NOTE: è la dodicesima fic della serie ‘Bocca e capelli’, questa però è a capitoli, 7, ed è già scritta del tutto perciò la pubblico ogni 4 giorni. Siamo ancora a Madrid 2024. Giacomo, il fisioterapista di Jannik sa tutto ed è loro complice, Jannik ha seri dolori all’anca ma si ostina a giocare ancora, Carlos invece continua a trascinarsi i problemi al braccio. A Madrid entrambi giocano una partita nello stesso orario ed entrambi escono dal torneo lo stesso giorno (uno per ritiro e l’altro per sconfitta), entrambi si ritirano da Roma ed arrivano a Parigi pieni di incognite. La fic si ambienta fra questi tre tornei e ci saranno due guest: Andrej Rublev ed il buon caro Giacomo Naldi. 
Spero che la fic vi piaccia, doveva essere corta e semplice, ma poi questi si sono messi a fare ciò che volevano. L’idea su Anna è una pura personale invenzione, così come tutto il resto che ho scritto, ed è solo pura necessità di copione e divertimento. Sicuramente lei e Jannik stanno davvero insieme e sono molto carini e si vogliono bene e tutte quelle belle cose lì. 
Buona lettura. Baci Akane

QUELLE PAROLE

1. CONSIGLI DELIRANTI

sincaraz

La conversazione più delirante della sua vita, Jannik non l’aveva avuta con Carlos, sebbene con lui di conversazioni deliranti ne avesse avute, bensì con Andrej Rublev. 
Era ancora a Madrid e giocava partita dopo partita nell’incertezza di quel dolore all’anca che cresceva sempre più, consapevole che avrebbe dovuto prendere in seria considerazione l’idea di abbandonare il torneo per curarsi per bene.
Era una cosa che lo indispettiva molto e nonostante Jannik fosse molto bravo a gestire i propri umori, da quando stava con Carlos tendeva a farlo meno bene, specie quelli che lo infastidivano molto. 
Perciò aveva una specie di nuvoletta nera sulla testa che gli impediva di mostrarsi cordiale e sorridente come al suo solito ed in uno di quei momenti gli capitò fra capo e collo Andrej. 
Mani nelle tasche, aria assorta, sguardo perso sulla superficie della piscina dell’hotel che di sera era suggestivamente illuminata con delle lampade a pavimento, alcune delle quali anche immerse direttamente nell’acqua. 
Per quanto bello fosse, Jannik non lo vedeva e dopo aver mosso alcuni passi tutt’intorno all’ampia vasca a pavimento esterna, si lasciò cadere su una delle sdraie. C’era un perfetto silenzio e l’aria fresca serale dava sollievo sebbene ancora non fosse già caldo. A lui piaceva la brezza congelante, il suo ambiente naturale era la neve, perciò quando c’era un po’ di freddo non scappava, anzi, tendeva a cercarlo.
Gli vorticavano per la testa pensieri sull’anca e li alternava a Carlos che aveva dovuto ingannare per impedirgli di sedersi con lui allo stesso tavolo a cena con la sua tipica spontaneità.
Gli era dispiaciuto far di tutto per mangiare presto di proposito, ma conoscendo i suoi orari tardivi per i pasti non era stato difficile. Quando era arrivato e l’aveva visto in dirittura di fine, ci era rimasto male e gli aveva fatto promettere di aspettarlo prima di andare a dormire.
Il tonfo nella sdraia accanto alla sua lo fece saltare di spavento e col cuore in gola si voltò convinto che l’elefante fosse Carlos, anche se dubitava potesse realmente mangiare in così poco tempo. Mangiare era l’attività preferita di Carlos e non ci metteva mai poco. 
Quando vide che invece era Andrej, lo rimproverò comunque seccato. 
- Andrej, vuoi farmi venire un infarto? 
Andrej rise di gusto con la sua tipica allegria contagiosa. Era una delle persone più simpatiche e estroverse del tour, al pari forse solo di Carlos in quanto a far ridere. Quei due insieme erano infatti devastanti. 
- Eri così perso a fissare l’acqua che non mi hai nemmeno sentito! Non sono mica silenzioso!
- L’ho notato che non lo sei! - rispose acido Jannik. La continua risata di Andrej però lo aiutò a calmarsi e a cercare di sostenere una conversazione meno tesa.
- Pensieri bui, eh? 
Jannik guardò Andrej che intanto si era tolto le scarpe ed aveva infilato i piedi nell’acqua dopo essersi seduto sul bordo. 
