Un Giorno Come Tanti 2
CAPITOLO I
Il sole oggi sembra malato.
Come può chiamarsi "sole" quella palla che, pallida e smunta, cerca di farsi strada tra la foschia e l'umidità di questa assurda giornata?
Rigiro fra le mani la lettera che mi è arrivata stamattina e che avevo lasciato sul mobile della cucina... l'unico della stanza... a parte il tavolo e il gas ovviamente!!!
E me ne sono andato a lavorare... otto ore in quel cazzo di officina, tra le macchine e i motori... non è che mi dispiace il mio lavoro, intendiamoci ma... oggi la mente era a casa, con quella lettera.
Un notaio... il mittente era un notaio.
Che cosa possono volere da me?
Non lo so... non ne ho idea.
"Bugiardo"... la voce di Mika mi sfiora l'orecchio ed è come se fosse accanto a me, per un attimo i peli mi si rizzano in tutto il corpo... che sensazione assurda.
Assurda... ma reale.
E' vero... io lo so che cosa vuole un notaio da me...l'unica cosa che può volere:
Il giudice!
Ha a che fare con quel maledetto giudice.
Mi ha trovato... come ha fatto?
Un attimo dopo l'ingenuità della mia domanda mi fa sorridere... rigiro la lettera tra le mani come se scottasse... lui è una persona importante, figuriamoci... anche se è vecchio e rincoglionito non si fa fermare dagli "ostacoli" che io posso avergli messo tra i piedi.
Improvvisamente apro la lettera stracciandola quasi, con una impazienza che non riconosco come mia... al diavolo tutto.
Io non mi faccio menate psicologiche assurde: adesso la leggo e così so chi è che cazzo vuole da me.
Punto.
Morto... il giudice è morto.
Non ci credo...
NON CI CREDO!!!
Quel fottuto bastardo che mi ha rovinato la vita è morto...
Non mi fermo ad analizzarmi... non ne ho il tempo, la porta si apre e Mika entra con la sua solita camminata lenta e sensuale.
Si ferma a un centimetro dalle mie mani e mi guarda,
<< E' per questa che non mi hai aspettato al nostro posto?>> un sopracciglio aristocraticamente alzato... ma che ore sono???
Sobbalzo appena vedo che le sette sono passate da mezz'ora... ma come.. sono rimasto qui per mezz'ora buona con la lettera in mano?
Ma diamo i numeri?
Gliela do senza una parola mentre mi prendo una bottiglia di acqua dal frigo e bevo a garganella.
Da quando me ne sono andato dalla casa del bastardo non ho più toccato un goccio di alcool... mi obbligava a bere per ..."disnibirmi" ...diceva.
In verità così ero più docile e silenzioso, aprivo bocca e ciucciavo senza una parola... non mi faceva bere così tanto da farmi vomitare o addormentare ma... abbastanza da annullare la mia volontà.
Il suo errore è stato non rendersi conto che il mio fisico si era assuefatto all'alcool e ormai non mi faceva nessun effetto...
Fingevo.. e basta.
Mika mi toglie la bottiglia dalle mani e mi scruta attentamente... i suoi occhi azzurri sembrano entrare dentro la mia anima, scandagliarla a fondo per averla nelle sue mani.
Nuda ed indifesa.
E le sue labbra sono sulle mie per una frazione di secondo... poi afferra il telefono :
<< Heather, sei ancora li, vero?
Io non ci sarò domani mattina, puoi sostituirmi?
Si... nemmeno stasera, resto fuori... non sono cazzi tuoi amore...
A domani... >>
Si toglie la camicia che restava comunque allacciata per due bottoni soltanto e rimane a torso nudo, quando inizia a slacciarsi anche i bottoni dei jeans riemergo dallo stato catatonico in cui ero caduto... ma che sta facendo???
Cioè... non sono scemo, lo so che sta facendo ma... perché adesso?
Con la lettera che giace accanto a noi sul tavolo?
Sembra leggermi nel pensiero e, a questo punto, nemmeno me ne stupirei...
