NOTE: la fic fa parte della serie Il momento giusto ed è dal POV di Kylian. La prima parte è ambientata il giorno della finale di Champions, che corrisponde al primo giorno di ritiro con la nazionale francese. Ho immaginato che tutti avessero delle preziosissime opinioni sulla sua scelta di rimanere al PSG e così ho fatto un po’ di conversazioni varie per rendere il senso di frustrazione di Kylian. Ammetto che non so bene chi era convocato! Nella seconda parte invece si va a qualche giorno dopo, quando in ritiro arriva anche Karim e sistema tutto, riprendendo il discorso da dove si erano interrotti. Amo vedere Kylian così preso da lui, onestamente. Questa è di fatto l'ultima fic che ho scritto fin'ora sulla serie, ma sicuramente ne arriveranno altre durante l'anno. Per sapere quando scrivo, cosa e quando pubblico, seguite la mia pagina: https://www.facebook.com/akanethefirst
Buona lettura. Baci Akane

IL SOLO PER ME

karim kylian


Non mi aspettavo sarebbe stato facile, onestamente. 
Non mi aspettavo però nemmeno che sarebbe stato così brutto.
I miei compagni al PSG erano contenti che rimanessi, qualcuno mi ha detto con onestà chi me l’ha fatto fare di restare quando mi aspettavano a braccia aperte in un club che vince Champions come se piovesse, ma nessuno forse era particolarmente serio. Qualcuno magari. 
Però al di fuori del mio club, è un casino.
A parte le notizie false che si sprecano su di me che faccio liste per mandare via gente e puttanate simili, cosa che ultimamente è esponenzialmente aumentata rispetto al solito, ma molti mi guardano con aria critica. Qualcuno lo dice ad alta voce, ma essendo gente che non conosco me ne frega poco, però mi fa capire l’opinione generale che sui social posso bellamente ignorare, ma per strada no. 
Molti fischiano o fanno battute negative che non voglio ascoltare, però le sento vuoi o no. 
Poi arrivano i compagni di nazionale.
Pensavo fosse una specie di porto sicuro, come il mio club. 
Invece è un bordello. 
In molti mi dicono se sono pazzo, qualcuno scherza, qualcuno è serio e chi scherza aggiunge ‘ok che per quei soldi in realtà ti capisco’, qualcuno aggiunge che mi invidia anche, ma si capisce che c’è dietro della critica di base, ma apprezzo che si tengano per loro il resto e si limitino a scherzarci pesantemente su.
Qualcuno, invece, quelli che sparano la battuta per avere un aggancio e parlare seriamente, poi appunto lo fa. 
Il succo del discorso di tutti questi ben pensanti è che non avrei mai e poi mai dovuto accettare il rinnovo, per qualunque cifra, perché sì sarò ricco come nessuno mai, ma non avrò mai i trofei che rendono un calciatore davvero il più forte. 
E qua si parla della Champions, ovviamente, e del conseguente Pallone D’Oro. 
- In questo modo ti sei giocato il Real per sempre, amico. - dice Raphael che è fra quelli che dice sinceramente quel che pensa senza mettermi sul patibolo come altri. 
- Dici che non mi vorranno più? 
È ovvio che è così, non sono idiota, ma sentirmelo dire è orribile. 
Raphael mi guarda perplesso, mentre mi affianca andando a mangiare. 
- Il momento giusto per andarci era questo, amico... ma il problema non è che alla fine ci hai ripensato, quanto il modo in cui l’hai fatto. Dopo un anno di promesse, ti sei rimangiato la parola. Non li prendi in giro due volte, quelli. È un peccato perché non lo dice un ex giocatore e tifoso del Real Madrid, lo dice la storia. È il club più vincente. Avere l’occasione di giocarci lì e contribuire a fare quella storia e rifiutarla, è da pazzi. 
Rafa non ci va leggero, ma c’è chi è più pesante di lui. 
- Il PSG non vincerà mai nulla e lo sanno tutti. E chiunque ci resta, non vincerà mai un premio individuale importante! Proprio perché non vinceranno niente di più della banalissima Ligue 1!
Guardo Paul che non ha mai peli sulla lingua, di solito non è mai serio, ma questa volta sembra avere un’opinione preziosa che decide di condividere per forza con me. 
Io respiro a fondo e lo fisso torvo:
- Hai parlato tu! Che hai mai vinto con lo United? 
Paul alza le mani come a dire ‘alt’ ma anche a ritirare e correggere un tiro sbagliato, non sembra offeso, ma io lo sono. 
