Un Giorno Come Tanti 2

 

CAPITOLO II

 

<< Ho fame... potevamo anche fermarci a mangiare qualche cosa però... sei un maniaco sai Angelo... te l'ho mai detto?>>

Si alza dal letto con un unico movimento fluido e i capelli lunghi gli sfiorano la schiena, accarezzandola ...lievi, sensuali.

Come lui.

E' completamente nudo e i miei occhi sono attratti inevitabilmente dal suo sedere di pietra ... Dio che meraviglia... un sogno.

E anche se l'ho appena avuto la voglia di prenderlo di nuovo sale pericolosamente... insieme alla fame però.

E di cibo questa volta.

Prima, in effetti, non è che l'abbia fatto mangiare.

Siamo andati a casa immediatamente e non siamo arrivati nemmeno alla camera da letto... l'ho preso li, nell'entrata, appoggiato alla porta... tanto, nel mio palazzo, si sono abituati alle nostre scopate.

Arriva con un vassoio colmo di tutto ciò che c'è nel frigo... e non è che è poco, io ho una fame piuttosto..."robusta" e molto, molto Italiana.

Così finiamo nel letto, nudi tutti e due, a gambe incrociate con le lenzuola piene di cibo... e fra un pensiero sconcio e un panino al formaggio la mia uscita, sinceramente, non so proprio da dove venga.

Sembra assolutamente campata per aria e forse un'altro l'avrebbe lasciata cadere a terra con un tonfo...

Un'altro... non Mika.

Anche se non è che io, in effetti, abbia questa grande esperienza... visto che lui è il mio primo e unico ragazzo.

<< Mangiavo in camera anche dal giudice. Facevo tutto in camera... nella sua chiaramente! Anche il bagno... usavo il suo, non dovevo mai uscire ne vestirmi... dovevo essere sempre pronto e disponibile... e silenzioso chiaramente. Uno schiavo perfetto. Non c'è che dire.>>

Bevo un po' di coca ostinandomi a non toccare nemmeno un goccio di birra e il silenzio impressionante che segue le mie parole mi stupisce notevolmente... non è la prima volta che parlo del mio passato... perchè tutto questo stupore adesso?

Volto la testa per guardarlo e ... il suo viso è tutto fuorché stupito.

Concentrato, attento... e bellissimo.

Ma da dove mi vengono certi pensieri stasera?

Quello che ha detto il notaio mi ha colpito più di quello che avrei mai immaginato.

<< che c'è?...Se devi dire qualche cosa non fare tanti giri di parole...>> non mi risponde subito, finisce di mangiare e dopo aver tolto le briciole beve la sua birra, con calma.

Poi si alza con eleganza, si siede dietro di me e le sue mani iniziano un lento ed esperto massaggio sulle spalle... il benessere è immediato e sferzante.

Dio... ne ho un bisogno assoluto.

Totale.

Abbasso la testa per consentirgli un lavoro più profondo e un leggero mugolio d'approvazione accompagna le sue mani... accidenti se è bravo...

La sua voce lenta e bassa, roca quasi, accarezza i miei nervi stanchi che stanno diventando come cera da modellare, calda... molto calda.

<< Cosa gli faresti?>>

Silenzio.

Le sue parole scavano dentro, in profondità, tirando fuori la parte peggiore di me, quella che non riesce a perdonare e si nutre di odio e desiderio di vendetta.

<<Immagina di averlo nelle tue mani. Siete soli, completamente soli. E lui non può difendersi>>

Continua con il massaggio mentre le sue parole spalancano porte che mai avrei voluto aprire.

<<Perchè... mi stai... facendo...>> il piacere che le sue sapienti mani mi stanno procurando si mescola alle immagini scatenate dalle sue parole:

<< lasciati andare e tira fuori tutto l'odio che ti ha lasciato. Era un bastardo... un pazzo che ti usava come un giocattolo, pronto ai suoi desideri...>>

<< Mika...>> è questa la mia voce? Così cupa?

<< Se lo avessi IO fra le mani in questo momento gli strapperei le palle e gliele farei ingoiare. E non è una metafora.>>

La sua voce si perde dentro di me, non sono più qui, tra le sue mani.