Non ci stava mai fermo, quello. Jannik fece mezzo sorrisino dimenticandosi per un momento dei propri pensieri bui.
- Gamba o Carlos? - a quella domanda per poco Jannik non era caduto da fermo dalla sdraia a cui rimaneva seduto. Rimase però proverbialmente fermo senza nemmeno respirare, gli occhi puntati sulla sua nuca rossa dove i capelli erano lisci ma spettinati e ricadevano in disordine sul collo. 
Il loro colore di capelli era simile, ma Andrej tendeva più al biondo mentre lui al rosso scuro. 
- Tu... che hai detto? - chiese ancora piano e teso, convinto d’aver capito male. 
Perché aveva detto ‘gamba o Carlos’? In che senso ‘Carlos’?
Pensava avesse pensieri per la testa e gli chiedeva se c’entrava Carlos? Com’era possibile? 
A quel punto Jannik era ancora nel dramma e cercava disperatamente chiarezza ed un modo per uscirne senza fare un disastro. 
Li aveva scoperti? Come era successo? In un istante mille cose una peggiore dell’altra gli vorticarono nella testa e tutte si riassunsero con il panico di essere scoperto a stare con Carlos. Un panico a cui non era abituato e che non sapeva gestire per niente. 
Improvvisamente realizzare di poter essere scoperti era non solo inaccettabile ma anche una cosa grave. Non doveva succedere, non poteva, era inammissibile. Non perché si vergognasse di lui, ma perché avrebbero detto addio alla loro pace e senza pace non solo la relazione si complicava se non addirittura rovinava, ma anche la loro carriera sarebbe stata a rischio, oltre che il loro tennis ne avrebbe risentito. 
Mille ragioni per non voler essere scoperti, prima fra tutte che amava Carlos e non voleva che fra loro niente si rovinasse. 
Andrej al suo silenzio si voltò e quando lo vide ancora seduto rigido come una statua a fissarlo con occhi sbarrati e decisamente poca imperturbabilità tipica sua, il russo scoppiò a ridere e gli schizzò un po’ d’acqua dopo aver immerso la mano nella piscina. 
- Dai, non agitarti! Sono io, mica uno stronzo bacchettone ficcanaso chiacchierone. Ok, chiacchierone e ficcanaso sono, ma non sono uno stronzo bacchettone! 
Per fortuna la parlantina eccessiva di Andrej arrivò in aiuto di una situazione alquanto tesa e difficile. 
Quanto meno l’aveva presa bene. 
Jannik indeciso su cosa fare, rimase fermo lì dove era, alle sue spalle, sempre teso ma meno rigido. Almeno adesso respirava. 
- Come sai di noi? - chiese alla fine facendosi coraggio. A quel punto era inutile negare, sarebbe stata una stupida perdita di tempo.
Prima di sentire la sua ovvia risposta, ricordò in un lampo tardivo che era amico di Carlos, anche se non aveva immaginato fino al punto da confidarsi. 
- Carlos mi ha detto. - poi si affrettò a spiegare, girandosi di nuovo in una torsione poco agevole: - Non voleva, ma mi ha scambiato per te e mi ha abbracciato affettuoso come un cagnolino festoso col suo padrone e mi stava per infilare la lingua in bocca, quando mi ha riconosciuto. 
Jannik rimase a fissarlo con tanto d’occhi incredulo ed ora anche un po’ incazzato all’idea che Carlos avesse realmente potuto scambiarlo con Andrej. 
Come diavolo aveva potuto? 
Probabilmente, però, la sua faccia era davvero troppo contaminata dal suo ragazzo visto che Andrej con una seconda occhiata scoppiò ancora di più a ridere da tanto che era espressivo e gelidamente furioso. 
- Dai, non prendertela, avevo una felpa uguale a quelle che metti tu ed il cappuccio tirato su, spuntavano solo dei ciuffi rossi e mi ha visto accucciato da dietro. 
La descrizione dettagliata di Andrej fu particolarmente efficace e permise a Jannik di farsi un’idea precisa della scena. Per questo finì per scuotere il capo ed alzare gli occhi al cielo imprecando mentalmente contro il suo ragazzo. 
- Non dirmi che ti ha detto apertamente di averti scambiato per me.
