8. SENZA RISERVE
Fede non esitò nemmeno un istante e aprendogli le gambe si infilò in mezzo prendendogli l’erezione in bocca.
Era dura e pulsava, probabilmente ne aveva per poco, ma se voleva venire così gli andava più che bene.
Quella cosa dei piedi era sfuggita di mano a tutti e non sapeva come gestirla, perciò semplicemente cavalcava l’onda facendo quel che gli veniva.
Jude era dilaniato fra il lasciarsi andare ed il comandare, se ne era accorto. C’erano momenti in cui prevaleva un lato, altri in cui invece desiderava solo farsi risucchiare.
Lui alternava gli stessi identici desideri e avrebbero visto insieme quale avrebbe prevalso.
Avere il suo membro in bocca fu intossicante e bellissimo.
Era lungo e grande in una misura a dir poco perfetta e mentre succhiava, pulsava caldo. Sentiva le vene in rilievo e stava per toccarsi da solo, sentendosi eccitato oltre ogni limite sopportabile, ma invece le proprie mani si mossero da sole finendo di nuovo a cercare le sue caviglie e poi i suoi piedi, proprio lì a portata.
Quando glieli toccò, Jude gli prese la nuca e gliela staccò brutalmente sul più bello.
Fede lo guardò allucinato, ma vide che lui era messo anche peggio.
Aveva gli occhi liquidi, sembravano petrolio bruciante. Non l’aveva mai visto così visibilmente eccitato.
- Fede ti voglio scopare. Non riesco a non correre.
Fede non ci pensava minimamente più ad andare piano.
Quando mai l’aveva detto? Sapeva d’averlo fatto, ma era assolutamente ovvio che non si sarebbe mai fermato ed alzandosi di scatto, salì sul letto gattonando fino al centro e rimanendo a carponi schiacciò il volto e le spalle sul cuscino, in attesa che arrivasse da dietro.
- Che diavolo aspetti? - chiese impaziente e roco, carico di un desiderio incredibile.
Jude rimase shoccato da quella sua totale accettazione immediata e a quell’abbandono.
Non esitò nemmeno un momento, ma ancor peggio fu salire sul letto dietro di lui e mettersi in ginocchio, sparendo con la bocca fra le sue natiche per prepararlo e lubrificarlo.
Non era mai stato attivo e non pensava gli sarebbe mai piaciuto, perché adorava essere preso e desiderato, ma Fede gli aveva fatto qualcosa di sconvolgente. Qualcosa che non capiva nemmeno lui e dopo una preparazione breve ma adeguata, si alzò dimenticandosi il discorso spalla.
Una piccola vaga fitta gli ricordò della fasciatura rigida che spiccava sul suo corpo snello ed atletico, ma lui dritto ed in ginocchio dietro il compagno, gli prese i fianchi e scivolò dentro, fluido, con un’unica spinta decisa.
Si fermò sentendolo tendersi e mordersi il braccio, così gli carezzò dolcemente le natiche ed i fianchi che gli teneva fra le mani.
Quando Fede si rilassò, Jude tornò a muoversi e appena lo fece il mondo sparì, così come tutto ciò che era stato e successo prima di quel momento
Dimenticò totalmente ogni cosa, che era la prima volta da attivo, che non aveva mai perso il controllo in quel modo, che era così trasportato da non potersi nemmeno più definire sé stesso.
Andò via via sempre più in affondo, ad ogni colpo i gemiti riempirono l’aria e con Fede che gli veniva incontro ad ogni movimento, si ritrovarono entrambi presto preda di un altro orgasmo liberatorio e sconvolgente, figlio di quelli sospesi per tutto il tempo fin lì.
Venendogli dentro, si perse completamente dimenticando ogni proposito, piano e progetto.
La schiena inarcata, la testa all’indietro, qualche fitta fastidiosa a ricordargli la dislocazione della spalla, ma quel piacere. Quel piacere fisico e mentale totalmente fuso in un’unica cosa. Quel piacere era talmente assoluto che rimase fermo in lui ansimando a lungo, incapace di muoversi, parlare e scivolare via.