<< domani hai intenzione di andare dal notaio... vero?>> chiaramente non aspetta una risposta e continua tranquillamente
<< bene, ci vengo anch'io... e stanotte tu non dormi solo... scordatelo!
Hai capito?>>
Continua a spogliarsi, i jeans scivolano sensualmente sulla pelle nuda del mio incredibile ragazzo... è vero, non porta biancheria intima... insomma: niente mutande!!!
E' nudo, lo è sempre stato.
Ho già detto quanto mi piace?
E quanto lo voglio?
<< guarda che se mi spoglio è perchè fa un caldo bestiale... non è che hai un
paio di pantaloncini?...>>
Pantaloncini?
E che sono???
A che cosa gli servono???
E mentre gli metto le mani addosso mi rendo conto di quanto sia furbo ed esperto questo maledetto meraviglioso ragazzo che sto palpando senza nessun riguardo... non ho più pensato al giudice e alla lettera.
Quel maledetto bastardo non ha più occupato i miei pensieri da quando lui ha fatto quell'accidenti di telefonata!!!
<< Bella la tua biancheria... adoro le tue mutande... sai?>> gli mordo il lobo dell'orecchio... senza troppa forza... so quando e come fermarmi per farlo eccitare senza provocargli troppo dolore... giusto quel tanto che basta perchè la pressione continui a salire.
La sua risata bassa e sensuale accarezza la mia pelle eccitata
<< quando ti deciderai a metterti jeans con i bottoni come i miei capirai quanto è eccitante sentire la stoffa accarezzare la pelle sensibile del sedere... mmm Angelo...>>
Le mie dita si sono insinuate nella sua apertura, con un ghigno succhio la pelle morbida della spallla, la stoffa è eccitante eh...
E che ne dici di questo ragazzo?
Spinge il sedere contro la mia mano... mi sa che la preferisce alla stoffa, e quando afferro il suo cazzo il grido che lancia basterebbe a farmi venire qui... nei calzoni... come un liceale.
Inizio a masturbarlo mentre il dito diventano due e si muovono sempre più velocemente, lo bacio con foga, mandando a benedire il desiderio di andarci piano e di farlo impazzire.
Come sempre non c'è uno di noi che assume il predominio... lottiamo tutti e due anche se è qui, nelle mie mani e sta per venire... non si arrende e lotta per succhiarmi la lingua, per esplorare la mai bocca.
Mi fa impazzire quando fa così...
<< Siii Angelo... ohh... siiiiiii>> viene con un ultimo grido liberatorio, fonte di futuri studi e discussione per i nostri adorati vicini... lo fa apposta, non crediate che la passione lo faccia andare così fuori, adora scandalizzarli proprio come me... io sono un bastardo piuttosto rozzo... lui è più raffinato... ma la sostanza non cambia.
E' per questo che lo amo.
Anche se rimarrà fra noi ,a lui non lo dirò nemmeno morto.
Chi lo regge dopo?
Tolgo le mie mani per farlo sedere sul tavolo che si muove sotto di noi andando a sbattere contro il muro...
Meglio!!!
Così... più in la di li non può andare... no?
Allarga immediatamente le gambe con foga... è eccitato di nuovo, anzi... probabilmente non ha mai smesso di esserlo.
<<Sei un maiale>> gli sussurro nelle orecchie... lui mi morde a sangue la spalla per poi leccarla con sensualità al mio grido
<< lo so... è per questo che mi ami...>>
Dannato ragazzo.
Dannato eccitante ragazzo.
Entro dentro di lui con un unico colpo di reni e all'inizio il familiare dolore mi sferza l'inguine... accidenti... è così stretto nonostante tutte le volte che l'ho fatto.
Così meravigliosamente stretto... non grida, non sfugge un lamento dalle sue labbra, la lingua che esce attraverso i denti socchiusi, gli occhi chiusi, un'espressione di immenso piacere dipinto sul viso.
Sta godendo... proprio come me.
Inizio a muovermi e il piacere arriva a ondate sempre più grandi.
E' così intenso quello che provo, così grande e assoluto...
