4. DOLCE CURA
Sebbene nei suoi piani avrebbe dovuto saltargli subito addosso e non scappare via, le cose non erano andate poi così male.
Comunque Fede era cotto e gli mancava poco, una piccola spinta per provarci con lui.
Spinta che purtroppo tardò ad arrivare nell’immediato, poiché per quanto avesse detto che non sarebbe cambiato niente fra loro, alla fine era notevolmente imbarazzato. Avrebbe passato tutti i giorni della settimana d’allenamento ad evitarlo, se fosse stato per lui.
Jude però non glielo permise, l’affrontò quasi subito e prendendolo in trappola, lo costrinse a fare un esercizio in coppia nel riscaldamento iniziale.
Fede stava per andare da Brahim per tale esercizio, ma Jude veloce come un felino l’acchiappò e lo costrinse a farlo con lui.
Niente di difficile, ma comunque qualcosa da fare in due, tenendosi a vicenda per le braccia facendo torsioni.
Fede era di mille colori e i suoi occhioni erano spalancati come quelli di un tenero animaletto terrorizzato.
Jude sorrise padrone della situazione, sfoderando una calma assoluta ed un controllo encomiabili.
- Tutto bene fra noi? - chiese andando dritto al punto senza permettergli di deviare l'argomento.
Il compagno si morse il labbro fingendo malissimo di non capire. Era un pessimo attore.
- Sì, perché?
Jude rise e sapeva di farlo in modo sexy, che era quel tipo di risata.
Quella che appena la vedevano, gli altri svenivano.
Era un’altra delle cose a cui teneva di sé.
Fede infatti boccheggiò, aprì la bocca tentando una risposta pronta convincente, ma la richiuse sconfitto sospirando e voltando lo sguardo per ritrovare un po’ di contegno.
- Va beh, mi sono imbarazzato, è inevitabile. - brontolò togliendosi la maschera; siccome non era bravo a fingere, una volta scoperto non perdeva tempo a perpetrare inutili bugie.
Adorava quel suo lato sincero, schietto e impulsivo.
- Ma dai, ti ho detto che non devi. Non voglio che mi eviti, ok? Se vuoi ne parliamo, se ti aiuta a non pensarci più.
Poteva essere un buon piano anche quello, ma non voleva diventare il suo confidente. Voleva diventare il suo carnefice fingendo di essere la vittima.
Voleva cucinarlo a puntino fino a che non gli sarebbe saltato addosso. Era uruguaiano, sapeva che aveva il fuoco dentro.
L’aveva visto infuriarsi in campo e prendere fuoco tanto da poter scaldare il polo nord da solo.
Voleva quel calore sulla pelle.
Possibilmente voleva che Vini se ne accorgesse, per vedere se realmente non aveva il minimo vago interesse per lui. Ma lo sapeva o il suo radar infallibile si sarebbe attivato, ma esserne certi era meglio.
“Non è che voglio farmi Fede per vedere se ottengo un reazione da Vini, ma visto che me lo farò magari mi tolgo il sassolino e mi assicuro che davvero non ci sia la minima scintilla.”
La sicurezza non era mai troppa.
- No, ma che dici, di cosa dovremmo parlare? Non avevo mai visto quel genere di film e non pensavo mi facessero reazioni di quel tipo. Oltretutto credo sia stata colpa della traduzione che dovevo fare...
Avvampò di nuovo e Jude sorrise compiaciuto vedendo che invece ne stava parlando eccome, anzi. Sembrava quasi non avesse visto l’ora di poterlo fare.
“Oh sì, lo adoro proprio!”
- Però dobbiamo finirlo...
Fede a quella sparata irresponsabile spalancò gli occhi e tolse le braccia dalle sue per evitare di contagiarsi con la sua follia.
- Sei matto, non lo finirò mai!
Jude a quel punto colse immediatamente la palla al balzo, riprendendo le braccia cambiarono posizione torcendosi dal lato opposto.
- Ora sai perché mi piace quel genere.
- Sì, ma se vai su pornhub trovi roba simile, eh... altro che erotico...
Jude a quel punto voltò il capo verso di lui alzando un sopracciglio malizioso, guardandolo sottile e sbieco.
- Ne sai qualcosa, vedo...
Fede avvampò ancora, come se fosse possibile di più. Era chiaro volesse sotterrarsi, ma lui lo teneva forte e saldo impedendogli di scappare.
- Tutti lo sanno, piantala!
- Lo sanno se guardano la sezione gay, altrimenti i video che becchi su pornhub sono etero.
