NOTE: una cosuccia corta ispirata dalla famosa frase di Jannik dopo la prima vittoria all’Australian Open sul fatto di non avere il corpo da Baywatch e di dover fare più palestra. Il retroscena ce lo siamo immaginato tutti, io mi sono limitata a scriverlo. Colloco la fic nella mia serie ‘Bocca e capelli’. C’è anche un riferimento a ‘Qualcos’altro’, la fic prima di questa. Per il momento non ho scritto altro, ma conoscendomi, penso che usciranno altre storie su di loro. Se volete sapere quando e se, seguite la mia pagina su FB. Buona lettura. Baci Akane

CORPO DA BAYWATCH

carloscarlos

Le labbra di Carlos scesero lentamente a baciargli il collo lasciando Jannik ancor più nella pace dei sensi dopo l’orgasmo consumato da poco.
I loro corpi comodamente abbandonati sul letto matrimoniale di quella che sarebbe stata una delle loro camere all’Australian Open. 
La sua pelle doveva sapere ancora di sudore per l’amplesso che li aveva visti rotolarsi nelle lenzuola, ma a Carlos pareva non importare molto da come gli stava ancora sopra e gli baciava il collo; pareva una sorta di stazione di soccorso spaziale. 
Jannik piegò le labbra in un sorriso beato con ancora gli occhi chiusi. 
Stava benissimo e non c’era niente, in quel momento, che potesse turbarlo.
Finalmente erano a Melbourne e si stavano allenando da qualche giorno, il torneo stava per iniziare e loro si erano già sistemati nell’hotel fornito dall’organizzazione. Rigorosamente lo stesso. 
Le camere anch’esse rigorosamente vicine, espressamente richieste così da Carlos, lo sfacciato di turno. Ed era tanto che fossero due. Jannik si era dovuto imporre su quello perché il fenomeno spagnolo aveva tentato di finire nella sua stessa camera per l’intero torneo. 
Jannik non aveva voluto saperne, doveva concentrarsi nel tennis e non su di lui, già era consapevole che sarebbe stato difficile gestirlo quando le partite sarebbero iniziate.  
Tuttavia in quel momento non c’era ragione per non rilassarsi insieme in una delle loro attività preferite.
Avevano ancora un bel po’ di tempo prima del prossimo impegno nel programma e Jannik era letteralmente in paradiso dopo aver consumato con lui, ma ancor più con le sue labbra carnose e meravigliose che gli baciavano il collo dove la giugulare pulsava meno intensamente di prima. 
- Mm! - mugolò Carlos improvvisamente osando addirittura staccare la bocca. Jannik aprì gli occhi infastidito da tale affronto e lo guardò torcersi per raggiungere il comodino ed in seguito guardare il telefono.
- Cazzo! - esclamò poi il compagno saltando bruscamente giù dal letto.
Jannik lo guardò come se fosse impazzito. Come diavolo faceva a scattare in quel modo dopo un orgasmo come quello? Ma soprattutto COME OSAVA? 
- Che diavolo fai? - chiese seccato alzandosi sui gomiti. 
Carlos gli lanciò un’occhiata sbrigativa senza fermarsi dal raccogliere i vestiti. Mano a mano che si imbatteva in quelli sbagliati, li gettava via. Quando finalmente trovò i boxer, se li infilò. 
- Devo andare in palestra, l’ho prenotata per quest’ora, sono tardi! 
Jannik roteò gli occhi al cielo esasperato. 
- Oh, andiamo, a che diavolo ti serve? Ti sei già allenato, oggi! 
Ovviamente sempre rigorosamente insieme. Anche quello di proposito. Anche quello per merito di Carlos. 
Il compagno non si voltò a guardarlo e prima di tirarsi su i boxer, si agguantò entrambi i glutei che sporgevano per la posizione china in avanti. 
- Ti piace il mio bel culo da scopata? - chiese poi citando quella sua splendida dichiarazione dopo la Davis Cup. 
Jannik non poté evitare di guardare quella splendida visione, sorrise malizioso ed annuì ricordando la stessa cosa che gli era venuta in mente a lui. 
- Certo che mi piace... mi sembra che ti ho appena fatto vedere quanto... forse non te lo ricordi? Vuoi un ripasso? - così dicendo si protese verso il bordo del letto cercando di afferrare le sue natiche, che però vennero prontamente coperte dalla stoffa fastidiosa dei suoi boxer splendidamente aderenti. 
