NOTE: finalmente arriva anche la seconda, dopo una vita che l’ho scritta e che ho iniziato a pubblicare la serie su questi due qua intitolata ‘Il momento giusto’ di cui fa parte ‘Preferiti’. Quando l’ho fatta dovevano ancora giocare la finale e Kylian sembrava ancora un ‘quasi fatta’ per il Real, tanto che il giorno di cui parlo in questa fic, lui si è fatto vedere in giro per Madrid con Achraf Hakimi. Ufficialmente non hanno fatto riunioni con i vertici del Real, anche se secondo molti invece sì, ma visto poi come sono andate le cose possiamo supporre due cose: o che l’hanno fatta ma non è stata soddisfacente, o che non l’hanno fatta punto e basta. Comunque non si sa chi sono andati a vedere a Madrid, sta di fatto che lì c’è un certo Karim. Ho voluto così sfruttare la cosa e continuare la mia serie. E se in realtà Kylian era andato a Madrid per vedere la sua non tanto segreta passione, Karim? La serie conta altre 3 fic oltre a questa. Buona lettura. Baci Akane

UN PIANO PERFETTO


Non so com’è che mi sono fatto convincere a venire qua.
Proprio qua.
Su tutti i posti dove potevo passare il mio giorno libero, proprio qua.
Secondo lui non c’era un posto migliore di questo, non ricordo nemmeno com’è che Achraf mi ha convinto, forse mi ha drogato e non lo ricordo, e potrebbe anche essere dopotutto. 
Madrid.
Davvero? 
Proprio Madrid? 
Ovvio, e dove altrimenti? 
A Madrid c’è la mia forse futura squadra e l’uomo che al momento desidero di più e che mi ha fatto perdere la testa.
Non so bene come sia capitato, perché se ci rifletto abbiamo passato del tempo insieme grazie alla nazionale, ma non poi così tanto. C’è stato quel giorno, proprio a Madrid fra l’altro, alla fine della partita di Champions e... e quella specie di... beh, non lo posso proprio definire bacio, ma come lo chiamo?
Quella COSA LÀ!
Mi sentivo trasportato e tutto e lui era lì steso sull’erba vicino a me e non ha reagito male, era come se fosse normale.
Poi ci ripenso.
Beh, lo era visto che se la fa con Hazard. Minimo con lui, potrebbe essere uno che si sbatte tutti, questo mi renderebbe le cose più facili. Anche io sono uno che si sbatte chi vuole, anche se fino ad ora l’ho fatto solo con Neymar perché con lui è tutto più facile e scontato. 
Achraf è l’unico con cui mi confido e appena ha capito della mia passione, forse è proprio il termine giusto, è partito in quinta sul fatto che non posso aspettare di andare a giocare per il Real, che nel frattempo può capitare di tutto e devo mettermi per bene in piazza.
Che cazzo significa poi non lo so mica.
In piazza.
Non sono mica una puttana che si deve vendere.
Fatto sta che sono qua, in un volo privato diretto a Madrid.
Il mondo penserà che devo fare una sorta di pre contratto col Real o parlare comunque di affari, ma la verità è che non mi interessa minimamente cosa penserà la gente. 
- Sai, magari questo dà una mossa alla tua trattativa. Non è tutto sospeso per ora? 
La voce di Achraf mi raggiunge mentre il volo sta per atterrare in Spagna. Lo guardo quasi disinteressato alla questione club, sebbene ci tengo ad andare al Real. 
- Sì perché adesso devono giocarsi la finale e poi, solo dopo, apriranno al mercato. Anche se il mio agente dice che è solo questione di dettagli. Insomma, posso stare tranquillo. 
Sembra quasi che mi tranquillizzo da solo. 
- Sì, ma sai come funziona in questi casi... fai credere che una cosa sia accaduta per farla accadere, no? 
Alzo le spalle e annuisco poco interessato alle questioni burocratiche. 
- Penso di sì. 
Poi lui ride in modo fastidioso.
- Tu sei tutto concentrato su Karim! 
Al che lo fisso male.
- E su cosa dovrei esserlo, di grazia? 
Lo scemo ride ancora più forte e gli tiro un calcio che ricambia come un bambino.