Sento di far parte di qualcuno, amato e desiderato, voluto a tutti i costi.
Con tutta l'anima.
Se mai esiste.
Viene per primo con un'altro urlo altissimo e io lo seguo immediatamente... E' mio!
Completamente e assolutamente mio.
Non credevo che sarei stato così possessivo, così assolutamente e profondamente possessivo.
Crolliamo l'uno sull'altro mentre il tavolo si alza da terra per ritornarci immediatamente con un tonfo!
Seguito da alcuni colpi battuti sul muro... i miei adorati vicini hanno gradito evidentemente.
Abbiamo passato tutta la notte facendo l'amore come pazzi... non ne avevamo mai abbastanza... e intanto i ricordi restavano giù, nel fondo alla mia anima, aggrappati tenacemente con i denti alla mia coscienza.
Ma appena mi sono addormentato.. appena il mio sonno è diventato profondo e la mia coscienza non vigilava più... eccoli!
Tutti li, come avvoltoi che si cibano della mia carne e del mio sangue.
E delle mie grida.
Grida silenziose perchè nessuno doveva sentire.
Nessuno doveva capire che mi stava violentando.
Il sogno è iniziato come sempre, casa mia, i miei che mi chiamavano e io che mi nascondevo per non farmi beccare... ne avevo combinato un'altra delle mie.
...soltanto che non è mio padre chi mi trova... e quello non è il giardino della mia infanzia ma quello del giudice.
E l'incubo non ha mai fine.
Sono nel letto del giudice, nudo e in attesa... so che adesso arriverà ...
Non posso ribellarmi, non posso fiatare... mi ha fatto bere quello che basta perchè non apra bocca e la luce violenta mi costringe a chiudere gli occhi.
Lui arriva in silenzio, come sempre.
Non una parola, non un gemito mentre si spoglia e scivola accanto a me.
Mi obbliga a soddisfarlo con le mani e la bocca e io non riesco nemmeno a piangere, l'alcool ha annebbiato la mia ragione e la nausea mi obbliga a tenere la bocca chiusa.
Quando non la apro per lui.
Ma questa sera non si accontenta... e, nella nebbia che mi avvolge "sento" che c'è qualche cosa di diverso.
Inizio a tremare violentemente mentre le sue dita mi frugano in un luogo che credevo inviolabile nella mia assurda ingenuità.
Nonostante tutto non voglio credere che possa farlo.
Il bambino che c'è ancora in me non si arrende.
Almeno fino a quando il giudice integerrimo e puro non mi volta e, dopo avermi messo a 4 zampe, mi prende come se fossi un animale.
Come se lui fosse l'animale che in effetti è.
L'urlo squarcia l'aria immobile e, nonostante l'alcool continuo a urlare mentre lui ficca la mia testa contro il cuscino per soffocare la mia voce e continua a entrare ed uscire dal mio corpo, insieme al mio sangue.
Il MIO sangue.
Mi sveglio dibattendomi come un pazzo mentre le braccia di Mika tentano di tenermi fermo... si becca un pugno in pieno volto prima che io mi renda conto che era un sogno... che sono sveglio.
Maledetto... che possa marcire all'inferno se mai ce n'è uno... nel peggiore degli inferni...
Non sarà mai abbastanza per un verme come lui.
Ho il viso bagnato... lacrime!
Impreco violentemente mentre mi alzo dal letto e vado in bagno... appena in tempo!
Vomito anche l'anima mentre sento il mio ragazzo che mi raggiunge senza sfiorarmi... preoccupato.
La notte è passata e io sono ancora in bagno, sotto la doccia mentre Mika mi sta lavando con la scusa di coccolarmi.
Normalmente non glielo avrei permesso e lui non lo avrebbe fatto ma... adesso ho bisogno di lui.
Un disperato bisogno delle sue mani su di me.
Della sua pelle che mi sfiora.
Della sua lingua che mi cerca.
Di sentirmi amato, importante.
E lui è così che mi fa sentire.
Soltanto fra le sue braccia io vivo di nuovo.
Soltanto con lui.
