NOTE: la fic si colloca nella serie ‘Il momento giusto’ che sto pubblicando da qualche mese. Nelle fic precedenti Karim era alle prese con una relazione di solo sesso occasionale con Eden, perché lui si calma così, ma verso fine stagione fra lui e Kylian scoppia la passione. Karim inizialmente voleva aspettare che l’altro venisse nella sua squadra, ma quando vede che rimane al PSG si arrabbia, si sente preso in giro, va da lui, gli dice di tutto e poi fanno sesso. Con Karim non fai coppia fissa, ovviamente, e di sicuro non me lo immagino monogamo. Infatti quando vince la Champions ed ha bisogno di sfogare i propri bassi istinti eccitati, lì c’è Eden a portata di mano e gli va benissimo. Potremmo anche definire la fic una semplice PWP! Buona lettura. Baci Akane PS: le foto sono della finale dove è ambientata la fic. Nel tunnel prima della partita, poi dopo tutti insieme a festeggiare. Notate come si guardavano quei due. 

STORDIMENTO 

karim eden karim eden

La gioia, oggi, è un maledetto caos.
Appena sento il fischio non realizzo subito che ho vinto la mia quinta Champions da protagonista assoluto, sebbene anche con la quarta Cris e Zizou mi avessero detto che ero stato io il vero eroe. È stato diverso perché lo sapevamo tutti, ma non lo diceva nessuno. Adesso è universalmente riconosciuto.
Non gioco per la gloria, se fosse così avrei fatto molte scelte diverse, avrei sempre giocato esclusivamente per segnare perché sono i goal che ti danno la gloria. 
Invece ho sempre giocato per il bene della squadra, ho sempre fatto ciò che era necessario per portare tutti alla vittoria. Gli altri anni ci pensava Cris a segnare, perciò serviva che io procurassi bel gioco e lo facevo. Quest’anno servivano più i miei goal e li ho fatti, ma ho fatto anche altro, a quanto pare. 
Quello che mi ha consegnato la gloria.
No, non ho mai giocato per questo, però quest’anno che ce l’ho sono così felice che solo dopo che mi saltano tutti addosso felici come matti, quando qualcuno alla sua prima Champions piange a dirotto, quando Luka e Toni rotolano per terra in un mare di lacrime, realizzo che abbiamo vinto. E capisco, solo ora capisco in che modo l’ho fatto. 
Da protagonista. 
Ha un sapore diverso questa vittoria e solo ora me ne rendo conto, dopo un po’ che tutti esultano. Perché arrivo sempre col secondo treno. 
Nello scoppio del mio caos, mi arriva un’ondata d’eccitazione misto ad emozione tale, che se non lo sfogo esplodo, non so cosa potrei fare, ma sento proprio il bisogno fisico di farlo.
E lo faccio. Lo cerco come un disperato, con l’ansia che cresce, mentre in campo iniziano i preparativi della premiazione e nella mia testa so che ci sono cose importanti che devo predisporre, come far scendere il mio bambino, tuttavia il mio cervello è come bloccato in una sorta di dinamite inesplosa. Quella dinamite che, se non disinnesco, esploderà e chi lo sa che ne sarà di me poi?
Dov’è?
Dov’è Eden?
Appena lo vedo sento subito un enorme senso di sollievo che però torna ad alzare la tensione perché l’ho solo visto, non ho ancora fatto nulla. 
Così corro da lui, lo prendo per il polso e lo tiro molto malamente verso il tunnel, alla ricerca dello spogliatoio che in molti hanno già usato per bisogni vari e recuperare i telefoni. 
C’è un po’ di via vai e credo che lui rida, sento la sua voce che mi dice qualcosa, ma ignoro tutto e tutti, soprattutto quelli che ci guardano e mi fanno i complimenti. Credo di ringraziare, di sorridere, di alzare il pugno in segno di vittoria, non lo so. 
Poi appena siamo di nuovo soli riprendo Eden, ma questa volta per mano e non per il polso come un bambino punito, lo porto in uno dei bagni. 
Gli prendo il viso fra le mani e lo bacio, lui sta ancora ridendo perciò bacio il suo sorriso. 
Mi prende per i fianchi e ricambia aprendo la bcca, sento la sua lingua infilarsi, la succhio e comincio già a sentirmi meglio. Ma va ancora meglio quando le mie mani dal suo viso si depositano sulla mia stazione zen preferita.
Il suo culo.
Il suo meraviglioso culo sodo, alto e tondo, il più bello e perfetto che io abbia mai visto e soprattutto preso. 
Mi infilo sotto l’elastico mentre lo tiro verso di me per avere spazio di manovra, lui si spalma e ride mentre gli succhio la lingua. 