Non sono uno pauroso, anzi. Sono piuttosto sicuro di me, ma su certe questioni divento un pivello. Karim è uno di questi. 
Non che mi intimidisco e divento una mammoletta, però diciamo che sono meno spavaldo, ecco tutto. 
- Hai detto che non ti ha allontanato quando l’hai baciato. - ripete per l’ennesima volta. Un’ondata improvvisa mi investe, ricordando quella sera. 
- Non era proprio un bacio! - preciso seccato. 
- Quello che era! - brontola lui che subito mi tira un pugno. Io annuisco e mi stringo nelle spalle. 
- No, non ha reagito male, anzi. Sembrava fosse normale per lui... probabilmente riceve mille avance dai più giovani. Sai quanti gli moriranno dietro? Ha questo modo di fare rude e virile eppure è un dolce ripieno di crema. 
- Maiale. - ribatte lui facendomi capire cosa sembrava quando ho detto ‘ripieno di crema’. Invece di incazzarmi e dirgli di smetterla mi lecco le labbra pensando a me che assaggio il suo dolce e Achraf mi tira la sua scarpa. 
- Che c’è, sei tu che mi parli di questo da ore, dannazione! - gli rispondo rilanciandogli la sua scarpa. 
- Va bene. È chiaro quindi? Per lui noi siamo a Madrid per affari. Tanto non è tipo da indagare ed è plausibile. - annuisco concentrandomi su come dovremo presentarci a lui e con quale faccia tosta. - Per il resto del mondo... beh, non ha importanza, pensino quello che vogliono! - faccio un altro cenno del capo, concordando su questo. 
- Appena atterriamo andiamo in centro a Madrid e gli mando una foto dicendo ‘che fai, ci raggiungi?’ - Probabilmente scrive libri per passione, ha ideato un piano perfetto. 
- E mentre poi voi vi perdete nelle vostre chiacchiere, io mi invento un’amante da andare a trovare e ti do appuntamento per ‘più tardi’. - perché non ci saranno orari se non che ovviamente domani dobbiamo essere ad allenarci a Parigi. 
Annuisco ancora, sembra tutto chiaro e perfetto. 

Pensarlo, però, è un conto. 
Realizzarlo è ben altro. 
Soprattutto perché quando gli mando la mia foto con Achraf in pieno centro Madrid, lui me ne manda una sua mostrandomi ciò che sta facendo.
E (s)vengo. 
È lui con una tutina aderente, corta e nera in quella che credo sia la palestra di casa sua, steso su un macchinario per i pesi. È tutto sudato ed il suo corpo è ben in mostra, sia mai che mi perdo qualche dettaglio. 
- Sti cazzi! - esclama Achraf ridendo, poi fa un fischio d’apprezzamento. - Visto come si fa? - aggiunge poi sgomitandomi tutto allusivo. 
- Cosa? Ad uccidere la gente? 
- Sì! Insomma, a provarci con gli altri! - poi alza il dito con fare da maestro e si corregge. - Anzi no! Lui spinge gli altri a provarci con lui, non fa niente. Non è che ci prova, lui aspetta. E puntualmente qualcuno arriva sempre. Oggi sarai tu! 
A volte vorrei dargli una testata, spegnerlo in qualche modo. Come fa una sola persona a dire tante cazzate? Poi non è che abbia proprio torto, ma non glielo dirò mai.
- Piantala! Che faccio? Se lo raggiungo ora gli vengo addosso! 
Mi faccio aria con la camicia di jeans che indosso sopra la maglietta bianca. Fa caldo, qua a Madrid, più di quello che mi aspettassi, ma a parte questo la foto mi ha demolito. 
È proprio uno stronzo, non c’è che dire. 
Sa come fare per avere chi vuole. 
‘Venite a casa mia, ti mando la posizione. Intanto finisco.’
Come finisco? 
Cioè cosa, dovrei lavarmi con lui?
Oddio che peccato, ma guarda un po’ che brutto destino! 
Achraf credo stia dicendo qualcosa, ma mi ha totalmente perso. Non so cosa stia pronunciando la sua bocca, io sono completamente in un altro pianeta. Ma proprio del tutto. 