Il notaio è seduto davanti a me, mi guarda attento e aspetta un mio cenno, un movimento del mio capo... ma io sono di pietra.
La mia maschera non cede e il furore è tenuto sotto controllo dalla mano di Mika che sta stringendo la mia con calma, con dolcezza.
Con amore.
<<Cosa intende fare?>> la sua voce è impassibile.. .anche se una punta di curiosità la rende un po' più umana.
Ha detto che ha fatto fatica a trovarmi, che sono mesi che mi cercano in tutto lo stato e stavano per desistere quando un investigatore privato ingaggiato dal giudice prima di morire mi ha trovato proprio a poche centinaia di metri dalla loro città.
Palle.
Se voleva trovarmi il caro giudice lo avrebbe fatto dopo pochi giorni che ero scappato... la verità è che aveva paura.
Anzi... di più: era semplicemente ed irrimediabilmente terrorizzato.
Il suo sguardo mentre urlava e io lo fissavo negli occhi con ferocia, la bocca sporca del suo sangue...
Non ha fatto nulla per cercarmi perchè, nei miei occhi, ha letto la sua morte.
Non avrei avuto pietà... se me lo sarei ritrovato davanti gli avrei strappato il cuore con le mie mani... e lui lo ha capito.
Soltanto dopo morto mi ha fatto cercare.
Per lasciarmi tutto.
Tutti i suoi averi... e adesso il notaio mi chiede che cosa voglio farne?
Un falò!
Un bel falò... e guardare il fuoco divorare la casa dove mi teneva prigioniero... dove mi costringeva a fargli di tutto.
Alzo gli occhi e lo guardo attentamente, impallidisce violentemente e apre la bocca per dire qualche cosa... richiudendola subito dopo.
Povero piccolo ometto che crede di sapere tutto... che pena che mi fa.
<< Le farò sapere ma... posso anticiparle già che non terrò nulla. Niente di niente. Devo solo decidere a chi lasciare tutto quanto>>
Mi alzo in piedi... per me il colloquio è finito.
Non per lui evidentemente che cerca di dissuadermi dalla mia decisione.
Che eresia!
Se mi conoscesse almeno un pochino saprebbe bene che io non torno MAI indietro.
Esco dal palazzo antico del notaio che è già mezzogiorno, il cielo è terso e pulito e l'umidità di ieri è solo un ricordo... il temporale di stanotte ha fatto piazza pulita... in ogni senso.
La mano di Mika si insinua dolcemente e le sue dita calde si allacciano alle mie, stringendole con forza.
Dolcezza e fermezza.
Gentilezza e crudeltà.
Questo è Mika.
L'essere più pulito e puro che ci sia al mondo.
E maledetto... ma non quanto me chiaramente.
Ed è mio.
Mi volto a guardarlo e il suo sorriso potrebbe benissimo fermare il traffico, compresa la camicia di seta bianca sapientemente slacciata e tenuta chiusa da un semplice bottone.
Io chiaramente non ci ho fatto caso ma il notaio è quasi svenuto quando lo ha visto... per poi mangiarselo tutto il tempo.
Che piccolo uomo prevedibile e scontato.
Lo tiro verso di me e gli afferro i capelli con la mano... sono di seta pura, una meraviglia al tatto...
<< ti sei divertito a far eccitare quel poveretto... vero?>>
I suoi occhi si spalancano, innocenti... che bastardo!
Se non lo conoscessi bene potrei anche cascarci... se non avessi visto la lingua lambire più volte le sue labbra e i denti inferiori mordicchiare quella pelle rosa e tenera... e il sudore del coglione di fronte a noi che stava per venire nei calzoni.
Lo bacio con forza, mordendogli le labbra per una frazione di secondo... lo lascio andare immediatamente mentre lambisce il suo stesso sangue con un sorriso diabolico.
<<Andiamo a mangiare... ho fame>> ce ne andiamo con gli occhi della gente puntati addosso mentre il desiderio di lui cresce lentamente, ad ogni suo passo, ad ogni suo movimento.
Ho fame si... e non mi basterà una vita intera per saziarla.