La precisazione fece sì che Fede stringesse la presa della mano sulla sua spalla di puro riflesso.
Jude abbassò lo sguardo felino sul suo inguine e notò che iniziava a notarsi attraverso i pantaloni d’allenamento.
- Dove vuoi arrivare? - chiese attaccando in uno dei suoi famosi momenti in cui perdeva la testa ed attaccava alla cieca. Jude vittorioso non si fece intimidire. Stava andando proprio dove voleva.
- Solo che finché non guardi certe cose non ti conosci davvero e non sai cosa ti piace...
Ancora poco e l’avrebbe portato a parlare di fantasie erotiche, prevedeva che la prossima domanda fosse ‘dunque tu ti ecciti con fantasie gay?’, visto che l’aveva non velatamente insinuato poco prima, ma la voce del preparatore atletico che normalmente indicava ai ragazzi come eseguire i riscaldamenti, richiamarono il gruppo per un altro esercizio non più a coppie.
Fede fu lieto di sciogliersi e Jude maledisse il tempismo del tecnico.
Sospirò e guardando come Fede tentava di sgusciare abilmente via da lui, lo prese di nuovo per il braccio e lo costrinse a rimanere lì accanto.
Mentre con un quarto di cervello ascoltava le indicazioni di ciò che dovevano fare, che poi era sempre lo stesso ogni giorno, con tre quarti riprese la conversazione, avendo cura di non parlare troppo forte. Non voleva realmente rendere partecipe gli altri compagni di quel loro dialogo privato. Non tutti, per lo meno. Solo quello che non era molto distante da loro e che fingeva di non sentirli.
- Senti, volevo solo dimostrarti che si può parlare serenamente di certe cose, non c’è niente di cui vergognarsi. A volte non sai cosa ti piace finché non lo provi. Va tutto bene. Non togliermi più la parola o ti inseguo fino allo sfinimento.
Alla fine decise di dargli un po’ di tregua, capendo che in realtà non poteva tirare troppo la corda. Non lì davanti a tutti.
La corda l’avrebbe tirata per benino in una situazione congegnale, dove Fede sarebbe potuto esplodere senza remore e freni.
Lo vedeva sottile e teso come una corda di violino, era proprio al limite e probabilmente gli sarebbe bastato vederlo nudo, ma non in mezzo agli altri. Doveva capire bene come fare.
Pensandoci, realizzò che la prossima partita avrebbero giocato in casa e non avrebbe potuto stare in camera con lui in albergo dato che lì al centro ognuno aveva la propria stanza.
Poi ci ripensò ulteriormente.
“Merda, le prossime tre partite sono tutte in casa, poi c’è la pausa nazionale. Devo escogitare un altro piano.”
Non aveva idea, Jude, che l’occasione sarebbe arrivata da lui senza bisogno che ci pensasse e la creasse.
E non si rese nemmeno conto di non aver più controllato le reazioni di Vini.
Aveva praticamente insinuato che aveva tendenze dicendogli allo stesso tempo che ne aveva anche lui, senza però dirlo apertamente.
Fede si ritrovò ad ammirare sinceramente una volta di più Jude, era talmente abile con le parole, oltre che coi gesti, che non sapeva più trovargli un difetto.
Non si rendeva minimamente conto di essere totalmente manipolato, si chiedeva perché improvvisamente fosse così in fissa con lui, ma dal momento che gli piaceva da matti, non se ne preoccupava molto. Coglieva le cose così come arrivavano e pensando di dover imparare del bell’inglese la serenità ed il coraggio con cui affrontava certi aspetti di sé, decise di non fare un dramma se gli piaceva un ragazzo o due di tanto in tanto.
Non c’erano problemi finché le cose rimanevano così.
Una questione di passione segreta e platonica.
Ma la passione era destinata a non rimanere in quella maniera dato che Jude voleva diventasse reale, attiva e coinvolgente.
Pochi giorni dopo Fede si rese conto che non sarebbe rimasta platonica, la sua passione.
Precisamente alla partita contro il Vallecano, quando Jude si infortunò alla spalla dislocandola durante una caduta in gioco.
Trovandosi preda dell’ansia e della preoccupazione probabilmente più di tutti gli altri messi insieme, in prima fila si prodigò ad aiutarlo in campo in tutti i modi possibili, sia ad alzarsi che poi ad assicurarsi che stesse bene e potesse continuare a giocare.