La stanza è quella che lui usava quando aveva voglia di "giocare " con me... ma questa volta non c'è nessun bambino terrorizzato e bevuto, questa volta c'è un ragazzo di un metro e ottanta, muscoloso e minaccioso... con il cuore colmo di odio.

A terra, inginocchiato e tremante, c'è il giudice maledetto che sta piangendo, implorandomi di lasciarlo andare.

E mentre la sua voce scivola su di me la mente vive tutto come se fosse reale, vero.

Vivo.

La sua voce chiede di essere liberato, promette che non mi denuncerà mai... vuole misericordia... tutta quella che lui non ha avuto.

Ma adesso comando io.

Adesso sarà lui a subire e io a divertirmi.

Fino in fondo.

Mi apro i calzoni con un gesto lento e deliberatamente provocatorio mettendomi a gambe divaricate davanti a lui ... sa già cosa fare.

Me lo ha insegnato con attenzione, con molta attenzione... sono certo che non lo ha dimenticato.

Gli afferro la testa e la premo contro il cazzo che deve lavorare a lungo se vuole avere un... riscontro.

Come faceva lui non dico una parola, nemmeno mezza.

Muovo il bacino ficcandoglielo fino in gola e, anche se non è ancora al pieno delle sue forze, lo riempie lo stesso.

Ne sono certo.

Strattono la corda con cui ho legato le mani... giochetto che faceva spesso anche se ero pieno di vino e non avrei potuto scappare in nessun modo...

Sotto le sollecitazioni di quella bocca calda e umida anche io mi sto risvegliando e sento che sto aumentando di volume, soffocandolo.

Con un piacere immenso, che deriva da una parte soltanto dell'odio che mi nutre, inizio a muovere la sua testa velocemente, fino a quando non lo fa da solo, ubbidiente come un cagnolino.

Non è male... non è veramente male... continua a muoversi velocemente mentre ad ogni affondo la sua gola si contrae, facendolo lacrimare.

La mente si sta annullando mentre il bambino che era in me inizia a soffocare sotto la potenza di quei colpi devastanti.

Vengo con un urlo soddisfatto, sciogliendomi nella sua bocca, lo butto sul letto e mi godo lo spettacolo del suo corpo devastato, rannicchiato in posizione fetale... proprio come quello di un bambino di dieci anni.

Mi tolgo i pantaloni e afferro la corda, uno strattone ben assestato lo fa voltare mentre le gambe si allargano oscenamente.

La mia mano corre sulle sue palle e stringe con forza... con una liberazione unica.

Questo avrei voluto fargli... stringo ancora più forte mentre le sue urla diventano irriconoscibili... la schiuma gli esce dagli angoli della bocca mentre un'ultima stretta decisiva lo fa accartocciare su se stesso... adesso non potrà più usarlo su nessuno.

Non entrerà più in nessun corpo innocente a torturarlo senza pietà.

Ma non ho ancora finito... c'è un'ultima cosa da fare... prima della fine.

Lo afferro per le gambe e gliele allargo ancora di più mentre le sue urla raggiungono altezze inaudite per un corpo così fragile...

Sembra quello di un bambino, un bambino di dieci anni...

Scuoto con forza la testa... non devo distrarmi... non devo avere pietà.

Lui non l'ha avuta.

Mai.

Affondo in quel corpo con una fatica immensa... è stretto, dannatamente stretto e mi fa male... non sembra il corpo di un adulto... sembra piuttosto...

Le urla rimbombano nella mia mente, mi sembra di esplodere mentre il dolore è più forte di qualsiasi altra cosa.

Mi strappo da lui che finisce a terra... uno straccetto nudo, piccolo, rannicchiato su se stesso, che piange...

Un cucciolo... con una massa di capelli neri e la carnagione scura, olivastra.

Sono io... sono io che sto torturando.

Sono soltanto io... sempre io.

Prigioniero del mio odio, del mio rancore.

Della mia sofferenza.

Mi chino su quel mucchietto tremante e lo prendo fra le braccia.

Il viso sporco di sperma e di lacrime si volta a guardarmi, con stupore.

<<E' finita adesso... guardami piccolo... adesso è veramente finita. Sei libero>>

Con un piccolo grido di gioia si rannicchia fra le mie braccia e io lo stringo forte a me.

