5. UNA DOCCIA SPECIALE

jedejude

Fede infilò le dita sotto l’elastico dei suoi pantaloncini, prendendo anche quelli degli slip sportivi, infine senza rifletterci li abbassò scendendo sulle ginocchia. 
Non ci pensò fino a che, una volta abbassati del tutto con gli occhi fissi sui suoi piedi, li alzò accidentalmente e vide.
Davanti al suo sguardo, proprio ad altezza viso, c’era il suo inguine e non era a riposo. 
Il suo membro si stava gonfiando, sembrava pulsasse come avesse vita propria e ad ogni pulsazione, saliva crescendo sempre più. 
Fede trattenne il fiato spalancando gli occhi, rimanendo qualche istante a fissarlo da una decina di centimetri. Poteva aprire la bocca e tirare fuori la lingua ed aspettare che glielo appoggiasse sopra. 
“Mio Dio, si è eccitato anche lui!”
Quando lo pensò capì che anche lui era nelle sue esatte condizioni. 
Avvampò e si rialzò, nell’incrociare gli occhi con quelli di Jude realizzò che era colto totalmente alla sprovvista. Lo vide infatti abbassare lo sguardo per controllarsi per poi tornare a fissarlo in quella che forse era la prima reale dimostrazione di shock da parte sua.
L’aveva sempre visto controllato e padrone della situazione e soprattutto degli altri, ma ora gli sembrava in crisi e preso alla sprovvista e quel che era peggio è che essendolo anche lui, non aveva idea di come gestire la situazione. Anche lui era in crisi ed imbarazzato ed eccitato. Con che faccia gli diceva ‘non è niente’? 
- Aspetta che mi spoglio anche io e ti aiuto a lavarti... 
Mentre lo diceva si sentiva anche peggio. Qualunque cosa dicesse o facesse, non sembrava migliorare le cose. 
Jude stava zitto, da quando era lì aveva sempre gestito magistralmente ogni situazione, trovando qualcosa da dire persino nei momenti di peggior imbarazzo. Ma ora no, ora era muto. 
“Bene, se non parla nemmeno lui adesso come ne esco?”
Finì con la stessa identica erezione che ora stava dritta fra le gambe scure, slanciate e muscolose di Jude. 
Una volta che anche lui fu nudo, andarono verso le docce portandosi il necessario per lavarsi ed entrando si imbatterono nei loro compagni che intanto avevano finito.
Notò che molti lanciavano loro delle occhiate cariche di invidia e curiosità, qualcuno tornò a chiedere se avessero bisogno di qualcosa, ma Fede si sentì rispondere che era tutto ok e ci pensava lui.
Ci pensava lui? A cosa? A chi? Perché? 
MA CHE DIAVOLO STAVA FACENDO?
Quando andarono dall’altro lato, realizzò di essere totalmente solo con Jude. 
“Ma quanto cazzo sono stato a spogliarlo?”
Si morse il labbro facendo una giravolta intera per controllare che magari non ci fosse qualche compagno nascosto da qualche parte. Purtroppo non c’era nemmeno un nanetto in un angolino. 
Arricciò il naso e sospirò rassegnandosi. 
- Non ci aspetteranno... - tentò di intavolare un qualche argomento, non aveva importanza quale, doveva parlare perché quel silenzio era deleterio. 
Jude aprì il rubinetto di uno dei tanti soffioni lungo le pareti a disposizione e Fede andò in quello accanto aprendone un altro.
- Infatti penso andranno via senza di noi, ci porterà qualcun altro al centro... - suppose Jude. Fede era lieto che cogliesse il via per un dialogo e non lo lasciasse di nuovo in un pietoso silenzio. Iniziò a lavarsi in fretta e furia per primo lasciando che il compagno si sciacquasse da solo, non sapendo di preciso che cosa non riuscisse a fare. Probabilmente doveva solo lavargli metà corpo.