Fede si rese conto che per Jude doveva essere stata la prima volta da attivo, ma non solo. Lo vedeva perso e spaesato, completamente in un’altra dimensione. Così si mosse per primo sfilandosi da lui e dalla sua presa, si alzò e si girò in ginocchio, gli prese il viso fra le mani e lo baciò delicatamente, poi con la stessa infinita tenerezza lo abbracciò cercando di fare attenzione alla spalla fasciata.
La bocca a baciargli la guancia e l’orecchio, lui a rifugiarsi fra le sue braccia, contro il collo.
- Va tutto bene... - sussurrò consapevole che forse l’indomani avrebbe capito che non andava minimamente bene.
Se avesse dovuto dire chi aveva preso il sopravvento e gestito la situazione, sarebbe stato totalmente impossibile. Era stato un continuo alternarsi ed ora non era chiaro chi fosse stato realmente passivo e chi attivo.
Gli sembrava di aver preso lui Jude.
Allungando il braccio prese il piumino e tirò per aprire il letto. A quel punto sfilò le braccia per indirizzarlo a stendersi, si mise con lui tirando su il tutto e lo abbracciò issandoselo sopra, facendo attenzione al lato in cui lo metteva.
Jude, totalmente alla sua mercede, si lasciò fare ritornando lentamente in sé solo allora, a quel contatto pieno di calore e dolcezza che aveva cercato dall’inizio.
- È stato incredibile. Non l’ho mai fatto così. - ammise sincero.
- Così come? - chiese Fede che non l’aveva proprio mai fatto con un ragazzo.
Jude non sapeva spiegarlo e descriverlo, non era solo una questione di attivo o passivo.
- Coinvolto. - rispose sinceramente.
Fede sorrise baciandogli la fronte, il braccio a circondarlo sicuro, la mano carezzava la sua schiena scendendo fra le scapole per poi risalire.
- Per me era la prima volta con un ragazzo.
Non ne era stupito, l’aveva immaginato. Sorrise contro il suo collo ricambiando il bacio, poi si issò sul gomito sano e lo guardò in viso, di nuovo pronto a gestirsi e a tornare in sé.
Non a parlare di quel che l’aveva sconvolto e mandato fuori di testa. La questione dei piedi era sicuro avesse radici particolari e non avrebbe mai saputo interpretare nulla di quel che era capitato.
Erano stati veicolo di un piacere senza pari, totalmente mentale, come un controllo assoluto su di lui, esattamente ciò che aveva voluto sin dall’inizio, ma con qualcosa di diverso.
Qualcosa di profondo, spirituale e sentimentale.
- Ti è piaciuto? - chiese Jude.
Fede annuì sorridendo dolcemente, con un dito gli carezzò la guancia e la tempia rigirandogli la domanda: - A te?
Jude mosse il capo in segno affermativo con un’espressione quasi arrendevole.
- E la spalla? Penso che hai perso il controllo. - aggiunse poi Fede che intendeva perdere il controllo in relazione ai movimenti che riguardavano appunto la sua parte del corpo infortunata,
Jude però nell’annuire e rispondere: - Non sai quanto! - intese altro e Fede, capendolo, ridacchiò divertito e compiaciuto, quasi comprensibilmente orgoglioso.
- Meno male che non dovevamo correre... - alluse divertito facendolo ridere e rilassare.
Jude si ritrovò a stendere i muscoli e respirare di nuovo calmo, che potere che aveva quel ragazzo che gli faceva ora da caldo e dolce materasso...
Quando il viso dell’essere umano più bello che avesse mai visto e che ora gli stava sopra, si aprì in una risata serena, il sole tornò nella stanza. Non si era mai realmente annuvolato ma era successo qualcosa, in lui, e Fede ancora non lo conosceva bene da capire di cosa si trattasse. Lo aveva visto scosso appena avevano finito, profondamente colpito da qualcosa che non poteva comprendere, non aveva idea del motivo né di cosa fosse successo.