Stringo i suoi glutei e immediatamente le dita si infilano nella sua fessura. Eden alza una gamba e l’avvolge intorno alla mia per darmi subito un miglior accesso, per questo lascio che solo una mano si occupi delle sue splendide curve, l’altra esce e afferro la sua coscia tenendolo meglio ancorato a me. 
Siamo come un’unica cosa ancora prima di scoparlo come si deve. 
Sembra l’edera che si attorciglia intorno all’albero, tanto che aderiamo uno all’altro, che ci intrecciamo e ci fondiamo. 
Questo mi restituisce un po’ di senso con la realtà, ma ho bisogno di entrare. Ho bisogno di farlo mio. Ho bisogno di un orgasmo di quelli potenti ed ora, con l’eccitazione più dura che io ricordo di questi ultimi tempi, lo stacco da me e lo giro contro la parete piuttosto sottile, ma sufficientemente stabile. 
Si piega in avanti spingendo con le mani davanti a sé, io gli abbasso i pantaloni e gli slip sportive, mi chino e mi occupo della parte che preferisco con la bocca, lavoro di lingua per prepararlo come si deve. Quando è pronto, uso la saliva per lubrificarmi, poi mi alzo, lo prendo per i fianchi, mi infilo con una spinta possente, decisa, e sono in lui.
Mi sembrava di scoppiare, non ce la facevo proprio più.
Appena entro, sento che proprio lì dove stavo esplodendo viene soffocato ed inglobato, Eden funge da pressa e invece di permettere che io mi espanda fino a morirne, mi prende in sé. È come se mi allungassi in lui all’infinito, mi sento così mentre mi sento precipitare in una specie di universo dove c’è un caldo ed un morbido che mi ubriaca. 
Le spinte aumentano, il mondo va veloce intorno a noi o forse siamo noi che andiamo come matti, ad un ritmo folle. Vado sempre più forte e più veloce e non mi fermo e lui geme insieme a me, venendomi incontro col suo corpo, alle mie spinte. I nostri corpi si colpiscono a vicenda ed è come se non fosse ancora abbastanza, ne abbiamo bisogno di più e non riusciamo a fermarci. 
Non lo facciamo finché non esplodo, finalmente, ma nel modo giusto. 
Nel modo migliore. 
Dentro di lui. 
Lo sento tendersi e tremare e credo venga anche lui, ma è tutto molto vago e distorto. Mi sembra di aver fumato qualcosa di forte,
Lo stordimento, l’essere in pace col mondo, il non sentire un senso preciso ma uno scoppio mescolato ed amplificato di tutti, soprattutto il tatto. Oh sì, il tatto è alle stelle. Sento al massimo, non ho mai sentito così tanto. Una volta da ragazzino ho dato un tiro e mi ricordo che mi sono sentito così.
Le percezioni fisiche, la mia pelle era iper sensibile, le sensazioni che provavo erano amplificate. Un casino meraviglioso.
Scopare in questo stato, avere un orgasmo così perfetto e sentito e voluto, è stato pazzesco. 
Eden si rigira fra le mie braccia mentre i nostri pantaloni sono tornati febbrilmente su appena il necessario, restano bassi sul nostro inguine.
Ci stringiamo mentre io mi appoggio a lui un attimo, con la testa che gira.
- Ben fatta, campione. Il prossimo anno voglio essere protagonista insieme a te, eh! - mentre me lo sussurra contro il collo, appena sotto l’orecchio, lì dove sono sensibile, sorrido e giro la testa, cerco le sue labbra e le trovo. Lo bacio delicatamente. 
- Lo sarai, continua a lavorare come ora, ti aiuterò ancora. Saremo un trio fantastico. 
Ed è vero che l’ho aiutato molto, come ho aiutato Vini, ma con lui è stato più facile perché non doveva cambiare posizione e modo di giocare, Eden invece per avere un posto da titolare, deve cambiare posizione e non è facile, ma sta lavorando tanto e lo sto aiutando e sono sicuro che il prossimo anno sarà un’altra storia. Avremo molte gioie insieme.
Del resto l’intesa è già perfetta, direi.
Sorrido pensandoci e le mie mani tornano sulla mia stazione zen preferita, ride anche lui. 
Per oggi va bene così. 
Penso a Kylian solo ora, per un momento. Con lui proverò una cosa simile quando vinceremo il mondiale insieme in Qatar.
Brutto coglione, poteva provarlo a Madrid. Gliela farò ben vedere io la cazzata che ha fatto. 
Pensando a lui torno ad eccitarmi, ma stringendomi di più ad Eden riesco di nuovo a gestirla. 
Questi sì che sono orgasmi, ragazzi!