- Intanto ho vinto l’Europa League! - fanfuclo! E chi se lo ricordava! - E poi storicamente lo United è più accreditato del PSG nelle competizioni europee... e la Premier è il campionato più difficile del mondo! 
- Però nessuno della Premier ha mai vinto un premio individuale internazionale! - preciso seccato. Insomma, da che pulpito viene la predica! Posso accettare un Raphael che ha militato e vinto nel Real, ma adesso lui non è che può propriamente parlare! 
- Nessuno che non sia uno del Real o del Barça vincerà mai un pallone d’oro o quant’altro e lo sanno tutti! - si intromette N’golo aggiungendosi a noi per prendere posto alla tavolata. 
Ci giriamo a guardarlo, in attesa del resto. 
Lo capisco che lo dica, lui con il Chelsea ha vinto la Champions ma è stato premiato il solito Leo e tutti sanno che era il migliore della sua squadra. 
- Perché quei premi sono comprati dalla Spagna, c’è una mafia dietro! 
Anche Adrien si intromette, ora. Sospiro stufo alzando gli occhi al cielo.
- Perciò alla fine non conta cosa vinci ma con chi, giusto? Per cui parliamo davvero di meriti reali? Che valore ha quel Pallone D’oro? 
Vorrei che mi lasciassero in pace, non avevo voglia di parlare di questo proprio perché sono assolutamente convinto di aver fatto una grande cazzata a rimanere al PSG, ma ormai è fatta. 
Ognuno di noi prende i propri posti e si siede continuando a parlare di questo senza risolvere la faccenda. Alla fine c’è la conclusione di Paul che dice scuotendo la testa. 
- Se io avessi l’occasione di andare al Real o al Barça ci andrei in ginocchio da Manchester! Perché alla fine della tua carriera conteranno i trofei che avrai vinto e a nessuno importerà un cazzo del come o con chi o perché! Tanto meno a te, perché ti basterà guardare la tua bacheca e sentirti Dio! Che è quello che tutti noi vogliamo! 
Rimango perplesso su questo discorso, ma Rafa torna ad infilare il dito nella piaga ben in profondità: 
- Al PSG non avrai mai quello che potevi avere al Real e te lo dico per esperienza personale. Quando continuerai a perdere quarti, semifinali o al meglio che ti possa andare le finali, ti renderai conto di aver buttato la tua carriera per soldi, ma sarà tardi. 
Scuoto la testa ed alzo gli occhi al cielo con lo stomaco chiuso in una morsa di ferro. 
- C’è solo il Real o il Barça per avere soddisfazioni? Davvero solo quelle due squadre? 
- Il Bayern ha vinto la Champions e Lewa ha fatto una stagione pazzesca, tu l’hai visto il suo Pallone D’Oro? - rincara Lucas da qualche posto più in là che ha seguito la conversazione probabilmente come chiunque qui dentro. Nessuno che si faccia i cazzi propri, solo i miei sono i migliori!
- Ma almeno la Champions l’ha vinta! E non era il Real! - gli faccio notare. 
- Certo. Ma vedi che se a dover essere premiato era Leo alla fine l’avrebbero assegnato quel premio! - continua convinto, girato con la sedia verso di noi e la forchetta puntata verso di noi.
Non credo che ne usciremo mai.
- Però altre squadre oltre al Real o al Barça vincono la Champions! E pazienza per i riconoscimenti individuali! - provo a chiudere il discorso, ma so che è una battaglia persa in partenza. 
- Pazienza un corno! - N’golo non digerisce per nulla la sua mancata premiazione a scapito di uno che ha sì vinto un premio con la sua nazionale e avuto una discreta annata col club, ma di fatto non l’avrebbe meritato realmente più di lui. Ma l’altro era Lionel Messi e questo aveva la precedenza. - Credimi che brucia quando ci sei tu a subire queste ingiustizie! 
- Perciò se potessi andresti al Real solo per vincere un Pallone D’Oro? - chiedo incredulo. - Nonostante hai già vinto una Champions? 
Lui annuisce battendo la mano sul tavolo dove fa tintinnare le posate di tutti sui piatti. 
- Puoi scommetterci, dannazione! Sono contento d’aver vinto col Chelsea, ma lo ero di più a vincere il Pallone D’Oro. È questo che vogliamo tutti sin da bambini. È come dice lui! - indica Paul. - Alla fine vuoi che sia il tuo nome ad essere ricordato per sempre. E solo a chi vince certi premi, succede. 
La questione andrebbe avanti per molto se la fame non mi fosse passata del tutto.
Stufo di questo, prendo e me ne vado dal tavolo lasciando lì la roba a metà. 
- Dai, ti sei arrabbiato? Si parlava tanto per fare! 