Controllò apprensivo come gli applicavano il tutore rigido a maglia mezza tolta, riuscendo anche contemporaneamente a trovarlo particolarmente hot con quel bendaggio robusto che gli teneva ferma la spalla per permettergli di continuare a giocare.
Fede era comunque preoccupato poiché pensava non fosse il caso di continuare, ma quando glielo disse, l’altro gli sorrise sicuro di sé dicendo che per il momento lo spray l’aveva aiutato.
- Ben adesso, ma poi ti farà male... - insistette ansioso Fede.
- Ci penserò poi... - sembrava avere tutto sotto controllo, ma lo scambio non lo rasserenò per niente. Non voleva peggiorasse la sua condizione, gli era venuto il cuore in gola vedendolo contorcersi dal dolore steso a terra e sapeva che la spalla era un punto delicato, che ti faceva irradiare un dolore ad ogni altro movimento che facevi.
Fede sperimentò un momento d’apprensione di cui avrebbe volentieri fatto a meno, odiava quel genere di stato d’animo, l’aveva già vissuto fin troppo nella sua giovane vita e non era per niente bello.
Il resto della partita la giocò con agitazione e un occhio costante a Jude e ad ogni espressione e movimento, pronto ad intervenire e mandarlo fuori a calci al minimo cenno di necessità. Non poteva permettere che peggiorasse, non voleva stesse male sul serio. Il suo istinto di protezione influenzò totalmente il resto della sua partita che infatti finì 0 a 0, probabilmente non l’unico ad essere in quello stato d’animo preda dell’irrequietezza verso il loro gioiello.
Purtroppo, come da lui previsto, a fine partita, appena l’adrenalina del gioco calò, Jude si rese conto di non riuscire ad alzare nemmeno il braccio per spogliarsi da solo.
Su indicazione dello staff medico, andò con gli altri a lavarsi prima di tornare per un altro trattamento. Quando gli chiesero se avesse bisogno di aiuto rispose di essere a posto.
- Oh, non serve, mi faccio aiutare da Fede... - disse infatti totalmente in scioltezza.
Sentendolo, Fede per poco non mise male il piede. Per fortuna rimase dritto anche se di mille colori e guardandolo per capire se fosse serio, lo vide che oltre ad esserlo aveva un viso davvero sofferente mentre si toccava la spalla sinistra che non muoveva più. A quel punto l’imbarazzo venne sbaragliato dalla preoccupazione.
- Vedi? Non dovevi giocare, ti avevo detto di uscire... - brontolò dimenticando il proprio problemino di gestione sessuale nei suoi confronti.
Se Vini non aveva sessualità, lui ne aveva decisamente anche al suo posto.
Davanti alla sofferenza di Jude, Fede cancellò ogni problema personale buttandosi a capofitto in un compito che comunque, alla fin fine, si sarebbe preso con la forza in ogni caso.
Jude stava male ed era una cosa totalmente inaccettabile.
Il numero 5 del Real Madrid sorrise soddisfatto nonostante il dolore fosse serio, riuscì a mantenerlo per pochi istanti poiché poi finì per accartocciare il volto in una smorfia di dolore.
Per quanto fosse felice di avere un’occasione perfetta con Fede, aveva veramente un male cane.
Non si era mai fatto niente alla spalla ed ora capiva che non era una cosa che avrebbe di certo voluto riprovare.
Durante la partita grazie all’adrenalina e allo spray magico del medico, aveva gestito tutto molto bene, ma ora che era tutto finito, sentiva un dolore tale da non riuscire realmente nemmeno a muovere l’intero busto.
Fu lì che comprese quanto fosse essenziale la spalla nel corpo umano, non era al pari di un braccio od un dito che bastava steccarlo e bendarlo stretto per cavartela.
La spalla era connessa persino alla punta del piede, muovevi l’alluce e ti faceva male la spalla, respiravi e ti faceva male la spalla, giravi la testa e ti faceva male la spalla.
Non c’era nulla che non fosse in qualche modo collegato a quella parte del corpo e solo lì si rese conto che per avere un’occasione con Fede gli sarebbe bastato qualcosa di meno doloroso.
Dopo le raccomandazioni del mister, che fra di loro i ragazzi chiamavano nonno in modo bonario, e dopo quelle del medico sportivo il quale gli disse che l’aspettava dopo la doccia per un’altra fasciatura che gli avrebbe tenuto fino all’indomani, quando avrebbe fatto una risonanza, andò negli spogliatoi accompagnato da un preoccupato e delizioso Fede.
