*Riky e Cris arrivano al mondiale del 2010 in Sudafrica, fin lì la situazione fra loro è sul piano dipendenza da sesso, ma non solo, perché nel mentre il legame si rafforza, si sostengono, si confidano e si proteggono un sacco, tanto che da lì a capire che stanno arrivando dei sentimenti ci va poco. Per Riky. Per Cris il discorso è diverso. Buona lettura. Baci Akane*

16. IL MOMENTO DI CAMBIARE 

criskacriskacris riky nani

Il mondiale non andò come speravo, giocare con le infiltrazioni al ginocchio non è il massimo e sia dal punto di vista fisico che mentale ero molto sotto pressione, per cui finivo per chiamare Cris praticamente ogni giorno. 
Durante i mondiali non hai sempre l’occasione di vedere compagni di altre nazionali perché a meno che non ci siano scontri diretti, si gioca sempre in città diverse. Così prima di poterlo vedere dovemmo aspettare Portogallo-Brasile, a cui però dovetti rinunciare perché la partita precedente ero stato espulso. Avevo avuto uno scatto ma niente di eccessivo da giustificare un rosso. Sapevo che ero nervoso per più motivi e la sola ‘cosa’ che funzionava per calmarmi non la potevo ‘usare’. Questi termini non mi piacciono nemmeno ora, ma era quello. 
Sentivo Cris al telefono e lui paziente mi ascoltava, spesso era lui a chiamarmi per sapere come stavo. Io so che era autentica la sua preoccupazione, lo sapevo all’ora e lo so adesso. 
Quando fui espulso fu un duro colpo perché la sola partita che tenevo a giocare era quella contro il Portogallo, il suo Portogallo, e non potevo.
Ci eravamo promessi telefonicamente di scambiarci la maglia alla fine della partita e non vedevamo l’ora di affrontarci, ma dovemmo rinunciare a quello. Non fu facile. Non fu per niente facile. 
Reagii male ovviamente e dopo aver pianto al telefono ed essermi fatto calmare da lui che ci mise tipo metà nottata, qualche giorno dopo potemmo incontrarci perché finalmente eravamo nella stessa città.
Ovviamente non stesso albergo, per cui dovetti organizzarmi, Cris si propose di farlo lui perché a quanto pareva non era la prima volta che sovvertiva le regole e andava via anche se non poteva. Ovviamente queste cose i giocatori le fanno, non tutti e non sempre ma è capitato a molti di uscire quando non si può fare. Sono più che altro norme di buon senso, se il giorno dopo giochi con la squadra, la sera prima non fai le notti brave. Ad qualcuno non importava, addirittura beveva fino all’alba e poi scendeva in campo... certo la resa non era di sicuro la stessa, ma qualcuno lo faceva.
Il vecchio Cris l’aveva fatto, non credo bevesse perché suo padre era morto per problemi legati all’alcolismo e quindi lui ci andava sempre molto piano con l’alcool, ma nella vita di ognuno capitano momenti in cui si crolla, in cui si tocca il fondo e quindi diciamo che non sono mai stato io quello in prima fila a giudicare niente e nessuno. 
Comunque so che usciva per fare festa, il vecchio Cris. Su cosa facesse non ne ho idea, non ho mai voluto approfondire quel suo aspetto perché avevo paura non mi piacesse quello che potevo scoprire. Per me contava il presente, il nuovo Cris non faceva quelle cose, non usciva così tanto e soprattutto non nei momenti sbagliati e sicuramente non beveva viste le prestazioni sempre di alto livello. Non puoi essere atleticamente il migliore e così veloce e prestante se ti distruggi in qualche modo... 
Comunque quella volta gli dissi che l’avrei fatto io per lui, l’avrei raggiunto io, perché sapevo che non poteva muoversi, lui avrebbe giocato il giorno dopo, io no, perciò sarei venuto io, solo che non sapevo come si facevano quelle cose, così mi feci aiutare da uno dei miei fratelli da madri diverse... si dice così quando sei tanto legato a qualcuno che non è però tuo fratello vero. 
Quella notte raggiunsi Cris al suo albergo sentendomi un ladro ed una pessima persona per più motivi, in parte per questioni professionali, in parte perché sapevo che stavo per sbagliare di nuovo davanti a Dio, anche se non avevo mai amato mia moglie, la stavo per tradire di nuovo, perché era ovvio, era normale avremmo fatto sesso. Eravamo in astinenza da troppo e penso che se l’avessi visto più regolarmente sarei riuscito anche a giocare meglio, nonostante le infiltrazioni.
Ovviamente era una mia idea malata, ma non ero in me quando si trattava di Cris, non in quel periodo prima che la nostra relazione prendesse una piega più sana. 
Lentamente stavamo raddrizzando e sanificando tutto, diciamo, perché anche il sostenerci a distanza era un’ottima cura. Ci stavamo legando emotivamente, ci stavamo rendendo conto che era molto più che sesso ma se io ero pronto e desideroso di arrivare a quel livello, sentivo che per lui era diverso e l’avrei scoperto a breve a mie spese. 
Quella notte, però, fu tutto perfetto.
Fino al momento in cui avevo varcato la soglia della sua camera mi ero sentito un’autentica schifezza, poi appena avevo visto il suo sorriso radioso e sentito la sua voce maliziosa dire ‘non pensavo saresti venuto davvero e che l’avresti fatto!’ Tutto era andato a posto. nessun’ansia, nessuna angoscia, nessun senso di colpa.
Mi bastava vederlo, toccarlo e sentirlo per essere in pace col mondo e con me perché lì c’era qualcosa di autentico e di dannatamente giusto e sensato. Non sapevo cosa, ma c’era di sicuro. 
Non sapevo spiegarlo, ma le mie braccia intorno al suo collo, le sue intorno alla mia vita che mi stringevano e mi sollevavano portandomi dentro, la porta che si chiudeva alle mie spalle, le nostre bocche che si cercavano febbrili e frettolose, quel senso di benefico che ci invadeva subito staccando la spina dal mondo e da noi stessi. 
Nessun pensiero, solo questo stare perfetti uno nelle braccia dell’altro.
L’avevo sentito tantissimo al telefono e mi aveva aiutato molto, ma vederlo e toccarlo era il culmine, l’apice. 
Mi emozionai come non so spiegarlo, fu una consapevolezza istantanea. 
Non era solo sesso, non per me. Speravo che anche per Cris non fosse solo sesso, ma ancora non lo sapevo e le mie insicurezze stavano per arrivare prepotenti, ma non quella notte. Non quella volta. Quella volta fu perfetto, meraviglioso. 
Mi prese con dolcezza, sensualità, desiderio e vigore. Io mi abbandonai a lui e alle sue braccia, alla sua bocca, ai suoi baci, alla sua lingua bollente che scivolava sulla mia pelle umida. Le nostre voci si unirono in gemiti che cercavamo di soffocare per non farci sentire, le dita affondavano come il suo corpo nel mio, stretti nel piacere più intenso perché non ci eravamo mai desiderati tanto. Non ci eravamo mai mancati tanto. 
Era chiaro, per me era come la luce del sole. 
Mi stavo innamorando di lui e lo sentivo, sentivo lo stesso anche da parte sua, ma non volevo vedere la sua paura, la sua ritrosia in quei sentimenti di cui aveva terrore. 
Anche io all’Inizio ne avevo, dopo l’esperienza con Andry, ma quando ti ci trovi non riesci ad evitarlo e a respingerlo ed ero convinto che fosse così anche per lui, che non potesse farci nulla. 
Mi sbagliavo, lui era diverso da me. 