Aveva ammesso di essersi fatto coinvolgere molto e poi di aver perso il controllo, e non chiaramente sulla spalla, dunque dedusse velocemente che l’impressione avuta ogni tanto potesse essere corretta.
L’aveva portato proprio là dove aveva voluto.
Pensandolo capì di dover essere stato desiderato davvero tanto e con un sorriso radioso e carico di gioia si chiese che fine avesse fatto Vini, ma non volle rovinare niente di quel momento perfetto, perciò non glielo chiese, limitandosi a continuare a carezzarlo dolcemente.
Jude si allungò e intrecciò nuovamente le labbra alle sue senza aggiungere altro.
Il sapore di quel bacio fu lieve e carico di soddisfazione. Una conclusione perfetta a cui non avrebbero aggiunto niente altro. Nessuno dei due, per quella volta, avrebbe né detto, né pensato a nessun altro.
Né alla moglie, né all’altro ragazzo mai conquistato.
“Una seconda scelta non mi sconvolge così. Ha un modo di darsi al compagno, con una dedizione così assoluta, una cura, un’amore senza riserve, che non potrei volere altro.”
Addormentandosi sul suo petto caldo dove sentiva il battito regolare del suo cuore ed il suo respiro lento e sereno, Jude realizzò ciò che l’aveva tanto sconvolto della questione dei piedi.
Era il modo in cui si era preso cura di lui ad averlo mandato tanto fuori di testa, che poi era sfociato nel desiderio sessuale e nell’eccitazione fisica e mentale. Si era innescato il gioco di dominazione giocando coi piedi, ma non era stato quello a dare il via.
Non aveva mai avuto con nessuno la fissa di quella parte del corpo, sebbene gli piaceva manipolare gli altri per ottenere ciò che voleva. Ma con nessuno era mai stato attivo e con nessuno aveva mai perso tanto il controllo.
Mentre il sonno prendeva il controllo della ragione, questa gli lasciò l’ultimo pensiero coerente prima di dormire.
Una pallottola.
“Di lui potrei innamorarmi. Per questo mi ha sconvolto. La sua dedizione, la cura, le attenzioni e l’amore mostrato facendo qualsiasi cosa per me e non per un secondo fine sessuale dietro, ma perché ci teneva davvero tanto a me.”
Nel dormiveglia cercò le dita di Fede nel suo petto e le intrecciò stringendo forte.
“Sì, di lui potrei innamorarmi.”
Trovando infine una risposta, un’altra domanda arrivò a turbare quel senso di soddisfazione conclusivo.
“Ma lui è sposato. L’ha detto prima in macchina. Non correre che dopo la scopata finisce tutto. Bravo Jude, vai a perdere la testa per la persona che presto scapperà da sua moglie. Complimenti, ottimo lavoro.”
Il sonno non fu per niente sereno.
Fede spalancò gli occhi spiritati ed iniettati di sangue, svegliandosi di soprassalto.
Realizzò di essersi addormentato e di non sapere che ora fosse, perciò con il cuore il gola e il peggior risveglio della sua vita, si girò verso il comodino e vedendo la sveglia indicare le 3 di notte, alzò gli occhi al cielo strofinandoseli con una mano. L’altra ancora stretta a quella di Jude che gli dormiva addosso esattamente come l’aveva lasciato.
Era passato meno di quel che aveva pensato, ma era comunque tardi.
Si era detto di rimanere lì un pochino e poi andare e poi si era addormentato.
Bravo.
Adesso però era ora di pensare a quello che aveva evitato con cura.
Mina.
L’aveva tradita, proprio come predetto da Luka. A quel punto forse non gli rimaneva che fare come aveva detto lui quella volta.
Invece di essere egoista e scaricarsi la coscienza dicendoglielo, era meglio tacere e fare in modo di renderla felice.
“Compartimentare...” si ripeté ricordandosi il discorso di quella sera.