E forse anche quella inferiore. 
Ricordò che non si poteva abbassare o fare particolari movimenti col busto e il rossore tornò a scottargli le guance.
- Ti... ti fa tanto male? Non ho mai dislocato una spalla... 
Jude inarcò un sopracciglio. 
- Probabilmente è peggio perché è appena successo e non mi sono fermato, ho sforzato continuando a giocare... 
- Dovevi fermarti, te l’avevo detto. - brontolò tornando a preoccuparsi in modo sincero. L’altro finalmente sorrise e si rilassò immediatamente. Non aveva importanza, dopotutto poteva stare solo con lui e se tornava a sorridergli e ad essere sé stesso, ne valeva la pena. 
Gli dispiaceva per lui, chiaramente, ma sarebbe guarito. 
- Come sei apprensivo... - così dicendo si voltò dandogli la schiena. - Mi aiuti? - chiese poi abbassando il tono che si fece suadente.
Fede si tese trattenendo il fiato e lo guardò sgranando gli occhi.
Ecco che si cominciava. 
Jude girò il capo a metà, era serio.
- Ti dispiace? 
Fede si riscosse scuotendo il capo. 
- No no certo che no! 
Prese la manopola che gli porgeva e ci versò del bagnoschiuma, infine iniziò a strofinargli la schiena cominciando dalle spalle larghe scendendo giù sulle scapole all’infuori, infine giunse alla curva lombare.
Aveva una schiena spaziosa e in perfette condizioni, atletica e ben formata. Dannatamente sexy. 
Arrivò al limite dei glutei e si fermò staccandosi istintivamente e mordendosi la bocca. 
Il suo sedere era anche più ben formato della schiena. 
Oltretutto il contrasto della schiuma bianca sulla pelle di quel così bel colore scuro era ipnotico.
- Ti... ti imbarazza? - chiese Jude senza cercare di distrarlo con battute a raffica come avrebbe fatto chiunque altro in una situazione simile. 
Fede saltò di sorpresa tornando faticosamente in sé, ormai le sue guance non sarebbero più tornate normali, ma il peggio era sempre la propria erezione. 
Dopo quella reazione terribile nello spogliarlo, si era un po’ calmato, ma adesso era tornato tutto bello dritto e duro. 
- No no... un po’, forse, ma è normale. 
Si insultò. Troppa sincerità. Come sempre la propria bocca si muoveva da sola. 
- Sì, penso di sì... - rispose piano Jude, non sembrava spavaldo né tanto meno rilassato, ma comunque non lo stava minimamente aiutando. Anche se non sapeva bene come avrebbe potuto.
Fede decise di farlo e basta, senza esitare, ma quando si ritrovò a lavargli le natiche sode ed alte fatte praticamente di marmo, senza rendersene minimamente conto né controllarsi, vide che oltre alla manopola, anche l’altra mano strofinava sulle sue curve spettacolari. 
La mano nuda lo carezzò senza nessuna giustificazione.
Lo stava palpando! 
“Oddio, l’ho molestato!” pensò istintivamente ritirandosi, stava per iniziare con il ‘scusa non so cosa mi è preso’ che avrebbe fatto peggio ma almeno avrebbe spento la tensione sessuale alle stelle, ma Jude non disse nulla, non si voltò, non rise, non fece alcun movimento. 
Fede lo guardò sospeso a pochi centimetri dai suoi glutei schiumati. 
Guardò la sua nuca di capelli corti e neri. Fissò le sue spalle immobili. 
Ma respirava? 
A quel silenzio, decise di proseguire fingendo non fosse successo nulla fin tanto che anche lui avrebbe fatto così.
Si chinò per lavargli la parte posteriore delle gambe, questa volta avendo cura di usare solo la manopola. 
Scese sulle cosce, erano sode anche quelle, anche se il sedere era letteralmente di marmo. 
