*Finisce così questa fic, l'ultimo anno di Cris e Riky al Real non lo descrivo nel dettaglio e c'è un salto di tempo, ho voluto di proposito evitare di raccontare precisamente l'ultimo anno e il momento della decisione di Riky di lasciare Madrid perché il senso della fic era mostrare come certi individui ti cambiano la vita e ti cambiano come persona, cosa che ormai avevo fatto. Naturalmente se volete leggere fic criska anche su altre cose che li riguardano, altri periodi e magari proprio l'ultimo anno al Real e cose così, qua ci sono radunate tuuuuuutte tutte: https://www.galeonedeifolli.it/rpf.html#real (beh dovete scartabellare un po' perché alcune non sono criska). I fatti concreti che narro in questo capitolo sono reali, ovviamente poi romanzati da me e 'motivati' da un mio punto di vista. Per esempio Riky si separa con la moglie Carol ma è una mia idea che sia per il motivo da me descritto. Però è vero che i tempi di lasciata e fidanzamento di Cris e Riky con rispettive consorti di turno coincidono come scrivo qua. È tutto vero anche quel che riguarda il Real e Mou e la guerra fredda con Cris e la sua dichiarazione. Vabbè, adesso basta, ringrazio chi ha seguito la fic e spero che sia piaciuta. Buona lettura. Baci Akane*
21. CHI TI CAMBIA
È vero, non fu facile.
L’ultimo mese Mou mi usò insieme ad altri infortunati di lusso come Karim e Gonzalo, ma solo nelle partite di seconda scelta, quando doveva far riposare quelli che per lui erano i titolari della stagione.
Era giusto, dopotutto eravamo stati molto fermi e dovevamo riconquistare un po’ sia la forma che la confidenza col campo ed i compagni.
Giocammo quindi partite leggere e poco pretenziose, ma mi aiutò a tornare in me e a ritrovare la gioia del calcio che avevo davvero perso da troppo tempo, per ricordarlo.
Non importava se giocavo da riserva, giocavo e mi piaceva di nuovo e dannazione, stavo di nuovo bene.
Dopo di quello ci fu la pausa estiva dove io e Cris vivemmo da coppia sul serio. Facemmo l’amore, ci dicevamo che ci amavamo e ce lo dimostravamo ancora più di sempre. Non contava più nulla, anche che Carol potesse scoprirlo o magari qualche suo familiare. Stavamo così bene, eravamo così felici che andava bene qualunque cosa ormai. Incoscientemente, forse.
Dopo l’estate, una delle più belle della mia vita, Mou mi fece sapere con strafottenza e buttando giù la maschera che non rientravo nei suoi piani, che ormai ero stato troppo compromesso dai miei problemi fisici e che anche se ero guarito ormai avevo quasi trent’anni ed ero stato fermo per troppo tempo e che per quel che lo riguardava potevo trovarmi un’altra squadra, io come altri che ormai erano calati e non più all’altezza del suo Real.
Non fu cosa disse o che lo disse, ma come.
Senza tatto, senza il minimo di rispetto, senza un po’ di quel che si dice. Come se non ci dovesse nulla, se non fossimo nessuno.
Le sue mire fummo io ed Iker, solo che se colpisci senza pietà noi due ti tiri dietro un sacco di altra gente che ti darà impietosamente contro.
Con Iker si schierò Sergio e la maggior parte degli spagnoli, con me si schierarono Cris e tutti i brasiliani ed i portoghesi. Io ed Iker non volevamo di certo questo, non era il nostro stile ovviamente, ma non potevamo certo scegliere.
Forse fu per la mia reazione devastante all’ennesimo allucinante colloquio disastroso con Mou, a cui seguì io che davo un pugno al muro distorcendomi quasi la mano che rimase fasciata per un po’, forse fu il totale menefreghismo della situazione che stava degenerando da parte sua, ma comunque la guerra cominciò e anche se ovviamente non poteva tenere tutti fuori, specie Cris e Sergio, la guerra non portò a niente di buono comunque.
Dopo il mio colloquio con Mou e il mio pugno di rabbia al muro, Cris dichiarò apertamente ai media ‘non sono felice qua, ci sono problemi interni al club e chi di dovere già sa, ma non posso essere contento.’