- Stai meglio? - Mi chiese quella sera. Sorrisi pacifico col mondo e pieno di chiarificazioni con me stesso. 
- Molto grazie a te. - Poi mi girai mettendomi a pancia in giù e guardandolo, il gomito a sostenermi, l’altra mano giocava col suo collo e le sue clavicole. - E tu? Come ti senti? - Cris sorpreso della mia domanda alzò le spalle. 
- Alla grande... come potrei stare dopo una scopata simile? - E appena lo disse mi sembrò che lo faceva per sottolineare ad entrambi che era solo quello. Mentre io sentivo la stonatura. 
- È questo che facciamo? Scopiamo e basta? - Lui mi guardò ridendo scanzonato. 
- Beh ci divertiamo anche molto... - Io ridacchiai scuotendo la testa, capii che non era pronto a parlarne e farlo alla vigilia di una partita importante non era il massimo. Decisi di aspettare la fine dei nostri mondiali, sentendo sempre più impellente il bisogno di farlo.
Un bisogno egoistico, era vero, però non potevo esimermi. Più proseguivo e più mi rendevo conto di non poter fare a meno di lui ed il problema era che sapevo di sbagliare, a partire dal fatto che Carol non l’avevo mai amata ma l’avevo comunque sposata. Avevo problemi a conciliare le scelte fatte per usanze e necessità personali con la mia fede, volevo riuscirci ma sapevo che sarebbe stato impossibile, che ormai i danni erano fatti e che potevo solo cercare di non far soffrire gente innocente, ma ugualmente sentivo che non era sufficiente. 