Adesso lo capiva bene,
“Quando tornerò a casa sarò suo marito, a calcio avrò Jude e sarò ciò che questa cosa ci porterà. Non so minimamente cosa vuole lui né cosa volesse prima di stasera. Non so quali sono le sue intenzioni, ma non è certo l’ora di parlarne. So solo che sono stato il suo amante, ma devo tornare ad essere il marito di Mina. Ed è ora di muoversi.”
Pensandolo, sollevò faticosamente il capo e lo guardò dormire. Aveva la fronte increspata e non gli sembrava fosse tanto sereno.
Non volendo svegliarlo, scivolò delicatamente di lato, lasciandogli infine la mano. Gli prese il viso e glielo sistemò meglio sul cuscino, poi lo coprì bene col piumino, chinandosi a baciargli la guancia prima di scendere dal letto e recuperare i propri vestiti.
Prima di andare via, lanciò un’ultima occhiata a Jude. Un sinuoso felino in forma umana che dormiva tutto storto, la spalla fasciata spuntava dalle coperte. Il viso più bello che avesse mai visto, ma soprattutto desiderato.
Sorrise dolcemente e malinconico, infine andò via chiudendosi la porta alle spalle.
Per quanto bello, il sogno finiva. Probabilmente sarebbe tornato quando l’avrebbe rivisto al centro sportivo, ma fino a quel momento avrebbe dovuto vivere nella vita reale.
L’aveva fatto, era successo e non se l’era cercata, ma era stato incredibilmente bello e spontaneo, almeno da parte sua.
Non lo poteva rimpiangere, poiché non si era mai sentito più vivo di quella notte. Però era ora di tornare alla vita reale in attesa di poter rituffarsi in quel sogno meraviglioso alla prima occasione.
Jude l’aveva sentito svegliarsi e andarsene, si era sforzato di non farsi notare e quando la porta si era richiusa lasciandolo di nuovo solo, girò il viso contro il cuscino sentendo quel senso dilaniante spaccarlo in due.
Non era di certo innamorato, non ancora. Ma si conosceva abbastanza da capire che presto sarebbe successo. E non lo poteva dire perché gli era già capitato, ma proprio perché non era mai successo ed ora era diverso. Oh, certo. Era così diverso.
Dolorosamente diverso.
Sarebbe tornato, ma non sarebbe mai rimasto.
Sarebbe stato sempre bellissimo e perfetto ed avrebbero entrambi perso il controllo tutte le volte e lui sarebbe stato così tenero, dolce e pieno d’amore per lui, si sarebbe sempre occupato di lui e poi con le sue intuizioni impulsive gli avrebbe fatto perdere di nuovo la testa fino a fargli prendere il sopravvento.
Sarebbe stato sempre sconvolgente e bello, ma sarebbe sempre finito con lui che tornava dalla moglie lasciandolo solo.
Ma non sarebbe mai riuscito a mettere la parola fine a quella cosa, non lui, non da solo.
L’avrebbe sempre aspettato, accolto, avuto. Gli si sarebbe sempre dato, l’avrebbe sempre preso.
No, non ne era innamorato, ma sapeva che sarebbe stato totalmente inevitabile.
Così come sapeva che l’avrebbe sempre accolto.
Note Finali: questo è il finale della fic, so che è un finale un po' malinconico, di solito li faccio più felici, ma ho pensato che per gli amanti ci sia una sorta di realtà dolce amara perché sarà sempre una splendida parentesi all'interno di una vita matrimoniale. Non l'ho scritta pensando ad un seguito dove fra loro le cose si fanno difficili e Jude per combattere quel sentimento magari si butta su Brahim (libero e non sposato), ma adesso che ho notato che anche loro due sono una coppietta bellina bellina, potrebbe essere una sorta di finale aperto a molte idee. Però per il momento non ho pensato a nulla, né scritto. Tuttavia, conoscendomi, potrei farlo. Mi lascerò trasportare dall'ispirazione, come sempre. Per sapere se, cosa, quando scrivo, seguite la mia pagina su FB.
Grazie per avermi seguito e letto, spero la fic sia piaciuta, continuerò a tradurla fino alla fine ovviamente.
Baci Akane