente! - Commento ironico, lei ride e concorda. 
- È meglio che non gli dico di quest’eventualità! - 
Ridiamo ancora un po’, poi dice che come ogni donna incinta deve andare in bagno ogni 5 minuti, prima di andare si gira ed alza il dito con aria misteriosa e divertita insieme: 
- Oh... dimenticavo... stai nei paraggi che le sorprese non sono ancora finite! Jacoby era seriamente intenzionato a ‘mettere a posto un po’ di cose’, così ha detto. - 
Ma non so se sa di cosa parlava, se ne va ed io rimango a rodermi.
Immediatamente mi metto a girare per casa, abbastanza grande ma in questo momento claustrofobica, e lo cerco per scoprire chi diavolo ha invitato ancora. 
Con la macchina fotografica faccio qualche foto di tanto in tanto, incrocio Bryson che fa altrettanto e ci fotografiamo a vicenda divertiti. 
- Tutto bene? - piccola conversazione fra due che han avuto sempre poco a che fare uno con l’altro. 
La musica a tutto volume ci impedisce di sentire bene, ci avviciniamo per capire la metà lo stesso, alla fine rinunciamo, ci salutiamo ed andiamo oltre.
So che Jacoby voleva coinvolgerlo in qualche modo nella band visto che è un fotografo per eventi e su commissione, potrebbe diventare il fotografo ufficiale dei nostri tour, ma non so se glielo ha già chiesto. 
Continuo a girare e finalmente lo ritrovo, questa volta è con Bryson e Trevor, i tre parlano e ridono insieme felici e divertiti, sono contento che si siano ritrovati, penso che il loro rapporto sia stato quello più facile da risolvere. 
Gli faccio una foto e loro si abbracciano in fila mettendosi in posa, vorrei chiedere a Jacoby quali altre sorprese devo aspettarmi e come sta andando con i genitori vari, ma chiaramente non mi sembra il caso visto quanto si sta divertendo coi fratelli. 
Mi guardo intorno alla ricerca di qualcun altro, intravedo Tobin e mi avvicino e mano a mano che scarto gente e la visuale si apre meglio, noto la persona con cui sta parlando. 
Quando è completamente in vista, mi fermo immobile, la macchina fotografica appesa al polso con il legaccio viene abbandonata, la bocca si spalanca e penso che per una volta la mia faccia sia shoccata e sconvolta. Molto sconvolta. E molto shoccata. 
- Cazzo, cos’altro deve succedere, oggi? Jacoby ha progettato una fuga leggendaria? - La mia bocca parla da sola, non so cosa dico. Io dico. 
E a quanto pare è una cosa divertente perché si girano, mi guardano e per un momento penso che potrebbe reagire male, dopotutto nemmeno io lo vedo da un secolo. Ma poi si mette a ridere, mi viene incontro e mi abbraccia stringendomi forte, possente, soffocandomi. 
- Porca troia Dave... non sembri nemmeno tu! - Esclamo mentre mi accorgo che le mie braccia lo avvolgono entusiaste. 
Ci separiamo e gli do una pacca sulle braccia. 
- Ma quindi tu e Jacoby ora vi parlate, avete fatto pace? Cazzo non mi ha detto nulla... - Dave ride vigorosamente, è la metà dell’ultima volta che l’ho visto e penso fossero 5 anni fa almeno. - Fanculo quanto sei dimagrito, che hai fatto? - Dave continua a ridere e si mette di profilo battendosi la mano sulla pancia che è praticamente sparita, anche il viso ha quasi un’altra forma, è impressionante!
- No no, non ci siamo parlati, mi ha solo scritto un messaggio. ‘Mi piacerebbe averti al mio compleanno!’ Stop! - Scoppiamo a ridere. 
- È proprio da lui! - Esclamo io. 
- In 5 anni è morto, non si è fatto vivo, sapevo le cose da internet o dalla tv, lui zero! Ero deciso a sotterrarlo, volevo che fosse lui a farsi vivo, dopotutto l’ultima volta ci siamo presi a pugni... - Spiega come se fosse normale, come se io l’avessi sempre visto in questi 5 anni. 
- Beh, nemmeno io mi son fatto vivo... ed ora facciamo come se fosse ieri... - 
- Questo è tipico degli uomini... - Commenta placido Tobin bevendo una birra. Vedo che Dave ha qualcosa di analcolico, come me. Annuisco e piego la testa di lato. 
- Questo è vero. Ci prendiamo a pugni, non ci vediamo per anni poi un giorno per caso siamo uno davanti all’altro, una stretta di mano, una bibita insieme e via! - Sorrido incredulo mentre mi accorgo di aver tremato tutto il tempo per l’emozione vivida che mi scorreva dentro, ma non me ne sono nemmeno accorto. Ero così felice istintivamente di vederlo..