Il pianeta in cui io sono a casa sua, nella sua palestra personale, mentre si allena. Magari nudo. Ed io lo guardo. 
E faccio cose con me stesso.

Il piano era che Achraf rimanesse con noi un po’ per non fargli mangiare la foglia, ma siccome andiamo a casa sua e si presenta con quella tenuta addosso, accelera i tempi e decide di sparire subito. 
Così inizio con una sonora figura di merda, quando mi apre in tutina corta aderente nera. La stessa in foto, solo senza gli strip per le rilevazioni corporee. 
Sudato, ovviamente. E perché no, col suo corpo esplosivo che non è di quelli eccessivi e troppo palestrati ma che è, naturalmente, perfetto. 
Perché si aspettava me e Achraf ed invece sono qua solo come un coglione. E come un coglione lo guardo, perché dal vivo è anche meglio. 
- Ehi! Sei solo? Dov’è Achraf? 
Achraf è stato compagno di Karim al Real 4 anni fa circa, non che fossero amici da sentirsi anche dopo che se ne è andato, ma in ogni caso era plausibile che mi accompagnasse a Madrid per rivederlo. Cioè sarebbe stato fuori luogo presentarmi con, che ne so, uno che non ha mai giocato con lui e che non ci azzecca un cazzo. 
- Eh... - mi gratto la nuca imbarazzato per una serie infinita di cose, maledicendo il mentecatto: - ci raggiungerà dopo. Aveva un impegno più urgente. Doveva vedere non so chi qua a Madrid... una ragazza... boh... - avevo pronta la scusa, ma originariamente la diceva lui durante la mattinata insieme. Ad un certo punto quello fingeva di ricevere una chiamata e di doversene momentaneamente andare. Ma adesso non ero tanto preparato. E poi lui mi rincoglionisce! 
Karim ride, probabilmente faceva ste cose anche al Real. Probabilmente le fanno tutti, ma al momento non lo ricordo. 
- Dai, vieni! La famiglia non c’è, siamo beatamente soli! 
Ecco la notizia migliore. Faccio un gran bel sorriso, rilassandomi nettamente all’idea di non dover diventare scemo a trattenermi. 
Perché quando il coglione se ne andava per lasciarci soli, io gli ho sottolineato il piccolo non trascurabile problema che comunque se eravamo a casa sua ci sarebbe stata la sua famiglia. Ma lui ha detto ‘no dai figurati se sei così sfigato!’
Per fortuna non lo sono. 
- Ah no? Come mai? 
- Chloe è a lavoro, i bambini tutti nelle varie scuole.
- E tu nel tuo giorno libero che fai, palestra a casa? 
Karim sorride sornione, portandomi in cucina, mentre navighiamo nella sua non piccola casa tutta bella bianca ed immacolata. Bianco l’arredamento, bianchi gli infissi, le pareti e qualunque cosa possibile. 
- Sempre. Non posso mancare un giorno. Anche in vacanza. - sorrido ammirato, annuendo col capo per complimentarmi senza dire nulla, fingo di essere un ospite che non sa niente del suo idolo.
In realtà so già tutto.
So che si allena sempre, so che ha la fissa del bianco, so quanti figli ha, con chi è stato e per quanto tempo.
Tutto questo l’ho appreso nel corso degli ultimi mesi, da quando ho realizzato di avere la fissa per lui. 
Mi indica una sedia del tavolo e apre il frigorifero. Lui cammina scalzo. Insomma gli faccio veramente la doccia? Beh, non mi lamento mica. 
Mi chiede cosa voglio bere e gli dico che è indifferente, così mi tira fuori un thé freddo di una delle marche più buone. 
Adoro quel thé. Non avevo dubbi che avesse buon gusto. 
Lo guardo mentre mi versa un bicchiere ed uno se lo prende per sé, poi si siede davanti a me, anzi ad angolo, appoggia la testa e mi fissa in attesa, mezzo divertito. 
È illeggibile. Non so cosa pensa e la cosa mi turba. Vorrei leggergli nel pensiero, ma devo improvvisare. Normalmente mi fido di me stesso, so che riesco sempre ad uscirne vincitore in ogni occasione, insomma, me la cavo.