Jude continuava ad aspettare senza muoversi, né apparentemente respirare, ma non poteva essere che trattenesse il fiato. 
Arrivato fino ai piedi, chiese in un sussurro di alzarli per lavargli la pianta come se fosse suo figlio. Od il suo ragazzo. 
Non esitò, non gli fece schifo, né impressione. Per lui era totalmente normale, lo doveva aiutare. 
Quando si alzò, realizzò che adesso toccava alla parte anteriore e appena anche Jude si voltò verso di lui, non arrivò a guardargli subito il volto poiché gli occhi vennero subito catturati dal suo inguine. 
Difficile non guardare, del resto.
Era di nuovo in tensione. 
Fede non riuscì a controllare la sua mimica facciale, ma non disse nulla. Anche lui era nelle stesse condizioni, perciò non si stupì di notare che anche lui lo stava guardando lì per lo stesso motivo.
Quando i loro occhi si incrociarono, lui era serio ma finalmente fece un sorrisino malizioso. Era appena tornato in sé e forse era anche peggio.
- Vuoi... vuoi lavarti da solo davanti ed io faccio quello che non riesci? - chiese esitante non sapendo a quel punto che approccio dovesse prendere né cosa realmente non riuscisse a fare da solo. 
Jude mantenne quel vago sorrisino malizioso, ma era così accennato che poteva vederlo senza che ci fosse realmente. 
Fede era nella confusione più totale, in un attimo notava mille cose e poi le cancellava subito da solo. Non si era mai sentito più attratto da lui come in quel momento, erano fermi in piedi uno davanti all’altro, nudi, soli. 
Come diavolo ci era finito, lì?
- Non credo di riuscire. - rispose piano.
“Non credi o non vuoi?” fu la prima volta che lo pensò e si corresse subito dopo dandosi del folle. “Non dire stronzate, Fede!”
Annuendo, mise altro bagnoschiuma nella manopola e gliela passò sul corpo con delicatezza, come aveva fatto dietro, ricordandosi come un mantra di tenere ferma l’altra mano.
Adesso era davvero imbarazzante ed era particolarmente sicuro che la destra l’avrebbe potuta usare per lavarsi la gran parte del torace da solo, ma avendo male alla spalla sinistra era plausibile che non riuscisse a muovere nulla. 
Plausibile, per quel che ne sapeva. Cioè nulla.
Non poteva che fidarsi, insomma. 
Jude allargò il braccio destro senza grossi problemi e lui glielo lavò prendendogli la mano nella sua per passargli tutto l’arto. Lo sentì ricambiare la stretta, fu un attimo ben distinto. Sollevò gli occhi sui suoi e lo osservò in viso. Lo ricambiava serio, intenso, più bello che mai.
Le proprie mani iniziarono a muoversi da sole mentre gli occhi, incatenati a quelli del compagno, non si staccavano più. L’altra mano era tornata ad accompagnare quella col guanto, come aveva fatto prima nelle sue natiche, ma non se ne rese conto. Arrivò sul torace, sui pettorali, sui capezzoli dove le sue dita nude si soffermarono in trance. 
Non si rendeva conto di cosa stava facendo, non capiva di come Jude lo stava seducendo solo facendosi lavare e guardandolo negli occhi da così vicino, così intensamente e seducente. 
Era totalmente soggiogato da lui e faceva esattamente tutto ciò che voleva e nemmeno se ne accorgeva. 
Arrivato alla spalla sinistra, tornò a fare attenzione a ciò che faceva, cercando di essere il più delicato possibile. Spalancò gli occhi shoccato chiedendosi quando era tornato ad usare la mano senza manopola, ma al momento di lavargli il fianco e l’ascella del braccio dolorante, decise di infilare piano proprio quella per fargli meno male possibile.
Jude tese l’espressione in una fitta di dolore iniziale che poi si distese quando Fede si mosse delicatamente su e giù lavandolo.