Nonostante non giocai mantenni la mia parola ed andai nel suo spogliatoio sfilando davanti a millemila persone mentre si capiva che andavo da lui. Beh dal Portogallo, ma essendo il compagno di squadra di Cristiano era ovvio che andavo da lui, tenevo la mia maglietta del Brasile in mano, quella che avrei dovuto indossare. 
Entrai in mezzo a tutti i suoi compagni, nessuno era particolarmente triste od eccitato perché il risultato fu un equo 0 a 0, tutti contenti, ci stavamo qualificando entrambi per la fase ad eliminazione diretta, ovvero gli ottavi. 
Prima mi videro i suoi compagni che mi salutarono con calore, di conseguenza lui si girò e notandomi si alzò in piedi allargando le braccia, mi abbracciò a torso nudo tutto sudato e sporco ed io ovviamente con un’emozione assurda dentro lo abbracciai forte baciandogli la guancia. Eravamo davanti a tutti i suoi compagni. Tutti sapevano che eravamo compagni ed amici, eravamo in un ambiente sicuro, ma quel gesto fatto da noi fu davvero audace. Non solo avevo sfilato davanti a tutto lo stadio affollatissimo, ma ero andato chiaramente da lui ed ora lo abbracciavo. 
- Hai mantenuto la parola! - Esclamò lui felice. 
- E tu? Mica hai già scambiato la tua maglietta! - Esclamai difensivo. Cris tirò fuori la sua maglia sporca e me la diede, io gli diedi la mia che si buttò sulle spalle. 
- Nel cambio ci guadagno io che la tua è pulita! - Non era tipo da non mettere il dito nella piaga, ma lo faceva scherzando e così sdrammatizzava. 
- Me ne farò una ragione... - Risposi senza prendermela per l’allusione al fatto che non avevo giocato. 
- Avrei preferito fosse sporca, lo sai... - Disse subito con un tono più basso, io alzai una spalla. 
- Lo so, anche io... ma le cose non si possono cambiare... - Volevo non pensarci più.
- Di occasioni ce ne saranno, speriamo... - Se fossimo entrambi andati avanti avremmo potuto rivederci anche se non era facile visto che le squadre passate agli ottavi erano tutte forti. 
Parlammo un po’ della partita e del mondiale, si inserì Nani, suo compagno ed amico e facemmo una foto a tre. Ovviamente io e lui avremmo voluto una foto a due, ma non potevamo certo dirgli di andarsene anche se la faccia di Cris prima dello scatto era stata esplicita ed avevo dovuto dargli un pizzicotto per frenare la sua linguaccia. 
Nonostante Nani in foto, quella che fece il giro del mondo in un attimo postata da lui sui social non comprendeva il suo compagno di squadra ma solo ‘me and Kakà’, come aveva scritto nella didascalia. 
Mi chiesi ridendo come aveva spiegato al suo amico il taglio della foto... forse sapeva più cose di quelle che sapevo io, Nani. 
Giustifichi il taglio di una foto solo perché l’altro che rimane con te ti piace. Volli vederla così mentre mi riempivo di orgoglio e calore cercando cose che forse non c’erano. 

Cris era così, era contraddittorio... faceva cose come la foto tagliata pubblicata sui suoi social e poi evitava di parlare di sentimenti con me come se fosse allergico. 
Se vuoi mantenere le cose su un certo piano non tenti di avvicinarti a quella persona in tutti i modi, soprattutto agli occhi del mondo intero.
Non era la prima volta che nei suoi profili spuntavano foto mie e sue tagliate che originariamente comprendevano altre persone. Lui le metteva e scriveva ‘me and kakà’. Non so se le tagliava lui o le trovava così e le metteva, il punto è che usava quelle e sottolineava che eravamo io e lui. 
Ci teneva a dimostrare che eravamo legati, non so se era una questione di dimostrazione o cosa, però era vero che ci teneva a stare con me in tanti modi. Anche in allenamento o in partita aveva sempre fatto cose nei miei confronti davanti a tutti per sottolineare che io e lui avevamo un rapporto speciale. 
Tipo toccarmi i capelli o abbracciarmi senza motivo, mi toccava spesso anche scherzando e a me stava bene, a me piaceva, ma a volte sembrava lo facesse per dimostrare ad altri che rapporto avevamo. Mi faceva sentire una sua proprietà, però quando accennavo a sentimenti cambiava sempre discorso.
Esasperato da questa sua contraddittorietà, decisi di affrontarlo dopo i fantomatici mondiali a cui uscimmo tutti e due nella fase ad eliminazione, loro agli ottavi, noi ai quarti, entrambi contro quelle che poi sarebbero state le finaliste, Spagna ed Olanda. 
Come deciso in precedenza, una volta fuori dai mondiali fui io a cercarlo. Se le cose fossero andate male avremmo avuto tempo per rimarginare le ipotetiche ferite e sistemare le cose in modo da renderle vivibili prima del ritorno in campo col club. Ma speravo sinceramente di non avere quel genere di problema. 

______________

È vero che: Qua le vicende che racconto sono vere nel senso che Riky è stato espulso proprio alla vigilia di Brasile-Portogallo così non ha potuto giocare questa partita, ma Riky e Cris hanno entrambi detto di aver parlato insieme al telefono che volevano giocare uno contro l'altro e che volevano scambiarsi la maglietta, che se lo erano promessi. Alla fine della partita, Riky sfila davanti a tutto lo stadio, va nello spogliatoio del Portogallo, si scambiano la maglia lui e Cris, fanno una foto insieme con Nani e Cris pubblica la stessa foto tagliata. Ed è pure vero che nel suo profilo ha spesso messo foto loro dove tagliava gli altri.