- No, voi giudicavate senza sapere un cazzo! Ma va bene, tanto penso di dovermi abituare a questo più di prima, ormai! 
Con questo me ne vado dalla sala mensa di Clairefontaine.
Sono stufo, stufo marcio! Volevo godermi la finale e ammirare il mio Karim, ma è impossibile anche solo respirare. Sembra che l’unico argomento sia io, là dentro. 
Io e la mia scelta di merda! 


Se non mi avesse raggiunto al ritiro della nazionale entro due giorni, avrei fatto di tutto e sottolineo di tutto, per vederlo quella sera stessa.
Perché un po’ lo sapevo che avrebbe vinto il Real. 
Non mi sono fatto vedere per tutta la serata, so che i ragazzi vedevano la finale insieme in salone, ma io non mi sono unito a loro e avendo la camera da solo ho potuto isolarmi e farmi i cazzi miei. 
Però se Karim non fosse venuto qua da noi dopo due giorni, sarei scappato da qua per andare allo stadio e guardarlo dal vivo, poi l’avrei rapito in qualche modo. Con o senza coppe, medaglie e premiazioni ci sarei riuscito. 
Ma fortuna vuole che la convocazione è sacrosanta e che è lui che viene da me. Meno male. 
Potevo morire altrimenti. 
Quando arriva dopo due giorni di festa ovunque ed ininterrotta ed un dovuto riposo, la situazione intorno a me è strana e lo percepisce subito, non che gli scappi qualcosa dei compagni a cui tiene. Io sono uno di loro, ma spero di non essere solo un compagno di squadra e basta. 
- Che sta succedendo? 
Mi chiede diretto una volta in camera.
È arrivato ed è stato festeggiato e osannato da tutti, hanno cantato cori da stadio dove dicevano Pallone D’oro 2022 e cose così, insomma, tutto meritato ovviamente. Io ero con gli altri, ma forse un po’ in disparte rispetto al solito. 
Lui era al centro dell’attenzione come è giusto che fosse, l’eroe fra il popolo. 
Ma adesso, in camera, nel posto che gli avevo riservato con me, lui non si fa scappare nulla e me lo chiede subito. 
- In che senso? - chiedo fingendo indifferenza, mentre apro la portafinestra che dà sul terrazzo. Entra subito un po’ di fresco dall’esterno, anche se resta sempre caldo. 
Karim sistema le sue cose con la sua tipica calma, controllando il cellulare e posizionando il carica batteria nel suo comodino. 
- C’è un’aria strana intorno a te... 
Inarco le sopracciglia sorpreso. Come ha fatto ad accorgersene in quel casino dove lui era il protagonista? 
Mi infilo le mani in tasca e mi appoggio allo stipite della porta che ho aperto, faccio un sorrisino tirato, un po’ ironico e cerco di essere vago. 
- Mah, niente di che... 
Il suo sguardo penetrante mi demolisce in un attimo. Abbandona la valigia e mi viene davanti, mani ai fianchi, mento alto. Dritto davanti a me, pochi centimetri a separarci. 
È incredibile l’effetto che mi fa.
Da quel giorno non ci siamo più visti.
Mi mordo il labbro al ricordo. 
- Comunque congratulazioni per la vittoria, sapevo che ce l’avresti fatta... 
Cerco di cambiare discorso, ma lui si incupisce, si aggrotta e muove la testa da un lato. 
- Non provarci. - grugnisce diretto. Faccio una smorfia e sospiro alzando le spalle, poi mi gratto la nuca con le mani, le braccia alzate a stiracchiarmi. 
- Mah... hanno tutti un’opinione su di me e sulla mia scelta di restare al PSG. Ovviamente nessuno è d’accordo. Tutti dicono la loro come se mi importasse! Tanto ormai è fatta! 
Karim alza un sopracciglio scettico. 
- E non deve importartene davvero! 
Mi immobilizzo e mi irrigidisco. Che sta a dire? 
- Beh, ma è così... 
Lui scuote la testa e fa un passo avanti a sfiorare il corpo col mio, trattengo il fiato con l’eccitazione che parte spropositata.
È un attimo, ci voleva così poco. 
- No che non è così. Stai soffrendo per le preziosissime opinioni dei tuoi compagni di squadra. 
Non è una domanda. Abbasso le braccia di schianto insieme alle spalle che si incurvano. Sento il mio viso abbandonarsi ad un’espressione di insofferenza che non volevo liberare, ma le sue mani ai miei fianchi mi fanno bruciare e lentamente tutto sparisce, inizio a dimenticare cosa mi aveva turbato tanto fino ad ora. 