Camminare gli faceva male, ma almeno riusciva a farlo, però prevedeva che per lavarsi e spogliarsi sarebbe stato più difficile.
Arrivato nello spogliatoi, infatti, guardò Fede con aria supplichevole da cucciolo ferito, mentre gli altri gli chiedevano di continuo come stesse e se avesse bisogno di qualcosa con evidenti speranze di risposte affermative. Chi non voleva spogliarlo? Forse solo Vini, ma Jude sembrava non pensarci più, ormai, troppo concentrato sul suo nuovo obiettivo.
Aveva una fila di gente che lo supplicava di fargli da assistente personale, ma lui aveva prescelto uno che gli stava già deliziosamente incollato con quella tenerissima aria ansiosa.
Con Vini lui le cose andavano benissimo come sempre, ma ormai la sua missione pareva essere diventata Fede più che mai, tanto da non aprire parentesi sulla sua vecchia fissa, come fino a qualche giorno prima gli era capitato.
- Fa un male cane, dovrai aiutarmi per tutto, ti avverto.
Non disse ‘se vuoi chiedo a qualcun altro’, perché voleva fosse proprio lui.
Se almeno doveva soffrire, meglio unire l’utile al dilettevole.
Fede nemmeno gli rispose chinandosi a slacciargli gli scarpini per toglierglieli e solo lì, in piedi davanti a lui, si rese conto di quanto realmente lo volesse.
L’eccitazione che provò in quel semplice atto che non era realmente di sottomissione, ma solo di cure vere e proprie, fu immediata e decisa.
Jude si strofinò le labbra trattenendo il fiato.
Gli stava venendo duro, ma contava sul dolore alla spalla per equilibrare le cose. Il vero problema era che adesso c’era tutta la squadra intorno a loro.
Non poteva semplicemente farglielo succhiare lì, sapeva che anche volendo non l’avrebbe fatto.
“Merda, l’occasione perfetta ma in un momento un po’ di merda, devo dire.”
Inghiottì a vuoto cercando di trattenersi, ma quando Fede gli prese una caviglia dopo avergli abbassato i calzettoni e tolto i parastinchi che non era riuscito da solo, in quanto abbassarsi o chinarsi per lui era off limits, Jude sentì una forte scarica e non di dolore.
Prendendo un respiro profondo cercando di rimanere concentrato, alzò con movimenti lenti e attenti il piede accompagnato dalla presa di Fede che gli stava procurando strani effetti inattesi. Questi poi gli tolse la scarpa ed il calzino come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Non esitò nemmeno un istante, nonostante i piedi fossero sicuramente sporchi e puzzolenti e la cosa a lui non eccitava di per sé, non era un feticista e dubitava che Fede lo fosse. Era il pensiero di ciò che stava facendo senza nemmeno fare una battuta od una smorfia, né tirarsi indietro. Eseguì la stessa cosa sull’altro piede, infine si alzò pronto ad aiutarlo a togliersi la maglietta.
A quel punto Jude capì che per quanto potesse essere intimo quell’atto, niente sarebbe stato al pari di quando gli avrebbe dovuto togliere gli slip sportivi ed aiutarlo a lavarsi.
- Vedo se riesco a fare qualcosa da solo, poi dopo la doccia mi fanno un altro trattamento e mi bendano e dovrei stare meglio. - disse cercando di domare il proprio stato d’animo in subbuglio, molto più di quanto non si fosse immaginato. Fede gli stava facendo uno strano effetto.
- Penso ti daranno anche un antidolorifico.... - rispose lui.
Era la prima volta che gli capitava, non se ne capacitava, ma era proprio così.
Era lì dove aveva voluto essere, eppure era imbarazzato e questo per un semplicissimo motivo.
La dedizione e l’amore che ci stava mettendo Fede era fuori dall’ordinario, tuttavia intendeva comunque farsi saltare addosso da lui, punto.
In vita sua aveva avuto tutti i tipi di attenzione da parte di chiunque, partner che lo desideravano da matti disposti a tutto od altri duri da conquistare che alla fine avevano ceduto, ma era la prima volta che aveva l’impressione di essere lui quello che infine era caduto nella rete di qualcun altro.
Sapeva che Fede non aveva giocato né programmato nulla, non aveva architettato né tessuto. Era stato semplicemente spontaneo e sé stesso e probabilmente ci era arrivato dopo gli altri alla consapevolezza che gli piaceva, tuttavia era stato così speciale da non destabilizzarlo.