Con lui è un altro discorso, ma devo buttarmi. Ora non ho scelta. Siamo io e lui, a casa sua. 
- Che ci fai qua? - mi chiede quindi. Io alzo le spalle e la faccio semplice, ricordandomi cosa avevamo concordato con Achraf. 
- Beh, c’era una specie di pre-incontro segreto con qualcuno al vertice del Real. 
- E Achraf? Torna anche lui? 
Alzo le mani come a dire che non so. 
- Aveva anche lui lo stesso incontro. 
- Ma l’avete già fatto? - Karim controlla l’ora e mi sale l’ansia. Adesso mi scopre. Perché diavolo non avevamo davvero un incontro con quelli? 
- Perché, è troppo presto? - ma che cazzo rispondo con un’altra domanda? Non sarà così idiota da non capire che sto spudoratamente inventando tutto. 
Alza le spalle e si appoggia alla sedia scivolando col sedere in avanti in una posa che sembra dirmi ‘son qua, saltami addosso’.
Sì, subito!
- Non lo so, dipende da quando avete preso l’aereo. Ma l’avete già fatto o no? 
In un attimo capisco che con i tempi non ci staremmo dentro, visto che è mattina. Se fosse stato ora di pranzo probabilmente poteva essere plausibile, ma così no. 
Avremmo dovuto prendere l’aereo troppo presto, ma non avrebbe avuto senso solo per un incontro preliminare che probabilmente non conta così tanto. 
- No, ce l’abbiamo nel pomeriggio. 
Karim annuisce, adesso i conti tornano. 
Dannazione. 
Dovevo inventarmi qualcos’altro. O magari essere sincero.
Volevo vederti. 
Adesso nel pomeriggio ad un certo punto dovremo fingere di andare nella sede legale del Real a parlare con non so chi. 
E se magari nel pomeriggio stiamo trombando? 
Il genio del male non aveva pensato proprio a tutto, eh?
- Allora, ti unirai a noi? Pensavo avrebbero aspettato la finale di Champions per vedere quanto budget c’è a disposizione e soprattutto su chi possiamo contare e chi no. Normalmente fanno così. 
Alzo gli occhi al cielo fra me e me. È un detective? 
Dannazione, sto per esplodere e dire tutto.
No guarda, non c’è nessun incontro, sono qua per trombare con te e Achraf mi fa da palo. O da non so cosa. 
- Sai che voglio venire qua. Per il resto non so molto, il mio agente mi ha detto di venire qua oggi ed io ho eseguito. Credo sarà un incontro conoscitivo. Cioè mi diranno cosa sono disposti a fare per me e quelle cose lì.
Attingo dalle mie esperienze passate, quando sono andato al PSG andò circa così, ci fu un incontro preliminare e conoscitivo, dove non abbiamo parlato di accordi e non ci sono state firme. Si può fare per telefono, ma queste cose sono sempre meglio di persona, così si capisce quanto ci si tiene all’affare. 
Karim sorride sornione, sembra soddisfatto delle risposte che ho dato. Sta di fatto che dovrò sparire nel pomeriggio a meno che non dica la verità.
Maledizione. 
- Sei contento se vengo? - chiedo perché sembra piuttosto evidente. 
- Si nota? 
Non lo nasconde per niente, ha una sicurezza che mi eccita da matti. 
- Beh, se sei contento che mi unisco a te non posso che esserne felice. Sai, spesso chi già gioca non è sempre felice dell’arrivo dell’ennesima stella... - tiro fuori qualche cazzata di circostanza e lui si solleva dallo schienale e mi spinge con una mano sulla spalla.
 - Ma fammi il piacere! Sai bene che non vedo l’ora che tu venga! - lo so. Ma è bello che lo dimostri. Sorrido incontenibile, non sto più nella pelle. Voglio saltargli addosso.
- Beh, che si fa allora? - immagino mi porterà in giro per la città e la magia erotica sparirà, ma forse è meglio così. In realtà non ero venuto per scopare, ma per capire meglio se l’impressione avuta quella notte fosse reale. Insomma, mi pareva quasi stesse marchiando il territorio, ecco. Volevo vedere se era vero. 
Ma lui, come sempre, mi sorprende. 