Non è più successo nulla fra noi perché non ci siamo più visti, ora è la prima volta e mi sembra che sia stato appena ieri. 
- Mi secca. Vorrei solo essere lasciato in pace. 
Non gli dirò mai e poi mai che sono il primo ad averci ripensato e che vorrei avere una seconda occasione per unirmi a lui al Real, non lo farò mai. 
- Ormai le cose sono andate così, è inutile rimuginarci. La tua strada sarà diversa, sicuramente splendida. Sei un giocatore fortissimo a prescindere dalle tue scelte. Io ci ho messo anni a dimostrare al mondo che valevo, per te già lo sanno. 
Sorrido amaro, mentre nonostante la vicinanza e le sue mani ed il suo respiro, mi viene su spontanea la risposta scontenta: 
- Ma a quanto pare basta una firma sbagliata per far ricredere tutti. 
Karim risale con le mani e dai fianchi mi prende il viso, le sue mani sulle mie guance. 
Intenso, vicinissimo, ubriacante, sussurra piano ma sicuro:
- Te lo dico da sempre. Sarai tu a fare la storia di quel club senza storia. 
Non credo lo pensi davvero, ma in questo momento crederei a tutto quello che mi direbbe. 
Non rispondo, schiudo le labbra e finalmente le prende fra le sue. 
Il calore si espande in un’esplosione immediata, il senso di morbidezza della sua bocca che si intreccia alla mia, la lingua che gioca e si infila e mi trova, io che mi appoggio a lui, mi prendo alla sua vita, mi abbandono totalmente alla mia ancora. 
Non sarei resistito oltre. 
Mentre ci baciamo ogni problema e dubbio e fastidio viene spazzato via da lui e dal benessere che la sua sola presenza mi trasmette.
Sicuramente ho fatto una cazzata a firmare per il PSG e a non approfittare dei suoi ultimi anni al Real, ma ormai è andata e dovrò lavorare duro per convincere tutti che si sbagliavano. 
Vorrei chiedere con chi ha festeggiato la coppa, ma la risposta non mi piacerebbe, perciò me ne sto zitto mentre infilo la mano nei suoi pantaloni e lo tocco subito 
Ora come ora tutto ciò che conta è il suo corpo e la sua bocca, tutto il resto non ha più importanza. 
Karim ha un sussulto, sorride compiaciuto, lo sento che si abbassa i pantaloni e i boxer, sento che fa altrettanto con me e solo ora smette di baciarmi. Perché mi gira, mi rivolta fra le sue mani e fa di me tutto ciò che vuole, senza esitare. 
Mi muove a piacimento, mi spinge in avanti usando una mano sui miei fianchi e l’altra sul mio collo, mi fa appoggiare al letto dove salgo con un ginocchio, sento i miei vestiti che scivolano giù dietro di me, la sua saliva, le sue dita, la sua lingua e poi, per fortuna poco dopo, mentre ogni parte di me vibra impazzita e già non ce la faccio più, entra senza un solo preliminare. Solo un po’ per lubrificarci e non entrare a secco. 
Un colpo ed è dentro, poco dopo mi afferra e mi sbatte per dietro in un crescendo che mi toglie da questo mondo. Non penso più a un cazzo, solo al suo che cresce e penetra arrivando fino in fondo, fin dove io esplodo di piacere perdendomi completamente. 
Lo sento venire poco dopo, col ritmo vertiginoso che ci ha investiti come non mai. 
Ci metto un po’ a riprendere possesso delle sensazioni del mio corpo, quando anche lui riesce a tornare, mi avvolge con le braccia alla vita, si china su di me, mi solleva il necessario e sempre come se fossi una bambola fra le sue mani, mi muove salendo di più sul letto.
Ci gattono con lui dietro di me che fa altrettanto, da sopra. Poi una volta in mezzo, si fa cadere di lato e mi tira a sé. Rimaniamo così stesi uno avanti all’altro, lui che mi abbraccia da dietro, la sua bocca sul mio collo, i brividi mi coccolano. 
- Congratulazioni per la vittoria... 
Sussurro di nuovo, questa volta sul serio. Lui sorride contro la mia pelle sensibile. 
- Grazie... 
Per il resto del ritiro sono unicamente suo. Costantemente. Irrimediabilmente. Pendo totalmente dalle sue labbra, da ogni suo gesto, decisione, movimento, spostamento. Lo seguo e l’ascolto sempre. Esiste solo lui, in questo ritiro. 
E so di non essere il solo ed è questo che mi ha spinto a non andare al Real, perché non avrei mai sopportato di non essere il solo nella sua vita. Visto che per me, ora come ora, lui è il solo per me.