Sto facendo con lui quello che nessuno a fatto a me.

Per anni ho aspettato che qualcuno venisse a liberarmi... per anni ho atteso che quella porta si aprisse per far entrare i miei liberatori.

Ma questo non è mai accaduto.

 

 

 

Adesso si, adesso posso spalancare le finestre e far entrare tutta la luce del mondo, per fare piazza pulita di tutti i ricordi, di tutta la mia sete di

vendetta.

I contorni della stanza sfumano lentamente e io mi ritrovo di nuovo tra le braccia di Mika, mentre i suoi meravigliosi occhi sono pieni di tenerezza, di amore.

Soltanto con me.

Lui è così soltanto con me.

Come posso aver pensato che sono solo?

Che nessuno mi può aiutare?

Che cosa sarebbe stato di me senza di lui?

<< Adesso sei davvero libero amore...>> la sua bocca si posa sugli occhi per asciugarli,

<< non volevo farti soffrire ma era l'unico modo>> altri baci leggeri, piccoli...

Quanta dolcezza... non so se me la merito ma non me lo sto a chiedere due volte... è mia e questo basta.

Così come è mio lui.

Mi fa stendere sul materasso e si sdraia sopra di me, il calore del suo corpo sul mio scaccia definitivamente gli ultimi fantasmi... un bacio profondo, umido... totale... è tutto il tempo che gli concedo prima di capovolgere la situazione e finire sopra di lui.

Nessuno mai mi farà stare sotto, nemmeno tu Mika.

Anche se sei l'amore mio.

 

 

 

Il sole entra dalla finestra spalancata e la polvere che c'è in giro viene messa ancora più in luce.

L'odore di chiuso è fortissimo... nauseante ma io non lo sento, i miei occhi vedono soltanto quella casa, quei mobili, quelle scale... la casa della mia infanzia.

Era tra le proprietà del giudice e questo è stato l'ennesimo colpo di una giornata unica.

Distruttiva forse ma... liberatoria.

<< Quello che vorrei sapere è... perché cazzo non l'aveva venduta. Cosa l'ha tenuta a fare quel bastardo?>>

Nulla è cambiato dentro... tutto è uguale a vent'anni fa, quando qui ero felice, quando la mia vita sembrava non dovesse mai cambiare e il giudice non sapevo nemmeno che faccia avesse.

La voce di Mika mi arriva dallo scrittoio di mio padre, sta sfogliando degli album di fotografie, ha gli occhiali sul naso che gli danno un'aria molto... molto fine ed aristocratica, i capelli biondi cadono in tanti "anelli" davanti agli occhi e lui li manda dietro le orecchie... fino a quando non fuggono di nuovo.

E' di una bellezza sconcertante... e anche se ha i vestiti del giorno prima perchè non è andato a casa a cambiarsi la sua classe rimane immutata... almeno fino a quando non ti guarda con quella luce pericolosa negli occhi, quella luce che ti avverte di stare attento... perché con lui ti puoi ustionare seriamente.

E' quello che ho fatto io... e non me ne sono pentito nemmeno una volta.

<< Voleva lasciartela... così come tutte le sue sostanze... è il suo modo per farti vedere che lui, in fondo , ti voleva bene... e si prendeva cura di te. Così forse sperava di mettere a posto la sua coscienza... e la sua anima...>>

Probabilmente ha ragione, Gli ultimi anni di vita deve averli passati nel terrore che io lo denunci, o in un mio probabile ritorno.

E con questo sperava di calmarmi.

Un idiota fino alla fine.

Mi avvicino al mio ragazzo e un sorriso sale involontariamente alle labbra... le mie foto.

<< Eri un bambino adorabile... e anche i tuoi erano molto belli... sai Angelo?>>

Non gli rispondo, e se poi la voce si mette a fare brutti scherzi?

Mika volta leggermente la testa e sfiora le mie labbra con le sue

<< ma io ti preferisco come sei adesso... il mio uomo...>> il bacio diventa più profondo mentre la mia anima trova finalmente la pace.

Qui, in questa casa dove i ricordi più belli sono custoditi gelosamente, tra le braccia dell'unico ragazzo che è entrato nella mia anima, fino al centro del mio cuore.

 

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