Io so cosa significa essere qua ora. Avere Dave qua. 
- Non l’hai ancora visto? - Scuote la testa. - Beh ragazzi preparatevi, se deve succedere qualcosa, è stasera, perché ha invitato anche suo padre. - 
- Il signor Rotch? - Chiede Tobin. Scuoto la testa ancora shoccato nel pensarci. 
- Il signor Shaddix! - E qua tutti e due impallidiscono, poi prendo Dave per un braccio. - Tu non sai tante cose, sarà ora di aggiornarti! Jacoby ha iniziato la strada della santificazione! Forse vuole farsi prete, vai tu a sapere! - Così inizio a raccontargli tutto mentre Tobin interviene di tanto in tanto e non so quanto stiamo qua a parlare mentre tutto intorno il casino aumenta e diminuisce ad ondate, si beve, si mangia, si sente musica. 
E poi alla fine di tutto il racconto, Dave commenta sconvolto. 
- Pazzesco. Ero già shoccato di leggere il suo messaggio, ma questo... cazzo, deve per forza aver visto la madonna! - Ridacchio ed alzo le spalle. 
- Comunque ti devo delle scuse anche io, sono sparito come lui e solo perché lui ti aveva tagliato fuori... - 
Lui scuote la testa e sminuisce la cosa sebbene non penso che sia stato davvero così facile per lui farsela andare giù. 
- So che tu e lui siete sempre stati un tutt’uno, è normale ad un certo punto assorbire le scelte dell’altro. - Arriccio il naso un po’ contrariato dal nascondermi dietro Jacoby. 
- Sì, ma è mia responsabilità questo. Potevo cercarti, non sono mica un allungamento di Jacoby... sebbene a volte lo sembri... - Sorrido, poi mi stringo in una spalla prendendogli il gomito per fargli capire quanto sono serio e mortificato su questo. - Dovevo cercarti quando mi era passata. Da un certo punto di vista avevi ragione, ma avevo... sai... la disperazione di Jacoby, il suo sentirsi abbandonato e tradito da te in un certo modo, come ti aveva detto quel giorno e... non so, ho pensato che riguardasse voi due, no? Che a me toccasse dopo, eventualmente, accettare la vostra pace ma... insomma, era solo comodo così. Cercarti, dirti che non avevi del tutto ragione ma nemmeno torto? È più facile far passare il tempo ed aspettare ‘il momento giusto’. - Faccio le virgolette in aria e mi accorgo che mi fissa sconvolto lui, ora. - Che c’è? - Chiedo sorpreso. 
- Jerry, non ti ho mai sentito parlare tanto e spiegare così a fondo qualcosa... - non lo dice per prendermi in giro e sdrammatizzare, è convinto di questo. È sinceramente shoccato. Ridacchio ed annuisco. 
- Sto lavorando su di me. Devo ancora fare del lavoro. Del tipo... prendere più piede al di là di Jacoby che per me rappresenta un porto sicuro. - Con loro posso parlare liberamente perché alla fine sanno che nella mia vita sopra ogni cosa c’è sempre stato Jacoby, forse non è chiaro il rapporto, beh ora a Tobin sì, ma è chiaro che siamo molto legati. 
- Lui ti ha sempre completato e viceversa, è normale vivere un po’ in funzione dell’altro. - Giustifica Dave maturo. 
- Sì, però ti devo delle scuse, sto lavorando sulla mia ‘indipendenza’ e devo continuare. - Continuo con le virgolette in aria. Dave annuisce ed accetta le scuse, mi tende la mano che prendo, poi ci abbracciamo meglio di prima che ero shoccato e devo dire che qualcosa va al suo posto.
Capisco perché Jacoby vuole sistemare tutto. Per questa leggerezza che viene dopo.
Non sai di avere dei pesi finché non te li togli e lì capisci la differenza e perché è giusto farlo.
Non è detto che ci si deve scusare o perdonare. A volte devi solo rinfacciare delle cose e sotterrare definitivamente qualcuno, non lo so. 
Spero che oggi con Dave accada la prima, onestamente. 
È vero che hanno sbagliato entrambi, anzi, tutti. Però è vero che ad un certo punto si deve poter mettere via ed andare oltre, ricominciare. 
Spero che oggi sia il nuovo inizio di tutti.
E proprio mentre lo penso, vedo il viso di Dave impallidire e spegnersi nel sorridere, guarda oltre le mie spalle e capisco. Quello è il tipico sguardo con cui si guardano i fantasmi. 
Jacoby è arrivato. 

È come se tutto si congelasse, ma in realtà è solo una mia impressione, perché conosco i retroscena e aspettavo questo momento da una vita.