A quello seguì una smorfia di disappunto. 
- Oh andiamo, Carlitos! 
Carlos però si raddrizzò e prese i pantaloncini che si mise subito senza cambiare idea. Una volta tirati su, si voltò verso il suo compagno steso storto e scocciato sul letto. 
- Niente ‘andiamo’, come pensi che possa esistere tutto questo? - e con ‘questo' si carezzò i pettorali scolpiti strizzandosi i capezzoli. 
Jannik storse la bocca incapace di distogliere gli occhi dal suo corpo prorompente. In seguito Carlos alzò anche un braccio e tese i muscoli. I bicipiti si gonfiarono e il giovane dai capelli rossi tutti spettinati e selvaggi, si morse il labbro trattenendo il fiato.
Se lo stava mangiando con gli occhi facendo un notevole sforzo per non saltargli addosso e ricominciare da capo.
- Ti piace? - fece continuando a carezzarsi e girandosi per mostrargli la schiena larga e ben allenata. 
Un altro dei suoi splendidi punti forti. 
- Certo che mi piace, lo sai! 
- E allora sappi che c’è solo un modo per mantenerlo! La palestra! Dovresti farne di più anche tu, ti servirebbe un sacco! 
Carlos si mise la canottiera aderente che metteva in risalto la sua splendida muscolatura perfetta, la quale non aveva minimamente bisogno di essere allenata.
Jannik non sapeva se ucciderlo o mandarlo a quel paese. 
- Vuoi dire che non ho un bel fisico? - sapeva benissimo la risposta, ma non poteva credere che osasse dirglielo così senza mezzi termini.
Ovviamente osò.
Era Carlos Alcaraz. 
- Sei troppo magro! Devi passare più tempo in palestra ad allenarti! I muscoli ti servono. 
Jannik si alzò di scatto a sedere, offeso anche se di norma non era permaloso. 
I capelli vennero sparati ancor di più del solito, coi suoi riccioli rossi indomabili. 
- Non ti piaccio così? - fece a gambe incrociate e gli occhi corrucciati in un’aria battagliera. 
Carlos ora vestito, si raddrizzò dopo essersi messo le scarpe e lo guardò rimanendo fermo in mezzo alla camera. Esitò prima di rispondere, trattenendo il fiato. 
Poi si morse il labbro carnoso e dimostrando apertamente tutta la sua fatica a non saltargli addosso, specie per via dei capelli, riuscì a parlare. 
- Certo che mi piaci anche così! Però sei troppo magro, la palestra ti farebbe bene! Puoi venire anche tu, adesso, se ti muovi a prepararti... 
Con questo Jannik si rigettò giù stendendosi e brontolando, si girò di schiena e lasciò le propria natiche per lui troppo magre all’aria, voltando il viso dall’altra parte. 
- Non ci penso nemmeno, ho appena scopato, c’ho ancora gli ormoni in circolo, sto benissimo come sono. 
Voleva fare l’offeso solo per fargliela pagare, non se l’era davvero presa. Sapeva che tipo di fisico aveva, erano diversi, ma si piacevano così. 
- Sì, beh, forse è meglio. Se vieni in palestra con me finiremmo solo per fare porcherie ed io mi devo allenare seriamente! Ci tengo al mio fisico da Baywatch! 
A questo Jannik alzò solo il dito medio rimanendo voltato a pancia in giù e verso l’altro lato della stanza. Prima di sentire la porta aprirsi, però, in mezzo alle sue risate allegre che gli fecero nascondere un sorriso contro il cuscino, lo sentì salire con un ginocchio ed un braccio sul letto e chinarsi su di lui.
Aspettandosi un bacio sulla nuca, fra i suoi adorati ricci rossi per cui aveva un forte debole, lo sentì invece calare lo schiocco sulle proprie natiche per poi alzarsi. 
- Attento a non farti male mentre baci queste chiappe scheletriche! - brontolò Jannik.
La risata di Carlos l’accompagnò finché non uscì dalla camera senza nemmeno assicurarsi di non imbattersi in nessuno che potesse notare che usciva dalla sua stanza. 
Jannik scosse il capo girandosi a pancia in su, allargò le braccia e voltò il capo verso la porta chiusa. 
Il sorriso ebete ancora stampato sulla faccia nonostante fosse appena stato abbandonato per la palestra. 
Comunque aveva ragione Carlos. Se si fossero allenati insieme in palestra avrebbero finito per fare un sacco di cose zozze. Meglio cercare di stare separati in certi contesti. 
Decisamente meglio.