La mano scivolava agile col sapone e continuò a strofinare anche quando ebbe completato l’azione in quella zona.
Era schiumato, ma non voleva saperne di togliersi da lì.
Il contatto diretto con la sua pelle, col suo corpo tonico e atletico, era così bello.
E lui gli era quasi addosso, immerso in lui, assorbito. 
Realizzando che stava lavando la stessa parte da un tempo indefinito, sollevò gli occhi sul suo viso vicinissimo e quando lo guardò capì che quella era tutto tranne che una doccia. 
Non lo stava più aiutando a lavarsi, stava approfittando di lui. Stava godendo e Jude ne era consapevole e non solo.
L’aveva voluto sul serio, con tutto sé stesso.
Di nuovo ebbe quell’impressione e appena successe, una scarica d’eccitazione l’attraversò arrivando dritta sul suo inguine che si alzò ancora di più. Così tanto che si toccò con quello di Jude.
Appena successe, si tese con uno scatto trattenendo il fiato, ora le mani ferme sul suo corpo, quella con la manopola sul pettorale, l’altra sul suo fianco sinistro. 
Si guardavano e sarebbe bastato pochissimo per baciarsi ed entrambi lo pensavano, era evidente. Ma più di ogni cosa, le loro erezioni si erano toccate e non si erano allontananti, né avevano detto nulla per abbassare la tensione erotica. 
Nessuno parlò, nessuno si mosse. 
Adesso era chiaro cosa stava accadendo, non era questione di interpretazione. 
Jude lo voleva e Fede se ne era finalmente accorto. 

Quanto ci metteva, ancora? 
Jude stava per dirglielo, ma non voleva cedere per primo. Voleva che Fede lo baciasse senza che lui glielo chiedesse o che fosse lui a prendere l’iniziativa, ma visto che si ostinava ad aspettare chissà cosa, decise di dargli un ulteriore spinta. Una enorme. 
Lentamente mosse la mano destra che non gli faceva male, gli prese la manopola da quella appoggiata sul proprio torace e gliela sfilò. La fece cadere giù, dove l’acqua ancora aperta scendeva intorno a loro sfiorandoli in attesa che finissero di insaponarsi. 
- Mi lavi sotto? - disse come se gli facesse una proposta indecente
Ed in effetti lo era.
Fede si strofinò le labbra, gli occhi erano totalmente assorbiti dai suoi, ma non faceva più espressioni shoccate di chi doveva capire che succedeva e non ci credeva.
Adesso aveva capito e le accettava. 
Adesso sembrava pronto.
Sfilò la mano dal suo fianco e con entrambe scese sul suo inguine, abbassò gli occhi a guardare e mentre lo toccava, entrambi aprirono le labbra sospirando di piacere ed eccitazione ormai alle stelle.
Gli strofinò l’erezione dura e Jude venne attraversato da puro godimento. 
Non ne provava da molto, così.
Era intossicante. Una mano si muoveva sulla lunghezza, l’altra si occupava dei testicoli, stava per abbandonarsi al piacere decidendo che non avrebbe potuto pretendere di più, quando Fede lo stupì ancora una volta mostrando finalmente il suo lato caldo e precipitoso, quello che aveva spesso intravisto in partita. 
Sostituì la mano con la sua erezione dura prendendole poi insieme nel palmo e strofinandole fra di loro.
Il secondo successivo, Fede posò la bocca sulla sua guancia scendendo lentamente sulle sue labbra carnose. 
Jude gli andò subito incontro schiudendole e quando le trovò, le intrecciò ben lieto che finalmente si fosse deciso.
Ci aveva messo una vita, ma finalmente ne stava valendo la pena.
Eccome se ne valeva. 
Fede teneva le loro erezioni dure nella mano e spingeva col bacino come se lo stesse facendo suo, aumentando il ritmo e la stretta. I brividi si espandevano sempre più, mentre le loro lingue erano intrecciate, ma l’altra mano scivolò dietro ad agguantare la sua natica, quella che prima gli aveva così sapientemente toccato per poi pentirsene subito. 