Era una domanda retorica perché era ovvio che l’avesse fatto. Chiunque altro avrebbe potuto forse avere un po’ di prontezza di riflessi e inventare qualche scusa, fingere di scherzare, specie con uno come Andrej era possibile. Ma Carlos no, era scontato fosse sempre schietto e spontaneo. 
- Certo! Ed io gli ho chiesto se ti salutava infilandoti la lingua in bocca e a quel punto non ha dovuto nemmeno rispondere perché è diventato di mille colori ed ha cominciato a strillarmi all’orecchio che non dovevo dirlo a nessuno e che in cambio mi avrebbe fatto da schiavo per tutto il torneo! Io gli ho detto che mi bastava mi facesse vincere se mai ci saremmo scontrati in campo e che solo allora avrebbe avuto la certezza del mio silenzio! 
Jannik lo ascoltò fino in fondo e con attenzione finendo poi per scuotere la testa e spingere la sua in avanti con tanto di ammonizione: - Ma piantala di dire stronzate! 
Andrej rise di nuovo ed ora Jannik si trovò a farlo a sua volta, molto meno in ansia di prima. Quanto meno l’aveva presa bene, era evitante che non avrebbe creato problemi e quasi quasi poteva essere un colpo di fortuna. Per quanto fortuna potesse essere che proprio Andrej sapesse di loro. Fra tutti i tennisti del circuito era sicuramente quello meno affidabile e più testa matta. 
- Beh, che ne pensi? - indagò un po’ rimanendogli ancora seduto alle spalle. Andrej  si fece un po’ indietro col sedere appoggiando la schiena alla sua sdraia, Jannik gli fece spazio aprendo le gambe e guardando ora la sua testa rossa pensò che non era nemmeno il primo a scambiarli, ma quella non gliel’avrebbe di certo fatta passare liscia. 
- Che dovrei pensare? Era ovvio stavate insieme! Basta guardarvi da dentro! 
Specificando quel ‘da dentro’ Jannik capì cosa intendeva, ma non alleggerì molto la situazione. 
Era contento che ‘da fuori’ non si notasse, o per lo meno lo sperava, ma se ‘da dentro’ si capiva era già troppo visto quanta gente girava in quel ‘dentro’. 
In un altro istante la testa di Jannik si riempì di svariatissime considerazioni e problematiche. 
“Si complicherà tutto, vedrai. Se ora si capisce e siamo solo in una cosa che non è una relazione vera, figurati se gli dico che lo amo. Prima o poi mi uscirà, non sono uno che non sa trattenersi come lui, ma quando provi quel che provo io alla fine viene fuori. E vuoi che lui non provi lo stesso? Ma va, lo so prima di lui che mi ama!”
Andrej tirò indietro la testa appoggiando la nuca sul lettino e lo guardò coi suoi occhi da gatto, curioso proprio come tale animale. 
- Ti ho perso? 
Jannik era carico di pensieri e si limitò a fare un breve cenno indecifrabile, così Andrej sollevò il dito premendo l’indice in mezzo alle sue sopracciglia. Jannik non era mai stato molto in confidenza con lui, ma lì per lì capì come mai in tanti invece lo erano.
Ti portava ad esserlo anche se non volevi. Era un dono straordinario. 
- Un po’. - rispose alla fine. 
- Cosa ti preoccupa? Essere scoperti? 
Era così ovvio, del resto. Jannik fece un’aria conforme alla risposta che non servì dare e Andrej rise di nuovo raddrizzando la testa. 
- Allora ce l’avrai dura con lui! È uno impulsivo, passionale e totalmente spontaneo. Non lo contieni uno come quello, non lo controlli. Io al tuo posto non perderei nemmeno tempo a cercare di istruirlo! 
Jannik rimase ad ascoltarlo preda del panico che tornò ad assalirlo consapevole che aveva totalmente ragione. Si strofinò disperato la faccia lasciando più in disordine i suoi ricci rossi sulla fronte. Andrej tornò a guardarlo, ma questa volta si girò verso di lui con tutto il corpo, incrociò le gambe che ora erano fuori dalla piscina e ignorando l’acqua che dai piedi si trasferivano sui pantaloni, appoggiò le braccia sul bordo del lettino dove poco prima c’era stata la sua schiena. Incrociò e appoggiò il mento osservandolo pensieroso per aiutarlo.
- Ma che dovrei fare? - chiese Jannik spontaneo. Non voleva di certo chiedere il parere di una testa matta come lui, ma in qualcosa si somigliavano lui e Carlos. Magari poteva aiutarlo in qualche modo. - Cosa ti terrebbe a bada a te? 