- Non è il caso di farci vedere in giro per Madrid. Già che ti avranno avvistato per la città cominceranno le speculazioni. Questo genere di cose non sono il massimo. È meglio che tu rimanga al sicuro e che nessuno ti veda. Perché penseranno che hai già firmato il contratto e che sei praticamente un giocatore del Real. Ma per il momento sei al PSG e conosco i coglioni come il tuo presidente. Se si indispettiscono ti complicano molto la vita. O tirano scherzi strani.
Quel che dice mi colpisce, ha molto senso e sicuramente è vero.
- Sembra tu ne sappia qualcosa per esperienza personale. 
Karim scuote la testa. 
- Non proprio, sono quasi sempre stato qua, però so che il mondo parte a speculare per cazzate e quando cominciano è un casino. Ti complicano sempre le cose. È una legge generica. 
Ammirato piego le labbra all’ingiù e annuisco, poi mi stringo nelle spalle che alzo. 
- Bene, perciò dovremo rimanere chiusi qua dentro? 
 E solo mentre lo dico ad alta voce, realizzo quanto questo potrebbe, tutto sommato, essere il suo piano perfetto per sedurmi e saltarmi addosso. 
Mamma mia, che peccato! Un dispiacere, proprio, essere la sua vittima. 
Piango già guarda!
Il suo sorriso la dice lunga sulle sue intenzioni, infatti da gentile e padrone della situazione, diventa improvvisamente padrone di me.
Ed io non intendo minimamente negarmi a lui. 
Karim a questo punto si alza pacifico dalla sedia con un: - Beh... - profondo, si stiracchia davanti ai miei occhi e alla bavetta che credo di avere, poi fa cadere le braccia lungo i fianchi e conclude: - io intanto mi devo per forza lavare o credo non sopravviverai vicino a me ancora a lungo! 
Oh, potrei sorprenderti. Ma va bene. 
Lavati pure. Ti serve una mano? 
- Ok... io curioserò in giro! 
Mi guardo intorno, ma essendo in cucina non trovo niente di interessante da ‘curiosare’. Lui ridacchia e mi indica con un gesto del capo di seguirlo. Questo mi sa di padrone. Sai, l’uomo virile che comanda senza usare le cattive perché non ne ha bisogno, ha così autorità che basta un suo cenno e tutti lo seguono e non è un peso farlo. 
Mi porta in quella che è la sua palestra personale, quella che si vede spesso nelle sue storie o nelle foto. 
Mi mostra perciò una stanza abbastanza grande, piena di attrezzi e macchinari diversi fra loro, da entrambi i lati più lunghi della stanza ci sono degli specchi al posto delle pareti, da uno dei due lati corti c’è l’accesso alla stanza, dall’altro c’è un bagno con spogliatoio, suppongo. 
Piego le labbra all’ingiù ammirato mentre lui orgoglioso allarga le braccia e si gira con fare teatrale, ma sempre molto pacato, un sorrisino accennato. 
- Questo è il mio mondo, passo qua la gran parte del tempo a casa. 
- Complimenti! - lui sorride di più, poi indica l’impianto stereo in un lato, dove ci si può connettere col telefono e mettere della musica che verrà trasmessa da delle casse sicuramente molto potenti, sparse per la stanza interrata. 
- Non ci metterò molto, metti musica se ti va... il resto della casa è a tua completa disposizione, puoi andare ovunque nella Maison! 
Temevo mi avrebbe detto di usare qualche attrezzo nell’attesa. Uno lo userei. Il suo. 
Inizia così a togliersi la maglietta aderente mentre si dirige verso la porta del bagno. 
Col cazzo che vado in giro per casa con lui che si lava qua...
Starò qua, ascolterò la musica che la sua fisicità possente mi ispira e sbircerò per... 
Sì! Lascia aperta la porta e si vede benissimo che si denuda. L’ho già visto nudo. E l’ho anche visto lavarsi, ovviamente. Ma è diverso, ora. Adesso lo desidero. E poi c’è quell’adrenalina che prima non c’era che mi eccita da matti.
Tolti anche pantaloncini e slip sportivi, rimane completamente nudo, vedo il suo membro che per il momento è a riposo: è di tutto rispetto anche in questo caso e immaginandolo in erezione ne viene una a me.