Questo scatenò il putiferio, ma quello era lui.
Prendere o lasciare.
Se Mou faceva lo stronzo, Cris reagiva di conseguenza.
Il caos mediatico che seguì a quello ancora lo ricordo, per tutto l’anno si parlò di questo e lui non disse mai a cosa si riferiva di particolare, ma i media non erano stupidi e collegarono subito i problemi di Mou con me, Iker e di conseguenza Sergio alle parole di Cris.
Non si parlarono per tutto l’anno, non si calcolarono. Non ci furono litigi aperti, ci fu più una guerra fredda. Con Sergio ci litighi ovviamente, eccome se l’hanno fatto. Con Cris in modalità guerra diciamo che inizi ad odiare te stesso per essere arrivato a quello. Perché tanto si fa amare quanto si fa odiare se gli pesti il piede sbagliato. Ma quel che mi piace di lui e che mi piacerà sempre è che resta sempre professionale.
Lui per me ha come si suol dire smosso mari e monti, ha fatto persino la guerra al presidente perché chiedeva la cessione di Mou invece di permettergli di distruggere la squadra. Probabilmente è cominciata lì la scissione fra i due che si è trascinata fino alla fine dei suoi anni al Real, mi sento responsabile perché mi chiedo se le cose non si fossero rovinate per colpa mia, come sarebbe andata?
Cris ha iniziato una guerra personale verso le sfere alte e verso una persona comunque di comando com’era Mou, l’allenatore, e non si è mai risparmiato, è andato dritto per i suoi principi e non si è mai piegato, non ha mai usato mezze misure, ma non per questo ha sputtanato, fatto dichiarazioni aperte o peggio ancora si è messo a giocare male di proposito, anzi.
È sempre stato perfetto ed impeccabile in campo, sempre dato il massimo, sempre il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare.
È per questo che lo amo.
Perché vive senza risparmiarsi e quando decide una cosa va fino in fondo a tutti i costi e non importa niente, non importa quanto sono scomode e difficili e forse controproducenti le sue scelte. Lui non viene mai a meno, non scende a compromessi, non ha paura di nulla, non l’ha mai avuta e mai l’avrà e so che ho molto da imparare, ovviamente. E lo imparerò. Perché io e lui, fra alti e bassi, crisi e risoluzioni, non ci siamo mai lasciati definitivamente.
Mai più. Nonostante tutto quel che è successo dopo.
Sento la piccola Alana lamentarsi e mi alzo di soppiatto controllandolo. Cris dorme della grossa. Abbiamo fatto i matti come poche volte ci siamo concessi coi suoi figli, con Junior, Luca e Isabella non possiamo concederci molte cose, però sanno che siamo amici e che ogni tanto ci vediamo, i figli sono amici fra loro e giocano volentieri insieme, però ovviamente non possiamo fare molto se non gli amici, ormai sono grandi.
Già è stato difficile spiegare a Luca e Isabella che io e la mamma ci lasciavamo anche se continuavamo ad amarli allo stesso modo di sempre. Non abbiamo certo potuto dirgli che non ci siamo mai amati e che un giorno lei si è stufata di fingere, come mi sono stufato io.
Tanto meno che ha scoperto di me e Cris e del fatto che sono fondamentalmente gay. Gay forse non è corretto perché riesco ad andare con le donne se ho necessità, però è diverso. Insomma, ho amato solo due uomini. Ed uno continuo ad amarlo.
Sorrido mentre prendo in braccio sua figlia.
Si è lasciato con Irina quando mi sono lasciato con Carol, abbiamo parlato di provare a fare coming out ma poi al punto decisivo con le nostre famiglie era più complicato di quel che pensavamo e non ce la siamo sentita nessuno dei due. Distruggere le nostre vite perché siamo troppo pubblici è un conto, distruggere quelle di chi amiamo e che non c’entrano nulla, non è giusto. Non abbiamo potuto.
Al contrario abbiamo deciso di ritornare a ‘curare’ le nostre immagini, ci siamo trovati entrambi altre donne con cui fare apparenza, per così dire. E Cris ha voluto fare altri figli in modo alternativo. Tanti.