Andrej scoppiò in una fragorosa risata, poi vedendo che era serio e che gli stava realmente chiedendo quello, tossì e cercò di rifletterci realmente. 
- Beh, vediamo... - tentò di pensarci fino alla sua schietta conclusione: - niente, direi! Dovresti chiedere a Dani, ma sono abbastanza sicuro che la risposta sia niente!
Jannik nemmeno si stupì di quella rivelazione e solo a quel punto realizzò come dovevano apparire lui e Carlos ‘dall’interno’. 
Spalancò gli occhi stralunato, aveva voglia di annegare in quel momento. 
- Comunque potresti fare come Dani e pensare piuttosto non a cosa puoi fare con Carlos per evitare lo sputtano, ma cosa puoi fare TU per evitare che gli altri notino lo sputtano. 
Jannik lo fissò ancora più confuso. Rimase fermo dritto dov’era, batté gli occhi un paio di volte in un tilt leggendario per uno sempre pronto e con nervi saldi come lui. 
Che diavolo stava dicendo quello schizzato? Ma poi cosa diavolo gli era venuto in mente di chiedere realmente consiglio a lui? 
- E sarebbe? - tentò ancora con voce più tremolante di quel che avrebbe voluto. 
Andrej rispose con un’aria inquietante e divertita, probabilmente si sentiva un detective geniale. 
- Trovati una ragazza! Una bella, possibilmente nota, che attiri per bene l’attenzione di chiunque, specie i media ed i curiosoni. Basterà questo, credimi, e anche se ti limonerai Carlitos in pubblico nessuno crederà che state realmente insieme. Alla gente basta che uno abbia una fidanzata e va tutto bene!
Jannik rimase di sasso a quell’idea, non tanto perché da quando stava con Carlos non ci aveva mai pensato, ma perché piuttosto sembrava avere un suo senso, per quanto paradossale. 
Andrej capendo che stava riflettendo sulle sue parole proseguì per fargli capire quanto aveva ragione. 
- Non hai idea di quanto sia comune per i personaggi famosi avere una relazione di facciata o se vuoi di copertura. È molto più comune di quel che si pensa. In molti casi si tratta di coppie che vogliono la stessa cosa, una relazione per gestire la propria immagine e coprire i propri peccati. Oppure ci sono le ragazze che cercano notorietà e puntano i ragazzi famosi, girano con loro per un po’, il tempo di diventare influencer o modelle o che cazzo ne so io e poi ognuno per la propria strada. So che a te il gossip non piace, ma credimi, è la normalità nel mondo dei VIP e affini. 
Andrej proseguì con la sua tesi assurda, ma più la esponeva, più Jannik realizzava che anche se apparentemente fantascientifica, era assolutamente vera. 
- Dovrei trovarmi una ragazza da esibire che copra la mia relazione con Carlos? - chiese ancora incerto ed un po’ titubante. 
Andrej alzò le spalle.
- Pensaci. Con me e Dani ha funzionato alla grande. Funziona con tutti. 
Jannik era ancora un po’ spaesato, non aveva mai pensato realmente di mettersi con qualcuna in quel periodo. Principalmente perché era totalmente concentrato sul tennis e poi perché il resto del tempo che gli rimaneva lo dedicava a Carlos. Infilare anche una relazione di facciata non sarebbe stato facile, ma probabilmente come per ogni cosa sarebbe stata solo una questione di organizzazione. Niente era impossibile, Jannik era di quell’idea. 
- E quando la trovo? Abbiamo un calendario così fitto che non è facile nemmeno conoscerne una, figurarsi trovare il tempo di corteggiarla e... beh, starci insieme! 
Andrej scoppiò a ridere impunemente e spontaneo. 
- Intanto non penso che sia un problema per te convincere una a stare con te. A prescindere dal genere di ragazza, anche se la vuoi fare semplice e trovare una con cui stare senza farle un provino per capire quali sono le sue reali intenzioni... 
Jannik sgranò gli occhi di nuovo allucinato, che diavolo stava dicendo? Ma davvero stavano avendo quella conversazione? 
- Ma che stai dicendo? Che provini? E poi perché io non avrei problemi con le ragazze? 
- Perché sei un bel ragazzo, cazzo, Jannik! Ma davvero pensi che se tu punti una, una qualunque, quella non sia disposta a fare carte false per uscire un po’ con te e farsi limonare da te? 