Quando vedo che il box doccia è al di là di un vetro trasparente, mi viene un colpo. 
- Non riesci a connetterti? 
La sua voce mi arriva, lo vedo che non si gira verso di me mentre regola l’acqua della doccia. Per un momento mi soffoco con la saliva, arrossisco violentemente, mi sento andare a fuoco e mi affretto a cercare di capire come si connette questo affare! 
Non capisco un cazzo e per un attimo mi sta per cadere il telefono, alla fine rimane nella mia mano ma prima che me ne renda conto, la sua si intrufola da dietro e me lo prende, sento un risolino, la sua presenza possente alle sue spalle. Spalanco gli occhi mentre traffica da solo col mio telefono facendo chissà cosa. Non lo so, ma so che sento il suo corpo virile e ancora nudo, il suo odore così forte per via della fatica di prima non ancora lavata via. 
E mi dà alla testa anche se non è un profumo realmente buono, ma è il suo. 
Mi mordo la bocca, non mi giro.
Stai fermo Kylie, stai fermo. Non girarti, non muoverti che probabilmente gli toccheresti il ben di Dio che ha tra le gambe. Ti prego. 
Però i miei occhi fanno quel che vogliono, al contrario del mio corpo che per fortuna rimane lì immobile. 
Gli occhi guardano, occhieggiano di nascosto, ma vedono.
Insomma è veramente nudo ed è veramente quasi attaccato a me. Si vede pure il suo ‘ben di Dio’. 
Karim mi rimette il telefono in mano.
- Ecco, metti quel che vuoi, non ci starò molto. 
Detto questo, torna a sparire.
La sua presenza che sprigionava calore senza nemmeno toccarmi realmente, mi abbandona e mi sento freddo, per qualche motivo. 
Sospiro e mi tocco il collo dove la vena pulsa furiosamente d’eccitazione. 
Dannazione, Karim. Mi farai impazzire.
Se avessi la certezza che ci sta provando con me gli salterei addosso io e la farei finita, ma in realtà non riesco a capire le sue reali intenzioni.
È molto complicato, non vorrei rovinare tutto e per prima cosa voglio venire qua. 
Metti che sbaglio qualcosa e poi lui dice al presidente che non mi vuole qua, mi rovino la carriera per cosa? Perché non riesco a tenere a freno i miei bassi istinti?
Metto su la prima canzone della mia playlist di Spotify: un forte ritmo con un’accezione sexy che mi fa impazzire, risuona dalle casse a tutto volume, stordendomi.
Così vago per la palestra pensieroso, tocco i macchinari che ha usato lui immaginandolo mentre li utilizza, magari anche mezzo nudo, a volte. 
Che ci sono venuto a fare? Dovevo rifletterci meglio e non dare retta a quel deficiente. 
Se ho veramente interpretato male l’atteggiamento di Karim e lui semplicemente è gentile ma non ci starebbe con me... ed io provandoci rovinassi tutto... non me lo perdonerei.
Ok, lui è appunto ‘gentile’ e non penso che cercherebbe di non farmi venire, però potrebbe crearsi un’atmosfera pesante.
Se poi non faccio niente, resisto, vengo qua e poi una volta qua comunque gli salto addosso e lui mi respinge perché ho visto cose che non c’erano?
Insomma, bisogna capire cosa vuole lui, devo essere più sicuro.
Sì ok, e se indagando capisco che davvero non gli interesso in quel senso? Che faccio, cambio strada e rinuncio al Real?
Non diciamo cazzate!
Dovrò convivere col forte desiderio che nutro per lui da qualche tempo.
Insomma, non sarà impossibile, no?
Cosa vuoi che sia, dopotutto? 
È solo un uomo come tanti altri... 
Sentendolo aprire il vetro della doccia, mi giro automaticamente e lo vedo uscire nudo e bagnato e spalanco gli occhi facendomi venire un colpo. Il cuore salta insieme al mio cazzo in tiro che, essendo grande, si nota sempre. Porca merda! 
Ma chi resisterà? 
No non può rifiutarmi.
Karim non ha scelta, io gli devo piacere come piace a me. Niente di serio ed impegnativo, solo qualche scopata ogni tanto per scaricare lo stress, ecco tutto!