Rimase lì a farsi aiutare mentre lo spogliava, sentendo i brividi di piacere sovrastare quelli di dolore. Le fitte alla spalla per ogni sciocchezza facesse erano sempre vive, però le sue mani che scorrevano sulla pelle, totalmente indifferenti al sudore che la imperlavano, erano sconvolgenti.
Con una delicatezza inaudita, gli tolse prima la manica del braccio sano, poi la testa ed infine quello dolorante che non poteva muovere, come se sapesse esattamente cosa faceva e come andava eseguito.
- Sei davvero esperto... - disse sorpreso Jude a tu per tu col suo volto concentrato e serio.
Fede gli sorrise guardandolo brevemente, avvampando nel rendersi conto di cosa stava facendo e come.
- Ho due figli, se non imparavo ad essere delicato ed efficace sai che urla mi perforavano i timpani?
Jude fece un risolino che sfociò in una smorfia perché aveva mosso inavvertitamente il braccio sinistro nel tentativo di sfilarsi da solo i pantaloncini e gli slip.
- Sta fermo, ci penso io. - disse deciso e serio il compagno. Jude trattenne il fiato mentre si sentiva veramente quello caduto in trappola nel tentativo di tenderne una lui.
Fede si chinò davanti a lui infilando le dita nei due elastici, gli abbassò tutto mentre si chinava a sua volta piegandosi sulle ginocchia. Non aveva idea di che espressione avesse, né se fosse imbarazzato perché in quel momento lui era totalmente nell’estasi ed i suoi occhi erano sollevati in alto, preda di un imbarazzo e di un calore inauditi.
I brividi di piacere corsero insieme alle sue dita sui fianchi che scendevano a diretto contatto con la sua pelle giù fino alle cosce e poi alle ginocchia, infine lasciò la stoffa ai piedi e lui li appallottolò in parte, sempre muovendosi piano.
Fede si rialzò in fretta evitando di proposito di guardare il suo inguine nudo. Aveva tenuto gli occhi chiusi tutto il tempo? Probabile, ma Jude non ne poteva essere sicuro perché non era riuscito a guardarlo nemmeno lui. Non ci era riuscito.
Alla fine, però, trovandosi di nuovo davanti a lui, vicini, si guardarono dritti negli occhi e si lessero talmente in profondità che realizzarono di non avere idea di dove fossero gli altri compagni, quanto tempo fosse passato, né se qualcuno li stesse guardando.
Jude capì che Fede era rosso ed imbarazzato da morire e sicuramente eccitato. Eccitato almeno quanto lo era lui e pensandolo chinò lo sguardo su di sé per controllare a che punto fosse, rendendosi conto solo lì del vero motivo per cui Fede era diventato un pomodoro.
Si era eccitato davvero un sacco e non se ne era nemmeno accorto del tutto.
Ok, altro che occhi chiusi: l’aveva guardato per bene. Jude sorrise compiaciuto.
“Perfetto.”
NOTE FINALI: Alcune cose. Innanzitutto ho voluto usare il dislocamento della spalla di Jude. Premetto che non mi è mai successo, so che fa molto male e che in generale quando c’è la spalla di mezzo, non puoi muovere niente che ti partono le fitte ovunque (mia mamma era stata operata alla spalla una volta e mi diceva questa cosa). Tuttavia mi pare che Jude quella volta riuscisse a gestire e muoversi da solo, ma ho voluto esagerare la condizione per approfittare (o meglio, fargli approfittare) di Fede. L’altra cosa è che il riferimento ai piedi che ho messo, non era per fare feticismo. Nella mia fic è un mezzo che uso per rendere il modo in cui Fede si prende cura di Jude poiché ne rimane colpito, ma ha una sua lenta e particolare evoluzione. Tuttavia sarà più chiaro cosa intendo nei prossimi capitoli. La scena di Jude che si faceva preparare per la serata di gala del Pallone d'Oro, quella in cui ha quell'espressione totalmente sessuale da cui deriva la foto ad inizio capitolo, mi ha totalmente demolito e praticamente è ciò che mi ha spinto a scrivere la fic inserendo determinate scene, quali quelle in cui Jude si fa svestire, lavare e vestire da Fede. L'espressione che manterrà sempre, salvo quando specifico che è in altri stati d'animo, è proprio quella. Fra l'altro è vero che quando Jude si è fatto male, Fede era lì in prima fila ad occuparsi di lui e aiutarlo, gli aveva anche dato la mano per alzarsi da terra dopo la manipolazione, ma figurarsi se ritrovo la foto! ^_^' Grazie per la lettura. Baci Akane