Jannik avvampò diventando come i suoi capelli, per citare Carlos. 
Si coprì la faccia carico di imbarazzo, volendo solo scappare. 
- Non mi vedo così bello, ma grazie. - cercò di uscire da quel dialogo allucinante, ma Andrej continuò lanciato, estremamente convinto di quel che diceva ed evidentemente pieno di idee chiare. 
- Comunque. Se vuoi una che non ti impegni e che sia disponibile per qualcosa che non comprenda una reale relazione, ti suggerisco le russe o comunque quelle dell’est. 
Jannik era fortunato che non stava bevendo oppure sarebbe soffocato. 
Andrej parlava bene l’inglese e così anche lui, perciò non era il problema capirsi fra di loro. Il problema era che Andrej stava dicendo stronzate!
- Le russe cosa sarebbero? 
- Perfette per quel tipo di relazione. Sono cresciute con l’idea che avere un uomo è un dovere, non un piacere, perciò cercano sempre il miglior partito con cui sistemarsi. Né più né meno. E se vuoi andare con altre a loro non frega mai nulla, anzi, sono magari le prime ad andare con altri. Oltretutto sono tendenzialmente belle, ma comunque la dote migliore è che ci sanno dannatamente fare a letto. Perciò anche se non ti fidi e non vuoi dirle esplicitamente ciò che vuoi da lei perché magari pensi che possa sputtanarti o magari non volere lo stesso, puoi tranquillamente impostarla come una normale relazione e andarci a letto. In quel senso sono fra le migliori. È una questione di cultura, ognuno ha la sua, noi abbiamo la nostra. 
Jannik aveva decisamente capito ciò che Andrej aveva comunque spiegato molto bene. E continuava a chiedersi cosa diavolo gli fosse venuto in mente di confidarsi con lui e chiedergli consiglio. 
- Tu sei fuori di testa!
- No fidati che so di cosa parlo! E se vuoi un suggerimento so che Anna Kalinskaya è single, bella, russa e soprattutto ti aveva adocchiato. 
Jannik voleva chiedergli come diavolo sapeva quelle cose, ma immaginava che la risposta sarebbe stata scontata trattandosi di Andrej. 
Figurarsi se uno pettegolo come lui che era praticamente il centro smistamento notizie non sapesse tutto di tutti. 
- Ah ecco, dovevi sistemarmi con una tua amica! 
Andrej rise ma non negò.
- Poi decidi tu se dirle tutto, magari all’inizio testa la merce e vedi come va, ma sono sicuro che sarebbe disposta ad accettare la relazione di facciata, le starebbe più che bene. Altrimenti escici e mettiti con lei in modo ‘normale’, vedrai che comunque riuscirai a fare tutto senza problemi e andrà tutto alla grande! Sarete super convincenti, vi vedo bene insieme! È una ragazza molto simpatica! 
Jannik alla fine non poté non ridere dopo essersi convinto d’aver a che fare con uno sciroccato. 
- ‘Riuscirò a fare tutto’, eh? - ripeté ilare coprendosi gli occhi con le dita che ora gli lacrimavano da quanto che era finito per ridere. 
- Vedrai! - rincarò convinto. 
- Sembri un’agenzia matrimoniale! Prendi a provvigioni? 
- Beh, dipende se mi fai vincere nel caso in cui ci scontriamo nel torneo... 
Il resto della conversazione rimase fra il delirante ed il surreale, ma almeno l’umore di Jannik si era rialzato di molto, così come quell’idea che ora vorticava nella sua testa.
Per quanto l’avesse messa giù in modo assurdo, Andrej aveva ragione. 
Non poteva controllare Carlos, ma poteva distogliere l’attenzione da lui e dalla loro relazione con un piccolo trucco. Tutto stava da vedersi se sarebbe riuscito a portare tutto realmente avanti e, soprattutto, come. 
“Piuttosto tutto sta a farlo capire a Carlos. Tanto so che la prenderà male. Figurati se la prende bene una cosa simile! Mi conviene metterlo davanti al fatto compiuto. Non è nemmeno detto che alla fine io ci riesca ad uscire con un’altra. Dovrei prima capire se è un discorso fattibile per me e poi se vedo che si può fare, magari provo ad affrontare Carlos. Dio, ma perché la mia vita deve essere così complicata? Io volevo solo diventare il numero 1 a tennis. Quand’è che mi sono innamorato di Carlos al punto da fare di tutto per proteggere la nostra relazione?”