Mi lecco le labbra fissandogli l’inguine che è meno a riposo di prima e inarco il sopracciglio malizioso. 
Beh, credo che la doccia gli sia piaciuta quasi quanto sta piacendo a me la sua visione. 
Quando noto che mi lancia un’occhiata mi sveglio e gli sorrido distogliendo lo sguardo, si avvolge in un asciugamano, si infila le ciabatte ed esce. 
Esce così.
Perché non si veste, cazzo? 
Mi raggiunge. Ansia. Panico. 
- I vestiti sono sopra, in camera. Vieni o resti qua?
Che domande sceme. 
- No no, vengo... - probabilmente in tanti sensi. 

Non so cosa abbia in mente, ma a questo punto credo di non potermi opporre. Non sarei dovuto venire, se non avessi voluto fare nulla con lui. Il fatto che ogni tanto penso non significa che vada bene. Non è una cosa che fa per me, pensare. Insomma raccoglierò le conseguenze se necessario, qualunque esse saranno. Come ho sempre fatto. 
Poi magari non succede nulla. 
Lo seguo al piano superiore dove ci sono le camere e mi porta nella sua che suppongo condivida con Chloe. L’idea che qua ci scopi con una donna mi irrita. 
Molto. 
Troppo. 
Però ora siamo soli io e lui. 
Anche in questa stanza bianche le pareti, le lenzuola, il pavimento, gli infissi, l’armadio. Tutto bianco. 
Apre le ante, i cassetti all’intero e si toglie l’asciugamano davanti ai miei occhi.
Maledetto bastardo.
Ora dimmi tu cosa dovrei fare io mentre lui si spoglia davanti a me. 
Vedo le sue chiappe belle tonde e sode che si denudano a me, prende dei boxer colorati e se li infila. 
In quello scoppio a ridere, lui si gira e mi guarda senza capire. 
- Che c’è? 
La mia è una reazione isterica, ero così teso che alla prima sciocchezza sono scoppiato in modo esagerato. Mi avvicino ed indico i suoi boxer e poi l’intera stanza con un gesto delle mani. 
- Beh, tutto bianco candido e poi i tuoi boxer sono... - mi chino strategicamente un po’ per vedere meglio, lui mi fissa con le mani ai fianchi, bello dritto e statuario. 
- Fenicotteri? - la risata diventa ancora più convulsiva e finisce che mi escono delle lacrime. - su tutti i boxer che potevi scegliere, questi sono decisamente i migliori! 
Niente, le gambe non mi reggono e mi accuccio sulle ginocchia chiudendomi gli occhi con la mano, rido ancora fino alle lacrime mentre lui se ne sta sereno davanti a me, sempre in piedi. 
Solo dopo che mi fa lugubre: - Hai finito? - alzo lo sguardo e realizzo cosa diavolo sto facendo.
Mi sono accucciato davanti a lui, in piedi, in boxer. E credo che gli piaccia. Credo. 
Da come si sta definendo meglio l’amico suo. 
- Se non mi devi fare un servizio, alzati da lì. - dice in un tono davvero difficile da interpretare. Credo scherzi, ma visto che non è apertamente ironico potrebbe anche essere serio.
Per un momento, un momento molto breve ma preciso, mi faccio serio e penso che lo sia anche lui. Che lo intenda davvero. Che se voglio glielo posso fare. 
Glielo fisso mentre diventa più duro a vista d’occhio, come probabilmente il mio là sotto. 
Si sta eccitando, questo non mente. Può mentire la sua faccia, il suo tono e le sue parole, ma questo, per un uomo, è la macchina della verità. 
La sua dice che gli piacerebbe. Mi lecco involontariamente le labbra, credo lo noti e nota anche che esito fissandolo serio. Mi immagino ad abbassare i boxer e a prenderglielo in bocca e cazzo è la cosa che voglio di più in assoluto. Le mie mani si muovono sulle sue cosce, appena lo tocco lui sussulta, il suo membro si impenna, trattenuto a stento dai boxer, ormai. Striscio verso l’alto.
Lo vuole anche lui. Non so come si può passare dallo scherzo al sesso così, ma credo sia possibile. Evidentemente. 