Ora no che non se ne stava pentendo. Quella volta la mano non la ritirò e Jude fece un sorrisino soddisfatto e compiaciuto contro la sua bocca. 
Questa sua presa di posizione prepotente gli piaceva da matti e non ci mise molto ad abbandonarsi all’orgasmo, poco dopo imitato da Fede. 
Rimasero i respiri fra loro, mentre appoggiavano le fronti una all’altra, ansimando per il piacere espanso in ogni particella di loro, sconvolti, confusi, bollenti. 
Per un momento anche il dolore alla spalla era lontano. 
Le mani di entrambi sui fianchi tranne la sinistra di Jude che non muoveva, gli occhi chiusi a catturare quella sensazione che li inebriava e li ubriacava. 
Dopo qualche istante Fede lo spinse all’indietro fino a mettere entrambi sotto il getto di una delle due docce ancora aperte e mentre l’acqua calda li avvolse insieme sciacquando via la schiuma da entrambi, le loro bocche tornarono ad unirsi in un bacio più assaporato di prima. 

Fede non aveva capito cosa era successo, ma poco gli importava visto il risultato su cui non rifletté realmente per un bel po’. 
Come sempre era uno che viveva il momento totalmente preda delle emozioni.. 
Dopo la doccia più lunga mai eseguita e decisamente parecchio sexy, i due si spostarono negli spogliatoi avendo conferma di quel che avevano immaginato precedentemente. Ovvero che gli altri erano andati via. 
Ancora soli, guardarono l’ora.
- Com’è che il medico non è venuto a chiamarci? - si chiese Fede che cercava di tornare normale facendo finta di nulla. Jude sorrise sornione e divertito mentre provava a collaborare un minimo asciugandosi da solo quel po’ di porzione che poteva con la destra senza provare atroci fitte. 
- Chi ti dice che non sia venuto a vedere se eravamo vivi? 
Fede capendo l’inteso avvampò, maledicendosi per non aver capito quanto maledettamente malizioso fosse il suo compagno. 
Forse gli piaceva vederlo imbarazzato. 
- Ci vai da solo dal medico a farti bendare, io ti aspetto fuori! Non intendo mostrare la mia faccia a nessuno che potrebbe averci visto! 
Jude rise porgendogli l’asciugamano per farsi passare il resto del corpo. Bastava poco per scioglierlo e distrarlo da qualsiasi stato d’animo.
Bastava ridesse.
Aveva un sorriso meraviglioso che gli illuminava il volto. Un volto così bello che non sapeva paragonarlo a nessuno. 
- E chi potrebbe averci visti? - chiese probabilmente solo per dargli corda e divertirsi ancora un po’ a sue spese. Fede aveva di nuovo l’impressione che lo manipolasse, ma non riusciva comunque a contrastare la situazione. Del resto perché farlo? Che motivi c’erano? Era tutto così bello.
- Non so, chiunque sta qua ad aspettare col medico i nostri porci comodi?
‘Porci’ gli era scappata in quanto, di fatto, erano stati dei veri maiali. Dopo averlo detto Fede si morse il labbro facendo una smorfia, ma non smise di tamponargli delicatamente il braccio sinistro ed il fianco, avendo particolare cura dell’ascella e di tutta la zona dove l’arto era appoggiato. 

Jude rise per poi spegnersi, continuando ad osservarlo con attenzione, totalmente assorbito da lui e dai suoi modi che sapevano essere così dolci e pieni di attenzioni. 
Lo colpiva, quel suo aspetto. Non sapeva perché.
Nella sua giovane vita aveva avuto a che fare con un po’ tutti i tipi di persone che l’avevano ricoperto di attenzioni di ogni genere, sebbene tutti a sfondo sessuale. 