Sapevo che fare pace con Dave per Jacoby rappresenta una sorta di scalino importante, è rimasto molto ferito da lui ed anche se Jacoby stesso ha le sue colpe, il fatto di non riuscire ad ingoiare per tornare da lui significa quanto male ci è stato.
Ed ora non solo l’ha invitato alla sua festa, ma eccoli qua.
Sento una sorta di sacralità in questo momento, come se da qui tutto potesse potenzialmente cambiare.
Cambiare come non immaginiamo proprio. 
Mi giro lentamente e mi faccio da parte, a qualche metro c’è Jacoby con un energy drink in mano, dei jeans neri strappati ed una canottiera lunga con delle scritte bianche, i suoi capelli biondi sono sistemati alla solita maniera con la cera, ben sparati per aria nel mezzo. Ha un filo invisibile di eyeliner, niente di pesante ed eccessivo. Sono orgoglioso di lui, estremamente orgoglioso. 
Sta fermo, guarda Dave, Dave guarda Jacoby, mi affianco a Tobin e guardiamo la scena, nessuno intorno fa caso a noi, nessuno ha idea di che cosa significhi questo momento, questo incontro.
In un momento mi viene in mente l’ultima volta che questi due si sono trovati uno davanti all’altro. Si sono presi a pugni, si sono spinti, gridati contro ed insultati, si sono feriti.
Dave ha detto che Jacoby non avrebbe dovuto nascondere i suoi problemi di psicosi e disagio mentale, mentre Jacoby ha detto che se ne era accorto benissimo ma che era troppo divertente e quindi ha sempre fatto volontariamente finta di nulla. Perché la follia fa ridere, mentre ferisce solo chi la porta. 
Quanto erano vere queste parole?
Erano come fratelli, si sono conosciuti nella squadra di football del liceo, hanno fatto a gara a chi imparava meglio e prima a suonare la batteria, hanno deciso che si poteva partecipare ad un concorso musicale senza un chitarrista, si sono resi consapevolmente ridicoli davanti a tutti e poi piano piano hanno messo in piedi un gruppo da milioni di dischi venduti e non so quanti tour di successo all’attivo. 
E poi si sono separati, perché uno non ha voluto dire e l’altro non ha voluto vedere. 
Dave si avvicina di un passo verso Jacoby, l’aria seria ma sicura di sé, zitto, in attesa della mossa di Jacoby. 
Jacoby si prende ancora un momento, prende un respiro profondo, i suoi occhi in questo momento sono impenetrabili, cerco di capire cosa prova perché di solito si capisce sempre cosa prova, è un’esplosione di emozioni atomiche. Ma ora è lì e non mostra nulla mentre lo fissa serio. 
Rigido. 
Poi si stringe le labbra, scuote la testa, la gira di lato, fa un sorrisino strano, quasi amaro, chiude gli occhi e mentre penso che ora riprende a prenderlo a pugni o magari gli dirà ‘mi hai ferito così tanto che non posso perdonarti’, vedo che lascia la sua fottuta lattina, cade a terra e mentre schizza tutto in giro e penso che Kelly lo ucciderà, Jacoby salta letteralmente addosso a Dave e lo abbraccia come una scimmia che finisce su un albero usando una liana. 
Dave che non si aspettava niente, lascia la sua lattina che fa la stessa fine di quella di Jacoby, lo prende al volo e lo regge abbracciandolo. Jacoby, che non è leggero per niente, avvolge braccia e gambe e Dave lo tiene su completamente dimostrando una forza non da poco. 
Stanno così e basta, non si dicono nulla, qualcuno vede, Bryson da lontano fa una foto che sarà sicuramente appesa al muro, Tobin mi mette il braccio intorno al collo ed io... beh, io vedo che Jacoby piange silenzioso stringendo forte gli occhi, come se fosse geloso di quell’emozione che prova ora. 
E quindi niente, mi scende una lacrima anche a me.
Questo salto di Jacoby su Dave è il suo salto verso la sua nuova vita, una vita che ha finalmente agguantato a piene mani e che ora non gli sfuggirà mai più.
Lo guardo e non mi serve vederlo in faccia per sapere che ora è definitivamente felice di essere vivo. 
Addio depressione, maledetta puttana. Non avrai più Jacoby. Alla fine ha vinto lui. 
Fanculo, che bello che è!

 

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Note: è vero che Jacoby e Jerry per molti anni non hanno sentito e visto Dave che era in contatto solo un po' con Tobin. Ed è vero che invece ad un certo punto delle loro esistenze Dave è tornato nelle loro vite e che hanno fatto pace. Ed è pure vero che Dave è dimagrito un sacco.