Anche Giorgina sa, anche con lei c’è un patto molto vincolante. Lui ha i suoi modi, forse non sempre condivisibili, ma nessuno cammina nelle sue scarpe e nessuno può capire perché. Io un po’ lo capisco, non lo condivido ma non importa. Lui non condivide me che non riesco a dire la verità alla persona che fingo di amare e fingo bene, anche se in realtà è una cara amica e compagna.
Siamo diversi, entrambi continuiamo per le nostre strade nel modo in cui riteniamo giusto e meglio per noi, per come siamo fatti, ma non importa. Va bene lo stesso. Perché siamo sempre qua uno con l’altro ogni volta che possiamo.
Bacio la piccola come se fosse mia, ed è così perché è sua. C’è il suo sangue, in questo piccolo tenero corpo. Lei mi sorride, abituata a me ormai, e si calma. Così mi stendo di nuovo sul lettone dove io e Cris eravamo soli ed abbiamo consumato mentre i tre maggiori dormivano di sotto. Ci siamo rivestiti subito come ladri, ridendo che ormai siamo troppo adulti e maturi per fare quel che vogliamo come una volta.
Si cresce. Metto la piccola in mezzo a noi, col pigiama e coperti, lei riconosce Cris e lo tocca così lui si sveglia e mi guarda, sorride immediatamente. Bacia prima lei e poi me.
Ora che lavoriamo entrambi in Italia, io come stagista della dirigenza del Milan e lui con la Juve, è meglio, è più facile trovarsi.
Non che io sia qua in Italia così spesso, il mio ruolo è più quello di talent scout, però diciamo che ho delle buone scuse per venirci anche se in realtà non devo incontrare Leonardo e Paolo così spesso.
- Si è svegliata? - Sussurra lui piano vedendo che succhiandosi il dito indice e rivolta verso di lui, torna a dormire. Annuisco.
- Non volevo svegliarti. - Rispondo piano. Lui si accoccola contro di me schiacciando Alana che però sta benissimo così a quanto pare e si riaddormenta subito.
È quasi come avere un figlio nostro.
Ci perdiamo a guardarci.
- Sono contento che sei venuto. - Mi dice.
- Anche se per questo hai scaricato un po’ malamente Gio? - Cris ride.
- Non malamente, le ho detto che venivi e lei ha approfittato per farsi qualche giorno senza prole e ‘doveri da copertina’. - Li chiama così e mi fa ridere. Hanno tutto un loro mondo che regge bene a quanto pare e gli auguro che vada avanti così.
Rido e lo bacio di nuovo.
- Sono contento anche io di essere venuto. Mi mancavi. - Era da un po’ che non ci vedevamo e mi è capitato di rivedere Andry recentemente per qualche partita di vecchie glorie milaniste e cose così.
Lui si è rifatto una vita con Paolo, stanno bene insieme, è cambiato molto da come era con me anche se resta sempre lui e forse ci ameremo sempre in qualche modo. Perché certi sentimenti non smettono, li metti solo da parte.
Ma non sono pentito di nulla perché davvero senza Cris non sarei qui e non sarei felice, più me stesso di prima, più rilassato, un uomo migliore. E non amerei, non sarei ricambiato. Non starei così bene.
Per arrivare al bello devi passare dal brutto, così lo puoi riconoscere quando lo vivi e te lo godi di più.
Cris guarda l’ora e sembra ricordarsi di qualcosa, a questo punto cerca la mia mano, intreccia le dita alle mie e con uno sguardo felice, mi dice:
- Buon anniversario amore. - Sorrido ricordandomi che ci eravamo visti in questi giorni per quel motivo. Festeggiamo quando ci siamo detti che ci amiamo e visto che entrambi siamo due romantici, ci siamo segnati il giorno.
- Buon anniversario, Cris. Ti amo. -
- Ti amo anche io. - Ed è così bello sentirselo dire ogni istante, secondo e respiro. Non ne sarò mai sazio e sicuramente, conoscendolo, nemmeno lui.
Come si cambia se hai vicino la persona giusta. Anzi. Forse è più giusto dire... trova la persona in grado di cambiarti la vita e tienitela stretta.