Anche Fede lo desiderava, era evidente, ma sapeva anche avere così tanta cura di lui che lo sconvolgeva nel profondo. C’era qualcosa di diverso nel modo in cui faceva certe cose ed era esattamente quando andava oltre il piacere. 
Se gli lavava la schiena ed il sedere o il torace e l’inguine era ovviamente una cosa. Lì cera un tornaconto personale, ne approfittava e a lui piaceva perché era proprio quello che voleva, ma quando arrivava a togliergli scarpe e calzetti e poi lavargli i piedi come se non facesse schifo, era una cosa che lo toccava nell’anima. Oppure quando gli puliva il braccio dolorante. 
Era talmente delicato, che provava un calore interiore che non aveva per nulla a che fare con il piacere fisico ed il nutrire il proprio ego. 
C’era ben altro, lì.
Jude, totalmente sconvolto da questi sentimenti, si morse il labbro sentendo i propri occhi bruciare dall’emozione. 
Cosa gli stava succedendo? Non gli era mai capitata una cosa simile. 
Strinse il pugno domando a stento l’impulso di prendere il volto di Fede e baciarlo di sua iniziativa. Non era il suo stile, preferiva che fossero gli altri a fargli le cose per primi, sebbene era lui che li orchestrava. Però con lui di nuovo ventilava l’idea di venire a meno ai propri ‘principi’. 
Aveva voglia di stringerlo a sé e divorargli le labbra, spingerlo contro il muro e abbassarsi a succhiarglielo. Lo frenava più l’impedimento fisico, sapeva di non poterlo fare, al momento. 
Troppe manovre. 
Fede andò dietro strofinandogli la schiena e di nuovo si soffermò impulsivamente sul sedere, Jude tornò in sé sorridendo sornione, notando quanto certosino fosse nell’asciugarglielo. 
Quel genere di attenzioni le sapeva gestire molto meglio.
Alla fine era andato tutto come aveva voluto, salvo quel piccolo non trascurabile dettaglio. Fede era più meraviglioso di quel che aveva immaginato. 
- È di tuo gradimento? - chiese malizioso. Lo sentì saltare e scostarsi, immaginandolo imbarazzato si girò a guardarlo e vide che era effettivamente di mille colori, di nuovo. 
- Davvero, Fede? Con quel che abbiamo fatto prima? Ti imbarazzi ad una battuta? Puoi toccare quanto vuoi! 
Anzi, era assolutamente necessario lo facesse. Doveva toccare, toccare molto di più. Ma se non lì, l’avrebbe comunque fatto dopo, a casa. 

 


Note Finali: penso che sia una delle docce sexy che mi siano venute meglio, normalmente cerco di non soffermarmi troppo a lungo sulle scene che descrivo per non annoiare il lettore, ma in alcune mi lascio trasportare e finisco per essere troppo descrittiva. In questo caso però l’ho riletta molte volte e ne sono soddisfatta. Spero che abbiate gradito. Colpa di quanto è naturalmente e volutamente sensuale Jude. Avevo indelebile nella testa la scena di lui che si fa sistemare i vestiti prima del gala e sono finita per scrivere questo. 
In generale non so come funziona nel dettaglio il post partita (più o meno ma non precisamente), ma sono andata ad istinto pensando che in un caso del genere potrebbe essere plausibile che loro vengano lasciati indietro finendo per andare via con altri addetti. Se così non è, diciamo che è una licenza poetica. Dovevano rimanere da soli. 
Sto piano piano traducendo in inglese la fic, solo che non sono veloce e nemmeno un asso, tuttavia penso di essere meglio di google traslate che so scombina molto le frasi, così quanto meno sistemo quella versione che fa lui rendendola almeno sensata e leggibile. Per ora ho tradotto il primo capitolo in ‘It is what it is’, arriveranno anche gli altri. 
Grazie per seguirmi, spero che la lettura sia stata di gradimento.
Baci Akane