Sto per raggiungere l’elastico della sua biancheria intima, ma all’ultimo invece di afferrarle mi stacco e apro le mani verso di lui. 
Karim, spaesato e confuso, me le prende e mi tira su aiutandomi ad alzarmi.
Cerco di ridere, ma credo lo faccio male. 
- Scherzavo! - ma si vede che non scherzavo. Si vede che faccio finta di aver scherzato e so che lui lo sa, ma va bene così. 
Se lui vuole sono disposto e penso si veda, ma non farò la prima mossa. Non finché non sarò davvero al Real Madrid. 
Ci guardiamo per un momento, semi seri, c’è ancora quel sorriso stonato di prima che aleggia fra noi, ma si capisce che è finto. Lui trattiene la mia mano prima di lasciarla, lo fa per un momento. 
- Adesso però ho bisogno di un momento, o sembrerò un maniaco per il resto della giornata... - dice apertamente riferendosi all’erezione che gli è venuta. Il mio sorriso diventa malizioso ed imbarazzato, ma anche orgoglioso per qualche motivo. 
Sfilo la mano e mi butto sul suo letto, seduto in attesa. 
- Fai pure, non disturberò! 
Questa mi esce così spontanea e fuori dal mio controllo che Karim prende l’asciugamano che aveva prima addosso e me lo tira in faccia. 
- Sei tu il maniaco mi sa! 
È chiaro. Ormai lo è in un modo che non so come, ma è anche diventato naturale. 
Ci piacciamo e scoperemo, prima o poi. 
È chiaro e naturale. 
Appena butto giù la maschera, non l’avevo preventivato ma è appena successo, mi sento meglio. Mi sento rilassato, come se non ci fossero minimamente problemi, anche se prima mi sembrava tutto insormontabile.
Alla fine era più facile di quel che pensassi. 
- Non hai alcun incontro preliminare col Real, vero? 
E così butta anche lui giù la maschera. A questo punto tanto vale.
Scuoto la testa ridacchiando come un bambino pestifero quale probabilmente sono. 
- Quel deficiente di Achraf mi ha convinto a venire usando quella scusa. 
- Se volevi vedermi bastava dirlo, non c’erano problemi... 
Non capisco ancora cosa pensa lui, in realtà. Ovvero credo mi voglia saltare addosso anche lui, CREDO. 
Però non capisco cosa pensa. Al di là del fatto che me lo infilerebbe in bocca, insomma... Karim è sempre un mistero. Sembra preso fra mille convinzioni e doveri. 
Con Hazard sono sicuro non si fa tutti questi problemi a sbatterselo, perché con me sembra sia così complicato? 
- Non volevo sembrare troppo sfacciato, sai... 
E se mi chiede perché volevo vederlo, in realtà?
Che faccio?
Glielo dico veramente o no? Insomma, gliel’ho fatto ben capire, gliel’ho praticamente detto... l’avrà capito? 
Ma Karim si veste, purtroppo, ed uscendo dalla porta si ferma sull’uscio, si gira verso di me ancora stravaccato sul letto e con aria ammiccante fa: 
- Tu rimani lì o vieni? 
Così salto su. 
- Con te vengo ovunque! 
- Sì beh, tienitelo per quando firmerai il contratto! 
E meno male che me lo dice anche piuttosto chiaramente. Fra allusioni super porche varie, ma me lo dice ed io capisco alla perfezione.
Meglio così. Mi piace la chiarezza. 
Vuole aspettare. Non ha detto che non vuole per chissà quale ragione, anche se il suo corpo è decisamente di un’altra opinione rispetto alla sua testa. 
Vuole solo aspettare che io arrivi. 
Ok, si può fare. 
- E se non firmerò? 
Dico così, tanto per dire, seguendolo fuori dalla camera. 
Lui non si ferma, gira la testa a metà e mi lancia un’occhiata perplessa. 
- Vedremo! 
E con questo che promette tutto e niente e mi lascia a cuocere sullo spiedo torturandomi, mi fa definitivamente perdere la testa per lui. 
Sei un dannato, Karim.
Un dannato bastardo. 
Sexy. 
Ma bastardo.